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Autore: zaynseyes_    16/08/2016    2 recensioni
Neo Bartosz aveva spezzato il cuore ad Alexander Sullivan solo per ottenere la sua vendetta. Alexander cerca disperatamente di andare avanti con la sua vita sebbene sia ancora innamorato di Neo, iniziando perciò una nuova relazione. Quando dopo qualche mese Neo ritorna nella sua vita, entrambi i ragazzi si rendono conto di quante cose siano cambiate. Le uniche cose che erano rimaste inalterate erano i loro sentimenti l'uno per l'altro, e il dolore che essi avevano causato.
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[La storia NON è mia e non mi appartiene, tutti i crediti vanno a @SkeneKidz e alla sua fervida immaginazione. Questa è solo una traduzione. Il primo libro appartenente a questa serie, The Show Must Go On che potete trovare qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3046758&i=1. La storia è disponibile anche su wattpad. Grazie per l'attenzione e buona lettura!]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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I miei occhi vagarono ansiosamente lungo il corridoio ma di Toby non c'era segno. Scott chiuse l'armadietto e mi lanciò un'occhiata.

"Smettila di cercarlo." Disse "Probabilmente ti starà evitando"

"E se avesse saltato la scuola?"

"Dopo le lezioni vai a casa sua. Sai dove abita" rispose facendo spallucce.

"No, non ha saltato la scuola." Disse Bennett, apparendo accanto a noi "È nel corridoio vicino alla mensa. È con i suoi amici"

Superai Bennett ma lui prontamente mi afferrò per il braccio. Cercai di svincolarmi da lui ma la sua presa era ben salda su di me.

"Peggiorerai le cose." Affermò lui "Lo sai com'è fatto Toby. Chiunque non lo conosca bene sa che sta bene, ma si vede che è...spento"

"Devo andargli a parlare!" dissi, cercando ancora una volta di liberarmi e lanciandogli un'occhiataccia "Lasciami"

Bennett serrò le labbra e mi lasciò andare, avvertendomi con gli occhi di non farlo. Ma dovevo parlare con Toby. Dovevo migliorare la situazione. Diedi le spalle al mio amico e con calma mi allontanai.

Mi diressi in mensa, individuando il gruppo di amici di Toby oziare vicino al muro. Subito individuai Toby in mezzo a loro.

Era seduto contro il muro, con le gambe vicino al petto e le mani sopra le ginocchia. Stava fissando l'orologio sul muro con un'espressione che diceva che non era affatto interessato all'orario.

Uno dei suoi amici lo spinse leggermente con il piede, aggrottando le sopracciglia mentre gli diceva qualcosa. Toby si stampò in viso un brillante sorriso e gli rispose, annuendo allegro.

Presi un profondo respiro prima di avvicinarmi a lui. Toby alzò lo sguardo su di me quando mi vide, la sua espressione era felice, ma cauta.

Allungai una mano nella sua direzione "Devo parlarti"

Lui accettò la mano e lasciò che lo rimettessi in piedi "Non voglio parlare, Alexander"

Lo portai fuori dalla portata d'orecchio dei suoi amici "Toby, mi dispiace! Non volevo ferirti" dissi sinceramente.

Lui scosse la testa "Lo so, scusa. Non devi scusarti di nulla. Sapevo che non volevi una relazione, pensavo solo..."

"Ti ho illuso." Affermai "C'è qualcosa di cui devo scusarmi"

"Non voglio parlare di questo adesso." Si strofinò gli occhi, sembrando improvvisamente esausto "Mi dispiace Alexander, ho solo bisogno di un pò di tempo per pensare, okay? Ti prego"

"Non evitarmi, per favore"

"Ho davvero bisogno di tempo per riflettere"

"Dimmi solo che ci rivedremo presto" dissi, sentendomi impotente. Dio, avevo incasinato tutto.

"Solo se mi prometti che nel frattempo non rimorchierai nessuno, almeno fino a quando non ritorneremo a parlarci"

"Lo prometto" dissi.

