Ciao a
tutti!!
Eccomi qua
con il primo capitolo. Questo non è un vero e proprio capitolo, diciamo che mi serve solo per introdurre la storia. Comunque grazie a tutte le persone che la seguono e la
leggono, ma grazie soprattutto a:
ilaila95: Ciao! Grazie il tuo commento mi fa molto
piacere. Ecco il nuovo capitolo. Spero che ti piaccia.
Baci. Ele.
pazzerella_92: Ciao, si le visioni le ha lo stesso, solo
che non sono molto chiare come ce le ha quando è vampira. Sono
contentissima che la mia fanfic ti sia piaciuta già dal prologo. Spero che continuerai a seguirla. Baci. Ele.
fedev82: Ciao!! Sono
molto contenta che la mia fanfic ti piaccia. Spero che continuerai a seguirla e
a commentarla.. Baci. Ele.
luisina: sono
molto contenta che la mia fanfic ti piaccia e che adori Alice. E poi sono molto
contenta perché hai detto che mi seguirai
spesso. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
Baci. Ele.
Grazie anche a chi ha messo la storia tra i preferiti ( fedev82,
_Nessie_ e luisina ) e nelle seguite ( Fiby_Elle)
Ed ora vi lascio al capitolo.
Baci.
Elena.
Capitolo 1
Arrivo a Forks
Io e mia madre viaggiavamo in
un taxi verso l’aeroporto di New York. Si era
stancata della grande mela, di tutto quello smog e di
tutta quella gente, e aveva pensato che forse lasciare mio padre, Joe, era
stato un errore. Aveva preso una decisione troppo impulsiva. Lei voleva
divertirsi, mentre Joe certe volte era un gran pigrone. Il suo unico
divertimento era andare a pesca con i suoi amici di
Quando mio padre aveva
appreso la notizia che io e mia madre saremmo tornate
da lui, fece i salti di gioia. Infatti lui non si era
mai dimenticato di mia madre.
Il sole di New
York batteva forte sul finestrino della macchina. Questa era l’ultima
volta che l’avrei visto, dato che il luogo in cui ci stavamo
dirigendo era popolato da nubi scure ed eterna pioggia. Forks.
Odiavo quel posto. Lì che ogni estate ero stata obbligata a passarci almeno un
mese. Lì che di estate non aveva niente.
Lì che non avevo amici, e l’unica persona che conoscevo era mio
padre.
E ora ci stavo andando assieme a mia madre. Per sempre.
Ma per il bene dei miei genitori avrei fatto questo
è altro.
Arrivammo all’aeroporto
dopo un’ora di taxi. Meg consegnò i soldi al taxista e insieme ci
dirigemmo verso il nostro volo.
Entrata nell’aereo mi sedetti nel mio posto vicino al finestrino. Mi piaceva
guardare il cielo azzurro e sereno. E poi non
l’avrei rivisto mai più.
<< Dai
Alice non fare quella faccia. All’umido ci si abitua! >>.
<< Non è per questo >> mentii.
<< E
per cosa allora? >>, chiese preoccupata.
<<
Per come sarà la vita a Forks.
Sai, la scuola, gli amici e tanto altro >> mentii
di nuovo. Non potevo e non volevo separare di nuovo i miei genitori una volta
che si stavano per ricongiungere. Non volevo vederli soffrire per colpa mia.
<< Stai tranquilla
bambina mia. Ti troverai benissimo >>.
<< Se lo dici tu
>> e con questo interrompemmo la nostra piccola discussione fino a quando non arrivammo all’aeroporto di Port
Angeles.
Quando atterrammo a Port Angeles pioveva. Ormai avevo fatto
la mia scelta e mi ci sarei dovuta abituare. E poi avevo già detto addio al mio carissimo sole.
Joe c’aspettava
sull’auto della polizia. Per la gente di Forks, lui era il capo ispettore
Brandon e andava molto fiero del suo lavoro. Proprio per questo non ha mai
voluto comprarsi una macchina “normale”. Gli piace stare in
quell’auto con le sirene e la ricetrasmittente incorporata al posto della
radio. Gli piace essere sempre informato su qualunque cosa accada
anche se non è in servizio. Su quella macchina dice di sentirsi
più al sicuro. E poi non cambierebbe nulla,
anche se usasse una macchina “normale” le persone di Forks lo
riconoscerebbero come il capo ispettore, e non come Joe Brandon.
Joe ci accolse
affettuosamente. Abbracciò subito mia madre e vidi che i due si
scambiarono un delicato bacio a stampo.
