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Autore: meridian_hope    15/08/2016    1 recensioni
Eccomi, sono tornata con il secondo capitolo della trilogia delle lacrime !!!! Spero che questa nuova storia possa entusiasmarvi quanto e più quella precedente !!! Per tutti coloro che volessero leggere questa storia consiglio vivamente di leggere il primo capitolo "Lacrime oscure:la via dell'oblio"
Dalla storia :
Non m’interessano tutti coloro che ogni giorno muoiono per depositare dal trono il re e la regina. Non penso a tutti gli innocenti che sono già morti per mano di un esercito di mercenari manipolati da non so quale oscuro incantesimo, gusci senz'anima che con orgoglio marciano ogni giorno verso un nuovo villaggio mostrando lo stendardo del casato reale, uccidendo bambini, stuprando donne e rapendo coraggiosi uomini, per condurli a una lunga prigionia o ancora peggio a lavori forzati. Non penso neppure al male oscuro che pezzo per pezzo ho visto, con i miei occhi, distruggere questa terra perfetta. No, in questo istante neanche la mia vita sembra più importante. Solo quella di un giovane uomo lo è. Ma essa sta sfuggendo tra le mie mani e tra i rintocchi di due nere lancette.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un boato improvviso rompe il silenzio.

Sussulto. Il rifugio si illumina. David però non si muove. Sento il suo respiro caldo infrangersi sulle mie labbra semi-dischiuse. La sua mano si muove lenta risalendo la mia guancia. Il suo tocco è delicato. Non mi muovo, e se questo è un sogno non voglio svegliarmi. Ho il cuore che sta impazzendo.

Un altro tuono squarcia l’aria eppure sembra siamo soli al mondo.

Le sue labbra questa volta si avvicinano tremanti, quasi caute. Pochi secondi e sono sulle mie, esitanti.

Un ricordo si fa vivo nella mia mente. Un ricordo dolce.

Vedo tantissime luci, una musica d’orchestra leggera e armoniosa risuona … tutto gira in quella sala da ballo.

Lo sento, non sono mai stata così felice.

Il cavaliere misterioso con cui sto danzando mi attira vicino a se, quasi in un abbraccio.

La me della visione allora alza lo sguardo e incrocia due occhi neri scintillanti.

 

«Aiuto! Vi prego … aiutatemi»

È quest’urlo che interrompe il nostro bacio a fior di labbra e anche il ricordo, sì ne sono convinta quello non può essere un sogno.

«Vi prego, c’è qualcuno?»

È di nuovo la voce. È una donna. Questa volta sembra sia disperata.

David mi fa segno di stare ferma e poco dopo scompare nel nubifragio lasciandomi sola.

Mentre attendo che torni, le immagini di quanto appena accaduto mi investono con una forza inaspettatamente dolce.

David mi ha appena baciata.

Io e lui ci stavamo baciando.

E quel ricordo nato dall’unione delle nostre labbra da dove viene? L’avrà visto anche lui?

E se quello non fosse solo un mio ricordo? Dopotutto io ho visto solo gli occhi del cavaliere.

Quegli occhi però li riconoscerei ovunque.

Quindi deve essere per forza David, oppure no?

Un brivido di freddo. La coperta è scivolata dalla mie spalle ma io non me ne sono neanche accorta.

Quanto ci mette?

Provo a guardare fuori dal rifugio ma vedo solo acqua, tantissima acqua che come metallo liquido cade dal cielo e una nebbia sempre più fitta che sta avvolgendo tutto.

Il calore piacevole lasciato dal bacio ormai mi ha abbandonata del tutto. Ho solo freddo e paura.

Paura che sia una trappola, paura che il sogno sia un incubo, paura che questo momento magico interrotto brutalmente resti solo un vago ricordo di questa notte finendo inevitabilmente nell’oblio.

Una figura scura appare nella nebbia e non è sola. Porta in braccio qualcuno. Poco dopo David appare con la donna che ha richiesto aiuto nella tempesta. È un’elfa, non molto giovane con parte del viso oscurata da una spessa macchia nera. Sembra sangue ma non è ferita. David la poggia delicatamente per terra e mi fa segno di coprirla con la coperta.

«Non dormirà per molto, ma ho dovuto calmarla, non mi permetteva di avvicinarmi per aiutarla. Spero che appena si svegli potrà raccontarci del perché scappava nella foresta di notte e sotto la tempesta»

Guardo David e annuisco. Dopodiché restiamo in silenzio come due estranei, troppo codardi per toccare l’argomento bacio, in attesa che la donna riprenda conoscenza.

