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Autore: Angel TR    02/09/2016    2 recensioni
She saw my silver spurs and said let's pass some time
And I will give to you summer wine

Lana del Rey - Summer Wine.
{Avvertimenti e note all'interno | Raccolta disomogenea | LilixAsuka}
{Storie partecipanti alla "Le situazioni di lei&lei" indetta da starhunter Challenge indetta su EFP}
{Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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18. scambio di personalità: uno nel corpo dell’altro per un giorno
Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Nightmare dressed like a daydream
Genere: commedia, sentimentale
Rating: arancione

Lili e Asuka osservarono sconcertate il vaso di Pandora scivolare oltre il dirupo, giù nel vuoto.
« Oca bionda! » la rimproverò Asuka.
Una luce verde le circondò. « Oche! Il mio vaso è andato perduto per colpa vostra! Ne pagherete le conseguenze! » urlò una voce femminile. La luce assunse i contorni di una fattucchiera che brandiva una minacciosissima bacchetta magica.
« Io vi maledico! »

Asuka Kazama aprì gli occhi di scatto.
Che incubo terribile!
Aveva sognato che la finale del Torneo era stata clamorosamente boicottata dalla pazza bionda e che sempre la pazza bionda aveva fatto cadere il vaso di Pandora. Al che una megera era apparsa e...
« Sei sempre la solita oca, Lili. »
Oh mio Dio.
Le mani di Asuka corsero alla gola. Perché diavolo aveva parlato con la voce di Lili? Strillò quando delle unghie smaltate di rosa le graffiarono il collo.
Alzò le mani, portandosele lentamente davanti agli occhi.
Erano slanciate, sottili, bianche e con le unghie lunghe.
Quelle non erano le sue fottute mani. Quelle erano di Lili! Le mani di Lili! Per tutti i Kami!
« Lili! » chiamò Asuka, completamente in preda al panico. Il trillo musicale della sua voce la fece quasi svenire.
Si girò nel letto per controllare se Lili -o meglio, Lili nel suo corpo- era ancora beata nel mondo dei sogni. Ma Lili non c'era.
Asuka scattò su a sedere, terrorizzata. Ora ricordava come finiva l'incubo: la megera le aveva scambiate di corpo.
Cazzo, non era un incubo.
Avevano davvero fatto cadere giù il vaso di Pandora!
Avevano davvero scatenato l'ira della strega!
Lili aveva davvero tentato di metterla K.O.! Quella stronza traditrice! Aveva avuto quello che si meritava: il corpo rozzo e mascolino di Asuka era abitato dalla femminile ed elegante Emilie Rochefort.
Ben ti sta, pazza.
Una voce -la sua voce- le giunse in un'ottava più alta del normale, dal bagno. « Asuka, i reggiseni che indossi sono horribles! Ti vanno piccoli, sono sciatti e non ti valorizzano! »
Asuka sbarrò gli occhi. Quella malata pervertita stava controllando il suo arsenale?!
« Lili! » chiamò, questa volta persino la voce zuccherosa risultò fottutamente minacciosa.
Scattò giù dal letto e, con una corsa che Usain Bolt avrebbe applaudito, si gettò sulla porta del bagno. La spalancò e...
« Kami, Lili, coprimi! »
Lili se ne stava tranquillamente nuda, in mezzo ad una marea di reggiseni, sollevando ora uno per la bretellina, ora l'altro. Quando si accorse di Asuka, sorrise.
« Non è fantastico? Io sono te! Ho i tuoi airbag! » squittì, contenta, saltellando per sottolineare il concetto 'airbag'.
« Non li toccare! » minacciò Asuka, puntandole un indice contro.
Lili le lanciò un'occhiata eloquente. « Dovrò farlo per vestirmi. A proposito, sei molto carina, oggi! Quei capelli sono finalmente a posto! E il biondo ti dà un tocco di luce! »
« Ti ammazzo! » urlò Asuka prima di lanciarsi su Lili. Questa alzò una mano.
« Non vorrai ferirti? » disse, sporgendo in avanti il petto e piazzandosi le mani sui fianchi. Il corpo era di Asuka eppure Lili sembrava dannatamente a su agio.
