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Autore: HakunaMatata_3    28/08/2016    1 recensioni
"« Ah, la musica » disse asciugandosi gli occhi. « Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui! »"
(Harry Potter e la Pietra Filosofale)
Sulla scia di questa bellissima frase di Silente, vi lascio questa raccolta di song-fic, il cui titolo è tratto dalla canzone "Could it be magic" dei Take That.
Ecco l'elenco dei personaggi per capitolo:
1) Ron Weasey
2) Merope Gaunt
3) Neville Paciock
4) Dudley Dursley
5) Sirius Black
6) Fleur Delacour
7) Rose Weasley
8) Luna Lovegood, Ginny Weasley, Neville Paciock
9) Scorpius Malfoy
10) Victor Krum
11) James Sirius Potter
12) Igor Karkaroff
13) Ninfadora Tonks
14) Hermione Granger
15) Fiorenzo
16) Severus Piton
17) Remus Lupin
18) Seamus Finnigan
19) George Weasley
Spero vi piaccia!
Genere: Generale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Neville Paciock, Remus Lupin, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Bill/Fleur, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Dudley Dursley - I cowboy non mollano
 


Perché sai che i cowboy non mollano
se gli spari poi si rialzano
il destino pu
ò rallentarli però
i cowboy non mollano
Perch
é sai che i cowboy non mollano
quando cadono si rialzano
il destino pu
ò fargli male però
i cowboy non mollano
(Max Pezzali – I cowboy non mollano)
 


Ci penso da mesi, da anni in realtà, ma ultimamente sta diventando un chiodo fisso, un’ossessione. Se papà solo lo sospettasse…
Ho insistito io per tornare a vivere nella nostra vecchia casa dopo… be’ dopo. Ed è qui che ora vivo con mio padre e con mia figlia, covando la segreta speranza di scorgere la sua chioma disordinata comparire da un momento all’altro.
Ma sono passati anni e lui non si è mai fatto vedere a Privet Drive. Mi alzo dal letto stranamente risoluto e determinato, mi vesto, mi lavo ed esco di casa dopo aver dato un bacio sulla fronte di Charlotte. Mio padre non mi chiede dove vado e io non mi prendo la briga di dirglielo.
La comunicazione mi è arrivata una settimana fa. Oggi è il venti agosto. Ho pochissimo tempo.
Penso al mio piano e la prima cosa da fare è trovare un gufo.
Mi incammino verso il negozio di animali a qualche isolato di distanza da casa mia e spero che abbiano dei gufi da lettera.
Sono di buon umore, ma il commesso del negozio mi demolisce quasi subito.
<< Gufi da che? >> chiede aggrottando la fronte.
<< Da lettera… per inviare lettere >> spiego nervoso.
<< Che c’è, non le piace l’ufficio postale? >>. Borbotto qualcosa mentre esco dal negozio, ma penso che all’ufficio postale, forse, c’è qualche… qualche mago che potrebbe aiutarmi.
<< Dovrei spedire una lettera a Hogwarts >> sussurro a un impiegato dall’aria abbastanza strana, sicuro che sia un mago: non ho mai dimenticato quelli che hanno fatto visita a casa mia, e questo potrebbe benissimo essere uno di loro.
<< Dove? >>
<< Ehm… alla scuola di Hogwarts… o qualcosa del genere… >> non credo che si trovi ancora lì, ma forse, se riesco a capire come mandare una lettera alla scuola, posso capire come mandarla anche a lui.
<< Mi spiace, non ne ho mai sentito parlare. Se attende un istante, posso fare una ricerca >> si offre l’impiegato. << In che regione si trova? >>
<< Lasci perdere >> borbotto depresso.
Torno a casa, ma non mi do per vinto.
Quando era piccola, mia figlia credeva che fossi un cowboy. Quando le chiesi il perché lei mi rispose che i cowboy non mollavano mai e io ero sempre molto determinato. All’epoca mi chiedevo cosa ne sapesse di determinazione una bambina di cinque anni, ma è il pensiero di un me cowboy a darmi forza.
