Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MillyMalfoy    07/09/2016    2 recensioni
Nella Praga di inizio '900 due ragazzi si incontrano, uno scrittore e un pittore, costretti a dividere un appartamento, per poi scoprire che l'arte unisce, ma l'amore completa. Draco/Harry, saranno presenti anche altri personaggi, ma la storia verterà principalmente su Draco e Harry.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Le stelle brillavano silenziose nel cielo riflettendosi pacifiche sul chiarore della sua pelle così invitante. Le mie mani tremanti cercavano di afferrarla, desiderose di poterla stringere, di poter provare un emozione così intensa e arcana. Nuova e irripetibile”.

“Ti prego interrompi questo supplizio!” esclamò Blaise interrompendo il suo migliore amico, chino sulle pagine del suo manoscritto.

“Tu mi hai chiesto di leggerti la mia opera!” protestò irritato Draco, infastidito dalle critiche del suo amico.

“Sì, ma quando ti ho chiesto di allietare il mio tempo con il tuo romanzo, pensavo, o forse, speravo, che tu avessi scritto qualcosa di decente!” continuò Blaise.

Quel giorno un pallido sole aveva deciso di colorare la città di Praga. I due amici avevano deciso di trascorrere un tranquillo pomeriggio nell'ordinato parco di Petřín.

Le anatre nuotavano spensierate nel laghetto di fronte a loro, le signore passeggiavano impegnate a conservare una perlacea apparenza.

Loro due comodamente seduti su di una panchina. Draco con le fragili pagine tra le mani.

“Zabini, da quando ti intendi di qualsiasi cosa a questo mondo che non sia te stesso?” chiese Draco sempre più irritato.

Si rendeva perfettamente conto di non aver scritto niente di lontanamente comparabile ad un grande romanzo, ma era così penosamente difficile scrivere.

Prima di giungere in quella magica città non desiderava che poter scrivere, di poter riempire pagine e pagine con la sua appassionata scrittura.

Ora che era scappato e giunto lì, che aveva realizzato una parte del suo sogno, ogni ispirazione, idea, motivazione era stata prosciugata da lui. Rendersi conto di aver fallito nell’unica cosa in cui si credeva di essere dotati è amareggiante, aggiungerci poi i sarcastici commenti di Blaise era quasi come curare una ferita sanguinante con il sale.

“Semplice: io sono un esperto di tutto, perché IO sono in tutto!” 

“Giusto dimenticavo che tu fossi il figlio di Satana!” rispose sarcastico Draco.

“L’ironia non ti salverà dal tuo fallimento” rispose acido Blaise.

“Se io fallirò è perché almeno avrò tentato di fare qualcosa della mia vita. PERDENTE!”  Draco stava oramai gridando, il volto livido e la mano stretta a pugno minacciosa davanti a lui.

“Troppa passione, ancora una volta” rispose impassibile Blaise “quando capirai che è nell’astensione dei sentimenti la vera felicità. E solo un uomo felice è un uomo forte” rispose Blaise senza scomporsi. Le anatre continuavano a nuotare allegre nel lago di fronte a loro.

“Draco io non ti capisco, perché ti ostini a scrivere di cose di cui non hai la minima idea?” chiese Blaise.

“stai invecchiando vecchio mio, torni sempre sugli stessi argomenti. Non mi sono mai innamorato, lo so, ma ciò non vuol dire che io non possa immaginare come debba essere” rispose soddisfatto Draco della sua sicurezza.

“Sì, ma infatti il discorso è che tu non hai mai toccato una donna, come fai a scrivere di questo quindi?” chiese in segno di sfida Blaise, facendo schioccare la lingua fra i denti.

“Penso di poter inventare anche questo” cercò di rispondere titubante Draco.

“oppure potresti andare con una donna” ma vista l’espressione di terrore comparsa sul volto dell’amico all’invito continuò: “Oppure potresti incominciare a scrivere qualcosa di cui hai anche solo una più piccola conoscenza” concluse Blaise.

“Dimmi quindi di cosa dovrei scrivere, Tu che conosci ogni cosa, O potente Dio della nulla facenza, arroganza e presupponenza?” chiese al limite dell’irritazione Draco.

“Di… Potter!” rispose Blaise lasciando solo un breve intervallo fra le parole.

“Cosa? Chi?” chiese confuso e imbarazzato Draco.

Si ricordava perfettamente quel cognome, il verde di quegli occhi, il ritmo di quella voce, la rabbia per la derisione subita, l’insopportabile voglia di toccarlo, la sgradevole sensazione alla base delle dita.

