If I change, its for myself.
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Un cuore da curare è prima di tutto un cuore da capire.
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I sorrisi più belli nascondo i segreti più profondi,  su questo, James Sirius Potter non aveva mai avuto da obiettare.
Guardava il sorriso di sua mamma, falso.
Forse, avrebbe dovuto parlare.
Avrebbe perso la sua famiglia? Probabile.
Hai sempre voluto essere il migliore.
Guardati attorno e dimmi cosa vedi, le solite stanze, il solito salone sulle tinte dell’oro, la solita libreria piena di polvere. La finestra di vetro infrangibile,
E tu? Tu sei infrangibile, James?
Guardi i tuoi genitori scambiarsi un leggero bacio, sospiri.  La tua famiglia è salva, ancora per un po’.
Sei sempre stato il più bello, il più corteggiato, il più amato della famiglia, la stella di ogni situazione.
Ripensi al male che hai fatto in passato, ti dai dello stupido.
Hai perso Lilian e lo sai.
Sei ancora stupido, Jamie, sei adolescente e gli adolescenti amano fare cazzate.
Ami il nome James Sirius perché lo senti tuo, perché ti senti vicino a qualcosa, uguale a qualcuno.
Sfortunatamente James, non hai mai voluto essere diverso.
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Inventerai che non hai tempo 
Inventerai che tutto è spento 
Inventerai che ora ti ami un po’ di più 
Inventerai che ora sei forte 
E chiuderai tutte le porte 
Ridendo, troverai una scusa 
Una in più, una in più.
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Ma le stelle quante sono, Teddy Bear?    
Questa piccola frase aveva accompagnato Ted Lupin per tutto il corso della sua vita.
Gli era stata posta questa frase dalla piccola Potter.
Che già allora con i suoi capelli arrabbiati andava farneticando ponendo domande impossibili a tutti.
Tu sorridevi piano, “sono tante Lily, non puoi contarle.” Le rispondevi e come tutte le volte, assistevi al suo cipiglio nervoso.
Sbuffava, “Teddy bear ma io voglio sapere il numero preciso!” incrociava le piccole braccia Lily.
“Teddy Bear a chi?” le rispondevi subito prima di iniziare a solleticarla.
Ma nei suoi soprannomi avevi il sollievo di non dover essere grande.
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L’amore, che sentimento difficile. Dove forse ciò che più conta è il teatrino della seduzione, il gioco di assoggettare qualcuno, di assoggettarsi a qualcuno.
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Elettra Lilith Polaris ha diciotto anni e ha già tutto della vita.
Elettra, “Ellie” per gli amici è innamorata di Ted Lupin.
Ma non voleva darlo a vedere, altrimenti tutti l’avrebbero presa per culo.
Ted Lupin aveva una cerchia di ragazze ristrette che erano disposte ad aprirgli le gambe come e quando voleva, le chiamavano le Ted’s girl.
Ted Lupin è quel tipico ragazzo da una botta e via.
E Elettra non voleva essere la sua puttana per una notte.
Lo era già stata, in una notte ubriaca.
Forse erano stati un po’ di più.
Però restava che Ted indubbiamente era troppo per lei.
Elettra è una ragazza sveglia.
Un giorno, anche Elettra starà bene.
Potrà imparare di nuovo cosa significa sentirsi intera.
O per lo meno, non a pezzi.
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“Mi dici perché non mangi?”
“Mi dici perché dovrei?”
Sempre la solita storia, sempre le stesse domande.
Lilian Luna Potter non mangiava per una ragione precisa.
Non aveva bisogno di amore, non lo voleva.
Voleva essere solo adorata.
Aveva una paura fottuta di legarsi sentimentalmente a qualcuno.
Ted Lupin le sfiorò la mano facendo dei cerchi su di essi, come a dire “Eccomi, sono qui.”
Lily prese a giocare con le dita di Ted, come a dire “Lo so, ma questo non cambia le cose.”
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Katherine Daylerk non possedeva la malizia e la bellezza di cui era dotata Lily, ne la schiettezza di Elettra, neanche la tagliente voglia di vivere di Jenessa, e neanche per sua fortuna la cattiveria di Rose. Però, Lily sapeva che la piccola Kat possedeva qualcosa che, forse, con tutte le canne fumate fumate da lei, Elettra e Jenessa ad offuscargli il cervello, avevano scordato tutti, persino lei, ammesso che l’avesse mai avuta: l’innocenza.
Katherine Daylerk potrebbe sembrare all’apparenza una Tassorosso, ma non lasciatevi ingannare da due occhioni dolci e grandi, da una timidezza.
Katherine Daylerk è una serpe in regola.
Katherine Daylerk è molto più di questo.
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Giammai sarai felice finché ti tormenterai perché un altro è più  felice di te.
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Rose Weasley è una di quelle persone cattive dentro.
Una di quelle persone, che non è meglio delle bugie che racconta.
Una di quelle persone che fa schifo, schifo e basta.
Non c’era niente da fare.
Era nata invidiando e sarebbe crepata nella stessa maniera.
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Don’t want to, but I can’t put
Nobody else above you.
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Primrose ha solo diciassette anni e la fama da stramba a scuola.
Le importa? Non più di tanto.
Albus Potter è il figo della scuola.
Primrose crede di essere molto meno in confronto ad Albus e le biondine che si porta dietro.
“Hey stramba come stai?” la voce derisoria di Albus le arrivò alle orecchie, la sua vista si appannò, si giro e guardò Albus negli occhi. Mosse alcuni passi, il moro la raggiunse.
“Primrose, come stai?” fu il primo a chiederglielo quella mattina. Guardò la biondina dietro di lui con cui stava scambiando effusioni prima.
Scosse le spalle, e senza rispondere uscì.
Certe volte, i silenzi sono abbastanza.       
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  Ho pianto nell'angolino per il peso d'essere me.
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“Non torni bimba? Che vuoi che dica, me ne fotto. Io ho perso sangue tutti i giorni mica ogni 28.”_ Nitro.
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Thomas Nicholas Campbell si è perso, un po’ come Pollicino, ma a lui non sono bastate le pietre qua e là per ritrovarsi. Thomas si è perso nella sua mamma, e nelle favole che non gli ha mai raccontato, tra l’amore perso, tra l’amante di suo padre, nella sua casa, nella stanza senza finestre, nella sua malattia che non fece altro che aumentare il caos nella sua testa.
Thomas e Lily sono migliori amici e nessuno capisce il perché.
Probabilmente perché Lily ha bisogno di essere capita e Thomas..
Thomas ha bisogno solo di affetto.
  Avevo un disordine immenso dentro e tu hai sistemato tutto senza spostare niente.
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Spazio autricee:
Eccomi con il primo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate, e se non ho messo qualche oc comunicatemelo e provvederò subito a creare un altro capitolo per loro.
Baci xx