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Autore: A r o h a    16/08/2016    3 recensioni
|AU| Ennesima Storia a OC xD | Iscrizione aperte fino a Lunedì 20/06 |
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Il villaggio di Akuma è poco conosciuto e non è segnato sulle cartine, ma i pochi turisti lo amano per l'ospitalità dei suoi abitanti e le milioni di leggende che circolano nelle strade.
Nessuno sa che quel villaggio in realtà è protetto dalla dea della caccia Hanta, la quale ha disperato bisogno d'aiuto.
Momoro è un vecchio il cui destino ha imposto il ritrovamento del suo castello, Haru il figlio con in mano il destino della scuola. Un nemico si sta risvegliando, tutti sono all'oscuro della verità.
Toccherà alla futura generazione di cacciatori salvare la loro dea e cercare di non morire.
_*_
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 3

primo atto •


 
_Secrets and Fear  




Era passato un mese dall'inizio della scuola e la vita sembrava procedere nel migliore dei modi nel castello posto sulle montagne piene di alberi, che ormai cominciavano a perdere le foglie con l'arrivo repentino dell'inverno. La temperatura era calata bruscamente, ormai tutti sembravano usare sciarpe e maglioni come primo vestiario. Mancava solo una settimana ad Halloween ed era la festa che tutti gli studenti aspettavano di più, dal primo momento in cui avevano messo piede in quel castello. Volevano vedere le decorazioni per i corridoi, la sala da pranzo e le sale comuni dei due dormitori, si aspettavano suoni spettrali, fantasmi e ragnatele ovunque.
Mancava poco, ma anche le pietanze della mensa sembravano già avere l'aspetto per la festa.
Zuppe calde di zucca, muffin con guarnizioni di glassa, biscotti alle nocciole croccanti, succo rosso ai frutti di bosco che sembrava sangue.
-Vuole del thé signorina?- domandò un cameriera, mentre mostrava la grande teiera fumante ad Aki, seduta al tavolo, appena arrivata per la colazione.
-Si, grazie mille!- l'uomo le servì la bibita fumante e subito Aki si accinse a mettere in mezzo qualche cucchiaino di zucchero per addolcire il tutto. Guardò la delicata tazzina con il liquido rossiccio all'interno e il caldo calore che evaporava e la riscaldava.
-Che stai facendo, Aiden?- domandò afferrando un biscotto dal centro del tavolo.
L'amico accanto, sfogliò la pagina del libro che stava leggendo e la divorò con gli occhi il più in fretta possibile, mentre con una mano raccoglieva dal vassoio un muffin al cioccolato – Mh...leggo il capitolo che ci ha dato la Sprouse, me ne sono dimenticato ieri!- ingoiò un morso e girò pagina di nuovo.
Aki ridacchiò -Rilassati, tanto è un argomento che non ha spiegato, non te lo chiederà!-
Aiden alzò gli occhi dalla lettura frenetica, concedendosi un sorso di latte – E da quando agisci così?- domandò curioso – Di solito sei quella che legge il capitolo più di tre volte per capirlo!-
Aki tuffò lo sguardo verso il suo thé, che stava perdendo calore, arrossì tutta.
-Bhe...ec..ecco lo faccio solo per te, te lo dico per...non farti andare la colazione di traverso!!-
Aiden le diede una pacca affettuosa sulla spalla – Ma va, tranquilla! Tanto ho finito – chiuse il volume e sospirò.
-Scusate?Possiamo sederci?- chiese timida una voce davanti a loro.
-Oh Ayaka non c'ho voglia! Fammi andare via!- borbottò qualcuno.
-Zitto!Devi fare colazione Suzuno o non reggerai la mattina!-
-Gne gne...sei proprio pallosa a volte....- e così i due ragazzi si sedettero di fronte ad Aki e Aiden, che ancora non avevano dato il permesso, ma la questione sembrava implicita.
-Sei Ayaka Ayase?- domandò Aki dolcemente. La castana annuì – E tu sei Aki Kino, la ragazza della sciabola!Cavolo che arma formidabile che hai trovato!- morse con voracità il pane imburrato.
-Oh bhe...grazie – Aki si grattò la testa – Ma anche tu sei bravissima con quei ventagli!-
-Modestamente, me la cavo!- tirò su il naso Ayaka e si mise a sorseggiare il latte che il cameriere le aveva appena versato.
Suzuno invece guardava in cagnesco l'amica e al tempo stesso Aiden e Aki, quest'ultimi se ne accorsero e s'irrigidirono come statue. Ayaka poggiò la tazzina sul piattino e sbuffò.
-Ignorate il mio migliore amico qui, è solo arrabbiato con me perché non voleva fare colazione!- disse scoccando un occhiata furba al ragazzo.
-Quando non ho fame, non ho fame!Non puoi costringermi!- gridò il bianco.
-Ah sì?- Ayaka afferrò un biscotto fragrante e glielo sventolò sotto gli occhi, come fa un padrone con il proprio cane – Lo vuoi Suzuno?So che hai fame...prendilo coraggio!- lo stuzzicò.
Il ragazzo fece vagare gli occhi gelidi a ritmo con il biscotto, fin quando alla fine non si decise a cedere – Al diavolo!Dammi qua!- lo afferrò bruscamente e lo ingoiò in un morso.
Tutto il tavolo scoppiò a ridere e alla fine la colazione continuò con la monotona ma divertente semplicità.




