Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Pacci    27/04/2009    5 recensioni
(pairing SiriusXHermione) Silente offre una seconda possibilità a Sirius dopo averlo riportato indietro dal velo.La sua nuova vita la condurrà in un nuovo mondo, in un mondo dove Sirus Black non è mai esistito.L'amore che Sirius Black prova nel vecchio mondo, lo troverà anche lì?
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Sirius Black
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un nuovo inizio.

 

 

Sirius si massaggiò la testa e si mise a sedere. Sentiva un pulsare sordo e sapeva che, se si fosse alzato, sarebbe caduto all’istante.

“Ahi!” esclamò quando una fitta gli attraversò il cervello.

Si guardò intorno curioso e si chiese come fosse arrivato lì. Non ricordava niente e si accorse che in una mano stringeva una vecchia sacca nera e nell’altra una bacchetta. Le guardò attentamente per poi lanciarle via. Chi era lui? Sapevo solo come si chiamava.

Delle persone che camminavano intorno, lo fissarono e le sue guancie s’imporporarono.

Tentò di alzarsi per poi ricadere immediatamente. Sbuffò e, fu in quel momento, che un’ombra enorme lo sovrastò. Alzò lo sguardo con aria di sfida e rimase senza parole quando l’essere più grosso che avesse mai visto piombò davanti a lui.

“Ehi, tu! Stai bene?” e con le sue enormi mani lo aiutò ad alzarsi.

“Ehm, sì. Credo di sì.” Rispose Sirius ma appena il gigante lo lasciò, barcollò pericolosamente.

“No che non stai bene!”

Sirius gli rivolse un sorriso e si appoggiò a lui, mentre il gigante raccoglieva le sue cose.

“Vieni! Ti porto al Paiolo Magico. Tom ti darà qualcosa da bere e pure a me.”.

S’incamminarono e la gente si premeva ai lati per farli passare. Sirius osservava attentamente, non era mai stato lì e la curiosità lo divorava.

“Dove siamo qui?”

Il gigante si fermò di botto e andò a sbattere contro di lui, cadendo pesantemente.

“Come non sai, dove siamo? Ma dove sei vissuto? Qua siamo a Diagon Alley!”

“Diag… Che?” fece Sirius alzandosi.

“Per i gargoyle galoppanti. Non ci sei mai stato?”

“A dire il vero, non me lo ricordo…” ammise Sirius fissandolo negli occhi.

“Non te lo ricordi?”

“No, non me lo ricordo!” ripeté infastidito.

“Sai come ti chiami?”

“Sirius Black!” rispose subito e vide il gigante sospirare dal sollievo.

“Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts e insegnante di Cura delle Creature Magiche. Piacere! Ma chiamami Hagrid.”

“Piacere Hagrid!” e tese la mano. Hagrid sorrise e la strinse, compreso il braccio.

“Hogwarts è la scuola per maghi, vero?” domandò Sirius dubbioso e si spaventò quando notò che Hagrid lo fissava completamente basito.

“Ho bisogno di Wishky Incendiaro e subito!” sbottò Hagrid e ripresero il cammino.

 Sirius si guardava intorno meravigliato e dei ricordi cominciarono a ritornare alla mente, anche se gli causavano un fastidioso mal di testa. Cercando di concentrarsi, tentò di sbrigliare la matassa di volti e di oggetti che affollavano la sua testa. Sapeva che c’era una cosa molto importante per lui, una persona forse, ma non riusciva a inquadrarla. Un’altra fitta lo colpì e smise subito di sforzarsi.

Un sordido bar era appena apparso davanti a lui, dopo che ebbe superato un arco composto di mattoni. Hagrid gli fece strada e, dandogli un buffetto sulla schiena, lo spinse dentro. Per poco Sirus non andò a sbattere contro un tavolo e, appena riuscì a trovare l’equilibrio, si voltò furente verso il gigante.

“Ehi, vacci piano!”

“Scusami, Sirius!” disse Hagrid mentre si fiondava vicino al bancone “ Tom, il solito!”

“Subito!” rispose il barista “ E per il tuo amico?”

“Una Burrobirra, va bene?” domandò Hagrid a Sirius che si era appena accomodato sullo sgabello di fianco.

“Credo di sì….” Si limitò a rispondere Sirius mangiandosi con gli occhi il locale.

Hagrid alzò gli occhi al cielo e fece un cenno a Tom che stava fissando Sirius a bocca aperta.

“Non si ricorda niente…” sussurrò e Tom annuì comprensivo.

“Non conviene portarlo al San Mungo?” domandò il barista squadrando sempre Sirius.

“Sì, ma io non ho tempo, affari urgenti da parte di Silente!” rispose tutto orgoglioso Hagrid gonfiando il petto.

Sirius si girò di scatto quando sentì pronunciare il nome di Silente, era come se lo conoscesse, ma si disse subito che era impossibile. Come faceva a conoscere una persona della quale non si ricordava il volto?

“Silente…” iniziò a dire Sirius ma fu interrotto prontamente da Hagrid.

