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Autore: Growl    16/08/2016    3 recensioni
In una classe di venti studenti, le divergenze tra questi portano la preside a fare una scelta rivoluzionaria; dividere gli alunni in quattro Fazioni: La Teocrazia del Sol'Rosa, l'Unione dei Moderati, la Repubblica delle Banane e l'Anarchia della Fattanza. Divisi in gruppi, gli studenti non danno problemi e rimangono tranquilli, e tutti pare andare per il meglio.
Il terzo anno, però, si unisce un nuovo studente al gruppo, Filippo. Con una vita sociale pari a quella di una lucertola nel deserto, una madre estremamente vendicativa e la capacità di tollerare il genere umano ormai persa da tempo, come farà a sopportare i suoi nuovi stravaganti compagni di classe senza contemplare il suicidio? Inoltre, c'è in palio la vincita di una gita in America, e gli studenti sono così ansiosi di "fare esperienze" all'estero da ricorrere ad atti estremi... Non stupitevi se la storia finirà con una tragedia.
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Mi raccomando, ci tengo tanto alla storia, quindi se vi capitasse di leggerla, magari lasciateci anche una piccola recensione? ;P
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vita di fazioni
in una classe disastrata



 
 
Desideri infranti e incontri inutili come questo titolo
 

Ho appena chiesto a Martino di unirmi alla loro Fazione. E’ un po’ strano, visto che tutti gli altri hanno pregato me di unirsi, invece che il contrario. Per qualche millesimo di secondo penso di starmi omologando alla massa. Forse nella classe si è diffusa una pericolosa malattia, la quale mi ha contagiato, che come sintomo principale ha l’irresistibile desiderio di chiedere alle persone di unirsi alla propria Fazione. Ma poi arrivo alla conclusione che ciò è improbabile da un punto di vista medico.
Lui e i cinque rimangono in silenzio.
«Allora?» chiedo.
«Non possiamo.» risponde Martino.
«CHEEEE?!» grido io disperato. Che cosa ho fatto di male?
«Il terzo emendamento dell’Unione afferma che voglia un alunno far parte della Fazione, egli dovrà dimostrarsi degno dimostrando di avere un talento.»
Incuriosito, chiedo quali siano i due precedenti.
«Abbiamo organizzato i primi quattro in una filastrocca!» fa Giulio allegro. «Uno, non parlare dell’Unione pena punizione! Due, a chi scappa niente pappa! Tre, senza un talento non entri dentro! Quattro, le riunioni aperte a tutti, belli e brutti!... ehm… ci sto ancora lavorando.»
Ho un’idea.
«Ehi! Perché non mi assumete come poeta del gruppo?! Da piccolo creavo delle belle poesie, la maestra mi elogiava sempre! Posso… lavorare sulla filastrocca degli emendamenti!»
«Prima di tutto, non assumiamo, non siamo un’azienda ma una semplice Fazione. Ognuno di noi si adopera per il benessere dell’altro per condividere ciò che abbiamo.»
«Non m’importa se siete comunisti, ragazzi! Viva Marx! Il Manifesto del Partito Comunista è il mio libro preferito… dopo Twilight ovviamente, quello ha le migliori storie d’amore seeenza dubbio.»
«Ehm… non siamo comunisti.» specifica Antonio.
Tiro un sospiro di sollievo. «Mamma mia, pensavo che anche voi foste pazzi, e che mangiaste bambini! Che fortuna! In realtà non ho mai letto il manifesto del partito comunista! Allora, per il poeta, cosa ne pensate?» 
«Secondo!» continua Giulio «Io sono lo scrittore della Fazione, e nel mio campo rientra anche quello del poeta, dovrai trovare un diverso talento.»
«Io sono il matematico, ma penso tu lo sappia già.» spiega Martino.
«Io invece sono l'atleta.» dice Antonio. «Matteo qui vicino è il disegnatore, ma è troppo pigro perché faccia qualcosa di produttivo.»
«Tsk.» fa un ragazzo di media altezza, capelli neri, corti e lisci, occhi marroni e leggermente sovrappeso. «Semplicemente, gestisco bene il mio tempo
«E poi c’è Alessandro, che chiam-»
Antonio si guarda intorno ma non vede nessuno tranne me e i suoi tre compagni.
«Dove è andato?»
«Credo che abbia visto Amanda di 2°C. Le è corso dietro a distanza.»
«Se continua così verrà denunciato per stalking! L’ingiunzione restrittiva non è servita a nulla?»
«Vado io a spiegargli che quando una ragazza gli dice “non m’interessi” è perché non le interessa...» dice Matteo, scendendo per le scale e cercandolo.