-Se sicura di volerlo chiedere?-
-Sì, tanto ormai siamo fuori argomento...-
-Sta rubando materiale al professor Ulpin...va fermata ora...-
La lezione di lettere doveva essere incentrata sull'analisi di una scheda che narrava in un riassunto la storia del villaggio di Akuma, solo che la professoressa si era fatta prendere dall'entusiasmo (solo ed esclusivamente proprio) e si era messa a narrare da sola e con i dettagli tutta la storia.
-Un tempo, questo villaggio faceva parte di un grande regno che raggruppava diversi villaggi, si chiamava Haroshoo. Questa parte del regno era quella meno conosciuta e la più spaventosa secondo tutti. Le terre erano inadatte alla coltivazione e si diceva fossero abitate da fantasmi e altri esseri spaventosi. Per questo, a seguito di diverse lamentele di morti misteriose e sparizione, il villaggio fu allontanato e reso indipendente dal re di Haroshoo. -
Mayumi prendeva appunti meticolosamente, evidenziando i nomi importanti con gli evidenziatori colorati e segnandoli anche nella sua mente.
-Non sia mai che possano servire per la lezione di storia!- disse concentrata.
Nel mentre la professoressa continuava imperterrita nella spiegazione – Un giorno, accadde un fatto che segnò la storia di questa terra, un fatto terrificante, una guerra...- la penna tremò nella mano di Mayumi, che sussurrò – La prima Guerra Demoniaca...-
-La prima Guerra Demoniaca!- la donna batté con forza la mano sulla cattedra, facendo spaventare tutti gli studenti – Combattuta contro i Demoni rossi, così chiamati perché provenivano dalle terre con il caldo e la terra rossa...-
-L'attuale Australia - puntualizzò Irina, facendo schizzare in alto la mano – Ma a quel tempo non si sapeva il nome della terra, la si conosceva solo per le sue terre rosse, il colore dei demoni -
La prof annuì – Questa guerra ha causato un sacco di morti, gli invasori volevano conquistare tutto lo stato, il villaggio chiese l'aiuto del re, ma questo si rifiutò e li lasciò al loro destino...-
-Terribile!- commentò qualcuno con stizza.
-Esatto...fu un periodo orrendo, dove scomparve la scrittura e tutte le cose belle che esistevano a quel tempo, il villaggio per questa guerra fu ribattezzato Akuma, cioé demone, e soggetto a tanti pettegolezzi...- calò un fitto silenzio di pensieri, fin quando Irina alzò di nuovo la mano per chiedere una conclusione -Ma alla fine furono scacciati, vero?-
-Certamente!- assentì la professoressa – Grazie a valorosi guerrieri tutto tornò alla normalità e si decise di far passare al comando la famiglia più ricca di Akuma, i Kennoshita, che per tradizione ancora governano qui -
Mayumi tappò l'evidenziatore, fissando soddisfatta gli immacolati appunti che aveva preso, pronta a sfoggiarli di fronte alla prossima lezione di storia con il professor Ulpin. La professoressa tirò un grosso respiro, come se volesse continuare a parlare, Irina e Mayumi si scambiarono occhiate di panico.
-Bisogna fermarla – disse la prima con fermezza – O passerà alla cattedra di storia -
-Ci penso io, ciò aiuterà anche noi!- tossì rumorosamente e alzò la mano – Mi scusi, vorrei porle una domanda in merito a questa storia che ha illustrato -
La donna la guardò inarcando un sopracciglio – Dica pure Sakamoto – tutti avevano lo sguardo puntato su Mayumi.
-Ha detto che a seguito della guerra scomparve la scrittura, ma io vorrei sapere come le testimonianze di questa guerra siano state rivenute...sì, insomma...gli invasori che tipo di scrittura avevano? Ha preso il posto di quella che c'era all'epoca in Giappone?Il giapponese antico?- bombardò con le domande e la professoressa sembrò vacillare un secondo.
-Bhe...dunque, Sakamoto, le tue domande sono tutte molto interessanti...- tossicchiò malamente - ...il giapponese attuale che conosciamo, venne molto, molto dopo...dopo quello antico, perché prima in realtà esisteva un altra specie di scrittura che solo i ricchi studiavano. Con l'arrivo della guerra nessuno si preoccupò di fare la radiocronaca, ma ovviamente i barbari portarono con l'invasione la loro, di scrittura, che rimase per un po' di anni nelle terre -
-E che scrittura era?- aggiunse ancora Mayumi, gli occhi dorati che brillavano.
-Una scrittura quasi geroglifica, quasi...fatta di disegni e lettere insieme -
-Ed è mai stata tradotta?!- domandò ancora la ragazza, con l'animo alle stelle e i circuiti del suo cervello che vorticavano.
-No!- la professoressa ora sembrava seccata di parlare – Molti ci hanno provato, ma in pochi hanno saputo interpretare quei segni. Si dice che chi ci è riuscito, abbia bruciato tutte le proprie scoperte perché ciò che vi era scritto nei pochi ritrovamenti, era orribile -
-E come...- la ragazza voleva continuare con le domande, ma la prof al limite della sopportazione di una tale e irrefrenabile curiosità, chiuse la questione e la campanella che suonò in quel momento aiutò. Mayumi e Irina uscirono fuori, sciamando via insieme alla classe, la prima aveva un sorriso di soddisfazione stampato in volto, la seconda rise.
-Hai in mente qualcosa, vero Mayumi?- le disse ridendo – Anche io...-
-Che abbiamo ora?- chiese Mayumi. Irina si fermò in mezzo al corridoio, pensando rispose -Ora libera, non abbiamo nulla!- e come se si fossero lette nel pensiero, sfrecciarono verso la biblioteca.






