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Autore: Bluemoon Desire    06/09/2016    3 recensioni
Dopo le mille vicissitudini della terza stagione, Guido e Azzurra sono tornati di nuovo insieme, pronti a conquistare quel lieto fine che troppo a lungo hanno inseguito senza mai raggiungerlo. Scontrandosi con nuovi crucci e difficoltà di percorso, si renderanno conto che la vita vera è ben lontana dall'idillio perfetto di una favola e che a volte...beh, a volte può essere racchiusa tutta in un attimo. Un istante imprescindibile e sfuggente in grado di influenzare e perfino riscrivere il futuro...nel bene e nel male.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Azzurra Leonardi, Davide Corsi, Guido Corsi, Suor Angela, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                              Capitolo 4 - Lo strano percorso 

"Lo strano percorso 
di ognuno di noi 
che neanche un grande libro o un grande film 
potrebbero descrivere mai 
Per quanto è complicato 
e imprevedibile,
per quanto in un secondo tutto può cambiare
niente resta com'è."      
       
                      


                                                                            - Messaggio in segreteria -
 
“…come hai potuto farmi questo? Non hai avuto neppure il coraggio di dirmi la verità, ho dovuto scoprirlo per caso, grazie a quella receptionist ancora più cretina di me! Ma stai tranquillo, ho capito. L’ho capito che non mi vuoi più. Ti lascio libero, Guido…ritieniti ufficialmente sciolto da ogni legame con la sottoscritta. Direi che ci siamo già presi in giro abbastanza, no? Ti auguro una vi--"
                   
                                                                             - Registrazione interrotta -


[ Alcune ore prima al Convento degli Angeli...]

Il dormitorio era immerso in un tacito e profondo silenzio, intervallato di tanto in tanto solo dal lontano rombo di motore di qualche solitaria automobile di passaggio che sgommava per la strada o dal ripetuto e sincrono frinire delle cicale nell'aria. 
Prima di lasciare la sua stanza, Azzurra si fermò per un lungo momento sulla soglia, lo sguardo che vagava distratto attorno a sé, in contemplazione silenziosa. 
Un unico insistente pensiero le frullava nella testa. 
Forse il momento della verità che tanto aveva atteso - e temuto - si stava davvero avvicinando e, chissà, magari al suo rientro a Fabriano niente sarebbe stato più come prima...o magari anche stavolta avrebbe trovato mille ed uno motivi per rimandare ulteriormente quella conversazione.  

Ma forse la verità era che non le importava poi più di tanto! 
Tutto ciò che desiderava in quel momento era poter rivedere Guido e aggrapparsi, anche solo per un attimo, a quella sfuggente sensazione di benessere interiore che provava ogni volta che lui le sussurrava all'orecchio che tutto sarebbe andato bene. 
Lui era l'unico al mondo in grado di pronunciare quelle parole e farle credere che potesse accadere sul serio. 

Percorrendo in punta di piedi il lungo corridoio del dormitorio, con il cuore che perdeva un battito ogni volta che le rotelle del suo trolley stridevano più rumorosamente del previsto a contatto con il pavimento lucido di cera, raggiunse il più in fretta possibile l'entrata secondaria de "L'Angolo Divino", l'area del convento attraverso la quale era notoriamente più facile sgattaiolare via senza dare nell'occhio.  
Non era di certo la prima volta che sfruttava quella via di fuga per filarsela alla chetichella sotto il naso delle suore, ma d'altro canto dubitava che, alle quattro scarse del mattino, qualcuno si aggirasse già ben sveglio e pimpante per il convento. 
Forse fu proprio a causa di questa ingenua convinzione che, quando la tonante voce di Suor Angela la raggiunse all'improvviso alle spalle, sobbalzò così tanto che il trolley quasi le scivolò via dalla mano, rischiando di crollare di schianto ai suoi piedi. 