"Allora ci rivedremo presto" concluse, dirigendosi poi verso il suo gruppo di amici che ci avevano guardato curiosamente per tutto il tempo. Disse loro qualcosa e tutti lo seguirono lungo il corridoio, lontano da me.

Aspettai che Bennett e Scott mi si avvicinassero. Il primo tra questi alzò un sopracciglio.

"Disastro?" cercò di indovinare.

"Ha detto che mi parlerà"

"Beh, buona fortuna allora. Andiamo prima che facciamo tardi" disse quando suonò la campanella.

Ci dividemmo per andare ognuno nelle nostre classi e ci incontrammo nuovamente a pranzo, sedendoci insieme al nostro tavolo. Non riuscivo a non pensare a Toby e Neo.

Tirai fuori il cellulare, mi morsi il labbro e scrissi un messaggio a Toby, inviandoglielo subito dopo.

A: Toby

Sto cercando di voltare pagina e dimenticarmi di Neo. Davvero.

Sapevo che tutti avevano ragione, sapevo che era ora di lasciarmelo alle spalle. Forse potevo dare a me e Toby una possibilità. Ero però spaventato di rovinare un'altra relazione con una persona a cui tenevo molto.

Scott grugnì ed io mi voltai verso di lui confuso. Lanciò il suo telefono sul tavolo, lontano da lui.

"Cosa?" chiesi.

"Delle ragazze continuando a flirtare con me"

"Tua mamma sarebbe contenta," rispose Bennett sghignazzando "Non sei uscito con nessuno dopo Ashley"

"Non voglio uscire con nessuno. Voglio che le persone mi lascino in pace" rispose lui mentre il telefono vibrava nuovamente. Scott gli lanciò uno sguardo disperato "Rompilo. Con un martello"

"Tu e Alexander di certo avete problemi opposti" affermò Bennett.

"Te la puoi prendere" mi disse Scott, indicando il telefono che vibrava.

"Sono gay, Scotty." Gli ricordai "Non voglio fare sesso con le ragazze"

"E siamo in due"

"Sì, ma tu hai già fatto sesso con delle ragazze." Dissi "Io no. E neanche voglio"

"Ho fatto sesso con Ashley solo perchè lei lo voleva e perchè ho pensato 'Ehi, chi lo sa, magari mi piacerà' e non sono mai stato così felice sul fatto che i vergini non durano a lungo"

"I vergini non durano a lungo, Alexander. È un bene che io non lo sia"

Mi strofinai il capo, come se potessi ancora sentire Jake che mi tirava forte i capelli. Roteai gli occhi mentre Scott incominciava a mangiare.

"Bennett, dà un'occhiata a Toby per me." Dissi "Fammi sapere se esce con qualcun altro"

"Farò quello che posso. Non penso comunque che lo farebbe. Tu sei stato la prima persona che non ha frequentato ufficialmente e con cui, nonostante questo, abbia fatto sesso"

"Tu fai quello che ti dico" dissi. Sarebbe andato da qualcun altro per farsi confortare? Dio, speravo di no.

Il telefono di Scott vibrò di nuovo e Bennett sospirò, afferrandolo dal tavolo e sbloccandolo. Scott lo guardò disinteressato, immaginando probabilmente che Bennett avrebbe saputo gestito la situazione.

"Ecco, adesso dovrebbe lasciarti in pace" disse Bennett dopo un minuto, lanciando il telefono sulle ginocchia di Scott.

"Finalmente" rispose lui con un sospiro di sollievo, riponendo il cellulare in tasca.

Quasi desiderai avere io quei problemi. Il mio telefono non aveva vibrato neanche una volta nel corso della giornata, nonostante il messaggio che avevo inviato a Toby. Era davvero arrabbiato.

La campanella suonò poco dopo e insieme ritornammo in classe. Quando la giornata scolastica finì cercai Toby tra i corridoi ma non vidi nessun segno del ragazzo. Individuai uno dei suoi amici e corsi verso di lui.

"Ehi, hai visto Toby?" chiesi.