“Nulla” rispose Blaise, scuotendo leggermente il capo “l’ho visto passare, o credevo che fosse lui” concluse Zabini con lo sguardo perso nell’orizzonte

“Stai proprio diventando vecchio!” lo canzonò Draco

“E tu povero!” cercò di ferirlo Blaise

“Lo sono già e da diversi mesi” rispose Draco cercando di mascherare il suo imbarazzo e di celare le sue preoccupazioni, ma uno Zabini non si lascia ingannare così facilmente.

“Draco stavo solo giocando. Praga è la città dei poveri , di voi artisti squattrinati in cerca del vero amore in ogni angolo di strada”.

“Sono davvero felice che tu riesca a comprendere in maniera  così completa il nostro modo di vedere e amare le cose, ma è che Blaise i soldi finiscono rapidamente, e io devo trovarmi un coinquilino al più presto e devo cercare di scrivere qualcosa di sensato e ragionato prima di morire di freddo, di fame o di malattia” concluse esasperato Draco.

"Allora questo sarà quello che impegnerà il mio pomeriggio: trovarti un degno coinquilino!" esclamò felice Zabini, aveva finalmente trovato qualcosa di davvero stimolante che l'avrebbe assorbito almeno per qualche ora.

"Non so cosa tu stia complottando all'interno della tua mente perversa, ma credo di averne paura" lo canzonò divertito Draco.

I due ragazzi continuarono a parlare del più e del meno per alcuni minuti, quando furono interrotti dall'arrivo di un terzo individuo: "Harry!" lo accolse Zabini sollevandosi dalla panchina per poter così salutare meglio l'ultimo arrivato.

"Mi era parso di aver scorto la vostra figura qualche minuto fa all'ingresso del parco, ma come suo solito, lo scettico, Malfoy mi ha distolto da questa mia convinzione, arridendomi. Signor Potter, spero che vogliate unirvi alla nostra compagnia" disse Blaise attirandosi gli sguardi di disdegno da parte di Draco, i quali, però morirono ignorati. 

"Molto volentieri, grazie dell'invito, oggi è proprio un giorno da passare in compagnia, è così piena di sorprese questa città che è un vero e proprio peccato non poterle condividere con nessuno, si rammaricò Potter.

"Questo forse è perché non avete amici, e comunque io non sono scettico, solo ostile a credervi!" ribatté Draco, per poi chiudersi in un solitario abbraccio. 

Blaise e Harry incominciarono a ridere divertiti dell'infantilismo di Draco: "Ogni tanto sei così esilarante, e penso che sia solo questo il motivo per cui tu abbia ancora qualche amico" gli rispose ironico Blaise.

Draco aprì la bocca per ribattere, ma quando il suo sguardo incontrò quello serio di Harry ogni risposta gli morì in gola e allora disse. "Si accomodi signor Potter, prenda posto accanto a noi!".

Harry non si fece ripetere due volte l'invito e si sedette fra i due amici. 

"Allora Harry come vi trovate nella gelida Praga?" incominciò chiedendo Blaise.

"La trovo elegantemente straordinaria" rispose appassionato Harry, i suoi occhi si illuminarono e in quella frazione di secondo Draco lo trovò luminoso, degno di essere il valoroso protagonista di un avventuroso romanzo.

"Conte Zabini siete mai stato a Parigi?" chiese Potter.

"Nessuno qui a Praga mi ha mai chiamato Conte, quindi Harry, se vi piace appellarmi in questo modo, non troverete nessuna fibra di contrarietà nel mio essere" scherzò Blaise sorridendo ad Harry.

"Sì, comunque sono stato a Parigi, vi ho vissuto per circa un anno, poi sono scappato alla volta di Londra, per poi girovagare fino a Roma, ed infine giungere a Praga, dove ho poi brillantemente scoperto di voler vivere la mia vita" finì di rispondere Blaise.

"E come l'avete trovata Parigi? E la mia Londra vi ha colpito?" chiese Harry.

"Parigi è confusa e chiassosa, colorata e profumata... l'ho amata, e ho amato in modo particolare una delle sue figlie adottive più belle. Aveva lunghi capelli rossi e una pelle così liscia e pallida, non avrei mai smesso di accarezzarla, di possederla, di amarla, ma fu lei a lasciarmi, a respingere il mio bisogno di lei, e così mi ritrovai in una grande città piena di luci e voci, desiderando solo un po' di silenzio, una pace che troppo a lungo ho cercato" si fermò Blaise per prendere fiato, ma Draco istintivamente chiese: "E Londra?".

"Londra fu dove scappai per ritrovarmi in una città che odia e disprezza i suoi stranieri, in un luogo dove il grigio è l'unico colore, dove la solitudine è l'unica compagna e il caos l'unico conforto" finì di raccontare Blaise con lo sguardo perso nel vuoto. 

