ECCOMI
QUA CON UN NUOVO CAPITOLO, SEMPRE E ASSOLUTAMENTE DEMENZIALE.
CAPITOLO
4
- Allora, si
può
sapere cosa cacchio è sta storia?
Mi chiese Alice,
guardandomi malissimo.
- Senti, Alice, posso
spiegarti…
Dissi, contando i
sassolini che c’erano per
terra (notare che eravamo su un sentierino di ghiaia). Dopo il duecento
milionesimo mi ruppi le palle di quel passatempo idiota e mi decisi a
spiegare
la situazione a quella pazza visionaria della mia sorellina.
- Bhe…
vedi… mi sono
inventato tutto… in verità è stata
quella Bella Swan a farmi cadere l’albero in
testa…
Borbottai, umiliato.
Alice, sensibile come
sempre, mi rise in faccia.
- Ahah! L’ho
sempre
detto io che eri un pirla!
Presi un camion dei
rifiuti che era
parcheggiato là accanto e glielo fracassai in testa.
- Smettila di
sfottermi! È una cosa seria, ne va del mio onore!
- Certo, come se
avessi ancora un onore, tu, dopo oltre cent’anni che non fai
altro che
infangarlo!
Mi rispose lei, poi
fermò una Lamborghini
che passava, lanciò via il suo proprietario e me la
tirò addosso.
- Alice! E
l’anonimato? – strillai.
- Ma smettila di fare
l’Hippy come tuo padre! – mi rimproverò
lei – e poi quello sfigato della
Lamborghini sarà morto, spiaccicato da qualche parte.
IN VERITA’
LO SFIGATO ERA UN TALE JACOB
BLACK A BORDO DELLA LAMBORGHINI CHE AVEVA APPENA FINITO DI MONTARE, E
CHE ALICE
GLI AVEVA APPENA DISTRUTTO. E OVVIAMENTE JACOB BLACK NON PUO’
MORIRE. IN
EFFETTI IL POVERINO VERRA’ SALVATO DA UNA LUPA CHE LO
ADOTTERA’, MA QUESTA E’
UN’ALTRA STORIA, CASOMAI VE LA RACCONTO UN’ALTRA
VOLTA… QUINDI TORNIAMO A
EDWARD E ALICE.
- Bhe, hai ragione, se
papy ti toglie la play station sono cazzi tuoi…
Dissi, con un bel
sorriso da fratello
ricattatore.
- Edward, ma possibile
che tu debba sempre fare il cocchino di paparino? –
urlò Alice, rimettendo
insieme la Lamborghini per potermela ri-fracassare in testa –
Cazzo, ma lo sai,
vero, che se non ci fosse Carlisle io ed i tuoi fratelli ti avremmo
già fatto
fuori?
Vero. Bhe, ma che ci
volevano fare, io ero
il primo figlio di Carlisle, per cui ero il suo preferito. Va bene, a
dire il
vero Carlisle dava sempre ragione a me perché gli potevo
leggere nel pensiero e
lui non voleva che spiattellassi tutto ad Esme, ma i motivi non sono
importanti
ai fini della storia.
- Ti propongo un patto
– mi disse allora Alice – io non dico agli altri
del licantropo inesistente, e
tu non dici a papà che ho ammazzato un umano per picchiarti
con la sua
macchina, ok?
Ci pensai un
po’ su, poi le porsi il
contratto, che lei lesse ad alta voce.
- “Io,
Alice
Cullen, dichiaro che Edward Cullen è il più figo
della terra, che convincerò
Emmett a fargli fare sempre Harry Potter e che non dirò
niente a nessuno
dell’incidente dell’albero. Firma”
Lei alzò le
sopracciglia e mi mandò
un’occhiataccia, pensando “Sì,
e dove lo vedi scritto quello che dovrai fare
tu in cambio? Guarda che non ci casco, scemo! E poi non mi risulta
affatto che
tu sia il più figo della terra” mi girai
dall’altra parte e misi il muso:
ero sensibile io! Lo sapevo di essere un cesso, però non era
affatto carino
pensarmelo così in faccia. Alice arrotolò il
foglietto del contratto e lo
lanciò in testa a Mike Newton che stava andando a biologia.
Questo mi ricordava
che sarei dovuto andarci anch’io.
- Ok, Alice, non
dirò
niente a papà, giuro, e tu tieni quella boccaccia chiusa,
chiaro?