Il ragazzo, il suo nome credevo fosse Nate o Nick o qualcosa del genere, scosse la testa "Nah, scusa. Toby se n'è andato durante il pranzo. Credo dovesse andare da qualche parte con suo padre"

"Grazie" dissi a Nate o Nick o qualcosa del genere. Andai a cercare i miei amici, chiedendomi dove diavolo potesse essere Toby.

Scott e Bennett mi stavano cercando vicino all'armadietto. Posai i libri lì dentro e insieme ci dirigemmo al parcheggio.

Li salutai prima di entrare in macchina. Guidai verso casa e mi presi un pò di tempo per salutare Link.

Non avevo niente da fare e nessuno con cui uscire. Bennett aveva tanti compiti da fare e la famiglia di Scott lo avevano portato a cena con i suoi nonni. I miei genitori erano a lavoro. Toby non mi parlava. E Neo...beh, probabilmente non era molto conveniente andare da Neo in questo momento. 

Mi alzai e Link mi seguì fino alla cucina. Presi Vesper da sopra il bancone e lo accarezzai dietro le orecchie mentre lo trasportavo al piano superiore.

Sprofondando contro il letto lasciai che Vesper si posizionasse nel suo posto preferito, facendo correre le dita contro il suo pelo. Presi a fissare il soffitto, sentendomi infinitamente annoiato e confuso.

Cosa diavolo avrei dovuto fare per l'intera situazione Toby/Neo. Neo aveva detto piuttosto chiaramente che la nostra relazione era definitivamente finita. E Toby era qualcuno con cui mi immaginavo avere una relazione felice. Non avrebbe potuto spezzarmi il cuore come aveva fatto Neo. Se Toby mi avesse ferito non lo avrebbe fatto volontariamente.

Eppure sapevo che non avevo ancora dimenticato Neo. Questa era l'unico motivo per cui avevo ferito persino Toby. I miei stupidi sentimenti mi stavano rovinando la vita. Quasi mi mancavano quei giorni in cui frequentavo persone solo per divertimento, uscivo qualcuno per un pò di tempo, facevo sesso. Ero superficiale? Forse. Ero più felice adesso?

Diavolo, no. Non ero più felice. Ma era stato tutto più facile.

Sospirai e strizzai gli occhi, chiudendoli. Dovevo dimenticarmi di Neo. Avevo intenzione di andare avanti. Quando Toby fosse stato pronto a parlarmi di nuovo, avrei già voltato pagina con Neo. Dovevo. Era tempo di passare oltre e smetterla di far soffrire me stesso e coloro che mi volevano bene.
 

***Neo's POV***

"Dio, questi stupidi golfini" esclamai, tagliandomi un filo che pendeva.

"Credo che i giganteschi gilet rossi ti si addicano" disse Ian guardandomi.

"Credo che ti morderò se non la smetti di parlare" dissi, quasi facendo cadere i libri che trasportavamo.

"Sei un'idiota" esclamò lui con un sospiro.

"Chiudi il becco." Cercai di sistemare meglio i libri tra le braccia "Dio, perchè dobbiamo portare noi tutta questa roba in segreteria?"

"Perchè nella sala studio non stavamo facendo nulla." Rispose lui "Adesso smettila di lamentarti. Dopo aver scaricato questi stupidi libri potremmo nasconderci in bagno fino alla fine delle lezioni"

"Mi piace questo piano" dissi annuendo.

Svoltammo l'angolo, trovandoci così di fronte all'ufficio del preside, e quasi grugnì. La zucca vuota stava parlando e sorridendo con il preside, sembrando del tutto a proprio agio.

"Abbiamo dei libri da consegnare." Disse Ian al segretario "Sono della stanza del Professore Gould"

"Oh, grazie ragazzi" ci disse il segretario, prendendo i libri da noi.

Toby lanciò un'occhiata nella nostra direzione e mi notò. Suo padre era in piedi accanto a lui, parlando anche lui con il preside. Stavano guardando entrambi alcune carte. Toby si scusò e si avvicinò a me e Ian.

"Neo, ho bisogno di parlarti" disse lui, con il sorriso sempre in viso.