"Sono nato a Londra" spiegò Harry "sono scappato appena ho avuto abbastanza denaro. Londra è una fogna pestilenziale per un orfano come me, ma Parigi è solo un illusione, una promessa d'amore, arte e cultura, ora toccherà a questa città illudermi, incantarmi e poi infine deludermi".

"Perché dice questo signor Potter?" chiese infastidito Draco.

"Perché non sono le città in cui dovremmo credere, ma negli uomini" rispose Harry.

"Non vi capisco" cercò di dire Draco "voi parlate della culla della civiltà come se avesse partorito solo aborti, ma come è possibile voglio dire: Blaise mentre ti trovavi fra le lenzuola del tuo grande amore, avrai sinceramente promesso alla città della luce che non l'avresti mai abbandonata, ed invece alla prima sofferenza, sei scappato in un altra città la quale non ti ha rifiutato, ma credo abbia semplicemente avvertito il tuo scetticismo, sapesse quanto i tuoi giuramenti di fedeltà siano vacui. Voi, invece Potter avete avuto la vita da Londra, un buon successo a Parigi eppure parlate di quei luoghi, come due donne capricciose e viziate, eppure vi aspettate che Praga vi accetti e vi ami" spiegò concitato Draco.

"Voi le avete viste Malfoy?" chiese Harry, e Draco non seppe mai perché il suo cognome detto in quel modo lo ferisse così tanto.

"No e me ne dolgo. Praga è la città in cui sono giunto da Vienna, e lei è stata tutta la mia vita" rispose Draco.

"Vedete questo è il motivo per cui non capite il nostro discorso" ribatté Potter.

 "Voi siete uguali, usate sempre la mia inesperienza come limite, mai come una possibilità" disse Draco.

"Non vi credo così innocente, Malfoy. Solamente ingenuo. Non riuscite a vedere il nostro punto di vista, perché riuscite ancora a distinguere tra Parigi e i Parigini, mentre io non vi vedo più differenze e proprio per questo so che Praga prima o poi mi deluderà, perché non esiste essere umano che prima o poi non ci deluda nel bene e nel male, la sofferenza fa parte di noi, del nostro essere e quando la sofferenza mi toccherà e si tramuterà in rabbia e odio, non potrò che scagliarmi contro questo cielo, imprecando contro queste mura" finì di dire Harry.

Blaise era rimasto in silenzio ad ascoltare queste parole e solo quando Harry si azzittì disse: "Tutti deludono tutti, prima o poi".

"Non ci credo, non voglio" sussurrò Draco.

"Ho fame, andiamo a cena" disse Blaise terminando così la conversazione.

 

 

Il sole aveva incominciato a calare oltre il mondo, per lasciare posto alle tenebre. I tre ragazzi avvolti nei loro caldi cappotti e coperti con pesanti sciarpe di lana, camminavano lungo via Nerudova.

"L'aquila Nera" una scritta in ferro battuto, dominata da un imponente aquila in ferro battuto, era l'insegna di uno dei locali preferiti da Blaise. Vi si poteva mangiare una buona zuppa calda per qualche misero denaro, in totale pace, nessun occhio indiscreto ad indugiare, nessuna falsa morale rivestita da santità.

Solo qualche malaugurato passante, e ricchi ragazzi annoiati dal mondo in cerca di qualche forte emozione di nascosto, all'ombra della vita.

"Tre zuppe di cipolla, e tre boccali traboccanti di birra" ordinò Blaise, mostrando al cameriere un mazzo di banconote, con un leggiadro movimento del polso.

"Non deve disturbarsi" cercò di protestare Harry, mentre strofinandosi le mani cercava di capire se le sue dita erano ancora attaccate alla mano.

"Siete miei ospiti per questa sera!" rispose Blaise.

"Praga è davvero fredda, anche nella migliore delle sue giornate autunnali" cercò di iniziare a conversare Draco, rapito dalle labbra di Harry, impegnate a contrarsi, strette fra i suoi palmi, in cerca di un residuo alito di caldo.

"Non più di Londra. Nemmeno Parigi lascia tregua ai suoi abitanti" rispose Blaise, anche se con lo sguardo perso ad un altro tavolo, dove una bionda giovane donna si lasciava stringere senza la minima resistenza da un vecchio uomo.

"A dire il vero, è la mancanza di soldi, bene necessario per poter comperare un po' di carbone, che rende fredda oltre modo questa città" rispose Potter.

"Vogliate scusarmi miei signori!" disse Blaise, che senza nemmeno attendere risposta si era alzato e diretto verso il tavolo che aveva così ingordamente attratto la sua attenzione.

"Da quanto vi conoscete?" chiese curioso Harry una volta rimasti soli al tavolo.

"Da sempre" rispose soprappensiero Draco, mentre con lo sguardo seguiva gli ipnotici movimenti del suo amico di infanzia che parlava allegramente con una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi, il colore preferito da Blaise.

