Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: SaWi    01/05/2009    3 recensioni
Questa fanfiction riguarda i due vampiri di Tsubasa, apparsi durante i capitoli di Acid Tokyo: Kamui e Subaru. Tutta la vicenda si svolge in un futuro prossimo alla morte di Seishiro in X, e dopo l'avventura dei due vampiri ad Acid Tokyo.
È stremato, ha il fiatone. Delle gocce di sudore imperlano la sua fronte. Ogni muscolo duole. Vorrebbe fermarsi, sedersi a terra e riposare, riprendere fiato. Ma non può: deve continuare a cercarlo, sa che è lì, da qualche parte nel buio e ha bisogno di lui.
Ma chi?
Chi ha bisogno del suo aiuto? In quel momento sembra lui il bisognoso di soccorso...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Fuuma, Kamui, Seishiro
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Chiedo venia per il ritardo nell’aggiornamento anche questa volta, ma mi sono cimentata nella lettura della saga “La guerra degli elfi” di Herbie Brennan e me ne sono innamorata (leggendomi d’un fiato tutti e 4 i libri XDD)! Quello scrittore è un genio. Mi fra troppo ridere XD


grazie mille a chi ha commentato e letto il cap precedente ^^
@Pikki SakuraChan: uh una nuova lettrice XDD
Sono felice che ti piaccia la storia^^ e grazie mille per i complimenti!! XDDD
Comunque è vero, trovare fanfiction sui quattro dell'apocalisse (mi piace come espressione *w*) è davvero difficile! ._.
@kristin: non preoccuparti, la lemon la ho postata u_ù (con mia grande vergogna xD)
Comuqnue, per quanto riguarda il fatto di Kamui, ad essere sincera non ci avevo minimamente pensato... ma possiamo dire che fosse troppo shockato *annuisce convinta*



E ora il capitolo *w*
ci sarà un colpo di scena *O*








Capitolo 6 ~
~ Farewell.





- È... vivo? – espresse il suo unico pensiero con voce flebile.
Il cacciatore si voltò, osservando gelido il vampiro.
- Sì, è vivo, per pura fortuna. –
Kamui riprese a respirare.
Le lacrime tornarono a solcare il suo volto. Ma questa volta, erano lacrime di gioia.
Fuuma era vivo. Vivo.
Solo quello importava.
- Andiamo. – ordinò secco Seishiro.
Il giovane annui, ma non gli risparmiò un’occhiataccia.
Si chinò verso il corpo di Fuuma, per portarlo in braccio.
Il sangue si stava seccando sulle sue vesti, ma non ne usciva più di fresco, l’emorragia era cessata. Il volto sembrava persino più... vivo.
Era vivo.
Non riusciva a smettere di ripeterselo.
Vivo, vivo, vivo.
Ogni volta che se lo ripeteva, il suo cuore si scaldava e si librava in aria, libero dal peso opprimente della paura, del terrore. Il cacciatore non lo avrebbe abbandonato, e lui non sarebbe rimasto solo. Aveva sentito dire che il valore di qualcuno lo si comprendeva soltanto quando quella persona ci abbandonava(1).
Parole più vere non potevano esistere.
E ora lo aveva compreso.
Lui amava Fuuma.
Amore, era per forza quello il sentimento che provava. Ogni volta che si trovava con quell’uomo non la smetteva di arrossire, di agitarsi per motivi futili, e una stretta calda lo prendeva al petto, senza contare che il suo stomaco si contorceva irrefrenabile.
Guardando quel volto un’ultima volta, prese in spalla l’umano -anche se era di costituzione magra era pur sempre un vampiro- e corse via, insieme all’altro cacciatore, verso casa.
La sola compagnia che ebbe nel viaggio di ritorno fu il cuore di Fuuma che sentiva battere dietro la sua schiena.
Tu-tum, tu-tum.
Il cuore che batteva.