«Mostraci che hai un talento e potrai entrare nell’Unione.» ripete nuovamente Martino «Pensa bene ai tuoi pregi, perché hai un solo tentativo.»
«Eh, sì! Lo dice la Costituzione!» esclama Giulio. «Il… il… nono emendamento! Nove, hai un tentativo solo, altrimenti ti buttiamo giù dal molo!»
«Giulio, se continui così prenderò veramente in considerazione Filippo al posto tuo.»
«Ma il molo è una metafora..!»
«Allora è una pessima metafora.»
Ritorniamo in classe, spinti violentemente dalla professoressa d’arte, che rimprovera aspramente Matteo quando ritorna con Alessandro.
A metà della lezione, bussano alla porta.
«Scusi, c’è la madre di Zuzzullo alla porta.»
Riconoscerei quella voce tra mille, la luce splendente tra le ombre!
ESTER! GRAZIE, KARMA!
«Siamo sicuri che è sua madre?» fa la professoressa.
«Già, siamo sicuri? Preferirei fosse uno sconosciuto.»
«Cosa volete che le faccia? Un test del DNA?» chiede Ester.
Oh, sarcasmo! E’ la mia migliore amica, le chiedo di andare a fare una cena insieme magari.
«E se fosse la sosia che ha rapito la madre e adesso si sta approfittando del fatto che sono simili? Non posso permettere che i miei studenti scompaiano, non posso perdere anche questo lavoro!»
Evidentemente la Velli ha una backstory molto tragica, ma qui non siamo in un fantasy come Game of Thrones in cui bisogna caratterizzare i personaggi in modo perfetto, e sono abbastanza sicuro che la mia massa è molto inferiore rispetto a quella del caro George.
Mi alzo senza salutare nessuno e seguo Ester per il corridoio.
«Ester, come fai a sopravvivere?»
«Tanto caffè e molte riviste di enigmistica.»
«Dici che dovrei provare anche io?»
«Abbiamo un distributore di caffè, ma per quanto riguarda le riviste devi comprarle all’edicola qui vicino. Però te le consiglio, alcune sono estremamente difficili e non riesco a completarle.»
«Ester, posso aiutarti? Sicuramente preferisco i sudoku alla mia classe.»
Arriviamo al portone della scuola, dove c’è mia madre con uno sguardo furente che sembra trapassare il corpo e attaccare l’anima; io rimango impassibile, dato che la mia anima è stata rubata moltissimo tempo fa (ovviamente proprio da lei).
«Filippo, hai scordato la merenda!» grida lei. «DEVI MANGIARE!»
Detto questo, prende dalla borsa una scatola con dentro tre biscotti fatti in casa, i quali però sembrano polpette. Sono sicuro che voglia usarmi come cavia per testare le sue capacità culinarie.
«Mamma, mi sono già procurato la merenda.» cerco di spiegarle. «Ho preso dei Pan di Stelle.»
«Preferisci dei biscotti della Mulino Bianco a me?! Ma i miei sono… OLIO DI PARMA FREE!»
«Forse intende olio di palma?» chiede Ester.
«NO, OLIO DI PARMA! UN MISCUGLIO SEGRETO INVENTATO DAI PARMIGIANI REGGIANI PER CONTROLLARE LA MENTE DEI POVERI SCIAGURATI CHE MANGIANO BISCOTTI PRECONFEZIONATI!»
Ester mi guarda confusa, io le faccio segno di andarsene, se non vuole impazzire.
«Ehi, mamma, ti prometto che li mangerò, però dobbiamo fare un colloquio con la preside.»
Lei considera l’offerta, mentre vedo Ester seduta che cerca di risolvere un rebus.
«Va bene, diavoletto!» mi dice arruffandomi i capelli. Io, spaventato, me li tocco per controllare che non mi abbia versato addosso qualche sostanza tossica, ma mia madre non è così intelligente da ordire un piano tanto complesso.
«Che cosa dovresti chiederle?»
«Spostarmi di classe, è una cosa da niente. Per favore, mamma.»
«Ti ho già fatto un favore portandoti i miei biscotti, adesso vuoi che mi lamenti con la preside?»
«Mamma, se tu fossi nella mia situazione, avresti già fatto fuori tutti con una spilla per capelli… non che siano fuori già di proprio.»
«Senti, Filippo! Sai che devo sbrigare faccende di lavoro veramente importanti, e non posso stare qui a farti da babysitter! Ci vediamo a pranzo, ho preparato la lasagna, e tu e tuo padre la mangerete, non come quando l’avete buttata giù dalla finestra!»
Vedo mia madre andarsene, e spero che non ritorni più. Ho già abbastanza problemi in questa scuola. Se pure lei mi mette i bastoni tra le ruote, tanto vale scappare di casa, scommetto che la mia vita sarà più facile.

   
 
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