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Autore: AuraNera_    12/08/2016    1 recensioni
Trento, liceo artistico ai confini della città, caotico, disorganizzato e ricolmo di aspiranti artisti su campi diversi tra loro.
Quattro ragazze di quarta superiore, Sabrina e Sara di Arti Figurative e Sara e Silvia di Multimedia, vengono selezionate per una misteriosa iniziativa che prevedrà dei ritratti e delle fotografie con effetti particolari aggiunti.
Loro: le artiste.
Un gruppo musicale sud-coreano: i modelli.
Piccolo particolare: le quattro sono EXO-L.
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Storia partorita dalla sanità mentale molto poco sana della sottoscritta e delle mie colleghe, di conseguenza dedicata a loro.
Utilizzo talvolta di parole non esattamente fini, ma direi che siamo grandi e vaccinate abbastanza (?)
Il 93% di questa storia è frutto di situazioni analoghe nate tra i banchi del liceo.
Speranze per la storia? Strappare un sorriso a chiunque la leggerà!
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 20 – We are (Still, Forever and Ever) One!

 

Ayumi P.O.V.

 
Dire che ci mettemmo qualche secondo ad assimilare la notizia è un eufemismo. Restammo un minuto, tipo, con la bocca spalancata a mo’ di pesce con tanto di bavetta. Ormai noi e la bavetta stavamo diventando un essere solo.
Non che la cosa mi entusiasmasse poi tanto, mi sentivo un troll o un San Bernardo.
Diversamente da solito, però, non c‘erano i ragazzi che ridevano e ci chiedevano se stavamo bene. No, loro fissavano con sommo interesse il pavimento scolastico.
Che cosa ci trovassero in esso, non lo so. Però mi sembrava essere un’antica statua egizia venerata. Così alzai le mani e... “Simba” dissi.
Tutti i presenti mi guardarono confusi. Bene, almeno non guardavano più il pavimento.
“Scusatemi, mi sembravate troppo il popolo della savana inchinato davanti al future Re Leone” tentai di spiegare alzando le spalle. Alcuni ridacchiarono senza troppa convinzione.
“A cosa dobbiamo questa deliberata decisione?” chiese finalmente Silvia, prima che io potessi uscirmene con un’altra delle mie minchiate.
“Al fatto che siamo stati veloci-“ Xiumin intercettò lo sguardo di noi ragazze, decisamente eloquente. “Ehm... siete state veloci... e, sapete, chi ha tempo non perda tempo”.
“Non ha tutti i torti” sentii ammettere a Sabrina.
“Tu proprio lo dici” esclamammo in coro e Seir, mentre Silvia faceva passare gli occhi da uno di noi all’altro. Riuscivo a sentire il suo criceto che faceva gli straordinari dalla mia postazione. Probabilmente era in fase di accettazione, con però un’informazione aperta che recitava Error 404, Not Found.
Oppure Error 24, VIXX. Anche se ne dubito, tra le due maknae quella si perde tra le fresche frasche, sono io.
“Oh... che palle, non vi parlo più” borbottò quell’altra, incrociando le braccia al petto e imbronciandosi.
“Fatemi capire” intervenne Silvia finalmente. “Questa è l’ultima volta che ci vediamo?”
E silenzio fu, again.
Chiunque abbia il telecomando, la pianti di metterci in pausa, per cortesia. È frustrante.
“No, noi dobbiamo... ecco... dobbiamo ancora...” iniziò a farfugliare Chanyeol, gesticolando come una piovra che fa Zumba.
“NO” tagliò corto Baekhyun.
Yixing si schiarì la voce. “Oggi ormai è tardi... però volevamo salutarvi come si deve, non ci sembrava giusto andarsene così...”
“Quindi, diamo il tempo allo staff di smontare la zona e ci ritroviamo qui... per l’ultima volta. Così ci salutiamo come si deve... vi va?” concluse Tao.
Tutte, mezze in trance, annuimmo. In quel momento avevamo un’energia vitale pari a quella di uno stegosauro.
E gli stegosauri sono estinti. Comprendete?
“Ok allora. Dopodomani... in palestra. Ci vediamo” disse Kyungsoo. Poi tutti i ragazzi si voltarono e tornarono nella suddetta stanza a registrare la loro intervista. Noi restammo fuori, davanti al bar vuoto della scuola, a guardare punti insignificanti. Io evitavo accuratamente il pavimento, fissando più che altro delle cose rivestite con carta con giornale appese al muro.
“Non sono solo io a sentire una strana sensazione di vuoto, vero?” chiesi con un mezzo sorriso.
“No Ayu, non sei l’unica” mi rispose Seir dopo qualche secondo.
 

