CAPITOLO 19
< < Cosa?! > >
< < Lo so Bilbo, sono rimasto scioccato anche io > > disse Bofur sospirando,
< < E quindi ora? > >
< < E quindi siamo spacciati > > disse Thorin facendo spazio sul tavolo alla cameriera che stava portando le ordinazioni dei ragazzi.
< < Volete altro? > > domandò la cameriera facendo passare lo sguardo su tutti i ragazzi.
< < Vogliamo te, pasticcino > > disse Bofur facendole l’occhiolino, rimproverato poi da Dwalin, che gli diede una gomitata.
< < Ma cosa è successo esattamente? > > domandò Bilbo.
< < Gandalf è caduto dalle scale, è finito così in ospedale. Si è rotto una gamba e dovrà rimanere a casa per un mesetto > > raccontò Nori.
< < Dunque, significa che . . > >
< < . . Saruman prenderà il suo posto per un po’ > > continuò Gloin.
< < Saruman ha già messo in atto diverse regole, tra cui l’obbligo della divisa scolastica - mormorò Dwalin alzando gli occhi al cielo – che peraltro, è anche molto brutta > >
Bilbo osservò Thorin, intento a giocherellare con le dita. Sembrava parecchio preoccupato, così, fu tentato di chiedergli il motivo.
< < Thorin, stai bene? > >
< < Sì! Fatti gli affari tuoi una buona volta – disse irato Thorin, allargando le braccia e mortificando il suo piccolo e nuovo amico – Perdonami > > si scusò poi velocemente e scuotendo la testa, mettendosi una mano tra i capelli .
< < Thorin . . > > mormorarono i suoi amici, preoccupati.
Thorin attese alcuni secondi prima di rispondere e dopo aver fatto un respiro profondo, iniziò a parlare.
< < Problemi economici – disse – mio padre ha intenzione di vendere l’Arkengemma per poter ristabilire l’equilibrio della famiglia > >
< < “ Arkengemma” ? > > domandò Bilbo corrugando la fronte.
< < E’ una pietra preziosa, è il gioiello della nostra famiglia > > spiegò Thorin.
Alla parola “Gioiello”, Bilbo sudò freddo e il cuore gli martellò nel petto. Era quello di cui gli aveva parlato quell’uomo misterioso incontrato per strada.
< < L’avete custodita per bene in tutti questi anni, è simbolo dei Durin, come può venderla? > > scosse la testa Dwalin.
< < E’ l’unico modo – disse Thorin tristemente – siamo stati derubati > >
Ecco un’altra parola che fece trasalire Bilbo.
< < Da chi? > > domandarono tutti curiosi.
< < Il maggiordomo > > rispose Thorin con un ringhio.
< < E’ sempre colpa del maggiordomo, è sempre così > > rise Bofur incrociando le braccia.
Balin, accanto a lui, gli diede una gomitata sul fianco e lo minacciò con lo sguardo, invitandolo a chiudere la bocca.
< < Non so come abbia fatto, ma è riuscito ad aprire la cassaforte e ci ha portato via la maggior parte del denaro, non è riuscito a prendere l’Arkengemma però, se dovessimo perdere quella prima della vendita, saremmo nei guai seri > >
< < Avete nascosto per bene allora l’Arkengemma > >
< < E’ sempre in casa, ma nascosta in un luogo dove nessuno penserebbe di cercare > >
< < Il bagno? > > domandò Bofur a bocca piena, mentre stava finendo tutte le brioche.
< < E’ inutile che tenti tutte le stanze, la mia risposta sarà sempre “no” > > rise Thorin.
Bilbo deglutì a fatica e giocherellò con le dita. I suoi amici se ne accorsero e gli domandarono cosa avesse. Bilbo non seppe cosa rispondere, ma fu Bofur ad anticiparlo.
< < Oh, sei ancora dispiaciuto per quella ragazza? > > gli domandò sorridendo.
< < Hai una ragazza? > > domandarono alcuni avvicinandosi con lo sguardo, curiosi di sapere cosa fosse successo.
< < Siamo andati in discoteca , ma mi ha solo usato > > disse tristemente.
< < Le donne sono così – disse Thorin dolcemente e sorridendo all’amico – che cosa hai fatto poi? > >
< < Mi ha chiamato più volte, ma non ho risposto > >
< < Hai fatto bene – disse Dwalin battendo un pugno sul tavolo - Certo che a volte le donne sono vipere > >
< < Non tutte, mettitelo bene in testa! > > gli ricordò Gloin.