La biblioteca era il luogo in cui alcuni studenti passavano giornate intere e leggere, fare ricerche per le lezioni o anche solo studiare e trovare un attimo di tranquillità, per altri un luogo strano di cui non sapevano nemmeno l'esistenza, per Irina e Mayumi un labirinto di volumi antichi e impolverati che racchiudevano una sfida: trovare quante più informazioni possibili in un ora.
Appena entrate si tuffarono tra gli scaffali, decise a sbrigarsi e poco dopo, un quarto d'ora circa, tornarono ad un lungo tavolo vuoto, con in mano molti volumi ingialliti.
-Storia di Akuma, Scritture mistiche nel mondo, le scoperte più importanti degli storici...- leggeva i titoli Irina, mentre riordinava tutti i libri di fronte a sé, armata di carta e penna, con i capelli legati e le maniche della camicia rimboccate per bene.
Mayumi guardò l'orologio appeso alla parete, le cui lancette sembravano muoversi a rallentatore.
-Quarantacinque minuti da ora, via!- aprì Interpreti formidabili di K. Minami e cominciò a scarabocchiare qualcosa sul foglio con una mano, mentre con l'altra sfogliava le vecchie pagine.
Il tempo però passò più in fretta del previsto e le due ragazze non sembravano aver concluso nulla.
Mayumi riprese gli appunti di quella mattina, analizzandoli con molta attenzione, ma alla fine si ritrovò a sospirare.
-Possibile che non ci sia nulla sulla scrittura del popolo dei demoni!- sbottò abbandonando la penna sul foglio – Sono davvero andati tutti bruciati, quei documenti?-
Irina non rispose, fissava lo schermo del suo cellulare che aveva riposto con cura accanto al foglio, mostrava le foto scattate alla sua arma e dell'amica. Quegli strani simboli si riflettevano nei suoi occhi e sembravano stuzzicarla.
-Perchè invece...non proviamo a cercare questi simboli in qualche libro, invece dell'intera scrittura in sé?- azzardò mentre apriva Storia di Akuma, un libro gigante dalla copertina in pelle marrone, la vecchia stampa a quanto pare.
In quel momento però, qualcuno sfrecciò dritto verso il loro tavolo e si fermò appoggiando pesantemente le mani sulla superficie di ebano, ansimando per la corsa.
-Irina! Mi serve la chiave della nostra stanza!L'ho persa accidenti e fra poco dobbiamo andare a lezione, devo prendere i miei ventagli!- piagnucolò Ayaka puntando gli occhi glaciali sulla rossa che tutta via, non accennò ad alzare lo sguardo dalla lettura del libro.
-Nella borsa, la tasca piccola – rispose con un mugugno e voltò la pagina. Ayaka sfrecciò verso la borsa alla fine del tavolo, afferrò la piccola chiave d'argento -Grazie! Ma vedete di sbrigarvi anche voi, mancano dieci minuti alla campanella!- e poi si allontanò, ma le due ragazze non sentirono nulla.
Irina si era alzata in piedi di scatto, rischiando di far rovesciare la sedia, puntando gli occhi smeraldini, attraversati da una scintilla e il dito su una pagina del libro.
-Mayumi guarda! Quella è...la tua katana!- esclamò. L'amica si sporse subito a vedere.
-Impossibile...il dipinto è...- la foto ritraeva un dipinto fatto di un guerriero con armatura completa a bordo del suo destriero. In mano aveva quella che sembrava proprio la katana di Mayumi, lunga d'argento e con il manico rosso inciso di oro. La ragazza lesse subito la didascalia in fondo alla foto e si convinse ancora di più che quella non poteva essere davvero la sua arma, la foto era datata nel periodo della prima Guerra Demoniaca.
-Sì...-convenne Irina, come leggendola nel pensiero - ...Ma ricorda che quelle armi sono un tesoro di Akuma, e questo...-indicò il giovane nella foto -...questo ragazzo combatté per difendere Akuma all'epoca, quindi chi ci dici che...-
Mayumi sfogliò il libro andando avanti e un altra foto comparve davanti a suoi occhi, questa volta fu lei a sussultare e indicare una didascalia a Irina – E questa allora!?-
Era un pezzo di biografia del guerriero nelle pagine precedenti e veniva detto che al suo fianco, aveva combattuto durante la guerra anche il fratello sedicenne, morto in un combattimento.
La piccola foto in basso che accompagnava la didascalia, mostrava un ragazzino dai capelli neri coperto da un armatura e che stringeva in mano un macete.
-...Lavorava come boscaiolo e usò il suo macete come arma per ricordare a tutti le sue umili origini...- lesse Irina.
Le due ragazze si scambiarono uno lungo sguardo pieno di pensieri – Palese...è palese, le nostre armi sono...sorelle...- disse infine Irina.
-Ma, le incisioni? Le scritte dorate e argentate sull'elsa?- titubò Mayumi – Cosa significano?-
Irina guardò l'orologio appeso alla parete della biblioteca, la campanella sarebbe suonata a breve.
-Ci penseremo un altra volta, ora sappiamo perché le armi sono simili, effettivamente sono sorelle!Quindi forse potremmo provare a combattere insieme durante la prossima lezione, chissà se...-
Mayumi annuì convinta e insieme si accinsero a recuperare le loro cose per la lezione seguente: Equitazione con la Heart.