"C'avrei scommesso che eri tu!" sibilò Suor Angela con un accentuato tono accusatorio, puntandole il dito indice dritto contro il petto "Non starai mica riprendendo le tue vecchie abitudini, vero Azzurra? Lo sai che qui al convento ci sono delle regole da rispettare...non puoi andartene in giro alle quattro del matt-..." 

Quell'irruento fiume di parole s'interruppe bruscamente, non appena lo sguardo di Suor Angela avvistò l'inconfondibile e familiare sagoma del trolley di Azzurra, strategicamente semi nascosto dietro la schiena della ragazza.  

"...e quello?" le domandò prontamente, il sopracciglio pericolosamente inarcato "Tu non stavi rientrando, dico bene? Tu te ne stavi andando via! Azzurra, sono le quattro e un quarto del mattino...si può sapere dove avevi intenzione di filartela a quest'ora? E perché quel trolley, poi? Non dirmi che volevi scappare!"

"Ma che scappare e scappare...Azzurra Leonardi non è mai - e dico MAI - scappata di fronte a niente e a nessuno, è chiaro?!" s'infiammò all'istante Azzurra, riservandole un'occhiata profondamente indignata ed offesa "Stavo partendo per Roma. Ecco, il mistero è svelato. Ora può anche smettere di fare Sherlock Holmes e tornarsene a dormire..."

"...è inutile che fai tanto la spiritosa, signorina!" la redarguì severamente Suor Angela, per niente decisa a mollare la presa "Guarda che ti ho vista prima con Margherita, quando ha annunciato a tutti la sua partenza per Boston. La tua migliore amica ti dice che ha vinto una borsa di studio all'estero e tu invece di congratularti con lei che cosa fai? La ignori o, peggio ancora, fai la sostenuta? Hai idea di quanto quel tuo atteggiamento possa averla ferita, Azzurra? Conosci Margherita almeno quanto me, dovresti immaginarlo! La verità è che da un po' di mesi non ti riconosco più..."

"Siamo almeno in due, allora" commentò Azzurra, caustica.

"Benedetta ragazza..." sospirò Suor Angela quasi con rassegnazione "...mi dici perché vuoi partire per Roma? Si tratta forse di Guido? Hai deciso di parlargli?"

"No, Suor Angela, non ho ancora deciso niente e questo suo continuo mettersi in mezzo in questa faccenda non mi rende di certo le cose più facili!" la rimbeccò bruscamente Azzurra, avanzando di un'altra manciata di passi verso l'uscita "Senta, lo so che lei lo fa soltanto per il mio bene, e la ringrazio, ma io qui sto impazzendo e ho bisogno di allontanarmi per qualche giorno...ho bisogno di vedere Guido, di stare con lui...DA SOLI..."

"Mi auguro davvero che tu sappia quello che stai facendo, Azzurra" ribatté a quel punto Suor Angela con tono mesto, pur consapevole di aver fatto del suo meglio a dispetto dei risultati a dir poco insoddisfacenti "Spero sempre che l'amore del Signore possa guidare il tuo cuore verso la decisione più giusta...lo spero per te, per Guido e soprattutto per Davide. Una famiglia non si costruisce solo su un legame biologico di sangue e voi tre ne siete l'esempio. Qualunque cosa tu decida di fare della tua vita d'ora in poi, non dimenticare mai che le tue scelte ricadranno sempre sulla tua famiglia..."

Poi, senza aggiungere altro, si allontanò rapida in direzione dell'ingresso dei dormitori, svanendo in un istante oltre la soglia e lasciando Azzurra ad osservarla da lontano, più confusa di quanto non fosse stata in precedenza.  