***



Seishiro spalancò la porta dell’appartamento di Fuuma.
Posò con malavoglia il corpo fragile del suo vampiro sul divano, e si diresse con fretta nella camera da letto.
Kamui lo seguì, Fuuma ancora in spalla.
Lo posò cauto sul futon.
- Che... posso fare qualcosa per lui? – domandò brusco.
Il cacciatore evitò di rispondere e, senza degnare di uno sguardo il giovane vampiro, si chinò su Fuuma per potergli esaminare la ferita.
Notò che si stava già rimarginando, ma comunque constatò che quella che si era procurato era una ferita decisamente grave.
Aveva rischiato la pelle.
Incredibile il potere di quella piuma.
- Fascialo. - disse solamente, e senza attendere oltre si alzò e uscì dalla stanza.
Subito dopo udì la voce di Kamui chiamarlo.
- Ehi! Dove vai?! -
- A divertirmi un po’ con il tuo fratellino. – disse famelico con un ghigno spalmato in faccia.
Poi afferrò veloce il vampiro sul divano e scomparì, senza che Kamui potesse fare nulla.
Seishiro era sicuro che il vampiro non lo avrebbe cercato.
Sarebbe rimasto lì, con Fuuma.


In un vortice di petali di ciliegio, riapparve, col suo amato tra le braccia, nel suo vecchio appartamento. Il luogo era tutto impolverato, i muri ormai grigi e i tatami stracciati e macchiati. Eppure, era tutto perfettamente ordinato nella stanza: non vi era un singolo oggetto fuori posto.
Anche il giardino era perfetto. Come sempre al massimo del suo splendore, con il Sakura e la pianta di camelie sempre in fiore, che con i loro petali profumavano l’aria di dolci fragranze.
Adagiò attento il vampiro su una poltrona e si mise a pulire, almeno una stanza.
Era incredibile quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che aveva alloggiato in quella casa. Spazzò a terra, pulendo i tatami dalla polvere e dai petali del sakura che –misteriosamente- erano penetrati all’interno dell’abitazione.
Quando fu soddisfatto del pavimento, andò a prendere un futon abbandonato da tempo dentro l’armadio, lo sgrullò, assieme a delle coperte, e lo stese a terra.
Quando ebbe finito, le sue attenzioni si rivolsero al vampiro.
Era ancora lì, sulla poltrona dove lo aveva appoggiato, svenuto, sporco e dolorante.
Ma comunque stupendo.
Lo spogliò cauto degli indumenti logori e stracciati –notando che le ferite erano già prontamente guarite-, e li rimpiazzò con i primi capi d’abbigliamento che trovò a portata di mano. Ovviamente erano abiti suoi, e quindi al giovane vampiro stavano buffamente abbondanti, sottolineando la sua figura esile. Le mani scomparivano sotto le maniche lunghe e anche i piedi seguivano la stessa sorte.
Sembrava un bambola di porcellana.
Lo adagiò nel futon, coprendolo con le calde coperte. Subaru sussurrò qualcosa nel sonno, ma il cacciatore non riuscì a comprendere cosa avesse detto. Colto dalla curiosità, rimase lì accanto, guardandolo come estasiato, attendendo altri sussurri.
Le ore passarono, ma l’uomo non si mosse di un millimetro, troppo attirato da quella figura, e troppo curioso di sentirlo ancora una volta sussurrare. La sua pazienza fu ricompensata, quando Subaru sorrise, e mormorò il suo nome con un fruscio.
L’uomo sorrise di rimando, e sapendo di non poter essere visto dal vampiro si avvicinò al suo volto, sussurrando al suo orecchio parole maliziose. Subaru, nonostante il sonno, sembrò capirle, e arrossì completamente, borbottando qualcosa.
Come gli erano mancate le sue reazioni così timide, e i suoi sorrisi... e tutto il resto.
Troppo gli era mancato, e troppo avevano sofferto, entrambi.
Ovviamente non lo avrebbe mai ammesso.
Inoltre, non gli importava se avesse rischiato la sua vita stando vicino al vampiro, se fosse morto.
Non gli importava se così facendo quell’uomo, quel maledetto Fei Wong, avrebbe raggiunto il suo scopo.
Non si sarebbe più allontanato da lui, non lo avrebbe lasciato andare via.
Quello di cercare il suo sangue era tutta una scusa... lo aveva fatto per non farlo soffrire.
Ma era stato uno sciocco, un vero idiota.
E si era stufato.
No gli importava se Subaru avrebbe sofferto, lui sarebbe stato comunque contento.
Morire per mano di chi si ama.
Non esiste migliore morte.