Due giorni dopo sono a Londra. Mio padre non mi ha chiesto il motivo della mia partenza e io non gliel’ho detto. Charlotte mi ha chiesto di poter venire con me, ma ho dovuto dirle di no. “Papà è pronto a galoppare verso un’avventura” le avevo detto e lei si era messa a ridere. “Papà, non ho più cinque anni. Ora so che non sei un cowboy!” “E invece lo sono, Charlie. Ho una sorpresa per te, una sorpresa degna di un cowboy. Ti ricordi quello che dicevi da piccola su di loro? I cowboy…” “I cowboy non mollano. Lo so, papà” “Non mollo nemmeno io, Charlie”.
Mi aggiro per le strade della capitale entrando in tutti i negozi di animali, ma nessuno ha mai sentito parlare di gufi postini (ce n’erano un paio che pensavano di denunciarmi per maltrattamento di animali) e in nessun ufficio postale sanno cosa sia Hogwarts.
Prendo a vagare per Londra borbottando a bassa voce tutte le poche parole che conosco che hanno a che fare con il mondo magico.
Provo con Harry Potter, Dissennatore, Babbano, incantesimi, pozioni, gufi, stregonerie niente.
Solo quando mormoro bacchetta a denti stretti in una piccola traversa, c’è una ragazza che si gira.
<< Oh, sì! I prezzi sono alle stelle, quest’anno! Ho promesso a mia sorella che l’avrei comprata io a mia nipote, ma quasi quasi me ne pento >>.
Sorrido a quella ragazza: << Già, a chi lo dice! >> le rispondo, mentre penso che ce l’ho fatta.
<< Va a Diagon Alley? >> mi chiede la ragazza. Scavo nella memoria in cerca di quel nome, e credo di averlo già sentito. Annuisco teso.
<< Oh, bene. Le va di farmi compagnia? >>. Annuisco di nuovo e mi lascio guidare nel vicolo.
<< Mi chiamo Padma, a proposito >>  si presenta la ragazza.
<< Michael >> mento.
<< Michael… >> ripete lei con fare meditabondo. << Non credo di ricordarmi di te, sai? Non sembri più grande di me. Io ero dell’anno di Harry Potter, a Corvonero. Tu in che Casa eri? >>.
È come ricevere uno schiaffo in faccia.
<< C-conosci Harry Potter? >> chiedo ansioso.
<< Sì, ero nell’ES a scuola, nel periodo della Umbridge. Ma mia sorella lo conosce meglio, erano nella stessa Casa, sai. E tu, in che Casa eri? >> insiste.
Si ferma davanti a uno muro scrostato e sporco stretto tra due negozi. Il mio cervello lavora in fretta.
In che Casa ero? Corvocoso no, c’era lei. Il ricordo di un fallimentare tentativo di conversazione avvenuto una ventina d’anni fa affiora alla mia memoria.
<< Dovete essere orgogliosi di lui, davvero. Possiede tutte le capacità di un Grifondoro, non poteva non capitare lì. Io ero un Tassorosso, ma a questo punto non è la Casa a essere importante. Ti ricordi gli scherzi che ci facevamo nella Sala Comune, eh Dedalus? Duelli di bacchette di nascosto dai Prefetti, che ricordi… >>.
<< Ero tra i Tassorosso >> dico, sperando che vada tutto liscio. << L’anno prima quello di Harry Potter >>.
La ragazza sobbalza.
<< Oh! Eri… eri con Cedric Diggory, allora! >>. Per un istante mi perdo nel ricordo di mio cugino, la voce attutita dalla parete che ci separava, mentre aveva incubi sulla morte di un certo Cedric. Padma sta sicuramente parlando di lui.
<< Già >> borbotto.
<< Mi spiace, non volevo >> si scusa.
<< Non preoccuparti, è passato tanto, ormai >> dico. Lei annuisce distrattamente, lo sguardo fisso sul muro.
<< Be’, sarà meglio andare, ci sarà la fila al passaggio per Diagon Alley, le liste dei libri di scuola sono arrivate ieri in tarda serata >> dice dopo un po’, poi punta dritta verso il muro.
È impazzita! penso, poi mi ricordo che maghi e streghe attraversavano un muro alla stazione di King’s Cross per andare a Hogwarts e tornare indietro. Mi affretto a seguire la ragazza e spero di non sembrare ridicolo agli occhi dei Babb- cioè, dei passanti una volta che mi sarò schiantato nel muro.
