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Autore: Leatessa    11/08/2016    1 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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CAPITOLO UNO
 
 
 
 


Faceva freddo. Era la fine di luglio e faceva uno schifosissimo freddo. Odiava la Russia. Ne era certa. Lily e famiglia al seguito, più l’intruso che ormai da anni stava appiccicato ad Al peggio che una piovra gigante, erano arrivati a Mosca da poco. Giusto un paio d'ore.

Ginevra aveva avuto la bella idea di far fare un giro ai suoi figli, in quella città che lei amava tanto. Era stata a Mosca parecchie volte e, ogni volta trovava qualcosa di nuovo e meraviglioso che la stupiva e stimolava. Così prima di prendere la passaporta che li avrebbe condotti tutti in un posto ancora più freddo di quello, un deserto sperduto nella Siberia, la famiglia Potter e Scorpius al seguito, si dilettavano a fare i turisti in una Mosca babbana al quanto eccentrica. Lily aveva comunque freddo e a nulla erano servite le due cioccolate calde che aveva già mandato giù.

Al era felice della situazione. Non era mai stato a Mosca e, girovagarci con uno Scorpius basito, che poco o nulla sapeva sui babbani, era a dir poco esilarante. "Ci sposteremo nella Mosca magica voglio sperare!" Continuava a blaterare il suo migliore amico, stufo delle idee bizzarre dei Potter.
"Per pranzo. La passaporta che dobbiamo prendere si trova in una libreria a Tsitadel' Bogatyr." Affermò per rincuorarlo, con la speranza che la sua pronuncia russa non facesse poi così schifo.

James per quanto fosse eccitato di assistere alla partita, non era molto soddisfatto della situazione. Tessa sarebbe dovuta partire con loro. Invece aveva preferito restare vicino alla nonna morente. James non era un menefreghista, ma sul serio non capiva, come la sua fidanzata non riuscisse a trovare un po' di tempo per lui.
"Jim guarda!" Lily lo sbrogliò dai sui pensieri, mostrandogli un negozio al quanto bizzarro che esponeva in vetrina bambole di legno dai colori più disparati. "Sono matriosche vedi? Ne voglio una Jim". James, sapeva che Lily non riusciva proprio a resistere dall'acquistare oggetti tradizionali, in qualsiasi parte del mondo si trovassero. Così rassegnato, le comprò la matriosca che tanto l'aveva colpita qualche minuto prima. Avrebbero avuto il doppio dei bagagli, si trovò a pensare James, se Lily avesse iniziato a fare richieste in ogni angolo della città.

La mattinata nella città babbana non fu catastrofica, pensò uno Scorpius sollevato, dopo essere entrato nella Mosca magica: Tsitadel' Bogatyr. Il locale dove avrebbero pranzato non era niente di che si disse ma, da come poteva vedere, la signora Potter era una cliente conosciuta. Mangiarono piatti tipici che gli causarono un mal di pancia da paura ma, essendo l'unico dei presenti a risentire di quei dolori, non disse una parola al riguardo, giusto per non passare per un adolescente viziato, con problemi a mangiar fuori di casa.

La Mosca magica non si discostava molto da quella babbana. Era una vera e propria città dentro la città. Molto più grande di Diagon Alley. La piazza principale era abbellita da una statua in movimento, sirene e tritoni emergevano e si immergevano nella pietra, di un color turchese che sembrava quasi che un pezzo di oceano, fosse stato trasportato fino a lì. Meraviglioso si ritrovò a pensare.
La sede della Gringot al contrario di quella inglese non aveva nulla d’imponente, vista dall'esterno. Un palazzo semplicemente vetrato, molto babbano si ritrovò a pensare Scorpius. I signori Potter furono costretti a entrare e lui fu ben lieto di seguirli solo per osservate l'edificio dall'interno.
Causa legge magica che vietata il trasporto di una somma elevata di galeoni e, causa il cambio di valuta, i Potter non potevano proprio fare a meno di fermarsi alla Gringot, meno che non volessero continuare la loro vacanza senza un soldo in tasca.

La vista era spettacolare. Da quelle gigantesche vetrate si poteva vedere chiaramente la vita frenetica della cittadina. Maghi e streghe immersi nella loro vita ordinaria, intenti a passeggiare e acquistare roba nei tanti negozi che animavano la città. L'interno era ancor più strano di quello che avrebbe pensato. A Londra, la Gringot era piena e zeppa di folletti che lavorano, ai loro tavoli elaborati, senza nemmeno degnare di uno sguardo chi entrava e usciva dalla banca. O almeno cosi facevano credere. Lì una sola scrivania occupava l'immenso piano terra, arredato in modo spartano e abbellito esclusivamente da strane statue in perfetto stile nordico, raffiguranti strani personaggi che lui, Scorpius, non aveva mai visto. Seduto alla scrivania un ragazzo sulla trentina, leggeva un tomo gigantesco. Tracciando ogni tanto qua e là una riga. Strano. Non aveva proprio badato a loro. E in più se Scorpius doveva dirla tutta, quel posto era troppo vuoto e silenzioso, anche per i suoi gusti.

