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Autore: Shannara_810    30/03/2005    10 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 12: Brother of mine

"Mnnn". Si portò una mano al viso, tentando di schermarsi gli occhi dai raggi del sole. Era già ora di andare a lezione? Che sogno buffo aveva fatto, gli venne da ridere. Aveva sbagliato la pozione di Piton ed era arrivato nel futuro. Aveva incontrato i Malandrini di terza generazione e aveva, addirittura, conosciuto i suoi figli... suoi e di Ginny... C'era persino il figlio di Ron...oh, ma niente poteva eguagliare la bizzarria più assurda: il figlio di Hermione e Malfoy, della sua migliore amica e di Mal-ferret...

Merlino! Doveva proprio smetterla di mangiare sformato di peperoni a cena...

Allungò la mano sul comodino, andando a tentoni alla ricerca dei suoi occhiali... che mal di testa...non gli andava di andare a lezione da Piton...

Che strano il comodino non c'era...

"Il comodino è dall'altro lato". Una voce divertita gli disse.

"Grazie". Rispose ancora mezzo addormentato. Che gentile quella voce. Ron non era così di buon umore di solito al mattino presto.Ma chi era stato così stupido da spostare il comodino nel cuore della notte?

Si alzò a sedere, sgranchendosi le ossa. Allungò le braccia, stiracchiandosi per bene. Gli bruciavano gli occhi. Se li strofinò prima di voltarsi a prendere gli occhiali e pulirli con il lenzuolo del letto. Da quand'è che le coperte erano bianche? Non lo ricordava.

Inforcò le sue lenti, pronto ad una nuova giornata. Il sonno continuava a rimbambirgli il cervello. Non si può dire che era perfettamente cosciente di dove si trovava.

"Ti senti bene, Potty?" Stessa voce di prima. Se doveva essere sincero aveva un pò di nausea ma per il resto stava abbastanza bene.

"Si, grazie Ron".

La voce rise. "Potrei prenderlo come un insulto, mi ritengo decisamente più carino di Weasleuccio. Dovresti farti dare una revisione a quei cosi". La voce era strascicata, pungente, un sarcasmo inconfondibile.

Harry, intento a passarsi una mano fra i capelli, sbarrò gli occhi. C'era solo una persona che gli si rivolgeva con quel tono... non poteva essere giusto? Giusto?

Alzò lo sguardo sbigottito. Davanti a lui, comodamente seduto su una poltrona proprio davanti al suo letto, c'era Mal-ferret...Malfoy...sì, insomma, Draco.

Poteva avere al massimo una trentina d'anni. I capelli erano corti, un pò più corti di come li portava quell'anno ad Hogwarts, sempre biondissimi, le solite ciocche ribelli negli occhi. Indossava dei jeans...neri...con una maglia a collo alto dello stesso colore. Lo stava fissando con lo stesso sorriso sarcastico che gli aveva sempre visto sul viso, però Harry notò, c'era qualcosa di diverso, ma non capiva cosa.

Poggiava il capo su una mano, le gambe incrociate, come se lui fosse una qualche sorta di buffo passatempo. Con la mano sinistra tamburellava distrattamente su uno dei braccioli della poltrona di velluto sulla quale era seduto. I raggi del sole uno strano luccichio mettevano in risalto sulla sua mano sinistra...una fede nuziale...

D'improvviso scoppiò a ridere, gettando la testa all'indietro mentre tentava di asciugarsi una lacrima solitaria che si faceva strada sulla sua carnagione, non più diafana. Tentò di ricomporsi, passandosi una mano fra la frangia ribelle. Una cicatrice sottile gli attraversava il sopracciglio, giù fin sotto l'occhio sinistro... occhi del colore della tempesta...

Harry sentì il fiato venirgli meno. Quegli occhi... quegli occhi... non si era mai accorto di come gli occhi di Draco fossero identici a quelli di Sirius...

"Che fai prendi le mosche? Mai sentito parlare del concetto di respirare?".

Liberò un lungo respiro, che non si era accorto di trattenere. Se le cose andavano avanti così, sarebbe invecchiato prima del tempo...

"Malf...Dra..." tentò di alzarsi dal letto ma sentì le forze venirgli meno. La nausea sui era fatta ancora più forte. Draco, che nel frattempo gli si era avvicinato, l'aiutò a mettersi seduto, tentando di farlo calmare. Ma Harry non voleva saperne.

"I ragazzi!" Il Grifondoro non riusciva ad articolare nulla che avesse un senso. "Sirius e James!". Tentava di divincolarsi ma la stretta dell'altro era più forte. La gola gli bruciava e sentiva le labbra asciutte. Iniziò a tossire mentre l'uomo gli batteva piano la schiena, consigliandogli di prendere respiri profondi.

"Calmati! Bevi questo". Draco gli porse una tazza di tisana, che il ragazzo più giovane non si era accorto essere sul comodino vicino. Solo allora si accorse di quello che lo circondava: non era nel suo dormitorio nella torre dei Grifondoro. La stanza era grande, con un solo letto. Sembrava l'infermeria di Madama Chips. Era inondata di luce, una lieve brezza che soffiava dalla finestra semi aperta. Le tende erano di un bianco candido, le pareti, invece, di un bel colore azzurro pastello. La poltrona sulla quale Draco era seduto poco lontano, il resto era vuoto.

"I ragazzi stanno bene, un pò ammaccati ma non è nulla di grave. Ora riposano. Tu sei sicuro di stare bene?"

Ad un cenno affermativo di Harry, Draco tornò a sedersi sulla poltrona. Il Grifondoro sentì i suoi occhi di tempesta scrutarlo attentamente e quella stessa sensazione che aveva provato con Ryan, quando il ragazzo aveva letto le sue emozioni, come Sirius lo aveva accusato, lo pervase nuovamente.

Draco doveva essersene accorto perché abbozzò un mezzo sorriso malizioso, poggiando il mento sulle mani che teneva incrociate davanti a sé. "Ah, comunque, per la cronaca il cognome è Black. Credevo che lo sapessi".

Harry si limitò a fissarlo. Mille pensieri gli frullavano per la testa ma, se doveva essere sincero, non era sicuro  di riuscire a esprimerli tutti. Era tutto assurdo, così incredibilmente assurdo! Tutto quello che riuscì a fare fu scoppiare in una risata isterica. Si lasciò cadere all'indietro, una mano alla fronte, mentre lasciava uscire fuori tutta la tensione, tutto lo stupore, tutto quello che aveva provato. Non riusciva a smettere.