[ Roma - Sheraton Hotel - Ore 6.15 a.m. ] 

Se qualcuno gli avesse domandato quale fosse stato il servizio di sveglia più efficente tra tutti gli alberghi del mondo in cui aveva alloggiato, di certo quello dello Sheraton Hotel della Capitale d'Italia avrebbe ricevuto una menzione speciale. 
Più preciso di un orologio svizzero!
Sveglia alle 6.15, colazione alle 6.45 e l'agghiacciante prospettiva di trascorrere un'intera giornata tra convegni, incontri di lettura e circoli di discussione di gruppo, condita da un'altra generosa manciata di buonismo e lecchinaggio gratuito che  personalmente, avrebbe scambiato con gioia con una full immersion di shopping selvaggio in compagnia di Azzurra. 

Chissà, forse era stata l'influenza dell'insofferenza accademica di Azzurra ad averlo contagiato, o semplicemente era stato lui ad essersi man mano allontanato da quel mondo che un tempo si era dilettato ad incastrarlo tra i suoi scomodi ingranaggi fin quasi a soffocarlo, fatto sta che la sua capacità di sopportazione aveva quasi raggiunto il limite massimo in quei giorni...e la cosa peggiore era che ne mancavano ancora due alla fine dell'evento. Affiancata a quella pessima prospettiva, perfino la vita al Convento degli Angeli assumeva di colpo connotazioni quasi idilliache.
E questo la diceva parecchio lunga a riguardo! 

Avvolto in quella spirale di nostalgica malinconia, allungò un braccio verso il comodino e afferrò il cellulare, scorrendo la rubrica fino al numero di Azzurra. Probabilmente lo avrebbe odiato a morte per averla svegliata all'alba, ma poco importava...
Avrebbe trovato il modo giusto per farsi perdonare. 
Aveva bisogno di parlare con lei, di sentire la sua voce.

‹ Il numero della persona chiamata non è al momento raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi. Grazie. ›

Ennesimo buco nell'acqua. 
Sbuffando rumorosamente, lanciò il cellulare tra le lenzuola e in uno slancio di stizza si sollevò a sedere sul materasso, puntando prontamente i piedi fuori dal letto. Strano ma vero, lontano dal calduccio delle coperte, la freschezza mattutina di quell'alba romana non faticava a serpeggiare indomita fin sotto pelle, regalandogli un primo assaggio di Roma in piena veste autunnale. 
In punta di piedi, tra uno sbadiglio e l'altro, raggiunse l'ampia finestra che troneggiava al centro del locale e ne spalancò completamente le ante, permettendo ai primi raggi del sole di prendere pieno possesso della stanza. 
Per fortuna aveva accettato lo scambio di camera con quella testa di legno dell'avvocato Misseri, altrimenti tutto quel ben di Dio sarebbe andato miseramente sprecato agli occhi di quel viscido borghesuccio in piena crisi ormonale per l'ennesima sbandata del mese. 

La vista panoramica di Roma illuminata dalla luce dell'alba rientrava senza alcun dubbio tra le cose più belle che avesse mai visto nella sua vita, e sì che aveva viaggiato parecchio nel corso della sua carriera d'insegnamento! 
Posando lo sguardo sul magnifico panorama che si stendeva davanti ai suoi occhi, si ritrovò a pensare a quanta antica meraviglia si nascondesse tra quei vicoli pre-cristiani e quei monumenti intrisi di millenni di storia che ormai erano entrati nella leggenda della cultura occidentale...e inevitabilmente il suo pensiero guizzò verso Azzurra e Davide.
Quanto avrebbe voluto essere lì con loro!  

[ Intanto al Convento degli Angeli...]

"Ma perché Azzurra non mi ha salutato prima di partire?" 

