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Autore: chiara_2002    13/08/2016    1 recensioni
Harry non conosceva i suoi genitori. Per niente. Sapeva i loro nomi e a malapena la loro data di nascita. Ma del resto assolutamente niente.
Quale era stata la loro reazione nel vedere per la prima volta la lettera da Hogwarts? Il Cappello Parlante aveva avuto ripensamenti? Come erano i loro voti? Come si chiamavano i loro professori? Come erano finiti insieme dopo essersi odiati per sei anni? Quando si erano sposati? Dove? Perché avevano deciso di avere un figlio? Perché avevano deciso di chiamarlo proprio Harry?
E lui aveva intenzione di scoprirlo. In un modo o nell'altro, lo avrebbe fatto.
Un attimo... UN DIARIO?!
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Tramite un diario trovato a casa Potter e alla furbizia della madre, Harry scoprirà e rivivrà la vita dei suoi genitori , James e Lily, dal punto di vista dei ricordi di Lily.
Vi piace? Fatemelo sapere!!
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il trio protagonista, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Chapter fourteen

Thanks for meeting me

 

1 settembre 1971

Era finalmente arrivato il momento in cui avrebbe lasciato casa sua per ben nove mesi, sperando che al suo ritorno la situazione sarebbe stata migliore. Che magari i suoi genitori si sarebbero abituati della sua mancanza e avrebbero potuto riallacciare il rapporto con sua sorella che durante quei mesi si era affievolito sempre più, così da farle capire che, con o senza poteri, era sempre la solita Lily. Sua sorella Lily.

Non aveva voluto accompagnarla alla stazione. Si erano già salutate.
Lily era già fuori casa e Petunia sull’uscio della porta color mattone. Era successo tutto molto brevemente: Lily che sussurrava alla sorella ‘Ci vediamo, Tunia’ e lei che ricambiava il saluto sbattendole la porta in faccia.

Mentre la macchina degli Evans sfrecciava lungo le strade di campagna, Lily, con la testa poggiata sul finestrino, pensava.

Non riusciva a capire quello che provava: se rabbia o felicità, se ansia o entusiasmo, se paura o tranquillità. Forse tutti assieme. Era felice perché stava andando ad Hogwarts, una scuola dove si studiava magia e, andiamo, a chi non piacerebbe? Ma era arrabbiata perché sua sorella non aveva avuto questa opportunità. Era ansiosa perché non conosceva nessuno, non aveva mai praticato magia, non ne sapeva nemmeno l’esistenza due mesi prima! Ma era entusiasta perché avrebbe iniziato una nuova vita. Aveva paura di non farcela, lasciarsi sopraffare da tutto quel miscuglio di sentimenti e da quegli stupidi bulletti purosangue che ovviamente la avrebbero presa in giro per le sue origini. Ma era tranquilla perché era sicura che, in un modo o nell’altro, rabbia, felicità, ansia, entusiasmo e paura a parte, ce l’avrebbe fatta.

In men che non si dica, erano arrivati a Londra. Quella Londra trafficata e piena di persone che Lily tanto amava. Un automobilista alla sua destra urlò qualcosa di non molto carino alla macchina di fronte.

Traffico a parte, erano arrivati alla stazione di King’s Cross. Lily cercò di richiamare alla mente quello che Hagrid le aveva detto di fare per raggiungere il treno, dividendo il tutto in punti:

  1. Arrivare a King’s Cross. Fatto.
  2. Scaricare i propri bagagli su un carrello.
  3. Controllare che i babbani non ti stiano guardando (“Ma tanto quelli non ci vedono niente, sono troppo stupidi e indaffarati”, aveva aggiunto).
  4. Correre velocemente tra il binario nove e dieci per raggiungere l’Hogwart Express.

In effetti non serviva una lista, ma a Lily veniva spontaneo programmare e listare tutto quello che faceva.

Con l’aiuto di suo padre scaricò i bagagli.

“Lily, devi sbrigarti, sono le 10:54! Farai ritardo!” disse sua madre.

Il ritardo non scorreva proprio nel sangue Evans, ma purtroppo il traffico di Londra non è mai prevedibile.

“Sì, mamma. Allora, ci vediamo a Natale. Nel frattempo ci sentiamo per posta. Ricordate, se volete inviarmi qualcosa ci sarà un gufo che passerà a casa tutte le mattine. E…” iniziò Lily.

“Lo sappiamo, tesoro, ma così perderai il treno. Dai, su, vieni qui” disse il signor Evans. Lily si avvicinò ai genitori e si strinsero in un abbraccio di gruppo.

“Vi voglio bene” disse Lily per l’ultima volta.

“Anche noi te ne vogliamo” rispose la mamma.

Lily così si girò verso il muro, con il carrellino fra le mani e l’orologio che ticchettava le 10:56. Fece un bel respiro, col sangue che bolliva e corse verso il muro.

