Alcuni avvisi: per chi non
avesse mai giocato ad un gioco di ruolo e non sapesse quindi il motivo per cui
Tizio viene chiamato “Sapiente” o Spark “Barbaro” è che queste sono le loro professioni,
ovvero ciò che loro sono nel gioco e quindi nella storia. Buona lettura.
Riusciranno i nostri “Eroi”
ad arrivare a Colle Vento? Che fine ha fatto lo sgangherato quartetto composto
da Risca, Sargon, Kinslayer (l’Elfo) e Bremen (il Beorniano)?
My Land
Quando la situazione si complica
( leggi: non siete voi a cercare i guai, ma loro a
trovare voi)
Terra di Mezzo, Eriador, tra Chiane Ditteri e Colle Vento, meriggio, 2 ottobre 3018 TE
Avevamo abbandonato il
terzetto male in arnese quando aveva capito che la sua “preda” era diretta
verso Colle Vento. Durante il tragitto i tre Uomini si raccontarono le
reciproche storie, Mr Gigolò contribuì alla creazione delle uova che avrebbero
sfamato la compagnia nei prossimi tempi e Spark, illudendosi di non essere
visto, cercò di fecondare la cena prendendo spunto dal suo gallo…per decenza
non si analizzeranno i particolari…Fu così che ridendo e scherzando, di tanto
in tanto osservando le tracce del quartetto che li precedeva di circa mezza
giornata e perdendosi spesso e volentieri che il gruppetto arrivo, finalmente,
a Colle Vento al calar del sole. E qui cominciarono i primi dubbi. Infatti le
orme degli inseguiti terminavano lì per poi dirigersi, più fresche verso gli
Erenbrulli, ma cosa ancora più strana, le stesse impronte, non più vecchie di
due o tre ore tornavano indietro e ripartivano nella stessa direzione, cioè
sempre gli Erenbrulli. Giunti sulla sommità del Colle, Tizio si chinò e alla
fievole luce del sole osservò una serie di impronte diverse dalle altre. Subito
chiamò gli altri, mantenendo però un tono di voce per non farsi sentire da
eventuali presenze ostili
“Hei, venite! Ho trovato
delle nuove impronte! A quanto pare quei mascalzoni hanno un alleato, ma non
riesco a capire a che Razza appartiene. Le orme dei pedi sono lunghe ma
leggere, sembra che avanzi balzando. Guardate”
Subito gli altri si
avvicinarono, tra il curioso e l’intimorito. Si chinarono e bastarono pochi
secondi per capire a che razza apparteneva l’alleato nemico. Le risate vennero
subito, spontanee, persino il gallo, le galline e il mulo risero, mentre
l’allevatore e il barbaro si accasciavano al suolo, ridendo così forte che
persino gli Archetti di Moria li sentirono e ne ebbero timore, il tutto mentre
Tizio li osservava stupito. Al che, il Ciucciamentine si alzò e guardandolo con
sufficienza attraverso le lacrime del riso disse:
“Stupido!…cena buona quella,
Orecchielunghe saporito, non Tappo Malefico (“Nano” ndGM)!” mentre Sempronio
traduceva a beneficio del sapiente
“è una lepre, non qualche
creatura misteriosa…”. Così dicendo andò a preparare l’occorrente per la notte,
mentre Spark cercava di predire il tempo atmosferico della notte e Tizio si
occultava in un antro nel tentativo di riposarsi, essendosi stancato non poco
durante il viaggio. Dopo aver capito che per quella sera il cielo sarebbe stato
nuvoloso ma che non avrebbe piovuto, il barbaro si avvicinò all’allevatore per
decidere i turni di guardia
“Noi gioca morra, chi perde
no dorme” grugnì Spark
“Chi perde fa tre turni da
tre ore” rispose Sempronio
“Bene, Spark mai perso”
rispose lo sbabbaro.
Così cominciò un’epica sfida
a morra. Dopo circa dieci minuti in cui si ottenevano solo pareggi, ecco che il
Ciucciamentine chiamò un 9 lanciando un 4 e Sempronio lanciò 5 chiamando 2.
Subito l’allevatore si pentì dell’errore commesso, che tra l’altro gli costava
una notte di guardia, ma evidentemente un qualche Vala vegliava su di lui
perché Spark fece una faccia
tristissima e disse
“tu vince, noi fatto 2.