Ma non mi schianto. Sono in un uno squallido pub con un viavai di gente davvero notevole. Padma va dritta verso il retro del locale, punta la sua bacchetta (rabbrividisco impercettibilmente) contro il muro.
Si apre un varco e finiamo su una stradina piena di persone, soprattutto ragazzi giovani, che entrano in ogni sorta di negozio. Distolgo lo sguardo da un cartello nella vetrina più vicina (che annuncia che le milze di pipistrello sono a metà prezzo, oggi) e guardo la strada. Sono un Babbano nel mondo magico in compagnia di una strega. Il panico mi assale, poi mi ricordo del piano e del gufo.
<< Ehm… il mio… il mio gufo, sai, è morto da poco… era vecchio in effetti… E… e così io devo prenderne uno nuovo, sai, quindi… >>
<< Oh, certo, ti accompagno al Serraglio Stregato >> dice sorridendo. La ringrazio per la premura, poi, approfittando di un suo momento di distrazione, me la do a gambe: mentire (soprattutto a una strega) mi mette a disagio. Prendo a vagare per Diagon Alley con stupore e interesse e mi meraviglio del fatto che i miei abbiano sempre detestato la magia, quando qui è tutto bellissimo.
Avvisto il Serraglio Stregato e penso che ormai nulla può andare storto, quando una ragazzina dai capelli rossi mi spintona un po’ per passare. Finisco a pochi centimetri da una vetrina e leggo su un foglio di pergamena molto consunto: Non si accetta denaro babbano.
Il panico ritorna e la ragazzina si gira.
<< Mi scusi, signore, sta bene? >>
No che non sto bene.
<< Certo, stai tranqui- TU? >>.
Mezza Diagon Alley si volta al mio urlo e sussurrano indicandomi. Io, a mia volta, indico un ragazzino magro e con i capelli nerissimi sparati in aria dietro la ragazzina che mi ha urtato.
<< Cosa succede? >> interviene una donna guardinga. Ha i capelli rossi e lo sguardo intenso. È identica alla ragazzina e credo che sia sua madre.
<< M-mi scusi, io credevo di… >> inizio mentre penso a una scusa.
<< Ginny, che succede? >> chiede una voce profonda e leggermente familiare alla donna.
Dal groviglio di passanti emerge un uomo alto, i capelli neri che vanno in tutte le direzioni, occhi verdi e occhiali rotondi. Non vedo la cicatrice, sarà sotto la frangia, ma sono sicuro che è lui.
<< Harry Potter >> sussurro stupito. Non credevo che avrei avuto tanta fortuna.
<< E tu sei? >> sibila la donna guardandomi in cagnesco.
<< Io… Harry, io… >> balbetto.
All’improvviso non mi sembra più una buona idea. La gente si è stufata di guardare la scenetta. Alcuni vanno via, altri restano a guardare e indicano di sfuggita i miei interlocutori. “Guarda, sono i Potter!” sento dire.
I Potter. Osservo quella che è sicuramente la moglie di Harry, e quelli devono essere i suoi due figli.
Non sapevo si fosse sposato.
<< Ehi, papà. Che succede? >> chiede un altro ragazzino, più grande dei primi due.
<< Ma quanti figli hai? >> mi scappa. La donna sembra esplodere.
<< Spero che tu non ne abbia, o si ritroveranno orfani prima della fine della giornata. Mio marito è un Auror! >> minaccia facendo un passo avanti e frugando nell’ampia veste che porta. Credo di aver capito la piega che la situazione sta prendendo.
<< N-no, la prego. N-non la usi… non volevo, sul serio… >>
<< Dudley? >> chiede incredulo Harry fermando la moglie. Sono pervaso dal sollievo. Non mi ha dimenticato! Sorrido debolmente, ma continuo a guardare con apprensione la mano della moglie di mio cugino, stretta sicuramente attorno alla sua bacchetta.
<< Dudley, sei tu? >> continua mio cugino.
<< S-sì >>.

Il pub è piccolo e gremito di gente, ma mio cugino riesce subito a trovare un tavolo per noi due. Sua moglie e i suoi figli non ci sono, hanno ripreso a comprare il materiale scolastico. Deglutisco.
<< Come mai sei qui? >> mi chiede Harry senza troppi giri di parole.
