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Autore: Jo Hale    29/04/2009    7 recensioni
Lilian Luna Potter non era considerata da molti una ragazza bella, non sino a che,a quindici anni, Amber King non l’aveva reputata abbastanza accettabile da farla entrare nel proprio gruppo di “Regine”; da quando era entrata a far parte di quel ristretto – ed estremamente favorito – gruppo di ragazze,Lily era divenuta parte delle ragazze più sparlate di tutta Hogwarts. E quelle,erano Amber King, Jenny Powell e Lydia Wind. E Lily Potter.
[...]Ma Lily non era adatta a comandare,lo sapeva. Da sola,non poteva essere Regina. Doveva avere qualcuno accanto. Un principe. Un Re. Ma non c’era. Sino ad allora.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Capitolo 3°

Red Valentine

 

 

Lily era da ore stesa sul suo letto,con il volto tra i cuscini,a rimurginare una vendetta abbastanza dolorosa e divertente per Scorpius Malfoy.

In fondo lui aveva sbagliato. Insomma,era modo di trattare una povera,dolce  (?) ed indifesa ragazzina di quindici anni? Aveva mostrato certamente interesse. Era assolutamente certa che lui le avesse dato dei segnali: l’interesse durante le lezioni,gli sguardi a mensa…

Oppure si era immaginata tutto? Magari era tutto solo il frutto della sua fervida immaginazione.

Comunque, aveva bisogno di vendetta. Non voleva chiedere aiuto a nessuno. L’unica era Amber King,ma la suddetta era stata a sghignazzare tutta la sera, e a Lily questo non era andato giù.

Jenny in quel momento le dava pacche sulla spalla,e Amber con Lydia si limava le unghie.

«Andiamo,Lils. Non buttarti giù»,borbottò Jenny,stendendosi accanto alla rossa. «Non è mica colpa tua».

A queste parole,la lima di Amber si conficcò sotto il dito, ma non fece una piega. Si morse le labbra perfette,inarcando un sopracciglio.

«Poteva trovare un modo più delicato,ecco»,mugugnò.

«Per me è stato divertente»,asserì Amber,un sorrisetto sulle labbra.

Lily non si penò nemmeno di alzare la testa dai cuscini. Aveva imparato ad ignorare miss King quando faceva così. È alquanto difficile che Amber possa essere considerata buona. O comunque simpatica. Lily aveva iniziato ad apprezzare quel suo lato perché rendeva più facile l’antipatia. Non affezionarsi a lei,ecco.

Lydia ridacchiò,stolidamente,con l’aria di chi non ha capito esattamente come stanno le cose.

Jenny si sedette accanto alle altre due.

«Sai,Lily,per me te la stai prendendo troppo. Scorpius non è alla tua portata».

Lily,imbestialita,morse il cuscino,poi fece apparire un sorriso angelico sul volto,e si alzò. Guardò Amber con sufficienza. Assunse un’aria pensierosa,e poi tirò una ciocca di capelli alla King,giocosamente.

Poi sputò veleno sulla King.

«Sai,Ammie,in fondo non sono io quella rifiutata in pubblico. Ha avuto la discrezione di usare un biglietto».

L’espressione che aveva la serpeverde fece salire il sangue al cervello ad Amber,che ringhiò.

Senza fare una piega,Lily si voltò e uscì dalla stanza. Preferiva passare la domenica in giro per Hogwarts piuttosto che stare tutta la giornata con quelle tre.

Passeggiò distrattamente per i corridoi,facendo vagare oziosamente i pensieri,stando accuratamente accorta a non toccare l’argomento “Scorpius”,per evitare di rabbuiarsi.

Senza un perché,si diresse verso la torre Grifondoro.

Hugo uscì impetuosamente dal ritratto della Signora Grassa.

Hugo Weasley era da sempre il migliore amico di Lily,il confidente e soprattutto la spalla su cui piangere.

«HUGO!»,strillò contenta Lily,saltandogli sulla schiena come faceva da piccola,come una scimmia.

«Ehi,cugina»,salutò allegro, con la sua voce simile a quella di Ron. Si passò una mano tra i capelli,facendo scendere la Potter.

«Cercavi qualcuno?»,aggiunse, guardandosi attorno; «Credo che Jamie sia al campo da Quidditch. Sai,è un po’ arrabbiato. Per quella cosa di Malfoy…»

Descrisse un ampio cerchio con le mani,teatralmente,lasciando in sospeso la frase. Sul volto lentigginoso c’era lo scherno e la preoccupazione tipici del Weasley.