"Sono il signor Potter. Buongiorno" iniziò il padre del suo migliore amico, per nulla intimorito. Grazie a Salazar era Harry Potter!
"Il signor Potter ha un appuntamento?" Disse il giovane osservandoli, a quel punto, accuratamente. Erano un gruppo bizzarro, sì. Lo credeva anche lui. James Potter dietro al padre non accennava a dire una parola. Osservava tutto con minuzioso interesse. Albus era rimasto indietro, stava puntigliosamente percorrendo il perimetro dell'edificio e spiando tutti quelli che se ne stavano fuori al freddo. Come si divertita facilmente il giovane Potter. Lily, esuberante, saltellava di statua in statua, leggendo accuratamente le informazioni sotto riportate. Sempre alla scoperta. Sempre curiosa di tutto lei.
"Si, con chi abbiamo l'appuntamento? Ginevra". Dopo aver concordato che sì, avevano un appuntamento e non erano lì per caso, i signori Potter ebbero il permesso di salire al piano superiore a sbrigare le loro faccende. Loro quattro, invece, furono costretti a restare lì, in compagnia di quell’uomo immerso completamente nel suo lavoro, in una stanza che, se osservata con occhio clinico, avrebbe potuto mettere terrore anche al più glorioso dei Grifondoro. Beh almeno era riscaldato quel posto. O Scorpius vi avrebbe scommesso le chiappe che sarebbe morto di freddo prima che di noia.

Raggiunse Lily, non che fosse interessato alla minore dei Potter sia ben chiaro ma, era l'unica lì che forse stava facendo qualcosa di costruttivo. Ecco tutto. "Chi mai sono questi personaggi inquietanti?". Iniziò a chiederle con voce disinteressata. Manteneva le distanze. La piccola Potter avrebbe potuto da un momento all'altro agitarsi e iniziare a dare di matto per come la conosceva lui, quindi, stare alla giusta distanza gli permetteva di non mettere in pericolo la sua vita. Furbo lui. Slyterin. "Vedi, sono degli Dei. Sull'opuscolo dice che qui, siano molto religiosi. Venerano queste divinità che pare abbiano poteri magici sconfinati." Disse dubbiosa. Dubbiosa che esseri del genere potessero realmente esistere.
"Queste hanno il nome di Rožanicy, pare siano Dee del destino e della fertilità, dipende da un paio di cose, non ci ho capito molto in realtà." Puntualizzò la Potter, indicando una statua poco distante da loro raffigurante sette Dee dal bellissimo aspetto. "Esistono delle Dee del destino?".

Scorpius si ritrovò a pensare, che il suo di destino era al quanto buffo. Di andare in vacanza con la famiglia Potter ad esempio, non se l'era mai neanche lontanamente immaginato.  A suo padre era preso un colpo, quando aveva provato a parlargliene all’inizio del mese. Poi si era calmato e, con rammarico aveva accettato l’idea che il suo unico figlio, da anni, era diventato preda costante del nemico. A detta di lui.
Che la piccola Potter non lo avesse ancora maledetto era qualcosa che non era veramente mai accaduta prima.  Loro litigavano. Non tutti i giorni tutto il giorno, ma quando succedeva, era sempre un avvenimento epico con bacchette e lingue sfoderate. Se le cantavano di santa ragione per poi passare alle maledizioni. Una guerra. Ringraziando Salazar lui è la Potter non finivano con li incrociarsi spesso per la scuola, altrimenti era certo che il castello non avrebbe resistito allungo alle angherie di quella piccola peste viziata che il suo migliore amico si ritrovava per sorella.
"Pare ci siano Dei per ogni cosa" osservò vacua per poi mollarlo lì e passare alla statua successiva. Non la seguì. Per quale stupido motivo avrebbe dovuto farlo?

 
***


Albus si ritrovò a pensare che in Russia, al contrario dell’Inghilterra e di altri stati dove era stato in quegli anni, a vedere la finale del mondo di Quidditch, facessero le cose veramente per bene. La passaporta li aveva fatti arrivare in uno strano e al quanto comodo campeggio. Tante piccole villette erano sistemate sulla costa di un azzurrissimo lago, creando un panorama spettacolare e mozzafiato. Erano veramente una miriade di piccole case, si ritrovò a pensare.

