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Autore: Elenami55    03/09/2016    1 recensioni
Avete presente uno di quegli incontri che avvengono per puro caso? Provate ad immaginare che il comandante della prima flotta di Barbabianca, Marco la Fenice e quello della seconda, Portgas D Ace, incontrino e costringano ad entrare nella loro ciurma due sorelle di nome Emi ed Umi, entrambe piratesse. Ipotizzate ora che Marshall D Teach alias Barbanera consegni la minore delle due, Umi, alla Marina per poter entrare nella Flotta dei Sette. Come reagirà Barbabianca? Ed il nostro caro Pugno di Fuoco riuscirà a non farsi catturare da Barbanera nonostante sia andato alla sua ricerca?
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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36. Una vecchia conoscenza



Scomparsa. La ragazza che è di fronte a lui era scomparsa in mare durante un attacco della Marina che avrebbe dovuto servire a catturarla e rinchiuderla ad Impel Down insieme alla sorella minore.
Un’altra esca per Barbabianca” pensò il moro “Il governo vuole porre fine all’era del vecchio”. I piani dei cinque astri di saggezza e di Sengoku sono ormai chiari a tutto il mondo ovviamente, ma quelli della Tigre del Mare Orientale sono invece celati nella testolina di quella donna. Che diavolo ci fa sul suo sottomarino? Trafalgar Law vorrebbe proprio saperlo. Non gli è mai piaciuta quella donna: è troppo subdola e calcolatrice, doppiogiochista e beh, è l’unica ragazza che sia riuscita a far colpo sul chirurgo della morte. “Questa è storia passata”. Law assottiglia lo sguardo e squadra dalla testa ai piedi la giovane piratessa. “Non è cambiata di una virgola, stesso sguardo, stesso dannato sorrisetto, stesso orgoglio”. Trafalgar preme di più la sua fida nodachi contro la spalla e lancia alcune occhiate indagatorie all’equipaggio di Emi ed al suo. Shaki e Penguin stanno fissando le curve della ragazza, le guance tinte di rosso ed un sorriso perverso stampato in viso. “Idioti”.

- Bepo.- apre improvvisamente bocca il ventiquattrenne.
- Sì, capitano?- domanda l’orso, con un’espressione tanto incuriosita che da pesce lesso.
- Accompagna Shaki e Penguin nella loro cabina-
- Sì, capitano! Hey, voi, muovetevi!-
- Non rompere, Bepo!-
- Il capitano ha detto “nella cabina” e io vi ci porto!- nonostante l’evidente resistenza dei due, l’orso polare li afferra per il colletto e li trascina all’interno del sottomarino.