Il tono mesto e carico di delusione di Davide esprimeva in pieno tutto il suo rammarico per quell'inspiegabile "fuga notturna" di Azzurra, ma Suor Angela non si lasciò abbattere. Certo, Azzurra aveva scelto come al solito la strada più complicata e controversa per affrontare la situazione, ma forse questa volta non aveva poi tutti i torti. Determinate questioni richiedevano la giusta tempistica e l'ambiente adeguato per poter essere affrontate nel modo migliore possibile e, negli ultimi tempi, Azzurra non aveva fatto altro che combattere da sola contro se stessa e contro le proprie paure, senza mai trovare il coraggio di appellarsi al supporto di Guido, e la sua innata testardaggine l'aveva portata sull'orlo di un pericoloso baratro, rischiando di mettere nuovamente in crisi il suo rapporto. 
Per questo l'aveva lasciata andare. 
Stavolta sembrava ben decisa ad andare fino in fondo in quella storia e, avendo una certa familiarità con l'entità dei suoi tormenti interiori, immaginava quanto questo dovesse esserle costato. 
La sua fuga non era un atto di resa, bensì un atto di coraggio. 

"Azzurra ti vuole molto bene, tesoro, lo sai" si rivolse teneramente al bambino che, suo malgrado, non poté fare a meno di annuire debolmente "Sta solo attraversando un periodo un po' difficile e vuole capire da sola come uscirne senza affidarsi al prossimo...la conosciamo tutti Azzurra, no? Non sarebbe disposta a chiedere aiuto neppure se avesse una freccia indiana ficcata tra le spalle, è la sua indole da "principessa guerriera". Tutto merito del notaio Leonardi e della sua inesistente carica affettiva, immagino. Ma qualcosa mi dice che, forse, questa sarà la volta buona..."

Pronunciò queste parole più come una sorta di autoconvincimento rivolto a se stessa, ma tanto bastò a calamitare l'attenzione del piccolo Corsi. 

"...la volta buona per che cosa?" intervenne il bambino, aggrottando la fronte in un'espressione a metà tra il perplesso e l'inquisitorio che sembrava portare su di sé l'impronta di Guido. 

Più cresceva, più somigliava in tutto e per tutto a suo padre. 

"Niente di importante, Davide, sono cose da grandi" tagliò corto Suor Angela, limitandosi a carezzargli teneramente la nuca con fare materno. 

Ma il piccolo Davide non accennò a voler mollare la presa. 
Tutt'altro. Ritornò immediatamente all'attacco, e stavolta con maggior determinazione.

"Ormai ho quasi dieci anni e non sono più un bambino!" la rimbeccò con fare polemico, incrociando le braccia al petto in un chiaro segno di protesta "L'ho capito anche io che Azzurra e papà hanno dei problemi...ma non è questo il punto. Da un po' di tempo Azzurra mi tiene sempre a distanza e, anche quando passa del tempo con me, è come se le dessi fastidio. Ho provato a capire, ma non ci riesco. Suor Angela, per favore, almeno tu dimmi la verità! Si è già stancata di farmi da mamma?"

Al sentir pronunciare quelle parole, Suor Angela avvertì un'improvvisa e dolorosa stretta al cuore e non riuscì proprio a reprimere l'impulso di stringerlo forte a sé. Davide si era sempre dimostrato molto forte, coscienzioso e maturo, forse più di quanto chiunque si sarebbe aspettato da un bambino della sua età, e vederlo soffrire in quel modo le spezzava letteralmente il cuore.
Non si trovava di certo nella posizione giusta per poter rompere il sigillo di segretezza che Azzurra le aveva imposto, ma in qualche modo si sentiva in dovere di rassicurarlo. Di fargli sapere che era amato e desiderato...soprattutto da Azzurra. 

"Vieni qui accanto a me, tesoro..." lo incoraggiò, facendogli un po' di spazio sulla sedia perché vi prendesse posto "...devi capire che, a volte, noi adulti ci ritroviamo a non sapere bene come gestire i nostri problemi e questo ci porta spesso a far ricadere lo stress e i nostri malumori su chi ci circonda. Specialmente sulle persone a cui vogliamo più bene, quelle che sono disposte a rimanere al nostro fianco anche di fronte alle difficoltà o ai nostri repentini cambi d'umore...le mettiamo alla prova, le usiamo come strumento di sfogo - a volte perfino ingiustamente - e talvolta, così com'è accaduto ad Azzurra, finiamo per allontanarci da loro. Azzurra ti ama profondamente, Davide, come non credo che abbia mai amato nessuno...tu e tuo padre siete tutta la sua vita e, qualunque cosa accada, non devi dubitare di questo neppure per un solo istante...mai..."

