Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: A r o h a    24/08/2016    7 recensioni
|AU| Ennesima Storia a OC xD | Iscrizione aperte fino a Lunedì 20/06 |
-*-
Il villaggio di Akuma è poco conosciuto e non è segnato sulle cartine, ma i pochi turisti lo amano per l'ospitalità dei suoi abitanti e le milioni di leggende che circolano nelle strade.
Nessuno sa che quel villaggio in realtà è protetto dalla dea della caccia Hanta, la quale ha disperato bisogno d'aiuto.
Momoro è un vecchio il cui destino ha imposto il ritrovamento del suo castello, Haru il figlio con in mano il destino della scuola. Un nemico si sta risvegliando, tutti sono all'oscuro della verità.
Toccherà alla futura generazione di cacciatori salvare la loro dea e cercare di non morire.
_*_
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo IV

• primo atto •


 
_Halloween


 




La notte risplendeva al di fuori delle grandi vetrate della sala da pranzo. Le stelle era piccoli puntini indistinti, confusi da uno stormo di nuvole grigie e vaporose, che si spostavano a ritmo di un vento gelido, che faceva battere i rami secchi e spogli sui vetri delle finestre. Fuori il silenzio regnava sovrano e contrastava in modo impressionante con l'allegria che invece si celava all'interno del castello.
Haru sapeva perfettamente che tutti gli studenti, e forse anche i professori, avevano atteso con impazienza l'arrivo di quel giorno, per vedere come tutto sarebbe stato preparato. Il giovane preside aveva fatto del suo meglio per non deludere le aspettative di tutti, e dopo secoli passati a correre dietro ai preparativi, a lavarsi le mani perennemente sudate per lo stress, alla fine c'era riuscito.
La sala da pranzo era stata decorata con tantissime piccole candele appese all'immenso soffitto.
I candelabri di cristallo erano stati lucidati alla perfezione, le zucche intagliate poste agli estremi della sala, conferivano un aria magica. Aleggiava un delicato odore di vaniglia e biscotti, che forse proveniva dalle candele.
Un lungo tavolo coperto da una delicata tovaglia lilla, scorreva rasente alle finestre ed era pieno zeppo di leccornie. Haru aveva preferito ordinare ai cuochi di cucinare un buffet, piuttosto che la solita cena preannunciata, dopo tutto, era un evento speciale.
Decine di dolci, tra tortine alla zucca, cioccolatini, biscotti ai sette cerali, alle noci; poi budini alla crema, tanta frutta candita. Ma c'erano anche pietanze salate, quali diversi tipi di carne, puré di patate, carote con una strana salsa dorata e addirittura pesce, per chi non gradiva la carne.
Gli studenti si erano tuffati sul lungo tavolo appena varcata la porta, armati di vassoio e piatto, subito dopo si erano accomodati ai vari tavoli e avevano cominciato a chiacchierare allegramente.
-Che carini!- esclamò Irina vedendo i centro tavola, piccole composizione di rami secchi e violette, legati insieme da un nastro arancione e qualche foglia rossa e gialla. Era proprio arrivato l'autunno.
Prima che gli studenti cominciassero a mangiare, anche se c'era qualcuno che aveva già finito metà piatto (Akio), il preside di alzò per un breve discorso.
Molti ridacchiarono, Haru era di certo un bell'uomo, ma si vedeva che era la prima volta che si trovava nei panni di un preside, spesso era impacciato e il sudore che gli colava dalla fronte era visibile a chilometri di distanza. Batté con un cucchiaio sul bicchiere di cristallo, anche il suono sembrò tremare per il nervosismo.
-Du... dunque, prima che cominciate a mangiare vorrei spendere due parole. È stato stabilito in comune accordo con il corpo docenti, che in occasione di questa festa, gli studenti potranno rimanere alzati e girare per il castello fino alle undici – tutti esultarono alzando le forchette.
-Chiunque – il preside sottolineò bene quella parola – Venga visto scorrazzare oltre l'orario o fuori dal castello... - scoccò occhiate a persone in particolare. Juliette grugnì - ...Verrà severamente punito. Ora però direi di cominciare a mangiare, buon appetito a tutti!- e finalmente si sedette, affondando la forchetta nella bistecca al sangue.
Il banchetto durò una mezz'ora abbondante, tra tutti quei dessert e le squisite bevande – succo di mirtilli, d'arancia, thé aromatizzato al limone – nessuno sembrava volersi alzare dalla sedia, l'atmosfera era molto piacevole.
Anche gli insegnati sembravano dello stesso avviso, la Heart discuteva animatamente con la Sprouse, il professor Ulpin con il professore di matematica e ogni tanto si concedeva qualche sorso di vino.
-Che vi va di fare dopo?- domandò Ayaka, aveva una voce esaltata e gesticolava entusiasta con la forchetta in mano. Accanto a lei, Elissa spostò discretamente la sedia, per evitare di venire infilzata.
-Che ne dite di un bel... film horror?- azzardò Daphne con un sorriso presuntuoso.
Elissa s'irrigidì di colpo, per poco l'acqua non le andò di traversò -Ecc... ecco...-
-Che idea eccellente!!- Ayaka si alzò in piedi con impeto – Alzi la... forchetta chi è d'accordo!-
Nel tavolo erano presenti Mayumi, Irina, Hideko e Juliette; le prime tre alzarono le mani molto felici, l'ultima sembrò astenersi.
-Elissa, Juliette... non volete... - Ayaka si rimise seduta e corrugò la fronte.
La riccia scoccò un'occhiata a Jul dall'altra parte del tavolo che però, continuava a mangiare impassibile, senza alzare gli occhi. I capelli disordinati le coprivano lo sguardo, perciò era davvero impossibile indovinare le sue emozioni in quel momento.
Elissa scosse la testa – No... per me va bene, vediamo questo film...Jul?- un mugugno come risposta concluse la votazione e Ayaka sembrava più esaltata che mai.
Si alzò di scatto, per la seconda volta fece spaventare tutte – Allora vado a dirlo ai ragazzi!- e corse verso un altro tavolo ancora con la forchetta in mano.
“ Sono fottuta” pensò Elissa.




