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Autore: Lady_Sticklethwait    03/09/2016    3 recensioni
-AL MOMENTO SOSPESA-
Penelope si alzò di scatto quando sentì la finestra alzarsi e poi riabbassarsi magicamente.
All'inizio pensò fosse un sogno e richiuse gli occhi, memore di aver addosso ben dieci ore di sonno arretrato, ma lo scricchiolio del pavimento parlava chiaro: c'era qualcuno lì dentro. [...]
Spense la candela con un soffio delicato ed un braccio solido le cinse la vita mentre, un’altra mano, soffocò le urla che sarebbero da lì a poco uscite.
- Sono estremamente affranto, signorina - una voce roca e determinata dall’accento perfettamente inglese le carezzò le orecchie - ma non sarei qui se non mi fossi trovato in condizioni estreme -[...]
- Signore - sbottò, aggrappandosi disperatamente alla sua razionalità - questa situazione… Ora… non è decente -
L’uomo sembrò riflettere per qualche secondo e poi eccolo sorridere di nuovo ed inclinare il capo verso destra, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo- Non ho mai detto che io fossi decente -
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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                                                                 Capitolo 7.





«Christopher si è ribellato sin dal primo giorno» ammise il dottor Whory con una nota di amarezza nella voce, scortando Penelope al secondo piano, «il mio collega, il signor Kennet, ha ritenuto giusto adottare misure più drastiche nei suoi confronti.»
«Cosa» si schiarì la voce «Cosa intendete per drastiche?»
«Chris… Sapete, Penelope, lui non è mai stato un bambino facile»
Penelope salì le scale con estrema circospezione seguendo il dottor Whory, che in quel momento sembrava estremamente imbarazzato, «conoscevate il signor Anderson?»
Il dottore annuì svoltando a destra, «sono stato io a far nascere il signorino Christopher, sapete»
Penelope arrossì e fu grata che le candele che illuminavano il corridoio emettessero una luce fioca,
«Ma non mi sembra il momento di fare simili discorsi, scusatemi»
«Oh, no, no, la prego» lo esortò Penelope, «continuate»
Il dottore non se lo fece ripetere due volte. «Christopher è… è completamente cambiato, signorina. La natura violenta che lo ha contraddistinto sin dalla tenera età ora è ai massimi livelli di esasperazione. Non magia, non parla, non risponde in modo adeguato agli stimoli del dottor Kennet. Insomma» concluse il dottore, fermandosi di fianco ad una porta blindata «è intrattabile, signorina.»
«Cosa devo fare, dottore?» chiese con un filo di voce.
Il signor Whory sembrò in difficoltà ma rispose senza esitare «noi… Cioè io e il signor Kennet crediamo che se solo incontrasse una signorina bella e delicata come voi, Penelope» le prese una mano e la donna arretrò di un passo «potrebbe cambiare il suo comportamento»
Penelope guardò inorridita la sua mano in quella del dottore e questo immediatamente la lasciò, mormorando delle scuse.
La donna decise di ignorare quel momento di imbarazzo, «perché non gli fate vedere la sua famiglia?»
«Oh, no no no no no, signorina! Un emozione così grande, il peso di tanti ricordi condivisi con i familiari…sarebbe devastante, per non dire altro! Per questo vi esorto a non parlare della sua famiglia, almeno fino a quando non si saranno calmate le acque»
Il dottor Whory cacciò una chiave dalla toppa della giacca e con un sorriso esitante fece fare due scatti alla porta prima che questa si aprisse con un fastidioso strascichio.
L’odore pungente di aria viziata impregnava l’aria della stanza del piano di sopra. Nonostante i migliori sforzi delle domestiche per mantenere il posto immacolato, potevano fare poco per riparare alla distruzione che Christopher aveva provocato nell’ultima settimana.
Le spesse tende di velluto e gli elaborati tappeti erano disseminati di macchie dalla natura sconosciuta. Abiti erano sparsi sul suolo.
Le finestre con le tende tirate per evitare di far entrare la luce.
Con cautela Penelope ed il signor Whory si avventurarono nella stanza e la donna ebbe la sensazione di addentrarsi nella grotta di una bestia inferocita.
Trovò Christopher sdraiato sullo stomaco sul letto disfatto. Gambe lunghe e piedi nudi pendevano dal bordo del letto.
La schiena nuda di Christopher, che vestiva solo delle brache bianche, si irrigidì come cartapesta quando sentì che non era più solo nella stanza.
Pensando che fosse quel grande bastardo del dottor Kennet guardò con aria truce le due ombre ferme al suo capezzale.
«Non parla ed è dominato dagli impulsi primitivi» sussurrò il dottore a Penelope, che aveva il volto in fiamme per l’imbarazzo.
Non aveva mai visto un uomo in brache e nonostante la vergogna che meritava di provare in quel momento, l’immagine della schiena liscia e leggermente abbronzata del signor Anderson aleggiò nella sua mente per interminabili secondi prima di realizzare che il dottore le stava parlando.
«Fisicamente è forte, ma dal punto di vista mentale… Dio solo può saperlo» fece una pausa, avvilito. «Comunque non vi dovete preoccupare, non vi farebbe mai del male.»
«E nel caso in cui voglia farlo» blaterò un’altra voce dall’uscio della porta «ha la mano destra legata al letto»
«Dottor Kennet, qual buon vento»
I due colleghi si strinsero la mano, «C’è che il giovanotto, ieri, ha tentato di aggredirmi, signor Whory.»
Il dottore spalancò gli occhi «ma… state bene, ora, no?»
«Mai stato meglio» sorrise carezzando con lo sguardo Penelope, « E lei è…»
«Penelope Brigton» rispose prontamente la donna.
«Penelope…» mormorò il signor Kennet baciandole la mano «è un vero piacere»
Christopher emise un ruggito ed i tre si girarono nella sua direzione.
«Penelope, apri le tende» ordinò il dottor Whory avvicinandosi a Christopher.
Quando la luce illuminò la stanza, Penelope si girò, alzò il viso e guardò il signor Anderson, che ricambiò il suo sguardo con un sorriso sbilenco.
Era impressionante: quegli uomini lo avevano descritto come l’uomo più feroce che esistesse sulla terra, ma ora il signor Anderson sembrava rilassato e la stava osservando con malizia, come se…
Come se l’avesse riconosciuta.
Si voltò di scatto interrompendo lo scambio di sguardi ed aprì le finestre per far cambiare aria.
«Christopher, come ti senti oggi?» chiese il dottor Whory sedendosi sul letto.
Penelope, seppur di spalle, guardò di sottecchi il signor Anderson che osservava il dottore con aria interrogativa, come fosse un cucciolo abbandonato.
«E’ inutile, Whory» fece il signor Kennet con una nota di disgusto nella voce «è diventato demente. Potrei dirgli che è un figlio di puttana e non capirebbe»
Penelope sobbalzò alle parole dure dell’uomo e guardò Christopher, che ora si sporgeva in avanti e faceva tintinnare furiosamente la catena che lo legava al letto, come se volesse essere liberato.
«Andate via, signor Kennet» disse Penelope determinata, «è evidente che la vostra presenza infastidisce il signor Anderson»
«Mhhh guarda guarda, la signorina Brigton è appena arrivata e già dà ordini» la schermì l’uomo, avvicinandosi.
Penelope alzò il mento «signore, bisognerebbe essere ciechi per non notare che il signor Anderson non nutre una particolare simpatia per voi.»
«Tu, piccola insolente…» si avvicinò a grandi passi per spaventarla ma il dottor Whory si frappose tra i due «Dottor Kennet, la prego!»
Il dottor Kennet guardò prima il volto di Penelope poi quello del suo compagno.
«Forse ha ragione la signorina Brigton… Forse è meglio che andiate via»
Il dottor Kennet si indignò «Ah, bene, ora date ascolto ad una spocchiosa ragazzina?»
Non ci fu risposta.
«Bene» enunciò il signor Kennet girando i tacchi «fate quel che volete, allora»
«Signor Kennet!» urlò il dottor Whory prendendo a seguire l’uomo che era ormai uscito dalla stanza.
Penelope sentì i due uomini discutere lungo il corridoio e poi una porta sbattere.


