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Autore: Goten    27/04/2009    31 recensioni
I miei sensi si allertarono improvvisamente.
<< Che cosa è questo odore?! >> Esclamai voltandomi verso i miei fratelli, mentre un lampo illuminava a giorno l'intera radura.
Tutti quanti stavano annusando l'aria, vedevo chiaramente nei loro pensieri lo stupore per quello strano aroma. L'odore arrivava da li, ma di chi era quella sciarpa?
<< Un'umana è stata qui?! >> Sibilò a bassissima voce Rosalie, stupita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mamma mia quanti commenti!! E quanti preferiti!! *_* Sono euforica al massimo!! Io credo che grazie non sia sufficiente per dimostrarvi quanto mi sento felice!! ^__^

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Capitolo 3


Per tutto il resto del giorno, rimasi chiuso in camera mia. Stavo ancora assimilando la sensazione di shock che Bella mi aveva causato con il suo gesto.

Perché mi aveva dato la sua sciarpa, dicendo che era mia?

Presi un profondo respiro, il mio naso era immerso in quella stoffa intrisa del suo profumo. Non riuscivo a farne a meno. Sembravo un drogato!

Ridacchiai amaramente. Drogato dal profumo di una umana, che cosa avvilente...

Fuori, il tempo stava cambiando, il sole stava sorgendo, ma le nuvole, come aveva predetto Alice, si stavano spartendo il cielo, prima che fossero scoccate le otto, il classico tempo uggioso di Forks avrebbe preso il sopravvento.

<< Cosa vuoi? >> Domandai a mia sorella, che da qualche secondo mi fissava sulla porta della mia camera.

<< Ho visto che non ci sarai a scuola stamattina. >> La sua voce, pareva un coro di campanellini.

Effettivamente, l'idea mi aveva sfiorato. Se la sua visione non mi vedeva a scuola, allora voleva dire che avevo già deciso.

<< E' per Bella che rimani? >> Sentivo il dubbio nella sua voce, quindi la sua visione non era netta, avevo ancora la possibilità di scegliere.

<< Forse... >> Non era vero. La risposta, la sapevo molto più decisa. Certo che rimanevo per Bella. Mi incuriosiva. Non riuscivo a leggere nella sua mente, il suo odore mi irritava e mi attraeva nello stesso momento.

Non avvertii Alice tendersi, ma vidi nella sua mente la visione sfuocata di me che immobile fissavo Bella. Quindi non le avrei fatto del male... ed in quel momento, la visione divenne nitida.

Un pezzo di futuro era stato deciso.

<< Informerò io gli altri. >> Disse solamente allontanandosi.

Li osservai uscire e osservarmi dai finestrini della Volvo, mio padre era già all'ospedale a coprire il suo turno di medico e mia madre, attendeva con ansia l'arrivo della nostra ospite.

Ti prego, Edward. Cerca di non farle del male...

<< Non ne ho intenzione... >> Sussurrai dalla mia stanza, sapendo comunque che lei mi avrebbe sentito.

Puntuale come un orologio svizzero, l'ispettore Swan lasciò Bella davanti alla porta di casa, Esme era già li con un sorriso sfavillante.

<< Vieni, ho preparato dei biscotti e del latte caldo. >> Le aprì la porta e attese il suo ingresso.

Io la guardavo dalle scale, fermo, immobile.

Bella si muoveva tranquilla, con grazia. I suoi movimenti non erano impacciati come la sera precedente. << Sento un profumino di cioccolata. >> Sorrise, probabilmente pregustando i biscotti di mia madre.

Decisi di rimanere li, la scrutavo comunque tramite i pensieri di Esme. Sembravano due amiche, un classico quadretto amorevole.

<< Oggi pensavo di sistemare il giardino. >> Cominciò a dire mia madre.

<< Bello. Io mi sono portata un libro da leggere. >> Allungò la mano sul tavolo, afferrò decisa la sua borsa ed estrasse un piccolo volumetto.

<< Che cosa è? >> La curiosità di Esme rispecchiava anche la mia.

Come poteva leggere se era cieca?