«Si diffondono in fretta,le notizie»,commentò acidamente Lily.

Prese sottobraccio Hugo ed iniziò a scendere le scale.

Improvvisamente,col cugino,le preoccupazioni divennero accettabili. Anche stupide.

Poteva parlarne. Ma non sapeva come iniziare il discorso,non voleva essere una ragazzetta petulante.

Hugo parve comprendere le elucubrazioni della cugina, e sospirò.

«Dimmi tutto».

«Non è niente,Hugo. È che ci sono rimasta male,ecco. Mi ha mandato dei segnali ambigui e… credevo di piacergli»,disse,con una nota amara nella voce.

Hugo scoppiò a ridere,suscitando l’irritazione di Lily.

«Cos’hai da sghignazzare,idiota!»,sbottò la Potter.

Hugo sgranò gli occhi; «Ehi,calma Lily». Questa arrossì per la propria sgarbataggine.

«Scusa».

«Scuse accettate». Fece una pausa,poi riprese: «Ridevo perché… perché è stupido che tu ti abbatta per un Malfoy». Pronunciò la parola come una malattia rara.

Lily gli diede uno scappellotto. Erano arrivati all’incirca di fronte alla Sala Grande.

Hugo si irrigidì al fianco di Lily,che sorrideva. Si fermò di botto.

«Ehi,Hugo! Ma ch-»; la voce del Weasley si sovrappose a quella della Potter.

«Parli del diavolo…»,sibilò tra i denti.

Scorpius camminava con la testa buttata giù,le spalle curve,le mani infilate nelle tasche dei pantaloni della divisa. Il cravattino era in disordine, la camicia sgualcita. Aveva l’aria di chi ha passato la notte in piedi.

C’era qualcosa,nel modo in cui il Malfoy teneva il capo basso,che fece venire voglia a Lily di andare là vicino, prendergli il volto tra le mani e dirgli ehi,sono qui.

Però rimase accanto a Hugo. Gli occhi divennero duri,il volto scolpito nel ghiaccio,o nella pietra.

Scorpius alzò il capo,e il volto perse la poca sfumatura di colorito che aveva.

Avanzò velocemente verso Hugo e Lily, dicendo: «Lily,aspetta…!»

Lily si voltò verso la Sala Grande,trascinando Hugo e costringendo le lacrime di rabbia a rimanere segregate,a non debordare.

Hugo la seguì,lanciando un’occhiata di fuoco a Scorpius,che abbassò la mano e la trascinò verso i capelli. Si voltò,più demoralizzato di prima,e sorpassò una schiera di ragazzine sospiranti.

Una di quelle stava sparlando della Potter.

«…nemmeno tanto bella».

«Insignifcante».

«Davvero non so cosa ci trovi in lei».

Colse frammenti di conversazione,che lo fecero imbestialire. Non si voltò nemmeno a guardare quelle oche.

Lily,nella Sala Grande,si sciolse in lacrime sulla spalla del cugino preferito.

 

***

 

Dovete sapere che Lillian Luna Potter non era una che si metteva a piangere per niente. Era alquanto diabolica, e perciò se frignava aveva sempre un secondo fine. Quando da piccola, sua cugina Dominique le aveva detto che non sarebbe mai stata una principessa perché le principesse avevano i capelli biondi o neri, Lily l’aveva guardata con sufficienza, e aveva borbottato: “che cugina insignificante”.

Perciò,quando Lily singhiozzava sulla spalla di Hugo, macchinava come vendicarsi di Scorpius.

Hugo la accompagnò giù, nei sotterranei serpeverde, e la affidò ad Amber; per quella serpeverde spietata e spregiudicata aveva un debole pericoloso, perciò non si accorse nemmeno che Lily avrebbe preferito cento volte stare con lui.

«Non ti preoccpare»,aveva detto la King, «saprò prendermi cura di lei».

E tutta la mattinata Lily la trascorse buttata su una poltrona della Sala Comune, a studiare per il tema di Ruf: “Quaranta motivi per i quali gli Orchi Sudanesi non hanno attaccato i folletti d’Inghilterra”.

Stava quasi per arrendersi, e chiedere a suo fratello Albus, quando un biglietto volò sul bracciolo della poltrona. Era sola nella Sala Comune, perciò non prese nemmeno in considerazione l’idea che il biglietto avesse attraversato le scale dalla camera numero 234, quella di Scorpius Hyperion Malfoy.

Aprì il biglietto, e in stampatello, scritte evidentemente di foga, c’erano le parole:

 

Lily, per favore, posso parlarti?