Alla fine il gruppo si ritrovò nella sala comune del dormitorio femminile. Era una stanza circolare immensa, con una scala di legno che conduceva a un piccolo secondo piano, una sorta di terrazza interna che le ragazze avevano reso più intimo con cuscini, scaffali pieni dei loro libri preferiti e varie riviste di gossip. Di solito si saliva lì sopra per spettegolare o raccontarsi segreti, un cartello citava: “NO BOYS” .
Il piano di sotto invece aveva le pareti color panna, che davano un perfetto contrasto con il pavimento i legno scuro, in certi punti scricchiolante.
-YEE!!- Ayaka gettò a terra un grande mucchio di cuscini, racimolati dai vari punti della stanza.
Una grossa montagna spuntava davanti al televisore. Due poltrone di velluto rosso erano state spostate e ora la postazione era perfetta per vedere un film.
Irina e Mayumi stavano sistemando i dolcetti raccolti dalla sala pranzo in grosse ciotole colorate, mentre Daphne, seduta sulla poltrona quasi come una regina, giocherellava annoiata con il telecomando.
-Allora?Quando arrivano 'sti ragazzi... - brontolò scostandosi una ciocca di capelli.
-A momenti, tranquilla – sbuffò Ayaka, non era di certo la prima volta che la ragazza volgeva la domanda.
Elissa era davanti alla grande finestra. Filtrava un debole venticello e lei rabbrividì nel suo pigiama, nonostante fosse molto caldo.
Il cielo stellato splendeva ancora, ma le nuvole si erano diradate, rivelando una splendente Luna piena che troneggiava con i suoi raggi argentei.
La fissò per secondi interminabili, fin quando Jul non le arrivò accanto.
-Sei arrabbiata con me?- chiese subito Elissa, ma non osò guardare l'amica.
Questa rispose dopo vari secondi, con un sospiro di resa -No... per una cazzata no... hai detto solo quello che pensavi...- subito Jul si ritrovò stretta in un caldo abbraccio.
Il pigiama morbido di Elissa la riscaldava dal suo, che invece era molto leggero. Era davvero strano trovarsi in quella posizione, sopratutto per lei, che non aveva mai voluto credere in una vera amicizia. Ma Elissa sembrava capirla, condividere il suo atteggiamento e saperla fermare quando necessario, forse era la sorella che non aveva mai avuto.
Sembrò arrossire un po', ma quei secondi finirono in fretta perché furono chiamate dalla voce squillante di Ayaka, che annunciava l'arrivo degli ospiti.
-Hai paura vero?- sussurrò Jul, la riccia annuì tremante.
-Ma non volevo fare la figura della fifona...- spiegò.
-Ma la farai comunque...guarda – a quanto pare Ayaka sembrava aver invitato mezza scuola, mezza popolazione maschile di quel castello. Elissa diventò paonazza, mentre subito intercettò le occhiate confuse di Gianluca e Paolo.
-Loro lo sanno?- domandò prontamente Jul, Elissa scosse di nuovo la testa – Sanno solo che ho il vomito facile...-
-Sei in una scuola addestrata ad uccidere e hai il vomito facile?-
-Non giudicarmi!-
Quando tutti si furono sistemati tra i morbidi cuscini o sulla poltrona- c'era stato un lungo litigio tra Akio e Daphne per il suo possesso – Ayaka si alzò in piedi posizionandosi davanti al televisore a schermo piatto. Sventolò sotto il naso di tutti un DVD e ridacchiò.
Elissa strizzò gli occhi cercando di scorgere la copertina, cercando di prepararsi mentalmente alla sua morte.
-Oggi ragazzi guarderemo “Annabelle” un film su una bambola assassina, obiezioni? -
La Merlay avrebbe voluto alzare la mano e annunciare una lunga serire di motivi per cui quel film non andava bene, ma si astenne e ingoiò con molto disagio, un rivolo di saliva.
Spensero le luci e il film partì – dopo che Ayaka aveva trafficato nel tentativo di infilare la cassetta nel registratore – un lungo silenzio invase la sala.
-Noioso... - borbottò Hideko sbadigliando.
-Ma se non è neanche cominciato!- ribatté Paolo ridendo.
Hideko lo guardò per una frazione di secondo assorta, poi prese una manciata di caramelle dalla ciotola accanto a sé e cominciò a smangiucchiarle.
Cominciò a diffondersi una musica inquietante e un brivido percorse la schiena di Elissa.
Nel buio riusciva a distinguere i profili ombrosi dei mobili nella sala, voleva concentrarsi su altro e non guardare il film, ma il televisore era così grande che occupava tutto il suo campo visivo.
-Stai bene?- sussurrò qualcuno accanto a lei. Le uscì uno squittio poco dignitoso, mentre stringeva un cuscino con tutte le sue forze.
-Gia...Gianluca... sei tu?- abbozzò in un sussurro inverosimile che si perse nell'aria.
-Sì... stai bene?- ripeté di nuovo il castano. Elissa lo guardò, nel buio i suoi occhi azzurri brillavano, anche grazie alla luce artificiale del televisore, quella luce così bianca e fasulla.
-Non...ho paura...- doveva essere arrossita, perché sentì all'improvviso più caldo del previsto, con la voglia di togliersi quel pigiama peloso. Tuttavia la presenza dell'amico accanto la rassicurava, si chiese dove si fosse messo Paolo, il cuore prese a batterle forte senza sapere il motivo, non aveva prestato troppa attenzione alle postazione, tant'era impegnata a pensare al film.
Un gridò squarciò la stanza, la bambola aveva colpito, suppose Elissa perché aveva subito nascosto la faccia nel cuscino, con una mossa repentina.
Irina e Mayumi scattarono in piedi gridando all'unisono.
-Ahio!- esclamò Akio, perché la prima gli aveva pestato un piede.
-Calma ragazze... - parlò Shirou dolcemente – State tranquille... -
Con gli occhi stralunati e ansimanti, le due amiche si sedettero, questa volta stringendosi a vicenda agli altri.
Il tempo sembrava non passare mai, ma nel frattempo era scoppiato un potente temporale.
La pioggia cadeva fitta e tagliente, picchiettando rapida sul vetro dell'unica finestra della sala comune. Ogni tanto, un lampo illuminava la stanza e un tuono la faceva tremare.
Elissa era all'estremo delle forze, il suo corpo aveva espulso una grande quantità di sudore e la tremarella e il fiato corto da un certo punto in poi,non l'avevano più abbandonata.
-Gianluca... io... esco un attimo... - disse mentre si alzava, ancora il cuscino stretto al petto.
-Vengo con te – fu la risposta secca dell'amico.
I due ragazzi sfilarono silenziosamente dietro al televisore, gli altri li guardarono confusi, ma poi la loro attenzione fortunatamente tornò al film. Ci pensò Jul ad inventare una scusa per coprire vari pettegolezzi, dicendo che erano andati a fare rifornimento di dolcetti.