Bella le sorrise. << E' il mio romanzo preferito. Ho faticato per trovarlo adatto a me. Ma ci sono riuscita. Charlie, mi ha aiutato parecchio per averlo. >> Lo aprì e lo mostrò a mia madre. Era tutto scritto in Braille. Il libro, non conteneva nessuna parola scritta, solo una fila di puntini che posizionati in diversi modi, creavano le parole, solo Bella avrebbe potuto vedere con le sue dita. << E' cime tempestose. >> Finì sorridente.

Esme la guardò triste ma con amore. << Ti piace? >>

<< Oh, moltissimo. >> Sorseggiò ancora un po di latte.

<< Quindi oggi non mi delizierai con il pianoforte? >> Domandò speranzosa.

In quel momento, mi tesi, cosa avrebbe risposto Bella? Per lei, io ero ufficialmente a scuola, avrebbe potuto usare tranquillamente il mio prezioso piano.

Nonostante i suoi occhi rimanessero chiusi, le sue sopracciglia si arcuarono. << No. Non sarebbe giusto nei confronti di Edward. >>

Rimasi piacevolmente colpito.

Esme sospirò. << Capisco. Oltre a Cime tempestose, cos'altro ti piace? >> Cambiò argomento.

La tazza di Bella era ormai vuota. << Oh, mi piacciono i romanzi della Austen e Romeo e Giulietta. >> Le sue guance divennero rosa.

<< Sei un tipo romantico. >> Sorrise Esme.

Dai suoi pensieri, sentivo e vedevo quanto Isabella le piacesse. La trovava adorabile, la considerava forte e dolce.

Il sorriso imbarazzato di Bella mi fece sorridere anche a me di riflesso. << Si... bé. L'unica volta che ho sentito qualcuno leggere quei romanzi, è stato quando andavo a scuola... >> Finì con voce bassa.

<< Perché? >> Mia madre era sinceramente curiosa, quasi al pari delle mie sorelle. Ma in quel momento, l'avrei ringraziata, stava scoprendo Isabella per me. Anche se non ne era consapevole...

<< I libri in Braille, non sono molto facili da trovare... e quindi, devo sempre aspettare che qualcuno legga per me. >> Passò qualche secondo di imbarazzo. << Charlie non ama leggere questo tipo di romanzi. >> Sorrise mesta.

Ripensai a quei romanzi che giacevano in camera mia, forse, Alice o Rosalie, avrebbero potuto leggerli per lei. Mi riscossi, che diavolo stavo pensando!?

Avvertii il suono della sedia di Bella e poi, le vidi entrambe arrivare in salotto. Esme mi stava osservando, mentre aiutava Isabella a sedersi su una delle poltroncine della sala.

<< Sei sicura di non voler venire fuori? >> Le chiese dolce.

Bella le sorrise. << No, starò benissimo, non ti preoccupare. >>

<< Se ti serve qualcosa, qualunque cosa, chiamami, io arriverò subito. >> Era una mamma veramente premurosa. Mi lanciò uno sguardo di avvertimento, io annuii.

Sapevo bene che non avrei dovuto farmi sentire da lei e avevo promesso di non terrorizzarla più.

Mia madre uscì in guardino, armata di paletta e rastrello, aveva intenzione di sistemare tutto il giardino dietro la casa.

Io mi spostai veloce in mezzo alla stanza, ero di fronte a lei.

Credeva di essere da sola, non sapeva che il predatore più pericoloso al mondo la stava osservando e studiando. Lei, piccola indifesa creatura, si comportava normalmente.

Le sue dita si muovevano su quei puntini in rilievo, creando nella sua mente le parole del romanzo. Erano passati parecchi minuti, forse ore, lei, vicino alla finestra seduta sulla poltroncina bianca con il suo libro in mano, io, immobile in mezzo alla sala. Non c'era nessuno sforzo per me, la mia natura mi permetteva l'immobilità senza alcun problema.

Per un attimo, volli provare a sentire il suo profumo. Era una follia, avrei potuto perdere il controllo in qualunque momento, ma avevo un estremo bisogno di sentirlo di nuovo.