Il giorno dopo.

 
Secondo Sabrina, urgeva una riunione di emergenza. Ma, dato che non aveva avuto modo di rapirci, ci mettemmo d'accordo per trovarci a casa sua il giorno seguente. E così eravamo sedute in camera sua con un the ghiacciato a fissarci gli alluci.
Non sto scherzando, non ci stavamo guardando negli occhi nemmeno per sbaglio.
"Careless, careless!" sentimmo ad un certo punto fuori dalla porta.
“Elena, per piacere” esclamò Unnie con tono da DivaH. La sorella di questa fece capolino dalla porta indossando il felpone invernale di Baekhyun, che le era arrivato poco rima dal corriere.
Inutile dire che era giugno inoltrato e doveva star schiattando dal caldo in quell’affare, ma Brina ci aveva detto che praticamente ci dormiva pure con quel coso.
Probabilmente viveva nel freezer in questo periodo.
“Allora ragazze. Voi come state messe con la fase ‘accettazione’?” ci chiese la padrona di casa.
“Ho ancora da staccare la testa di Kai a colpi d’ascia, quindi male” rispose impassibile la maknae. Io mi ritrovai a ridacchiare. Silvia è una di quelle persona che ha degli istinti omicidi fortissimi nei confronti dei suoi bias. Per questo si è fatta una lista mentale su chi deve uccidere prima o dopo. Più o meno è così: Kai, Heechul, Daehyun, Siwon eccetera, eccetera.
Le due unnie la stavano guardando un po’ male.
“Mah. In realtà ci sono rimasta un po’ lì... però dopotutto lo sapevamo che sarebbe finito” borbottai poi dondolandomi sulle mani che sì, tenevo sotto il fondoschiena.
Dettagli.
“Ma voi vi rendete conto che forse non gli vedremo mai più?” sbottò Seir.
“Nah, almeno un’altra volta nella vita andremo di sicuro. Io devo andare ad un loro concerto. E anche a uno dei B.A.P, BTS, VIXX e Super Junior” rispose Silvia.
“Idem” aggiunsi.
“Tanti auguri” ci disse Sabrina.
“A chi tanti amanti ha!” sorrisi io. “Tanti auguri! In campagna ed in città!”
“Ayu, ti prego, ritorna seria” mi riprese la mia omonima. Io sbuffai.
“Deprimersi non servirà a nulla” rimbeccai. Le altre tre mi fissarono stupite.
“Lo hai detto davvero o abbiamo avuto un’allucinazione collettiva? Un miraggio?” mi chiese la unnie. Io scrollai le spalle.
“Signore, festeggiamo! Portiamo lo Champagne!” esclamò Seir balzando in piedi con un braccio levato nella notte, anche se era giorno, cantando in segno di vittoria, ma di cosa poi, un inno militare. In realtà era pomeriggio ed era zitta.
“Vuoi davvero darmi da bere, MogliaH?” chiese Sehunna. Noi altre tre ci guardammo negli occhi e scuotemmo la testa.
Mai dare dell’alcool a Sabrina.
MAI.
 

Il fatidico giorno.

