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Autore: Elsinor    22/08/2016    6 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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L'uomo incappucciato tacque per lunghi istanti, poi disse «Certo.»
E silenzio.
Poi di nuovo «Per forza», poi di nuovo silenzio.
Insomma, cavolate tipiche di una normale conversazione. Solo che una normale conversazione non inizia con «Il Signore Oscuro sorgerà di nuovo.»
Quelle parole non mi sarebbero arrivate più chiare neanche se mi avesse parlato nell'orecchio. E a giudicare dalle dimensioni delle orecchie di Guzzle e dall'espressione del suo brutto muso, neanche lui aveva capito altro.
L'uomo incappucciato, però, non parlava all'orecchio di nessuno di noi, piuttosto al cavo delle proprie mani. E da dentro le sue mani forse qualcuno, evidentemente, gli rispondeva.

Scivolai sulle chiappe per spostarmi più dietro al busto massiccio dell'angelo di pietra che ci faceva da scudo. Lanciai un'occhiata a Guzzle. Guzzle tirò su col naso e un istante dopo svanì, con un CRAC che risuonò come trecento lenzuoli strappati contemporaneamente. Elfo bastardo!

Col cuore in gola mi piegai a sbirciare sotto l'ascella dell'angelo, in tempo per vedere l'incappucciato voltarsi dritto dritto nella mia direzione.
«Chi va là?» chiese, secco come il rumore della smaterializzazione appena avvenuta. Decisi di far finta che la risposta fosse "nessuno" e lentamente mi spostai per nascondermi daccapo dietro la statua. Altrettanto lentamente smontai dal sarcofago e riportai i piedi a terra, da lì in poi bastava correre. Nell'intervallo che impiegai per muovermi e riflettere in questo modo (a me sembrò lungo), il tonfo dei passi mi avvertì che l'uomo stava venendo verso di me.
Mi misi a correre. Una corsa breve...
...perché urtai con la tibia uno dei sacchi di erbacce e dopo un attimo di vertigine colpii il suolo con ginocchia, gomiti e mani. La terra era molliccia ma mi feci male lo stesso, infatti tirai giù Merlino e tutta la sua schiatta.
Subito una luce rossa mi riverberò addosso e il sarcofago scricchiolò sotto il delicato incantesimo che si era preso al posto mio.
Artigliai la terra scivolosa e annaspai per rimettermi in piedi. «Niente paura!» sparai (si nota molto che stavo improvvisando?) «È solo l'uomo delle pulizie!»
«Allora pulisci.» replicò freddo l'incappucciato, con molta più presenza di spirito del sottoscritto «O preferisci spiare?»
Non c'erano più ostacoli di pietra tra me e lui, né tra me e la bacchetta che mi puntava addosso. Nell'altra mano aveva un globo vetroso grande quanto il suo palmo, su cui riveberava la luce della luna (è per via della luce che lo notai, altrimenti la bacchetta puntata addosso era di per sé abbastanza interessante). Tipo una sfera di cristallo, ma molto piccola.
Mi raschiai la gola: «Non spio mai.» il mago rimase fermo senza abbassare la bacchetta. Il viso risultava del tutto indistinto, non so se per l'ombra o per magia. Ne approfittai per far circolare lo sguardo sul terreno, in cerca del rastrello che avevo buttato da qualche parte nel buio. Intanto continuavo a parlare «Ehm...per questo vado al cimitero. Non c'è nessuno da spiare, sono tutti morti.»
«Allora forse dovresti...»