"C'è qualcosa che ti diverte?". Draco sembrava alquanto perplesso.

"Non ci posso credere! Insomma un momento prima mi trovo nell'aula di Piton con Ron che sembra la tua brutta copia ed un attimo dopo mi ritrovo nel futuro, inseguito da una specie di gelatina gigante insieme ad un gruppo di ragazzini e scopro che la mia migliore amica ha sposato Draco Malfoy...Black... insomma, lo Straordinario furetto rimbalzante! Se questo non lo trovi assurdo?!"

"Consentimi di risentire. Per quanto Lenticchia possa sforzarsi, io credo di aver portato l'arte del sarcasmo e del cinismo a livelli di prim'ordine.". Draco sembrava stesse tenendo una lezione di buone maniere. Il suo autocontrollo era un qualcosa di inumano.

"Una delle tue solite battute. Ed io che pensavo che fossi cambiato! Come diavolo hai convinto 'Mione a sposarti? Doveva essere ubriaca!".

"Sai come si dice: chi disprezza compra!". Una frase del genere, detta con quel particolare tono di sufficienza, scatenò nuovamente l'ilarità di Harry. Doveva essere impazzito. Il Black era sempre più convinto di dover chiamare Madama Chips: magari il ragazzo era da rinchiudere davvero.

Erano così presi dalla loro conversazione, la prima civile che Harry fosse riuscito a fare con Draco da quando lo aveva conosciuto, da non accorgersi di una nuova presenza entrata nella stanza.

"Ed io che mi preoccupavo a lasciarvi soli! Mi sembra che ve la caviate piuttosto bene!". La nuova voce doveva dover trovato davvero comica quella scena.

"Vuoi dire che il ragazzo è da rinchiudere una volta per tutte ed io sono posso smetterla di fargli da baby sitter?" Draco gli aveva risposto, aggrottando un solo sopracciglio. Come riusciva a farlo era un mistero.

"Sempre il solito, eh furetto? A volte mi chiedo perché continui ancora a frequentarti!". Il nuovo personaggio si era avvicinato a Draco, venendosi a parare proprio di fronte ad Harry. Il ragazzo si era messo nuovamente a sedere, le braccia in grembo, il volto bianco e paralizzato.

"Forse perché sono l'unico fratello che ti ritrovi, Potty!". Il biondo si era alzato mettendosi a fianco dell'altro...l'altro...Harry.

******

"Tu pensi che andrà tutto bene, mamma?". Ryan Black osservava sua madre sbucciargli una mela nonostante le avesse ripetuto più volte che si sentiva bene e non aveva bisogno di nulla. Mama  non aveva voluto sentire ragioni: era uscito dallo scontro con delle brutte bruciature ed, infondo, era bello farsi coccolare un pò, doveva ammetterlo. La donna gli sorrise.

"Se tuo padre e tuo zio sono riusciti a non uccidersi fino ad ora non credo che avremo problemi". Hermione gli porse la mela mentre Ryan sghignazzò divertito. Questo sarebbe stato lo shock più grande della vita di Potty, pensò.

******

"Per me ora sviene. Guarda che se poi devo fargli la respirazione bocca a bocca, puoi anche scordartelo!". Draco Black era andato a sedersi al davanzale della finestra, il viso nuovamente appoggiato su una mano, lo sguardo corrucciato ancora una volta.

"Nessuno te lo ha chiesto!". L'Harry adulto si era seduto affianco a quello giovane, massaggiandogli le spalle, in un vano tentativo di calmarlo. Diciotto anni prima si era ritrovato in quel medesimo letto, ma non ricordava di essere stato così scioccato. Certo che il fratellone adorato non aiutava mica.

"Su Harry, calmati! Non c'è bisogno di svenire!". La frase ebbe totalmente l'effetto contrario.

"Non c'è bisogno di svenire? Non c'è bisogno di svenire?!". La voce dell'Harry giovane ricordava molto quella di Ron: lo stesso tono stridulo. "Mi ritrovo davanti me stesso e tutto quello che sai dirmi è non c'è bisogno di svenire?!"

"Guarda che anche io se mi fossi ritrovato davanti la tua faccia, non avrei avuto una bella reazione". Draco naturalmente.

"Grazie, Draco. Se ora non ti dispiace potresti chiudere il becco una volta per tutte!". Potter aveva digrignato i denti, al limite della frustrazione mentre l'altro lo aveva liquidato con un gesto della mano prendendosi ad ammirare le unghie.

"Pensaci: già da ragazzo non era un gran che ma così devi averlo proprio demoralizzato!"

"Ti ho chiesto di stare zitto!"

"Ma quando mai ti ho ascoltato?"

"Draco!!!". L'uomo dagli occhi verdi ora pareva voler ringhiare.

"Harry..." Il biondo gli fece il verso.

"STA ZITTO!" pausa "SMETTILA DI RIPETERE QUELLO CHE DICO!" altra pausa "IDIOTA"

Per tutto il tempo che aveva urlato, Draco sembrava riuscire ad anticipare ogni sua mossa.

"Avete mai pensato di darvi al cabaret? Sareste un bel duo comico". Più che arrabbiato, l'Harry giovane ora sembrava spazientito: certe cose non cambiavano mai.

"GRAZIE" gli avevano risposto in coro i due adulti, prima di fissarsi e ridere. Dopo tanti anni insieme, questo era il loro modo di smaltire la tensione.

Harry li osservò attentamente. Non c'era cattiveria negli insulti che si erano scambiati. E per quanto gli sembrava impossibile ammetterlo, c'era una complicità particolare fra il se stesso adulto e il Draco adulto. Una complicità che solo due fratelli potevano avere.

Osservò se stesso. Era vestito come il Black, solo che le sue vesti erano di un bel bianco. Era alto, sul metro e ottantacinque, ma Draco lo era di più. Il suo viso era rimasto per lo più lo stesso, la cicatrice ancora visibile dopo tutti quegli anni e i suoi occhi verdi erano ancora vispi e gioviali, ma c'era una profonda nota di tristezza in essi. Una lieve ombra di barba gli incorniciava il viso me un altra cosa lo stupì: crescendo era diventato identico a suo padre James.

"Lo sai perché sei qui, vero Harry?" Il ragazzo capì che il tempo dei giochi era finito. I due adulti avevano cercato di riportargli su il morale ma ora lo aspettava la parte più difficile.

(Per evitare errori e risparmiarmi un pò di fatica, d'ora in poi chiamerò l'Harry adulto semplicemente Potter, per distinguerlo dal se giovane).