 
Eravamo ormai giunte davanti alla scuola quando ci mancò il coraggio necessario ad entrare, attraversare un corridoio ed entrare in palestra.
Io e Silvia continuavamo a guardarci. Facevamo passare lo sguardo dalla porta a noi stesse per poi ripete l’azione. Ed eravamo messe così da... beh, quasi cinque minuti. Sì, occasionalmente guardavo anche l’orologio, ma più per tic ossessivo compulsivo che per controllare da quanto tempo stessimo facendo le guardie svizzere dalla testa poco immobile.
E vestite in modo meno buffo, aggiungerei.
Povere guardie svizzere. Riguardo all’orologio poso soltanto aggiungere che quando lo tolgo finisco sempre per guardarmi il polso vuoto, sembrando un’inebetita. Più del solito, intendo.
Naturalmente il giorno prima non avevamo concluso nulla, limitandoci a sparare cavolate più grandi di noi. Almeno ci eravamo distratte, ok, ma ci eravamo scavate la fossa da sole, sostanzialmente.
Ci guardammo di nuovo, io guardai velocemente l’orologio, tornai a fissare la maknae, aprì e chiusi la bocca, non sapendo cosa dire. I pensieri mi scorrazzavano in testa senza prendere una forma di senso compiuto in modo da essere successivamente espressi. Silvia sospirò.
“Chiamiamo Junmyeon?” propose.
“Mi sembra la migliore, e unica, idea che abbiamo avuto fino ad adesso, quindi...” risposi. Ci fu ancora qualche istante di silenzio durante il quale noi studiammo ogni singolo particolare l’una delle pupille dell’altra.
“Chiami tu?”
“Perché?”
“Sei la sua biased”
“Non ce la posso fare”. Silvia sbuffò e prese il telefono e attese. Non appena si sentì la voce di Suho rispondere, la ragazza mise il vivavoce.
“LidaH oppa, siamo qui fuori” disse Silvia.
“Ehm... e allora entrate” rispose lui. Eh, non aveva tutti i torti effettivamente.
“Non troviamo l’ispirazione e la motivazione per farlo” risposi io. Lo sentii ridacchiare piano.
E poi: “Ok, vengo a prendervi” e mise giù.
Trentadue secondi dopo fece capolino dall’entrata della scuola e io realizzai che era stata un’idea di merda chiamare il proprio bias a farsi venire a prendere. Se prima non trovavo il coraggio di entrare, adesso ero fermamente convinta di voler girare i tacchi e scappare, arrivare nel mio letto e morire lì per disidratazione post pianto stile Fontana di Trevi. Invece rimasi ferma, immobile a fissare il leader degli EXO manco fosse un’apparizione celeste, tentando di reprimere quell’impulso nella mia testa che mi diceva ‘piangi, piangi’. Non eravamo a Roma. E anche se fosse stato, di Fontana di Trevi ce n’è già una, c’è il copyright.
Silvia mi batté due volte la mano su una spalla e iniziammo a muoverci come due automi lungo quei corridoi che conoscevamo benissimo, ma che attualmente non avevano proprio nulla di confortante.
 

Silvia P.O.V.

