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Autore: innamoratahobbit96    08/08/2016    3 recensioni
Bilbo sospirò e andò a lavarsi. I suoi capelli ricci erano in disordine e cercò di sistemarseli al meglio.
Aprì l’armadio e cercò degli indumenti consoni. Era il suo primo giorno di scuola, in una nuova scuola, a Roma. Avrebbe frequentato il terzo anno del liceo classico.
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Thorin non era per niente contento della sua vita. Era arrabbiato. Sua madre era morta. Suo nonno era morto. Le sue uniche figure di riferimento avevano perso la vita in un incidente stradale.
I loro genitori erano ricchi, avevano una grande villa con la piscina. Tanti soldi e potere. Ma chi diceva che i soldi facevano la felicità, sbagliava.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19
 

 
 
< < Cosa?! > >
< < Lo so Bilbo, sono rimasto scioccato anche io > > disse Bofur sospirando,
< < E quindi ora? > >
< < E quindi siamo spacciati > > disse Thorin facendo spazio sul tavolo alla cameriera che stava portando le ordinazioni dei ragazzi.
< < Volete altro? > > domandò la cameriera facendo passare lo sguardo su tutti i ragazzi.
< < Vogliamo te, pasticcino > > disse Bofur facendole l’occhiolino, rimproverato poi da Dwalin, che gli diede una gomitata.
< < Ma cosa è successo esattamente? > > domandò Bilbo.
< < Gandalf è caduto dalle scale, è finito così in ospedale. Si è rotto una gamba e dovrà rimanere a casa per un mesetto > > raccontò Nori.
< < Dunque, significa che . . > >
< < . . Saruman prenderà il suo posto per un po’ > > continuò Gloin.
< < Saruman ha già messo in atto diverse regole, tra cui l’obbligo della divisa scolastica - mormorò Dwalin alzando gli occhi al cielo – che peraltro, è anche molto brutta > >
Bilbo osservò Thorin, intento a giocherellare con le dita. Sembrava parecchio preoccupato, così, fu tentato di chiedergli il motivo.
< < Thorin, stai bene? > >
< < Sì! Fatti gli affari tuoi una buona volta – disse irato Thorin, allargando le braccia e mortificando il suo piccolo e nuovo amico – Perdonami > > si scusò poi velocemente e scuotendo la testa, mettendosi una mano tra i capelli .
< < Thorin . . > > mormorarono i suoi amici, preoccupati.
Thorin attese alcuni secondi prima di rispondere e dopo aver fatto un respiro profondo, iniziò a parlare.
< < Problemi economici – disse – mio padre ha intenzione di vendere l’Arkengemma per poter ristabilire l’equilibrio della famiglia > >
< < “ Arkengemma” ? > > domandò Bilbo corrugando la fronte.
< < E’ una pietra preziosa, è il gioiello della nostra famiglia > > spiegò Thorin.
Alla parola “Gioiello”, Bilbo sudò freddo e il cuore gli martellò nel petto. Era quello di cui gli aveva parlato quell’uomo misterioso incontrato per strada.
< < L’avete custodita per bene in tutti questi anni, è simbolo dei Durin, come può venderla? > > scosse la testa Dwalin.
< < E’ l’unico modo – disse Thorin tristemente – siamo stati derubati > >
Ecco un’altra parola che fece trasalire Bilbo.
< < Da chi? > > domandarono tutti curiosi.
< < Il maggiordomo > > rispose Thorin con un ringhio.
< < E’ sempre colpa del maggiordomo, è sempre così > > rise Bofur incrociando le braccia.
Balin, accanto a lui, gli diede una gomitata sul fianco e lo minacciò con lo sguardo, invitandolo a chiudere la bocca.
< < Non so come abbia fatto, ma è riuscito ad aprire la cassaforte e ci ha portato via la maggior parte del denaro, non è riuscito a prendere l’Arkengemma però, se dovessimo perdere quella prima della vendita, saremmo nei guai seri > >
< < Avete nascosto per bene allora l’Arkengemma > >
< < E’ sempre in casa, ma nascosta in un luogo dove nessuno penserebbe di cercare > >
< < Il bagno? > > domandò Bofur a bocca piena, mentre stava finendo tutte le brioche.
< < E’ inutile che tenti tutte le stanze, la mia risposta sarà sempre “no” > > rise Thorin.
Bilbo deglutì a fatica e giocherellò con le dita. I suoi amici se ne accorsero e gli domandarono cosa avesse. Bilbo non seppe cosa rispondere, ma fu Bofur ad anticiparlo.
< < Oh, sei ancora dispiaciuto per quella ragazza? > > gli domandò sorridendo.
< < Hai una ragazza? > > domandarono alcuni avvicinandosi con lo sguardo, curiosi di sapere cosa fosse successo.
< < Siamo andati in discoteca , ma mi ha solo usato > > disse tristemente.
< < Le donne sono così – disse Thorin dolcemente e sorridendo all’amico – che cosa hai fatto poi? > >
< < Mi ha chiamato più volte, ma non ho risposto > >
< < Hai fatto bene – disse Dwalin battendo un pugno sul tavolo - Certo che a volte le donne sono vipere > >
< < Non tutte, mettitelo bene in testa! > > gli ricordò Gloin.
< < Per me sono tutte uguali – ripeté Dwalin – non mi interessa se tu hai la ragazza e sei felice, vi sposerete e avrete tanti piccoli marmocchi > > lo prese in giro.
 