"Molte risposte che stai cercando saremo noi a dartele. Molte altre dovrai scoprirle da solo. Non possiamo rischiare di interferire troppo con gli eventi della tua linea temporale: rischieremmo di modificare il futuro". Il volto di Potter s'era fatto d'improvviso molto serio mentre gli occhi di Draco erano divenuti plumbei.

"Chiedimelo, Harry. So che vuoi farlo". Draco gli aveva sorriso mestamente. Un sorriso sincero che Harry non aveva mai visto sul volto del biondo.

"Tu... tu sei davvero il figlio di Sirius?". Quelle parole gli erano uscite a fatica. Voleva sapere. Voleva la verità una volta per tutte.

"Sì".

"Ma allora perché..." Uno sguardo di smeraldo ne incrociò uno identico, ma due emozioni contrastanti si leggevano in esse. Da un lato c'era ansia, curiosità, emozione... dall'altro solo tristezza e amarezza.

"Credo che questa sia una storia che spetti a mio fratello raccontare..."

Draco ora dava loro le spalle, lo sguardo perso nel giardino sulla quale la finestra si affacciava. Dopo tutti quegli anni, certe ferite non si erano ancora del tutto rimarginate.

"Mia madre e Sirius, mio padre, si innamorarono durante il loro sesto anno ad Hogwarts. Pensa, cominciò un pò come per i tuoi: all'inizio si detestavano." Harry sapeva che raccontare la sua storia, doveva fargli male. "Tuttavia, come spesso succede, gli opposti finirono con l'attrarsi e i due si misero insieme. Però mantennero il tutto segreto per paura di ritorsioni: mio padre era stato diseredato e se i Black lo avessero scoperto, sarebbe stata la fine per mia madre. L'unica che ne era a conoscenza era Lily".

"Questo è pressappoco quello che mi ha detto Remus. Quando Voldemort iniziò a dare la caccia ai miei genitori, Sirius dovette lasciare tua madre ma non sapeva che aspettasse un bambino. Poi fu rinchiuso ad Azkaban". Il giovane Grifondoro sentì formarsi un groppo alla gola. Potter lo guardò solidale, confortandolo con una pacca sulla spalla.

"Esatto. I Black combinarono un matrimonio riparatore con Lucius e meno di un mese dopo l'arresto di mio padre, esso fu celebrato. Quello che non sai è che quel maledetto conosceva l'identità del mio vero padre, anche se mia madre non lo aveva rivelato a nessuno. Anzi fu proprio lui a convincere i Black a non disfarsi di me". Una furia inaudita si era impadronita di Draco e, sebbene fuori sembrava freddo e composto come sempre, i suoi occhi ora erano fuoco vivo. "Io gli servivo! Servivo ai piani di Voldemort!".

Non resistette più. Con tutta la rabbia che aveva in corpo scagliò un pugno sulla parete, gocce di sangue sul muro candido. Non ci riusciva. Non riusciva a restare freddo e impassibile. Pensare a Lucius gli faceva andare il sangue alla testa e non riusciva più a controllarsi.

"Come mia madre, nostra madre, Narcissa era una sacerdotessa della luna". Toccava a Potter continuare.

"Il potere della luna?Cos'è?". Tutta quella storia sembrava ricondurre al potere della luna. Un potere tanto grande e benefico quanto violento e distruttivo.

"Non posso dirti cos'è, Harry". Potter non riusciva a trovare le parole adatte. "perché ora come ora non potresti capire". Alla faccia sempre più confusa del ragazzo, tentò di spiegare. "Senza il Marchio, lo stesso marchio che hai visto sui corpi di Sirius e Ryan, tutto ciò che ti direi, per te non avrebbe senso. Sarebbero solo parole vuote, prive di un qualche nesso logico. Il Potere della Luna non è qualcosa che si può spiegare a  parole, ma solo percepire. Trascende ogni cosa esistente in questa realtà. Quella che da molti era considerata una sciocca favola per bambini, nascondeva un segreto che avrebbe segnato le sorti di questo mondo".

"Era stato predetto dai Saggi, i primi maghi che avevano popolato questa terra" Aveva ripreso Draco "Che ogni mille anni, al sorgere di una luna di sangue di cattivo auspicio, quando il Signore Oscuro avesse minacciato il mondo magico, due fratelli sarebbero nati, due fratelli speciali, nati da madri diverse, ma con un destino comune: uno con il potere di portare la luce e controllarla..."

"L'altro con la forza di dividere le tenebre e dominarle. Due guerrieri invincibili..." Aveva concluso il moro.

"Uno che controlla la luce, l'altro le tenebre..." Harry aveva sussurrato, osservando prima Potter poi Draco, capendo che quella era solo la punta dell'iceberg.

"Nel giorno di equinozio, quando non esiste confine fra la magia bianca e quella oscura, un Drago con il cuore puro come quello di una fenice avrebbe visto la luce. Un 'Dark Warrior', un padrone della magia nera, a cui sarebbe stata affidata la Luce nelle Tenebre, l'arma che avrebbe diviso le Ombre. Un marchio l'avrebbe distinto dagli altri: la falce di luna nera, il simbolo della Forza che trascende ogni cosa". La voce del biondo s'era fatta remota.

"Nel settimo mese, invece, venne tramandato, sarebbe stata la volta della Fenice dal coraggio di un drago, un 'Light Warrior', un seguace della dottrina della magia bianca, che avrebbe cercato l'Ombra della Luce, la spada che raccoglie in sé l'essenza di ogni creatura che vive su questa Terra. La falce di luna bianca, l'avrebbe marchiato, il simbolo dell'Energia che fa vivere ogni cosa. Sarebbero stati l'uno l'ombra dell'altro, le due facce della stessa medaglia. Lo stratega e il soldato, l'astuzia e la potenza".

"Quindi, è questo ciò che siete, siamo...". Non riusciva a crederci. Già la profezia di Voldemort era complicata ma questa...però Harry provò quasi una sorta di sollievo. Stavolta il destino del mondo non era posto solo sulle sue spalle...

I due adulti annuirono. "Sempre insieme. Amici ma rivali, fratelli ma avversari. Questo è ciò che è stato narrato. Creature imbattibili, perché l'uno avrebbe compensato le debolezze dell'altro, semplicemente due spiriti affini".Conclusero insieme.