“è il miglior preside che Hogwarts abbia mai avuto. Ora che mi ci fai pensare tu dovresti essere un alunno.”

“Non lo so…” mormorò il ragazzo alzando le spalle.

“ Sì, è meglio portarlo al San Mungo!” ripeté Tom convinto.

In quel momento, un gufo entrò planando dalla finestra aperta che dava su una strada affollata di Londra. Si fermò davanti ad Hagrid, il quale prese la lettera e la aprì. Mentre Sirius guardava attentamente il gufo che volava via, il gigante per poco non si strozzò con quello che stava bevendo.

“Brutte notizie?” chiese il barista e Hagrid scosse la testa.

“No, ma che mi venisse un colpo! Silente conosce il nostro amico qua!” fece indicando Sirius.

“Mi conosce?”

“Sì, mi ha ordinato di aiutarti a prendere tutto l’occorrente per la scuola.” Sbottò Hagrid accigliato.

“Se per te è un problema, posso andare da solo!” ribatté Sirius seccato.

I due si guardarono in cagnesco per pochi minuti, fino a quando Hagrid non gliela diede vinta.

“Ok, forza ragazzo. Dobbiamo andare!” abbaiò Hagrid e prese per la collottola Sirius scaraventandolo via dallo sgabello. Tom li salutò con un sorriso sulle labbra e loro ripassarono l’archetto per tornare a Diagon Alley.

Sirius era spaesato e non sapeva cosa dovesse fare. Provava un forte deja vù, come se avesse già fatto tutto quella trafila. Hagrid lo portò da Madama McClan per la divisa e lui si divertì molto quando la commessa cadde nello scherzo che aveva architettato. Gli lanciò l’Incantesimo della pastoia alle spalle, facendola cadere su un biondino dal volto affilato che in quel momento stava provando una veste da mago color verde smeraldo.

Prima che se ne accorgessero, Sirius pagò e scappò via dal negozio ridendo. Aveva trovato il denaro nella sua borsa e si chiese distrattamente chi fosse stato a darglielo. Non ricordarsi niente lo seccava profondamente, ma lui fece finta di niente con la speranza che la sua memoria prima o poi sarebbe ritornata.

Comprò gli ingredienti per pozioni e, quando si fermò con Hagrid a prendere un gelato da Florian Fortebraccio, domandò.

“Chi è l’insegnante di Pozioni?”

“Severus Piton…” rispose il gigante mentre mangiava il gelato.

“Non mi piace!” sbottò Sirius facendo una smorfia. Appena aveva sentito il nome dell’insegnante, aveva provato una rabbia sorda.

Hagrid gli gettò un’occhiata in tralice per poi ridacchiare. Sirius lo osservò curioso e il gigante si affrettò a spiegare.

“Anche un mio carissimo amico, non lo sopporta.”

“Chi?”

“Harry Potter…” rispose Hagrid mentre si alzava prendendo i vari sacchetti contenenti i nuovi libri per Hogwarts.

“Non lo conosco…” fece Sirius aggrottando le sopraciglia.

Hagrid lasciò cadere le borse e si sbatté una mano sulla fronte.

“Ho detto qualcosa che non va?” domandò mentre appoggiava una mano sul braccio di Hagrid, preoccupato.

Hagrid scosse la testa per poi ricadere pesantemente sulla panchina. Si prese il volto tra le mani e sbirciò tra le dita quello strano ragazzo.

“Harry Potter è il Bambino Sopravvissuto. Ha sconfitto Colui- Che- Non- Deve –Essere- Nominato…”.

Sirius non riusciva a capire e stava per chiedere altre informazioni, quando una voce celestiale fece battere il suo cuore più velocemente.

“Hagrid!”

Una ragazza con lunghi capelli ricci color castano scuro stava correndo verso di loro sorridente e Sirius s’incantò a guardarla. Non riusciva a credere ai suoi occhi, era la ragazza più bella che lui avesse mai visto e, prima che se ne rendesse conto, le corse incontro.

La ragazza rallentò e fissò circospetta, quel bel ragazzo dai lunghi capelli neri che veniva verso di lei, con un bellissimo sorriso sulle sue labbra carnose.

“Hermione…” mormorò Sirius e fece per abbracciarla, ma lei tirò fuori la bacchetta e la puntò alla gola del ragazzo.

“Chi sei?”

Sirius fissava divertito la bacchetta e scoppiò a ridere, facendo accigliare la ragazza. Nel frattempo, Hagrid li raggiunse con un’espressione perplessa.

“La conosci?” domandò a bruciapelo a Sirius che annuì facendo l’occhiolino a Hermione.

La ragazza sbuffò contrariata e lui ridacchiò.

“Hagrid, spiegati!” ordinò Hermione scoccando uno sguardo incendiario verso Sirius.

“ Hermione, è difficile! Lui non si ricorda niente! A parte il suo nome!e a quanto pare il tuo…”

La ragazza aprì la bocca stupefatta e si voltò verso quel bel ragazzo.

“Non ti ho mai visto…” gli disse, ma Sirius non ascoltò una parola, troppo concentrato a perdersi in quegli occhi ambrati.