Il brusio delle persone che chiedevano indicazioni, il rumore e lo sfregamento tra le rotaie e le ruote dei treni che partivano, le urla dei bambini scomparvero completamente per un paio di secondi, per poi essere sostituiti da un chiacchiericcio allegro e rumoroso, ragazzi dagli 11 e i 17 anni che scorrazzavano di qua e di là per salutare parenti e fare le ultime cose. Poi sul binario c’era il treno: rosso, lucente e pronto a partire. Lily si riprese dallo stupore e iniziò a farsi strada fra la gente per entrare nel treno. L’orologio segnava le 10:59 e tutti stavano salendo sull’Espresso, cosa che non rendeva la missione semplice. Però, inspiegabilmente, Lily riuscì a salire sul treno poco prima che le porte si chiudessero dietro di lei.

Con un sospiro di sollievo iniziò a girovagare nel treno alla ricerca di una cabina vuota. Circa nella metà del treno ne trovò una con due ragazzi dentro: uno con i capelli neri arruffati e gli occhi noce scuro coperti da un paio di occhiali rotondi, l’altro con i capelli castani che arrivavano alle spalle e un paio di occhi dorati. Lily entrò timidamente nello scompartimento.

“Posso sedermi con voi?” chiese debolmente.

I ragazzi smisero immediatamente di parlare e si voltarono verso la ragazza.

“Certo – disse quello occhialuto – io sono James Potter, piacere” poi le strinse la mano.

“Lily Evans”

“Evans? Mai sentito. Da quale zona del Regno Unito provieni? Ah, comunque io sono Sirius Black” disse l’altro ragazzo.

“Uhm… sud-est. E’ un cognome molto comune…” disse Lily.

“Ah si? Non conosco nessun mago o strega con questo cognome” disse Sirius pensieroso.

“Ehm, ecco… non ne conosci nessuno perché credo di essere l’unica strega con questo cognome. Sono una Nata Babbana” spiegò Lily.

“Oh, ecco perché. Nessun problema, a noi non piacciono i purosangue” disse Sirius a sua volte.

“Sirius, vedi che noi siamo purosangue” precisò James.

“Oh, giusto. Allora non ci piacciono i Purosangue antipatici” si corresse l’altro.

Lily sorrise debolmente mentre cercava di poggiare il baule sullo scomparto sopra i sedili, ma, nonostante fosse in punta di piedi, non ci arrivava.

I ragazzi dietro di lei stavano guardando un pelino troppo in basso. James all’improvviso ritornò sulla Terra e volse lo sguardo per terra, per poi alzarsi.

“Aspetta, lascia fare a me” si offrì James.

“Ce la faccio da sola, non ti preoccupare” rispose Lily.

“Ce la farai solamente con un paio di trampoli, Lily, e in questo momento non sono disponibili” ribatté James.

“Ho detto che ce la faccio da sola” continuò Lily, ma subito dopo James le sfilò il baule dalle mani e lo mise nello scomparto, chiudendo lo sportello,poi si girò verso Lily e alzò un sopracciglio.

“Dicevi?” chiese.

“Dicevo che lo avrei fatto da sola se tu non ti fossi intromesso” rispose lei.

James a quel punto fece comparire un ghigno misto ad un sorrisino perverso sul suo viso e disse: “Acida la ragazza, mi piace”, per poi tornarsi a sedere affianco a Sirius, che aveva guardato tutta la scena con un sorrisetto strano.

Lily alzò gli occhi al cielo, mezza divertita e mezza spazientita, per poi sedersi di fronte i ragazzi, i quali stavano parlando di Quidditch. A quanto ne sapeva Lily, quello era lo sport dei maghi, ma niente di più.

Appoggiò la testa sul finestrino e chiuse gli occhi, pensando.

Pensando al fatto che aveva lasciato casa, i suoi genitori e sua sorella, ai nuovi amici che si era fatta, a sua sorella, al fatto che c’era Miss Purr che miagolava, a sua sorella, a quanto tempo doveva passare prima di mangiare, a sua sorella.

Oh, anche a sua sorella.

Qualche giorno prima Lily aveva ricevuto una lettera da Hogwarts e, insieme a Piton, la aveva aperta e aveva scoperto che non era indirizzata a lei, ma a sua sorella. Era una lettera del preside Silente che, gentilmente, ringraziava Petunia per la lettera ma non poteva andare ad Hogwarts con la sorella, dato che non aveva poteri magici.

Il giorno dopo Petunia aveva trovato la lettera aperta e subito si era scagliata contro di Lily, dicendole di non intromettersi nei suo affari.

Lily ci rimase tanto male che anche lei inviò una lettera a Silente per chiedere di ammettere Petunia, ma la risposta era sempre uguale.

Senza che se ne fosse accorta, Lily era scoppiata in un pianto silenzioso, appannando il vetro. Fu quello il momento in cui Piton aprì la porta il quale, dopo aver litigato con i ragazzi, lasciò lo scompartimento, accompagnato da Lily.

“Lasciali stare, sono solo degli stupidi” Lily consolò l’amico.

“Non sono stupidi, sono solo Grifondoro. Tutti i Grifondoro sono stupidi” rispose quello.