 

«Selene si sta svegliando»

Mi sono addormentata anch’io sul freddo terriccio oppure ero talmente persa nei miei pensieri da non accorgermi del tempo passato e di tutto quello che è accaduto nel frattempo? Non ne ho idea. So solo che fuori ha smesso di piovere, una timida luna sta sorridendo nel cielo limpido e David ha messo il suo mantello caldo sulle mie spalle mentre ero in trance.

Volgo lo sguardo, ancora perso, sull’elfa che lentamente sta aprendo gli occhi. La macchia scura è ancora lì, ferma e densa come la ricordavo, anzi è ancora più nera.

Appena prende piena conoscenza la donna ci guarda guardinga e spaventata poi forse ricorda da cosa o da dove sia fuggita perché spalanca gli occhi come se la scena le si propinasse davanti e inizia a piangere e gemere.

Guardo David. Dobbiamo fare qualcosa e capire il perché di tutta quella sofferenza.

«Madre, padre, Lydia, no… vi prego, guardatemi… tornate indietro, vi prego» dice la donna singhiozzando e portando la mano davanti a se, come se veramente potesse afferrare quei fantasmi.

«Cosa vi hanno fatto? Maldetti! Rivoglio la mia famiglia, la mia città, la luce vi prego, vi prego»

«Shh andrà tutto bene, noi possiamo aiutarti. Dicci cos’è successo» le dice David cercando di assumere il tono più comprensivo possibile.

La donna smette per un secondo il suo lamento, sposta lo sguardo su David spaesata.

Poi strabiliandoci entrambi dice sussurrando con la voce spezzata:

«Non puoi fare nulla giovane. Un’ombra oscura ha inghiottito tutto, la mia famiglia è una schiera di morti. La fine del mondo è vicina. È come se la terra oltre il confine si stesse espandendo…»

Un brivido mi percuote. Ho capito quello che le è successo e non è una notizia positiva.

«David hanno colpito anche Ceylon, dobbiamo sbrigarci»

David è come caduto in trance, proprio come la donna la quale dopo questo breve momento di consapevolezza ha ripreso a delirare, chiamando i suoi cari da una terra troppo lontana per essere toccata, una terra che purtroppo lentamente prevarrà su Vajra: il mondo dei morti.

«David dobbiamo aiutarla in qualche modo, non conosci qualche incantesimo, non so per…»

«Per cosa Selene? Non posso riportare in vita i suoi cari se sono morti, non posso salvare la sua città se distrutta e non posso far arretrare il confine. È tutto inutile, l’unico modo è terminare la ricerca il prima possibile! Io non posso fare nulla, non posso… i miei poteri hanno dei limiti!» mi dice con gli occhi lucidi, forse questa cosa l’ha sconvolto davvero molto.

«David, noi stiamo facendo il possibile, lo so. Sono consapevole anche dei limiti imposti dalla magia. Ti chiedevo soltanto se potessi non farle più vedere quegli orrori. Solo questo» gli dico avvicinandomi, nel vano tentativo di calmarlo.

«Il problema è la macchia che ha sul viso» dice sussurrando indicandomela con il dito.

«Vedi, una parte di lei probabilmente è come se fosse stata contagiata dall’oscurità. È come se fosse in parallelo tra i due mondi, per questo vede oltre. Dovremmo trovare un modo per eliminare dal suo cuore questo male»

«E se usassimo il potere delle lacrime?» propongo speranzosa.

«Non l’abbiamo mai fatto. Potrebbe verificarsi una catastrofe. Non ricordi le parole di George?»

«Certo che le ricordo ma il potere per salvare l’intero mondo è nettamente superiore a quello che ci occorre per salvare una singola persona. E poi io l’ho usato e non mi è successo nulla!»

Oh no, no, no, no cosa ho detto! Perché quando parlo non filtro mai i miei pensieri. Stupida, stupida! Questo non doveva saperlo. Ora mi farà mille domande e sarò costretta a dirgli la verità. Sì la verità, proprio quella e sapete perché? Perché ora sa quale sia il mio punto debole: lui. Eh, sì purtroppo è così. Okay forse anch’io potrei essere il suo punto debole ma in una situazione del genere, chi è in svantaggio? Io. Direte: perché al posto di farsi tutte queste paranoie non si inventa qualcosa di credibile? Ve lo dico io perché: la mia fantasia in questo momento non produce nulla. Per cosa mi sarebbe potuto servire il potere delle lacrime?

«E quando, se permetti tu avresti usato il potere delle lacrime?»

«Ecco… io…»

Perché nella mia mente sono sempre sicura e spavalda nei discorsi che mi creo e poi appena apro bocca balbetto come un’idiota?

«Selene, dimmi quando avresti usato il potere delle lacrime. Ora»

David appare quasi minaccioso con il cipiglio che ha preso. E come previsto a ogni parola si è avvicinato sempre di più. Sono con le spalle al muro e non solo metaforicamente.

