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Autore: adorvlou    03/09/2016    1 recensioni
Era il 18 settembre del 1987, quando Samantha Miller venne trovata morta, con un proiettile in testa, sul pavimento del bagno della sua stanza, proprio dalla sua compagna. Fu qualcosa di sconvolgente e misterioso e nessuno riuscì a trovare una spiegazione nè un assassino, facendo così passare la morte della ragazza per un suicidio.
A quel tempo, qualcosa di strano aleggiava nell'aria, qualcosa che a distanza di quasi trent'anni, l'agente Gray, voleva riportare alla luce. Nonostante i continui avvertimenti e le minacce, l'agente non si sarebbe mai fermato. Ne era certo, quello di Samantha non era stato un suicidio. Avrebbe rinvenuto altri cadaveri? Si sarebbe ritrovato al centro di un grande mistero? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certo; finchè non fosse riuscito a scoprire la verità e rendere giustizia a quella povera ragazza, non si sarebbe fermato.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Allora, cosa sappiamo della vittima?- Chiese il capo a Mark. 
-Prima di tornare a casa della Hook, ho parlato con una sua collega, nonchè unica vera amica di Cassandra. Mi ha detto che era da un pò di tempo che la vedeva strana e che aveva diversi lividi su corpo e viso. In più, la vittima non abitava con il marito da tempo: si erano lasciati da due anni. Non avendo mai deciso di divorziare sui nostri registri risultano ancora sposati.- Rispose Gray.
-Per quanto riguarda l'assassino hai già formulato qualche ipotesi?
-Non saprei.- Ammise l'agente -Il modus operandi è esattamente lo stresso: vittima uccisa in un bagno, con stessa arma da fuoco e colpo inflitto nello stesso punto della Miller. Come la prima volta non sono presenti segni d'effrazione, il che vuol dire che la vittima conosceva il suo assassino. 
-Oppure quel mostro possedeva le chiavi dell'appartamento.- Intervenne Parker.
-Sì, è probabile, ma nulla di certo. 
Oh, quasi dimenticavo uno dei dettagli più importanti: l'assassino ha lasciato la pistola a destra, la nostra vittima era mancina. Anche questa volta ha sbagliato il lato della mano. Comincio a credere che nessuno abbia mai voluto coprire l'omicidio della Miller. Questa volta sono stato io il primo ad arrivare sulla scena del crimine, nessuno avrebbe potuto interferire.
-Cosa vuol dire? Non capisco- Chiese Parker evidentemente confuso.
-Se entrambe le vittime conoscevano così bene l'assassino da lasciarlo entrare in casa, come può quest'ultimo aver sbagliato mano?- Fece notare Gray.
-Ottima osservazione. L'SI* doveva conoscerle bene, ma come ha potuto non accorgersi di un così semplice dettaglio? E' un grande controsenso, qualcosa puzza.- Ammise Parker.
-Quindi si fida di me? Comincia a credere che Samantha non si è uccisa? Che sotto ci sia qualcosa di premeditato?- Il capo non disse una sola parola, ma gli lanciò un'occhiata piena d'assenso.
-Adesso sarà meglio fare in fretta. I giornalisti si sono triplicati e spesso possono mettere a rischio le indagini.

Dopo aver controllato nuovamente la scena del crimine, Gray tornò in centrale con Parker.

-Capo, l'ex marito della signora Hook sarà qui a breve. Io devo tornare al mercato di Harlem, c'è una cosa che devo fare.- Mark informò Parker, il quale non sembrava del tutto d'accordo.
-Mark!- Il tono di voce del suo vice fu decisa tanto da farlo voltare di scatto. -Vieni con me un momento.- L'agente lo seguì senza dire una parola.

Entrarono nell'ufficio del signor Parker e Mark si accorse subito che non erano da soli.
Seduto su una poltrona, c'era un uomo alto, possente e leggermente più anziano di Gray.