Draco era tornato a sedersi sul davanzale come se nulla fosse successo. La calma era di nuovo padrone di lui, ma Potter sapevano che non era così, aveva imparato a vedere al di là di quella falsa immagine che si era costruito. Era amareggiato, amareggiato per non aver potuto fare nulla per Narcissa. Dietro una maschera di freddezza e controllo si nascondeva un uomo dal cuore gentile. Aveva preso molte decisioni di vita o di morte nella sua vita, ma quel bambino perduto e spaurito era rimasto ancora vivo nel suo cuore. Un bambino che solo l'amore di Hermione era riuscito a consolare, anche se il suo cuore poteva ancora sanguinare, anche dopo tutti questi anni.

"Ma Voldemort sapeva. Aveva intuito che non si trattava di una semplice leggenda e che avrebbe potuto costituire una seria minaccia per il suo potere. Aveva raccolto informazioni, vecchi testi, interpretato tutti i segni. La conclusione fu molto semplice. Se i due guerrieri si fossero riuniti, sarebbe stata la sua fine. L'unico modo per evitarla era metterli l'uno contro l'altro. E quale modo migliore se non rendere il Dark Warrior suo erede. Questi poteva utilizzare ogni sorta di magia oscura senza conseguenza quindi avrebbe rappresentato per Tu-Sai-Chi un'arma vincente. Lucius aveva scoperto il segreto di mia madre, sapeva che lei custodiva la chiave che avrebbe risvegliato la Luce nelle Tenebre, così decise di sfruttare questa sua conoscenza a proprio vantaggio. Si narrava che nei momenti di pace, il potere della Luna restava latente nell'animo di due sacerdotesse che vegliavano su di esso, in modo che non fosse contaminato dalle forze del Male. Solo nei momenti di crisi, tale forza si manifestava. Capì che doveva approfittarne: se avesse sposato la protettrice della falce della Luna Nera, avrebbe potuto offrirmi a Voldemort come dono che gli avrebbe garantito una rapida scalata al potere." Strinse i pugni, conficcandosi le unghie nel palmo, senza che riuscisse ad avvertire davvero il dolore. Rabbia, solo rabbia stava nuovamente crescendo in lui. 

"Ma prima doveva spezzarmi. Se avessi conosciuto l'amore, se avessi provato un sentimento d'amicizia,  il mio destino sarebbe stato segnato e mi sarei ricongiunto a mio fratello. Quando il piano di Voldemort per eliminarti fallì, quel bastardo di 'mio padre '" Pronunciò queste parole con tutto il suo disprezzo " mise in atto il suo. Per prima cosa mi privò dell'affetto di mia madre, per tutta la sua vita costretta alle catene dell' Imperius. Ma non fu sufficiente. In quei rari momenti di lucidità, lei riuscì ad instillare i semi della bontà in me. E quella bontà, per Lucius doveva essere annientata. Per condurmi all'odio non esitava a picchiarmi e torturarmi, tutto pur di condurmi al lato oscuro".

Harry voleva poter dire qualcosa ma nessun suono sembrava voler emergere dalla sua gola. Odio e pietà stavano crescendo in lui... una furia cieca verso il mostro che aveva spezzato l'esistenza di suo fratello. Era un sentimento strano, primordiale. Si sentiva attratto dal biondo in una maniera particolare... era come se per tutta la sua vita fosse sempre stato incompleto, un metà alla perenne ricerca della propria ombra.

"Quando giunse il momento di entrare ad Hogwarts, il vecchio Lucius giocò il suo asso nella manica. L'amore era il problema, quindi lui avrebbe fatto in modo che nessuno avrebbe mai potuto provarne per me..."

Gli occhi di smeraldo di Harry si persero in quelle pozze d'acciaio. "Mi rubò l'anima." Una risata amara fu tutto quello che Draco riuscì a fare. "La rinchiuse in una specie di limbo, creando il mostro che tu hai sempre conosciuto. Mi rese come lui!".  Si lasciò cadere al suolo, la schiena contro il davanzale. Non riusciva più a parlare.

"Ma è una cosa possibile?". Harry non voleva crederci, non poteva crederci. Era troppo orribile.

Fu Potter a rispondere per suo fratello. "Purtroppo sì, Harry. Con uno degli Incantesimi Dimenticati, costrinse la sua anima ad osservare tutto ciò che il suo lato oscuro faceva." Indicò le sue mani, quasi fossero una bilancia immaginaria. "Vedi, in ognuno di noi si può dire che vivano un angelo e un diavolo. è l'equilibrio fra queste due parti a renderci quello che siamo, ma se una delle due sopraffa l'altra allora è la fine".

"Per più di cinque anni sono stato solo un'ombra, imprigionato nel mio stesso corpo, almeno fino a quando non hai spedito Lucius ad Azkaban. Allora il maleficio è stato spezzato e mi è stata mostrata la speranza". Teneva il capo chino sulle ginocchia, ma la voce era forte, limpida, piena di rabbia e dolore.

"Ma perché non ne hai mai parlato con qualcuno?". Un sussurro strozzato il giovane Potter poté solo fare.

"A cosa sarebbe servito? Prima che qualcuno avesse potuto aiutarmi, che avesse avuto fiducia in me dopo tutto quello che aveva fatto, sarei stato nuovamente schiavo e le persone che amavo sarebbero state uccise! Lucius sapeva sempre cosa mi succedeva. Aveva la Parkinson, Tiger e Goyle per scoprirlo!" . Black continuava a tenere il capo chino. Non voleva vedere la pietà negli occhi di quel ragazzo. La detestava! Detestava come la gente lo commiserava quando venivano a conoscenza del suo passato. Non era più spezzato...perché non lo capivano?!

"Vedi Harry, l'incantesimo non poteva essere sostenuto per lunghi periodi, quindi in alcuni momenti lui era cosciente e padrone di sé, anche se tormentato da incubi e visioni". Gli occhi di Potter erano fissi sulla figura vestita di nero. " Un solo attimo di bontà non avrebbe mai potuto cancellare dalle vostre menti le cattiverie che come Malfoy, Draco poteva aver commesso. Anche tu, eri sospettoso del suo affetto per 'Mione, o sbaglio?"

Il Ragazzo Sopravvissuto non seppe cosa rispondere. Era vero: aveva odiato Draco per troppo tempo per credere in una sua redenzione.

"Proprio in uno di questi momenti il mio caro fratellone, fortunatamente, si innamorò della sua Mya". L'uomo dagli occhi verdi ora aveva un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra.

"Lo so che stai ridacchiando, Potty". Il biondo non aveva avuto nemmeno bisogno di sollevare il capo per interpretare l'espressione del fratello. Con lo stesso tono sarcastico che gli era consono aveva continuato. "Devo ricordarti di chi è il merito se ti sei dichiarato alla rossa?".

"Ma smettila!"

