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Autore: Vanya Imyarek    07/09/2016    1 recensioni
Chad e Penelope sono finalmente riusciti nel loro intento: rubare la corona di Tolomeo e portarla al sicuro nella Piramide Arena. Ma questo non significa certo che il loro compito è finito: dovranno impedire, al contempo, che Setne risorga e che la giustizia faccia il suo corso, e questo implicherà un viaggio nel luogo più pericoloso del mondo greco.
Dopo una corona contesa tra più parti, i nostri eroi saranno alle prese, come da profezia, con uno spettro da fermare e, al contempo, non fermare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                              PENELOPE

SCOPRIAMO CHE PROBABILMENTE STIAMO PER MORIRE







Il portale di Sadie ci aveva trasportati in un punto di Long Island dove il frammento della stele di non so quale faraone era stato strategicamente posizionato vicino al Campo.
 La pensavamo una trovata piuttosto saggia, quella di non essere trasportati direttamente all'interno del luogo, ma solo in un punto in cui si poteva accedere se si era la persona giusta e restare fuori in caso contrario. Il trucco di Dakao poco tempo prima aveva lasciato un ottimo segno, anche se era stata solo una finzione.
 Corremmo difilato al Campo, e la corsa mi diede abbastanza tempo da dare un'occhiata approfondita alla nostra situazione. 
Dunque, Setne era scappato. Probabilmente in quel momento stava dando battaglia al drappello installato dall'altra parte delle Porte.
 Opzione uno: mezzosangue e maghi riuscivano a catturarlo. In tal caso, molto probabilmente sarebbe stato trascinato seduta stante al Tribunale del Giudizio, e la sua anima data in snack a una specie di ippopotamo-coccodrillo. Ma quanto ci piaceva l'eccesso di ordine! 
Senza contare che non avrebbe potuto usare gli incantesimi sul Libro di Thoth: non se l'era portato a dietro negli Inferi, forse per timore che gli avrebbe procurato troppa attenzione da parte degli allegri abitanti del luogo. Quindi le sue formule migliori erano fuori uso, chissà perchè non aveva ordinato che i suoi aiutanti dichiarati corressero a sorvegliare il luogo per impedire che si avvicinassero persone indesiderate?
 Quella storia iniziava ad avere sempre meno senso. Non mi piaceva, puzzava terribilmente di asso nella manica. Ma a quello avrei pensato dopo. 
Ora, se Setne fosse stato catturato, noi come avremmo impedito che fosse distrutto correttamente? Magari i suoi seguaci sarebbero stati abbastanza leali da tentare una missione di salvataggio. Noi avremmo potuto interferire. Sempre che loro non decidessero che la situazione era troppo disperata ed era il caso di tagliare la corda prima di subire ripercussioni ... in tal caso, non sapevo cos'avremmo potuto fare. Avremmo dovuto aspettare lo svolgersi degli eventi, e tentare di trovare un'appiglio. 
Oppure chiedere una mano a Thoth. I testi  antichi dicevano che anche lui aveva il suo ruolo nella pesatura delle anime, e non avrebbe lasciato tutto il lavoro a noi, vero? Tecnicamente, il dio dell'equilibrio era lui!
 Adesso, opzione due. Setne riusciva a tirare fuori il famigerato asso nella manica e- oh dei, avrebbe obbligato Walt ad attaccare i suoi stessi compagni? Il Libro di Thoth poteva fornire il suo nome segreto e chissà quante altre informazioni- no, come avevo riflettuto prima, Setne non aveva quel libro a portata di mano. Il trucco doveva essere qualcos'altro. 
In ogni caso, Setne riusciva a scappare e a mettere davvero le mani su quel libro. A quel punto, avrebbe avuto eccellente materiale di ricatto a propria disposizione. Probabilmente, qualcuno avrebbe ceduto e l'avrebbe divinizzato. E Thoth ... mi auguravo che non fosse stato così maniaco della conoscenza da scrivere anche informazioni su sè stesso. Se l'avesse fatto ... Setne avrebbe avuto abbastanza materiale da convincerlo a rivelare il nostro doppio gioco? 
Chi poteva saperlo. Forse ci riteneva troppo indispensabili al suo mantenimento dell'ordine per sacrificarci. Forse Setne avrebbe minacciato di rivelare la posizione del suo sheut a qualche dio cui stava antipatico, e noi, be', dopotutto eravamo solo dei mortali, e poteva trovare dei sostituti, oppure occuparsi da solo della faccenda. Non lo sapevo. 
Avevamo visto Thoth per poche volte, e si trattava pur sempre di un dio. Era un po' azzardato cercare di supporre cosa gli passasse per la testa. In un modo o nell'altro, eravamo piuttosto fregati.
