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Autore: ChrisAndreini    22/08/2016    1 recensioni
Olaf ed Elsa (Frozen)
Ercole (Hercules)
Matisse (Gli aristogatti)
Baymax e Hiro (Big Hero 6)
Nani e Stitch (Lilo & Stitch)
Yzma (Le follie dell'imperatore)
Ariel (La sirenetta)
Dieci personaggi per dieci storie che prendono vita in delle situazioni casualmente.
Dieci Flashfiction o Drabble completamente diverse l'una dall'altra.
Situazioni divertenti, situazioni tristi, incredibili, dolci o che ti spezzeranno il cuore.
(Storia partecipante al contest "Personaggi random per situazioni random" di Fefy_07)
Genere: Angst, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Furry
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Titolo: Colazione con la concorrenza
Situazione: Ercole (2) e Hiro (10) genere: fluff
Generi/avvertimenti: Commedia, fluff, AU, Cross-over
Note specifiche: Si svolge nel fandom di Big Hero 6, ma Ercole è un supereroe come loro e da qui il titolo, poiché un eroe diverso è la concorrenza per Hiro, a capo del suo gruppo di supereroi.
Non sono molto convinta del fluff, che compare forse un po’ alla fine. Ho cercato di rendere al meglio l’orgoglio di Hiro e di fare Ercole il più IC possibile, e di rendere il suo carattere adattato ad un contesto moderno. Potrei essere andata un po’ fuori dalla richiesta, ma non sapevo bene come comportarmi con questi personaggi.

 

Colazione con la concorrenza

 

Hiro odiava i montati come Ercole, degli eroi per tutti che non facevano altro che vantarsi delle loro imprese.
Anche lui era un eroe, ma non lo sbandierava ai quattro venti.
E il fatto che Ercole fosse nel salotto di casa sua, dopo averlo salvato a fare allegramente una lauta colazione offerta da zia Cass non significava che fosse meglio di lui come eroe.
Erano stati compagni di scuola, ed Ercole era sempre stato ansioso di salvarlo, così Hiro glielo aveva permesso perché non voleva che capisse che il capo dei Big Hero 6 fosse lui, ovviamente. 
Il fatto che Baymax fosse occupato e che gli altri membri avessero da studiare per gli esami non c'entrava niente.
Cercò di non far trasparire alcuna emozione mentre si sedeva davanti a lui con una tazza di caffè in mano.
Probabilmente avrebbe dovuto dotare alla sua tuta più caratteristiche.
Non che si fosse fatto salvare solo perché non era stato in grado di affrontare quell’esercito di piccoli robot assassini, lui era esperto di quelle cose, era stato solo perché aveva rotto l’elmo e non voleva che Ercole scoprisse la sua vera identità.
Anzi, una volta cacciato fuori l’intruso era meglio tornare nel luogo e trovare la tuta che aveva nascosto.
-Grazie ancora per averlo riportato a casa. Ora devo andare ad aprire. Per qualsiasi cosa chiedi a Hiro- lo salutò zia Cass, prima di uscire dal salotto.
Hiro so chiese perché non lo avesse semplicemente fatto sistemare al bar, era una posizione molto più comoda e il ragazzo non sarebbe stato costretto a vederlo.
-Allora, Hiro…- cominciò a dire Ercole, rigirandosi un biscotto tra le mani.
Il nerd alzò a denti stretti lo sguardo su di lui, ma non parlò, perché altrimenti non sarebbero uscite dalle sue labbra parole molto carine.
-C’è una cosa che mi chiedo, a proposito di prima- continuò Ercole, una volta appurato che Hiro non gli avrebbe risposto.
Hiro iniziò a sorseggiare il caffè a piccoli sorsi.
Ercole alzò lo sguardo su di lui, con un sorriso furbetto.
-Perché hai nascosto l’armatura?- chiese, spalancare gli occhi al ragazzo, che gli spruzzò il caffè bollente in faccia per la sorpresa.
-Cosa?! Come…?- chiese, incredulo.
Come aveva fatto a capirlo?
-Hiro, non sono intelligente quanto te, ma siamo stati a scuola insieme per anni, era ovvio che fossi tu il capo dei Big Hiro 6, l’ho sempre saputo- spiegò Ercole, in tono ovvio.
Hiro si disse che avrebbe dovuto inventare una macchina del tempo per impedire a quella situazione imbarazzante di avvenire.
-Va beh, dì a tua zia che il cibo era ottimo- gli fece un occhiolino divertito, prima di alzarsi.
-Ti odio!- disse a denti stretti Hiro, lanciandogli un muffin preso dal tavolo.
Ercole lo prese al volo, divertito, dandogli un morso.
-Ti voglio bene anche io, amico mio- lo salutò, prima di uscire.
Forse Ercole non era male come credeva Hiro, ma una macchina del tempo l’avrebbe inventata comunque.

 

 

   
 
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