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Autore: lidyalinne    31/08/2016    6 recensioni
La morte di Diane getta Alain nella disperazione più nera; Oscar e Andrè partecipano del suo dolore e cercano di sostenerlo, aiutandolo in ogni modo. Sarà però l'incontro con Martine e la voglia di salvarla da un matrimonio dal quale lei vuole sfuggire a lenire il suo enorme dolore e farlo innamorare inesorabilmente. Inizia così questa storia d'amore che si intersecherà con le vicende di Oscar, Andrè e della Rivoluzione.
Dedico questa piccola storia a Queenjane e Luna22474 che mi hanno aiutata fornendomi informazioni di tipo storico e consigli per scriverla, quanto più possibile, in modo realistico nei riferimenti della vita di fine Settecento in Francia. Non so come ringraziarvi per il tempo speso per me!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una notte difficile
 
Un dolore lancinante al braccio sinistro bloccò la corsa veloce di Alain verso la piazzetta dove i feriti venivano assistiti da medici volontari.
 Voleva raggiungere Oscar e Andrè e sapere quali fossero le loro condizioni di salute.
Era molto preoccupato e non aveva dato peso ai dolori, sparsi in tutto il corpo, che avvertiva.
Non era stato colpito dai proiettili ma investito più volte da schegge di pietre e mattoni che erano letteralmente schizzati dai muri della Bastiglia, ferita e abbattuta.
Ora quell’improvviso dolore pulsante e martellante aveva, suo malgrado, fermato la sua corsa.
 
- Maledizione!  Che ho nel braccio? – bofonchiò Alain.
 
Si guardò la parte dolente e notò uno strappo alla giubba  che subito tolse.
Anche la camicia era lacerata  così strappò con forza tutta la manica: una scheggia di pietra era conficcata nella carne e la ferita sanguinava copiosamente.
 
Devo toglierla immediatamente….
 
Provò a farlo lentamente ma non era per niente facile, oltre al fatto che provava un dolore immenso e insopportabile…
Così si fece coraggio: trattenne il respiro, e con un colpo secco, tolse quel pezzo di pietra.
Soffocò un gemito di dolore e si lasciò invadere da un forte bruciore per alcuni istanti.
Provò a respirare lentamente e profondamente; dopo un po’ sentì il dolore attenuarsi e poiché perdeva molto sangue, arrotolò attorno alla ferita il tessuto della manica strappata, stringendo forte.
Scocciato per quell’imprevisto che gli aveva fatto perdere tempo, Alain riprese a correre verso la piazzetta trasformata in provvidenziale ospedale da campo, alla ricerca di  Oscar e André, mentre stringeva i denti per il dolore al braccio...
Giunto alla piazzetta si accorse che era gremita di uomini e donne, dei quali molti erano feriti, mentre altri erano i loro soccorritori e spesso salvatori.

Dove saranno? si  chiese aggirandosi fra letti lerci e sporchi di sangue e brandine nelle stesse condizioni.

La sua spasmodica ricerca si tinse di insopportabile ansia e angoscia, al pensiero di non riuscire a trovarli; e l'idea che potessero essere....morti, prese sempre più forma dentro di sé.
E sapeva che, se non li avesse trovati lì, li avrebbe rivisti in un unico posto:nella chiesa, che si stagliava al centro della piazza, composti dentro una bara.
Si ribellò a quel pensiero e lo scacciò con tutte le sue forze e con tutto il cuore.
Scostò senza alcun riguardo tende che coprivano "angoli operatori" e lenzuola stese dignitosamente sopra i  cadaveri, fingendo di non  vedere corpi straziati e di non sentire orribili gemiti di dolore e sofferenza.
I suoi occhi volevano solo ritrovare i volti vivi dei suoi amici.
Era una piccola piazza quella, eppure sembrava diventata enorme, occupata da tutte quelle persone ferite e dai volontari che li assistevano.
Poi, si accorse improvvisamente di Charles, il compagno a cui aveva affidato Oscar, seduto per terra, davanti una tenda appesa alla bene e meglio su pezzi di legno a nascondere un letto…
Era tutto sporco di sangue, la testa tra le mani, il volto terreo e livido.