Gli occhi si schiusero piano, mostrando una massa informe e sfocata di colori.
Un dolce odore di ciliegio aleggiava nell’aria.
Poggiava su qualcosa di morbido e caldo, e si sentiva bene.
Però, non sapeva dove si trovasse.
Non ricordava... nulla.
Voltò la testa di lato, battendo più volte le palpebre, tentando invano di mettere a fuoco.
I suoi occhi si incontrarono con una macchia di colore piuttosto “vicina”.
Batté ancora le palpebre, e riconobbe la figura di un volto.
Ma chi?
Tutto era indistinto e sfocato, non riconosceva quel viso.
Strizzò gli occhi, tentando vi vedere meglio, ma quelli si ostinarono a non collaborare.
Il volto lo osservava.
Ne era sicuro, sentiva il suo sguardo fisso addosso.
L’angoscia si insinuò in lui, mettendolo a disagio.
Sapeva, il suo cuore glielo stava dicendo, che quella persona era qualcuno di importante, di veramente importante.
Si sentì sprofondare.
Voleva, bramava vedere quel volto che lo sovrastava. Ma i suoi occhi si affannavano a tenerlo all’oscuro.
Una vocina nella testa gli sussurrò un nome in suggerimento.
Rabbrividì e non volle credergli.
Non poteva essere vero. Non era lui.
Rifiutandosi di pronunciare quel nome suggeritogli da quel sussurro infame e crudele, tese una mano in direzione di quel volto. Se lo avesse raggiunto, forse avrebbe compreso chi si celava dietro quella coltre di nebbia.
Una mano –non la sua- gli afferrò il polso teso, e lo portò in avanti, finché le sue dita non si posarono sul volto misterioso.
Sotto il tocco delle sue falangi sentì due labbra muoversi.
- Buon giorno, Subaru-kun. –
Quella voce, il tono con cui pronunciava il suo nome.
Gli occhi smeraldo si sgranarono mentre tutto nella mente del vampiro si fece improvvisamente chiaro. Anche la sua vista fece ritorno, solamente ora, come per dispetto.
Ed allora, non ebbe più alcun dubbio.
- Seishiro-san... –
Le lacrime cominciarono improvvise a solcare il suo volto niveo, in un cheto pianto.
- Perché... perché...? – mormorò sommesso, tirandosi su e asciugandosi gli occhi con le maniche del pigiama che gli ricopriva le mani; mossa inutile, poiché le gocce sembravano non voler arrestarsi. – Perché hai continuato a inseguirci? Perché sei cambiato... perché...? Sarebbe... sarebbe stato tutto più... più facile se tu non... -
- Shh... – lo zittì dolcemente il cacciatore posandogli un dito sulle labbra delicate.
Subaru lo osservò sorpreso, le lacrime traboccanti dagli occhi verdi. La mano del cacciatore si mosse su quel viso innocente, e con il pollice asciugò le guance bagnate.
- Perché piangi? –
- Perché... io... Seishiro-san... -
Il vampiro abbassò lo sguardo.
Non sapeva cosa dire. Non sapeva perché stesse piangendo.
Era terribilmente confuso.
Contento, triste, spaventato, tranquillo... non ci capiva più nulla tante erano le sensazioni che l’opprimevano.
Quell’uomo per lui era come un demonio, che avido e sensuale si divertiva a giocare col suo cuore, facendolo soffrire come una preda in trappola. Il suo gentile sorriso sembrava come celare la morte, attraente e misteriosa. Lo sguardo era accattivante, enigmatico e d’una crudeltà inverosimile.
Quell’uomo era un egoista bastardo, ma sfortunatamente per lui, era anche la persona che amava.
Una mano raggiunse il suo mento, e alzò il suo volto.
Aprì gli occhi, guardò davanti a sé, e vide il viso dell’uomo a qualche centimetro dal suo.
Incrociò il suo sguardo, e il suo cuore sembrò fermarsi.
Un attimo, bastò un attimo e le loro labbra si incontrarono in una carezza leggera -salata per le lacrime versate dal giovane, ma comunque dolce come miele- che fece perdere a Subaru ogni briciolo di razionalità che aveva in corpo.
Senza fretta, il cacciatore si staccò un poco dal volto dell’altro, catturando lo sguardo smeraldo, lucido per le lacrime che ora avevano smesso di nascere.
Nuovamente, discese su quelle labbra, stavolta muovendo le sue, come per richiedere un permesso, che gli fu subito concesso da un Subaru arrendevole e languido.
Ma ancora una volta si allontanò, stupendosi quando l’altro lo cercò desideroso, allacciando le braccia attorno al suo collo.
Divertito sorrise e ritornò a baciare l’altro, unendo i loro respiri, godendo di quelle morbide labbra che si posavano leggere sulle sue. Così dolci, così delicate e timide.
Gli erano mancate, tanto. Ma finalmente erano lì, le aveva ritrovate, perfettamente come le ricordava.
E Subaru era completamente impazzito.
Desiderava di più.
Voleva essere completamente suo, mai come prima.
Avvertiva il desiderio di essere abbracciato, di essere stretto, di essere accarezzato... di essere amato, anche se in un modo tutto particolare.
Tirò maggiormente a sé il cacciatore, stringendo le mani tra i suoi capelli castani, respirando e assaporando l’odore del ciliegio, sciogliendosi nel calore dell’altro.
Era come se avesse la febbre, ma cento volte meglio.
Ogni centimetro della sua pelle fremeva calda sotto il tocco dell’uomo, avvampando.
Sussultò, quando Seishiro gli carezzò sensuale il collo scoperto dal largo pigiama.
Il più grande interruppe il contatto tra le loro labbra, strappando un mugolio insoddisfatto al vampiro, che se ne stupì, quasi arrossendo.
Il cacciatore scese a baciare il contorno del mento e dopo più giù l’esile collo del vampiro, lambendolo.
- Subaru-kun... – soffiò sulla sua pelle tradendo un certo bisogno, ormai urgente.
Subaru tremò e lascivo si lasciò spingere giù, sopra il futon, aggrappandosi quasi disperatamente al copro del suo amante.
- Prendimi... -
Sussurrò, prima che l’altro calasse su di lui.