 Ecco le prime costruzioni del Campo. Alcuni ragazzi ci videro e ci corsero incontro. Carter si accollò il compito di dare la brutta notizia. I ragazzi la diffusero.
 Chirone ci convocò alla Casa Grande, ci chiese un dettagliato racconto della vicenda. Nessuna informazione dall'altra pattuglia. Perchè? Cosa stava succedendo? Quanto stava durando lo scontro? Un barlume di arcobaleno. Luciano e Hazelle di nuovo?
 Percy, Annabeth e Ziah. Malconci e con l'espressione sconvolta e abbattuta. Setne non era con loro. La nostra missione era saltata?
 I miei compagni di viaggio scattarono in piedi, Sadie rovesciando una sedia, e fu lei a chiedere la domanda che certo assillava tutti. 
"Perchè Walt non è lì?"
 Non ci avevo neanche fatto caso, ma alla luce di quel mio timore precedente ... non era una bella cosa, per niente.
 Fu Ziah a rispondere. "Walt è ... Setne deve aver trovato il modo di controllarlo tramite il suo libro. E' stato normale fino a quando le Porte della Morte non si sono aperte ... poi ci ha attaccati. Nel Libro di Thoth c'è abbastanza materiale da ricattare gli dei a fare qualunque cosa, Anubi deve aver preso il controllo completo ... mi dispiace, Sadie" 
Sadie non disse niente. Si limitò ad accasciarsi sul pavimento. Io corsi al suo fianco. Non avevo considerato quel versante della situazione.
 Walt non era solo l'ospite di un dio, qualcuno che Setne avrebbe potuto piegare ai suoi voleri per scappare o attaccarci; era anche il fidanzato di Sadie. Come avrebbe potuto sentirsi la mia amica in quel momento? Oh dei, e se Setne avesse cercato di obbligare Walt ad attaccare Sadie? Cosa sarebbe successo? Non avrebbe ceduto al ricatto per amore della fidanzata, o avrebbe sacrificato lei?
 E proprio adesso che stava saltando fuori la faccenda di Becky. Pregai disperatamente a qualunque dio avesse voglia di sentirmi che al Ventunesimo Nomo fossero riusciti a esorcizzarla via, o Sadie si sarebbe trovata ad affrontare quella situazione completamente da sola.
 Anche Carter si inginocchiò vicino a lei, carezzandole i capelli e mormorando qualcosa a proposito che lui ci sarebbe sempre stato. Io non avevo idea di cosa dire. Sadie comunque ci ignorò entrambi: sembrava troppo concentrata sul non piangere per fare qualunque altra cosa.
 Gli altri invece continuarono a discutere di argomenti di interesse più comune al momento.
 "Qualcuno di voialtri ospita un dio?" chiese Chirone a Carter. 
Lui scosse la testa, distogliendo l'attenzione dalla sorella. "Quando gli dei sono andati in esilio dopo la lotta contro Apophis, hanno rotto tutti i legami con i loro precedenti ospiti. E anche se sono tornati a causa di Setne, non ci sono ancora stati episodi di condivisione del corpo"
 "Quindi nessuno di voi può perdere il controllo e passare dalla parte di Setne assieme al suo dio. Bene"
 "Però i nostri poteri sono tratti dal loro" obiettò Ziah. "Qualora dovessero decidere di cedere a un eventuale ricatto, ci taglierebbero i finanziamenti, per così dire"
 "Saremmo molto, molto più deboli" continuò Carter. "Saremmo costretti a praticare la magia per come era fino a qualche anno fa, senza legami divini e molto meno potente. Dal canto loro, gli dei si ritroverebbero senza ospiti ... compreso Setne, ora che ci penso, qualora volesse diventarlo. La loro possibilità d'azione sarà molto limitata"
 "Qualcosa di positivo, finalmente" commentò Percy. "A meno che quella Regina non faccia l'ospite per tutti, ma dubito che sia possibile. E' solo un'elementalista dell'acqua, non è vero?"
 "Sì, e anche volendo, potrebbe ospitare solo divinità legate all'acqua. Neftis, ad esempio, o più probabilmente Sobek. Ma se i membri egizi dell'esercito di Setne si sono uniti a lui apposta perchè contestavano l'uso della magia divina, dubito che sarebbero disposti a usarla" 
"Ma potrebbero prendere gente a caso" obiettò Carter. "Vi ricordate Serqet al Museo di Brooklyn? E Horus una volta ha posseduto un piccione. Probabilmente non sarebbero utili come un vero mago e si consumerebbero velocemente" si interruppe un istante; in effetti non era un bel pensiero immaginarsi divinità che si toglievano di dosso persone e le buttavano via come abiti vecchi "ma potrebbero comunque fare danno. Non dobbiamo aspettarci completa inazione da parte loro"
 Chirone sospirò.