Adesso Spark il Ciucciamentine fa guardia” e si allontanò lasciando un
interdetto Sempronio nell’atto di esultare.
Quando anche Sempronio si
addormentò, Spark il barbaro decise di pensare un po’ alla vicenda che lo aveva
condotto fin lì, ma dal momento che pensare era troppo noioso, decise di
passare all’azione per ammazzare un po’ il tempo –e detto da un barbaro, può
essere non poco pericoloso… Decise così di cercare di avere una discendenza e
dopo una fitta discussione con il suo gallo, provò anche lui a fare le uova, ma
dopo molti ardui sforzi, non ottenne esattamente la stessa cosa prodotta dalle galline,
basti pensare che era più lunga, scura e maleodorante…decise allora di andare a
sfogare la sua frustrazione sulla persona che aveva avuto la malaugurata idea
di fare i turni di guardia. In quel momento un improbabile viandante che
avrebbe cercato forma di vita sul Colle avrebbe notato solamente una scia
bionda luccicare al vento, ma non avrebbe udito nulla, tanto era furtivo e
silenzioso Spark. Sulla pianura ai piedi del Colle un animaletto lanciò un
breve verso stridulo prima di morire per colpa di un predatore e il
Ciucciamentine imprecò perché quel suono che aveva turbato la notte rischiava
di farlo scoprire…Quando infine giunse dove Sempronio si era acquattato per
riposare, decise che per dispetto gli avrebbe tolto le coperte, per farlo star
male; ma vedendo che dormiva a pancia in giù, seguì un piano ancora più
diabolico…gli calò le braghe, prese l’ascia grande da battaglia e, facendo
attenzione a non svegliarlo, incise “SPARK” sulle sue natiche. La vittima si
limitò a sognare di essere morsa dal mulo e si girò nel sonno, mentre Spark si
allontanava lasciandolo sanguinante e senza coperte nella notte umida e buia.
Mancavano solo due ore alla
fine dell’ultimo turno di guardia e il barbaro era stanco, talmente stanco che
rischiava di calpestare la sue occhiaie. Decise allora di fare un giretto
turistico di Colle Vento alla ricerca di un furetto da addestrare, ma non
trovandolo si limitò ad arare la sommità del Colle per seminare poi qualche
strana specie di pianta allucinogena…
Ma ecco, Mr Gigolò, il gallo
della compagnia si alza e da la sveglia annunciando
Terra
di Mezzo, Eriador, Colle Vento, ore 6.50, 3 ottobre 3018 TE
Così, dopo una abbondante
colazione a base di uova e varie supposizioni sul cosa ci facesse il nome del
barbaro inciso sul deretano di Sempronio, la strana compagnia si rimise in
viaggio, seguendo le orme che puntavano verso gli Erenbrulli, ma dovettero
fermarsi dal momento che la gallina fecondata da Spark stava avendo dei
problemi…infatti poco dopo da lei uscì un uovo talmente grande che tutti si
domandarono come facesse a stare dentro alla gallina. Spark, forse intuendo
cosa potesse contenere, lo prese e lo mise tra le zampe di Francis il mulo
perché lo tenesse al caldo, ma l’animale non gradì e fece cadere l’uovo che
cadendo si ruppe rivelando così al mondo il suo contenuto: al posto del tuorlo
vi era, non del tutto sviluppato, un essere metà uomo e metà uccello, una nuova
spaventosa razza creata dall’unione di Spark e una delle galline di Sempronio.
Il barbaro ne fu immensamente rattristato e decise di mettersi la fascia del
lutto al braccio.