- Si, si, non sono io
quella che non mantiene le promesse.
Rispose lei, facendomi
una linguaccia.
Sbuffai e me ne andai con il naso all’insù. Va
bene, ogni tanto giuravo e
spergiuravo sui miei genitori, che tanto erano già morti, ma
questo non
significava che non fossi in grado di mantenere una promessa, se pagato
profumatamente.
Arrivai
nell’aula di biologia un po’ in
anticipo e mi sedetti al mio banco, che nonostante fosse un banco per
due era
solo ed esclusivamente mio, perché papà aveva
pagato il prof perché mi
trattasse meglio degli altri studenti. Da qui la mia media perfetta,
perché da
solo, con i miei miseri due neuroni morti di fame, non ce
l’avrei mai fatta.
Sparsi i miei libri
sul banco, facendo una
barricata di diari, astucci e barbie (che non si sa bene cosa ci
facessero
nell’aula di biologia di un liceo… magari Eric se
l’era dimenticate in giro)
perché il prof non vedesse che mentre lui parlava io leggevo
il giornalino
delle Winx. Mi immersi nella lettura delle affascinanti avventure delle
fatine
cretine, che non riuscivano a capire chi avesse ucciso i loro puffi con
le ali
denominati Pixie, nonostante le Trix avessero lasciato un graffito
grande così
sul luogo dell’omicidio. Il professor Banner continuava a
blaterare, ma io non
lo ascoltavo: ero troppo impegnato a sentirmi figo perché, a
differenza delle
fatine, io avevo già capito chi erano le assassine. Non che
ci fossero molte
opzioni, comunque: o erano state le Trix o erano stati i fidanzatini
delle
Winx, stufi del fatto che le loro belle giocassero ancora con i
peluche.
- …
presentarvi la
nuova studente – stava intanto dicendo il professore
– Isabella Swan.
Oh, la stronza. Mi
scrocchiai le dita e
cominciai il riscaldamento da pugile, ma ad un certo punto mi venne in
mente
che l’unico posto libero era quello vicino a me.
“Oh,
Gesù, Giuseppe e Maria! No, non vicino
a me!!! Cazzo, ma per cosa ha pagato mio padre?” pensai,
orripilato, mentre
Bella Swan (Bella… ma perché Bella poi che era
una specie di rospa!) inciampava
su un libro. Le mandai un’occhiata di odio profondo, ma
lasciai che si
accomodasse accanto a me (la storia della ventola è tutta
una balla… e poi
Bella si era messa tre chili di Chanel n°5 per cui non si
capiva che odore
avesse). Quando mi fu accanto ero già pronto a saltarle
addosso e a scannarla
viva, nel bel mezzo della lezione. Bhe, era pur sempre un
bell’esempio di
sezionamento, no? Ma poi mi ricordai della playstation e dovetti
lasciar
perdere, almeno per il momento. Strinsi i pugni e continuai a guardarla
malissimo per tutto il tempo: che razza di stronza… ma
avrebbe visto, appena
fossimo usciti dalla scuola! L’avrei scannata, dissanguata,
smembrata e poi
avrei infilzato i suoi occhi con due stuzzicadenti e li avrei usati
come
cipolline per un cocktail. In quel momento, però mi venne in
mente un’altra
cosa: la bilancia. L’ultima volta che mi ero pesato era stata
un bel trauma, ed
avevo giurato solennemente di non bere mai più sangue umano,
per nessun motivo.
Certo, ogni regola ha un’eccezione ed ogni eccezione ha una
regola, per cui
teoricamente, magari avrei potuto anche…
“No!” mi dissi, con fermezza “Hai
giurato di non farlo! Sei a dieta, ricordi? Non puoi, Ed, non puoi.
Ricordati
della bilancia… vuoi diventare obeso come quel cretino di
tuo fratello Emmett?
Che poi dice che sono muscoli, ma figurarsi! Tutta ciccia e
steroidi!”.
Più tempo
passava, più sentivo di odiare
Bella Swan: si può sapere chi era lei per rovinarmi la
dieta? Chi era lei per
farmi cadere gli alberi in testa? Chi era lei per farmi sequestrare la
playstation per un mese? Chi era lei per permettersi di pensare alle
mie
spalle? Non valeva che nascondesse i suoi pensieri, accidenti! Mi
ripetei che
non sentivo i suoi pensieri perché non aveva un cervello, e
mi calmai quel
tantino che mi bastò per raggiungere
l’autocontrollo necessario a non
ammazzarla subito.
