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Autore: fly90    27/08/2016    1 recensioni
Una ragazza dall'aspetto singolare, due entità nascoste nel profondo dell'anima che la porteranno a dover affrontare una battaglia dall'esito tutt'altro che scontato.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ariell, immobile davanti allo specchio, scrutò il suo viso senza riconoscerlo davvero.

Chi era diventata?

Guardò attentamente i suoi occhi, per la prima volta in vita sua si chiese se era possibile avere una doppia personalità, chissà, magari l'eterocromia era un segno del destino.

Ultimamente si sentiva strana, come se non avesse più il controllo totale della mente, come se stesse dividendo il suo corpo con qualcos'altro.

Un brivido le corse lungo la schiena.

Il suo riflesso ghignò compiaciuto.

Ariell urlò balzando all'indietro, si stropicciò gli occhi prima di guardare attentamente la propria immagine nello specchio.

Alzò la mano destra e il riflesso la imitò, titubante si avvicinò un poco e tornò a scrutare attentamente lo specchio.

Nulla sembrava mutato.

Fantastico, ora ho anche le allucinazioni!” borbottò alla stanza vuota.

Doveva essere pazza.

Eppure non sapeva come spiegarsi i poteri che crescevano in lei.

Poteri pericolosi, se non fosse riuscita a tenerli sotto controllo, prima o poi, avrebbe finito per fare del male a qualcuno.

Ripensò a Lara, al professor Grey e si disse che, aveva già fatto del male suo malgrado.

Che cosa sarebbe successo se un giorno avesse finito per uccidere qualcuno?

Era possibile che ciò accadesse, c'era arrivata molto vicina quello stesso pomeriggio.

Se il professore avesse parlato?

Era pensabile che l'avrebbero preso per pazzo ma, se anche Lara avesse parlato, allora sarebbe stata in guai seri.

L'avrebbero trattata come un fenomeno da baraccone?

L'avrebbero rinchiusa in qualche laboratorio e sottoposta a chissà quali esperimenti?

Oppure l'avrebbero semplicemente uccisa?

Scrollò il capo come a voler scacciare i pensieri negativi che la stavano, ormai da tempo, tormentando.

Si allontanò dallo specchio e andò in cucina dove la madre stava preparando la cena.

Si avvicinò di soppiatto e le saltò addosso d'improvviso spaventandola.

La donna fece un salto di lato facendo cadere a terra il cucchiaio, con quale stava rimescolando il sugo, e sporcando il pavimento.

Scusa mamma...” si scusò la ragazza chinandosi a raccogliere il cucchiaio e porgendolo alla madre con sguardo pentito.

Sapeva che Joyce non poteva resistere a quello sguardo da cucciolo.

Non importa ma vedi di non farlo mai più se non vuoi farmi morire giovane!” la minacciò col dito salvo poi ridere divertita.

Parola di lupetto.” scherzò Ariell felice di vederla ridere.

Erano giorni che la donna era triste, Norman si comportava in modo freddo con lei dal giorno in cui Maria aveva fatto comparsa nella loro vita.

Non le aveva perdonato il fatto che volesse aiutare la donna ad avvicinarsi alla figlia.

Joyce aveva provato più di una volta a spiegarsi ma lui semplicemente si alzava e usciva dalla stanza rifiutandosi anche solo di cominciare il discorso.

Sebbene cercasse di non piangere davanti alla ragazza sapeva bene che la sua tristezza non era passata inosservata ai suoi occhi.

Era sempre stata una figlia attenta e sensibile ai cambiamenti umorali altrui.

Dov'è papà?” chiese aggrottando la fronte e intingendo un dito nel sugo bollente senza nemmeno scomporsi.

Attenta! È ustionante!” l'avvertì la donna guardando preoccupata il dito della figlia.

Per tutta risposta la ragazza se lo mise in bocca assaporando il sugo.

Ma no, non è poi così caldo.” mormorò Ariell rendendosi conto di aver appena messo a rischio il suo segreto.

Aveva scoperto di essere diventata refrattaria al calore, era come se il fuoco facesse parte di lei impedendole di scottarsi.

Joyce la osservò confusa ma dopo un attimo di esitazione scrollò le spalle.

Allora, è buono?” chiese curiosa.

Sai di essere la cuoca migliore al mondo, è buonissimo.” la rassicurò desiderando intingere nuovamente il dito nel sugo.

Decise di lasciar perdere onde evitare d'insospettire ulteriormente la donna.

Dov'è papà?” chiese nuovamente.

Credo sia in cantina.” rispose la madre concentrando lo sguardo sui fornelli per evitare di guardarla.

Va tutto bene fra voi?” domandò la figlia puntando a sua volta lo sguardo sui fornelli.

Non era facile chiedere ai propri genitori se c'erano problemi in famiglia, sembrava sempre di impicciarsi di cose che non riguardavano i figli.

Sai che papà è ancora scosso dalla visita di tua madre...immagino abbia bisogno di tempo per digerire la situazione.” la voce le si incrinò e cercò di mascherare la cosa schiarendosela.

Non chiamarla così. Non è mia madre.” disse secca Ariell.

Tesoro, a volte le persone non hanno scelta. Vorrei che riuscissi a capire che è pentita di quello che ha fatto. Tutti hanno bisogno di una seconda opportunità nella vita.” cercò di farla ragionare con la solita dolcezza.