< < Per me sono tutte uguali – ripeté Dwalin – non mi interessa se tu hai la ragazza e sei felice, vi sposerete e avrete tanti piccoli marmocchi > > lo prese in giro.
Quando Bilbo tornò a casa, sua madre stava leggendo il giornale, con le mani tra i capelli.
< < Mamma, stai bene? > > le domandò avvicinandosi e poggiandole una mano sulla spalla, notando che stava tremando.
< < Ciao figliolo, sì, sto bene - disse chiudendo velocemente il giornale – eri in compagnia dei tuoi amici? > > gli domandò alzandosi e prendendogli il viso tra le mani, posandogli un bacio sulla fronte.
< < Sì, tu stai bene? Sei sicura? > >
< < Certo, perché non dovrei star bene? > > gli domandò, sorridendo con le labbra, ma non con gli occhi.
< < Se hai bisogno, io ci sono > > le ricordò.
< < Lo so, ci sei sempre per me, come tuo padre - sorrise Belladonna abbracciandolo – devo andare dal vicino alcuni minuti, ti lascio solo per un momento, poi, che ne dici di guardarci un film? Tanto i mestieri di casa li ho appena finiti. . > >
< < Va bene mamma > >
Belladonna uscì dall’appartamento e quando chiuse la porta alle sue spalle, Bilbo controllò che fosse entrata nell’appartamento del vicino. Approfittò della sua assenza correndo verso il tavolo e sfogliando il giornale, cercando qualche notizia, che sembrava avesse fatto preoccupare la madre.
Bilbo rimase colpito da un nome in particolare: Azog.
Il criminale Azog è riuscito, di nuovo, a sfuggire agli agenti. Pare che Azog sia il colpevole della morte di Boromir, figlio di un insegnante di un liceo di Roma.
Ora Azog è ricercato e pare che sia stato avvisato insieme al figlio, Bolg. Chiunque li trovi, chiamare il numero . . .
Vi ricordiamo che sono ipotetici criminali, con precedenti penali, dai quale è meglio stare alla larga.
Poco dopo, Bilbo chiuse il giornale, si alzò e andò a sedersi sul divano, pensando.
Forse quell’uomo era Azog.
Belladonna tornò in casa e Bilbo le raccontò dell’incidente di Gandalf, ma la madre non sembrava essere interessata.
< < Da domani in poi, promettimi che non girerai da solo > > gli disse seria.
< < Mamma . . che succede? > >
< < Un criminale è evaso da prigione e dicono sia molto pericoloso, per favore Bilbo, non girare da solo per le strade e non fare affidamento su nessuno, NESSUNO! > >
< < Mamma . . > >
< < L’ho appena letto sul giornale, potrebbero essere ovunque . . > > pianse Belladonna.
< < C’è qualcosa che mi nascondi mamma? > > gli domandò Bilbo, sincero.
In quel momento, la porta si aprì e rientrò Bungo, salutando la famiglia con allegria.
Belladonna si alzò velocemente e andò verso il marito, il quale le cinse la vita con un braccio, mentre con l’altra mano poggiò le chiavi sul comodino accanto alla porta.
< < Ciao figliolo, com’è andata la giornata? Stai bene? > >
< < Sì papà, tu? Al lavoro? > >
< < Stancante, ma tutto bene dai > >
La famiglia cenò, con la musica che mettevano in radio come sottofondo. Bungo raccontò del suo lavoro e la moglie gli poneva diverse domande, mentre Bilbo proprio non aveva voglia di toccare cibo, così, chiese di poter andare in camera sua.
< < Sono un po’ stanco > > disse poggiando il tovagliolo sul tavolo.
< < Ok, buonanotte figliolo > > lo salutarono i genitori, non prima di avergli dato un bacio sulla fronte.
Bilbo andò in camera sua, girò varie volte per la stanza, finché non sentì i suoi genitori parlare.
Lasciò la porta socchiusa e origliò.
< < Amore, sei preoccupata, si vede, cosa succede? > > le domandò Bungo prendendole le mani.
< < Azog è fuggito > > disse preoccupata.
< < Dobbiamo tenere d’occhio nostro figlio > >
< < Ho paura che possa succedergli qualcosa, non potrei sopportarlo > > singhiozzò Belladonna.
Bungo si alzò velocemente dalla sedia, si avvicinò alla moglie e la fece alzare, stringendola a sé e baciandole il viso.
< < Oh Bungo, amore mio, pensavo che fossi riuscita a dimenticare > > pianse, stringendosi al marito.
< < Shhh, tranquilla piccola – cercò di calmarla, cullandola – è colpa mia, non ero arrivato in tempo > >