-Perché non hai detto che avevi paura degli horror?!-
-Era importante?-
-Certo!Ti stava per venire un collasso!- la voce di Gianluca riecheggiò per il corridoio.
Elissa prese a camminare sopra il tappetto cremisi, i piedi nudi venivano solleticati dal tessuto mentre Gialuca le andava dietro, camminava a passo svelto.
-Non esagerare!- protestò abbozzando un sorriso, gli occhi fissi sul pavimento che stava percorrendo a grandi falcate, cercando di allontanarsi il più possibile dalla stanza e, dalla vergogna.
-Ti stai perdendo il film!- canzonò l'amico – Torna indietro, io rimarrò qui fuori...- guardò l'orologio da polso e con orrore si accorse che non erano nemmeno le nove. Sinceramente? Non aveva dove andare e non aveva sonno per andare a dormire.
-Da sola? - rispose Gianluca fermandola per le spalle – Hai paura di rimanere sola al buio... di notte... dopo aver visto un horror poi... credi che non ti conosca?-
Elissa strabuzzò gli occhi castani, mentre quelli di Gianluca li fissavano intensamente, con una nota di rabbia e... imbarazzo? Era imbarazzato?.
-Sei rosso!- la ragazza spezzò quel gioco di sguardi con una risata – Sei tutto rosso!-
Il castano si mise le mani in faccia, ancora più vermiglio, scosse la testa diverse volte, come se volesse che l'imbarazzo volasse via dal suo viso -Merda...-
-Niente parolacce signor Zanardi!- rise Elissa.
Quella situazione così divertente fu interrotta da un rumore, un rapido cambiò d'aria intorno a loro, il suono ovattato di tanti passi che si muovevano in fretta, di corsa.
I due ragazzi si guardarono subito intorno, i riflessi già pronti e attivi. Elissa si alzò la maglia del pigiama e impugnò un coltello.
-Hai un coltello nel pigiama?!- esclamò Gianluca incredulo, facendo un passo indietro.
-Ovvio!- Elissa rispose guardandosi intorno con circospezione – Per ogni evenienza...-
Gli occhi saettavano su quel corridoio che sembrava vuoto, erano proprio a metà, da una parte stava la scalinata dell'ingresso, dall'altra un piccolo corridoio che si fondeva con il buio.
La ragazza sapeva che quella strada era un un vicolo cieco, se qualcuno era entrato lì non sarebbe uscito senza essere visto da loro.
Di nuovo un rumore di piccoli passi... un fruscio... qualcosa di bianco passò sotto gli occhi di Elissa. Davanti a lei stava un quadro dalla vecchia cornice dorata, mostrava una giovane donne del Medioevo e un uomo che si baciavano.
Strizzò gli occhi per vedere meglio, la superficie del quadro rifletté qualcosa che si muoveva, una figura sfuggente...dietro di loro.
Il suono di un tuono vibrò nelle orecchie della ragazza, poi il forte grido proveniente dalla sala comune. Avvenne in pochi secondi, una folata di vento irruppe dalla grande finestre del primo piano, le vecchie torce appese al muro si spensero in un secondo, cadde la luce e il castello fu avvolto nel buio. Questa volta era proprio buio, un ondata di tenebre pura.
-GIANLUCA!!- Elissa lasciò cadere in coltello e saltò addosso all'amico. Le sembrava di essere diventata cieca.
Le grida riecheggiavano per i corridoi, tutti gli studenti uniti in un urlo di spavento collettivo, molto più di qualsiasi altro rumore che lei avesse mai sentito.
Tutto vorticava intorno ad Elissa . Le parole di Juliette le penetrarono nelle orecchie.
Un assassina che ha il vomito facile...” e si mescolavano con le sue, di parole “ ...Un assassina che ha paura del buio, che odia stare da sola...
-Gian...Gian...- strinse la maglietta dell'amico che stava immobile come una statua, con le braccia che circondavano il busto della castana che cercava protezione. Le sembrò all'improvviso più fragile di quanto non lo fosse mai stata davanti ai suoi occhi.
Quando la luce si riaccese, il coltello era ancora ai piedi dei due ragazzi, lì, abbracciati in mezzo al corridoio, ma Elissa non smetteva di tremare.
-L'hai... vista anche tu... la figura... nel quadro...- disse Elissa, la voce come un sibilo incerto.
Gianluca puntò l'attenzione sul quadro e ebbe un fremito, diventò paonazzo nel vedere i due protagonisti abbracciati che si baciavano, un senso di disagio lo invase.
Non rispose e Elissa continuò, questa volta sembrava più calma – Ho visto il riflesso di un ombra...molto piccola... dietro di noi...-
-Vuoi che chiamiamo gli altri?- ora anche Gianluca sembrava essersi tranquillizzato, Elissa riusciva a sentire il suo battito costante, regola e molto calmo.
-No...forse me lo sono immaginato, non conviene allarmare gli altri...-
-Quindi...- Gianluca si grattò la punta del naso – Che facciamo?-
-Bella domanda...- il corpo le si afflosciò, le gambe cedettero e cadde in ginocchio.
-ELI!- dopo un attimo di spavento, Gianluca tirò un sospiro e ridacchio, si era solo addormentata all'improvviso per le troppe emozioni.
E in effetti, pensò il ragazzo -si morse il labbro, gli occhi ridotti a due fessure- anche le sue emozioni sembravano essere state troppe e cominciavano a vacillare nell'incertezza.