 Eh già. Avevano appena perso un intero gruppo di alleati, e quelli che restavano erano molto indeboliti. In compenso, Setne era appena diventato molto più forte. Probabilmente un sacco di persone sarebbero morte. Persone cresciute e addestrate sotto la guida di quel centauro, esattamente come le vittime delle guerre precedenti.
 Non avevo mai dato molto pensiero a Chirone, l'avevo sempre visto come una sorta di potenziale ostacolo da aggirare, ma in quel momento, mi sentii davvero dispiaciuta per lui. Come doveva essere passare attraverso quel genere di cose? Restare sempre fisso alla stessa età, addestrando a aiutando giovani con la loro vita, facendoli crescere e diventare persone sicure di sè e mature, per vederli massacrati da qualche mostro, mentre lui restava lì fermo nel tempo a crescere e addestrare nuovi ragazzi che avrebbero probabilmente fatto la stessa fine?
 Come poteva non solo aver mantenuto il suo lavoro, ma continuato a cercare di formare legami con i ragazzi? Io, al posto suo, mi sarei sforzata di vedere quei ragazzi come macchine da guerra da perfezionare, nemmeno umani, e non mi sarei invischiata nei loro problemi e nelle loro vite. Non avrei saputo sopportare una cosa simile. 
Oh, e noi probabilmente avremmo dovuto assicurarci che qualche vittima ci sarebbe stata. Giusto perchè la vittoria non fosse troppo facile. 
Mi sentii improvvisamente stanchissima, come se avessi appena passato anch'io tutto quello che Chirone aveva passato nella sua vita. Ma perchè, cosa mi era venuto in mente di accettare quella missione, quando Thoth l'aveva proposta?
 Perchè non aveva fatto cenno a questo genere di cose, allora avremmo solo dovuto incentivare piccoli criminali e recuperare una corona. Non avevo anticipato niente di tutto questo. La situazione era completamente scappata di mano, e molto probabilmente tra poco l'avrebbe fatto ancora di più. 
"Mi rendo conto della situazione" mormorò il centauro. "Ma al momento non possiamo avere certezze in merito. Siamo costretti ad aspettare che sia Setne a fare la prima mossa, qualunque cosa abbia in mente. Suggerisco che voi torniate tutti, rispettivamente, al Campo e al vostro Nomo. Avete appena affrontato tutti un' impresa incredibile, indipendentemente dal risultato, e so che avete fatto tutto quello che avete potuto. Meritate un poco di riposo"
 "Daremo loro un passaggio con un portale. Arriveranno tra pochissimo" annunciò Ziah, prima di interrompere la comunicazione.
 Noi che eravamo stati nel Tartaro ci trovammo a scambiarci occhiate confuse. Come ci si congedava dopo un'impresa vissuta insieme? Un'impresa fallita, chiaramente, altrimenti dei festeggiamenti sarebbero stati la risposta.
 Fu Sadie a risolvere l'enigma. "Carter, potremmo tornare a casa, per favore? Mi sento poco bene"
 Era verdolina, effettivamente, ma comunque era una buona scusa per tagliare il tutto senza troppi imbarazzi. Suo fratello annuì.
 "Subito ..." decise che comunque un congedo andava inserito. "Sono contento di aver affrontato questa cosa insieme a voi due. Comunque sia andata alla fine, ce l'abbiamo messa tutta, insieme" 
Già, l'importante è partecipare, anche se dal fallimento implicato dipendevano un sacco di complicazioni molto ma molto brutte. Chad borbottò qualcosa sul fatto che ricambiava, anche se ero sicurissima che la pensasse come me, e io cambiai argomento del tutto. 
"Vi dispiace se passo a trovarvi, più tardi? Sadie, ti va di parlare un po' per conto nostro?"
 Ne avrebbe avuto un bisognone, ma probabilmente voleva distendere un poco la mente da tutto quello che era successo. Andare da lei in circa un'oretta sarebbe stato meglio. Sadie annuì e mi guardò con gratitudine, prima di allontanarsi insieme al fratello.
 Uscimmo anche noi, lasciandoci dietro un Chirone troppo pensieroso anche solo per farci caso, e andammo dritti filati alla radura del consiglio dei satiri. Il Sommo Consiglio delle Capre si riuniva solo raramente, e gli spiriti del bosco non gli davano particolare peso quando era in disuso. Un buon punto d'incontro, in parole semplici, quando non potevamo discutere direttamente con Thoth ... e pareva proprio che in quella situazione fosse meglio evitare.
 "Dunque?" chiese Chad. Suonava stanco come mi sentivo io. "Cosa conti di fare? Ci azzardiamo a ripresentarci?" 
"Dove? Alla Piramide Arena o da Setne?" chiesi di rimando.