"Ma certo. Qualunque cosa sia vediamo di sbrigarci." Dissi, guidandolo fuori dalla stanza con Ian a seguito "Ian, aspettami in bagno"

"Non metterci troppo. Forse possiamo uscire prima da scuola" rispose lui prima di percorrere il corridoio.

Toby mi guidò verso una stanza silenziosa. Mi sedetti sopra la cattedra incrociando impazientemente le braccia al petto mentre lui chiudeva la porta.

"Perchè sei qui?" chiesi.

"Mio padre è amico del preside. Abbiamo donato dei soldi alla scuola e mio padre voleva vedere per cosa sono stati utilizzati, così mi ha portato con sè" rispose lui, avvicinandosi. Era abbastanza intelligente da mantenere una certa distanza, comunque.

"D'accordo, cosa vuoi?" domandai.

"Alexander" rispose semplicemente.

"Oh, giusto, lui. Come sta andando l'intera operazione dei sensi di colpa? Lo hai già fatto sentire il colpa per non essersi messo con te?"

Mi guardò scioccato prima che lentamente la rabbia si impadronisse di lui "Pensi che stia cercando di far sentire in colpa Alexander per non essersi messo con me?"

"Duh," esclamai "È piuttosto ovvio, zucca vuota"

Stinse i pugni e mi lanciò un'occhiata che mi fece pentire di ciò che avevo detto. Alexander aveva ragione: il moccioso sapeva far paura quando voleva"

"Toby Reed è un fottuto bugiardo patentato. Si atteggia tutto dolce e innocente ma in realtà è un crudele pezzo di merda"

Questo era ciò che aveva detto Jake, prima che scoprissi che fosse il Jake che aveva ferito Alexander. Ma, d'altronde, probabilmente aveva detto questo perchè Toby lo aveva sedotto e messo in imbarazzo.

"Non mi abbasserei mai a questo livello. Non farei mai una cosa del genere, specialmente non ad Alexander. Ha attraversato abbastanza traumi emotivi tra te e Jake." Disse lui freddamente "Se ci frequentassimo, sarebbe stato perchè anche lui lo voleva. Se non sarebbe stato felice con me non ci sarei uscito. A differenza tua, mi importa della felicità di Alexander"

"E allora perchè la recita del ragazzo triste?" dissi, alzando un sopracciglio.

"Perchè non era una recita" rispose aspramente "Mi ha illuso. So che non era sua intenzione, non sono arrabbiato con lui, ma resta il fatto che mi ha illuso"

"Ha illuso tante persone. Lo ha fatto con il mio migliore amico, spezzandogli il cuore"

"Donnie?" Toby scosse la testa "Sei proprio stupido. Spero che tu abbia capito che l'unico motivo per cui Donnie ha ripreso a parlarti è perchè Alexander gliel'ha chiesto. Ha parlato con lui ed ha cercato di convincerlo a perdonarti, o almeno di parlarti di nuovo"

Lo guardai sorpreso. Alexander aveva davvero fatto questo per me...?

Toby chiuse gli occhi per un momento, cercando di riprendersi. La rabbia svanì dal suo viso ma quando riaprì gli occhi era ancora lì.

"Volevo parlarti e avvertirti." Disse "Ma adesso mi sono pentito della decisione"

"Mi hai già 'avvertito'" risposi irritato.

"No. Volevo avvertirti che Alexander sta voltando pagina. Forse non ti ha ancora dimenticato, ma sta cercando lo stesso di andare avanti." Disse lui "Ho pensato...per qualche ragione tu sei l'unico che lo ha reso così felice. Quindi ho pensato che sarei potuto venire e avvertirti che ha intenzione di voltare pagina, anche se questo lo sta facendo soffrire. Credevo che forse avresti potuto...merda, non lo so. Aiutarlo? Ritornare con lui?"

"Perchè vuoi che ritorni con lui? Tu mi odi"

Le labbra di Toby si curvarono in un ghigno "Quanto sei perspicace." Poi il sorrisetto svanì dal viso e la sua espressione si indurì leggermente "Come ho già detto, tu sei l'unico che lo rende felice. Ed io voglio vederlo in quel modo, se lo merita. Ma adesso ho capito che è uno sbaglio. Finiresti per ferirlo di nuovo"

"E cosa dire di te?" risposi arrabbiato "Lo stai facendo stare male!"