"Sei proprio sicura che non si sia stancata di me?" incalzò ancora Davide, puntando esitante i suoi grossi e teneri occhi scuri su di lei, quasi a volerle scrutare dentro alla ricerca della verità "Quando la mia mamma è morta, ho pensato che mi sarei sempre sentito solo. Ma grazie ad Azzurra è stato un po' come avere ancora una mamma, e anche se con Rosa mi trovo molto bene...beh...lei mi manca. E vorrei mancarle un po' anche io..."

Suor Angela si lasciò andare ad un tenue sorriso carico di tenerezza. 
Quel bambino riusciva sempre a scaldarle il cuore. 

"Vedrai che entro stasera ti chiamerà e ti ripeterà mille molte che le manchi tantissimo!" lo rassicurò poi, stampandogli un dolce bacio sulla fronte. 

"Tantissimissimo?" incalzò lui, il faccino triste e malinconico finalmente illuminato da un accenno di sorriso. 

"Tantissimissimo" confermò Suor Angela, ammiccandogli con complicità.  


[Roma - Sheraton Hotel - Ore 12 a.m.] 

"No, mi scusi, forse lei non ha capito la gravità della situazione...io DEVO vedere urgentemente il professor Corsi. Non posso aspettare!"

La voce di Azzurra salì man mano di tono ad ogni parola, attirando sempre di più l'attenzione dei clienti erranti che si aggiravano per la hall semideserta dell'hotel, diretti alle proprie stanze private o alle sale riservate agli eventi del convegno.  
La biondina seduta dietro il bancone dell'accoglienza le rivolse un'occhiata di sufficienza, continuando imperterrita a masticare con disgustosa platealità la sua chewing gum di un acceso color porpora.  

"Le ho già spiegato che il professor Corsi ha richiesto di non essere disturbato" biascicò infine con tono vagamente seccato, tornando poi a rivolgere la più completa attenzione allo smalto color cachi con il quale si stava già destreggiando all'arrivo di Azzurra "Se ci tiene così tanto ad incontrarlo, però, può provare a fare un salto all'aperitivo delle 18 che si terrà nella Sala Grande e al quale dovrebbero prendere parte tutti gli ospiti del convegno...per quell'ora dovrebbe aver finito qualunque cosa stia facendo e con /chiunque/ la stia facendo..."

A queste parole, il sopracciglio di Azzurra s'inarcò verso l'alto e le sue guance si tinsero di una pericolosa sfumatura di rosso. 

"...chiedo scusa?" fece brusca, rivolgendole uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque "Sta, forse, insinuando che il professor Corsi si stia intrattenendo in camera con qualcuno?" 

La ragazza all'altro capo del bancone la fissò sbigottita, quasi fosse una specie di mostruoso alieno sceso in Terra.

"Beh, carina, non so come funziona sul tuo pianeta, ma qui di solito quando le persone puntualizzano certe cose il senso del messaggio è proprio quello!" ribatté poi, con un tono da maestrina che mandò Azzurra letteralmente fuori di testa. 

"Ascoltami bene, Barbie Cretina..." la redarguì Azzurra con epsressione a dir poco furente, protendendosi verso di lei attraverso il bancone al punto da arrivare quasi a sfiorarle la fronte "...si da il caso che il professor Guido Corsi sia il MIO fidanzato. Ti è chiaro il concetto? Ti assicuro che in questo momento non sono molto lucida e questo gioca a tuo sfavore, perciò adesso chiudi la bocca, fai una bella ricerca sul tuo bel computerino da secchiona e mi dici qual è il numero della sua stanza. Poi puoi anche ritornare al tuo incantevole smalto color cachi...bleah, orrore e raccapriccio..."