“Non è vero, Silente era Grifondoro e non è per niente stupido” obbiettò Lily.

“Certo, ma prima i tempi erano diversi. Prima i Grifondoro erano quelli coraggiosi, i Serpeverde erano quelli furbi, i Tassorosso quelli leali e i Corvonero quelli intelligenti. Dopo Tu-Sai-Chi i Grifondoro sono gli eroi della situazione, ma in realtà sono solo dei palloni gonfiati, i Serpeverde sono i cattivi, i Tassorosso gli stupidi e i Corvonero gli intelligenti. Beh, in realtà Corvonero non è cambiata più di tanto, ma quelli lì sono sempre silenziosi, con il naso nei libri e pronti a correggere i verbi di ogni tua frase” disse Piton.

“Aspetta, ma cos’è Tu-Sai-Chi?” chiese Lily.

“Uhm… non è qualcosa, ma qualcuno. E’ una persona che una quindicina di anni fa era in Serpeverde e adesso commette omicidi ovunque, catturando gente nella sua cerchia. Ma ti assicuro che non tutti i Serpeverde sono così”

“E non ha un nome questa persona?”

“In realtà sì, ma nessuno lo pronuncia per paura di essere ucciso”

“La paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa”

“Wow, Lily, se non sei una Serpeverde sarai ovviamente una Corvonero” disse Piton, facendo ridere Lily.

Dopo aver camminato un po’ alla ricerca di uno scompartimento vuoto e aver constatato che non ce n’erano, Piton offrì a Lily di unirsi a lui e ad alcuni figli di amici di sua madre. Lily rifiutò gentilmente l’offerta, dicendo che si sarebbe sentita in imbarazzo con dei ragazzi più grandi di lei.

Ed eccola di nuovo a girovagare per il treno. Pensò che aveva lasciato Miss Purr e il suo baule nello scompartimento di James e Sirius, quindi tornò in dietro per recuperare almeno la sua gatta.

Al suo ritorno lo scompartimento si era popolato. Al suo interno non c’erano solo James e Sirius, ma anche un altro ragazzo con una brutta cicatrice sulla faccia, una ragazza con dei morbidi ricci scuri e un paio di occhi verdi e infine un'altra ragazza molto carina e apparentemente timida con un visino da elfo, dei profondi occhi marroni e i capelli marroni a caschetto.

“Rossa, sei tornata, finalmente! Mi mancava un po’ di colore in tutta questa monotonia” esclamò James. Più Lily ci passava il tempo insieme, più gli stava meno simpatico.

“Sono venuta solo a prendere la mia gatta” disse Lily.

“Finalmente! Non ha fatto altro che piangere!” esclamò Sirius.

“Lasciali stare, sono solo degli stupidi. Resta qui, non ci sono più posti liberi nel treno – disse la ricciolina – comunque io sono Marlene McKinnon, ma tu puoi chiamarmi Mar” disse quella stringendo la mano a Lily, che si presentò. Stessa cosa fece con il ragazzo con la cicatrice, che si chiamava Remus Lupin e la ragazza con la faccia da elfo che si chiamava Alice Prewett.

Rimasero a chiacchierare per tutto il resto del viaggio, raccontandosi un po’ di tutto sulle loro vite. Poi la voce del macchinista, magicamente ampliata, annunciò che tra dieci minuti sarebbero arrivati ad Hogwarts.

 

ANGOLO AUTRICE

Wah, che bello tornare a scrivere. Comunque sì, questo capitolo è più lungo del solito e lo sarebbe stato di più se io non avessi voluto diverlo in due parti.

In ogni caso, questo è una specie di "capitolo extra", perchè non è un ricordo del diario, ma è solo il primo giorno ad Hogwarts di Lily Evans secondo quella pazza che in questo momento sta scrivendo.

L'unico problema è che ci sono alcune parti che zia Row aveva già scritto riguardo al primo giorno di Lily a Hogwarts come per esempio quando Piton, Sirius e James litigano sullo scompartimento, che non ho appunto descritto perchè dovrese ricordarvene e poi sarei stata ripetittiva. Ho anche cambiato una cosettina, ma non me la ricordavo e in fondo non è poi così tanto importante (vediamo chi  la ha notata hihi).

Voi dovete sapere che questo capitolo lo ho postato ieri. Oggi vado per vedere se qualcuno mi aveva cagata e puff non c'era nessun capitolo. Non avevo finito di postarlo. Mi sento una completa demente.

Vabbe.

COOOmunque qualche giorno fa mi è arrivato The Cursed Child in inglese e lo sto leggendo. ADORO.

La trama è super complicata e diciamo che zia Row ha unito alcune idee dei fan e vi lascio immaginare che cosa ne è venuto fuori. UNA BOMBA.

Sono più o meno a metà, ma lo sto leggendo lentissimissimisimamente perchè non voglio che finisca, aiut.

Detto questo mi dileguo e aspetto i vostri commentini.

Baci, Chiara♥

PS: avevo in mente di fare una specie di cast per questa storia, voi che ne pensate? 

   
 
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