“Sirius…” lo chiamò Hagrid muovendo su e giù la mano davanti alla faccia del ragazzo.

Sirius si riprese e abbassò lo sguardo imbarazzato e vagamente compiaciuto.  Hermione era arrossita, rendendola ancora più bella.

“Non capisco…” ammise la ragazza.

“E a me lo dici? Mi arriva questa lettera di Silente che mi dice di tenerlo d’occhio e aiutarlo, ma io adesso ho da fare. Ci pensi tu, Hermione?”

“Cosa? No, Hagrid, io devo…” ma Hagrid era già a metà strada, lasciando da soli i due.

“Allora, dove mi porti?” chiese Sirius allegro e felice come non mai. Non sapeva il motivo, ma la vicinanza con quella ragazza lo faceva stare bene.

“Al San Mungo!” sbottò Hermione seccata e Sirius la fissò confuso.

“Scusa, ma cos’è il San Mungo? Anche quel tipo al bar ha detto la stessa cosa…”.

Hermione sbuffò facendo ridere il ragazzo. Notò che aveva una bella risata, simile a un latrato. Sorrise per poi tornare subito seria.

“è l’ospedale per maghi…” spiegò lei con cautela.

“Ma io non sono ammalato!”

“Senti, non ho tempo da perdere. Prima ti porto all’ospedale, prima torno a casa. Andiamo!” ordinò la ragazza incamminandosi verso il Paiolo Magico.

“Aspetta!” le urlò Sirius alle spalle. Prese la bacchetta e fece lievitare i vari sacchetti.

“Strano.” commentò pensierosa Hermione mentre aspettava che Sirius la raggiungesse e, notando l’espressione confusa del ragazzo, si affrettò a spiegare “ Non ti ricordi niente, ma sai fare gli incantesimi.”

Lui alzò le spalle e non rispose. S’incamminarono verso il bar e Sirius doveva costringersi a guardare la strada, perché i suoi occhi si spostavano inconsapevolmente sul volto angelico di Hermione.

“Posso farti una domanda?”

“Ne hai appena fatta una.” Gli fece notare Hermione “ Ma te ne concedo un’altra!” e rise.

Sirius sorrise al suono della risata di Hermione e la guardò intensamente, facendola arrossire nuovamente.

“Perché mi guardi in quel modo?” chiese lei piacevolmente confusa.

“Non lo so… La tua risata mi fa stare bene e come se fosse un’ancora di salvezza.” Confessò il ragazzo pentendosene quasi subito. Infatti, Hermione aveva affilato lo sguardo e sembrava infuriata.

“Mi stai prendendo in giro?” sbraitò e Sirius rimpicciolì davanti alla sua furia.

“No, è la verità. È l’unica cosa certa che mi ricordo.” Ribatté il ragazzo arrabbiandosi.

Hermione sbuffò e chiusi gli occhi, prendendo un respiro profondo. Sirius ridacchiò a bassa voce sapendo perfettamente che, se la ragazza lo avesse sentito, gli avrebbe scagliato una fattura. Si sorprese a questo pensiero e il mal di testa tornò. Si portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi.

“Stai bene?” domandò Hermione preoccupata e si avvicinò a lui. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma si sentiva molto legata a quel misterioso ragazzo.

Lui spalancò gli occhi all’improvviso e si ritrovò il volto di Hermione a pochi centimetri dal suo. Provo lo strano impulsò di baciarla, ma si trattenne. Le rivolse un sorriso e scosse la testa.

“Non ti preoccupare, adesso passa!”

Hermione era pensierosa, ma decise di lasciar perdere. Entrarono nel bar e si avvicinarono al camino. Prese la Polvere Volante e la scagliò nel camino, dove scaturì un fuoco verde brillante. Sirius osservò il tutto a bocca aperta per poi mettere una mano sul braccio Hermione.

“Cosa fai?” esclamò allontanandola dal fuoco.

“Vado al San Mungo…” rispose confusa e lanciò un’occhiata alla mano di Sirius che ancora la teneva stretta.

“Attraverso un camino?” chiese sbalordito.

Hermione alzò gli occhi al cielo e si scrollò di dosso Sirius.

“Fai come faccio io!” ordinò la ragazza entrando nel camino.” San Mungo!” e la ragazza sparì.

Sirius gridò allarmato e sentii alle sue spalle una risata. Si voltò e il barista gli fece l’occhiolino.

“Non succederà niente.” Disse Tom.

Sirius, un po’ titubante, saltò nel camino e si accorse con stupore che le fiamme lo lambivano senza bruciarlo.

Prese un respiro profondo e tossì. Appena si riprese, vide il barista ridere di cuore.

“Buona fortuna!” gli gridò.

Sirius sorrise e gridò “ San Mungo!” e fu risucchiato via, felice di potersi ricongiungere con Hermione.

 

 

Ecco a voi, il primo capitolo. Spero che vi sia piaciuto. Mi ha notevolmente sorpreso che la mia FF sia piaciuta così tanto e allora, oggi a lavoro, ho pensato al seguito. Spero di non avervi deluso.

Alla prossima!

 

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Pacci