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Autore: blu992    08/09/2016    13 recensioni
Dalla storia:
Lydia Martin e Stiles Stilinski sono lieti di invitarvi alla loro festa di fidanzamento che si terrà nella casa della famiglia Martin il giorno 26 Maggio
[Sterek-All the way.] [Parte Text!fic]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si comincia con l'ANGST. Vi ho avvisati. Buona lettura!




Decidere di dover chiarire la situazione della sera prima con Derek, per Stiles non fu difficile, per niente. Era una persona adulta e da adulto doveva risolvere i casini generati dal proprio sregolato consumo di alcool. La parte difficile fu mettersi in macchina e dirigersi alla sua villa, scendere dalla suddetta auto e bussare al campanello della suddetta villa e chiedere a Raven dove fosse il suo Alpha.
 

“Ehi, pulcino, cosa ci fai qui?” 

“Pulcino?” 

“Si, l'ultima volta che ti ho visto eri bagnato e sembravi un piccolo pulcino. Allora? Vieni, entra” 

Stiles entrò nella casa mentre stava per chiedere di Derek, ma fu preso di assalto da Cora che gli si nascose dietro le spalle. 

“Stiles! Proteggimi, mi ucciderà!’ 

Stiles, ancora sorpreso, cercò di chiederle da chi stesse scappando, ma una voce proveniente dalle scale gli dissolse ogni dubbio. 

“CORA ELISABETH HALE!” 

Derek balzò praticamente dalle scale all'ingresso, per poi bloccarsi, ancora gli occhi accesi di rosso. Stiles sentì Cora stringergli ancora di più le spalle. 

“Non mi farai del male, altrimenti ne faresti a Stiles” 

 

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Derek avrebbe potuto tranquillamente spostare Stiles senza fargli del male e uccidere tranquillamente sua sorella. Quella peste era andata a svegliarlo facendogli il solletico e lui si era addormentato solo mezz'ora prima.  

Spostò lo sguardo da sua sorella al ragazzo che le stava di fronte confuso, poi decise per la tregua, era più curioso di sapere cosa ci facesse lui lì, aveva tempo per un omicidio dopo. 

“Con te facciamo i conti dopo. Cosa ci fai qui, Stiles?” 

Derek sentì chiaramente un odore di vergogna, ma vide anche Stiles raddrizzare le spalle prima di parlargli. 

“Avevo qualcosa da dirti, possiamo parlare?” 

“Certo” 

“In privato?” 

“Seguimi” 

 

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Stiles fu condotto da Derek fuori casa, vicino quello che sembrava un capanno per gli attrezzi, probabilmente per allontanarsi dal super udito degli altri abitanti della villa.  

Il lupo si fermò girandosi verso di lui che lo seguiva ad un passo di distanza, alzando un sopracciglio con fare interrogativo.  

“Volevo solo scusarmi per quello che ho fatto ieri, ero abbastanza brillo” 

Derek alzò entrambe lo sopracciglia, scettico. 

“Ok, ero completamente andato, quindi sono ancora più giustificato. Ora scusami, ma ho da fare” 

Stiles si girò appena, ma la voce del suo interlocutore lo bloccò.  

“Aspetta” 

“Cosa c'è?” 

 

.                                      ------ 

 

Derek fece un passo avanti, per avvicinarsi di più a Stiles e parlare sottovoce, per evitare ancora di più di essere sentito da qualcuno che era certo stesse origliando. Anche se questa fu la spiegazione che si diede dopo aver già agito, ancora una volta.  

“Posso farti una domanda?”  

Il ragazzo aveva annuito, segno che potesse procedere. 

“Hai detto la verità ieri?” 

Derek vide Stiles deglutire a fatica, prima di abbassare lo sguardo e cercare di allontanarsi di nuovo. Ancora una volta lo fermò con la sua voce, “Lo sai che se scappi me ne dai la conferma?”, ma Stiles continuò a dargli le spalle, anche se rispose alla sua domanda rivolgendogliene un'altra. 

“Non conosci già la risposta? Non solo hai i tuoi poteri, ma penso di avertelo già detto. Il mio subconscio deve aver tirato fuori qualche vecchio ricordo che non ha più importanza e ho parlato a vanvera. Capita anche ai migliori”. 