"Ah è così. Se non fosse stato per me saresti ancora là ad aspettare!" Anziché ribattere, stavolta Potter arrossì. Harry lo guardò un pò imbarazzato.

"Vuole dire che ci siamo dichiarati a Ginny per merito suo?" Questa non era di certo il genere di dichiarazione che si era immaginato per il grande amore della sua vita!

"Non ricordarmelo, per favore!" la smorfia di disgusto sul viso di entrambi i mori risollevò il morale di Draco.

"Già...già! Se non fosse stato per me saresti ancora Il-Ragazzo-Che-Voleva-Morire-Vergine!!!" Due cuscini gli arrivarono in pieno viso. Due cuscini da due Grifondoro piuttosto seccati.

"OK, non c'è bisogno di scaldarsi!". Rise ancora un pò prima che la situazione tornasse nuovamente seria. "Mya si è presa cura di me, curando le mie ferite. Sia quelle fisiche che quelle nell'animo. Lei era tutto quello per la quale valeva la pena di lottare. Tutto ciò che contava per me...Che conta per me!". Draco si guardò la mano sinistra, dove lucente scintillava l'anello che aveva sancito la loro promessa. Si osservò la mano, una cicatrice a forma di mezzaluna sul palmo, una promessa ancora più antica che sanciva un segreto solo suo e della sua anima gemella. "Non sarei sopravvissuto se quella notte lei non mi avesse salvato la vita, quando tutto quel dolore mi portò a tagliarmi le vene".

C'era tanto amore in quegli occhi di tempesta che Harry se ne sentì sopraffare. Ora capiva. Capiva cosa fosse successo quella notte, quando aveva scoperto il segreto del gramo, e capì che qualunque cosa fosse mai avvenuta, Hermione sarebbe stata sempre protetta.

"Ma perché le nostre madri? Sì, insomma, una purosangue e una babbana. Due donne così diverse, io non capisco".

"Loro possedevano qualcosa di speciale dalle altre. Ma cos'è tocca a te scoprirlo".

Harry corrucciò la fronte. "Praticamente tutta questa storia è servita solo a confondermi di più le idee! Ma non potevate trovare un modo meno pericoloso di incontrarmi?". Strinse il pugno, finalmente con qualche tassello in più in quel puzzle complicato, mentre una nuova risoluzione si stava facendo strada in lui.

Potter intanto continuava a fissare suo fratello: se proprio voleva liberarsi la coscienza questo era il momento adatto per farlo. Il suo sguardo sembrò, però, proprio non piacere all'uomo vestito di nero.

"Hey! Prenditela con Silente. La pozione non è esplosa solo per colpa mia! Ti pareva che non era colpa di Draco?!". Draco si sentì piuttosto indispettito da quell'accusa implicita.

Il fratello lo guardò scettico. "Devo ricordarti che hai fatto apparire quel ragno gigante solo per vendicarti di Ron?!"

"Perché tu non l'avresti fatto? Te ne saresti stato buono buono, vero San Potter? La sai una cosa , me ne vado. Non mi sento per niente apprezzato!". Il biondo si alzò ed uscì dalla stanza. "Vado a vedere come stanno i ragazzi". Sembrava davvero contrariato, il suo umore era mutato in pochi istanti.

Harry guardò perplesso Potter, mentre questi abbozzò un mezzo sorriso. "Lascialo stare, ricordare il suo passato gli fa ancora male. Non vuole che tu veda cosa prova. Ha qualche difficoltà a esprimere le proprie emozioni, con qualcuno che non sia Hermione o i suoi ragazzi. Però è un buon padre, puoi credermi". 

"Lo so. Sirius sembrava ammirarlo profondamente. E credo che Ryan volesse spaccarmi la faccia quando l'ho insultato!".

"è vero. Per Ryan non esiste nessuno migliore di suo padre!". L'uomo dagli occhi di smeraldo chinò lo sguardo. Sembrava imbarazzato per quello che stava per dire. Infatti le parole gli uscirono in un sussurro, quasi un mormorio sommesso. "Volevo ringraziarti per quello che hai fatto per Sirius. Abbiamo parlato... Cielo non ricordavo da quanto non facessimo una bella chiacchierata padre-figlio. Non immaginavo di averlo fatto soffrire tanto. Se non fosse stato per te, avrei continuato ad ignorare i suoi bisogni".

"L'importante è ora andrà tutto a posto." Ora fu il giovane Harry a dare una pacca sulla spalla al suo se adulto.

"Sì, ora andrà tutto a posto. Sirius sarà libero di essere quello che vuole. Gli ho imposto l'ombra di suo fratello senza vedere la bella persona che sta diventando. Credo di essermi meritato tutte le ramanzine del furetto!" No, non stava piangendo, tuttavia gli occhi dell'adulto s'erano inumiditi di lacrime amare.

"Come è averlo come fratello?". Questa era davvero una bella domanda. Gli era venuta spontaneo chiederlo. Potevano davvero essere una vera famiglia, sebbene fossero così diversi?

Potter si strofinò gli occhi, grato di poter cambiare argomento. Si sentiva tremendamente in colpa per le ingiustizie fatte verso suo figlio più giovane. Sembrò pensare su per un pò alla domanda postagli dal giovane ma sapeva che la sincerità sarebbe stata la risposta migliore. Si grattò una guancia distrattamente.

"Draco è egocentrico, sarcastico, permaloso e puoi aspettarti praticamente di tutto da lui! Non sta mai zitto quando dovrebbe e volte mi fa davvero infuriare!".

L'espressione di mal sopportazione che gli si era dipinta sul viso svanì in un sorriso sincero. "Ma si fa in quattro per la sua famiglia e qualsiasi cosa succeda, puoi sempre contare su di lui. So che ora ti sembra impossibile ma presto il Draco del tuo tempo farà qualcosa che gli farà guadagnare tutta la tua stima e ammirazione. è la persona più leale che io conosca... Senza contare che 'Mione non esiterebbe a trasformarlo in un roditore pur di rimetterlo in riga!". Scoppiarono entrambi in una sonora risata.

"Ah proposito, dove siamo? Questa non sembra Grimmaude Place". Il Grifondoro più giovane iniziò a guardarsi intorno non riconoscendo nulla di familiare negli oggetti che lo circondavano.

"Oh, no. Questo è l'ex Maniero Malfoy, ora sede dei Dark-Aurors. Il numero degli Aurors è molto aumentato in questi anni così sono stati divisi in squadre speciali sparpagliate su tutto il paese.  Grimmaude Place è il quartier generale, per così dire.