 
~♦~






La stalla era un edificio di mattoni smessi e coperti d'edera, con un vecchio tetto di legno quasi marcio che per miracolo si reggeva ancora. Gli studenti erano radunati fuori, davanti alla professoressa, che per l'occasione aveva sfoggiato un completo da perfetta cavallerizza, con tanto di frustino. In mano reggeva una lista di nomi, che scrutava ormai con attenzione da inizio ora.
-Dunque ragazzi, stando ai nomi che mi avete dato la scorsa volta – iniziò senza staccare gli occhi dal foglio – Pochi di voi sanno andare a cavallo, quindi direi che possiamo sfruttare queste persone per far imparare agli altri – i ragazzi si scambiarono occhiate sbieche e cominciarono a rumoreggiare.
-Chiamerò due coppie, dovrete entrare nella stalla, scegliere un cavallo e avviarvi verso il percorso di equitazione...- il sole le faceva brillare gli occhi mentre indicava un punto oltre qualche albero, da cui si poteva intravedere uno steccato bianco. Scrutò un ultima volta la lista – Jareau e Kazemaru, Sakamoto...- Mayumi drizzò le orecchie rigida per poi un secondo dopo rilassare le spalle – Sakamoto Hideko, Kino -
-Ehm...prof io non...posso, ho paura dei cavalli...- mormorò Kazemaru, pallido come un cadavere.
-Suvvia, vedi di non farmi fare brutte figure!- con uno sbuffò, Jul lo tirò all'interno della stalla e al seguito vennero le altre due ragazze.
Dentro come prevedibile, c'era un terribile odore di sterco equino, Kazemaru cercò di trattenere un conato di vomito, Aki sembrava in procinto di svenire in mezzo alla paglia.
Le due cavallerizze, Hideko e Jul invece, passavano in rassegna tutti gli stalloni e le giumente presenti, cercando di scegliere quello o quella perfetta.
-No, no...no e no...- scandiva continuamente Hideko, passando davanti a ogni animale che a quel monosillabo sembrava reagire con un sbruffo infastidito.
Juliette nel mentre si era avvicinata a una giumenta alla fine della stalla, che stava tranquillamente bevendo dell'acqua da una ciotola di pietra. Era completamente nera, fatta eccezione per una strana macchia a forma di mezza luna sul muso.
-Ti chiami Luna vero?- disse la riccia guardandola amorevolmente – Come sei bella...- prese a darle delle leggere carezze sul muso e la cavalla la guardò con i vacui occhi neri, e uno scintillio simpatico in essi.
Nessuno, eccetto Kazemaru, sembrava essersi accorto della rapida trasformazione di Juliette, improvvisamente diventata più calma e dolce. Il turchese si avvicinò in silenzio e cominciò anche lui a fare delle carezze all'animale. La sua mano tremava su quel muso d'inchiostro, ma stare vicino a qualcuno che invece era tranquillo e sorrideva verso l'animale, gli dava una strana sicurezza.
-Scegliamo lei?- chiese il ragazzo ad un certo punto, puntando gli occhi color miele sull'amica.
-Sì...- rispose mestamente Jul, poi si riscosse in fretta dal suo stato di trance. Si guardò intorno e notò con rabbia che Hideko e Aki s'erano andate.
-Accidenti!- imprecò affrettandosi a far uscire Luna – Perché non mi hai detto che erano andate via!?- gridò verso Kazemaru.
-Non me ne sono accorto!- si giustificò il ragazzo, nel panico.
Jul fissò la sella e montò su Luna – Forza!- esclamò verso Kazemaru – Sali avanti!-
-Ho paura!- protestò lui e Luna nitrì infastidita.
-Ma prima la stavi accarezzando!-
-Solo perché lo facevi anche tu!!-
-Ok...- Juliette fece un lungo respiro nel tentativo di calmare i nervi e rimanere tranquilla, o anche Luna si sarebbe agitata e non poteva permetterlo – Afferrami la mano!-