Ti prego.

Scorpius

 

PS: Se ti serve aiuto per il tema… bussa in camera mia.

 

Lily sbuffò: sarebbe anche dovuta andare LEI da Malfoy?

Che razza di gentiluomo era?

In lei però stava stagnando,come acqua sporca,il desiderio di andare a parlargli. Credeva che quel grumo di desiderio si sarebbe sciolto come burro se l’avesse visto e avesse chiarito. Chissà.

Dopo qualche secondo di assorta contemplazione del quadro di Salazar Serpeverde in bella vista sopra al caminetto, Lily chiuse con uno scatto il libro ed andò a bussare alla porta del ragazzo che avrebbe fatto il paio con suo fratello James,in quanto a fascino e galanteria – ma anche no,in questo caso.

Bussò tre volte,tre colpi secchi, duri, come schiaffi nel silenzio ovattato e perfetto del pomeriggio di domenica. Tutti fuori, alla gita ad Hogsmeade. Anche “Ammie”, “Lyly” e “Jen”.

Lei, apparentemente sola con Scorpius Malfoy.

Un’occasione cui pochissime avrebbero detto “no”.

«Avanti»,disse Scorpius attraverso la porta, con voce bassa, roca e melodiosa.

Lily provò un brivido; perché doveva essere così dannatamente, maledettamente affascinante?

Avrebbe reso le cose solo più difficili, ecco.

Lily entrò sbattendo la porta chiudendosela alle spalle; guardò la stanza vuota ed infine Scorpius, seduto sul bordo del letto, un ciuffo di capelli biondo platino che cadeva artisticamente sugli occhi, le mani unite sotto il mento.

“Merda”,pensò Lily.

Rimasero a guardarsi così per alcuni secondi, studiandosi come due cani: lei,diffidente e arrabbiata, lui curioso e interessato.

«Che vuoi?»,sbottò ad un certo punto Lily, perdendo le staffe.

Sul volto del Malfoy si dipinse uno strano sorrisetto, a metà tra il soddisfatto e il compiaciuto. Sembrava sospettare di quella reazione. Ma la luce nei suoi occhi divenne ferita e consapevole.

«Fare la pace».

«Divertente, Scorpius».

Lui fece una smorfia. «Ti sembra che stia scherzando?».

Lily si morse la lingua per non essere infantile.

«No».

«Vuoi fare pace?»

Scorpius si era alzato e si dirigeva lentamente verso Lily, come se si stesse avvicinando ad una bestia feroce.

«Dipende», ringhiò lei, acidamente.

Il Malfoy si fece pensieroso. Posò una mano sulla spalla di Lily, che nemmeno tentò di scrollarsela via: quel contatto casuale ed assolutamente involontario da parte sua le scompigliò i pensieri e divelse tutto ciò che di concreto c’era nella mente della Slytherin.

«Da cosa?».

«Se sei un galantuomo di perdono», asserì Lily con voce maliziosa. Una malizia involontaria, insita nella natura femminile – infida e,diciamocelo,profondamente bastarda – in questi casi.

«Credo di avere qualche idea, allora».

Lasciò la spalla di Lily e si diresse verso l’armadio,aprendolo. Ne trasse una gruccia cui era appesa una busta di cellophane opaco.

L’espressione di Lily passò dalla cordialità artificiosa e perfida al sospetto più fosco. Le mancava la mano di Scorpius, come si era adattata alla sua spalla, il fresco della sua mano…

Non doveva lasciarsi distrarre. No.

«Cos’è?».

Lui le porse la gruccia. Lei fece per aprire il cellophane, ma Scorpius le bl

occò la mano. Nuovamente quel contatto le fece perdere il filo del discorso.

«Non adesso. Quando sarai in camera. E leggi il biglietto che c’è dentro,prima».

Con fare misterioso,aprì la porta, e spinse la Potter fuori dalla sua camera. Lily protestò per la malagrazia,ma lui aveva già richiuso la porta soffocando una risata.

Sbuffando, la Slytherin andò nella sua camera, mentre la curiosità si faceva logorante.

Aveva un vaghissimo sospetto di cosa ci fosse nel cellophane, e i suoi propositi di vendetta erano già andati perduti nelle nebbiose iridi di Scorpius Malfoy.

Buttò la gruccia sul cellophane, e squadrò la sagoma dell’abito che si delineava sotto. Poi, con ferocia, squartò la custodia.

Ne trovò un’altra,con sopra appiccicato un post-it con lo scotch. Lo prese e lo staccò, leggendo:

 

Lily, se avrai aperto questo biglietto, allora avrai deciso di soddisfare la tua curiosità.