I titoli biancastri scorrevano verticalmente sullo sfondo nero, mentre una sottile musica si infilava nei loro cervelli e sembrava narrare l'eco di qualcosa di lontano e orribile che finalmente si era concluso. L'iniziativa di vedere un film horror, per molti del gruppo ora sembrava davvero una pessima idea. Nella sala comune femminile, aleggiava un silenzio terrificante e una grande varietà di emozioni diverse.
Da una parte c'era Hideko, gonfia di dolci, che a quanto pare erano per lei più interessanti del film, Irina e Mayumi, bianche come lenzuoli e con la bocca semiaperta, avvinghiate ai rispettivi bracci di Shirou e Akio. Quest'ultimo aveva uno strano tic ad un occhio, comparso da quando Irina lo aveva sfiorato e aveva cominciato a urlare e sussultare.
Ayaka e Daphne parevano le uniche entusiaste. E se la prima lo dimostrava con un sorrisone tutto denti, la seconda con due occhi cremisi leggermente illuminati e uno sguardo beffardo.
-Ancora!Ancora!- trillò la Ayase correndo a riavvolgere la cassetta – Ancora!-
-Eh no cara!- Suzuno la arpionò con una forte stretta – Basta così! Dobbiamo staccare!-
Ayaka boccheggiò qualche risposta vuota, si arrese solo quando vide gli amici mezzi traumatizzati, annoiati o – come Atsuya – profondamente addormentati sui cuscini.
-D'accordo...- con un sospiro cominciò a dare istruzioni per riordinare la sala.
Era davvero ora di chiudere i battenti e andare a dormire.