Asuka si fermò con il pugno a mezz'aria. « Stronza. »
Lili si schiarì la gola. « Allora, vuoi uscire in pigiama? » chiese, indicando Asuka dalla testa ai piedi.
« Certo che no. È per questo che dovrai smammare dal bagno. » rispose la neo-bionda.
Lili scrollò le spalle, ridacchiando nel vederle così ampie. « E perché mai? Si dà il caso che quello è il mio corpo. L'ho visto nudo milioni di volte. »
Asuka arrossì. « Che schifo! Dovrò vederti nuda! »
« Prima o poi sarebbe successo. Ritieniti fortunata: è uno spettacolo. » commentò Lili. Ma si passò una mano sul fianco muscoloso mentre lo diceva, per cui Asuka afferrò al volo il doppio senso.
« Pervertita. Trovati un ragazzo. » mugugnò.
Si sfilò la canottina del pigiama, cercando disperatamente di evitare lo specchio. Fece altrettanto con i pantaloncini, scalciandoli lontani. Afferrò velocemente un paio di jeans ma la mano di Lili si richiuse sul polso ben più delicato di Asuka.
« Ti degneresti di curare il mio corpo?! Fatti una doccia con il bagnoschiuma con il tappo rosa, poi usa la crema allo zucchero filato. È l'unica che c'è perché tu sei un maschiaccio che non usa niente. » fece, indispettita. Si portò un dito alle labbra. « Sai, credo che oggi i tuoi impegni andranno a farsi friggere. Mi prenderò una giornata per occuparmi del tuo porta-airbag. »
Rivolse allo specchio un'occhiata a metà tra il soddisfatto e il curioso. Non vedeva l'ora, era palese.
Ma Asuka non era pronta a dargliela vinta.
« Tu non appenderai gli allenamenti! » ordinò.
Lili non la degnò di uno sguardo. « Quelli no. Ma il resto sì. »
Sbuffando sonoramente, Asuka entrò nella doccia. Versò il contenuto del bagnoschiuma rosa su una mano e se lo passò frettolosamente sulla pelle.
Lili la fulminò con lo sguardo. « Più lentamente. Con più rispetto! Ho la pelle delicata, sai? »
Asuka trasse un respiro profondo. Fece scivolare le mani insaponate delicatamente sulle braccia snelle. E fin qui, tutto bene, pensò. Trattenendo il fiato, sfiorò appena le rotondità per volare subito sul ventre piatto e sulle cosce sottili.
Lili la osservava con un sopracciglio inarcato. « Non capisco perché ti faccia così senso lavarmi. Siamo amiche, no? Tutto ciò che è mio, è tuo. » commentò, a metà tra il divertito e l'infastidito.
Asuka scostò le lunghe ciocche bionde. « Ma come sopporti questa massa di capelli? » chiese, annoiata. « Comunque, si dà il caso che mi faccia leggermente girare lo stomaco essere te, oca bionda. » spiegò, azionando il getto della doccia.
Lili si alzò in piedi e, senza degnarsi minimamente di coprirsi, disse « La mia agendina è sul comodino. Ho l'estetista alle 11.00, pranzo con papà e i suoi colleghi alle 13.00 in punto, partita di tennis alle 15.00, allenamenti con Hwoarang alle 19.00. Ceno qui alle ore 20.30. Ah, sei invitata anche tu al pranzo, ovvero io. Farai tutto quello che ti dico: papà non deve assolutamente sospettare nulla! » l'ammonì.
Diede un'occhiata all'orologio sulla mensola. « Le 10.30! Muoviti, dall'estetista! Deve farti: ceretta completa, baffetti, sopracciglia, massaggio all over, shampoo con trattamento nutriente e manicure! Il french, ricorda. Ora vai. Mi raccomando. Au revoir! »
E così dicendo, spinse Asuka fuori dal bagno.

« Kami! »
L'estetista, una biondina truccatissima, alzò lo sguardo, sconvolta. « Pardon, signorina Lili? »
Asuka tentò di dissimulare. Avrebbe voluto dar un calcio a quel faccino ricoperto di fard. Cos'avrebbe fatto Lili? Ma certo, avrebbe sputato qualche parolina in francese. « Ma chérie, non è assolutamente niente. »
L'estetista sorrise educatamente e riprese a stendere la cera sull'inguine di Asuka.
Spero che, per completa, non intenda veramente completa.
La ragazza posizionò la strisciolina, stese con le mani, afferrò il bordo e... strap.
« Santi Kami! »