- Charles, che ti è successo? Come stai? -domandò il giovane inginocchiandosi presso di lui e sollevandogli delicatamente il viso - Stai bene? - riprese.

- Alain! - esclamò il compagno abbracciandosi a lui con trasporto e reale bisogno di conforto - Sto...sto bene....stai tranquillo...

- Perché sei sporco di sangue e che fine ha fatto il comandante Oscar? Come....come sta?

- Sta bene, credo…anzi, ne sono certo; è ferita ma se la caverà. Sono stato costretto ad aiutare un medico ad operarla. Le ha estratto il proiettile....Dio, non avevo mai visto tanto sangue sgorgare dalla carne viva, lacerata da un bisturi...e....non...non voglio nemmeno più ripensarci...Ma il medico aveva bisogno di me e...non potevo tirarmi indietro...- spiegò il ragazzo piangendo senza ritegno.

- Sei stato coraggioso ed eroico, Charles!Sono fiero di te! Adesso smetti di piangere, distenditi per terra e prova a rilassarti. Tieni, bevi un po' di questo: ti farà bene – disse Alain, porgendogli la sua inseparabile fiaschetta di scadente cognac.

Il ragazzo bevve e si distese per terra.

-Bravo, chiudi gli occhi e riposati un po' -Alain gli sorrise ricevendo in cambio uno sguardo di infinita riconoscenza - Vado a vedere come sta Oscar.

Charles annuì.

Alain spostò la tenda e vide Oscar svenuta,  pallida ed esangue, e un medico barbuto che, solerte e delicato, avvolgeva delle bende intorno alla gamba destra.

- Dottore, come sta?

- Eh? - si riscosse l'uomo voltandosi a guardare Alain -Voi chi siete?

- Sono un suo soldato e un amico. Lei è Oscar François De Jarjayes, ex comandante dei soldati della Guardia....che ha rinnegato il suo nome e il suo grado per combattere a fianco del popolo - spiegò Alain orgoglioso di lei.

-Oh! - si meravigliò il dottore - Io non lo sapevo....La donna- soldato! Una vera eroina! Comunque, state tranquillo....sta bene. Col tempo, tenendo sotto controllo la ferita e dunque eventuali infezioni e rimanendo a riposo, si riprenderà del tutto e potrà pure camminare normalmente. È stata molto fortunata....

-Ringraziamo Dio....-  sussurrò Alain sollevato e commosso.

- Rimanete voi con lei?Io vado a vedere se c'è bisogno di me...tornerò appena possibile per visitarla. Manderò  qualcuno con  del laudano da somministrarle se al risveglio dovesse avere troppo dolore- disse il dottore.
 
- No, lascerò il mio compagno con lei: devo cercare un altro soldato che è stato ferito gravemente al petto e non so dove sia…
 
- Beh, vengo con voi, allora…. – disse il medico pronto.
 
Alain fu ben lieto della proposta dell’uomo e dopo aver affidato Oscar nuovamente a Charles, corse alla ricerca di Andrè.
Alain e Alphonse, il medico,  dovettero girare un paio di minuti, prima di trovare Andrè….
Era disteso su un lettuccio ed era tremendamente pallido.
Il torace era avvolto da bende e macchiate di sangue là dove era stato ferito.
Due uomini gli stavano accanto e uno di essi teneva le dita poggiate sul suo polso sinistro a contare i battiti del cuore, sotto uno sguardo seriamente preoccupato.
Alain, in preda ad un’angoscia profonda, si avvicinò a quel medico e gli chiese notizie.
 