Queste ore di assoluta libertà, Aiden e Aki avevano deciso di passarle in biblioteca alla ricerca di qualche buon libro. Erano stati invitati a vedere il film, ma entrambi non sembravano grandi fan del genere e la verde poi era stata appena dimessa dall'ospedale, non voleva rischiare un altro collasso.
Era stata una serata molto piacevole, passata a commentare i libri che avevano letto, tra l'odore della polvere di tutti quei volumi e la luce giallastra che emanavano le lanterne. Si erano anche messi a giocare ad acchiapparello tra gli scaffali, tanto nessuno poteva loro dire niente.
Dal ritorno però, qualcosa li aveva spaventati o per dirlo meglio, spaventati.
Stavano camminando uno accanto all'altro, Aki stringeva in mano un libro che le era particolarmente piaciuto, quando videro una figura avanzare lentamente verso di loro.
Aki soffocò un grido, istintivamente Aiden le si parò davanti, ma si tranquillizzò quando vide che la figura era Gianluca con in braccio Elissa.
-Che le è successo?- domandò il ragazzo confuso, scostandosi.
-Si è addormentata all'improvviso...la sto portando in camera, e voi, tutto bene?- rispose Gianluca, l'amica dormiva con la testa leggermente inclinata contro il suo petto.
-Eravamo a leggere in biblioteca, tutto a posto grazie...- poi lo sguardo di Aki si contorse – Anche se in effetti...abbiamo sentito strani rumori...-
Gianluca scattò subito – Rumori? Che genere? Per caso passi...o un fruscio?- aveva un espressione molto seria e le mani si strinsero più forte sul corpo di Elissa.
Solo allora Aiden e Aki notarono il coltello che spuntava dalla tasca del pigiama di Gianluca.
-È successo qualcosa!- sentenziò Aki puntando il dito verso il coltello.
-Cosa ci fa quello lì?- aggiunse Aiden quasi arrabbiato.
Gianluca li fissò, mentre nella sua mente vorticavano milioni di frasi da poter dire per spiegare la situazione, ma la verità era che non ne aveva proprio voglia ed Elissa cominciava a pesare.
-Lo...abbiamo trovato...- dalle facce degli amici, Gianluca capì che non era la risposta migliore.
Aki perse lo sguardo davanti a sé – Prima i passi...poi il coltello...- con uno scatto afferrò il lembo della maglia di Aiden – Dobbiamo dirlo a qualcuno!La situazione è grave!-
-NO!- Gianluca non si accorse del suo tono troppo alto – Non serve...davvero, probabilmente è caduto a qualcuno, sarà sicuramente di qualcuno, magari gli è sfuggito stamattina durante le lezioni...tranquilli, andate a dormire, non sarà nulla...- li sorpassò prima che potesse protestare o anche solo formulare una risposta. Velocizzando il passo verso la stanza di Elissa.