- Sei... -
Il cacciatore si sorprese.
- È da tanto che non mi chiamavi così... -
Il vampiro si limitò ad annuire piano contro il petto del più grande, arrossendo.
Non riusciva a smettere di arrossire.
Seishiro lo stringeva con delicatezza a sé, avvolgendolo in un piacevole calore sotto le coperte che coprivano entrambi. Una mano carezzava i sui capelli, mentre, percepiva il suo respiro caldo e procurargli un lieve solletico.
Lui invece si era lasciato andare contro il petto robusto dell’uomo, facendosi cullare dal battito del suo cuore.
Non riusciva a crederci.
- Non pensavo che anche tu avessi un kokoro(2). - disse scostandosi un po’ per allacciare lo sguardo a quello dell’uomo, senza riuscire a non arrossire ancora.
Però sorrise, come mai aveva fatto prima. Un sorriso tutto per quel cacciatore, solamente per lui. Seishiro non avrebbe mai pensato che Subaru potesse sorridere a tal modo.
Gli carezzò il volto, e rispose con un soffio caldo sulla sua pelle:
- Agli umani serve uno shinzou(2) per sopravvivere... –
- Ma tu non sei un semplice umano... –
- Su questo hai ragione. – rispose il cacciatore tranquillo, posando un leggero bacio sulle labbra del vampiro, che subito affondò il volto nell’incavo del collo del cacciatore, così invitante.
Ovviamente, era arrossito ancora una volta.
La situazione non riusciva ad impedirglielo.
E se pensava a come si era comportato poco prima...!
Divenne un pomodoro al solo pensiero.
Non era stata la sua prima volta... ma... ma... era come se la fosse stata, ecco. Il cuore a mille, il corpo in fiamme e il cervello completamente abbandonato e dimenticato.
E ora, si trovavano abbracciati.
Come avrebbe voluto che quel momento non fosse mai finito, che il tempo avesse smesso di scorrere, cosicché quell’abbraccio durasse per sempre.
Quell’abbraccio così caldo e avvolgente, e dolce.
Le braccia che tanto aveva ambito ma dalle quali era fuggito, come uno sciocco.
Perchè?
Quando aveva lasciato quell’uomo, il dolore era tutto ciò che gli era rimasto.
La disperazione aveva avvolto il suo cuore; lo aveva rinchiuso tra rovi insanguinati.
La sofferenza lo aveva reso cieco di tutto il resto.
Il tormento lo aveva reso muto.
Lo strazio per la sua lontananza, per quello che aveva fatto, lo aveva reso un altro.
Era diventato un involucro vuoto, senza un’anima e senza un cuore.
Lui poteva esistere solo se Seishiro esisteva. Se veniva a mancare, la sola cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stata comparire.
Ci aveva pensato a lungo, tentando invano di negarselo, di dimenticare: lui apparteneva e dipendeva da quell’uomo, come però anche il cacciatore dipendeva da lui.
Ma allora perché...
- Tutto bene? -
Subaru s’irrigidì.
Seishiro non era assolutamente cambiato, come sempre, sembrava leggergli nella mente.
Perché hai tentato di allontanarmi da te?
- Mhh... sì sto bene. – benissimo, aggiunse maliziosa la sua mente. – ho un po’ fame... -.
Per tutta risposta l’umano si limitò ad inarcare il collo, così da fornire a Subaru maggiore spazio.
Subaru alzò lo sguardo, incrociando gli occhi fiammeggianti e attenti dell’altro, che inevitabilmente lo fecero arrossire.
Senza indugiare oltre il giovane tirò fuori le sue zanne e famelico le affondò nel collo pulsante del più grande.
Non sapeva che dopo, lo avrebbe atteso una terribile verità.