"Sto cercando di aiutarlo! Dopo che tu l'hai mollato ha ripreso a farsela con tutti, perciò sono intervenuto io. Per un pò l'ho fermato, poi una notte abbiamo...è stato meglio per lui stare con me. Era meglio che vederlo sbaciucchiare con chiunque trovasse." Disse lui, mettendosi le mani in tasca "Oltretutto, mentirei se dicessi che non mi è piaciuta la parte sessuale della nostra relazione"

Non potei fare a meno che mi esplodessero dentro la gelosia e la rabbia alla vista di Toby. Alexander lo aveva baciato, toccato, aveva fatto sesso con lui. Era fatto apposta per lui. Si complimentavano a vicenda e lui andava d'accordo con i suoi amici.

Era questo quello che aveva provato Donnie quando aveva scoperto di me e Alexander? Si era sentito geloso che Alexander si fosse innamorato di me e non di lui?

"So che vuoi ancora metterti con lui, ma vuoi anche stargli molto lontano. E questo conflitto gli farebbe solo del male se vuoi due vi rimetteste insieme"

"Non dirmi quello che voglio" sbottai. Aveva ragione? Non lo sapevo più, oramai. Non sapevo cosa volevo. Desiderai disperatamente non aver mai incontrato Alexander.

"Non farlo stare male. Forse non posso renderlo felice come fai tu. Ma non lo ferirei mai come hai fatto," disse lui "E questo dovrà essere abbastanza per me"

"E quindi cosa, continuerai ad andarci a letto con la speranza che cambi idea?" chiesi, odiando il pensiero.

"Che ti importa se continuo a fare sesso con Alexander? Oltretutto, le cose saranno imbarazzanti tra di noi. Faremo di nuovo sesso? Probabilmente. Ma mi assicurerò che non incominci di nuovo a farsi le sue scappatelle con altri. Forse lo ami, ma l'amore non è conoscenza e tu non conosci Alexander" disse lui, e la sua espressione mi ricordò che la zucca vuota lo conoscesse molto meglio rispetto a me.

"Buona fortuna, zucca vuota" ringhiai, saltando giù dalla cattedra.

"Quando è ferito...è allora che inizia a flirtare con altre persone. Non sa cos'altro fare. Davvero, è impotente." Disse Toby "Pensavi che facendolo soffrire lo avresti fermato, ma ha solo peggiorato le cose"

Odiavo che avesse ragione.

"Ho fatto degli errori ma gli sono stato alla larga. Non è che l'ho seguito dappertutto con l'intenzione di ferirlo ancora" risposi, spintonandolo rudemente.

Toby si concesse di indietreggiare leggermente prima di poggiarsi alla cattedra. La sua espressione era fredda e calma.

"Non ho intenzione di litigare con te. Come ho detto, sono venuto qui per avvertirti. Ma credo che cambierò quell'avvertimento in una promessa perchè non ti meriti Alexander. Ha intenzione di voltare pagina" lasciò che le parole restassero sospese nell'aria, tra di noi, prima di uscire con calma dalla stanza.

Guardai la porta chiudersi, lasciandomi solo nella classe. Scivolai contro il muro, seppellendo il viso contro le ginocchia. 

Era tutto un fottuto pessimo disastro. E sapere che Alexander si sarebbe dimenticato di me mi faceva accelerare i battiti del cuore.

Non sapevo più cosa volevo. Ma sapevo che dovevo capirlo il prima possibile perchè, ben presto, avrei potuto perdere Alexander per sempre.








 

_________________

Toby qualsiasi cosa faccia mi fa incavolare, e Alexander che non riesce a fare a meno di lui peggiora la situazione.

E siccome io sono brava e buona, e voi siete fantastici con i vostri commenti e stelline, facciamo che se questo capitolo arriva ad almeno due commenti, posto subito il successivo! E credo proprio che vi piacerà molto ;)

So che potete farcela, dai!

  
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