I loro sguardi si incontrarono, Jul scosse la mano e il turchese l'afferrò, con un scatto si ritrovò dietro la compagna e subito le circondò imbarazzato la vita con le braccia.
Juliette tirò le redini – Al galoppo Luna!- e la spronò fuori dalla stalla, diretti verso il percorso.
Quando arrivarono notarono gli altri compagnia attaccati allo steccato che guardavano il percorso di ostacoli che dovevano affrontare e si scambiarono pareri.
Luna affiancò lo stallone color cioccolato che aveva scelto l'altra coppia. Hideko sorrise provocatoria – Pronta a perdere Jareau?- dietro di lei Aki sembrava tremare, esattamente come Kazemaru.
-Ti piacerebbe – ribatté la riccia serrando i pugni sulle briglie.
-Ricordate che non è una gara!Dovete far capire ai vostri compagni come domare il cavallo e una volta completato il percorso vi invertirete di posto!- spiegò la Heart, portò alle labbra un fischietto d'argento e soffiò. I due cavalli partirono al galoppo verso gli ostacoli. Era certo che Juliette e Hideko non avrebbero seguito le istruzioni.
Il primo ostacolo da saltare era davanti a loro, Jul serrò i denti, mentre Kazemaru le stringeva la pancia fino a farla smettere di respirare, ma lei era troppo concentrata per farci caso.
-Hideko rallentaa!!- gridava Aki dietro la lilla, ma questa si limitò a spronare di più il cavallo e saltarono l'ostacolo in contemporanea con gli avversari.
Gli altri trattenevano il fiato da dietro lo steccato.
-Strappo finale!- esclamò Jul – Kazemaru abbassa quelle mani o te le taglio!- il ragazzo non si era accorto di star stringendo non più la pancia ma altro, allora ubbidì subito rosso come un pomodoro.
Erano testa a testa, il traguardo era a pochi metri di fronte a loro.
-Sto per vomitare!- disse Aki mettendosi una mano davanti alla bocca.
-Vedi di resistere fino alla fine, dopo potrai liberarti!- l'ammonì Hideko.
Mancava poco...un ultimo impeto...tre...due...e...
La Heart fischiò, la gara era finita ma non c'era stato un vincitore, le due coppie avevano tagliato insieme il traguardo. L'evento che accadde dopo fu rapido e scatenò il panico generale.
Mentre Jul e Hideko litigavano di brutto, dando le loro più valide motivazioni sulla propria vittoria, i due cavalli si erano agitati. Luna aveva sentitola rabbia di Juliette e per la paura era impazzita.
Si impennò e la coppia cadde a terra con un tonfo. Spaventato, anche il cavallo di Hideko fece lo stesso, ma l'unica a cadere fu Aki, Hideko riuscì a rimanere in sella e tentò di ristabilire l'animale.
Gli altri studenti gridarono, Elissa e Aiden saltarono la staccionata e corsero dagli amici.
Jul si stava già rialzando, piena di tanti piccoli graffi e terra, non sembrava essersi fatta nulla.
Stavano peggio Aki e Kazemaru, entrambi svenuti, la prima aveva uno strano colorito verdastro e il secondo aveva il braccio destro piegato in una strana angolatura.
La Heart fischiò fortissimo e si avvicinò a Luna per calmarla – Buona! Stai giù!- gridava, ma Luna continuava a nitrire imperterrita.
-Luna!- esclamò Jul andandole davanti, la guardò negli occhi e con decisione le accarezzò il muso come nella stella, fortunatamente si calmò e lo stesso fece il cavallo di Hideko.
-Meraly, McCartney, portate i vostri compagni subito in infermeria!- ordinò mentre afferrava le briglie di Luna – Sakamoto, noi riporteremo i cavalli nella stalla.Voi altri, andate a prendere le vostre cose, la lezione è finita -
Tutti ubbidirono e in fretta la folla si sparpagliò, mentre i malati venivano portati subito al castello.