<< Senti, scusa se ho urlato contro tuo figlio. Ti stavo cercando e me lo sono ritrovato davanti e… >>
<< Cercando? Perché mi cercavi? >>. Non so con quale coraggio chiedergli aiuto.
<< Il solito, Harry? >> si intromette una cameriera.
<< Sì, Hannah, grazie. E ehm… portane una anche a lui >>. La donna mi fissa, poi rivolge di nuovo lo sguardo a Harry.
<< Nuovo Auror? >> gli chiede. Harry sorride e scuote la testa.
<< È Dudley, mio cugino. Dudley, ti presento la mia amica Hannah Abbott. Hannah, Dudley Dursley >>
<< Piacere, Dudley >>
<< P-piacere >> balbetto.
<< Molto bene, due Burrobirre in arrivo >>. La cameriera, Hannah, se ne va e mio cugino riprende a fissarmi.
<< Allora? >> incalza. Sospiro pesantemente.
<< Da bambino ero un vero idiota, e da ragazzo mi sono superato, ma… sono un brav’uomo, ora, Harry. Ho messo la testa a posto, ho perso un bel po’ di kili, come puoi vedere, e tutte le mie cattive abitudini. Ho conosciuto una ragazza meravigliosa, Melanie e l’ho sposata >>. Harry continua a guardarmi mentre Hannah ci mette davanti le birre. Ne bevo un sorso e ne sono sorpreso, è buonissima. Harry sorride mentre sorseggia la sua e ricambio il suo sorriso.
<< Tua moglie sa che sei in un bar a bere con un mago, circondato da fattucchiere, folletti e lepricani? >> mi chiede. Bevo un altro sorso.
<< Mia moglie è morta due anni fa in un incidente d’auto >> dico piatto.
<< Mi spiace, Dud >>. Annuisco, poi mi frugo in tasca e tiro fuori una foto.
<< Lei è mia figlia. È identica a Melanie, ma la madre era tranquilla. Charlotte è un peperino >>. Harry osserva la foto e mi sorride un po’ nervoso. Fruga nel suo mantello e tira fuori la bacchetta.
<< Non preoccuparti >> mi dice divertito. La agita e, dal nulla, compare una foto.
<< Questa è la mia famiglia, invece. Ginny, mia moglie. Stiamo insieme dal penultimo anno di scuola… da prima del nostro ultimo incontro. Lui è Ted, il mio figlioccio. James, il primogenito. E qui ci sono Albus e Lily >>. Le facce nella foto si muovono, salutano. La moglie di Harry mi guarda con astio, il suo figlioccio e il primogenito mi fanno le boccacce. La figlia mi sorride e l’altro maschio saluta con la mano.
<< Sei molto fortunato >> gli dico. Lui annuisce e, sempre con la bacchetta, fa sparire la foto. Prendo un altro sorso di bollebirra. Quasi mi affogo quando Harry chiede se Charlotte è a casa con i miei.
<< Sì, è a casa… viviamo di nuovo a Privet Drive. Lei è lì con papà. La mamma… >>. Sospiro. << La mamma se n’è andata da tanto. Quando ce ne andammo… di casa, sai… non parlò per giorni. Papà era furibondo per tutta la faccenda e io… be’, ero ancora stupido, a quel tempo. Ma la mamma no. Una sera disse che dovevamo tornare a cercarti, che ti avevamo trattato malissimo e tu ci odiavi, ma eravamo la tua famiglia e non potevamo lasciarti da solo in un momento così difficile. Non ho mai visto papà così arrabbiato. Una notte, poco dopo Natale, la sentii piangere e chiedere scusa a tua madre. Poi prese a non mangiare e a non dormire più e poi… Be’, papà è diventato più scontroso del solito e non parla più tanto. Dorme nella mia vecchia stanza, ora. Charlotte ha la tua e io dividevo con Melanie quella dei miei >>. Harry sembra fortemente dispiaciuto per la morte di mia madre.
<< Le volte in cui l’ho sentita vicina si possono contare sulle dita di una mano >> mi dice. << Ma sono stati alcuni dei momenti più intensi della mia vita. E di sicuro i migliori che ho vissuto a Privet Drive >>.