MA VISTO CHE LA NOSTRA
BELLA UN CERVELLO CE
L’HA, ANCHE SE QUESTO NON FA DI LEI UNA PERSONA INTELLIGENTE,
DIREI DI ANDARE A
VEDERE COSA PENSAVA LEI…
Tenevo gli occhi
puntati sul libro di
biologia, facendo finta di capire, anche se in verità non
capivo una banana.
Avevo una paura matta. Di cosa? Bhe, ovvio, avevo paura che il tizio
con i
capelli rossi mi passasse il malocchio. Che c’è?
Cedete che sia superstiziosa?
Cribbio, ci si passano le malattie, i compiti in classe, le canne!
Perché non
la sfiga? Era una possibilità da non trascurare.
Inoltre Edward Culo o
come caspiterina si
chiamava mi stava guardando come se mi volesse ammazzare
dall’inizio della
lezione. Scommettevo il braccio destro di mio papà (tanto
era il suo) che mi
stesse mandando il malocchio.
Fortunatamente era
seduto più lontano
possibile da me, ma non per questo i suoi capelli erano meno orribili.
Sembrava
proprio avercela con me e non sapevo perché, ma sapete
quanto me ne fregava…
zero assoluto. Sotto zero.
Quando finalmente
suonò la campanella
Edward Culo si alzò e filò fuori dalla classe.
Alleluia! La tortura era finita!
- Ciao, Bella.
No, scherzavo, non era
finita. Il tizio con
il porcospino giallo in testa aveva deciso di rovinarmi la vita.
- Ciao…
Risposi, raccogliendo
le mie cose
lentamente, nella speranza che si stufasse di aspettarmi e che se ne
andasse.
Come no, e io ancora che ci sparavo.
In breve si
scoprì che io e Mike avremmo
dovuto andare assieme alla lezione di ginnastica. A questo punto
dovrebbero
esserci delle grida di gioia in sottofondo, a cui io poi potrei
rispondere con
un bel “ma andate a…”. Vabbè,
niente effetti speciali, ho capito, vado avanti a
raccontarvi la storia.
- Ma che hai fatto a
Edward Cullen? – mi chiese ad un certo punto –
sembrava che lo avessi
accoltellato con la matita.
- Bhe, veramente
no… -
risposi – però… ehi, grazie, che bel
suggerimento!
Durante tutta la
strada Mike ci provò
spudoratamente, dimostrandomi di essere un maniaco sessuale come la sua
faccia
suggeriva. Stava anche per seguirmi negli spogliatoi delle ragazze, ma
gli
sbattei la porta in faccia dandogli un bel tiro sul naso.
Jessica, che quando
avevo aperto la porta
aveva improvvisato una lap-dance con spogliarello, sperando di
catturare
l’attenzione di Mike, mi mandò
un’occhiataccia.
- Potevi farlo
entrare, no?
Non mi degnai neanche
di risponderle: Mike,
oltre ad essere un maniaco, sembrava anche un cocainomane, ma di quelli
che si
tirano delle righe lunghe come piste da sci, che ci puoi andare
giù con lo
snowboard!
Per quel giorno non
dovetti fare ginnastica
(mah… vuoi vedere cha Dio esiste?) ed ebbi il
“privilegio” di assistere a
quattro partite di pallavolo in contemporanea. Dovete sapere che,
quando faccio
sport, oltre a farmi male da sola mi diverto a far male anche agli
altri, per
rendere la farsa più credibile. Per cui quando mi
arrivò addosso una pallonata
(non era molto forte però, uffa) rilanciai la palla in testa
a Jessica, che
stava sculettando appiccicata al palo della rete da pallavolo,
sbattendo le
ciglia in direzione di Mike.
Alla fine anche quello
schifo di lezione
finì, e Jessica si premurò di lasciare la porta
dello spogliatoio femminile
spalancata. Ad un certo punto lanciò la sua maglietta nel
corridoio, davanti
alla porta dello spogliatoio dei maschi (anch’essa aperta
perché erano tutti
abituati alle comparse di Jessica) e la andò a riprendere
saltellando
allegramente e gridando:
- Bella, ma dai! Che
infantile che sei! Non lanciare le mie cose!