***



Gli occhi si schiusero lenti e doloranti.
Il cacciatore si mosse piano, gemendo di dolore quando tentò di mettersi a sedere.
Ricadde sfinito sul cuscino, con uno sbuffo.
Si sentì una mano venir stretta convulsamente. Allora, con tutta la forza che aveva, si costrinse a mettersi sui gomiti, per poi tentare di sedersi.
Vi riuscì, e finalmente nella posizione che desiderava si accorse di chi aveva accanto: un tenero e gracile vampiro che dormiva placido con la testa poggiata sulle lenzuola del futon, una piccola mano stretta alla sua, l’altra lasciata inerme sulle coperte. Il respiro leggiero e tranquillo.
Era come un cucciolo.
Sorrise dolce a quella visione.
Una fitta di dolore lo prese al petto, mozzandogli il fiato, e quel sorriso divenne una smorfia straziante. Istintivamente si portò la mano libera al petto, come per difendersi da qualcosa.
Il dolore scemò piano e solo quando divenne sopportabile prese in considerazione l’idea di ricominciare a respirare. Ogni qualvolta che l’aria entrava e usciva dai suoi polmoni, era un’agonia. Era come se al posto dell’ossigeno vi fossero tante piccole spine aguzze che si impigliavano e conficcavano in lui. Era tremendamente fastidioso, ma sopportabile. A parte le fitte.
- Mmh... -
Il borbottio del vampiro avvisò l’umano che questi si sarebbe presto svegliato. Infatti non dovette attendere molto prima di vedersi specchiato in due occhi d’ametista.
Kamui era tutto intontito, ancora impiastrato dal sonno e con la vista assai annebbiata.
Si stropicciò gli occhi, li riaprì, e davanti a sé distinse il volto sorridente di Fuuma.
Sussultò.
- Fuuma! Stai... stai bene...? -
- Sì, non c’è male. A parte il fatto che ho il petto squartato mi sento benissimo. – sorrise serafico.
Il vampiro sospirò sollevato.
Lo stesso sorriso, lo stesso sguardo di sempre.
Finalmente si era svegliato, e stava bene.
Quell’umano lo aveva fatto penare come nemmeno il fratello Subaru era mai riuscito.
Aveva temuto di perderlo, aveva temuto di rimanere solo, che anche lui lo avrebbe tradito, abbandonandolo.
Nevrotico come era –lo ammise persino lui- si era agitato come un pazzo: aveva pianto, si era infuriato e si era disperato. E quel bastardo di Seishiro lo aveva lasciato solo con Fuuma, portandosi via Subaru. E come si era congedato? Con un semplice “fascialo”.
Lui sapeva a malapena cosa significasse. I vampiri si rigeneravano in fretta –i purosangue come lui anche molto più velocemente degli altri- e non necessitavano di fasciature.
Quindi era sprofondato nel panico totale.
Per cercare una fasciatura qualsiasi aveva messo a soqquadro l’intero appartamento, e quando finalmente l’aveva trovata si era sentito agghiacciare. Avrebbe dovuto fasciare Fuuma. Non che non volesse farlo, ma non sapeva da che parte cominciare.
Raggiungendo l’umano in questione, lo aveva fissato per lunghi istanti, come se la fasce avrebbero fatto il loro lavoro di propria volontà. Ma ovviamente ciò non accadde, e Kamui si rese conto di essere un vero sciocco nel sperare in una cosa simile.
E poi, era stato assalito dai sensi di colpa quando aveva udito il cacciatore gemere dal dolore.
Era tutta colpa sua.
Finalmente si era deciso, e si era dato da fare.
Per prima cosa gli aveva tolto via la maglietta, finendola di strappare. Alla vista della pelle nuda dell’uomo, del suo petto solcato dalla ferita, aveva avuto un tuffo al cuore. Era così profonda...
Con mano tremante la aveva sfiorata, percorrendola per tutta la sua lunghezza, come a volerla cancellare.
Ma ovviamente quella non si era affatto cancellata, e anzi, appariva più grande.
Con tutta la sua determinazione e impegno –ma anche una buona dose di coraggio-, aveva fatto sedere Fuuma, attento a non fargli sentire alcun dolore.
Dopo, aveva cominciato a fasciarlo –decisamente male.
Come se non bastasse, durante l’operazione lo aveva sentito mugolare e si era spaventato, tanto da rischiare di farlo ricadere sul futon. Per fortuna aveva dei buoni riflessi.
Finita la fasciatura lo aveva nuovamente adagiato sul futon e lo aveva ricoperto con le lenzuola. Era rimasto a fissarlo, soffrendo per lui.
E poi, senza che se ne rendesse conto, si era addormentato.
Insomma, era un incapace totale(3).
- Sei tu che mi hai fasciato? -
Kamui annuì arrossendo, ripensando a tutta la serie di eventi sopra citati.