Mi scuso di nuovo con lui, ma Harry mi dice che è acqua passata.
<< Non sono qui solo per questo >> riprendo. Mio cugino dice che se l’aspettava. Sorrido e, tremante, estraggo dalla tasca della giacca un’altra cosa.
<< Me l’hanno consegnata di persona e si sono offerti di spiegarmi tutto, ma ho rifiutato. Volevo… volevo che mi aiutassi tu, se puoi >> tendo a Harry un foglio di carta. Lui lo apre e legge sorpreso.
<< Anche mia figlia inizia quest’anno >> mi dice dopo un po’.
<< A papà è venuto un colpo >> confido a Harry sorridendo. << Quando ha visto la lettera con lo stemma della scuola e ha letto il nome di Charlotte >>. Mio cugino ride, poi si incuriosisce.
<< E tua figlia? È contenta di essere una strega? Le hai raccontato qualcosa del mondo magico? >>
<< Non gliel’ho ancora detto… Io non so niente, Harry, per questo mi serve il tuo aiuto. È una cosa che le cambierà la vita e non so come affrontarla >>.
Harry non dice niente. Dopo un po’ mi fa cenno di seguirlo e ci incamminiamo verso la porta sul retro. Incrociamo Hannah, che dice che offre la casa, e usciamo dal Paiolo magico per immergerci di nuovo in Diagon Alley.
<< Hai detto che abitate di nuovo a Privet Drive, vero? >> mi chiede. Io annuisco. Harry caccia di nuovo la bacchetta, sta per fare un incantesimo, quando una voce lo chiama.
<< Harry, tutto bene? >> gli chiede la moglie raggiungendoci. I tre figli sono dietro di lei.
<< Ginny, stavo per mandarti un Patronus! Tutto bene, sì. Ehm… lui è Dudley… te ne avrò di certo parlato qualche volta… non bene, forse, ma ormai è acqua passata. La figlia ha avuto la lettera da Hogwarts e ancora non lo sa… Dudley mi ha chiesto aiuto >>.
La moglie di Harry mi guarda con sguardo penetrante.
<< Come si chiama? >> mi chiede.
<< Charlotte >> le dico lasciandomi sfuggire un sorriso. Non posso non sorridere, pensando a lei.
<< Non sa niente del mondo magico, vero? >>
<< No >> ammetto. Lei annuisce.
<< Potete alloggiare nella nostra stanza degli ospiti finché la ragazza non prenderà il treno >> inizia a dire Ginny e sento Harry rilassarsi. << Stasera cenano con noi anche Ron, Hermione e i ragazzi, Harry. Charlotte potrà farsi raccontare da Hugo e Lily un bel po’ di cose >>. Harry annuisce e bacia la moglie. Le sussurra un grazie.
I bambini ci guardano incuriositi. << Chi sei? >> mi chiedono.
<< James, Albus, la mamma vi spiegherà tutto tra poco. Lily, tu vieni con noi >> dice mio cugino. Sua moglie annuisce e la bambina salta di gioia.
<< Dove andiamo, papà? >> chiede.
<< In missione speciale, Lily. Avete una cugina che non sa ancora di essere una strega. Andiamo a recuperare una parte della famiglia >>.
Sorrido mentre Harry afferra per mano me e la figlia per farci… teletrasportare.
Busso trafelato al campanello di casa. È Charlotte ad aprire la porta. La abbraccio forte.
<< Papà! Chi sono loro? >>
<< Sono i rinforzi, Charlie. I cowboy non mollano. Non mollano mai >>.
 
 
 
Sentivo il bisogno di scrivere qualcosa su Dudley e poter riscattare in qualche modo sia lui che la madre.
Per me Dudley e Draco Malfoy sono molto simili, entrambi cresciuti a pane e pregiudizi, e volevo darne una mia versione. Ho sempre immaginato il Dudley adulto come più consapevole, con la mente più aperta e, soprattutto, pentito. Il saluto tra lui e Harry (per non parlare di quello di Petunia) all’inizio del settimo libro, mi hanno scaldato il cuore e ci rimasi quasi male quando nell’epilogo non trovai nemmeno una riga sui Dursley. Ecco, quindi, la mia versione di big-D e un piccolo accenno a Petunia.
Spero ti sia piaciuta :) 
  
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