La finale della coppa del mondo di Quidditch quell’anno si sarebbe tenuta in Siberia, precisamente sul lago Bajkal. Quando Albus, un mese prima aveva letto “sul” sulla brochure dategli dalla madre, aveva ingenuamente pensato ad un errore di traduzione dalla lingua russa a quella inglese. Beh, dovette ricredersi. “Sul” voleva dire proprio “Sul”. Se il campeggio magico era stato sistemato sulla costa del lago Bajkal, per chilometri di costa del lago Bajkal, il campo da gioco si trovava proprio al centro. Al centro di quell’immenso lago che non solo vantava una profondità di mille e seicento metri ma anche un abitante al quanto curioso: il Pesce Drago. Un po’ come la piovra del lago nero pensò Albus, magari solo un po’ più affamato.

Fatto il checkin, Harry Potter guidò la famigliola verso la casa loro assegnata: la numero 783. Spiegò loro che ogni casetta era stata sottoposta all'incantesimo di estensione in modo da poter ospitare un diverso numero di persone. Difatti, molti dei suoi cugini e dei suoi zii li avrebbero raggiunti prima di sera, quindi, era il caso di sistemarsi e accaparrarsi i letti migliori, prima del sovraffollamento.
Le casette erano più belle di come si era aspettato Albus. Anche molto più grandi, di come suo padre gli aveva spiegato. Lui e Scorpius avrebbero diviso la stanza con James e qualcuno dei cugini; Lily invece si era scelta il letto più comodo tra i quattro a disposizione nella stanzetta di fianco alla loro.

Scorpius non aveva minimamente idea, quella mattina, che il resto del clan Weasley li avrebbe raggiunti. Si sconfortò oltre ogni dire mentre accompagnava Albus in giro per il paesello che si era venuto a creare, grazie alla magia, nel deserto siberiano.

 
I Weasley che si unirono alla famiglia Potter erano meno di quanto potesse immaginare. Conoscendo il monumentale parentado del suo migliore amico, si aspettava molte più teste rosse a dividere la casupola con loro.
 
Rose era stata la prima a disertare, lei di quidditch non se ne interessava più di tanto e per quell'anno aveva deciso di trasgredire alla tradizione di famiglia e restarsene in Bretagna. Hugo e suo padre, invece, erano arrivati un'oretta prima di cena, vestiti con i colori della Polonia - squadra favorita - e carichi per la partita che sarebbe iniziata il mattino seguente.
 
Angelina e Roxenne, in clamoroso ritardo causa George e Fred influenzati, avevano annesso al loro viaggio, una timorosa Dominique e uno sfacciato Teddy che sì, quell'anno aveva deciso di non seguire la finale, questo era vero, ma dopo le insistenze di Roxenne sul fatto che sprecare due biglietti non era da persone ragionevoli, non aveva, anzi non avevano, potuto far altro che riempire un borsone e afferrare la passaporta che li avrebbe condotti all'evento dell'anno.
 
Il clan Potter per quell'anno era al completo. Lucy era troppo impegnata sul lavoro di Grimmald Place per potersi prendere una pausa. Molly e Louis, erano stati incaricati dall'ufficio Auror, della sorveglianza delle passaporte in entrata e in uscita dal paese e, questo voleva dire solo una cosa: straordinari. Victoria, palesemente incinta, aveva deciso di restarsene a casa con suo marito per poi cambiare i suoi piani all'ultimo minuto e restarsene a casa da sola. Per quell'anno, anche se in pochi, avrebbero mantenuto vivo il loto spirito goliardico. Parola di Weasley.
Scorpius era stanco ancor prima che la partita cominciasse.

 
***
 
Come al solito, si ritrovò a pensare Lily, erano finiti nella zona VIP. E come accadeva tutte le volte, che lei e la sua famiglia se ne andavano i vacanza, i paparazzi li pedinavano nascondendosi nei posti più disparati. Fino a non molto tempo prima, si appostavano vicino casa, scattando foto al quando ridicole e bizzarre alla sua famiglia. Per risolvere il problema ed evitare che sua madre finisse per l'ennesima volta sulla gazzetta del profeta, nelle vesti della nuova Bellatrix Lestrange, suo padre aveva comprato un cane per poi addestrarlo alla vecchia alla maniera. I paparazzi non si erano più presentati dopo aver fatto l'incredibile sconoscenza con Barbarian Holly.
 