L'infermeria era una stanza dalle pareti di mattoni e lenti bianchi divisi da brandine.
L'infermeria, la Signora Gianessa, aveva fatto stendere i due svenuti sul letto e aveva dato loro uno sciroppo dallo strano colorito verdastro. Jul aveva insistito per rimanere seduta su uno sgabello e medicarsi i graffi da sola, ma per il resto sembrava stare bene.
-Signora, staranno bene?- chiese Elissa guardando il braccio fasciato di Kazemaru che spuntava da sotto le coperte bianche.
La donna sorrise – Si sveglieranno a breve, passeranno la notte qui e per domani saranno in forma – spiegò mentre adagiava uno strofinaccio umido sulla fronte di Aki.
Aiden prese la mano dell'amica sussurrando parole piano, come un preghiera. Vedendo quella scena, il cuore di Elissa si strinse e si alzò in piedi di scatto dalla sedia.
-Tu e Hideko avreste dovuto prestare più attenzione!- gridò arrabbiata verso Jul – Non era una gara, avete sbagliato, poteva seriamente andare peggio!-
Ma Queen non l'ascoltava, si alzò dallo sgabello riponendovi sopra il disinfettante e il cotone e si allontanò dall'infermeria imperterrita.
-Idiota!- disse Elissa stringendo la mascella, poi si rivolse a Aiden – Perdonale entrambe!-
Aiden la guardò attraverso gli occhi verdi – Certo – e i due continuarono ad assistere i compagni.