- E mi hai tenuto la mano tutto il tempo? – disse il cacciatore beffardo, guardando la sua mano stretta in quella del vampiro.
Kamui seguì il suo sguardo, e appena il suo cervello elaborò la domanda del cacciatore, ritirò fulmineo la sua mano.
Senza poterlo evitare, divenne ancora più rosso.
Come odiava quell’umano. Non era cambiato affatto.
- Sono contento che tu stia bene. – disse d’improvviso l’umano.
Kamui alzo lo sguardo e gli tirò un pugno in testa.
- Brutto stupido!! – ringhiò furioso.
- Eh...?! – lo guardò esterrefatto Fuuma, massaggiandosi la testa.
Gli sarebbe spuntato un bel bernoccolo.
- Cosa credevi di fare!? Perché ti sei messo in mezzo?? – urlò il più giovane – Noi vampiri non moriamo per così poco! Non mi sarei fatto nulla!! Non sarei morto! Non... – ricacciò indietro delle lacrime che minacciavano pericolosamente di sfuggire alle sue ciglia – Se non ti fossi messo in mezzo non ti saresti ferito... e io non avrei... – Non avrei avuto una paura matta di perderti...
Perché sì, ormai aveva compreso.
Ci teneva a quell’umano.
Più di sé stesso.
- Gli umani sono egoisti. – fu la risposta dell’umano alle domande del vampiro.
Kamui lo guardò stupito. Cosa voleva dire?
- Non volevo che tu venissi ferito, non importava cosa. – aggiunse, come per giustificarsi.
Il vampiro ebbe l’istinto di picchiarlo.
- E credi di non avermi ferito facendo così? -
- Cosa...? –
Possibile che quell’umano fosse così stupido?
- Pensavi che sarei rimasto impassibile? Pensavi che non mi sarebbe interessato nulla della tua morte?! Che avrei semplicemente calpestato il tuo cadavere, come fosse una foglia secca?? – urlò il vampiro. Le lacrime oramai sfuggite ai suoi occhi ridisegnavano i contorni delle sue gote.
Quello sciocco con capiva. Non capiva, non poteva nemmeno immaginare come si era sentito alla sola vista del corpo di Fuuma a terra. Non aveva idea di come il suo cuore si era fermato, di come la sua anima si era strappata e squarciata.
Non aveva visto più nulla se non il suo cadavere.
Non aveva sentito più nulla se non il gorgogliare del suo sangue che abbandonava il suo corpo a terra.
Tutto si era fermato.
Si era sentito morire.
- Mi dispiace, piccolo. –
Il vampiro alzò lo testa, seguendo il movimento della mano che si era posta sul suo mento.
I suoi occhi lucidi incontrarono quelli d’oro del cacciatore, caldi e rassicuranti.
- Fuuma... –
E si buttò contro l’altro.
Lo abbracciò stretto –senza nemmeno pensare alla sua ferita-, e si sfogò di tutta la tensione che aveva dentro, mostrandosi per quello che era veramente.
Ormai non si curava più di nascondersi.
Ormai l’altro aveva compreso i suoi veri sentimenti.
Si era rivelato per quel che era.
I singhiozzi lo scossero mentre le lacrime continuarono a scendere, nonostante le caldi braccia che lo avevano stretto deciso e che lo avevano avvicinato all’uomo.
Quando si fu calmato, si rialzò fino a portare il suo volto all’altezza di quello del cacciatore, che ricambiò lo sguardo con intensità.
- Fuuma... io... –
- Kamui!! –
La voce di Subaru giunse come un lampo dall’entrata dell’appartamento.
Sussultò, e si ricompose come meglio poté, accantonando quello che stava per dire al cacciatore.
Doveva mostrarsi forte verso il fratello.
Si voltò.
Subaru era appena entrato nella stanza, e si stava avvicinando a lui.
Poco dietro, comparve Seishiro, che lo squadrò impassibile. Kamui non gli risparmiò uno sguardo truce.
Tornò ad osservare il fratello, e notò l’espressione persa e sconvolta sul suo volto, sull’orlo delle lacrime.
Cosa gli aveva fatto quel bastardo?
Stava per alzarsi, quando Subaru lo afferrò tremante al braccio.
- Dobbiamo andare. – riferì tetro.
Andare?
Kamui non ebbe nemmeno il tempo di domandargli cosa stesse succedendo che fu trascinato via con forza, lontano da Fuuma, al centro della stanza.
Subaru si voltò, e con un lieve inchino si voltò verso il cacciatore ferito.
- Grazie. -
- Non c’è di che. -
Kamui non poté fare nulla se non raggelarsi allo sguardo triste di Fuuma.
Stava per obbiettare, ma il cacciatore lo precedette.
- Addio, piccolo. -
A-addio...?
Subaru si voltò verso l’altro umano.
- Seishiro-san... – sussurrò.
E scomparvero.
Tutto intorno a loro cambiò, finche il vento che girava vorticoso non cessò, mostrandogli una metropoli in piena attività.
Subaru cadde in ginocchio, e scoppiò a piangere.
Kamui era troppo sconvolto anche solo per muoversi.
Cosa stava succedendo?