"La mia presenza vi infastidisce? " chiese Harry, le cui parole richiamarono l'attenzione di Draco, il quale dopo un breve momento di confusione, rispose: "Cosa?… No, è solo che …no, niente, una sciocchezza. Cosa stavamo dicendo? Ah sì… Conosco Blaise fin da quando eravamo bambini, le nostri madri erano amiche, solo che ad un certo punto Blaise incominciò a viaggiare con la sua famiglia e non ci rimasero che una manciata di giorni d'estate e interminabili lettere invernali, fino a quando non ho deciso di raggiungerlo qui. Da allora siamo diventati ancora più legati, lui è la mia famiglia, l'unica che ora come ora voglia vedermi…" si lasciò sfuggire Draco, ma durante il suo discorso nemmeno una volta cerco lo sguardo di Harry.

"Allora avete paura di me?" chiese curioso Harry.

"Cosa?" rispose un sempre più frastornato Draco, per poi aggiungere "Non ho certo paura di lei, Signor Potter!"

"Allora spiegatemi cortesemente perché siete così reticente a conversare con me, e perché tendete a non incrociare mai il mio sguardo?" chiese schiettamente Harry.

"Non vi conosco abbastanza, non è nella mia educazione conversare così apertamente con persone appena conosciute. Inoltre ho diversi pensieri e preoccupazioni che affollano la mia mente, forse signor Potter pretendete da me una socievolezza di cui non credo di essere in grado" rispose Draco incontrando per la prima volta gli occhi di Potter, e ne rimase affascinato era di un verde così brillante che avrebbe potuto passare ore a pensare a parole degne di descrivere una meraviglia simile.

"Di cosa avete parlato in mia assenza?" disse Blaise, il suo ritorno distrasse Draco dai suoi pensieri, che gli avevano tinto le gote di rosa.

"Niente" rispose frettolosamente Draco, in evidente imbarazzo.

"Il signor Malfoy, mi stava spiegando di quanto lui fatichi ad avere rapporti sociali con gli altri esseri umani che lo circondano" rettificò divertito Harry, più in tono canzonatorio nei confronti di Draco, che di risposta a Blaise, il quale disse: "Come sei diventato rude mio caro amico, conosci il signor Potter da pochi giorni e già gli riveli i tuoi difetti e le tue debolezze…"

"Debolezze?" eruppe Draco interrompendo Blaise, il quale però non si lasciò minimamente turbare dall'interruzione e proseguì dicendo: "Si, amico, l'invidia.. la più grande nemica del mio caro amico Draco", concluse Blaise.

"Non credo di seguirvi" disse timidamente Harry.

"Vedete … il nostro piccolo Draco è cresciuto in un mondo in cui ogni speranza e attenzione era a lui rivolta, ora si trova nella più fredda delle solitudini a dover affrontare un mondo che tradisce ogni sua aspettativa, dove oggi è solo uno squattrinato sognatore, un mediocre scrittore e davvero un pessimo ospite." spiegò Blaise.

Lo sguardo di Draco si infiammò di rabbia, ma prima che potesse controbattere Harry disse: "Scusatemi dovrei andare in bagno." prima di alzarsi dal tavolo e sparire dietro ad una pesante porta di legno.

"Perché non provi a vivere una tua vera vita invece di sprecare il tuo tempo ad analizzare le vite altrui e di crogiolarti negli altrui errori" quasi gridò Draco.

"Forse perché vivere una propria vita non è affatto divertente" rispose annoiato Blaise.

"Perché gli hai detto quelle cose?" chiese Draco indicando il posto in cui fino a qualche minuto prima era seduto Harry.

"Perché ho notato come mi seguivi con lo sguardo, perché io so che vorresti incominciare a vivere davvero a vivere , ma hai troppa paura di sbagliare, di infrangere quelle stupide regole che ti sono state insegnate fin dall'infanzia e in cui nemmeno tu credi più. Io ho visto come lo guardi!" gridò questa volta Blaise, si era alzato e aveva improvvisamente perso la solita pacatezza che lo contraddistingueva, sbattendo il pugno sul tavolo.

"Cosa mi sono perso?" interruppe Harry, tornato al tavolo, nella speranza di frenare la lite fra i due amici.

"L'ennesimo errore di Blaise" disse fra i denti Draco.

"La solita codardia di un Malfoy" ribatté Blaise.

Draco si alzò di scatto e attraversato da una tempesta di sentimenti, si scusò ed usci dalla locanda, per scoprire che il sole era calato da diverso tempo e il freddo pungente della notte era pronto ad attenderlo e ad accompagnarlo fino al suo squallido appartamento.

Dove dopo molte ore spese ad osservare un infinito orizzonte senza risposte il sonno lo avvolse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MillyMalfoy