Quella mattina, anzi più che mattina si ritrovò a pensare Lily, era ancora notte. Il gruppo di dodici persone di cui faceva parte e, tutti gli altri residenti della zona VIP, iniziarono a spostarsi sulla costa del lago Bajkal. Un uomo di bassa statura, corpulento e con l'inizio lampante di una calvizia, spiegò loro che alle sei in punto, sarebbero comparse le barche che a gruppi di cinque li avrebbero condotti alle tribune.
Lily si rese conto immediatamente che due di loro, con ovvietà, avrebbero attraversato il lago in compagnia di sconosciuti. Maledisse tutti i suoi conoscenti per aver disertato quella partita: iniziando dalla sua migliore amica Alice e finendo con la sua madrina Luna Scamandro che in quel momento era solo Godric sapeva dove a fare cose bizzarre e senza ombra di dubbio pericolose.
Fortuna volle che fossero suo padre e sua zia Angelina a separarsi dal gruppo e lei, si strinse sulla barca in compagnia dei fratelli, della madre e di Scorpius.

 
Le barche iniziarono a muoversi da sole nel buio della notte.   
Mille e più luci semi illuminavano le acque torbite. Lily credeva di essere in un sogno, circondata da milioni  di lucciole ad illuminarle il cammino. Magico.
Quando ormai erano giunti a metà della rotta, il sole iniziò a colorare di rosso l'acqua del lago. Il cielo si illuminò sotto i suoi occhi. Un caleidoscopio di colori si frappose tra lei e ciò che la circondava. L' alba. L' alba più bella che avesse mai visto, pensò Lily. E così fu anche per gli altri. Tramortiti e concentrati sullo spettacolo che la natura stava loro regalando in quell'angolo del mondo.

 
Salire in tribuna d'onore fu più facile del previsto. Una volta lì James si fermò a rimirare il campo da gioco. Dalla costa non avrebbe mai potuto dire con certezza se avessero giocato sull'acqua o se i russi si fossero inventati qualcosa per tenere a bada l'incolumità dei giocatori. L'acqua era ovunque. Loro erano sull'acqua e James si chiese se tutto quello sfarzo fosse veramente necessario. E soprattutto sicuro per la loro sicurezza. Sua madre e sua zia Angelina lì salutarono per spostarsi al piano di sopra, dove in compagnia di altri report e allenatori, avrebbero commentato la finale della coppa del mondo di quidditch. Presero posto mentre il sole si innalzava in cielo. La giornata prometteva bene. Poco vento, buona visibilità, e l'acqua si trovo a pensare James, era calma.
James non aveva mai giocato in un campo da quidditch che non fosse quello di Hoqwarts. E si rattristò pensando che se fosse diventato un auror non avrebbe mai avuto la possibilità di giocare su un campo come quello. "Ti avevo detto che il campo era meraviglioso!". Roxenne anche se giovanissima e con meno di un anno di esperienza, era stata convocata dalla nazionale inglese nel mese di marzo, come riserva. Non aveva mai giocato una partita ma, stare in squadra le aveva permesso di allenarsi in quel campo e assistere a vere e proprie partite tra professionisti. Roxenne a detta di James aveva una fortuna sfacciata. "Già, proprio un bel campo!" Si ritrovò ad affermare affascinato. James si rendeva conto di assomigliare molto più ad un bambino di cinque anni che ad mago maggiorenne.

 
La voce del Presidente russo risuonò nell’aria  seguita subito dopo da quella di sua madre: "Benvenuti alla 429° Coppa del Mondo di Quidditch".
 
***
 
Quella a detta di Scorpius era la partita più lunga della storia, non che si ricordasse perfettamente quanto fossero durate le finali precedenti della coppa del mondo di quidditch, ovviamente. Era ormai notte fonda, la Polonia era in vantaggio di 110 punti. Per un punteggio totale di  200 a 90. Gli americani arrancavano. L’arbitro, una donna, non si decideva ha dare la pausa. Se avessero continuato a stare sulle scope, quelli li, avrebbero avuto più di qualche problema una volta terminata la partita.
 
Mezzanotte. Nessuna pausa. L' arbitro era una stronza e, da quanto aveva affermato qualche ora prima la signora Potter, aveva un conto in sospeso con il battitore Polacco Rödusko. In poche parole, pur di vendicarsi di quell'uomo, e portare a compimento la sua vendetta, li avrebbe fatti morire tutti lì: di freddo e fame, pensò Scorpius. Lily Potter si agitava sulla sua poltrona, era anche lei abbastanza stufa di come stava proseguendo la partita. Il boccino era scomparso da ore. E i giocatori, avevano sul serio bisogno di una pausa, se volevano concludere la partita prima dell'alba. "Io ho fame". Scorpius la pensava proprio come lei, così visto gli ultimi sviluppi: erano capaci di stare nella stessa stanza senza affatturarsi; si propose di accompagnarla. Accettò. Scorpius era più scioccato per quell'atteggiamento che per  la durata della partita.
 
