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Autore: tixit    18/08/2016    1 recensioni
Piccole storie sul filone di "Loki e Basta". Loki aspetta un bambino e decide di cambiare aria per un po'.
Non so ancora quante. Le inserisco in una raccolta, almeno si fa prima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Thorki on the rocks'
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Drago bianco, drago rosso e drago verde.

Giunsero al fiume, finalmente.
Dopo c'era solo una giornata di cammino prima di arrivare al Santuario e chiedere di essere accolti come studenti della più sottile delle Arti, o come Postulanti in cerca di un rifugio.
La cascata era a ferro di cavallo, imponente nella sua violenza - dicevano che anche durante gli inverni più rigidi l’acqua non potesse essere arrestata, ma che cadesse dall’alto, sgorgando da sotto il ghiaccio invernale, per poi infrangersi sulle rocce sottostanti, insieme ai lastroni di ghiaccio che andavano in mille pezzi.

Il Drago Bianco lo chiamavano, perché era implacabile ed uccideva chi osava attraversarlo. Per il brontolio continuo che sembrava la minaccia di un animale, a difesa del suo territorio.

Per quella spuma che lasciava dietro di sé, ribollente.

Per la nebbia costante alla sua base che sembrava vapore, fiato di Drago, ma un drago di ghiaccio.

Angrbodhra osservò ammirato gli arcobaleni in quella nebbia fredda e li indicò a Loki. I due si sdraiarono bocconi sull’erba, uno accanto all’altro, felici come due ragazzi, come in fondo erano, anche se non lo sapevano e credevano ormai di essere uomini.

“E’ fantastico!” urlò Angrbodhra per sovrastare il rombo della cascata.

“Si, sono contento di essere venuto fin qui!” urlò Loki con gli occhi che gli brillavano.

“Sai pattinare?”

“Un poco.”

“Io no,” disse Angrbodhra con un sorriso enorme, “è una cosa che voglio assolutamente imparare! Voglio pattinare sulla cima della cascata quando arriva l’inverno!”

“Beh proprio sulla cima della cascata...” Loki lo guardò dubbioso.

“Sulla cima della cascata!” replicò Angrbodhra, sicuro.

Poi guardarono verso il basso, dovevano scendere fino alla riva per procurarsi un passaggio. Gli avevano detto che c'era un servizio che, a valle della cascata, li avrebbe traghettati: era l'ultimo sforzo e poi sarebbe arrivati al Santuario, dove, tutti e due, avrebbero chiesto di essere ammessi come allievi.

“Sei stanco?” chiese Angrbodhra con aria sorniona, uno scintillio nello sguardo.

“Un poco.”

“Invece di camminare, pensavo di scivolare fino alla riva...”

“Scivolare?” Loki alzò un sopracciglio.

“Beh se usiamo la tenda, come supporto…”

“Serve un incantesimo di galleggiamento,” disse Loki interessato, “andremmo verso il basso, galleggiando giusto quel poco per non toccare terra, ma mai troppo per non cadere.”

“Una scivolata sull’aria, in pratica.” disse Angrbodhra. “così non sentiremmo le pietre e la tenda non si romperà, né ruoteremo su noi stessi. E nemmeno verremo frenati subito. Io posso contribuire con un incantesimo di rallentamento...”

“Beh se rallentiamo subito sarà una caduta lenta” disse Loki, incerto, “Molto d’effetto, ma..”

“Ma poco divertente dai!”

Angrbodhra tirò fuori un pezzo di pergamena e una matita “Direi di fare un conto. Non posso fare un incantesimo legato alla velocità, non sono in grado, ma possiamo calcolare quando farlo partire, a me sembra che possiamo modellizzare la discesa come un piano, che dici?”

Loki annuì “Per l’angolo, passami il mio zaino, dietro mi sono portato un paio di cose per osservare le stelle.” Si vergognò come lo disse - se ne era partito con poche monete di rame ed un barattolo di miele, come un vero incosciente e aveva potuto mangiare solo grazie alle provviste di Angrbodhra. Ma Angrbodhra trovò la sua scelta di bagaglio fichissima - e se anche aveva pensato qualcosa di poco carino, se lo stava tenendo per sé..

“Fantastico, possiamo fare un modello un pochino più preciso e calcolare dopo quanto tempo saremo alla velocità limite per rallentare.”

Spalla contro spalla si immersero nei calcoli.

Poi si sporsero verso il lato scosceso e fecero cadere un sasso, calcolando l’altezza dal tempo trascorso prima del ritorno del suono del sasso contro la roccia. Ci vollero tre tentativi e molta attenzione per cogliere il rumore, ma alla fine ebbero un numero e decisero, unanimi, che l’attrazione gravitazionale vinceva a mani basse rispetto alla velocità del suono e di non tenerne, quindi, conto nei loro calcoli.

“Ovviamente è un po’ tutto approssimativo” disse Loki divertito.

“Ovviamente. Per cui aggiungerei un incantesimo di protezione.”

“A me non serve” si impuntò Loki sdegnoso, incrociando le braccia sul petto - non aveva parlato dei fatti suoi con Angrbodhra e non stava a lui ricordargli la sua condizione! Aveva il diritto di fare come gli pareva!

