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Autore: lele06    05/09/2016    1 recensioni
Salve a tutti . Questa è la mia seconda storia , che mi frullava in testa da un bel pò . Spero che vi piaccia
Tratto dal testo :
< Ma tu sei la ragazza di questa mattina > urlò, sorpreso, una voce maschile.
Hinata sentendo quelle parole, si girò verso la fonte del suono e quando vide il ragazza di quella mattina rimase a bocca aperta. Non solo dalla sorpresa ma anche dal fatto che con la divisa del bar era davvero molto carino.
< C-ciao > disse balbettando, verso il ragazzo, il quale si stava massaggiando la testa, in quanto la ragazza vicino a lui, gli aveva dato un pugni
< È questo il modo di rivolgersi vicino a un cliente > affermò una ragazza dai capelli rosa < Scusalo, questo ragazzo è un po’ indisciplinato > continuò sorridendo
< Sei tu che sei indisciplinata. Non si danno i pugni in testa alle persone > affermò il ragazzo, continuando a massaggiarsi la parte lesa, mettendo il broncio
< Tu sei un’eccezione e poi in quella testa c’è solo aria > disse la ragazza
< Mentre nella tua c’è solo cacca > affermò il ragazzo sorridendo, facendo sorridere anche Hinata, che coprì il sorriso che gli era sorto spontaneo con una mano
< Per caso ne vuoi un altro? >
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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                                                               Capitolo 6
Hinata dopo aver mandato il messaggio, nel quale diceva che quel pomeriggio non sarebbe andata a lavoro, a Temari si alzò dal letto e si diresse in bagno. Entrò e si diresse vicino allo specchio e quando vide riflessa la sua immagine riflessa, notò i suoi occhi rossi e gonfi a causa del pianto. Decise di farsi una doccia sperando che l’aiutasse a riprendersi.  Aprì l’acqua e dopo poco entrò nel box doccia. Mentre l’acqua, proveniente dal soffione, le bagnava il corpo iniziò a ripensare alla sera prima e all’immagine che aveva visto. Il solo pensare a quello, provocò il discendere di lacrime, che si mischiarono con l’acqua proveniente dal soffione. Pensò che era stato proprio un’ingenua a credere che solo con la doccia poteva sentirsi meglio. Alzò lo sguardo verso il soffitto e si domandò “Cosa devo fare con il lavoro?”, ma purtroppo a quella domanda non aveva ancora trovato risposta. Dopo aver finito di lavarsi, decise che era meglio uscire per schiarirsi le idee.
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Uscì dal suo appartamento e mentre percorreva il tragitto che l’avrebbe portata alle scale per scendere in strada, pensò che era da un po’ ti tempo che non andava a trovare Mirai. Poiché aveva promesso alla bambina che avrebbe giocato di nuovo con lei, decise che quello poteva essere il giorno ideale. Inoltre Mirai la metteva sempre di buon umore. Di conseguenza si diresse verso la fermata dell’autobus. Dopo un’ora scese alla fermata vicino casa di Kurenai e si incamminò verso la casa della sua amica. Appena giunta vicino al cancello, suonò il citofono
< Chi è? > chiese la voce di una bambina allegra
< Sono Hinata > rispose.
Appena disse il suo nome, il cancello venne aperto e subito dopo anche la porta di casa, dalla quale uscì una sorridente Mirai, che le andò incontro correndo. Quando fu vicino alla ragazza, le saltò a dosso, facendo cadere Hinata
< Sono davvero contenta di vederti > disse Mirai, mostrando un enorme sorriso
< Anche io > affermò la ragazza ricambiando la sua allegria. Solo vedendo la felicità della bambina, Hinata si sentì un po’ meglio. Forse aveva fatto proprio bene ad andarla a trovare.
< Mirai, fai alzare Hinata > affermò Kurenai vicino alla porta d’ingresso
Dopo essersi spostata e aver fatto alzare Hinata, entrambi si diressero verso Kurena che appena vide il viso della ragazza
< Tutto bene Hinata? > chiese preoccupata. Aveva notato che aveva un viso pallido, più del solito, e occhi rossi e gonfi. Ipotizzò che quest’ultimi furono dovuto a causa di un pianto.