"Ma io non poss--..."

"Ti sto per mettere le mani addosso." 

Evidentemente la minaccia di un'aggressione fisica suonò abbastanza convincente alle orecchie della ragazzetta, perché immediatamente si rizzò con la schiena sulla sua bella poltrona in pelle e, senza più proferire una sola parola, cominciò a digitare rapida qualcosa sulla tastiera.
Qualche istante di ricerca nel ricco database dell'Hotel e il foglietto con le informazioni richieste si materializzò dal nulla tra le mani di Azzurra. 

"Sei stata sorprendentemente utile" la ringraziò a suo modo Azzurra e, prima di inoltrarsi a passo spedito attraverso il corridoio dell'ala ovest, le rivolse un sorrisetto malizioso sussurrandole malignamente "Comunque fossi in te mi libererei il prima possibile di quello smalto...il color cachi non lo mette più neanche mia nonna!"

Mentre percorreva in lungo e in largo i silenziosi corridoi dell'hotel alla ricerca della camera di Guido, cercò di togliersi dalla mente le parole pronunciate da quella biondina. No, Guido non l'avrebbe mai tradita. 
Non in un modo così squallido. Non era proprio il tipo. 
Era escluso. Impossibile. 
Eppure quella perfida vocina nella sua testa — che ricordava tremendamente quella della sua amica Cami — continuava a ripeterle che non era poi una prospettiva così assurda e che capitava a moltissime coppie di doversi confrontare con un tradimento. 
La distanza in una relazione non facilitava mai le cose e Guido a Camerino era sempre circondato da colleghe e studentesse affascinanti e brillanti a livelli per lei a dir poco irraggiungibili.
Insomma, le tentazioni non gli mancavano.
Possibile che qualche mese lontano da casa gli avesse fatto già dimenticare tutto ciò che avevano condiviso insieme? 

Finalmente, dopo molto vagare, la trovò. 
Stanza 368. 
Era già pronta a scagliare con enfasi le nocche contro la porta per palesare la sua presenza, quando qualcosa le bloccò il cuore in petto, mozzandole di colpo il respiro. Una voce decisamente femminile — e dal tono anche piuttosto divertito — proruppe all'improvviso dall'interno della stanza "incriminata", sghignazzante ed acuta come quella di un'oca starnazzante. Si accostò meglio all'uscio per riuscire a cogliere qualche stralcio della conversazione, ma quella dannata porta sembrava a dir poco insonorizzata...magari lo era per davvero. 
Ma un piccolo illuminante dettaglio riuscì a carpirlo. 
Il modo in cui quella donna rideva, quel suo fare smaliziato e confidenziale, denotava un certo grado d'intimità tra loro...quel genere d'intimità che mai avrebbe addossato a Guido. Il SUO Guido. 
Poi ecco arrivare il colpo di grazia definitivo. 

« ...avevi promesso che le avresti parlato appena tornato a casa e invece dobbiamo ancora incontrarci così, di nascosto, come due ladri nella notte. Ha il diritto di sapere che ormai appartieni ad un'altra...che il tuo cuore adesso è solo /mio/... » 

Il cuore di Azzurra cominciò a scalpitare così selvaggiamente nel petto, che temette quasi che perfino quei due potessero sentirlo battere. 
Distrutta e con le lacrime che ormai le annebbiavano la vista, si allontanò di corsa lungo il corridoio, dirigendosi nella direzione opposta, decisa a lasciarsi alle spalle quel posto orribile il più velocemente possibile. 
Ancora non riusciva a crederci, non poteva essere vero. 
Non poteva averla tradita. 
Eppure lo aveva visto con i suoi occhi. 
Quella era la SUA stanza, era registrata ufficialmente a suo nome. 
Nessun errore, nessuna dubbia omonimia. 