Devo diglielo per forza. Dopotutto se serve a convincerlo a salvare questa povera donna che singhiozza da un tempo indefinito, devo farlo.

Prendi un bel respiro, non guardarlo negli occhi e vai.

«Ecco… vedi… ricordi quanto ti ho raccontato del mio viaggio andata e ritorno da Magnolia? »

«Mi stai per caso svelando la parte di indovinello che non capivo?»

«Come hai fatto a …» gli dico con gli occhi sbarrati.

«Indovinare? Ormai ti conosco come le mie tasche e il tuo tentativo goffo di cambiare discorso quella volta non è passato inosservato. Lo sapevo che mi nascondevi qualcos’altro ma non ho voluto insistere»

«E potresti non insistere pure ora?» gli dico in tono supplichevole.

«No. Non pensavo che la cosa fosse così grave»

«Non è grave», dico cercando di salvarmi in qualche modo, ma il suo sguardo mi dice che non ci crederà mai, neanche morto e forse ha ragione.

«Okay, forse un poco. Comunque, quando ero nell’antro, Magnolia mi ha offerto la possibilità di tornare dai miei genitori e riprendere a vivere la vita che ho perduto. Mi bastava dire di sì e sarei tornata indietro senza alcun ricordo… forse non avrei dovuto ma ho accettato. Ero stanca, ferita e sconvolta … rivolevo la mia vita capisci? Rivolevo la mia famiglia»

«E non ha funzionato?» mi dice David con sguardo triste.

«Oh no, ha funzionato benissimo. Mi sono risvegliata a casa, questo mondo mi sembrava solo un sogno e come tale poco dopo è svanito del tutto. La mia vita era tornata quasi perfetta»

«E perché sei ancora qui?» dice con una nuova luce negli occhi.

«Perché quel mondo mi pareva troppo illusorio»

«Solo per questo?» mi domanda avvicinandosi ancora di più.

«No, non solo per questo. Non so perché ma non ho dimenticato tutto di questo mondo»

«Ah, no? E cosa non avresti dimenticato?» mi domanda a un soffio dalla mie labbra.

«David, io…» gli dico abbassando gli occhi per l’imbarazzo.

«Guardami» mi dice con un sussurro.

Alzo lo sguardo titubante. Ho paura di quello che possa trovare nei suoi occhi: rifiuto, freddezza oppure desiderio.

I suoi occhi brillano come due diamanti.

«E poi come hai fatto a tornare da me?»

«Ho rotto la lacrima. Era nel mio mondo David, anche quello reale. Io sono tornata perché dovevo e volevo salvarti ad ogni costo»

David continua a fissarmi e siamo ancora troppo vicini. E per vicini intendo io intrappolata tra le sue braccia e il muro.

Sembra combattuto. Sospira.

Poco dopo allontana la mano dalla parete, senza mai staccare gli occhi da me.

«Al diavolo il mondo e la mia coscienza» bofonchia.

E in un secondo, la distanza si annulla. Con le mani ora libere prende il mio volto.

Il bacio non è più incerto. Il mondo esplode di colori.

Sarebbe un momento perfetto se solo in sottofondo non si sentisse il pianto frammentato della donna.

«David dobbiamo salvarla, ora» dico seppur mi costi molto interrompere il momento.

David sospira. «Hai ragione. Proviamo a usare le lacrime, mi fido di te».

Detto ciò si allontana veramente lasciandomi un vuoto enorme.

«Come dobbiamo procedere?»

«E se provassi a incanalare la tua volontà nella lacrima? Io dopotutto inconsciamente ho fatto così»

David prende in mano la prima lucente e mi guarda forse in cerca di sostegno. Spinta da non so cosa, metto la mia mano sulla sua aperta.

«Facciamolo insieme»

Annuisce. Insieme ci concentriamo affinché la donna si liberi dall’oscurità. Inizialmente non accade nulla, poi la lacrima prende a brillare per tutto il rifugio. Un moto di stanchezza mi assale. Devo resistere. La luce avvolge la donna. Poco dopo la lacrima torna normale. La macchia è sparita e la donna ci sta guardando scioccata.

«Cosa siete voi due?»

«Io sono Selene e lui è David, l’abbiamo trovata per il bosco…» sto per continuare ma mi rendo conto di non star rispondendo alla sua domanda. Cosa siete e non chi. Avrà sentito pure lei il nostro profumo?

La donna ora non ci sta più guardando. Il suo sguardo è fisso sulla mano di David che contiene ancora la lacrima.

«Quella è veramente una splendente?»

David annuisce stringendo però la lacrima ancora più forte in mano, quasi come se temesse che la donna possa rubarcela.