Quando si trovarono all'interno della stanza, l'uomo scattò in piedi. 
-Signor Parker, buongiorno.- Lo salutò stringendogli la mano.
-Buongiorno a lei signor Benson. Le presento l'agente Mark Gray, unità analisi comportamentale. Mark, le presento l'agente Tristan Benson.- I due si strinsero la mano ma Gray cercava ancora di capire cosa stesse succedendo. 
-Signor Parker, non capisco.- Ammise Mark.
-Vede, da quando l'agente McKinney è stato congedato con disonore, lei è rimasto senza un partner e non posso permettere che uno dei migliori agenti che ho, venga ucciso sul campo perchè da solo. Lei è un uomo temerario quanto testardo e oggi poteva rischiare di rimanere ferito o addirittura morire. Perciò, da questo momento in poi, l'agente Benson diventerà il suo fedele compagno d'avventura.- Conoscendo il caratteraccio di Gray, cercò di scherzarci su. -La prossima volta, invece di fare di testa sua, mi dia retta.
-Posso parlarle un attimo in privato?- Benson capì al volo e uscì dalla stanza. -Signor Parker, con tutto il rispetto, la prego, mi dica che è uno scherzo. Lei più di chiunque altro sa quanto io non sia capace di lavorare con qualcuno che mi sta attaccato alle costole e non conosce il mio modo di operare sul campo.- Si lamentò Gary.
-Mark, da quando è stato privato del suo partner, ho cercato in lungo e in largo il sostituto adatto. So benissimo che lei non è una persona con cui è semplice avere a che fare, ma qui è il migliore e non posso permettermi di lasciarla da solo. Si fidi di me. Benson è ben addestrato ed è un ottimo profiler, scoprirà di avere molte cose in comune con lui.- Rispose Parker.
-Non c'è niente che io possa dire per farle cambiare idea, dico bene?
-Esattamente!- Esclamò l'uomo. -Adesso vada. Non doveva tornare ad Harlem?- Sbuffando, Gray uscì dalla stanza e raggiunse il suo nuovo partener.

-Dobbiamo andare al mercato di Harlem, ho un lavoro da finire.- Senza dire altro, i due si diressero al parcheggio per prendere l'auto e tornare al mercato. 

Mark aveva risolto diversi crimini nel corso della sua carriera. Era abituato a trovarsi sommerso da giornalisti e conoscenti delle vittime, New York pullulava di assassini e le notizie si diffondevano velocemente, ma quel giorno, quando uscì dalla sede dell'FBI, lì davanti, una folla immensa accerchiava urlante l'edificio. 
Da ogni lato della strada arrivavano giornalisti con enormi telecamere, seguiti da gruppi di donne furiose. 
-Agente, può dirci qualcosa riguardo le indagini?- Chiese una giornalista allungando il microfono verso Gray.
-Mi dispiace, ma non sono autorizzato a parare del caso.- Rispose l'uomo mantenendo un'aria seria, di pietra.
-Chi renderà giustizia a quella povera donna?- Un uomo alto e con i capelli brizzolati si fece largo tra la folla, seguito dal cameramen.
-Abbiamo rinvenuto il corpo solo poche ore fa, siamo solo all'inizio, ma prometto a tutti quanti che quella donna avrà giustizia.
-È vero che l'assassino del 1987 è tornato sulla piazza? È stato lui ad uccidere Cassandra Hook?- Un'audace donna, con dei capelli lunghi e neri, si fece avanti con voce furiosa e gli occhi stretti a fessura. 
Mark non rispose, si limitò a spintonare la folla nel tentativo di raggiungere l'auto. 
-Anche questa volta l'FBI lascerà marcire il caso negli archivi?- La presa sul microfono, salda e quasi feroce, fece notare a Gray quanto la giornalista fosse contrariata.
-Mi dispiace, non posso rispondere ad alcuna domanda. Fra qualche ora manderemo un comunicato stampa. Fino ad allora, nessuno riceverà alcuna notizia.- intervenne l'agente Benson lasciando Gray di stucco. 
Pochi istanti dopo, entrambi erano in macchina, pronti a dirigersi ad Harlem.