- Eh….- sospirò stancamente - ho tolto il proiettile che si era conficcato molto vicino al cuore. E’ stata un’operazione difficile nelle condizioni in cui ci troviamo. Ha perso molto sangue e temo infezioni…Non posso garantire che si salverà…Se si risveglierà…forse una piccola speranza ci sarà, ma come farà a sopportare il dolore e le infezioni, e in questo ambiente?
 
- Dategli il laudano…. – suggerì Alain, sentendo un doloroso tuffo al cuore.
 
- Non possiamo dare il laudano ad oltranza…. – disse Alphonse – E’ più importante curare le infezioni e stare in un luogo riparato e tranquillo e assistito continuamente. Non puoi portarlo a casa sua?

- Non ha più una casa…né lui, né la donna che hai operato, Alphonse, che è anche la sua compagna… - spiegò Alain.
 
- Ah…capisco….- disse abbassando lo sguardo.
 
- Comunque, mio caro giovanotto, trova al più presto un posto per questo povero ragazzo. Se vivrà, non potrà certo stare qui…. – disse il medico.
 
Non hanno più una casa…, pensò e ripensò Alain, come in un ritornello continuo.
 
Andrè e Oscar non potevano più ritornare a Palazzo Jarjayes dopo che lei aveva tradito la sua famiglia…
Suo padre non l’avrebbe di certo accolta, o forse sì? In ogni caso c’era un altro rischio: quello di essere ricercata in quanto disertore.
E poi era nobile.
Dopo la presa della Bastiglia, di sicuro, la città avrebbe registrato continui disordini e non era difficile immaginare che  i nobili sarebbero stati invisi al popolo.
 
Prima o poi mi toccherà dare notizie ai loro familiari ma per il momento è meglio di no….
 
Alain rimuginò ancora poi ebbe una buona idea: avrebbe portato Oscar e Andrè a casa sua; due letti c’erano di sicuro: il suo e quello di Diane.
Lui avrebbe potuto dormire su un giaciglio improvvisato per terra.
 
- Il posto c’è per Andrè e la sua compagna – decretò Alain tutto contento -  Sono già in grado di  essere spostati? – chiese Alain guardando i due dottori.
 
- No, non subito. Questo giovane deve prima superare la notte e la ferita non sanguinare più, altrimenti muoverlo potrebbe essere molto pericoloso – disse il medico che l’aveva operato.
 
- La donna, invece, potrebbe essere spostata non appena si risveglierà  e sentirà di poter sopportare il dolore – disse invece Alphonse.
 
- Va bene…allora quando sarà il momento, io sarò pronto. – disse Alain che poi si avvicinò ad Andrè.
 
Non aveva per niente un bello aspetto e provò una grande paura.
Gli prese una mano, fredda come il marmo, e la strinse tra le sue.
 
Io ti salverò, Andrè, ci puoi credere…..
 