La stanza era aperta, avvolta nel buio. Il ragazzo accese la luce e si avvicinò al letto dell'amica.
La sistemò bene, coprendole il corpo con la trapunta lilla... ma non accennò a muoversi.
Il respiro della Merlay era regolare, molto delicato e sulle labbra le campeggiava ora un sorriso appena accennato, ma molto dolce. Gianluca fece per chinarsi...
-Non la toccare – si girò la scatto verso la finestra, Juliette Queen era appollaiata sopra il davanzale, in mano reggeva il suo arco e sembrava pronta per scoccare una freccia verso il ragazzo.
Gianluca indietreggiò come un razzo, un occhio puntato su Elissa e un altro su Jul.
-Non la toccare, non la ferire...- ripeté la corvina.
-Io non...non volevo...- paonazzo, il ragazzo cominciò a gesticolare.
-Lei tiene molto a te e Paolo... non conviene che glielo fai capire ora...- esitò un attimo, scrollò le spalle e subito cambiò argomento -Avete sentito anche voi i passi?-
Gianluca rimase un attimo interdetto, gli occhi gli divennero leggermente lucidi – Allora non ti eri sbagliata...- voltò l'attenzione completamente sulla Jareau e annuì, serio.
-C'è qualcuno...dentro il castello, dobbiamo mantenere la guardia alta...- la corvina poggiò l'arco sul davanzale e scese, la sua figura in pigiama militare, illuminata dai raggi argentati della luna.
-Dobbiamo avvertire il preside?- chiese ancora il castano.
-No! Nulla di tutto ciò...al massimo ci penserò io...-
-Ma...chi sei?- Gianluca si tappò subito la bocca. Quella ragazza lo aveva messo in soggezione fin dal primo momento, quando Elissa li aveva presentati. Aveva un atteggiamento serio, freddo e voleva fare sempre tutto di testa sua. Ora anche parlare da sola con il preside? Lo aveva detto come se loro fossero amici...
-Puoi anche andare, Gianluca...- drizzò i denti quando disse il suo nome - ...Grazie per aver portato Elissa, buonanotte. Non fare parola di questo con nessuno...-
Gianluca annuì cupamente, lanciando un ultima occhiata all'addormentata, poi si allontanò.
Era stato un Halloween troppo pesante per le sue emozioni.



