Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    15/08/2016    5 recensioni
La sfortuna della giovane Rain continua a perseguitarla. Sono passati due anni, e il regno di Aveiron è ancora in ginocchio, sotto la costante minaccia dei Ladri, persone assetate di ricchezza e potere, che faranno di tutto per ottenere il completo controllo del regno. Alla ricerca di salvezza, Rain è fuggita verso il villaggio di Ascantha alla ricerca dei suoi genitori, e nonostante i contrasti avuti con loro, è ora fiduciosa e pronta. Sa bene di dover agire, e di non essere sola. I nostri protagonisti si trovano quindi catapultati in una nuova e pericolosa avventura, costretti a far del loro meglio per fronteggiare il pericolo. Si assiste quindi alla nascita di amicizie, amori, gioie, dolori e tradimenti, ma soprattutto, e cosa ancor peggiore, oscure minacce provenienti da voci sconosciute. A quanto sembra, il regno nasconde molti segreti, e toccherà alla nostra Rain e al suo amato Stefan risolverli dando fondo ad ogni grammo di forza presente nei loro corpi. Nelle fredde e buie notti, l'amore che li lega è la loro guida, ma nessuno sa cosa potrà accadere. In ogni caso, bentornati nel regno. "Seguito di: "Le cronache di Aveiron: Segreti nel regno)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le-cronache-di-Aveiron-III-mod
 
 
Capitolo IV
Loro
Un nuovo giorno aveva inizio, e in piedi perfino prima dell'alba, ero di nuovo occupata a scrivere. Pensieri, come dicevo a Stefan, che una volta scritti, rileggevo al solo scopo di provare a calmarmi. Alzando lo sguardo, notai una piccola pila di fogli in un angolo della scrivania, ordinatamente disposti uno sopra l'altro. Leggendone ognuno con attenzione, mi accorsi di aver riempito intere pagine. Senza neppure accorgermene, avevo iniziato a tenere un diario, e non facendo che rileggere quanto avevo scritto, passavo il tempo. Contrariamente a Stefan, Rachel e Terra, io non riuscivo a dormire, e scrivere era un modo per distrarmi ed evitare di pensare al dolore e alla paura sicuramente provati dalla gente di Aveiron, da mia sorella e forse anche dai miei amici. Gente che avrei presto rincontrato, e che avrei avuto l'occasione di studiare e osservare, rendendomi conto dell'inferno in cui ora sono costretti a vivere per colpa dei Ladri. Persone che un tempo erano del loro stesso calibro, ma che accecati dalla sete di potere, si erano riuniti in piccoli gruppi, il cui unico scopo nonchè divertimento era quello di terrorizzare e spaventare quelle povere e vecchie anime. Guardandomi, mia madre continua a ripetermi la stessa frase. Un monito che ascolto ogni volta senza parlare, e a seguito del quale, mi limito sempre ad annuire. "Sei fortunata." Diceva, parlando sempre con aria estremamente seria. "Che intendi?" chiedevo ogni volta, per poi tacere nell'attesa di una risposta. Risposta che non arrivava mai, e che per qualche strana ragione, entrambi i miei genitori preferivano nascondermi. Liberandomi in fretta da quel pensiero, scossi la testa, e sentendo il cinguettio di alcuni uccelli, mi accorsi dell'arrivo del mattino. Ancora una volta, il dorato astro re del cielo spodestava l'argentea e possente luna, reclamando, come era solito fare, il suo trono alla regina della notte. "Ben svegliato." Dissi a Stefan vedendolo liberarsi dalla trappola rappresentata dalle coperte. "Sei già in piedi?" mi chiese, notandomi solo dopo essersi guardato brevemente intorno. "Lo sono da ore." Risposi, guardandolo con aria tranquilla. "Non sei di nuovo riuscita a dormire, vero?" osservò, attendendo in silenzio una mia risposta. Tacendo al solo scopo di pensare, organizzai le idee, per poi respirare a fondo e dirgli la verità. "Dobbiamo tornare indietro." Dissi, facendomi improvvisamente seria. "Vedo che Rachel ti ha convinta." Commentò, non apparendo per nulla sorpreso dalla mia decisione. Smettila, sai che ha bisogno di aiuto." Hai ragione." rispose poi, tornando ad essere ragionevole. "Glielo diciamo? azzardai, quasi desiderando una conferma da parte sua. "Non vedo perchè no." Continuò Stefan, ora impegnato a rivestirsi e indossare una delle sue camicie preferite. Sorridendo, lo guardai negli occhi, ma nel farlo, non parlai. I nostri sguardi lo facevano per noi, ragion per cui, data anche la nostra profonda intesa, le parole avevano perso d'importanza. Ad ogni modo, mi avvicinai, e deponendogli un bacio sulla guancia, mi assentai per