 "In entrambi i posti. Sarebbe un bell'azzardo: metti che Setne sospettasse già di noi, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata convocare Thoth e chiedergli direttamente di confermare i suoi sospetti. E qui ci sarebbe da vedere se il nostro capo ci ritenga sacrificabili o meno ..."
 "O se non sia riuscito a trovare una scappatoia" ipotizzai. "E' il dio dell'intelligenza, dopotutto. E poi, non sono poi così sicura che Setne sospetti di noi-"
 "Ti ricordi Sisifo?"
 "Stavo per dire, che sospetti di noi nel senso di agenti per conto di Thoth. Sarebbe più facile immaginare che in realtà abbiamo spiegato la situazione per bene al Campo Mezzosangue, e siamo diventati loro spie nel suo gruppo. Non sono sicura che sappia che Thoth era in cerca di assistenti per il suo lavoro, o che aveva un qualsiasi interesse nella situazione"
 "Sì, però se non sospetta lui sospetta Luciano. Andiamo, è difficile pensare che tutte quelle sue strane frasi siano davvero casuali, no?"
 "Luciano non ha a disposizione il Libro di Thoth" gli feci notare. "Anche se sapesse tutto, non avrebbe alcuna autorità su Thoth"
 "Vero anche questo. Ma se Thoth avesse deciso di dire tutto a Setne per ammorbidirselo in vista di qualche altro piano? Oppure, se il solo fatto che Setne sia padrone del suo Libro lo obbliga ad essere sincero con lui anche su argomenti su cui non è interrogato?"
 Contemplai per un istante le due ipotesi. 
"Siamo completamente fregati" conclusi.
 "Ecco" borbottò lui. Per sottolineare la gravità della situazione, non diedi alcun peso al fatto che avessimo appena concordato.
 "Ma le probabilità che questo succeda sono abbastanza ridotte, non ti sembra?" feci comunque notare. Era vero: per Thoth, saremmo comunque stati un'utilissima carta di ripiego. E poi, non sarebbe comunque stato così disposto a sacrificarci, no? 
Be', si trattava sempre dello stesso dio disposto a spingere gente in una vita di crimine e a sabotare la ricerca medica, per l'avanzamento dei suoi scopi. Certo, finora a noi queste non erano sembrate cose così atroci, ma alla luce della nostra recente paranoia, assumevano sempre di più la fisionomia di prove lampanti che Thoth non avrebbe avuto problemi a farci ammazzare con un motivo valido. Begli ipocriti ... 
"Il problema resta comunque quello" riprese Chad. "Andiamo da Setne a controllare la situazione, stanotte, e rischiamo di farci uccidere a vista, o restiamo qui al sicuro e ci perdiamo la possibilità del doppio gioco?" 
Ci riflettei per circa due secondi, perchè praticamente non avevamo scelta.
 "Se non ci presentassimo, non ci limiteremo a perdere il doppio gioco. I soldati di Setne capiranno che siamo dei traditori e vorranno ammazzare noi più di chiunque altro sia al Campo. Questo per certo. Se invece ci presentiamo, non solo abbiamo la possibilità che Thoth non abbia detto niente e che continuino a non sospettare di noi, ma abbiamo anche la possibilità di difenderci in caso di attacco" 
"In due?"
 "Se i nostri attaccanti avranno sfortuna, sì"
 Chad annuì. "Tutto perfettamente logico. Faremo così, allora. Ma se fossimo scoperti e riuscissimo a scappare, cosa conti di fare dopo?"
 "Non lo so" ammisi. "Continuare di nascosto le operazioni per il crimine e la corruzione che Thoth ha predisposto ... e cercare di intervenire in questa guerra lavorando solo nella fazione degli dei"
 "Passare direttamente dalla loro parte non è passato per l'anticamera del cervello neanche a te, eh?" commentò lui con un mezzo sorriso. "Anche perchè la situazione dell'equilibrio non cambia: troppo favore a chi ha vinto troppe volte, e tutto va fuori dalla finestra. Però non sarà facile, senza Thoth"
 Vero: era sempre stato il dio della saggezza a predisporre i piani generali, che noi avevamo adattato a seconda dei cambiamenti nelle situazioni. Non ero sicura che avremmo potuto improvvisarci strateghi con altrettanta efficacia. 
"Probabile, ma ci tocca quello che passa il convento: noi stessi" conclusi. "E adesso credo proprio di dover andare da Sadie. Ti sembra ci sia altro da discutere?"
 "No, quello lo faremo una volta scoperto l'esito del nostro ritorno. Già che sei lì, controlla anche la situazione con la figlia di Anubi" 
Cos'era, voleva che avessi una motivazione strategicamente valida anche per andare a trovare la mia amica? In altre occasioni mi sarei arrabbiata, ma lì ero semplicemente troppo stanca e demoralizzata per farlo. Mi limitai a guardarlo male e a sparire tramite viaggio nell'ombra. 