 
La palestra era stata sgomberata da tutto quell’ambaradam de roba che c’era due giorni prima. Al loro posto, quattordici sedie messe in cerchio, nove delle quali occupate. Suho prese posto in una decima e le altre quattro erano palesemente per noi. Ma io e Sara rimanemmo in piedi, congelate.
Ero riuscita a mantenere un certo contegno fino a quel momento, ma a quel punto era troppo anche per me.
Prima di qualsiasi nostra ipotetica reazione, il cellulare di Junmyeon suonò di nuovo. E dalla risposta che diede alla cornetta, una cosa del tipo: ‘Ma che, tutte e quattro vi siete dimenticate dov’è la palestra?’, dedussi che le nostre unnie erano arrivate e che erano messe male quanto noi a livello psicologico.
Attendemmo in silenzio che Myeon tornasse tra di noi, lasciando le altre due in piedi assieme alla sottoscritta e Sara, e si risedesse. E silenzio fu di nuovo.
“Avete intenzione di sedervi?” ci chiede dopo due minuti buoni Baekhyun, con un accenno di risata scarsamente convinta nella voce.
“Io resto volentieri qui” rispose Sabrina.
“Dove?” chiese allo stesso tempo Ayu.
“Sulle sedie” rispose Sehun, ignorando la sua biased che a sua volta non ci fece poi tanto caso.
Lo scambio di battute era palesemente idiota, ma potevo comprendere un pochino il disagio di Sara. I ragazzi non si erano disposti l’uno accanto all’altro lasciando le quattro sede vuote vicine. No, i nostri posti erano misti tra di loro.
Sospirando decisi di prendere in mano la situazione e anche la mano di Aura bisbigliandole all’orecchio di sedersi tra Yixing e Junmyeon. Io ero un po’ più in là, tra Jongin e Chen. Quest’ultimo era accanto a Baekhyun, che stava vicino a Yixing. Accanto a Jongin c’era invece un’altra sedia vuota, che io catalogai destinata a Seir, e poi c’erano Kyungsoo, Chanyeol, un’altra sedia vuota, Sehun, Zitao e Xiumin, che alla fine stava accanto a Junmyeon.
Un cerchio amoroso, insomma.
Tempo che le due unnie si sedessero ai rispettivi posti, facilmente identificabili per i bias, e Chanyeol attaccò a parlare, con la domanda più semplice e scontata del mondo, ma era già qualcosa.
“Come va?”.
Noi quattro ci guardammo come se ci avessero appena chiesto quanto è la radice quadrata di 209764.
“Abbastanza... credo” rispose Sara esitando.
“Siete un po’ confuse” affermò Chen.
“Siamo un po’ spiazzate. È la prima volta che ci ritroviamo ad affrontare una cosa del genere” risposi io.
Seguì un altro silenzio.
“Sembriamo ad una veglia funebre” borbottò Kyungsoo. Quasi tutti i presenti si lasciarono andare ad una breve risata. Risata la quale aveva un suono orrendo e falsissimo. Assomigliava più a un... oh. No, non parlo di Sehun.
Mi resi conto solo in quel momento che effettivamente c’erano delle persone con gli occhi lucidi. Tipo Ayu, Lay, Jongin e Baek. Anche se forse Sara stava sbadigliando.
Prima che la situazione degenerasse il leader prese la parola di nuovo. Come c’era da aspettarsi gli tremolava la voce. Rimane pur sempre il leader. “Allora... questa è l’ultima volta che ci vediamo, immagino. O comunque l’ultima volta che ci incontriamo qui”.
“Non potete iscrivervi a scuola?” chiese Sabrina di getto. Jongdae sollevò un sopracciglio.
“Noi a scuola ci siamo già stati” obbiettò sorridendo confuso.
“Rifate le superiori. Sono convinta che voi siate un po’ capre in fondo. Ripetere gli argomenti vi farebbe solo bene. Anzi, chiamate Kris. Così impara a dis... beh, perlomeno a tracciare delle forme con un senso almeno apparente” le tremolava il labbro inferiore e Sehun le patpattò una spalla a mo’ di incoraggiamento. Non ci crederete mai se vi dico che ha ancora quella mano.
“E Leo” aggiunsi io. I miei bias non sanno disegnare, lo abbiamo capito.
“Sì, anche lui” confermò Aura, che ormai si era spalmata addosso a Yixing e si faceva accarezzare.
“Ma Taekwoon non fa parte degli EXO” affermò Chanyeol intelligentemente. Più o meno.
“Lo sappiamo” borbottai io lanciando gli occhi al cielo. Seguì altro silenzio, e il leader, che era stato precedentemente interrotto, tanto per cambiare, dal nostro discorso senza un senso degno di tale nome apparente, si sentì autorizzato a continuare con il suo discorso.
“Ehm... sì... Ecco. Volevo solo dirvi che è stato un piacere lavorare con voi e che ci riguarderemo il programma e ci assicureremo che nessuno abbia da ridire, per quanto possiamo fare, ecco... sì, insomma. Grazie” concluse chinando il capo timidamente.
“Ma che cavolo ringraziate” rispose con tutta la grazia della quale era dotata Sara, quella grande.
“Quello che intende dire, immagino, è che per noi è stato un piacere” ri-interpretò Brina.
“Esatto. Un grosso piacere” aggiunse Seir.
“Un enorme piacere” annuì io con un sorriso.
“Shish” commentò Sara, che aveva ripreso una postura civile e si stava torturando le mani. Poi decise di degnarci di una frase con un senso compiuto. ”Ci mancherete” sospirò.
“Ma ci sentiremo” disse Tao sorridendo.
“Vi videochiamiamo!” ululò Baekhyun fracassando un timpano ai suoi vicini. Chen gli pestò un piede sibilando e l’altra squittì. Noi altri ridacchiamo. Grazie al cielo il suono era migliorato almeno un pochino.
“E poi abbiamo il gruppo” aggiunse Sehun annuendo.
“E voi sentirete parlare di noi. Come è successo da qualche anno a questa parte” ci strizzò l’occhio Jongin.
Vidi le due di Arti Figurative sorridere e annuire, mentre il leader si asciugava le lacrime di nascosto.
“Detto questo...” proclamò Kyungsoo alzandosi con un sorriso di quelli carini, e non da stupratore seriale che viene a trovarti nel mezzo della notte, iniziando poi a camminare verso lo spogliatoio seguito da Chen, Sehun e Yixing.