E mentre i due medici confabulavano tra loro, Alain rimase seduto accanto ad Andrè, la mano sempre stretta alla sua, l’angoscia che non abbandonava il suo cuore, aggredito improvvisamente da un ricordo dolorosissimo: la mano fredda di Diane che la sua tentava furiosamente e disperatamente di riscaldare e rianimare….
Ricordò la sua povera sorellina, gli occhi fissi a quel petto nella speranza di vederlo sollevare  seguendo il respiro della vita e invece….
Scacciò quel pensiero e guardò Andrè…
L’amico respirava….flebilmente….ma respirava…
Era vivo e lui avrebbe fatto di tutto per salvarlo.
Il medico che lo aveva operato gli spiegò che bisognava attendere che il giovane superasse quelle prime ore post-operazione, senza incorrere in complicazioni e forti febbri da infezioni; se ciò fosse accaduto, allora Andrè avrebbe potuto considerarsi fuori pericolo e dunque in grado di essere spostato da lì.
Alain comprese le parole del medico e rimase al capezzale di Andrè, anche se ogni tanto andava a dare un’occhiata a Oscar, che era stata sedata con del laudano appena si era risvegliata, in preda a forti dolori alla gamba.
Alain, a quel punto, aveva incaricato alcuni compagni di fare la spola tra Oscar e Andrè per tenerlo al corrente delle condizioni del loro ex comandante, perché lui non avrebbe lasciato Andrè, che versava ancora in condizioni critiche.
Le ombre della sera iniziarono a calare su quella piazza ancora gremita di gente e attraversata incessantemente da gemiti e brusio sommesso.
L’ultimo raggio di sole morente disegnava strisce purpuree in cielo e sui profili dei tetti delle case.
Il cielo mostrava diverse sfumature di azzurro che si apprestavano a diventare blu cobalto; nessuna nuvola vagava libera e Alain sapeva che presto numerose stelle si sarebbero accese, lontane e luccicanti, estranee a quel momento storico…
Sarebbe stata una bella serata, neanche tanto fredda….eppure l’atmosfera di quel 14 luglio strideva con quella incipiente e meravigliosa notte d’estate….
Nonostante l’odore di sangue, fuoco e  della polvere da sparo riempisse l’aria, insistente  e prepotente riusciva a farsi spazio il profumo degli oleandri e delle resine degli alberi, che la tiepida brezza estiva diffondeva.
 Da alcune ore i cannoni avevano smesso di tuonare e rimbombare nella città, ma le urla dei parigini, che avevano abbattuto la Bastiglia, si erano attenuate solo da poco.
Alain avrebbe tanto voluto vedere e capire quale fosse la situazione della città ma non se la sentiva di lasciare Andrè che ancora non si svegliava e che a tratti faticava a  respirare.
Il medico si recava spesso da lui per controllarlo, per somministrargli intrugli medicamentosi di vario tipo.
 
Poco prima della mezzanotte, Alain, che si era appisolato con il capo appoggiato vicino alla braccia di Andrè, fu risvegliato da uno strano tramestio, oltre il lenzuolo che delimitava lo spazio in cui l’amico era ricoverato.
Sentiva parlare, poi sussurrare, bisbigliare, gemere….
Alain si alzò e guardò oltre quel lenzuolo e vide Charles e Gerard che, lentamente e con molta attenzione, trasportavano una lettiga su cui era distesa nientemeno che….Oscar!
Corse rapido verso di lei, stupito e spaventato allo stesso tempo.
 
- Oscar!
 
- Alain!Come sta Andrè? – lo supplicò prendendogli le mani tra le sue che tremavano inarrestabili.
 
- Ma dove la state portando, nelle sue condizioni? – domandò Alain rivolgendosi, accigliato, ai compagni e ignorando la richiesta di Oscar.
 
- Non rimproverarli! Sono stata io che li ho obbligati a portarmi da Andrè! – s’intromise Oscar, mettendo a tacere i due provvidenziali trasportatori prima che aprissero bocca – Non potevo rimanere di là, sapendo che Andrè sta lottando per la vita….non potevo proprio!
 
Oscar proruppe in un pianto sommesso e disperato.
 
- Oscar….ci sono io con lui…Tu non devi affaticarti… - le disse Alain docilmente.
 
- Oh, Alain…non mi affaticherò! Io voglio stargli accanto…
 
- Va bene, Oscar…d’altra parte, ormai, sei qua – prese atto Alain – Forza, portatela di là – disse poi rivolgendosi ai due ragazzi.
 
Alain scostò il lenzuolo e fece passare Charles e Gerard che posizionarono la lettiga accanto al letto di Andrè.
Rivedendo Andrè, inerme e pallido, Oscar sentì il cuore stringersi in una morsa e precipitare nella voragine di paura che si era aperta dentro di  sé, e cacciò un urlo disperato.
Tentò di alzarsi ma il dolore alla gamba le impedì di mettersi in piedi e ricadde sulla lettiga.
 