Scorpius seguito da Lily scendeva le scale esterne alle tribune, per dirigersi poi verso l'isola galleggiante addetta alla ristorazione. Era pieno di gente anche lì. Anche se con una minor visuale, si poteva gustare la partita anche da quella sistemazione, perdendosi veramente poco. Niente, se la partita non iniziava ad ingranare.
Lui e Lily occuparono un tavolino libero e ordinarono da mangiare. Scorpius non aveva mai cenato con la Potter. Da solo. Non avevano un granché da dirsi, si ritrovò a pensare. Loro due non avevano niente in comune a parte Albus e, Albus non era di certo un argomento di conversazione. "Oh Cielo! Ora gliene fanno un altro!" Gridò Lily, alzandosi in piedi un attimo prima che la tribuna polacca esplodesse in un grido di giubilo per l'ennesimo goal della loro cacciatrice Basha Piękny. "Hai visto Malfoy? Quel portiere non sa nemmeno cosa è il quidditch! Dove l'hanno rimediato?" Gli chiese convinta, aspettandosi anche una risposta. Scorpius Malfoy si ritrovò immerso in una conversazione di quidditch con la sorella del proprio migliore amico. Che Lily fosse una brava giocatrice ne era al corrente, dato che da l'anno prima era entrata nel Grifondoro come cercatrice, non era al corrente però che ne sapesse così tante in materia. Se fosse stato lei il capitano di Grifondoro, ne era certo, avrebbero avuto seri problemi quell'anno, anche più che con James Potter.

 
Lily parlava con Scorpius tranquillamente. Il quidditch aveva scoperto, era un argomento sul quale potevano discutere tranquillamente; anche se Malfoy tifava per il Puddlemere United. Concentrata sul suo interlocutore e osservando il campo distrattamente, Lily non si accorse del fotografo che paziente immortalava lei e Malfoy in una foto che ad occhi estranei sarebbe potuta apparire compromette.
 
Lily e Scorpius erano un po' troppo vicini, con i corpi che tendevano l'uno verso l'altro e le mani che magicamente quasi si sfioravano. Una foto equivoca e senza fondamento avrebbe detto il giorno dopo Lily per giustificare quel feeling che aveva scoperto la sera precedente con Malfoy.
"L' arbitro fischia la pausa finalmente. Concesse tre ore di tempo ai giocatori per riposarsi, molto bene!". Informò Angelina Weasley. "Vi ricordo che il punteggio è fermo, 210 a 90. Ci vediamo qui alle quattro del mattino. Tra tre ore esatte." Concluse Ginevra Potter. Stanca.
La partita finì alle sei e mezza del mattino. Il sole era appena sorto quando il cercatore Newyorchese afferrò il boccino ponendo fine alla partita e portando la squadra alla vittoria con uno scarto di dieci punti.

 
Lily era sollevata. Finalmente poteva sdrairasi sul letto e dormire. Dormire fino a quando non sarebbero ripartiti. Non avrebbe nemmeno preso parte ai festeggiamenti.
Lily voleva sul serio dormire un po', magari alla fine avrebbe anche festeggiato perché era una Potter e ai Potter piaceva un mondo fare festa ogni volta che se ne presentava l'occasione. Lo voleva veramente ma, il destino aveva in mente per lei qualcos'altro. Purtroppo.

 
"Che cosa vuol dire questo?" Gridò James dopo aver dato uno sguardo al numero straordinario della  gazzetta sportiva. Lei e Scorpius erano in prima pagina. Vicini. Troppo vicini si ritrovò ad affermare. Ma Godric santissimo era un edizione straordinaria, che centrava lei? Pensò Lily, shoccata afferrando la copia della gazzetta. Non dovevano parlare dei nuovi campioni del mondo?
 
"Non é come sembra!" Iniziò Lily, cercando appoggio in quello che sarebbe dovuto essere il suo compagno di sventure. "Problemi Potter? Io e tua sorella non possiamo mangiare insieme?". Lily credette seriamente che a Malfoy fosse andato in pappa il cervello.
 
I Potter lasciarono la russia, un paio di giorni dopo che i festeggiamenti si furono  conclusi, non prima che sua madre trovasse quel reporter da strapazzo e lo convincesse con le "buone" ha ritrattare  l'articolo. Lily finì sul giornale due volte quel mese di luglio. Entrambe le volte con Malfoy. 
   
 
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