-Come stanno?-
-Bene, domani potranno tornare a lezione -
Ayaka tirò un sospiro di sollievo, aveva subito fermato Elissa quando era uscita dall'infermeria per chiederle aggiornamenti sulla situazioni dei compagni.
-Lo dirò agli altri, saranno felici di saperlo – Elissa annuì mentre apriva il suo armadietto per sistemare i libri. Poi però sentendo il silenzio della castana, si girò e vide che in mano stringeva un pezzo di carta e una penna. Il cuore di Elissa prese a battere velocemente, mentre qualcosa scattava dentro di lei.
-Sei Elissa Merlay...- parlò l'amica – Colei che chiamano, la Pantera Rosa, per le sue grandi prestazione di combattimento, il suo sangue freddo e l'innata facilità con cui maneggi tutte le armi-
Elissa strabuzzò gli occhi e si morse la lingua -...mi hai scoperta...- sussurrò.
-Sono una tua grande fan! Mi hanno raccontato tante storie su di te! Mi faresti un autografo!- le porse la penna e il foglio semi accartocciato dall'ansia.
La castana lo prese, leggermente tremante e lo firmò.
-Ayaka, non dirlo a nessuno ti prego...e non dire così, sono tutte voci...alterate, ho più punti deboli di quanto pensi...- le diede l'autografo e poi fece un mezzo sorriso.
-Grazie mille, hai la mia parola!- e detto questo l'Ayase si allontanò.
Gli occhi di Elissa si velarono di lacrime, chiuse l'armadietto con un tonfo e sospirò pesantemente.
-Hai fatto di origliare Gianluca?- domandò dopo un secondo. Scoccò un occhiata verso la fine degli armadietti, dopo l'amico fece capolino con una faccia piuttosto seria.
-Scusami...passavo e vi ho visto parlare...ti ha scoperto Eli...- rispose il castano.
Elissa alzò le spalle, cercando di trattenere le lacrime – Mi fido di Ayaka, se dice che non lo dirà a nessuno, non lo farà -
-Ma perché ti ostini a nasconderlo!- Gianluca fece un passo avanti – Sai già come tutti ti prendono in giro, se lo sapessero ti...-
-...Mi porterebbero rispetto, non lo voglio, le persone che mi vogliono bene mi rispettano, gli altri possono anche andarsene. Questa è una storia conclusa, il mio nome mi crea già abbastanza angoscia...- le cadde una lacrima – Tu e Paolo siete gli unici che potete capirmi!-
-Ti staremo accanto, non preoccuparti!- Gianluca si sporse ad abbracciare l'amica e Elissa riuscì a ricacciare indietro la tristezza.
-Vi voglio bene...- disse stringendo l'amico.
-Già...anch'io ti...voglio bene...-  

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Angolo della Prima Cacciatrice:

Per ora siamo ancora gli inizi, quindi probabilmente i capitoli vi sembreranno noiosi, ma cercherò comunque di renderli un minimo stuzzicanti.
Perdonate il ritardo, putroppo nonostante sia in vacanza non ho molto tempo per scrivere, cercherò di impegnarmi e pubblicare un capitolo al mese,
dopotutto questa sarà una storia di circa...15 capitoli più o  meno, devo ancora decidere ^^". 
Lasciate una recensione per farmi sapere i vostri pareri, vi mando un abbraccio e ci vediamo al prossimo capitolo!.

_Elisachan
   
 
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