un attimo. Raggiunsi quindi la camera degli ospiti, trovando Rachel già pronta e vestita. "Buone notizie." esordii, guardandola con aria calma e con un sorriso sul volto. "Che succede?" chiese lei, evidentemente curiosa di conoscere la verità. "Ti riporteremo ad Aveiron." Dissi, regalandole un secondo sorriso e avendo il piacere di vedere il suo volto non mostrare che immensa gioia. "Dici davvero?" si informò poi, volendo unicamente sincerarsi della veridicità delle mie parole. "Certo, ora preparati, così tornerai a casa." Continuai, non potendo anche stavolta fare a meno di sorridere. A quelle parole, Rachel non rispose, e allontanandomi, le diedi modo di raccogliere le sue cose. "Aspetta." pregò, inducendomi quindi a voltarmi. "Sì?" azzardai, fissando nuovamente lo sguardo su di lei. "Che mi dici della bambina?" indagò, preoccupandosi non poco per la piccola Terra, che a solo due anni d'età era decisamente troppo giovane per intraprendere quel così pericoloso viaggio al nostro fianco. “Lei resterà con mia madre.” Dissi semplicemente, facendo uso di una calma che non credevo di possedere. “Bene, quando si parte?” chiese poi, curiosa e impaziente. “Quando desideri.” Rispose Stefan, facendo il suo ingresso nella stanza solo in quel momento. “Perfetto. Datemi solo un minuto.” Disse, per poi chiedere implicitamente del tempo per prepararsi al viaggio che l’avrebbe ricondotta a casa. Lasciandola da sola, le regalammo la solitudine che tanto aveva chiesto, e raggiungendo la nostra camera, Stefan ed io ci preparammo a nostra volta. Guardando sotto al letto, ricordai di averci lasciato il mio zaino, e aprendolo, scoprii di non averlo mai svuotato. Dando un’occhiata al suo interno, notai che conteneva ancora gli strumenti utilizzati durante la mia ultima uscita, ovvero una piccola ma affidabile bussola e la mappa del villaggio dove ora vivevo. “Sono pronta.” Dichiarai, guardando Stefan con aria sicura. Incrociando il mio sguardo, sorrise, e proprio in quel momento, una dolce e quasi angelica voce attirò la nostra attenzione. “Mamma, papà, dove andate? Posso venire anch’io?” chiese Terra, che svegliatasi dal suo riposino, sembrava averci sentiti. A quella domanda, il mio cuore di madre si sciolse, ma guardandola con fare amorevole, mi trovai costretta a negarle tale richiesta. “No, tesoro, tu resterai con la nonna.” Dissi, continuando a guardarla con aria tranquilla e rilassata. “Tornerete presto, vero?” si informò poi, spaventata all’idea di non rivederci.” “Certo, piccola, ora non preoccuparti e va a giocare. La nonna sarà qui a minuti.” Le disse Stefan, rassicurandola e indicandole il colorato baule contenente tutti i suoi giocattoli. “Va bene.” Si limitò a rispondere, per poi raggiungere la sua cameretta e distrarsi come ogni bambina della sua età. In quel preciso istante, una singola lacrima provò a sfuggire dal mio occhio, ma ricacciandola indietro, le impedii di farlo e rovinarmi il viso. “Cos’hai? Mi chiese Stefan, accorgendosene. “No, non è niente.” Mentii, avendo come unico desiderio quello di far cadere l’argomento. “Su, non preoccuparti. Starà con tua madre, cosa vuoi che le accada?” mi disse poi, nel tentativo di rincuorarmi. “Forse hai ragione, ma ora andiamo e non pensiamoci.” Risposi, scacciando dalla mia mente quegli oscuri pensieri legati ai pericoli che la mia piccola avrebbe potuto correre. Attraversando il corridoio, andai a chiamare Rachel, e una volta usciti di casa, il nostro viaggio ebbe inizio. Per pura fortuna, Aveiron non fosse lontana, ma nonostante tale consapevolezza, non riuscivo a calmarmi. Sapevo bene che mia madre avrebbe badato a lei, eppure, ancora una volta, la tranquillità era per me merce alquanto rara. Fra un passo e l’altro, lasciai che la mia mente vagasse libera, e di punto in bianco, ricordai le parole della mia bambina. “Tornerete presto, vero?” una domanda innocente, per la quale non c’era risposta dissimile dalla menzogna. Volendo proteggere e preservare le sue speranze, Stefan le aveva mentito dicendole che saremmo tornati in poco tempo, ma in cuor mio sapevo che la verità era un’altra. Difatti, l’intera questione si basava sulla fortuna. Avremmo potuto farcela e rivederla, o soccombere e vedere il suo dolce viso divenire per noi un lontano e vago ricordo. In altri termini, saremmo potuti morire, e la colpa sarebbe stata unicamente imputabile a Loro.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory