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Autore: Horse_    23/08/2016    3 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                            Home is where you are.


 

Pov Ian.

I bambini stanno dormendo. Sono crollati sui sedili posteriori non appena li abbiamo messi in macchina. E’ stata una giornata parecchio stancante per tutti e quattro, ma i gemelli si sono divertiti tantissimo. Sono rimasti entusiasti da tutto quello che hanno visto, in maniera particolare dagli alligatori e dai coccodrilli. Hanno fatto tantissime foto e si sono fatti promettere, cosa che avevamo già promesso, di stamparle tutte il prima possibile e di creare un album. 

 

“Ian?”- mi chiama Nina, con voce leggermente assonnata.

 

Ero convinto stesse dormendo. E’ esausta anche lei, ovviamente. Questa notte non ha dormito praticamente niente perché si stava logorando su tutto quello che è successo ieri sera, riguardo la nostra storia e quella dei bambini in TV. Oggi abbiamo camminato tutto il giorno e, sebbene ci siamo fermati parecchie volte per lei, le gambe faticano ancora a sorreggere per troppo tempo il corpo. Ho continuato a ripeterglielo, ma lei ha continuato a fare l’ottusa, ma posso vedere com’è stanca.

 

“Cosa c’è?”- le domando dolcemente.

“Partiamo dopodomani, giusto?”- mi domanda sistemandosi meglio sul sedile.

“Si, esatto.”- annuisco continuando a tenere lo sguardo sulla strada.

 

Non voglio ci capiti nulla ed è più per tranquillizzare Nina. E’ ancora spaventata dalla macchina, infatti guido io. Non che sia il caso di farla rimettere al volante ora, visto che non si è ancora ripresa completamente del tutto, ma non se la sente e io, come gli altri, non voglio obbligarla. Se non se la sente non lo farà.

 

“Cosa accadrà dopo?”- mi domanda.

 

Questa domanda mi lascia spiazzato. In che senso dopo? E’ logico che rimarremmo insieme, mi sembra di averlo già confermato tantissime volte.

Che cosa c’è che non va?

 

“Dopo? Non accadrà nulla. Siamo insieme, che cosa dovrebbe accadere?”- le domando leggermente turbato.

 

Nina scuote la testa e sospira. 

 

“Questo lo so, nel senso… Come staremo? Dove?”- domanda.

 

Tiro un sospiro di sollievo e un sorriso affiora sulle mie labbra. 

Penso sempre al peggio. Forse perché il peggio è già capitato ed ho paura che tutto questo possa finire da un momento all’altro. E’ tutto troppo bello per essere vero, ma so anche che non mi devo più preoccupare perché con loro, Nina e i miei figli, al mio fianco non ho paura di nulla.

 

“A te dove piacerebbe stare?”- le domando accarezzandole una gamba, mentre tengo l’altra mano sul volante.

 

Abbiamo sostanzialmente tre opzioni. Casa sua, casa mia e una casa nuova. Nina ha comprato la sua casa nemmeno un anno fa e i bambini hanno trascorso questo ultimo anno lì, quindi sarebbe brutto cambiare casa di nuovo, quando si sono appena abituati. Casa mia è casa mia, ormai sono abituato a vivere lì e anche i bambini si sono ambientanti parecchio bene, è grande, spaziosa e adatta alla nostra nuova vita. Una casa nuova sarebbe un’incognita per tutti e quattro, ma potrebbe essere l’ideale per gettare le basi del nostro futuro insieme.

Tre opzioni e un problema, che credo di aver afferrato. Conosco Nina, so quello che sta pensando. Casa mia non è solo mia, ma anche di Nikki. Anche lei comanda di una parte, ma non è quello il problema. So perfettamente che Nina non la sentirà mai come casa nostra, perché ci ho trascorso anni con un’altra donna, una donna che non è lei.

 

“Casa mia è un problema, vero?”- le domando dolcemente, senza nessuna accusa.

 

Non voglio muovere accuse perché ha perfettamente ragione. Anche io non sopporterei di condividere una casa in cui lei abbia vissuto con qualcun altro. Certo, per un periodo c’è stato Eric, ma ha trascorso qualche ora lì, non è successo niente. E comunque non hanno vissuto insieme, cosa che io e Nikki abbiamo fatto. Posso capire il suo disagio, mi sentirei anch’io così al posto suo.

 

“Non è un problema, è solo-”

“E’ solo che ci ho vissuto anche con Nikki. Non devi scusarti, l’ho capito e mi sentirei anche io così al tuo posto. A disagio. So che non la sentiresti mai come casa nostra e io non voglio questo. Voglio darti un posto sicuro, che tu possa chiamare casa senza nessun problema. Ogni tua decisione mi andrà bene, perché ti amo e voglio stare con te.”- le dico accarezzandole la gamba.

 

Nina appoggia la sua mano sulla mia e ne accarezza dolcemente il dorso. Con la coda dell’occhio la vedo sorridere. E’ giusto che ci confrontiamo anche su questo perché in un buon rapporto, se si vuole che sia stabile, è bene parlarsi e chiarire.

 

“Anche io ti amo e casa è dove siete voi…”- mormora dolcemente guardando i gemelli dietro di noi. -“Non mi importa dove stiamo, l’importante è che ci siate voi tre.”

“Lo stesso vale per me, ma capisco che dobbiamo decidere dove stare. E’ giusto, dobbiamo trovare un posto.”- le dico. -“Le uniche due alternative sono casa tua e una nuova casa.”

“Escludi il tuo appartamento, quindi?”- mi domanda con voce lieve.

“Te l’ho già spiegato, l’ho escluso a prescindere. Rievocherebbe brutti ricordi a te e anche a me…”- mormoro sospirando.

 

Anche io mi sentirei fuori posto. Penserei continuamente agli anni che ho trascorso con la mia futura ex moglie e di come avrei potuto vivere diversamente, di come mi sia fatto prendere in giro soprattutto nell’ultimo periodo. Se Nina non la sentirà mai casa, io non la sentirò mai più. Abbiamo bisogno entrambi di un nuovo inizio e potrei averlo lontano da lì, in modo da cancellare tutto quello che è successo.

Casa sua mi sembra una valida alternativa, l’ho sempre adorata, oppure una nuova. Comprare un’altra casa, però, non la vedo come l’alternativa migliore. Non che ci manchino i soldi, perché sia io che Nina siamo messi bene economicamente -davvero bene-, ma lo vedrei come uno spreco. Potrei acquistarne da Nina metà, almeno potrò dire di aver contribuito anche io.

 

“A cosa stai pensando?”- mi domanda ridacchiando leggermente. -“Ti vedo concentrato.”

“Stavo pensando alle altre due alternative.”- le dico svoltando a destra. -“Potrei comprare metà della tua casa.”

“Metà della mia casa?”- mi domanda sconcertata. 

“Ho valutato le due alternative: casa tua o casa nuova. La casa nuova è uno spreco di soldi, visto che ne hai già acquistata una meno di un anno fa. L’unica alternativa è quella. Voglio contribuire.”- le dico.

“Ian,”- mi riprende esasperata. -“casa mia diventerà casa tua automaticamente.”

“Lo so, ma è giusto che faccia la mia parte.”- le ricordo fermandomi al semaforo rosso.

 

Mi volto a guardarla e lei scuote la testa con convinzione.

 

“E’ casa mia com’è casa tua.”- sottolinea lei incrociando le braccia al petto.

“Ma è giusto che ti dia anche la mia parte.”- le dico accarezzandole la fronte.

“Sai perfettamente che le cose mie diventeranno anche cose tue.”- mi dice lei.

“E lo stesso vale anche per me.”- le dico io. -“E i soldi miei diventeranno anche tuoi.”

“Ecco, appunto. Vale anche per me, quindi non ha senso che tu mi dia qualcosa, visto che il tuo denaro diventerà mio e viceversa.”- mi dice lei.

“Non voglio sentirmi abusivo.”- le dico con un’alzata di spalle.

“Hai preso una botta in testa?”- mi domanda passandosi una mano sui capelli esasperata. -“E quando mi sono trasferita da te anni fa?”

 

Touche. Ma per me non è mai stato un peso e gliel’ho proposto io.

 

“Non è mai stato un peso per me e te l’ho proposto io.”- le dico facendo partire la macchina.

“Non è un peso neppure per me e… Ho tirato fuori io il discorso ed era ovvia casa mia.”- mi dice lei sorridendo beffarda.

 

Doppio touche. Triplo touche.

 

“Credo di aver fatto centro.”- ride lei, mentre io scuoto la testa.

“Dico sul serio…”- mormoro.

“Anche io, Ian, davvero. Il mio pensiero era dove, perché ero convinta tu ci tenessi al tuo appartamento o che comunque ti avrebbe fatto piacere andar lì e nient’altro. Adoro il fatto che tu voglia venire da noi e come la consideri anche casa tua, tutto il resto non conta.”

 

 


























 

                                                                          * * *

 
































 

Nina mi guarda e annuisce. Guardo per l’ultimo istante il cellulare e premo invio ed entrambi tiriamo un sospiro di sollievo. Ieri sera, dopo aver varcato la soglia di casa nostra e aver sistemato i gemelli a letto, siamo crollati anche noi ancora vestiti. Questa mattina abbiamo fatto colazione tutti e quattro allegramente, siamo andati in spiaggia, per la gioia dei gemelli, e nel pomeriggio, visto il brutto tempo, siamo rimasti a casa per sistemare le ultime cose, visto la nostra partenza imminente. Partiremo domani sera, sperando di non trovare nessuno.

 

“Cosa ne pensi?”- le domando.

“Abbiamo fatto la cosa giusta, altrimenti sarebbe accaduto di peggio.”- mi dice accarezzandomi un braccio.

 

Siamo in cucina e i bambini sono nel divano a guardare dei cartoni. Abbiamo appena fatto quello che avremmo dovuto fare da tempo. Ho scritto un post su Facebook, che poi copierò in Instagram e Twitter, su quello che è successo l’altra sera, su quello che ci è successo.

Ora potranno speculare su quello che vogliono, ma la nostra parola vale di più. Sicuramente faremo un’intervista o qualcuno ci porrà delle domande a qualche evento, ma almeno anche noi abbiamo detto la nostra su tutta questa situazione.

 

“Hai ragione, è stato giusto così. E’ giusto che sappiano che stiamo insieme, che ci amiamo e che lascino stare i bambini. Il resto lo sappiamo solo noi.”- le dico.

 

Le prendo il volto con le mani e la bacio. Per qualche istante mi dimentico di tutto e tutti, mi capita sempre quando sono con lei. Nina mi fa perdere la testa, ovviamente in senso positivo. Se non ci fossero i gemelli molto probabilmente a quest’ora staremmo già facendo l’amore, magari proprio su questo tavolo, ma ora non mi sembra il caso. Mi manca poterla toccare spesso, ma con i bambini tutto diventa più complicato. Tra un po’ organizzerò qualcosa per noi due, ne abbiano bisogno.

 

“Ed è giusto così.”- mormora sulle mie labbra. Una mia mano si infila sotto la sua maglietta, andando a toccare la sua schiena nuda. La sento tremare contro di me e sorrido soddisfatto, ma un istante dopo Nina mi morde il labbro con forza. -“Smettila, ci sono i bambini.”

“E allora?”- le domando strofinando il mio naso sul suo collo.

“Non tentarmi, Ian.”- me lo ordina quasi.

“Una volta avevi più autocontrollo…”- mormoro.

“Certo, certo.”- borbotta scuotendo la testa, poi afferra il mio cellulare e me lo mette tra le mani. -“Dovresti terminare quello che abbiamo iniziato.”

 

Sospiro frustrato, poi annuisco. Rileggo ancora una volta quello che abbiamo scritto di comune accordo. L’ho pubblicato io, poi lo pubblicherà anche Nina, ovviamente cambiando qualcosa.

 

 

Sono sempre stato un amante dei social, anche se nell’ultimo periodo mi sono completamente allontanato da questo mondo. Li ho sempre trovati utili per diffondere pensieri, idee, paure e gioie. Quello che sto per condividere con voi è importante per me e per la mia famiglia. Si tratta di gioia e paura. Gioia nel vero senso della parola, perché ho finalmente capito, dopo anni, qual è il mio posto nel mondo e  con chi, paura in senso lato, perché non oso immaginare che cosa sia venuto fuori in questi ultimi giorni.  Non sono mai stato amante dei gossip o di quello che accade nella vita di ognuno, nemmeno nella mia, ma, purtroppo, sono costretto ad intervenire. Tutto quello che i giornali stanno dicendo è falso, c’è solo una verità. Si, ho due figli con Nina Dobrev. Questa è la verità, tutto il resto è bugia. Si, Ian Somerhalder e Nina Dobrev hanno avuto due figli sette anni fa. Tutto quello che hanno detto i giornali, a parte questo, è cosa falsa. Si, io e Nina stiamo insieme perché ci amiamo, senza mezze misure o per fare pubblicità. Forse i nostri figli sono arrivati in un periodo rocambolesco della nostra vita, ma non hanno fatto altro che unirci ancora di più. Abbiamo intrapreso strade diverse, ma alla fine, dopo anni, abbiamo capito che era inutile combattere contro il nostro amore, perché l’amore vince sempre. Può sembrare una frase fatta oppure no, ma è quello che sento, quello che provo per Nina e per i nostri figli. Nessuno ha saputo nulla perché abbiamo tentato di proteggerli e ci saremmo riusciti se qualcuno non avesse voluto attirare l’attenzione su di se utilizzando due bambini. Tutto quello che leggerete e sentirete diverso da quello che ho appena scritto è una bugia. Siamo felici ora, siamo felici come una famiglia, il resto non conta.

Con amore,

Ian.

 

 

 

 

 

Dopo averlo pubblicato anche su Instagram e Twitter scoppia il putiferio, come era già accaduto su Facebook. Commenti positivi, commenti negativi, commenti adoranti, c’è chi si chiede come sia possibile il fatto di aver tenuto nascosti due bambini per sette anni e una gravidanza, chi si chiede come si chiamano e come sono, se assomigliano più a me o a Nina, chi ci fa i complimenti e chi getta fango. I commenti positivi e adoranti sono molti di più, ma ahimè, come giusto che sia, ci sono anche quelli negativi, ma impareremo a conviverci. 

 

Sono felice.”- mormora contro il mio petto.

 

La stringo e me e le do un bacio sulla fronte.

 

“Anche io.”- le dico sorridendo. -“Prima mi ha chiamato Paul.”

“Mi ha chiamato Candice e poi Phoebe. Mi hanno chiesto quando torniamo.”- mi dice lei.

“Stessa cosa lui.”- le dico.

“Mi mancherà tutto questo, anche se mi mancano tutti gli altri.”- mi dice.

“Anche a me, davvero. Potremmo ritornare qui, quando vuoi. Con i bambini o da soli.”- le dico piano.

“Stai tentando nuovamente di sedurmi?”- mi dice lei ridacchiando.

“Potrei. Ci aspetta un letto invitante di sopra, non appena si saranno addormentati i bambini.”- ammicco io baciandole piano il collo.

“Pensi sempre a questo.”- mi rimbecca lei, ma posso vedere la lussuria sui suoi occhi.

“Sono un uomo e tu sei la mia donna.”- le rispondo io con un’alzata di spalle.

 

Nina mi fissa per qualche istante, poi sorride mordendosi il labbro inferiore.

 

 

“Ti ho convinta?”- le domando.

“Mi piace come mi hai chiamata.”- mi dice lei.

 

La mia donna? 

E’ ovvio che lo sia. Amo lei, nessun’altra.

 

La mia donna?”- domando e annuisce leggermente. -“Sarai sempre la mia donna, ricordalo.”

 

 

 

 

 

______________________
 

I know. E’ da quasi due settimane che non aggiorno, ma sono dovuta partire e ovviamente non ho potuto aggiornare prima di oggi. 

Capitolo, ancora una volta, dedicato alla famiglia e in maniera particolare a Ian e Nina. Ian e Nina che affrontano due questioni veramente importanti. La prima, senza ombra di dubbio, è quella legata alla casa, il posto in cui dovranno stare. Penso che la questione sia stata spiegata bene attraverso i nostri protagonisti e di come siano arrivati alla conclusione che la casa di Nina è il luogo più consono per vivere la loro vita da famiglia. 

L’altro problema è legato al capitolo precedente. Non potevano, per ora, affrontarlo in nessun altro modo. L’unica via erano i social network, cosa che hanno fatto. Sappiamo che Ian è molto attivo sui social, che a noi piaccia o meno, e ho pensato di inserirlo anche qui per ribadirlo e perché, ripeto, l’ho trovata l’unica via alternativa per dove sono e per le loro idee.

Ringrazio le quattro persone che hanno recensito lo scorso capitolo, alla prossima :)

  
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