Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: DollDolores    14/08/2016    2 recensioni
[..]-Padroncino,- bisbigliò – è assai sconveniente giudicare un libro dalla copertina. È da quando siamo giunti quì che tra il tanfo di pesce e sudore sento un profumo molto allettante. Non mi stupisco che lei non lo percepisca, ma le assicuro che in giro c’è un anima molto appetitosa, e senza dubbio sarebbe il soggetto più indicato per servirvi. Si fida di me?-.
Ciel chiuse gli ochi con fare rassegnato, sbuffò e decretò. -E sia.-.[..]
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Snake, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Nell’abitacolo della carrozza regnava il silenzio più totale, il Conte scrutava Andrej, che sembrava ancora più esile accostato alla figura imponente del maggiordomo. Il ragazzino guardava apparentemente interessato il paesaggio, che pian piano si trasformava, e che da strade lastricate e villette a schiera passava gradualmente a campi accuratamente coltivati e boschi. Ciel notò che anche Sebastian osservava quello strano personaggio con interesse. Quel silenzio però era snervante.
-Dimmi, hai mai lavorato all’interno di una Residenza?-. Chiese il conte.
-No, Signore.-. rispose Andrej senza staccare gli occhi dal finestrino.
-Guardami negli occhi quando ti parlo.-. Disse con una punta di prepotenza Ciel.- E togliti quel cappello.-.
Andrej girò immediatamente la testa in direzione del conte, visibilmente scosso. -Se mi permette, preferirei di no. Ecco io non…-.
-Toglilo, è un ordine!-. Alzò la voce Ciel.
-...io ho I pidocchi! E ehm, e le pulci! Ecco, non vorrei che togliendomi il cappello quei parassiti, insomma, decidessero di spostarsi sulla vostra testa.- Il Conte fece un’espressione disgustata.
-E sia. Sebastian, appena Adrej metterà piede in casa mia, esigo che venga lavato da capo a piedi, e che pulci e pidocchi siano eliminati.-.
-Yes, My Lord.-.



Quando in lontananza si cominciava a intravedere l’enorme cancello e la recinzione che delimitava l’area della Residenza, Andrej cominciò a essere visibilmente inquieto. Per non parlare di quando scesero dalla carrozza, si mordeva il labbro inferiore ripetutamente e appoggiava la punta del piede sinistro a terra, facendo ruotare mollemente la caviglia.
-Bene,- esordì Ciel – Sebastian, sai cosa devi fare. Io penso a informare il resto dei miei servitori. Esigo che in un’ora al massimo sia pulito e che quest’insopportabile odore di alghe e pesce sia solo un ricordo spiacevole.-. detto questo, girò I tacchi e si incamminò per I corridoi. Sebastian fece un gran sorriso. -Allora Andrej, pare che il tempo scarseggi, saresti così gentile da seguirmi?-.
In pochi attimi arrivarono agli alloggi della servitù, il Maggiordomo mostrò al ragazzino la sua nuova camera, una stanza completamente anonima, dotata di un letto, una scrivania, una sedia e un armadio, tutti arredi semplici in legno, dopodichè chiese la pazienza di aspettare pochi attimi in modo che potesse preparare il bagno e recuperare dei vestiti puliti. Appena Sebastian uscì dalla stanza, Andrej imprecò. Parlava tra sè e sè, si malediva e malediceva il mondo.
-Lo sapevo. Questo è un bel guaio. E ora? Posso fuggire. Ma poi? Di nuovo a scaricare casse al Porto freddo e puzzolente di Londra. E se rimanessi qui? Forse non sarei più in pericolo. Ma Sicuramente se mi scoprono non mi faranno restare.-. Cominciò a camminare avanti e indietro, poi improvvisamente si accostò accanto al letto, e sentì il buon odore di pulito e di sapone che emanavano le lenzuola bianche, e poi guardò il suo cappotto enorme, sformato, stracciato e oltremodo maleodorante.
-Potrei. Potrei rimanere qui. Smettere finalmente di scappare, avere un tetto sopra la testa…-.
In quel momento rientrò Sebastian. Si era tolto la giacca, aveva le maniche della camicia arrotolate, sottobraccio teneva dei vestiti, e nella mano stringeva una saponetta.
-Bene, Andrej. Andiamo?-.
-Ehmm..se mi indichi dove devo recarmi, posso andare anche da solo, insomma ecco…-.
-Perdonami, ma non ho tempo da perdere.-. Lo zittì sorridendo il Maggiordomo, e prendendolo per un braccio lo trascinò in bagno.
-Allora, Finnian è stato così gentile da prestarti qualche abito, adesso pensiamo a lavarti e a toglierti pidocchi e pulci.-.
-Si, faccio da solo!- disse ad alta voce Andrej.
-No, non se ne parla.- sorrise Sebastian.
Con un rapido movimento, tolse berretto e giacca insieme.
-Ohi Ohi Ohi,- esclamò – temo che I vestiti di Mey Rin sarebbero più appropriati per te.-




Il Conte stava cominciando a spazientirsi, picchiettava nervosamente le dita sulla scrivania, aveva finito di sistemare le scartoffie, la servitù era stata avvisata dell’arrivo di un nuovo membro, e ora stava aspettando che Sebastian finisse di adempire il suo compito. Finalmente sentì bussare alla porta. -Bocchan,- disse il Maggiordomo facendo capolino – temo ci sia stato un piccolo malinteso con il nostro giovane “Andrej”.-.
-Sebastian, non ho tempo per pensare a malintesi, sbrigatela da solo. Dov’è lui?-.
-Ecco, io stavo parlando appunto..-
-Sebastian. Dov’è Andrej?-.
Lo interruppe Ciel furioso. Il Maggiordomo spalancò le ante della porta, scoprendo la figura accanto a lui. -Mi state prendendo in giro?!-.
   
 
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