Un'ora e quaranta minuti dopo, Asuka era in fila per pagare. I capelli apparivano folti e lucenti, le sopracciglia erano perfettamente arcuate, la pelle del viso era radiosa e le mani curate.
Anche la bellissima Lili aveva i suoi segreti e i suoi aiutanti.
Quando Asuka uscì dal salone, una limousine la stava aspettando. Lei vi si diresse, tentando di apparire disinvolta.
Sebastian era lì ad aprirle la portiera. Le lanciò un'occhiata eloquente. Sapeva.
« È stato di suo gradimento, signorina? » chiese, il tono sereno.
« Certo. » rispose Asuka, tentando di imitare i modi signorili di Lili.
Sebastian la guardò dal lunotto, senza dire una parola. Aveva intuito che era stato un incubo.
Quella fattucchiera me la pagherà, lo giuro, fosse l'ultima cosa che faccio.
La limousine si fermò davanti alla villa dei Rochefort. Sebastian scese per aprirle lo sportello, sebbene Asuka avrebbe voluto farlo da sola. Uscì scompostamente dall'auto: le bruciava tutto.
« Ehi, oca bionda, bentornata! »
Asuka si voltò di scatto.
Quella è Lili, tentò di ripetersi. Quella è Lili, non sono io.
Ma la ragazza era dannatamente convincente nei panni di Asuka Kazama.
Una Asuka Kazama più bella del solito. Doveva essere andata anche lei dall'estetista perché risplendeva e, mentre si avvicinava per darle un buffetto sulla spalla, Asuka poté avvertire un profumo floreale speziato, quasi maschile.
Il genere di profumo che avrebbe indossato.
Quella strega la conosceva meglio di quanto immaginava.
Lili si schiarì la gola e fece un cenno verso suo padre. Ma certo. L'amata figlioletta correva sempre a dare un abbraccino al paparino.
Asuka si ricompose. « Papà! » esclamò, nella migliore imitazione possibile della corsa di Lili tra le braccia del padre.
« Lili, ma fille, comment ça va? » chiese l'uomo, allegro.
Asuka ringraziò le mille lezioni di francese della bionda oca e sorrise. « Bien. » rispose, anche se il suo tono non si avvicinava nemmeno un po' a quello nasale di Lili.
Circondandole le spalle con un braccio, il signore accompagnò Asuka verso la stanza degli ospiti. Rivolse un sorriso caldo a Lili. « Prego, Asuka. » la invitò.
Asuka osservò la scena con una stretta al cuore. Il padre di Lili la adorava, probabilmente perché la figlia non aveva amiche oltre la giapponesina.
Ovvio, sua figlia è una viziata snob, una palla al piede, pensò Asuka.
Per poi pentirsene subito.
Lili ci teneva a lei. Le prestava attenzioni. Sapeva cose di lei che probabilmente nemmeno la stessa Asuka immaginava.
A proposito di tenerci... Asuka tese una mano verso Lili, in un gesto eseguito mille volte dalla bionda.
Si rese conto nell'intimità di quel gesto solo quando ebbe teso la mano e sorriso a Lili.
La stava accogliendo nel suo nido familiare, un nido esclusivo, costruito e protetto come una fortezza sia dal padre che dalla figlia.
Cacciò via le lacrime che minacciavano di rotolare dai suoi occhi finemente truccati.
« Vieni, Asuka. » sussurrò. Poi si schiarì la gola e trillò « Su! »

« E così, tu non sei Lili ma Asuka? »
Hwoarang fece un altro tiro dalla sigaretta. « Cazzo. Come mai ancora non hai provato a ucciderti? » chiese, divertito. La luce del sole morente filtrava attraverso le imposte del piccolo dojo.
Asuka scrollò le spalle. « Non vorrei far prendere un colpo al signor Rochefort. » spiegò.
Una scusa banale, lo sapeva. Hwoarang scoppiò a ridere e le rivolse un'occhiata dall'alto della sua motocicletta. « Ti inizia a star simpatica. »
Asuka sobbalzò. « Mai! »
Il rosso scosse la testa, l'ombra di un sorriso sulle labbra. « Come ci si sente senza i meloni? » chiese poi, tanto per farla indispettire.
Lei gli lanciò una lattina di birra addosso. « Sei il solito coglione. » bofonchiò.
Hwoarang la schivò, ridendo. Improvvisamente, si fece serio. « Io credo che quella strega abbia voluto darvi una lezione. » disse, fissando intensamente Asuka negli occhi.
« Ovvero, farmi capire quanto è una palla essere una ricca ereditiera? » domandò lei, sarcastica.
Lui scosse la testa. « Scherzi, vero? La lezione è: tu e la bionda siete culo e camicia. Ehi, mi mandate poi qualche filmino quando vi rotolerete tra le lenzuola? »

  
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