Quando Bilbo tornò a casa, sua madre stava leggendo il giornale, con le mani tra i capelli.
< < Mamma, stai bene? > > le domandò avvicinandosi e poggiandole una mano sulla spalla, notando che stava tremando.
< < Ciao figliolo, sì, sto bene - disse chiudendo velocemente il giornale – eri in compagnia dei tuoi amici? > > gli domandò alzandosi e prendendogli il viso tra le mani, posandogli un bacio sulla fronte.
< < Sì, tu stai bene? Sei sicura? > >
< < Certo, perché non dovrei star bene? > > gli domandò, sorridendo con le labbra, ma non con gli occhi.
< < Se hai bisogno, io ci sono > > le ricordò.
< < Lo so, ci sei sempre per me, come tuo padre - sorrise Belladonna abbracciandolo – devo andare dal vicino alcuni minuti, ti lascio solo per un momento, poi, che ne dici di guardarci un film? Tanto i mestieri di casa li ho appena finiti. . > >
< < Va bene mamma > >
Belladonna uscì dall’appartamento e quando chiuse la porta alle sue spalle, Bilbo controllò che fosse entrata nell’appartamento del vicino. Approfittò della sua assenza correndo verso il tavolo e sfogliando il giornale, cercando qualche notizia, che sembrava avesse fatto preoccupare la madre.
Bilbo rimase colpito da un nome in particolare: Azog.
 
Il criminale Azog è riuscito, di nuovo, a sfuggire agli agenti. Pare che Azog sia il colpevole della morte di Boromir, figlio di un insegnante di un liceo di Roma.
Ora Azog è ricercato e pare che sia stato avvisato insieme al figlio, Bolg. Chiunque li trovi, chiamare il numero . . .
Vi ricordiamo che sono ipotetici criminali, con precedenti penali, dai quale è meglio stare alla larga.
 
Poco dopo, Bilbo chiuse il giornale, si alzò e andò a sedersi sul divano, pensando.
Forse quell’uomo era Azog.
Belladonna tornò in casa e Bilbo le raccontò dell’incidente di Gandalf, ma la madre non sembrava essere interessata.
< < Da domani in poi, promettimi che non girerai da solo > > gli disse seria.
< < Mamma . . che succede? > >
< < Un criminale è evaso da prigione e dicono sia molto pericoloso, per favore Bilbo, non girare da solo per le strade e non fare affidamento su nessuno, NESSUNO! > >
< < Mamma . . > >
< < L’ho appena letto sul giornale, potrebbero essere ovunque . . > > pianse Belladonna.
< < C’è qualcosa che mi nascondi mamma? > > gli domandò Bilbo, sincero.
In quel momento, la porta si aprì e rientrò Bungo, salutando la famiglia con allegria.
Belladonna si alzò velocemente e andò verso il marito, il quale le cinse la vita con un braccio, mentre con l’altra mano poggiò le chiavi sul comodino accanto alla porta.
< < Ciao figliolo, com’è andata la giornata? Stai bene? > >
< < Sì papà, tu? Al lavoro?  > >
< < Stancante, ma tutto bene dai > >
La famiglia cenò, con la musica che mettevano in radio come sottofondo. Bungo raccontò del suo lavoro e la moglie gli poneva diverse domande, mentre Bilbo proprio non aveva voglia di toccare cibo, così, chiese di poter andare in camera sua.
< < Sono un po’ stanco > > disse poggiando il tovagliolo sul tavolo.
< < Ok, buonanotte figliolo > > lo salutarono i genitori, non prima di avergli dato un bacio sulla fronte.
Bilbo andò in camera sua, girò varie volte per la stanza, finché non sentì i suoi genitori parlare.
Lasciò la porta socchiusa e origliò.
< < Amore, sei preoccupata, si vede, cosa succede? > > le domandò Bungo prendendole le mani.
< < Azog è fuggito > > disse preoccupata.
< < Dobbiamo tenere d’occhio nostro figlio > >
< < Ho paura che possa succedergli qualcosa, non potrei sopportarlo > > singhiozzò Belladonna.
Bungo si alzò velocemente dalla sedia, si avvicinò alla moglie e la fece alzare, stringendola a sé e baciandole il viso.
< < Oh Bungo, amore mio, pensavo che fossi riuscita a dimenticare > > pianse, stringendosi al marito.
< < Shhh, tranquilla piccola – cercò di calmarla, cullandola – è colpa mia, non ero arrivato in tempo > >

 
  
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