<< Fate come se io non
ci sia! >>.
Si voltarono verso di me e
scoppiarono a ridere. Joe si stacco leggermente da Meg e venne
a salutarmi.
<< Ciao mia piccola
Alice! Fatto un buon viaggio? >> mi chiese ancora ridendo.
<< Credevo che non ti
fossi accorto di me! Ti sei buttato subito tra le braccia di mamma senza
neanche degnarmi di uno sguardo >> mormorai facendogli la linguaccia,
<< comunque si è stato un buon viaggio
>>.
<< Per fortuna,
perché a casa ho una bella sorpresa per te! >> mi annunciò
tutto sorridente, mentre tutti e tre salivamo in
macchina e ci dirigevamo verso Forks.
<< Davvero davvero?? >> le chiesi facendogli gli occhi dolci come una bambina.
<< Si
tesoro. Ti ricordi quella vincita a quel concorso a cui avevo
partecipato l’anno scorso? >>.
<< Si! >>.
<< Con i soldi che ho
vinto ho pensato di farti un regalino, che proprio di piccolo non ha niente
>>.
Per poco non svenni nel
sedile posteriore della macchina. La curiosità mi stava uccidendo e Joe
lo sapeva. Mi conosceva abbastanza bene per non saperlo. Non mi diceva apposta
l’oggetto della sua sorpresa per farmi stare un po’ sulle spine.
<< Dai
bambina mia, non essere impaziente! Appena arriveremo a casa scoprirai
cos’è questa grande sorpresa. E sono sicura al cento per cento, e anche di più, che
ti piacerà da morire >> annunciò Meg.
<< Questo vuol dire che anche tu sai cos’è la sorpresa e me lo
stai tenendo nascosto come sta facendo papà? >> chiesi alzando la
voce di un tono.
<< Si
tesoro! >>.
<< Tu, brutta
traditrice! Come hai potuto farmi questo?! Io che mi fidavo tanto di te ora mi pugnali pure alle spalle! >>
mormorai facendo la finta offesa.
<< Su Alice non fare la
bambina. Nessuno ti sta pugnalando alle spalle! Ti stiamo solo tenendo nascosto
l’oggetto della sorpresa. Altrimenti che sorpresa sarebbe?? >>.
Mia madre, riusciva sempre a lasciami senza parole. Dopo questo
non sapevo proprio come ribattere e quindi decisi di stare in silenzio per
tutto il viaggio fino a quando non arrivammo a casa di Joe.
Viveva ancora nella piccola
casetta blu a due piani che aveva comprato assieme a mia madre
quando avevano iniziato ad abitare insieme. Lì, nella strada di
fronte alla casa, c’era un grande telone bianco
che nascondeva qualcosa d’immenso.
<< Sarebbe nascosta
sotto il telone la mia sorpresa? >> chiesi
sempre più impaziente.
<< Si
piccola >> mormorò appena mio padre.
<< E
perché è fuori? Non hai avuto paura che qualcuno, passando da
queste parti, avrebbe potuto rubare il tuo regalo? >> chiesi stavolta
sbalordita.
Joe e Meg si guardarono in
faccia e scoppiarono a ridere, sicuramente per la domanda che avevo posto a mio
padre.
Appena Joe parcheggiò
vicino al mio regalo, mi scaraventai fuori dalla
macchina e mi avvicinai al telone.
<< Posso vederlo?
>> chiesi, facendo la faccia da cucciolo.
Annuirono ancora ridendo.
Quasi mi prese un colpo quando alzai il telone bianco. Una Porsche 911 Turbo giallo canarino splendeva davanti a me. Rimasi paralizzata. Era la macchina
dei miei sogni. Era impossibile che ce l’avessi
davanti, e per giunta era impossibile che fosse mia.
<< Alice! >> mi
chiamò Joe.
Appena mi girai
verso di lui, mi lanciò un sacchetto fucsia che afferrai al volo.
Rovesciai il contenuto nella
mia mano destra che mi mostrò una chiave nera e un portachiavi a forma di orsacchiotto.
Misi le chiavi in tasca e mi
buttai tra le braccia dei miei, ringraziandoli e piangendo per la
felicità.
Forse non era stato poi
così male lasciare New York per venire a Forks.
Forse mia madre aveva fatto la scelta giusta. Forse la vita qua sarebbe stata
più bella e piena di soddisfazioni, ma fatto
sta che il mio arrivo a Forks era stato sicuramente uno dei migliori.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto. Per
favore lasciatemi qualche recensione, perché veramente vorrei sapere
cosa ne pensate. Baci.
Ele.