"Dark-Aurors?". Questo sì che era davvero interessante.

"La squadra speciale di Draco. Sono esperti in magia nera e in tutti gli artifizi oscuri. Vengono scelti personalmente da lui, considerata tutta l'esperienza che ha sull'argomento. Fra le sue fila militano anche alcuni ex Mangiamorte, che sono state spie per Silente durante la Seconda Guerra Magica". Se non stava attento si sarebbe lasciato sfuggire più dettagli del dovuto.

"Dei Mangiamorte? Ma...ma ...loro sono esseri infidi!" Harry ne era rimasto davvero sorpreso.

"Non preoccuparti. Draco è un Soul-Reader. Mentirgli è praticamente impossibile! Riesce a vedere nell'animo delle persone, la loro vera natura. Hai visto anche tu cosa sono in grado di fare lui e suo figlio". Il momento delle domande era finito. Se il ragazzo avesse scoperto troppo, le conseguenze sarebbero potute essere imprevedibili. Potter aveva cercato di attenersi il più possibile a ciò che ricordava di quell'esperienza, di quando era stato lui a trovarsi a posto di questo ragazzo, ma non era facile non lasciarsi trasportare dalle emozioni, cercare di non modificare troppo il passato per evitare dolori e dispiaceri. Proprio per questo aveva chiesto a Draco di risvegliare in lui quel ricordo prima dell'incontro con il suo sé sedicenne.

"E tu?". Il ragazzo in questione si stava eccitando sempre di più.

"Credo che il momento delle domande sia terminato!". Gli rispose con una smorfia. Fortunatamente fu salvato da un lieve bussare alla porta. Sapeva chi stava per entrare e di certo questa visita avrebbe attirato su di sé tutta l'attenzione di Harry.

"Possiamo entrare?" Il volto sorridente di Ginevra Potter fece capolino dalla massiccia porta di legno. "Volevano sapere come sta Harry".

Era così bella, pensò Harry. Così bella. Gli occhi azzurri sembravano due pietre preziose. I capelli una fiamma viva. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Ne era rimasto rapito. Potter rise: sua moglie aveva questo effetto su molte persone. Agitò una mano davanti al ragazzo ma questi sembrava in un mondo tutto suo, completamente imbambolato. La bocca era rimasta spalancato, in stupita ammirazione quindi pensò bene di richiudergliela prima che persone indiscrete, vedi Draco, avessero fatto battute inopportune. 

"Wow!" Fu tutto ciò che il ragazzo riuscì a pronunciare. "Sei diventata bellissima...cioè non che non lo fossi mai stata...anzi...volevo dire..."

"Grazie, Harry". La donna sorrise mentre il Ragazzo Sopravvissuto diventava rosso come un peperone. Gli si avvicinò dandogli un lieve bacio sulla guancia che rischiò di farlo collassare.

"Piano cara. Voglio tornare vivo nel presente!". Quella di Potter voleva essere una battuta, ma non era molto lontana dalla realtà. Ginny rise. "Eri davvero adorabile da ragazzo, Harry!",

"Ah, siete disgustosi!". Una nuova voce aveva aggiunto.  Prima che Harry se ne rendesse conto, la stanza si riempì di persone, voci allegre,  facce nuove e vecchie, giovani e adulte.

"Ah, ora basta. Presentatevi uno alla volta, altrimenti non si capisce più niente!". Una donna castana si era fatta strada fra la massa. Quegli occhi dorati erano inconfondibili, come quel tono da so-tutto-io.

"Hermione!". 

"Ciao, Harry!". La donna lo guardò divertita, cercando di nascondere la sua felicità dietro una finta espressione burbera. Era così diversa dalla ragazza tutta presa dai suoi libri che aveva conosciuto. Cielo, Hermione Granger era sempre stata una ragazza vivace, ma sembrava che tutta la sua vita fosse una perenne ricerca di qualcosa, sempre il dover dimostrare il proprio valore a qualcuno. Ora pareva, invece, che fosse finalmente riuscita a trovare il suo posto nel mondo. Era la nuova matriarca della famiglia Black: un simbolo di forza, coraggio e determinazione. Un'aura particolare sembrava che ora la circondasse.

"Si, mio generale!" La stessa voce strascicata di prima aveva aggiunto dal fondo della stanza. Quella voce poteva essere solo di una persona.

'Mione si portò le mani ai fianchi, gli occhi al cielo. "Potresti entrare anche tu, lo sai Draco?". Si voltò a guardare la porta dove un Draco corrucciato, le braccia incrociate sul petto, era rimasto appoggiato ad uno stipite. 

"Mi hanno offeso e io non voglio parlarci!". Voltò il capo dall'altro lato.

"Certe volte sei peggio di una bambino, Black!". Ronald Weasley scosse la testa, divertito. Dopo tanti anni era ancora divertente stuzzicarsi. Passando tra quella moltitudine di ragazzini petulanti andò a salutare il suo vecchio amico.

"Ron! Sono così felice di vederti!". Harry gli salto praticamente tra le braccia. Ron era cresciuto molto in quegli anni, i suoi capelli sembravano ancora più rossi. L'allenamento come portiere gli aveva fatto davvero bene.

"Anche io, Harry!". Il rosso lo abbracciò felice. Una figura piccina lo tirò allora per un lembo del maglione, Molly Weasley al 100%! 

"Papà chi è questo signore?". Una bimbetta di quattro anni dai folti capelli rossi e dagli occhi di un bel nocciola si era rivolta a suo padre incuriosita.

"Questo è Harry, Becky". Ron aveva lasciato andare Harry per prendere sua figlia tra le braccia. "E questa è mia figlia, Harry".

"Piacere di conoscerti, piccolina!". La bimba nascose il capo nell'incavo del collo del padre, timida innanzi a quel ragazzo così strano. Harry non poté fare a meno di sorridere. "E questa è mia moglie Lavanda." Così dicendo fece spazio ad una nuova figura... Lavanda Brown, ora la nuova signora Weasley.

"Così alla fine hai sposato Lavanda? Beh, congratulazione Ron!"

E le sorprese non erano ancora finite. Sicuramente Harry non avrebbe mai potuto immaginare cosa avrebbe scoperto in seguito.

Hermione, intanto, era ancora le prese con un marito cocciuto. Sospirò quasi rassegnata, un sorrisetto furbo le increspò le labbra: conosceva perfettamente il punto debole di quel drago cocciuto. Dopo tanti anni di matrimonio aveva capito come poterlo manipolare.