Law concentra nuovamente la sua attenzione sulla sua sgradita, ma al contempo interessante ospite ed ella, come avendo intuito le intenzioni dell’uomo solo guardando i suoi occhi grigi, fa ritornare il proprio equipaggio sulla caravella che, se Law non ricorda male, si chiama Wind Flower. Buffo come quel nome sia ancora impresso nella sua memoria a ormai quattro anni da quando non vedeva più la mora. Aveva vent'anni all’epoca il chirurgo ed era tranquillamente seduto in una taverna quando gli si era accostata una ragazzina di appena sedici anni. Vestiva con dei semplicissimi jeans strappati qui e là –di certo non già al loro acquisto- ed una canottiera bianca e, al suo fianco, aveva una bambina. “Tu sei Trafalgar Law, giusto?” Lui era rimasto in silenzio ad osservare la minore delle due, aveva un’aria sospetta ed una cera bruttissima: ad occhio avrebbe detto che non mangiava da almeno tre giorni. Lo stesso ovviamente valeva anche per la ragazza, ma non lo dava a vedere. “Uh, loquace. Senti, ho qualche problemino finanziario e la mia nave è semidistrutta, non è che avresti bisogno di qualcuno che pulisca il tuo sottomarino, faccia il bucato o, che ne so, cucini…?” A Law non importava niente di lei e della sua sorte, quindi le aveva bellamente sbattuto in faccia un terzo dito, infondo il tono che la giovane aveva usato non era per niente gradevole alle sue orecchie: troppa ipocrisia in quelle poche parole. Si capiva benissimo che la ragazzina voleva solamente sfruttarlo e magari rubargli qualcosa. “Sei proprio un maschio idiota, vai al diavolo!” e se n’era andata con il suo seguito. Di certo il pirata non poteva aspettarsi che appena un mese dopo si sarebbe ritrovato in un’alleanza con quella che aveva scoperto essere Emi, la Tigre del Mare Orientale e non una semplice ladruncola. Era stato un suicidio per i nervi di Law. Tutti i giorni e tutte le ore quella litigava con qualcuno del suo equipaggio per il semplice motivo che era un individuo di sesso maschile, ogni minuto passato insieme era un minuto passato a punzecchiarsi a vicenda, ogni secondo era un continuo rinfacciarsi dettagli della vita insignificanti. Il chirurgo non sopportava lei e lei non sopportava lui, poco da fare. Nonostante ciò Law quotidianamente ricercava la figura di quella che lui definiva mocciosa perché se non litigava con lei non si sentiva completo. Lo stesso valeva per Emi e il chirurgo lo sapeva, ne aveva la prova: lui cercava di passare nel corridoio in cui lei era solita passare e lei vi passava appunto perché sapeva che Law da lì passava per andare nel suo studio. Dovevano fronteggiarsi, dovevano per forza; nessuno dei due voleva darla vinta all’altro perché entrambi orgogliosi. Emi si infuriava subito alle battute acide di Law , ma la felicità di quest’ultimo durava assai poco perché la giovane subito rispondeva con una battuta altrettanto acida. Poi un giorno tutto questo scannarsi verbalmente cessò: si erano salvati la vita a vicenda ed avevano sconfitto insieme un vice ammiraglio della Marina che era loro sempre tra i piedi, l’obbiettivo dell’alleanza. Ormai il motivo che li legava era scomparso ed in un momento in cui erano soli, quando Law aveva cercato di farla star zitta premendo le labbra sulle sue, lei lo aveva bloccato. “Mi dispiace, non posso, sei un uomo, un maschio e non voglio permettermi di amare un maschio”. Se n’era andata lasciandolo lì così, come un imbecille. Trafalgar Law, che non  aveva più voluto affezionarsi a nessuno dopo Corazòn, era infuriato con se stesso. Era stato stupido da parte sua fidarsi di una piratessa.

- Mi chiedo perché tu sia qui, dato l’evidente incarceramento di tua sorella e la partenza del tuo fidanzato dalla famosa Moby Dick- rompe il ghiaccio Law.
- Sono qui perché ho bisogno del tuo aiuto appunto per salvare Umi-
- Così la donna che non china mai il capo di fronte ad un uomo viene qui a supplicarmi- ghigna.
- Prima che io ti supplichi, caro ragazzo dal cappello di pelle di yak delle nevi, hai tempo a tirare le cuoia e risorgere-
- Quella è la tua nave, vai a salvare la tua sorellina, Emi-ya-
Emi prende un profondo respiro e Law capisce immediatamente che la questione le sta molto a cuore.
- Per favore, Law, ho bisogno del tuo aiuto perché purtroppo la mia forza non mi permette di salvare mia sorella. So che ho sempre detto che non mi sarei mai abbassata di fronte ad un uomo, ma se vuoi potrei inginocchiarmi di fronte a te. Ma sappi che lo farei solo per Umi, perché lei merita di vivere-

Tu sapevi che ad uccidere tua madre era stato Akainu eppure gli hai voluto bene perché è tuo padre e perché infondo eri convinta che lui l’avesse uccisa per una buona causa. Hai sempre ripetuto a te stessa ed agli altri che non sapevi l’identità dell’assassino all’epoca ed alla fine hai finito per convirtene. Nonostante tutto però pensi ancora di non meritare di vivere per ciò che hai fatto
Trafalgar Law ricorda ancora nitidamente il giorno in cui, con l’aiuto di qualche pinta di birra, lei gli aveva raccontato il suo vero passato e lui le aveva parlato di Corazòn. “Anche se avrò bisogno di soldi non lavorerò mai per Doflamingo allora” aveva risposto lei.

- Ti aiuterò- esclama improvvisamente il Chirurgo della Morte, stupendo parecchio la ragazza.
- Grazie-
- Dopo cena vieni nel mio studio, dobbiamo elaborare un piano-
- Ho già un piano-
- Allora stasera me ne metterai al corrente, ma l’ultima parola spetta a me-
- Vai al diavolo-
- Dopo di te, Emi-ya- risponde il moro, sparendo all’interno del suo sottomarino, con un ghigno divertito ad accompagnarlo.