TO NEXT








(1): è una citazione... ma non ricordo di cosa! ._.
(2): Il seguente è un gioco di parole. Quando lo lessi tempo fa in uno dei dialoghi ufficiali di X (non ricordo bene, se non erro era quello che diceva Fuuma in un monologo) ne rimasi colpita.
Praticamente, entrambe le parole Kokoro e Shinzou stanno a significare la parola “cuore”. La differenza è però che la prima parola, kokoro rappresenta il cuore “spirituale”, l’anima; mentre lo shinzou è il cuore “fisico” inteso come muscolo indispensabile alla vita.
Quindi, Subaru utilizza il termine kokoro, alludendo al fatto che Seishiro è, infine, “crudele” e quindi non pensava potesse essere dolce (non chiedetemi cosa hanno fatto prima *coffcoff*). Seishiro, in tutta risposta, gli risponde utilizzando il termine shinzou, avvisandolo che per un uomo è impossibile vivere senza cuore, e quindi evitando la reale affermazione di Subaru.
Lo so, sono negata a spiegare ed è anche un po’ complicato, ma non ho resistito e desideravo molto inserirlo, perché ritengo sia molto significativo e particolare questo scambio di frasi.
(3): Non chiedetemi il perché, ma ho descritto Kamui come un totale incapace buono solo ad arrabbiarsi XD sarà, ma lo vedo così. deve essere l’influenza del Kamui di X... non mi scorderò mai le vignette di lui con Sorata ed Arashi a scuola xD. Per me Kamui è imbranato, e la sua sicurezza e tutto il resto sono solo finzione. Si è imposto di comportarsi in un determinato modo solamente perché vuole proteggere il fratello.














________________________________________________________________________________________________________________
E anche questo capitolo è andato ~
commentate in tanti! ^w^
Nel priossimo capitolo ci sarà l'incontro con Fuumazzolo di X **
Alla prossima se siete sopravissuti a questo capitolo XDD

PS: Mi stavo chiedendo: devo aumentare il rating a rosso? è_è


   
 
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