Non appena si richiuse con violenza lo sportello della macchina alle spalle, un'irrefrenabile ondata di disperazione la investì da capo a piedi, rendendo la consapevolezza di quella rivelazione ancor più devastante. Con la testa reclinata contro la parte superiore del sedile, si abbandonò ad un pianto liberatorio, lasciando che le lacrime le inondassero il volto, inesorabili e silenziose, i battiti accelerati del suo cuore che le rimbombavano così forte nelle orecchie da annullare qualsiasi altro rumore circostante. 

Senza indugiare oltre, accese il motore e lasciò che l'auto scivolasse rapida in direzione del casello autostradale.
Il cielo plumbeo e carico di imponenti ammassi nuvolosi  minacciava un imminente temporale, perciò doveva sbrigarsi a raggiungere Fabriano.
In quel momento non desiderava altro che rinchiudersi in convento il più in fretta possibile e scomparire nella sua stanza per un mese o due, senza vedere o sentire anima viva. 

"Maledetto amore, maledetto Guido...maledetti tutti gli uomini!" imprecò a raffica colpendo con veemenza il volante che stringeva tra le mani, la rabbia che le montava pericolosamente dentro ogni volta che il pensiero tornava a quella dannata stanza d'hotel.

E fu proprio mentre la radio diffondeva a tradimento un vecchio brano romantico degli 883, accompagnato da quella battente e fitta pioggerellina autunnale che picchiettava ritmicamente sui vetri, che decise di chiudere la questione "Guido Corsi" una volta per tutte.
La vecchia Azzurra si sarebbe limitata ad inviargli qualche sterile sms carico di anonimi insulti, ma il tradimento di Guido meritava una conclusione decisamente più incisiva. Memorabile. Così, dopo aver infilato alla svelta una mano nella tasca interna del cappotto, estrasse il cellulare ed avviò la chiamata al numero di Guido. Quasi all'istante, partì il messaggio automatico della segreteria. 
Poco male, in quel momento non aveva proprio voglia di sentire la sua voce. 

                                                                         - Messaggio in segreteria -
 
“E' la prima volta che faccio una cosa simile, perciò non ho idea di cosa dire...beh, sappi che non ti dirò niente più di quello che meriti e voglio che sia chiaro: questa sarà l'ultima volta che avrai la mia attenzione. Io e te abbiamo chiuso. 
Come hai potuto farmi questo? Non hai avuto neppure il coraggio di dirmi la verità, ho dovuto scoprirlo per caso, grazie a quella receptionist ancora più cretina di me! Ma stai tranquillo, ho capito. L’ho capito che non mi vuoi più. Ti lascio libero, Guido…ritieniti ufficialmente sciolto da ogni legame con la sottoscritta. Puoi riferire il messaggio anche alla tua adorabile ochetta starnazzante. Direi che ci siamo già presi in giro abbastanza, no? Ti auguro una vi--…”


Il cellulare le scivolò bruscamente via dalle mani. La Ford Escort color blu metallizzato si era materializzata dal nulla davanti ai suoi occhi, invadendo contromano e a gran velocità la sua stessa corsia di marcia. In un rapido guizzo di riflessi, Azzurra riuscì a sterzare bruscamente per evitare l'impatto diretto con l'altra vettura, ma le ruote scivolarono a tradimento sul fondo bagnato di pioggia della strada, scagliando inesorabilmente la sua auto da un lato. 
Lo schianto che ne seguì fu paurosamente violento.
Poi fu solo il buio. 
E il silenzio. 




ANGOLO DELL'AUTORE: Zan Zan ZAAAN! Eh, io vi avevo avvisati...e adesso? Che si apra ufficialmente la votazione: ce la farà o non ce la farà? E cosa accadrà tra lei e Guido? E quale segreto era pronta a rivelargli prima della catastrofe? Lo scopriremo solo vivendo... alla prossima! 

P.S. L'incipit musicale di questo capitolo è tratto da "Lo strano percorso" di Max Pezzali. 
   
 
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