"Se fai il bravo, ti farò una bella sorpresa!" . Prima che potesse aggiungere altro le braccia di Draco le circondarono la vita, tenendola stretta stretta contro il suo petto. Proprio come un bimbo piccolo cominciò a cantilenare. "Sorpresa...sorpresa...sorpresa". 

La donna non riuscì a trattenersi, il suo sguardo fin troppo serio si sciolse in uno pieno d'amore. Quella non era solo la debolezza di Draco. Prese a dargli tanti piccoli e teneri baci sulle labbra. Baci teneri forse in principio, ma che rischiavano di trasformarsi in qualcosa di molto diverso.

"Hermione!" Ron fece un espressione di puro disgusto. "Ci sono dei bambini nella stanza! Non c'è bisogno di risollevargli così tanto il morale!!!". I due signori Black si lasciarono andare a malincuore, mentre il biondo continuava a tenere sua moglie stretta a sé, dandole qualche bacio sul collo.

La Grifondoro era arrossita ma sicuramente per niente contrariata. "Ah, sta zitto Ronald!". Il rossino in questione cominciò allora a borbottare parole incomprensibili, facendo ridere tutti di cuore.

"Uno a zero per la mamma!". L'attenzione di Harry ora si posò su un nuovo ragazzo. Poteva avere all'incirca undici anni, i capelli biondi inconfondibili così come pure gli occhi dorati. Una ragazza dalle lunghe trecce dorate lo teneva a braccetto. Se i suoi capelli non fossero stai del colore del grano maturo, avrebbe potuto essere una mini-Hermione. Erano inconfondibilmente dei gemelli, entrambi vestiti in verde e argento. Non erano molto alti ma, come il cercatore ricordò, anche loro padre non era stato un gigante, almeno fino al terzo anno. Hermione indicò prima l'uno poi l'altra. "Questi sono Sebastian e Ashleigh, mentre il lui è Lukas!". Solo allora Harry si accorse di un bimbo di circa otto anni, vestito con una maglia con lo stemma dei Grifondoro, dai ricci capelli castani ma dai penetranti occhi d'acciaio. Se ne stava seduto in un angolo della stanza, il naso chino su "Storia di Hogwarts". Il bimbo alzò il capo per un lieve cenno prima di tornare al suo libro. 

Questo lo fece sorridere. "Non c'è dubbio che sia tuo figlio, Herm! Solo tu potevi leggere quel libro all'infinito!".

Nuove voci si stavano avvicinando. Shane e James fecero il loro ingresso, sghignazzando a più non posso.

"I due piccioncini stanno arrivando!". Dissero in coro prima di saltare sul letto di fianco a Harry.

Da lontano si poteva sentire. "Sei stato un incosciente!"

"Ma dai, ti ho detto che sto bene! Non mi sono fatto niente!". La voce di Sirius non era mai stata così arrendevole. Teneva per mano una ragazza dai lunghi capelli biondi che portava sciolti. Il viso di lei sembrava imbronciato e i suoi occhi argentei scintillavano battaglieri.

A quella vista Draco sembrò fare un ringhio sommesso. 

"Su su, tesoro. Lo sai che escono insieme!". Hermione gli dette un lieve bacio sulla guancia ma questo non sembrò calmarlo più di tanto.

La ragazza si staccò da Sirius per raggiungere Harry e salutarlo educatamente. "Molto lieta di conoscerti. Il mio nome è Maia".

Il ragazzo ne rimase profondamente colpito. Sembrava un quadro, per quanto era bella. Sirius era davvero molto fortunato. 

"Non lasciarti ingannare". James gli sussurrò all'orecchio. "Ha lo stesso brutto carattere della zia Herm. Sa essere un dittatore spietato quando vuole!". Il cercatore si limitò ad annuire, lo sguardo ancora fisso sulla ragazza di suo figlio. 

"Che cosa hai detto, Potty?!" In pochi secondi, Maia Black aveva assunto lo stesso atteggiamento di quando Hermione li costringeva a studiare contro la loro volontà. Un cipiglio che non garantiva nulla di buono. I due ragazzi deglutirono nervosamente. Era decisamente la figlia di sua madre!

"Niente, Maia. Assolutamente niente!". James ne sembrava addirittura terrorizzato. 

"Ma voi state bene?" Harry fece scorrere lo sguardo sui nuovi Malandrini, un espressione preoccupata dipinta sul viso.

"Sì, non temere." Fu Shane a rispondergli. "Siamo delle rocce noi!". 

"Dov'è Ryan?". Del biondino non c'erano tracce. 

Proprio in quel momento l'ultimo Black fece il suo ingresso. Portava con sé una fiala dal colore metallico e un sacchetto di polvere. Una ragazza dai corti capelli castani e dai lucenti occhi verdi lo seguiva. Quando i loro occhi si incontrarono, Harry sentì il fiato venirgli meno.

"Lei è mia figlia, Lily, Harry". Potter lo aveva detto piano, intuendo immediatamente la commozione del ragazzo più giovane. Lily era identica a sua madre. Proprio come nelle foto dell'album che Hagrid gli aveva dato e che la ritraevano insieme a suo padre James durante il loro ultimo anno a Hogwarts.

La quindicenne sorrise, prima di annuire compiaciuta. "Eri davvero molo carino da giovane, papà!"

L'uomo arrossì. "Sono molto carino anche adesso, tesoro. I mori hanno una bellezza tutta particolare." Le rispose in tono sarcastico. "Perché, piuttosto, non ti trovi anche tu un ragazzo normale anziché preferire i biondi platinati?". Questa domanda non ispirò una bella sensazione al cercatore. Non volevano di certo alludere a quello che stava pensando, giusto?

"Perché che c'è di male con i biondi? Io li trovo stupendi". Hermione, naturalmente. Draco si limitò ad annuire mentre Harry osservava i fuggevoli sguardi fra sua figlia e mini-furetto.

"Vi prego, non ditemi che stanno insieme!". Lo disse a denti stretti, una lieve nota di panico nella voce, ma Ryan la colse ugualmente. Con il braccio libero afferrò la vita di Lily, dandole un bel bacio sulla fronte, lo sguardo fisso in quello di Harry. Sembrava un gatto davanti ad un piatto di crema. 

Ora fu il turno di Harry di ringhiare, scatenando l'ilarità dei presenti. "Mini-Draco no?!" Si gettò all'indietro, nascondendo il viso nel cuscino che gli era rimasto. Lily sembrò indispettita.

 "Io, invece, trovo che sia molto affascinante! Ha un che di misterioso". Un altro grugnito dal Grifondoro, alla quale sia aggiunse quello di Potter.