La situazione al Ventunesimo Nomo era piuttosto deprimente. Contrariamente al solito, nella Sala Grande c'erano pochissime persone, e tutte parlavano tra loro a bassa voce. Gli unici che sembravano un po' concitati erano Carter e Jaz, in un angolo: sentii menzionare Anubi, e capii che la guaritrice stava raccontando di Becky. Pareva proprio che la situazione fosse rimasta brutta ... be', io non potevo farci nulla, non sapevo niente di tutto ciò.
 Il luogo tenne il mio morale piantato fermamente a terra, e non riuscì a risollevarlo nemmeno la visione della statua del mio forse ex capo con un cappello da Babbo Natale in testa. Procedetti difilato verso la stanza di Sadie, trovando la porta chiusa. Bussai.
 "Chi?" fu la risposta. Dalla voce, pareva molto assonnata o molto depressa: possibilissimo che fosse entrambe le cose.
 "Io" risposi. 
"Okay, entra" 
Eseguii. Sadie era spalmata sul proprio letto, con gli auricolari nelle orecchie e intenta a fissare il soffitto. Avvicinandomi, notai che aveva gli occhi arrossati. 
Bene, e io in queste situazioni ero sempre una frana. Non avevo mai avuto veri e propri amici, crescendo, e non avevo mai fatto esperienza di consolare qualcuno che aveva un problema relazionale. Il massimo che potevo ricordare era Chelsea che si lagnava perchè quel ragazzo terribilmente figo della classe al secondo piano non sembrava notarla neanche pagato. Non molto utile quando il fidanzato della mia amica aveva appena mollato lei e la sua squadra dietro ricatto.
 Ma insomma, cosa potevo fare? Ehi, magari le sarebbe bastato sfogarsi, dire quello che pensava, poterne parlare senza che nessuno la giudicasse ... sarebbe fondamentalmente stato come dire i propri pensieri a voce alta, ma magari avrebbe aiutato. 
"Sei riuscita a sentirti meglio dopo averci pensato per un po'?" fu il mio esordio. Naturalmente conoscevo benissimo la risposta, ma era un modo per dare il via alla conversazione.
 "Pensato? E a cosa può essere utile pensare, qui?" sbottò lei, prima di emettere un sospiro frustrato. "Ti rendi conto che adesso il futuro della mia relazione è nelle mani di Setne? Cioè ... dopo tutto quello che ho passato, dopo essermi tormentata tra l'uno e l'altro per un anno, dopo che finalmente ho avuto la mia occasione di essere felice dopo essermi fatta il mazzo a combattere per salvare il mondo ... quel fidanzato che stava quasi iniziando a diventare una parte normale della mia vita sparisce all'improvviso, perchè uno stupido fantasma con chissà cosa al posto del cervello decide che costringerlo a combattere dalla sua parte sia la più grande idea del mondo!"
 Mollò un pugno al cuscino. 
"Che poi, la responsabilità non è interamente di Setne. Cosa diavolo ha Anubi di così importante da tenere segreto, che valga più dell'aiutare noi?"
 Nome segreto? Posizione dello sheut? Vera forma divina? Francamente, c'erano un sacco di cose di cui un dio poteva preoccuparsi, ma Sadie non mi pareva dell'umore giusto per considerarlo.
 "Stupido, stupido di uno stupido! Giuro che, non appena avremo fatto fuori quel fantasma e lui potrà tornare da noi, gliene farò passare la voglia direttamente, ecco. Faccio meglio a dimenticarmelo direttamente. Tu cosa ne dici?"
 "Devi fare quello che vuoi, in questa situazione" mi affrettai a rispondere. Lei annuì, e rimase in silenzio per qualche istante. 
"Pensi che ce la faremo a sconfiggere Setne?" fu la domanda successiva, in tono molto più calmo e pensieroso. Sapevo che la risposta 'giusta' era 'sì, certo, lo ridurremo a una polpetta e recupereremo il tuo fidanzato!', ma non potevo dire che fosse quello che pensavo davvero. 
E lo so, vi starete chiedendo come sia umanamente possibile che proprio io mi faccia problemi a mentire, ma in quel momento non stavo lavorando come spia. Stavo cercando di confortare un'amica, e volevo essere il più sincera possibile nel farlo. Almeno in quelle occasioni.
 Sadie, comunque, interpretò anche il mio silenzio come una risposta. "E' vero. Dovremo uscire di testa a furia di scontri, e ancora non abbiamo niente nemmeno per tentare di fare una previsione. Che vita di merda è?" sbottò, mollando un pugno molto violento al suo cuscino.
 "La vita di mezzosangue e maghi, suppongo" tentai di alleggerire la tensione con una delle battute più usate al Campo.