< Tutto bene > rispose la ragazza, sorridendo con un sorriso finto. Quest’ultimo Kurenai lo notò e decise che doveva indagare.
Entrati, si diressero in cucina dove la ragazza trovò Asuma seduto a tavola, intento a leggere il giornale.
< Ciao Asuma > disse, una volta entrata in cucina
< Ciao Hinata > affermò, per poi alzarsi e stringersela a se. Quando sciolse l’abbraccio, guardò il suo viso e si rese conto che aveva gli occhi gonfi e arrossati
< Tutto bene? > domandò Asuma preoccupato
< Certo, tutto bene > rispose la ragazza, con un piccolo sorriso. Quella risposta non soddisfò Asuma, che decise di indagare
< Siediti che ti preparo il thè > affermò Kurenai, per poi iniziare a preparare il thè.
Dopo averlo preparato, lo portò a tavola e si unì agli altri. Prese il suo bicchiere, fece un sorso e
< Come sta andando a lavoro? > domandò guardando verso la ragazza, la quale sobbalzò in quanto intenta a giocare a disegnare con Mirai
< Il lavoro procede bene. Ci lavorano delle brave persone > rispose sorridendo
< Ieri sera sono andato al festival al parco Ueno Koen con Mirai ed abbiamo visto lo stand del vostro bar > affermò Asuma. Quando sentì ciò, Hinata si bloccò e subito ripensò, senza volerlo, all’accaduto della sera prima. Sentì che da lì a poco avrebbe iniziato a piangere se non avrebbe cambiato discorso
< È stato veramente stancante lavorare al festival > disse la ragazza < Al lavoro tutto bene Asuma? > continuò, cercando di cambiare discorso
< Tutto …. > iniziò a parlare, ma si bloccò vedendo le lacrime scendere dagli occhi di Hinata < Perché stai piangendo? > chiese preoccupato.
< Niente di che > rispose, asciugandosi le lacrime con le mani. Si maledì di non essere riuscita a trattenere le lacrime.
< Hai qualche problema? > domandò Kurenai, mettendo la sua mano su quella della ragazza con fare materno
< Non ti preoccupare, non è niente > rispose la ragazza finendo di asciugandosi altre lacrime.
Asuma osservò la scena e iniziò a pensare al fatto che se non era il lavoro il problema, doveva esserci qualche altra cosa che non andava ed all’improvviso la sua mente si illuminò e si diede del cretino a non averlo pensato prima
< Per caso questo problema è causato da un ragazzo? > chiese Asuma assumendo un’espressione seria. Il sangue di Hinata sentendo quella domanda si congelò. Non sapeva se dire la verità oppure mentire. Alla fine decise di raccontare la verità e quando finì di narrare l’accaduto
< Ok, adesso lo vado ad uccidere > affermò Asuma alzandosi dalla sedia
< Vengo anche io > disse Mirai vicino la porta della cucina, con in mano una mazza da baseball, che era più grande di lei. Appena aveva sentito che Hinata era stata respinta, era corsa in camera sua per prendere la mazza. Vedendola vicino la porta, i tre iniziarono a ridere
< Cosa credi di fare con quella mazza? > chiese la madre, continuando a ridere
< Dare una bella lezione a quel ragazzo > rispose, cercando di muoversi con la mazza, provocando una caduta. Vedendo ciò, i tre risero ancora più di gusto.
< Non ti preoccupare piccola, basta papà > affermò Asuma, aiutando la figlia ad alzarsi e raccogliendo la mazza
< Non ti preoccupare, ormai è tutto risolto > disse Hinata, anche se sapeva che non era così
< Cosa farai per quanto riguarda il lavoro? > domandò Kurenai, dopo aver smesso di ridere
< Non lo so ancora > rispose sinceramente la ragazza
< Secondo me dovresti continuare ad andare. Come hai detto prima ti trovi bene in quel bar e poi non puoi subito deprimerti per una piccola difficoltà. Anzi la devi affrontare. Devi far finta che non sia successo ed andare avanti > affermò Kurenai
< Ok > disse la ragazza, grata per il consiglio ricevuto
< Spero che ti sia stata d’aiuto > dichiarò e la ragazza fece un cenno di sì con il capo.