Posso immaginare come finisse la battuta, ma mi fu risparmiato di ascoltarla da un CRAC di trecento lenzuola strappate che distrasse entrambi. Ovviamente non erano lenzuola, ma Guzzle, apparso giusto dietro il mago. Non sembrò far caso né a quest'ultimo né a me, ma borbottando una sequela lamentosa di «Ohiohiohi» si chinò a raccogliere una bottiglia di Burrobirra mezza piena. Si ricordava il punto esatto dove l'aveva mollata!
Tutto ciò era abbastanza per lasciare l'incappucciato e me interdetti, solo che fui io il primo a riscuotermi. Abbandonai in un attimo l'idea del rastrello e presi quel che avevo sottomano, cioè il sacco delle erbacce: slanciai le braccia per caricare il colpo e lo tirai dritto addosso all'incappucciato.
Ovvio che non lo buttai a terra, ma grazie all'effetto sorpresa fece un gesto inconsulto per ripararsi e gli partì una scia di scintille dalla bacchetta. Sulla mia divisa Pinkerton si accese una piccola brace, e nel momento che impiegai per preoccuparmene, Guzzle aveva rotto la bottiglia di Burrobirra in testa al nostro avversario. Crollò come un pupazzo.

Trovai il rastrello rischiando di metterci sopra il piede, e lo brandii subito per avvicinarmi circospetto al corpo. Guzzle stava piagnucolando con le mani ossute sulla faccia.
«Tranquillo, non credo sia morto.» cercai di consolarlo, anche se nel dirlo ad alta voce il sospetto mi venne. E se fosse stato solo un mago un po' svitato? Un Magonò e un elfo domestico sarebbero finiti ad Azkaban senza passare dal via.
Punzecchiai il mago con il rastrello, poi mi sembrò di vederlo muoversi e allora gli assestai qualche colpo di sicurezza con il manico.
«Guzzle, prendigli la bacchetta! Presto!» esclamai «Non piangere, amico: rischi di svegliarlo. E poi sei stato bravissimo, mi sa che ti devo la pelle.»
«Silas deve a Guzzle mezza bottiglia.» singhiozzò rauco l'elfo «Guzzle è tornato per salvare il giovane Silas anche se non vale una scarpa del padrone, e ora Guzzle ha dovuto usare la magia senza il permesso del padrone; l'ha usata per rompere una buona bottiglia mezza piena e ha ucciso un mago per salvare Silas che non vale il sacco delle erbacce.»
«D'accordo, ti ho ringraziato abbastanza. Andiamocene da questo posto.»
Con l'adrenalina di nuovo a livelli accettabili, tutta la faccenda cominciava a sembrarmi molto stupida. Mi ero fatto suggestionare da una barzelletta, un cappuccio e una semplice frase. Probabilmente era un esaltato che giocava al cimitero...forse era di quelli che si eccitano quando la fidanzata a letto ripete il nome di Voi-sapete-chi. Avevo letto un articolo del Settimanale delle Streghe in proposito, mentre ammazzavo il tempo al San Mungo, ricoverato dopo essere stato morso da una legione di doxy.
Tastai il terreno in cerca della bacchetta, ma trovai prima la sfera di cristallo. Era traslucida, biancastra e fredda e sì, sembrava proprio una piccola sfera di cristallo, rotolata via dalla mano del mago. Ebbi l'impulso di intascarla, ma non ero sicuro di voler sporcare oltre la mia fedina penale.
Indeciso, timoroso di finire a limonare Dissennatori, cercai il polso sinistro del mago per sentire il battito. Nel farlo lasciai che la manica ricadesse scoprendo la pelle pallida dell'avambraccio su cui spiccava un tatuaggio: un teschio con un serpente al posto della lingua.
Mi scese un brivido lungo la schiena. Ok, forse non era un tatuaggio. Era un Marchio Nero. 










Angolo dell'autrice: se avete problemi di sporco sulle vostre tombe, usate sempre il Solvente Magico di Nonna Acetonella Per Ogni Tipo di Sporcizia. Il Solvente non funziona su plexiglass, parquet e Marchi Neri. Questo è un angolo dell'autrice sponsorizzato, mi sto aspettando una valanga di recensioni positive in cambio della pubblicità. Intanto che aspetto, vi preannuncio che il prossimo capitolo si intitolerà "Uno strano Auror"!
   
 
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