Non so se riuscirò mai a perdonarla per avermi abbandonata. Che razza di persona è una che abbandona la propria figlia, sangue del proprio sangue?” tuonò guardandola negli occhi.

Se tu la incontrassi almeno una volta magari scopriresti cose che non puoi nemmeno immaginare. Sembra molto giovane e immagino fosse appena una ragazzina quando ti ha avuta. Ti chiedo solo di non giudicare ciò che non conosci Ariell.”

Non ci riesco. Ha rovinato la nostra famiglia, papà nemmeno ti guarda più in faccia perché continui a scusare quella donna. Mamma io non so se ce la farò mai a considerarla un essere umano. Al momento per me è un mostro.” concluse duramente.

La donna sospirò addolorata.

Non sto cercando di difenderla è solo che ho visto il dolore nel suo sguardo, il pentimento. Sto ragionando come una mamma. Sei la persona più importante della mia vita e mi fa stare male la tua sofferenza ma penso che se tu la incontrassi riusciresti anche a placarlo quel dolore dentro di te. A volte la verità, la conoscenza può appianare ogni cosa.”

Ariell lasciò che le parole attecchissero nella mente.

Sapeva che la madre aveva ragione ma al momento sapeva di non essere pronta.

Aveva paura di lasciare andare tutta la rabbia che sentiva comprimerle il petto, sarebbe potuto succedere qualcosa di irrimediabile.

Prometto che ci penserò. Coi miei tempi. Non escludo che un giorno io possa trovare la forza di conoscerla.” cercò di rassicurarla.

Joyce la guardò con orgoglio e affetto, gli occhi lucidi.

Ariell d'istinto si buttò tra le sue braccia stringendola forte prima di allontanarsi.

Vado a cercare papà.” disse uscendo di casa.

La cantina si trovava proprio in fondo alle scale ed fiocamente illuminata da un unica lampadina.

Scese le scale facendo attenzione a non scivolare sulla superficie umida.

Giunta agli ultimi due scalini Ariell si bloccò sentendo suo padre singhiozzare.

Si sporse un poco e vide la sagoma robusta dell'uomo.

Era seduto e teneva sulle gambe una vecchia scatola di latta, all'interno Ariell sapeva esserci vecchie foto di quando era piccola, in genere quelle foto erano custodite nel cassetto del comò della madre.

Probabilmente Norman le aveva prese e si era rifugiato lì per dar sfogo al proprio dolore.

Il cuore le si spezzò in due sentendo l'ennesimo singhiozzo del padre.

Una rabbia cocente prese a scorrerle nelle vene diretta a quella donna che era venuta a rovinarle la vita.

Era colpa di Maria se i suoi genitori stavano soffrendo così tanto.

Promise a se stessa che quella donna l'avrebbe pagata cara.



Antonio Grey si era chiuso nel suo appartamento come un fuggitivo.

Purtroppo non aveva trovato neppure un volo per quella sera così si era rifugiato nell'unico posto in cui si sentiva sicuro.

Si diresse verso lo specchio del bagno e osservò con cura i profondi tagli dovuti all'esplosione dei neon.

Non erano poi così gravi in fondo ma era certo che avrebbero segnato la sua pelle per sempre.

Non aveva tempo per curarli a dovere.

Notò che avevano smesso finalmente di sanguinare per cui li disinfettò mettendoci una mezz'ora buona.

Le braccia erano quelle messe peggio, le aveva usate come scudo per il viso.

Un brivido gli corse lungo la schiena al ricordo di quella ragazza, il ghigno malefico che le solcava il viso fino a stravolgerlo completamente.

Antonio aveva avuto la sensazione di trovarsi di fronte a qualcos'altro, non poteva essere Ariell quell'essere che lo aveva aggredito.

Se qualcuno gli avesse raccontato una storia simile lo avrebbe preso per matto ma, ora che era capitato a lui, non poteva far altro che rivivere quell'incubo.

Peccato che i tagli sull'intero corpo gli dicessero che non era un incubo ma bensì la realtà.

Domani sarebbe partito per Caracas col primo volo, non aveva nessuno da avvisare, nessuna famiglia da lasciare.

Avrebbe scritto due righe per la cugina, l'unica parente che gli fosse rimasta.

Nessuno doveva sapere che fine avesse fatto ma sopratutto nessuno doveva sapere cos'era accaduto quel giorno.

Aveva paura per la propria vita.

Non farti mai più vedere.” la voce di Ariell riecheggiò nella mente ghiacciandogli il sangue nelle vene.

Non aveva il minimo dubbio che, se l'avesse rivisto, l'avrebbe ucciso.

La mente tornò al momento in cui la ragazza aveva scostato le mani dalla scrivania dove il legno appariva carbonizzato proprio nel punto dove prima era a contatto con la sua pelle.

Com'era possibile una cosa simile?

Che poteri aveva la giovane?

Cosa sarebbe successo se non si fosse trattenuta?

Erano domande a cui non avrebbe mai trovato una risposta.

L'unica cosa a cui doveva pensare ora era scappare il più lontano possibile da quella cittadina senza lasciare traccia.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Se avete letto il capitolo vuol dire che state seguendo questa storia strana.

So che non ci sono stati ancora molti punti particolarmente paurosi ma arriveranno a breve perché ci stiamo addentrando nel vivo della storia.

Se avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate e se avete delle idee da propormi o cosa vi aspettate di leggere nei prossimi capitoli.

Se avete consigli costruttivi non abbiate remore a scrivermeli.

Un bacio da Fly90




  
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