 
~♦~




-Dove credi di andare?-
Star era di ritorno dal bagno, quando la vide. Una figura minuta, molto scattante che si aggirava con grazia e velocità tra i corridoi, come se li conoscesse.
Non aveva esitato un secondo e subito si era lanciata all'inseguimento, sfoderando dalla tasca del pigiama una serie di piccole freccette, costruite da lei stessa.
Ne aveva scagliata una, ma subito la figura aveva svoltato l'angolo, e l'oggetto si era infranto contro la parete, crollando in un mucchietto di legno.
Star aveva accelerato il passo, il passo sinuoso e scaltro, gli occhi glaciali che brillavano come pietre preziose e incalcolabili.
La piccola figura sembrò rallentare, no inciampare, poi i passi si affrettarono ancora di più.
-Non mi sfuggirai!- gridò Star ma come risposta le sembrò di sentire una debole risatina sfiziosa.
-Ridi di me?!- con uno scatto le fu addosso, ma era troppo tardi, perché quando voltò per l'ennesima volta un angolo, non la trovò più.
Imprecò chiudendo il pugno attorno alle freccette, pestò con impeto un piede e il pavimentò scricchiolò. Era strano, doveva esserci un tappetto sotto i suoi piedi, tutti i corridoi erano percorsi da quel tappeto rosso. Si chinò e sfiorò il pavimento con il dito, era una superficie legnosa e in certi punti sembrava vecchia e scheggiata. Fortuna che aveva le ciabatte.
Fece mente locale, cercando di ricordare un luogo del castello che avesse un aspetto del genere.
Gli occhi si erano abituati all'oscurità, riusciva a distinguere sul muro chiazzato d'umidità, una serie di quadri antichi e rovinati, coperti da ragnatele.
Allungò una mano e fece un passo in avanti, la figura si era volatilizzata? Perché davanti a lei stava un muro con un unica lanterna, spenta, al centro.
Star non era così stupida, capì perfettamente la funzione di quella lanterna, d'altronde aveva fatto molta esperienza vedendo dei film, ma sentì che quello non era il momento di procedere oltre.
-Tornerò...- promise, guardando il muro con sfida.
E nell'aria aleggiò la risposta, la stessa voce, la stessa risatina divertita.
Ti aspetto.

_________________________________________________________________________________________________________

Angolo della Prima Cacciatrice:

Questo capitolo molto mlmlml ...
Ancora una volta sono stata bravissima a procedere con il mistero, dedicandoci un paragrafo... si io sono fatta così, ci metterò anni a finire u.u
Comunque spero vi sia piaciuto e tutto il resto! Lasciate una recensione con i vostri pareri e curiosità.
Perdonate se non rispondo ma in questo periodo sono molto occupata ;(
Ancora una cosa, spero stiate tutti bene per la vicenda del terremoto. Io sono del centro, abbiamo sentito (o almeno i miei, perchè io dormivo come un sasso) la scossa ma niente di grave per fortuna.
Baci al prossimo capitolo, che sarà pieno di curiosità e azione!.

_Elisachan
































 



 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: A r o h a