 "Sarà, ma io ho l'impressione che la mia sia anche un po' peggio. Anche perchè, con quella tua stupida profezia, adesso ho la certezza che io e Walt moriremo probabilmente in modo orribile per vivere romanticamente insieme nell'aldilà. Io volevo farlo in questa vita!"
 Sarebbe stato utile ricordarle che tra Campo e Nomi c'erano un sacco di altre coppie? Qualunque cosa avessi deciso, non potei nemmeno rifletterci: un'improvvisa cacofonia di passi di corsa, urla e imprecazioni fu una buona distrazione.
 "Adesso fanno casino senza me a istigarli ...?" mormorò Sadie, alzandosi per andare a controllare. 
"Sadie! Resta chiusa in camera, qualunque cosa succeda!" urlò Carter, con perfetto tempismo. 
"Che nessuno apra quella porta!" urlai. No, non stavo omaggiando un film horror: ponendo la frase in quei termini, volevo accertarmi che il gusto per la trasgressione di Sadie non la portasse a fare esattamente quello. Perchè se avevo capito cosa stava succedendo, che lei rimanesse al sicuro era la cosa più importante.
 La maniglia si abbassò senza risultato, poi tutta la porta si coprì di uno strato di ghiaccio ("Felix?" mormorò Sadie, confusa) che diventò via via sempre più spesso. Dopodichè andò in mille pezzi. Be' ... non era stata aperta, dopotutto. L'autrice della furbata stava esattamente sull'uscio. 
Becky era il peggior caso di albinismo soprannaturale che si potesse immaginare. Aveva la pelle assolutamente priva di qualsiasi traccia di colore, al punto di essere praticamente traslucida: a guardarla bene in faccia, si intravedevano le linee delle vene, dei muscoli e delle ossa del volto. I capelli lunghi fino alle spalle erano bianco gesso, senza trasparenze di alcun tipo, e gli occhi erano apparentemente privi di iridi (in seguito scoprii che le aveva, solo che erano bianche anche quelle), con le pupille verticali che facevano un contrasto fortissimo con tutto il resto del volto. 
Aveva mantenuto la statura e le dimensioni di Felix; solo, i lineamenti e le proporzioni erano quelli di una bambina molto piccola. Era una combinazione così sbagliata che mi trovai a rabbrividire per il disgusto. Becky decisamente non era quel che si suol dire una bella bambina. 
"Ehm ... e tu chi ... cavolo sei?"
 Tirai un accidente mentale a Sadie per aver detto proprio la cosa sbagliata ... anche se probabilmente una cosa giusta non esisteva.
 "Io sono Kebechet" disse la bambina con rabbia. "La figlia di Anubi e Anput!"
  Jaz piombò sulla scena, cercando di afferrare la dea.
 "Sadie, scappa!" le urlò.
 Becky strillò, e una lama di ghiaccio apparsa dal nulla pugnalò Jaz al braccio. La ragazza mollò la presa sulla piccola dea, urlando, e qualcun altro gridò qualcosa da quella che doveva essere la fine del corridoio. Becky guardò verso di loro, allontanò Jaz con un calcio, poi entrò nella stanza. 
"Cos'hai fatto al mio papà? Dov'è la mamma?"
Sadie era rimasta ferma e immobile per tutto il tempo, probabilmente paralizzata dallo shock della notizia, ma a sentirsi direttamente interpellata fece qualcosa di simile a una ripresa. "Come sarebbe a dire che sei la figlia di Anubi? E .. di chi altro?"
 "Bugiarda!" urlò Becky. "Lo sai chi è! L'hai fatta sparire tu e hai fatto qualcosa al papà perchè ci dimenticasse!" 
Ah ... era così che la piccoletta aveva interpretato le cose. Eravamo ancora più nei casini di quanto avessi immaginato. 
Sadie sembrava sul punto di mettersi a piangere o a urlare, ma ebbe abbastanza buonsenso da tentare di ragionare. "No, io ti giuro che non sapevo nemmeno che Anubi avesse un' ... altra fami-" 
"Basta dire bugie!" strillò la dea. "Non è colpa di papà! Lui ci vuole bene, non sarebbe andato via! E' tutta colpa tua!" 
La vedevo brutta. La mia reazione istintiva sarebbe stato attaccare la dea, sarebbe stato più che valido visto che aveva il potenziale per ammazzarci tutti, ma mi ricordai in tempo che doveva essere un'alleata per noi. Dovevo darle il più possibile una buona immagine di me. 
Okay, intervento il più gentile, calmo e razionale che potevo.
 "Kech ..Chetb ...piccola dea, calmati, per favore. C'è un gigantesco errore dietro a tutto que-" 
Una lama di ghiaccio volò nella mia direzione.
 "Evitami!" urlai appena in tempo. Becky sgranò gli occhi, parve impaurita per un istante, poi la sua espressione si fece determinata e io mi ritrovai bloccata nel ghiaccio prima di potermene rendere conto. Oh merda, merdosissima merda.