 
 
 
Lui… Pazzo, pazzo…Donna, bela, vanti lui…
«Eope… pepeope» disse, guardando la bellissima fanciulla che aveva davanti a sé.
«Penelope» rispose questa dolcemente muovendo due passi nella sua direzione, «Mi chiamo Penelope»
Vicinati pepeope, non pazzo.
Christopher la guardò a lungo con sguardo smarrito; la vergogna che provava in quel momento era sviscerante, più di quanto un uomo potesse mai sopportare.
Rinchiuso qui… giorni, giorni… pazzo.
E l’umiliazione, Dio, l’umiliazione nell’essere visto in quello stato, legato come una bestia al macello, era intollerabile.
Provò a mormorare il nome della fanciulla ma questa volta non uscì nessun suono dalla sua bocca; sconfitto, serrò la bocca e si girò dall’altra parte del letto, dandole le spalle.
«Oh, non fate così…» Penelope allungò una mano verso Christoper ma lui si girò di scatto e strinse il suo polso. Gli sguardi si incontrarono: quello ferito ed arrabbiato di lui, bestia incompresa ed abbandonata a sé stesso, e quello timoroso ed incosciente di lei, angelo puro e speranzoso.
«No compsssone» disse lui, deciso, fulminandola con lo sguardo.
«No, no» ripeté la donna tranquillizzandolo, sperando che assecondandolo la lasciasse «hai ragione tu»
Christopher guardò la bocca della donna, ma non riuscì a capire quello che gli aveva appena detto.
Lasciò di scatto il polso di Penelope che arretrò velocemente massaggiandosi il polso dolorante. «Prova a ripetere con me: Pe-ne-lo-pe»
No bambino, sciocca, ripetere no io no bambino.
Christopher rispose con un grugnito, mosse la catena contro il letto ottenendo il risultato che sperava: spaventarla
Penelope si allontanò con cautela dal letto e lanciò un’occhiata alla porta che era ancora spalancata; guardò la stanza e decise di sedersi su una poltrona di fianco alla finestra, abbastanza lontana dal letto.
Christopher sorrise soddisfatto e chiuse gli occhi, fingendo di voler dormire.

 
Lady Sticklethwait

P.s Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione. Io, personalmente, mi sono immedesimata tantissimo in Christopher, anche se ci sarà modo di poter navigare più a fondo nella sua mente nei prossimi capitoli...Che non vedo l'ora di scrivere!
Ah, momento imbrazzante: mi sono appena accorta di non poter abbreviare il nome Penelope...


 
   
 
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