“Ma lo sanno che quello è lo spogliatoio femminile?” chiese innocentemente Sara in italiano, fissandoci. Io e Sara ci guardammo iniziando a ridere come delle cretine mentre Sabrina scrollava le spalle.
“Speriamo che nessuno abbia dimenticato un reggiseno al suo interno” rispose gaia.
“AAAH! OHMMIODYO, UNA QUARTA!” urlò Seir e ci mettemmo tutti a ridere, incuranti dei coreani e cinesi ce ci fissavano parecchio perplessi.
“Scusate... ragazze? Possiamo interrompervi dal... ehm... ridere a caso per qualcosa di molto italiano?” ci chiamò Yixing sventolando la mano a mo’ di ciao-ciao.
“HAHAHAHAHA MOLTO ITALIANO AHAHAHAAH”
“A quanto pare non hanno trovato alcun reggiseno”
Quando siamo sovragitate tendiamo a metterci a ridere tanto e a caso. Dopo qualche minuto ci calmammo, e tornammo ad osservare i quattro che erano appena tornati dalla migrazione da un punto della palestra all’altro. Solo che, rispetto a quando erano partiti per quella loro, uhm, piccola avventura,  stringevano una borsa di plastica per ciascuno in mano.
“Secondo voi vogliono soffocarci con quella?” sentii chiedere a Sara piccola.
“No, non credo. Perché dovrebbero?” rispose Sara l’altra.
“Infatti, se mai dovremmo essere noi a soffocare loro” conclusi io. Sentii Sabrina grugnire qualcosa, qualcosa che doveva essere una risata.
Poi si schiarì la voce e disse: “Ok, avete la nostra almeno parziale attenzione” e sorrise. Junmyeon sbuffò una risata mentre i quattro ragazzi in piedi si dividevano e si piazzavano ognuno davanti a una di noi. Chen, davanti a me, mi sorrise e mi allungò la borsa che teneva in mano. Io feci passare lo sguardo da lui alla borsa.
“Ci avete fatto un regalo?” domandai basita. Lui amplio il sorriso.
“Sì. È una bella borsa di plastica vero? Tranquille: tutto riciclato. Noi all’ambiente ci teniamo” rise. Io sbuffai.
“Sei un cretino” borbottai mentre, curiosa, afferravo la borsa e sbirciavo al suo interno. Spalancai la bocca.
“Oh Shisus che ci guardi dall’alto della groppa di un cavallo!” sentii esclamare Sabrina, coperta alla mia vista da Sehun.
“Ma questo è il vostro nuovo album!” aveva urlato Seir, probabilmente assordando Kyungsoo. Sbirciai in direzione di Ayu e la trovai a studiare con interesse il poster che era anche nella borsa. Come se avesse sentito il mio sguardo incrociò i miei occhi e sorridente mi sillabò ‘lo hanno autografato’.
Svelta pescai anche il mio poster ed effettivamente sì, lo avevano autografato tutti i dieci, nonostante Tao nella foto non c fosse. Effettivamente cantava in quasi tutte le canzoni dell’album però, quindi aveva ancora un mezzo senso.
C’era un ultima cosa sul fondo del sacchetto. Era un cappello, ma la cosa strana è che ci era scritto ‘Kris’. E, a giudicare dal motivo sul davanti, doveva risalire all’era di Overdose.
“È la cosa più recente che c’è e ti abbiamo preso questo perché, per ovvi motivi, gadget di Kris non ne venderanno più... e alle altre... beh, per fare uguale per tutte” mi spiegò Jongdae notando che fissavo il cappellino con un’aria a metà tra lo sconcertato e il viso di Gollum. Il mio tesssorooo.
Tornai a guardare l’album.
“Siete davvero dei cretini” mugolai con le lacrime agli occhi mentre mi appendevo al mio bias, quello stelloso. Lui si mise a ridere allegramente e io gli tirai un pugnetto sulla spalla.
Sabrina aveva fatto più o meno la mia stessa fine saltando praticamente in braccio a Chanyeol per tentare vagamente di abbracciarlo decentemente, con risultati abbastanza scarsi.
Sara era rimasta immobile a guardare il cappellino, naturalmente di Kai; a stento sbatteva le palpebre.
“Ho trovato Sehun!”. Tutti ci voltammo verso la maknae che aveva aperto l’album ed estratto la card. Poi fissò i presenti e: “Non so se mettermi a ridere o piangere”. E, nel dubbio, iniziò a fare entrambe le cose. Un po’ me lo aspettavo.
“Ora non si capisce se piange per non ridere, ride per non piangere, piange dal ridere o ride dal piangere” osservò Yixing e la sua biased annuì, sempre piegata in due dal ridere e con i lacrimoni che scendevano.
“Aigoo” commentò Junmyeon battendole delicatamente una mano su una spalla. Sabrina si era arresa e aveva iniziato a lacrimare pure lei, appesa al suo ultimate, e alleluia aggiungerei. Sara faceva l’uomo manly della situazione e si limitava a tirare su con il naso mentre Kyungsoo le accarezzava la schiena con aria da condoglianze. Io mi ero staccata da Chen solo perché ero curiosa di vedere chi avrei trovato come card.
Alla fine si rivelò essere Kyungsoo, Sabrina aveva Suho e Sara Xiumin. Le card non le scambiammo nemmeno, nonostante avremmo potuto farlo. Erano le nostre e ci eravamo già affezionate.
La giornata passò anche abbastanza in fretta: parlammo un altro po’, un po’ di pianti qui e là e un’ultima foto con loro.
“Questa la appendo alla parete” sentii dire a Sara.
“Assieme al poster” annuì io.
“Ovviamente” rispose.
Quando arrivò il momento dei saluti non c’era più verso di sciogliere i vari abbracci. Ci eravamo appesi ad ogni singolo membro e infine eravamo chiusi in un abbraccio di gruppo dove non si capiva bene chi stava abbracciando cosa, chi e soprattutto dove. Un macello.
Poi i ragazzi salirono sul van e partirono, lasciandoci lì sul marciapiede appena fuori dalla scuola, da sole. Ci stavamo tenendo le mani tutte e quattro, probabilmente per sollevarci il morale.
“Chi ha voglia di un gelato?” chiese Sabrina.
 