 "Che il ghiaccio si sciolga prima che tu possa fare qualcosa a Sadie!" borbottai tutto d'un fiato. La dea non mi sentì, perchè Sadie tornò a reclamare la sua attenzione. 
"No! Lei non c'entra niente con tutto questo!" 
"E' tua amica!" accusò Becky. "E' come te!"
 "Ehi, aspetta, anch'io mi sono ritrovata fregata, a-" 
"Ti ho detto di non dire bugie!" strillò Becky. Le pareti si coprirono di uno spesso strato di ghiaccio, e la temperatura precipitò. "Devi andartene! Devi ridarmi i miei genitori e andartene!"
 "Capisco che tu soffra, ma-" esordii. Il suono di qualcosa che si infrangeva mi interruppe.
 "Sadie!" urlò Carter, diversi passi di corsa per il corridoio ... arrivavano i rinforzi. 
La dea del ghiaccio creò un'altra barriera sulla porta, ma un khopesh verde e luminoso la mandò in pezzi. Becky urlò. Carter si precipitò nella stanza, in un avatar da combattimento di dimensioni adatte a non distruggere il posto.
 "Lascia stare mia sorella!" urlò.
 Ziah si precipitò a sua volta nella stanza, impugnando dei nastri rossi. 
"Trattienila!" urlò a Carter. 
Per quanto divinità giovane e inesperta. Becky arve capire esattamente cosa stesse per succedere. Strillò di rabbia e terrore, e il rettangolo nero di un portale si disegnò a mezz'aria, perchè la bambina ci scomparisse dentro. Svanì subito dopo, lasciando noi quattro in una stanza a temperatura zero, con Sadie traumatizzata e la sottoscritta ancora saldamente incastonata nel blocco di ghiaccio.
 Ziah fece un passo verso di lei, per poi cambiare idea e iniziare a salvarmi dall'ipotermia con il suo bastone. Azione molto benveuta, l'adrenalina iniziava già a mollarmi e a farmi notare quanto facesse freddo esattamente.
 Carter invece si precipitò da sua sorella. "Come stai?" le chiese, studiandola ansiosamente per eventuali ferite.
 "Come ti sembra che possa stare ..?" mormorò Sadie. "Quella ... chi era? Era davvero ...?"
 "La figlia di Anubi" completò Carter, guardando a terra. "Perchè non me l'ha detto nessuno?" sbottò Sadie. "Prima che mi infilassi in una relazione con uno sposato e con famiglia ..." 
"Non lo sapevamo neanche noi" si affrettò a replicare suo fratello.
 "Nemmeno Mr. Wikipedia?"
 "Anubi è famoso, la sua famiglia no. Sua moglie e Kebechet non hanno avuto ruolo attivo in nessun mito, e il loro culto non prese mai particolarmente piede" 
"E perchè adesso lo sapevano tutti tranne me?"
 "Ha iniziato a prendere il controllo di Felix mentre voi eravate nel Tartaro" spiegò Jaz, entrando nella stanza. Aveva una fasciatura molto improvvisata sul braccio. "Abbiamo dovuto fare delle ricerche apposta"
 "E perchè nessuno ha tentato di contattarmi per dirmelo?" chiese Sadie. Il suo tono adesso non era decisamente spaventato: più sul suo arrabbiata-perchè-non-voglio-farvi-capire-quanto-stia-male-davvero.
 "Volevamo tentare di esorcizzarla spiegò Jaz. "Non ci siamo riusciti, l'unica ad avere i mezzi per farlo era Ziah. Volevamo che lasciasse Felix in pace, e che non costituisse un problema per la tua sicurezza o ... per te e Walt, insomma ..." 
"Bene. Così preferivate mollarmi ad avere una relazione con uno che aveva una famiglia segreta, senza dirmi niente. Non volevate rovinare il rapporto di coppia? Non c'è nessun rapporto con lui che mi ha riempita di balle"
 "Pensavamo di confrontare Walt in materia, ma -"
 "Lui? Non me? Fuori. Lasciatemi in pace o giuro che qui saltano i denti a qualcuno"
 Eh, direi che aveva ragione. Ricacciare via Becky e aspettarsi che Sadie continuasse a vivere felice e contenta con qualcuno che l'aveva riempita di balle ...okay, da un punto di vista strategico era la cosa migliore da fare, questo sicuramente. Ma dal punto di vista della considerazione per Sadie ... no, per niente. 
Mi sentivo in colpa anch'io, ve lo assicuro: quando ne avevo discusso con Chad, nessuno dei due aveva portato quell'aspetto della vicenda in considerazione. Ti chiedo scusa, Sadie, per quello che può valere. 