Lasciai che piccole dosi di aria entrassero nei miei polmoni. L'effetto fu devastante! Era meglio di come lo ricordassi! Più buono, più floreale, rinfrescante!

<< Miele, lillà e sole... >> Mormorò piano, facendomi tornare alla realtà.

Corrugai le sopracciglia, che stava dicendo? Non mi pareva che nel romanzo ci fosse questa frase.

Rimasi ancora li, fermo e in silenzio.

Diversi rumori facevano da sottofondo, la sua mano aveva smesso di muoversi, era ferma. Cosa stava facendo? Sembrava... concentrata.

Avrei tanto voluto chiederglielo, ma potevo evitare di spaventarla? Forse, con un po di gentilezza... Sapevo di certo che non le avrei mai fatto del male. Presi un bel respiro profondo, socchiusi le labbra... e rimasi immobile. I pensieri dei miei fratelli mi arrivarono chiari e limpidi, stavano rientrando! Maledizione! Proprio adesso che mi ero deciso!

Mi bastò un secondo per scegliere. Con la mia velocità di vampiro, arrivai davanti a Bella. << Scusami. >> Sussurrai e la presi in braccio portandola su nella mia stanza, era rigida fra le mie braccia, il suo cuore sembrava impazzito.

L'adagiai rapido sul divano in pelle, mi voltai verso la porta e la chiusi a chiave, come se ce ne fosse stato bisogno.

Tornai a guardarla, tremava, le mani strette l'una nell'altra, gli occhi sempre chiusi. Sul volto un cipiglio di paura.

<< Non avere paura. >> Scandii piano, avvicinandomi.

Lei indietreggiò, sembrava volesse nascondersi nello schienale del divano. << E.. Edward... >> La sua voce era bassa e faticava ad uscire.

La stavo terrorizzando. Mi diedi del cretino, stavo facendo esattamente quello che non dovevo fare.

<< Bella, ti prego, non voglio farti del male. >> Cercavo di essere suadente, ma sembrava che la mia voce non avesse effetto su di lei.

Il suo viso, seguiva il suono della mia voce. Ero affascinato dal suo modo di fare.

<< Cosa... >> Deglutì. << Cosa vuoi? >>

Ottima domanda. Cosa diavolo volevo? Mi sedetti vicino a lei, istintivamente arretrò verso l'altro lato.

<< Mi dispiace... non volevo spaventarti. >> Ammisi con amarezza.

Il suo battito era ancora veloce, ma nonostante questo, Bella non aveva urlato, non aveva chiesto aiuto. Forse aveva troppa paura...

Qualcuno abbassò ripetutamente la maniglia della mia porta. << Edward! Bella! Siete li? >> La voce di mia madre era intrisa di ansia.

Sospirai amareggiato, possibile che non riuscissi a fare nulla di buono per evitare di spaventare questa umana?

<< Si, Esme. Siamo qui. >> Per quanto forzata, la voce di Bella mi sorprese. Non aveva quella nota di panico che mi sarei aspettato.

<< Bella! Va tutto bene? >>

Mi alzai dal divano e con uno scatto veloce aprii la porta, rivelando dietro di essa, mia madre e i miei fratelli al completo. Entrarono tutti, preoccupati per la sorte della piccola umana.

<< Bella. Stai bene?! >> Esclamò Rosalie, prendendo le sue mani nelle proprie.

Isabella, sorrise a tutti in maniera rassicurante. << Sto bene, ero qui con Edward stavamo parlando. >>

Lo sguardo di tutti fu su di me. << E' vero. >> Confermai candido come la neve.

Alice era scettica, lei sapeva, lei aveva visto... << E di cosa parlavate? >>

<< Di colori. >> Sorrise ancora Bella. << Edward ha detto che mi insegnerà a distinguere i colori. >> Le sue guance si pitturarono di rosso.

Io avrei fatto cosa?! << Si, giusto. Anzi, potremmo cominciare subito. >> Proposi.

Bella si alzò sotto gli occhi della mia famiglia, con passo malfermo tentò di raggiungermi, allungò le mani in avanti e io, come era successo il giorno prima, mi sporsi e le presi.

Di nuovo fui avvolto da quelle sensazioni incredibili.

   
 
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