Il giorno dopo.
 

Ero distesa sul mio letto, a pensare. A chi non ve l dico nemmeno, sarebbe inutile.
Ayu mi aveva scritto chiedendomi come me la stavo passando, io avevo risposto che, appunto, ‘passerà’. Lei aveva scritto poi, sul gruppo grande dove c’eravamo tutte e quattro, più Valery, ‘si chiude una porta e si apre un portone’ e poi era sparita. Nessuno di noi aveva commentato quella sua uscita fino a quel momento.
Il cellulare vibrò di nuovo e pensai che fosse qualcun’altra a dire qualcosa a riguardo, o una delle mie amiche che mi chiedeva di andare a fare un giro al lago ad un orario meno improbabile della mezzanotte.
E invece era Line, sulla Chat di gruppo.
Era una foto inviata da Baekhyun dove si vedevano i tre della beagle line, Yixing e Sehun. Poi avevano fotografato anche a tradimento Kyungsoo, Suho e Xiumin e infine Kai e Tao. Erano già all'aereoporto, pronti a partire. Infine, il pezzo di bacon aveva scritto una piccola frase.
 
Baek – Ci mancano già le nostre yo-dongsaeng~ :’(
 
Io sorrisi e bloccai il cellulare.
‘Non dobbiamo fare altro che aspettare in nostro portone’.
 
 

Angolino nascosto nell’ombra:
 
E questo è l’ultimo capitolo.
Un ultimo capitolo molto lacrimoso direi ma immagino che più o meno tutte saremmo state tristi. Ah, sì, io nel dubbio mi metto a ridere e piangere in contemporanea. Credo che sia una cosa un po’ inquietante. O almeno, mi inquieto da sola.
Una volta le amiche di Slivia sono piombate in camera sua e l’hanno portata al lago. Quando me lo ha raccontato ho  riso per sempre.
Se qualcuno se lo fosse chiesto, la radice quadrata di 209764 è 458. Avevo una calcolatrice accanto e ho scritto un numero a caso abbastanza difficile da fare a mente.
Bene. Ci manca solo l’epilogo che sarà diviso in due perché ho da raccontare ancora due cose che riguarda le ragazze e i ragazzi.
E sarà abbastanza divertente.
Spero.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perdonate l’attesa, è stato piuttosto complicato da scrivere, in più sono andata in GMG e appena tornata (e resuscitata dal coma) sono subito andata con le ragazze della storia in una casupola sui monti a vivere con loro.
E a ridere per Siwon-cavallo, ma questa è un’altra storia.
Ok, basta, mi sembra di essere una cassetta per le storie da bambini.
XOXO ci vediamo all’epilogo (che spero arrivi entro  tre anni lol)
 
Aura_
 

PS: Mi sono dimenticata d scriverlo nel capitolo scorso e adesso è davvero tardi, ma... Lis, è stato un piacere incontrarti al concerto dei B.A.P. a Milano <3
  
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