Nel cellophane ci sono tre cose: un’abito, una busta, ed un altro biglietto.

Apri, nell’ordine, prima l’involucro dell’abito.

 

Lily stette al gioco. Posò il biglietto sul piumone e aprì la cerniera della custodia.

Quello che vide le provocò due reazioni: senso di colpa e affetto.

Il senso di colpa perché non lo meritava. Sentiva di non meritare quell’abito con la targhetta “Valentino” – perché sì, i Malfoy vestono i sontuosi abiti Gabbani. Italiani. – color rosso cupo, con una profonda scollatura sulla schiena. Sentiva di non meritare nemmeno il piccolo diadema che – a sorpresa – si trovava incastrato tra le spalline del vestito.

Accarezzò la stoffa setosa del vestito, e con tutta la gruccia, se lo portò di fronte, come per misurarselo. Si guardò allo specchio, e vide sé stessa,con quel vestito, mano nella mano con Scorpius, con un diadema brillante tra i capelli rossi e gli occhi luccicanti di felicità.

Si morse il labbro,e corse a prendere il biglietto, continuando a leggere:

 

Spero che gradirai quel colore. Credo si sposi perfettamente con la tua carnagione e i tuoi capelli.

Il diadema è un vecchio cimelio di nonna Narcissa, che mia madre detesta. Puoi farne ciò che vuoi.

Adesso, apri la busta.

 

Appiccicata sulla parte interna della gruccia, c’era una busta tutta spiegazzata.

La aprì, e vide due biglietti per la partita di Quidditch che si sarebbe svolta nel piccolissimo stadio magico di Godric’s Hollow il 31 Dicembre, la notte di capodanno. Due biglietti.

Lei e Scorpius.

Gli occhi della Slytherin più manipolatrice della scuola si inumidirono.

Sentì come un cubetto di ghiaccio incastrato in gola.

Prese nuovamente il biglietto.

 

Adesso leggi l’altro biglietto,per favore.

Si trova nella busta.

S.

 

Afferrò la busta – finita sul letto dopo che aveva estratto i biglietti della Holyhead Harpies/Resistence Teutonics – e prese il biglietto.

Lo dispiegò, si sedette sul letto, e lesse:

 

Cara Lily,

credo che adesso tu abbia capito che mi interessi.

Di solito non faccio tutto questo per una ragazza – e nemmeno per un ragazzo.

Perciò significa che non ti sto prendendo in giro.

Il biglietto che ti ho mandato sul Lago, in realtà, è stato manomesso. I miei sospetti cadono sulla tua amica Amber King.

Ma non voglio parlare di questo. Mi dispiace che tu abbia frainteso, e voglio rimediare.

Perciò, adesso, senza che nessuno riscriva le mie parole:

ti va di venire al ballo con me?

S.

 

Ammirò la curva sottile ed elegante della “S”, prima che i pensieri si riordinassero.

Amber. Un nome che suonava,in quel momento,come una condanna. Amber. Amber.

«Amber»,ringhiò a denti stretti. Ma se ne sarebbe occupata più tardi.

Si precipitò verso la scrivania, e su un foglio di pergamena scrisse solo: “Sì. L.”, inviando poi il microbiglietto nella camera numero 234.

Scorpius, ventotto chili di mattoni più in là, afferrò il biglietto che entrava dalla finestra, trepidante.

Dovette mettere a fuoco il cristallino due o tre volte, prima che l’esultanza gli facesse mordere un pugno per non urlare.

Lily, dall’altra parte, già pensava a cosa avrebbero fatto al ballo.

Insomma, tutto e bene quel che finisce bene.

Fino a che non entrò Amber –quella che ambiva a Malfoy più che al dominio della popolazione di Hogwarts, il che era dire tantissimo - in quella camera.

«Siamo tornate…!».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

Here I Am!

Okay, con un po’ di ritardo, ma ci sono *ç* Piaciuto? Ho fatto riappacificare Lils e Scorp.

Però… ehi, i Malfoy si trattano bene @_@ Valentino XDDD

E diademi che possono essere buttati °_°

Ma vabbè, non ho il tempo di rispondere alle recensioni, dico solo un grandissimo “assie” soprattutto a coloro che hanno recensito, in particolare a Becky, Ale, Aine,Giogi e Kit *__________* Vi adoro, ragazze ,___________________,

E un bacio gigantesco a chi ha messo nei preferiti e nei seguiti la mia fic ^_^

Jo-Joy *w*

  
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