- Oscar…non devi muoverti, non commettere sciocchezze! -  la rimproverò Alain.
 
- Ma…Andrè…il mio Andrè….- piagnucolava lei stendendo un braccio e afferrando con la mano quella del suo uomo.
 
- Oscar…non è morto, non fare così. Supererà questo momento…abbi fede… - cercò di rassicurarla Alain accarezzandole la testa.
 
Ma Oscar era inevitabilmente travolta da una paura immensa e devastata da singhiozzi che le squassavano il petto…
 
- Se lui muore…io…io…non posso vivere….- ripeteva come una nenia lamentosa.
 
- Smettila, Oscar…smettila….Magari ti sente e certo non gli fa bene saperti così disperata. Calmati, coraggio, calmati…Tieni stretta la sua mano, fa’ che senta il tuo calore e il tuo amore in questo modo….ma non piangere… - Alain provò a infonderle coraggio e fiducia e vi riuscì.
 
Oscar si acquietò un po’ ma le lacrime le rotolavano dagli occhi senza che lei potesse arrestarne il flusso, così come non riusciva a calmare il cuore che le batteva furioso.
Si lasciò abbracciare da Alain mentre lei non distoglieva lo sguardo dal corpo di Andrè che, se non fosse stato per il regolare e fievole movimento del petto, poteva sembrare…morto.
 
- Lui…lui non può lasciarmi sola….non può, capisci Alain? Io non posso vivere senza di lui, senza il suo amore….Dio non può essere così ingiusto con noi…no! Abbiamo scoperto da poco di amarci e non posso credere che ci sia stato concesso di godere del nostro amore solo per pochi giorni. Io ho bisogno di lui….e lui…di me…. – Oscar parlò dolcemente e allo stesso tempo seccata per quel destino che forse li voleva dividere.
 
- Vi aspetta ancora una vita intera per amarvi, per sposarvi, costruirvi una vostra famiglia in questa nuova Francia….L’abbiamo abbattuta la Bastiglia, sai? E’ vinta, è sconfitta…ha vinto il popolo e tu ne sei stata la principale artefice – le sussurrò Alain.
 
-Davvero? Avevo dimenticato la Bastiglia….- disse Oscar con un lieve sorriso sulle labbra e voltandosi a guardare Alain – Questa è una bellissima notizia…sono felice…E grazie a Dio tu sei salvo. Artefice io? Oh….ho dato solo il mio piccolo contributo, il resto lo hai fatto tu insieme ai tuoi compagni…Bravo Alain…
 
- E’ stata dura abbatterla ma non mi sarei fermato per nulla al mondo….dovevo vederla cadere giù, tutta, anche a costo di morire, davvero! – esclamò Alain stringendo fortemente i pugni.
 
- Dio ti ha voluto salvare, invece….e gliene sono grata….spero…spero vorrà essere ugualmente benevolo con Andrè…- mormorò Oscar volgendo lo sguardo verso Andrè e stringendogli più forte la mano.
 
- Lo sarà…. – disse in un soffio Alain, conscio di non poterlo garantire solo con la forza del desiderio.
 