Mi appostai dietro
alla porta con una
spranga, pronta a spaccargliela in testa quando sarebbe rientrata nello
spogliatoio.
Sdeng!
Poi mi nascosi la spranga dietro alla schiena e sorrisi con aria innocente al prof di ginnastica (anche lui sbirciava nello spogliatoio delle femmine).
Nascosta
l’arma del delitto in uno
sgabuzzino, scappai verso la segreteria per restituire il modulo
firmato dai
prof, prima che Mike Newton potesse vedermi e/o stuprarmi.
Quando entrai nella
stanzetta vidi subito
Edward Culo, che stava corrompendo la bidella per fasi cambiare di
classe.
- No, davvero, le do
cinquemila dollari se mi cambia di classe!
Stava dicendo, tirando
fuori dalla tasca il
libretto degli assegni.
- Bhe… ma non
saprei…
insomma… io non dovrei…
Disse quella,
girandosi i pollici con
evidente indecisione.
- Ma dai, ci pensi!
Non le piacerebbe rifarsi le tette?
Esclamò
Edward, passandosi una mano tra i
capelli rossi (probabilmente per accarezzare i suoi amici pidocchi).
- Oh, si, mi
piacerebbe moltissimo!
Esclamò la
bidella, con un gridolino
eccitatissimo. Edward cominciò a scrivere qualcosa sul
libretto degli assegni,
ma in quel momento io tossii con la chiara intenzione di segnalare la
mia
presenza al corruttore e alla sua complice.
- Oh… porca
zoccola!
Gridò
Edward Culo, vedendomi. Poi si
nascose il libretto degli assegni in tasca e disse con aria
melodrammatica:
- Mi stupisco di lei,
signora bidella! Davvero, ma come può essersi lasciata
corrompere così? Io
scherzavo, ovviamente, era tutto per metterla alla prova! Guardi, al
posto suo
mi vergognerei!
E così
dicendo uscì dalla stanza,
sbattendosi la porta alle spalle. Sì, certo, era tutto uno
scherzo, come no,
pensai, mentre la bidella lo inseguiva fuori gridando:
- Ehi, aspetta, e le
mie tette?!?
E QUI FINISCE ANCHE
QUESTO CAPITOLO, MA
PRIMA DI LASCIARVI VORREI RICORDARVI DI LASCIARE UNA RECENSIONE (LO SO,
SONO
UNA ROMPIPALLE LOL) E VORREI RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO,
I 21
PAZZI CHE MI HANNO AGGIUNTA AI PREFEITI E TUTTI QUELLI CHE MI HANNO
LASCIATO
DELLE RECENSIONI:
LAVI_LINALEE: Grazie per i
complimenti, spero che
continuerai a seguire la mia ff e a recensire! E cmq nn l’ho
capita quella
sulle battute divine… ma se le cazzate ke sparo ti fanno
idere sn happy!
EIKA: grazie anke a te x aver
recensito! Cmq nn
credo di essere un genio… cm neuroni devo essere sui livelli
di Edduccio (che
ne ha solo due, nn dimentikiamolo)!
DAN: indovina un po’? si,
esatto, ringrazio tanto
anke te… x rispondere alla tua domanda nn so cm mi vengono
in mente tutte ste cavolate,
e non me le sogno di notte (ce, nn è ke mi ric quello ke
sogno). Mi vengono e
basta, sono geneticamente predisposta alle cazzate.
CULLENGIRL: … sai, non
ho ancora pensato a come li
farò innamorare, per ora mi limito a complicargli la vita,
poi nn è mica detto
che sappia risolvere i casini che gli ho creato!!! Grazissimo anke a te
x aver
recensito!!!
KARIMA, RU88, ILAILA95, YARA995:
grazie anke a voi x
aver recensito, spero ke la storia continuerà a piacervi!
NESSIE93: grazie anke a te! Secondo
me i miei titoli
erano orribili (e poi nn è ke io sappia cs sono la rotazione
e la rivoluzione),
molto meglio il tuo! Quella dei cullen culo mi è venuta
prima di cominciare a
leggere Twilight, perché ho letto il cognome e volevo
prendere in giro una mia
amica, e quella di bifloman… bho! Vai tu a sapere cs mi
passa x la testa!
MINNIE06: accipikkia ke recensione
lunga!!! Sn
davvero contenta ke la storia ti piaccia e spero ke continuerai a
seguirla! Un
bacio enorme anke a te!