Il viaggio proseguì in un
clima cupo e triste, finché gli “Eroi” non arrivarono davanti ad una specie di
collinetta, dove le impronte si fermavano davanti ad una porta che dava sul
fianco del piccolo rilievo. Il gruppetto si fece quindi circospetto e Sempronio
spiegava a Francis come doveva comportarsi in caso di combattimento, mentre
Spark, deciso a sfogare la sua rabbia per il figlio mai nato estraeva l’ascia,
richiudeva la porta spalancata per poi sfondarla a spallate. Una volta spostati
i resti della porta ed entrati nella collinetta, i tre più i vari animaletti si
trovarono di fronte a due rampe di scale: una saliva e una scendeva ed entrambe
davano su delle porte chiuse. Decisero di salire, Spark in testa, Tizio al
centro e Sempronio in coda che spingeva il mulo. Appena spalancata la porta, il
Wose si ritrovò dinnanzi ad una scena tanto curiosa quando raccapricciante: una
stanza di circa sei metri quadri, al cui interno vi era una scrivania, delle
scale che continuavano a salire dando su una porta mezza scardinata ma,
soprattutto, quattro uomini, dall’aspetto dei tagliagole, immobilizzati, come
imbambolati, al centro della stanza, mentre un carillon dall’aspetto blasfemo
girava e suonava “The Lord of the Rings” dei Blind Guardian. La blasfemità
dell’oggetto era dovuta al fatto che le statuette danzanti in esso presenti
erano quelle di due Orchi, uno vestito da sposa e l’altro in frac che
ballavano. Una visione veramente atroce. Appena vide e udì ciò Spark si
immobilizzò,facendo la stessa fine dei briganti. Vedendo che il barbaro si era
improvvisamente fermato d’innanzi a lui, Tizio osservò cautamente la scena e
appena vide ciò che anche l’altro aveva visto, divenne anch’egli succube
dell’incantesimo, ma non prima di gridare:
“Sempronio! Attento alla
sca…”
Sempronio sentendosi
chiamare, vide ciò che era accaduto ai suoi compagni e si tappò fulmineamente
gli orecchi, intuendo il pericolo della scatoletta, per poi staccare a morsi
del pelo da Francis e usarlo come tappo per attutire i suoni ed entrare nella
stanza. Tuttavia ciò funzionò solo in parte, infatti alcune parti della canzone
filtravano, ostacolandolo nei suoi movimenti per raggiungere la scala, pensava
infatti che il sapiente si riferisse ad essa quando l’aveva avvisato, ma quando
vide che la porta del piano superiore era ancora integra, capì che Tizio si
riferiva al carillon e si diresse verso esso. Nel frattempo Tizio, con un
grande sforzo di volontà era riuscito ad avvicinarsi alla scatoletta e, dopo un
cenno di intesa con i compagni, lo chiuse. Immediatamente l’effetto magico
terminò, sia per loro che per i malviventi, i quali dopo un attimo di sorpresa
attaccarono il gruppetto. Tutto accadde molto, troppo velocemente; uno dei
ladri riuscì ad attaccare e ferire Tizio, contemporaneamente a ciò Spark lasciò
cadere la sua ascia e si tappò le orecchie immediatamente imitato da Sempronio
e, mentre un ladro cercava di colpire questi, il Sapiente riaprì la scatoletta
e, grazie al precedente sforzo di volontà per contrastarne il potere, questa
volta fu immune dai suoi effetti, cosa che non accadde per i quattro avversari
che precipitarono nuovamente in uno stato semicomatoso. I nostri eroi ne
approfittarono per ridurli all’impotenza (in tutti i sensi) grazie a calci,
testate, morsi, beccate, ecc…insomma, fecero un putiferio che al confronto lo
scontro nella Locanda era stato un civile scambio di opinioni (perché, non era
così?!? NdTutti).
Dopo aver sistemato i
briganti Tizio chiuse il carillon e stava per riporlo quando si udirono dei
passi concitati provenire dal piano superiore. Tutti si preparavano a un nuovo
scontro e rimasero piacevolmente colpiti quando dalla porta sbucarono tre
persone. Inutile dire che si trattava del gruppo inseguito.
“Finalmente, ecco la resa
dei conti.” Pensò Tizio, preparandosi a riaprire la scatoletta.
Appena vide ciò Bremen il
Beorniano cercò di lanciarsi verso di lui e fermarlo, ma venne bloccato per le
spalle dall’Elfo, il quale gli sussurrò qualcosa nell’orecchio e lui annuì
controvoglia rilassandosi.
“Suvvia, compagno Sapiente,
non commettere sciocchezze. Se tra di noi vi è motivo di discordia, cerchiamo
di appianarlo civilmente. Per quale motivo ci stavate braccando come si bracca
un animale?” disse Kinslayer il Mago a Tizio
“Noi siamo qui per riparare
ad un torto commesso da uno dei tuoi compagni, un tale Sargon, un Nano che ha
un debito di 75 monete d’oro con un trafficante d’armi a Brea.” Rispose Tizio
“Cosa?!? Sargon è un
commerciante d’armi? È una vera fortuna per lui essere sparito in quella
botola, chissà che sia morto e se non è così ci penserò io stesso!” disse un
sempre più inferocito Bremen
“Calmati Bremen, non vorrai
trasformarti di nuovo” gli disse il Mago.