Oscar annuì con il capo e da quel momento si ammutolì per dare voce solo ai singhiozzi e ad un inarrestabile flusso di lacrime che le inchiodò gli occhi, per un tempo interminabile, al volto di Andrè e al suo petto e rassicurarsi del suo respiro.
La sua mente le fece rivedere e rivivere, in un fluire di immagini chiare, istanti della sua vita con Andrè; momenti catturati in un tempo lontano, all’epoca dell’infanzia, in cui erano bambini allegri e avventurosi, dediti a infiniti giochi, dopo le lunghe ore di studio e di allenamenti….o al periodo dell’adolescenza che aveva rafforzato e consolidato affetto e complicità, nonostante  momenti di scontate incomprensioni e liti…
Il periodo della giovinezza li aveva uniti nella condivisione del lavoro, delle molteplici difficoltà e incidenti fino ad allontanarsi piano piano a causa dei loro problemi di cuori…
E infine….ecco le immagini più recenti e ancora così vive….
L’amore finalmente scoperto in sé per lui e quella meravigliosa notte , a Melun, in cui era stata sua, scoprendo la bellezza dell’amore vissuto sulla pelle e nel cuore…
E ora…ora…vederlo inerme su quel letto a lottare per la vita, era insopportabile….insopportabile.
Oscar rimase tutta la notte a vegliarlo con la paura che irrigidiva ogni parte di sé e la faceva sentire inconsistente, vuota, preda di un destino che non aveva ancora deciso se salvare Andrè o no.
Si sentiva ostaggio del tempo che da un secondo all’altro avrebbe potuto toglierle l’uomo della sua vita…così, in un batter di ciglia, gettarla all’inferno senza alcun riguardo di loro…
 
Quanto può essere lungo e infinito e angosciante lo scorrere del tempo quando si attende una buona notizia, quando diventa vitale vedere due occhi accendersi di salute e vita? Quando sentire una voce amata diventa essenziale, respiro e felicità? Le ore di questa notte interminabile sembrano anni, secoli....io...io non ce la faccio più....Resisto solo per te, amore mio, solo per te...perché hai bisogno di me, del mio sguardo che ti conforti e ti ami anche nel tuo oblio, mentre tu provi a scioglierti dall'abbraccio della morte che ti vuole con sé e portarti nel paradiso dei giusti....ma no, Signore, ti prego...non ancora, non adesso...ti prego. Signore, non sono la migliore delle cristiane, non sono avvezza alle preghiere e...lo so, forse non è giusto chiederti un miracolo nel momento del bisogno...ma, ti prego...perdona tutti i miei peccati e....


- .....salva André, salvalo ti prego....- Oscar terminò la sua preghiera nata nell'anima, dando voce all'ultima invocazione, in un gemito leggero, mentre le lacrime le inondavano il volto fino ad atterrare sulla mano di André, sempre stretta alla sua.
 
Le braccia di Alain, ancora strette alla sua schiena, lentamente si sciolsero e il ragazzo crollò addormentato sulla lettiga, accanto a lei, in una posizione innaturale.
Le gambe erano piegate per terra mentre il busto era rannicchiato su se stesso a sfiorare i suoi fianchi…
Anche Charles e Gerard si erano addormentati, il capo dell’uno poggiato sulla spalla dell’altro.
Provò infinita benevolenza per i suoi soldati che non abbandonavano né lei, né Andrè.
Si commosse e per un attimo sentì un brivido di emozione correrle lungo la schiena e un lieve sorriso increspò le sue labbra.
Anche nel dolore, scoprì che poteva provare un sentimento di piccola gioia…
Rimase ad osservare quei tre ragazzi poi, sentendo un lievissimo tremito nella mano, tornò a voltarsi verso Andrè…
Muoveva la mano sempre stretta alla sua e le ciglia battevano a tratti…
 
- Andrè!  - fu un urlo di speranza quello di Oscar nel veder finalmente il giovane muoversi un po’….
 
Si stava risvegliando e sperò tanto che fosse l’inizio del suo ritorno alla vita….

ANGOLO DELL'AUTRICE
Le mie vacanze finiscono oggi e ritorno lentamente ad aggiornare. Un capitolo dedicato al post ferimento di Oscar e Andrè e ad Alain che si dedica anima e corpo, prima a cercare i due amici, poi a consolarli e decidere poi di nasconderli e proteggerli in casa sua. Andrè si salverà? Come sarà la loro vita dopo la Rivoluzione? Avranno una vita? Eh...ci sto lavorando!:-) Grazie a tutte voi che dedicate un po' del vostro tempo a leggere questa mia ff! Vi abbraccio tutte!
Sandra
  
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