Jaz e Carter filarono via a testa bassa, e Ziah li seguì poco distante, spingendo il blocco di ghiaccio mezzo sciolto contenente la sottoscritta. La porta si chiuse immediatamente alle nostre spalle.
 Bene. Benissimo. Adesso la mia povera amica stava doppiamente da cani. Prima era 'solo' stata separata dal suo fidanzato; adesso scopriva che il fidanzato aveva una figlia, e tra l'altro l'informazione era stata portata da detta figlia assieme a un tentato omicidio. Il tutto nel giro di poche ore. 
Certo, data la situazione di Walt, era improbabile che si ripresentasse al Ventunesimo Nomo, il che tagliava fuori la possibilità che i loro litigi comprom-no, adesso era arrabbiata con chiunque altro. Magari avrebbe iniziato a dare sui nervi a tutti gli stronzi che non le avevano detto niente, per esprimere il suo giusto risentimento si sarebbe anche rifiutata di agire in base a piani che riteneva stupidi ... indipendentemente dal fatto che lo fossero davvero o meno. Quindi il casino restava lì, e con una Sadie ancora più depressa del previsto. Urrà, urrà ...
 "Cos'ha fatto esattamente Kebechet?" chiese Carter. Mi ero quasi dimenticata della loro presenza, se non per Ziah che mi scongelava.
 "Ha tentato di ucciderla" risposi senza troppi giri di parole. "E' convinta che Sadie abbia fatto sparire sua madre e abbia fatto un incantesimo al padre per costringerlo a dimenticarle. Pretendeva che lestituisse la sua famiglia"
 "Io lo ammazzo" borbottò Carter. E sì, aveva l'aria piuttosto omicida. Non fare casini con la sorellina, eh? Iniziavo a dubitare sempre di più che, se Walt si fosse mai liberato dal controllo di Setne, sarebbe tornato in quel Nomo: troppa gente intenzionata a fargli la pelle.
 "E per Felix cosa facciamo?" intervenne Jaz. "Ora la dea ha preso completo controllo del suo ospite. Nelle trasformazioni precedenti, manteneva qualcosa dei suoi lineamenti, e riprendeva il controllo poco dopo ... adesso sono più di sei ore che Kebechet ha il controllo. Da solo, non credo riuscirà a tornare padrone di sè stesso" 
"Abbiamo i Nastri di Hathor" rispose Carter. "Possiamo cacciare il suo spirito da Felix ... certo, sarebbe meglio se riuscissimo a convincerla a restituirgli il controllo, o a trasferirsi altrove ... è una bambina, del resto"
 "Bambina o non bambina, sta privando qualcuno della sua capacità di agire autonomamente" replicò Ziah. "Anzi, lo sta usando per attaccare qualcuno a cui quella persona è affezionata. E ricordiamoci che anche Felix è un bambino. Penelope, ti senti bene?" 
Aveva finito di scongelarmi. Ero bagnata fradicia e avevo freddo, ma almeno avevo libertà di movimento. 
"Tutto a posto, non preoccuparti. E' su Sadie che dovremmo concentrarci" 
"Hai ragione" concordò Carter. "Non so quanto a lungo mia sorella rimarrà in quello stato ... in tal caso, potremmo doverci trovare a pianificare senza poter contare su di lei, e al contempo tenerla al sicuro e cercare di risollevarla"
 Si passò una mano nei capelli. Mi ricordò davvero tanto Chirone. "Lasciamole il tempo di recuperare. Al massimo metteremo degli shabti di guardia sul suo balcone o nella sua stanza, nel caso Kebechet volesse tornare a regolare i conti. Per il resto, dobbiamo solo aspettare che si riprenda"
 Non sembrava per nulla entusiasta della prospettiva: 'Okay, stiamo qui ad aspettare mentre uno dei nostri migliori combattenti potrebbe essere fuori uso a causa depressione, e nel mentre rischia sempre di essere uccisa da una bambina con poteri più grossi di lei. Tale combattente è anche la mia adorata sorella, che rischio di vedere deprimersi sempre di più se non troviamo un modo di riaggiustare le cose'.
 Difficile esserlo, in effetti.







Ladies & Gentlemen,
mi scuso per non aver aggiornato per tutto agosto: ho preferito sospendere la scrittura per concentrarmi sullo studio per l'esame di ammissione all'università, scelta sulla cui ricompensa sto ancora gongolando, quindi non sono dispiaciuta come per gli altri ritardi. Comunque! Questo capitolo serve a preparare le cose per come saranno al Campo Mezzosangue per la prossima storia, e soprattutto a presentare Kebechet. Cosa ne pensate di lei? Personalmente, dico solo che è un personaggio che mi sta dando un sacco di lavoro da fare. 
E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi si ritroveranno alle prese con una svolta dei fatti davvero imprevista.

  
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