Angrbodhra lo fissò a bocca aperta poi rise e disse “Beh a me invece serve, sai com’è? Ho tanti progetti e non vorrei chiuderli tutti qui, davanti al Drago Bianco!”

Fu a Loki che venne in mente di usare, invece di un incantesimo di rallentamento, una semplice bolla d'aria. Angrbodhra approvò deciso, annunciando che l'idea apriva moltissime possibilità che prima o poi avrebbero esplorato assieme.

Loki si occupò di tessere un incantesimo che li avvolgesse come in una rete - fu molto preciso ed accurato - mentre Angrbodhra fece un po’ di prove di rallentamento, ma siccome era fermo, andava all’indietro. Risero come matti. “Azione e reazione” disse Loki in tono definitivo.

Alla fine presero posto sulla tenda, gli zaini posizionati al centro, fecero galleggiare la tenda nell’aria, come se ci fosse una bolla tra loro ed il terreno, espandendola, per sicurezza, oltre i confini della tenda, poi Angrbodhra disse “Mal che vada, cerchiamo di finire in acqua!" poi aggiunse in tono preoccupato "sai nuotare vero?”

Loki annuì, quindi si diedero una spinta contro il terreno e partirono urlando “Azione e reazione!”

I mantelli si gonfiarono nell’aria come vele e loro gridarono per l'eccitazione ed anche un pochino per la paura mentre avevano il loro bel da fare a tenere la bolla d’aria in linea con il terreno. Spostarono il peso per curvare - in modo non molto elegante - mentre, da sotto, altri giovani come loro, li guardavano, ridevano e agitavano le braccia incitandoli.

 

Angrbodhra rallentò al momento giusto, ma andarono un pochino lunghi e finirono in acqua lasciandosi dietro una scia di spruzzi bianchi.

Loki tenne sotto controllo la bolla d’aria espandendola e si ritrovarono a galleggiare.

Angrbodhra tentò una propulsione, riproponendo il rallentamento verso l’acqua al grido di “Azione e reazione!” ma provocò solo un’onda.

Per fortuna che i ragazzi sulla riva tirarono loro una corda, ridendo, e li trascinarono a riva.

Si presentarono: stavano tutti andando al Santuario. Per la maggior parte di loro era la prima volta che se andavano da casa.
Angrbodhra si guadagnò il nomignolo di Drago Rosso per via del colore dei capelli, mentre Loki fu Drago Verde per i suoi occhi, che colpivano e per il colore del suo mantello. Erano scesi nel fiume tra spruzzi e schiuma, proprio come il Drago Bianco, solo più piccoli, ma, in fondo, dalla stessa altezza. Qualcuno suggerì che con la neve sarebbe stato anche meglio e Loki pensò che non gli sarebbe spiaciuta una lunga scivolata sul fiume ghiacciato.

Qualcuno tirò fuori dell’idromele, un altro una pagnotta e Loki allungò il suo barattolo di miele.

 

“Ti sei divertito?” chiese Angrbodhra, dopo un po’ mentre risistemavano la tenda nello zaino.

Loki annuì, poi d’impulso aggiunse “Mi ricordi un po’ mio fratello…” e tacque subito imbarazzato.

Angrbodhra scherzò “Ha i capelli rossi come me?” sapendo benissimo, dentro di sé, che era impossibile… e così da qualche parte c’era un altro Loki dai capelli neri che si metteva nei guai... non come questo Loki così serio, che però, a ben vedere, quando si metteva in un guaio era uno bello grosso. Chissà come gli era potuto succedere... era chiaro che non era stata una cosa desiderata.

“Oh no, lui è biondo e con gli occhi azzurri!” abbassò gli occhi vergognandosi di colpo - non poteva raccontare di Thor, di quello che avevano fatto insieme. Non era suo fratello, non lo era davvero, ma Thor non lo sapeva e loro due… era comunque orribile, lui era un... un.. ergi, e un depravato e un mezzo mostro, e forse per la metà mostruosa non era tecnicamente un ergi, ma in ogni caso lui era tutto quello che era stato educato a considerare rivoltante. Angrbodhra non avrebbe capito. Nemmeno lui, in fondo, si capiva.


Angrbodhra lo osservò rimuginare tra sé: il suo nuovo amico era così complicato e così riservato ed era certo che non avrebbe usato quella parola, amicizia, per definire il loro rapporto.
Cambiò argomento, con tatto, chiedendogli come avrebbero potuto migliorare la discesa, per il prossimo anno…  In realtà era perplesso: la madre di Loki doveva essere un bel tipino per essersi accoppiata con uomini diversi, dedusse, e di razze diverse ma lo giudicò un argomento da non sfiorare - forse era una donna di aperte vedute, forse solo una vedova... va a sapere... o forse lo faceva per professione, in ogni villaggio c'è sempre qualcuno che scambia il piacere con un poco di pane se un inverno si fa particolarmente duro, e a volta capita che ci sia qualche incidente. Forse era solo una donna distratta, inutile farne una tragedia.
Alla fin fine il mestiere della madre di Loki, nel caso, non lo interessava, e non erano comunque domande da farsi - non a un amico.
   
 
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