Solo allora Tizio, Spark e
Sempronio notarono che mancava Sargon, che l’unico Nano presente era Risca, il
quale doveva ancora abbassare l’ascia. Notarono però che al posto di Sargon vi
era un altro essere, piuttosto piccolo e ripugnante ( avete presente le
statuette dei Troll Norvegesi che si vendono? Ecco, l’essere in questione è la
loro copia vivente..) che ricordò a Spark suo figlio e quindi esclamò
“Figlio mio! Sei vivo!”
E lo sgorbietto
dall’altisonante nome di Scoreggia non esitò un attimo ad andare dal Wose, e
appena gli arrivò addosso cercò di salirgli su una gamba e rubargli le monete
che portava su una borsetta legata in vita; ma non appena fece ciò Spark si
ricordò che suo figlio aveva le ali e che quindi non poteva arrampicarsi, così
prese l’impudente creatura e la scagliò molto gentilmente contro la parete e
poco mancò che non uccidesse Scoreggia.
“Dove Sargon?” disse quindi
il barbaro montando in collera
“Il pirla è caduto in una
botola poco più avanti e noi ce ne siamo fregati altamente e siamo andati
avanti. Era più inutile di un orco, almeno loro sono utili a farsi uccidere”
rispose parlando per la prima volta Risca. Senza dargli tempo di fare alcunché
Spark se lo caricò in spalla e si fece portare dove si era aperta la botola,
seguito a ruota da tutti gli altri. Appena scese dalle spalle dell’Uomo
Selvaggio il Nano camminò un attimo finché non trovò un punto sul pavimento e
chiamò gli altri dicendo
“Hei, è qui che c’è la
botola!”
Subito il barbaro prese
l’ascia e menò un gran fendente sul pavimento, solo che nel momento stesso in
cui l’arma lo toccò, si aprì una botola e per non caderci dentro il Wose fu
costretto a mollare l’ascia che cadde sul fondo con un tonfo accompagnato dal
silenzio e poi
“Hei, potevi uccidermi!” poi
“C’è qualcuunooo?” molto probabilmente provenienti da Sargon.
Subito iniziò una consulta
su come fare per tirarlo fuori di lì e Tizio e Sempronio aiutati dalla forza di
Spark misero su un sistema di carrucole per scendere che aveva come contropelo
il povero mulo. Appena ebbero terminato, Risca con la scusa di controllare che
la corda fosse sufficientemente, lunga prese l’estremità libera e ne fece un
cappio che mise al piede di Bremen per poi buttarlo giù dalla botola e dirgli
“Che dici, Bre, ti piace il
bungee-jumping (o come si scrive)?” per poi piegarsi in due delle risate. Nel
momento stesso in cui la corda si tese, il povero mulo schizzò verso l’alto con
sommo orrore di Sempronio. Passarono alcuni secondi, dopo dei quali si udì un
poderoso ruggito e la corda si spezzo con uno schianto e Francis tornò a terra
rischiando di spezzarsi una zampa. Mentre l’allevatore correva verso il suo
mulo per sincerarsi delle sue condizioni, Risca rideva come un dannato per il
suo “brillante piano”, Kinslayer cercava di calmare l’orso il quale cercava di
intimidire Sargon a forza di poderosi ruggiti ai quali il Nano rispondeva con
epici rutti, Tizio ebbe una visione: Sempronio che abbracciava Francis, Risca
che accusava Mr Gigolò di barare con i dadi, Spark, Sargon e quell’orso che era
il Beorniano riempirsi di botte e un gruppo di orchi che avanzava verso questi
tre…. Appena si voltò per avvisare gli altri, vide che il barbaro stava
saltando di sotto, sopra la schiena di Bremen per riprendersi la sua ascia e
insieme ad essa distruggersi le ginocchia a causa della caduta. Capendo che ormai
era troppo tardi per le parole, il sapiente si legò una corda in vita che
annodò al resto della corda legata al mulo e scese anche lui. Appena arrivò di
sotto vide i tre che stavano per ingaggiare uno scontro che riuscì ad
interrompere appena in tempo per sentire l’urlo disumano di Risca in direzione
del gallo nero. E poi ci fu silenzio. Un silenzio che durò poco, perché fu
interrotto da un rullo di tamburi e schiamazzi in avvicinamento….
Ecco il secondo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando qualche recensione, anche negativa