Draco li guardò con aria di sufficienza. "Meno male che la ragazza ha ereditato l'intelligenza della madre, altrimenti stavamo freschi. A proposito, io ed Hermione abbiamo un annuncio da fare!". 

La stanza piombò nel silenzio, la curiosità dei presenti sulla coppia. L'uomo strinse sua moglie per la vita, uno sguardo di orgoglio e di gioia nei suoi occhi di tempesta. "Ci sono altre due Black in arrivo!"

Uno scroscio di applausi si levò nell'aria, seguito da auguri vari.

"Si!" L'attenzione di tutti si concentrò su Ashleigh. "Hey, fratellino" Disse rivolto al gemello. "Sono venti galoni. Te l'avevo detto che stavolta era una femmina!"

"Si ma sono due!" Il bambino arricciò il naso, quasi disgustato. Poi si rivolse alla madre. "Mama, la prossima volta voglio un fratellino! Ne abbiamo abbastanza di mocciose petulanti in casa". La donna arrossì fino alla punta dei capelli, nascondendo il viso contro il petto del marito. C'era un limite anche per la grande Hermione Granger Black!

"Vedremo, figliolo! Non preoccuparti!". Draco gli rispose con un grosso sorriso sulle labbra, meritandosi un bel ceffone sulla nuca da parte di 'Mione.

"E questo per cos'era?". Disse sconcertato mentre si massaggiava la zona dolorante.

"Non sei tu che devi partorirli poi!" fece lei.

"Beh, con la mia empatia ci sono vicino. Lo sento anch'io il dolore!". Ribatté lui mettendole il broncio. Poi posò lo sguardo su suo figlio maggiore che annuì, consegnandogli fiala e sacchetto.

"Su avanti, voi ragazzi salutate Harry. è il momento che torni a casa!".

I ragazzi borbottarono il loro dispiacere ma obbedirono. Al giovane Harry vennero le lacrime agli occhi nel salutare i suoi figli, ma non si vergognò nel lasciarle cadere. Avrebbe ricordato questo giorno fino alla fine della, sua vita. 

"Mi raccomando, sempre in gamba papà!". James gli strinse la mano con orgoglio.

Sirius, invece, con una rapida mossa lo abbracciò forte, staccandosi poco dopo però. Aveva ancora il suo orgoglio da mantenere! "Grazie". Gli sussurrò semplicemente.

Nella stanza rimasero solo gli adulti. Era il loro turno di saluti ora. Prima Lavanda ad abbracciarlo, poi Ron.

"Mi raccomando" Disse il rosso "Abbi cura di te"

Poi fu la volta di Ginny. "Ehi, non farmi aspettare troppo per quella dichiarazione!". Gli sussurrò all'orecchio baciandolo sulla guancia e facendolo arrossire anche più di prima.

Hermione gli accarezzò i capelli, un sorriso meraviglioso dipinto sul viso.

"Sei felice con lui?" Voleva sentirlo dire dalle sue labbra ma conosceva già la risposta.

"Nemmeno immagini quanto". Le sussurrò lei, lacrime di gioia che le inumidivano gli occhi.

Potter gli strinse la mano, occhi di smeraldo in altre pozze verdi. "Mi raccomando. Abbi fiducia in lui e vedrai che andrà tutto bene!"

"Avrei ancora tante altre cose da chiedervi!". Harry non voleva lasciarli. Così tante domande erano rimaste senza una risposta. Così tante cose voleva sapere.

Potter annuì, conosceva bene quelle sensazioni. "Lo so, Harry. Ma sei stato mandato qui affinché potessi trovare la forza necessaria per superare gli ostacoli che presto incontrerai sul tuo cammino. Questo doveva essere per te un viaggio di fede, alla ricerca della fiducia necessaria per avvicinarti a lui". Indicò Draco con un lieve movimento del capo. "Tutto il resto dipende solo dalle tue forze!".

Il biondo fu l'ultimo a salutare. Sembrava un pò in imbarazzo in quella situazione. "Questa polvere, aggiunta alla pozione, ti riporterà a casa". Gli tese la mano e quando il Grifondoro la strinse, lo abbracciò forte anche lui, proprio come Sirius, l'orgoglio dimenticato almeno per una volta. "Grazie per quello che hai fatto per me. Sei il miglior fratellino che avrei potuto chiedere!". L'uomo gli sorrise sincero ed Harry si sentì pervadere da una gioia infinita. Sarà bello diventare suo amico, pensò.

Draco frugò in una delle sue tasche e ne estrasse un piccola foto. Una foto che ritraeva tutta la sua famiglia. Una dedica era scritta sul retro, una dedica fatta da lui stesso.

MAI ARRENDERSI, c'era scritto. La guardò per un istante prima di consegnarla al Ragazzo Sopravvissuto.

"Questa portala con te. Capirai da solo quando ne avrò più bisogno!"

Harry annuì e salutò un ultima volta. "Grazie per quello che avete fatto per me. Non sapete che gioia mi avete dato!"

Le lacrime gli scorrevano copiose ma un sorriso raggiante gli risplendeva sul viso. Stappò la fiala e vi aggiunse la polvere. Una luce accecante lo investì e sparì così come era comparso.

Quando il bagliore fu dissolto, un uomo di mezz'età entrò nella stanza. I capelli erano grigi ma i suoi occhi avevano ancora un lucente bagliore d'acciaio. Era rimasto per tutto quel tempo nascosto, perché sapeva che sarebbe dovuto trascorrere ancora del tempo prima che quell' Harry ragazzo avesse potuto rincontrarlo.

Una mano forte poggiò sulla spalla di Draco, che un'altra foto aveva estratto dalla sua tasca. Una foto sgualcita e ingiallita dal tempo. La scritta sul retro sbiadita, ma non cancellata del tutto.

"è andata bene".

Il biondo gli sorrise. "Già, è andata bene papà".

Sirius Black annuì, felice.

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Note:  mammina. Questo è stato senza dubbio il capitolo più lungo che ho scritto. Sembrava non voleva finire mai. è dedicato ad Alexandra...spero di aver soddisfatto le tue aspettative! é stata una faticaccia scriverlo: dare delle spiegazioni, senza dire né troppo né troppo poco. Cercare di non farlo troppo triste e neppure troppo comico. Mi stavo esaurendo!!! Nel prossimo cap si tornerà nel presente, con Draco, Hermione e alcuni incubi spaventosi.

Scusatemi ma non ho la forza di aggiungere altro. Spero che recensirete in molti. Alla prossima!

 

 

 

  
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