Tempo dopo...


Sono esattamente le otto di sera quando Emi varca la soglia dello studio di Trafalgar Law. Quest’ultimo alza appena lo sguardo da un libro di medicina per osservarla e di nuovo la domanda che frulla nel suo cervello da più di due ore torna ad impensierirlo: perché quella dannata donna si è unita alla ciurma di Barbabianca e si è fidanzata con Portgas D Ace? Molto probabilmente per avere un futuro pressoché stabile ed essere al sicuro. Eppure si sa ormai da che mondo è mondo che la tigrotta non ama chinare il capo di fronte a qualcuno.
La ventenne chiude la porta e si accomoda alla scrivania del chirurgo.

- Sempre a leggere quei cosi tu, eh? Vuoi vedere che è per questo che il tuo cervello è andato in brodo di giuggiole?-
- Io penserei per me stesso, Emi-ya. Non sono io quello che va in giro a proclamare la propria forza e che poi scappa con la coda tra le gambe di fronte a un imperatore-
- Sai, non mi risulta di essere scappata e comunque io ho avuto il coraggio di entrare nel Nuovo Mondo, al contrario di qualcun’altro che è ancora qui nel paradiso-
- Io almeno porto il mio culo dove voglio-
- Cosa vorresti insinuare con questo?!-
La mora sta iniziando ad alterarsi e questo fattore fa capire a Law che la Tigre del Mare Orientale non sa probabilmente più cosa ribattere.
- Solamente che qualcuno “non può permettersi di innamorarsi di un maschio” quando invece va a letto con il comandante della seconda flotta di Barbabianca, Emi-ya-
- Sei geloso, Trafalino?-
- Tu non sai quanto- risponde, ironico.

Non è geloso, no. È solamente alterato perché ha perso quel poco di stima che provava per la donna che aveva desiderato anni prima. Stenta a credere che si sia unita all’imperatore bianco per i motivi che pensa.

- Comunque mi sono unita a lui perché mi ha accettata come figlia nonostante io sia in realtà la progenie di Akainu, perché ho bisogno di un padre a cui volere bene e perché provo dei sentimenti che non ho mai provato prima per uno dei suoi figli-
- E cosa proveresti?-
- Un profondo bene, mi sento felice quando sto con lui-

Law rimane in silenzio a rimuginare sulle ultime parole da lei pronunciate: davvero Emi è innamorata di Pugno di Fuoco o il suo è solo un sentimento effimero? “Non mi interessa, può fare quel che vuole della sua vita”.

- Esponimi il piano-









 
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Intanto sulla Moby Dick…


Il capitano della nave dalla polena a balenottera rilegge nuovamente l’articolo di quasi un mese prima in cui il Governo accusa sua figlia Emi di averlo tradito e di essere dalla parte di Barbanera.

- Sengoku, hai proprio deciso di farmi infuriare, eh?-
- Su, papà, calmati. Non la passeranno liscia per aver infangato il nome della mia sorellina preferita, senza offesa Halta!-sorride leggermente Satch, rimesso a nuovo dalle varie operazioni e trasfusioni a cui è stato sottoposto, ma ancora in sedia a rotelle.

Halta gli lancia un’occhiataccia, come ad intimargli il silenzio in una situazione così critica.

- Marco, quanto impiegheranno ancora tutti gli alleati a raggiungerci? Non amo far aspettare una delle mie figlie ad Impel Down…-
- Poco ancora, quando arriveremo all’isola degli uomini-pesce saranno già tutti lì-
- E avete detto al ragazzo dalla cocciutaggine di un mulo di tornare alla nave?- interviene Satch.
- Sì, ma sostiene di voler dare una lezione a Teach- risponde Halta
- La Marina sta convocando tutte le sue forze ad Impel Down. Chiameranno anche la Flotta dei Sette: Teach sarà là e quindi Ace ci raggiungerà presto- esordisce Marco.













Nota dell’autrice
Salve a tutti, gente!
Come vedete ho fatto accidentalmente cascare nella mia storia anche il famigerato Chirurgo della Morte, Trafalgar Law! Spero di non averlo reso OOC; in tal caso provvederò immediatamente a renderlo IC. Scrivetemi nelle recensioni cosa pensate di questo capitolo,  anche poche parole mi bastano per sapere il vostro parere e per il resto auguro a tutti un buon weekend!
Ciao!
   
 
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