Dopo di ciò, continuarono a parlare del più e del mano fino a quando Hinata non decise di ritornare a casa
< Allora ci vediamo > disse la ragazza oltrepassando il cancello  
< Ciao e vieni quando vuoi > affermò Kurenai, salutandola con un cenno della mano
< Certo > assicurò la ragazza sorridendo, iniziando ad incamminarsi verso la fermata dell’autobus.
Quell’uscita le aveva fatto proprio bene. Almeno aveva trovato un po’ di buon umore.
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Arrivata a casa, decise di cucinare ed aspettare Sakura per la cena. Mangiare in compagnia era molto più divertente che mangiare da sola. Verso le undici, la porta di casa si aprì ed appena Sakura mise piede in casa
< Che buon odore > affermò, respirando il buon profumo presente in casa
< Ciao Sakura > disse Hinata, dalla cucina
< Cosa stai cucinando? > chiese l’Haruno una volta entrata in cucina
< Il curry > rispose Hinata, voltandosi verso l’amica e sorridendo
< Ti trovo meglio > fece notare Sakura, contenta di ciò in quanto era stata tutta la giornata preoccupata per l’amica
< Si, un po’ meglio > disse la Hyuga, riempiendo due ciotole e portandole a tavola
< Adesso mangiamo > continuò sedendosi a tavola
Sakura non si fece pregare due volta e si sedette anche lei a tavola
< Hai già deciso cosa fare con il lavoro? > domandò l’Haruno, dopo aver mangiato il primo boccone
< Ho deciso > rispose < E ti devo chiedere un favore > aggiunse la ragazza dai capelli corvino
< Certo. Tutto quello che vuoi > disse Sakura, pronta ad ascoltare la richiesta della ragazza.
Dopo aver ascoltato quello che Hinata, le doveva dire
< Non c’è nessun problema > affermò sorridendo < Anzi credevo che era qualcosa di diverso > aggiunse e dopo ciò ritornarono a mangiare.
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Il giorno successivo, Naruto arrivò al lavoro in ritardo, in quanto aveva paura di scoprire ciò che aveva scelto Hinata. Una volta entrato, si guardò in torno e quando il suo sguardo andò sul bancone, notò dietro di esso Sakura
< Cosa ci fai qui dietro? > chiese curioso una volta avvicinatosi ad esso
< Ci lavoro qui > rispose Sakura, non capendo a cosa si riferisse il ragazzo
< Lo so che lavori qui. Mi chiedevo cosa ci facevi qui dietro, se di solito lavori in sala? > domandò, sperando che Sakura avesse capito
< Da oggi lavoro io qui dietro con te > rispose la ragazza.
Sentendo ciò Naruto si sentì triste, questo voleva dire che Hinata alla fine aveva lasciato il lavoro. Senza dire più nessuna parola, si diresse verso la spogliatoio, ma quando si avvicinò, vide Hinata uscire dallo stanzino. Sorpreso di ciò, la raggiunse
< Ciao Hinata > disse sorridendo
< Ciao Naruto > affermò la ragazza, ricambiando il sorriso
< Hinata, io ti devo delle scuse per quel che è successo al festival > iniziò il ragazza, ma fu subito fermato dalla ragazza
< Non ti preoccupare Naruto, mi basta che tu sei felice > disse la ragazza < Quindi facciamo finta che non è successo niente e torniamo ad essere amici come prima > aggiunse per poi superarlo e dirigendosi in sala. Quando la ragazza lo superò, si voltò a guardarla e
< La questione è che non sono affatto felice > affermò a voce bassa ed entrando nel camerino.
 
Note autore:
Salve a tutti. Eccovi il sesto capitolo. Cosa ne pensate? Spero che sia stato di vostro gradimento. Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Alla prossima.
 
   
 
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