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Autore: Looking at the Rainbow    03/09/2016    0 recensioni
La voce di Eleonor ci porta per mano nel castello; ci sono i Malandrini, c'è l'amicizia e la lealtà che forse, per qualcuno, è venuta meno.
Dal testo: "Oggi ho deciso di lasciare che la mente di una vecchia signora si abbandoni docilmente alla corrente dei ricordi.
E prima che questo avvenga, lascio le ultime righe per te, Harry Potter.
Se mai leggerai ciò che sto scrivendo sappi che, un po’ lontano da casa tua, c’è qualcuno che non ti conosce, ma che conosce la tua storia.
Una storia che meriti di sentire, finalmente."
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, I Malandrini, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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C'era una volta il nostro mondo

No, Harry, non ho dimenticato, raccontando la mia storia, di parlarti di una ragazzina vivace con dei dolci occhi verdi e dei capelli rossi un po’ troppo appariscenti.
Se ancora non ho nominato tua madre è soltanto perché James non la vide alla stazione, né nel treno. Ed io con lui.
La prima volta che lo sguardo di tuo padre si posò su Lily Evans eravamo in fila davanti ad un vecchio Capello che avrebbe deciso il nostro destino.
Non ho mai accettato fino in fondo che fosse un pezzo di stoffa, seppure assai potente, a separare coloro che magari erano compagni da una vita.
Soltanto adesso, con la vecchiaia, inizio a capire che chi ha vissuto a lungo, che si tratti di un uomo, di un animale o di qualche fibra di tessuto, acquisisce uno strano dono.
Impara a leggere tra le pieghe della mente, riesce a vedere, a volte con chiarezza, il futuro, gettando uno sguardo al passato per comprenderlo meglio.
Quante volte avrai sentito dire che la storia è un ciclo di eventi che continuano a ripetersi e ripetersi ancora?
Tra qualche anno comprenderai quanto c’è di vero in tutto ciò.
Quando i tuoi figli ti confideranno quelle ansie che a te sembra di aver provato una vita fa, capirai di essere una goccia nell’oceano, non tanto diversa dalle altre.

Ma sto divagando.
Dicevo; la prima volta che James vide Lily non rimase catturato dalla sua grazia o dalla sua bellezza.
Semplicemente, nell’ingenuità e nell’entusiasmo dei suoi undici anni, esclamò: “Una con i capelli così rossi non può essere che una Grifondoro, vedrai.”
E il Cappello, appena qualche minuto dopo, non si diede la pena di smentirlo.
Insieme, io e James, vedemmo i nostri compagni finire ad uno ad uno nella stessa Casa, mentre noi, impazienti, aspettavamo il nostro turno.
Ci fu Black, che andò contro la tradizione di famiglia.
Ci fu Lupin, che guardò entusiasta e incredulo quel tavolo che lo accoglieva con un applauso fragoroso.
Ci fu Mary, che con una corsa e un sorriso prese posto, involontariamente, accanto a tua madre.
Ci fu Minus, che rimane frastornato dal verdetto, evidentemente inaspettato.
E poi ci fu anche James, che avanzò verso lo sgabello cercando di celare ogni ansia.
Il Cappello sfiorò la sua testa solo un secondo prima di urlare all’intera Sala Grande la decisione.
Grifondoro.
Così rimasi soltanto io in attesa, mentre la lista si riduceva di nome in nome.
Furono minuti terribili, nei quali l’ansia che avevo provato la notte precedente lottò per prendere possesso di me, di nuovo.
Quel “Thompson, Eleonor”, pronunciato da una voce secca e perentoria fu l’ancora di salvezza a cui mi aggrappai.
Quel “Grifondoro”, che mi rimbombò nelle orecchie, fu una delle soddisfazioni più grandi che ricordo di aver provato.
Ebbra di felicità, mentre mi accomodavo tra Mary e James, dimenticai ogni ansia e ogni preoccupazione.
Eravamo tutti insieme.
Avevamo superato la nostra prima prova.
Eppure, se quel momento per me era perfetto, mi accorsi ben presto che il Cappello, o il destino che dir si voglia, non era stato clemente con tutti.
Tua madre, nonostante i dolci tentativi di Mary di coinvolgerla nell’atmosfera festante che regnava sovrana sotto a quel magico cielo trapuntato di stelle, se ne stava mogia mogia, sbocconcellando ciò che aveva nel piatto.
Sistematicamente il suo sguardo volava al tavolo dei Serpeverde, dove un ragazzino con i capelli neri e il naso adunco sembrava triste quanto lei.
Ricordai che era stato al suo fianco, sempre.
Severus Piton era il suo migliore amico, ci disse.
Senza di lui non avrebbe saputo neppure cos’era la magia, senza di lui avrebbe continuato a sentirsi strana, senza sapere di essere speciale.
Pensai alla mia breve vita separata da quella di James, e compresi il nodo allo stomaco che doveva sentire.
La consolammo, tentammo di farla sorridere.
E ci stavamo anche riuscendo prima che tuo padre, da due posti di distanza, carpisse l’argomento della conversazione e intervenisse.
“Oh, ma quello è soltanto un moccioso, per di più una Serpe. Ci siamo noi qua, ti divertirai!” esclamò.
Il mio scappellotto non gli fece probabilmente comprendere la gravità di ciò che aveva appena detto e lo sguardo che Lily gli rivolse era una dichiarazione di guerra.
Da quel momento tua madre fu molto poco ragionevole nei suoi confronti.
L’odiava, diceva.
L’aveva capito in quella serata che era stata allegra quasi per tutti.
Perché quando si è felici, se si guarda un po’ fuori dalla propria bolla, si può vedere sempre qualcuno che piange. È una delle regole della vita.
Poco più tardi conobbi le altre compagne con cui avrei diviso il Dormitorio.

Alice Prewett.
Emmeline Vance.
Mary MacDonald.
Lily Evans.

Non potevo ancora sapere che quei nomi sarebbero diventati una parte di me.
Non potevo sapere che quei visi di bambine sarebbero diventati la mia seconda famiglia.
Non potevo saperlo, certo, ma forse lo immaginai.
In quella serata in cui per la prima volta mi gettai sul mio letto a baldacchino. Il più lontano dalla finestra, perché per salutare James ero arrivata tardi.
In quella serata in cui compresi quanto era assurdo cercare di spiegare a Lily Evans che tuo padre non era cattivo e nemmeno uno sbruffone.
In quella serata in cui capii che lui, se fossimo diventate amiche, sarebbe diventato il nostro argomento tabù.
In quella serata in cui, infine, mi addormentai sorridente, con la bacchetta sul comodino e tanti sogni nel cassetto.
E stavo tremendamente bene, perché l’unica preoccupazione in quel momento era di non perdermi per arrivare in classe il giorno dopo.
Alle scale è sempre piaciuto cambiare, dopotutto.
E noi dovevamo ancora comprendere il linguaggio segreto di Hogwarts.

NdA: Ecco un altro capitolo, non temete se i primi li troverete uguali alla vecchia versione della storia, da un certo momento in poi sarà rivisitata. So che quell di questo capitolo non è l'esatta dinamica degli eventi lasciata trapelare da Zia Row (James incontra Lily e Severus in treno), ma le esigenze dettate dall'aggiunta di un nuovo personaggio me l'hanno fatta immaginare in questo modo. Ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fin qui, sperando che non abbia trovto questo tempo sprecato. E un ringraziamento speciale a chi mi ha lasciato e lascerà in qualunque modo il suo supporto <3

  
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