-Ottimo lavoro con quella giornalista. Non sono un tipo che sa gestire la folla, anzi, non sono un tipo che sa gestire le persone. So essere abbastanza scorbutico.- ammise Mark. 
-Detesto quelle persone. Insomma, so che è il loro lavoro e che hanno bisogno di nuove notizie e tutto il resto, ma ogni volta mi chiedo quante persone siano lì perché davvero gli importa delle vittime.- rispose Benson.
-Probabilmente nemmeno la metà.- sussurrò Gray. 
-Posso sapere cosa stiamo andando a fare?
-L'amica della vittima lavora al mercato di Harlem e le avevo promesso che non appena avessi trovato qualcosa, l'avrei avvertita. Sicuramente la notizia della morte di Cassandra sarà già arrivata alle sue orecchie, ma sono un uomo d'onore e mantengo sempre le mie promesse, sciocche o importanti che siano.- rispose Mark pensando a quale sarebbe stata la reazione della donna.
-Questa è la ragione principale per cui è riuscito ad ottenere la riapertura del caso?- Chiese Benson.
-Esattamente. Ma credo che da un lato non sia stata una grande idea.- Gray era leggermente sconfortato.
-Perché?- Chiese l'uomo alla sua destra.
-Cassandra è morta proprio come Samantha ed entrambe erano conoscenti, o meglio, nemiche amiche. Non appena il caso è stato riaperto volevo andare a parlare con la Hook ma non sono arrivato in tempo: era già stata uccisa. 
-Crede sia una coincidenza?
-No. Sono più che convinto che ci sia qualcosa sotto.- rispose Gray. -Oh, e ora che siamo partner, possiamo anche darci del tu.

Arrivati al mercato di Harlem, Gray fece un lungo respiro prima di recarsi alla bancarella di Lauren. 
Non appena la scorse con lo sguardo, il suo cuore palpitò e cominciò a sentire l'agitazione aumentare in lui. 
-È quella.- disse indicando la bancarella al suo partner.
-Beh, la donna non sembra poi così sconvolta, perciò, o non lo sa, oppure non erano poi cosi amiche.- concluse Tristan.
-Adesso lo scopriremo.

-Salve, posso esserle d'aiuto?- la donna, ancora china a sistemare alcuni oggetti sul bancone, non ti rese conto di chi si trovasse davanti a lei. 
-Salve Lauren.
Non appena sentì quella voce, Lauren alzò lo sguardo. -Agente Gray!- esclamò. -Perdonatemi, sono appena arrivati dei nuovi pacchi e mia figlia è andata a sbrigare delle faccende, così mi ritrovo da sola a sistemare tutto quanto.- dal tono di voce sembrava ignara di tutto quello che era accaduto. 
-Nessun problema.- le sorrise Gray. -Le presento il mio partner: l'agente Tristan Benson.- l'uomo allungò una mano per salutarla.
-È un piacere, agente.- disse Lauren. - Mi scusi se sono così diretta ma volevo sapere se ha qualche novità.- nel porre la domanda il tono di voce della donna cambiò, diventando più preoccupato. 
-A dire la verità, sì. Sono venuto qui proprio per parlarle, ma ho bisogno di farlo in privato. 
-Agente, non posso lasciare la mia bancarella, ma mia figlia sarà di ritorno fra qualche minuto, può aspettare?- chiese Lauren.
-Certamente. Io e il mio collega faremo un giro. Torneremo fra poco.- così dicendo, entrambi si allontanarono.

-Allora, cosa ne pensi?- chiese Benson a Gray.
-Qualcosa qui puzza e devo capire cosa. Insomma, com'è possibile che qui siano tutti così tranquilli? La stampa ha già divulgato la notizia, ma al mercato, nessuno sembra saperlo. 
-Forse, essendo Harlem un posto poco sicuro, nessuno si scandalizza più di tanto. Però, ho notato che la voce della donna è cambiata in modo repentino non appena ti ha chiesto della vittima.- ammise Tristan.
-Si, l'ho notato anche io.- rispose Mark.
-Credi che lei sappia?- chiese fissandolo negli occhi. 
-Credo che quella donna sia intelligente, abbastanza intelligente da sfuggirci da sotto il naso.
-Cosa vuoi dire?- chiese confuso Benson.
-Voglio dire che sua figlia non è ancora tornata, ma alla bancarella non c'è più nessuno. 

*SI: Soggetto ignoto

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Era davvero tanto che non scrivevo e devo ammettere che mi era mancato! 
Buon pomeriggio a tutti :) state passando bene le vostre vacanze? Spero di sì. Purtroppo sembra che questi tre mesi siano volati e sto cominciando a disperarmi ahah 
Mi scuso se il capitolo non è abbastanza lungo, ma era da tempo che dovevo aggiornare e non trovavo mai il momento per farlo. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ugualmente, un bacio e al prossimo xx

                              -Vals💕

   
 
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