«Ah, ah non ci posso credere, caro non temere non te la rubo. Io sono dalla vostra parte… voi siete i prescelti, salvata dai prescelti e da chi se no? Io mi chiamo Sofya appartenevo alla comunità di Feirth vicino al confine e voi mi avete salvata da un destino infausto e per questo ve ne sarò grata per sempre»

«Cos’è successo esattamente Sofya al tuo villaggio?» le chiede David cercando così di chiarire quella che è la situazione e capire se la cosa è più grave del previsto.

«È successo così in fretta che …»

«Sofya non vogliamo forzarti a parlarne» le dico vedendo che il solo ricordo di quanto successo la stia già gettando nello sconforto.

«Ti ringrazio cara, ma ve lo devo questo racconto anche perché ho bisogno del vostro aiuto.

Era poco prima del tramonto, nessuno vagava come il solito per la cittadella a causa della forte pioggia. Io nonostante ciò non ero in città, ero andata a prendere della legna per la mia famiglia. Al mio ritorno pregustavo già una cena calda tutti insieme. Appena mi sono avvicinata alla città ho percepito subito qualcosa che non andava. Non avrei mai immaginato però di ritrovare il mio villaggio in parte inghiottito dalle tenebre. Era come se fosse stato cancellato.

Qualunque cosa fosse stava viaggiando in fretta.

La mia casa era stata risparmiata. Dovevo avvertire tutti, farli fuggire. Mi sono diretta subito dai miei. La macchia era sempre più vicina. Ci siamo messi a correre ma loro non ce l’hanno fatta. Sono stati risucchiati da questo enorme buco nero. Io nel vano tentativo di salvarli sono stata colpita da una parte di quell’oscurità. Non so dove abbia trovato la forza per sfuggirgli. Quell’oscurità è male. Vedevo a sprazzi quello che era quel mondo: morte e distruzione e la mia famiglia torturata.

Devo parlare con il re, dobbiamo avvertirlo che le mura di Ceylon sono state violate.

È per questo che ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno della vostra magia. Devo informare il re di quanto accaduto, solo lui può comunicare con tutti i capi delle cittadelle e forse trovare una soluzione che possa arginare il problema o almeno rallentare la macchia. Non voglio vedere altri villaggi distrutti o altre vite strappate. Lo farei io ma, ora come ora non ho le forze necessarie a compiere nemmeno il più semplice degli incantesimi».

«Ti aiutiamo Sofya non preoccuparti, non permetteremo mai che degli innocenti muoiano se tutto questo può essere evitato. Lo compirò io l’incantesimo» le dice David d’impulso.

«Prendimi le mani Sofya e pensa a tutto quello che vuoi trasmettere al re».

Sofya lo guarda sconcertata, poi però consegna le proprie mani a David.

Una volta strette lo sguardo di David si fa concentrato e un leggero alone orato lo circonda per poi svanire.

«Pratichi la magia senza l’antica lingua ragazzo?» domanda stupita una volta lasciategli le mani Sofya.

«Sì»

Gli occhi della donna si allargano e vedo che sta per aggiungere qualcos’altro quando David la interrompe.

«Non dire nulla Sofya, non è come pensi. Ora credo che date le circostanze sia meglio che ce ne andiamo. Ti lascio il cavallo, ne prenderemo un altro a Zèfir. Sofya devi avvertire almeno i villaggi qui vicino e aiutarli in qualche modo».

Sofya resta in silenzio dopodiché prende il cavallo e lo monta.

«Vi ringrazio ragazzi. Sono contenta che i prescelti questa volta siano veramente degni del loro ruolo. Che gli dei vi proteggano. La salvezza di tutto il mondo è nelle vostre mani» detto ciò gira il cavallo e va veloce in quelle che sono le prime luci dell’alba di un nuovo giorno. Un nuovo giorno che ci porta la consapevolezza. Un giorno che rende ancora più importante la missione, più concreta. Un giorno in meno verso l’eclisse. Quell’eclisse che segnerà la completa scomparsa di Vajra dentro questo buco nero. Dobbiamo sbrigarci.

 

 

 

Ciao mondo! No, non sono morta anche se dopo tutto questo tempo qualcuno possa averlo pensato. Chiedo umilmente perdono per questi sette mesi ma tra una cosa e l’altra il tempo è volato … e pouf è già agosto :O . Spero di non far passare più così tanto tempo tra un capitolo e l’altro ma se dovesse capitare sappiate che questa storia in un modo o nell’altro andrà avanti e io la finirò (Questo è puro autoconvincimento).

Vi auguro un buon ferragosto e spero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante le alte aspettative (eh magari :P ) generate dal ritardo.

 

Un enorme bacio

Meridian

 

 

 

 

  
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