 

.                                     ----- 

 

Imbarazzarsi per proprie figure di merda era un conto, farlo a causa di Derek Hale che all'improvviso aveva voglia di parlare era un altro. Stiles riprese ad allontanarsi dopo aver risposto al lupo, chiedendosi perché gli avesse rivolto quella domanda senza senso. Era ubriaco, quando si è ubriachi si parla senza pensare.  

“Stiles…” 

E cosa voleva ancora? 

Stiles, imperterrito continuò a camminare verso la casa, avrebbe salutato veloce gli altri e sarebbe andato via. Derek sembrava essersi fermato, ma il ragazzo si sentì afferrare un polso, costretto a rigirarsi.  

“Lo sapevo già ieri che eri sincero. L'hai detto tu, sono un lupo. Solo che non capisco perché non vuoi ammetterlo a te stesso” 

Stiles si sentì invadere da una furia cieca. 

“Non mi sembra di averlo negato nemmeno ora! Sono curioso del sesso con un uomo, e quindi? Mi è vietato? C'è chi è curioso della vita sulla luna. Entrambi sappiamo di non poter realizzare i nostri desideri, ma non vuol dire che ce ne disperiamo. Lasciami in pace, Derek” 

Strattonato il braccio, riprese il cammino, sentendo Derek parlare.  

“Nessuno ha detto che ti stai disperando, Stiles. Sei libero di essere curioso di quello che vuoi, ma perché sei venuto proprio da me ieri?” 

Stiles si rigirò di nuovo, aveva sicuro le guance rosse per il sangue affluito alla testa. 

“Che cazzo ne so! Ti sei alzato e il mio cervello ha visto te e ti ho afferrato. Ero fottutamente ubriaco e a quanto pare il mio cervello in quei momenti si diverte a ricordare cose vecchie! Mi dici cosa vuoi? Non ti capisco Derek, spiegami!’ 

 

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Derek nemmeno sapeva cosa gli stesse prendendo. Sapeva solo che ormai era partito e non riusciva a fermarsi. Gli erano passate per la mente le immagini di Stiles al suo fidanzamento, rigido, le sue mani che non gesticolavano, la sua cravatta annodata perfettamente, i pochi sorrisi. Ed era semplicemente esploso. Era consapevole di star esagerando, quello che stava dicendo a Stiles non aveva senso e c'entrava poco con il discorso della sera prima. E poi aveva posto quella domanda a Stiles “Perché proprio me?”, di cui conosceva già la risposta, ma non era quella che Stiles gli aveva dato. Derek cominciò ad innervosirsi ancora di più.  

“Ah, non sai perché? Io invece penso proprio di saperlo!” 

Derek vide Stiles compiere i pochi passi che li allontanavano, mettendoglisi a pochi centimetri dal viso, gli occhi accesi di rabbia.  

“Stammi bene a sentire, Derek Hale. Quello che ho detto o fatto cinque anni fa è rimasto fermo a quel giorno, è passato, finito. Non so perché ti interessi così tanto psicoanalizzare le mie voglie sessuali, ma la vuoi sapere una cosa? Sono felicemente appagato. Ho una ragazza che sta in un letto con me molte volte, e ne sono felice, non mi manca nulla”. 

“Sei tu ad essere cambiato” 

Il ragazzo gli si avvicinò ancora di più, quasi a sfiorargli il naso. 

“La gente cambia, te l'ho già detto e a  te non deve fregartene. Ciao, Derek” 

 

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Flashback. Cinque anni prima… 

 

Stiles era appena tornato dal Messico e stava per avere un attacco di panico, uno si quelli belli pesanti che ti bloccano i nervi e che non ti lasciano nemmeno aprire e chiudere le mani. Aveva preso ad andare avanti e indietro per la propria camera cercando di respirare regolarmente, senza ottenere alcun risultato. Sapeva cosa l'avrebbe calmato, sapeva anche come fare per avere quella cosa, ma aveva un fottuta paura. Solo che in lui la dose di fifa era sempre molto inferiore se confrontata a quella di stupidità ed impulsività, quindi dopo aver preso le chiavi della Jeep era uscito di casa continuando a contare i respiri nella propria mente.  

 

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Derek era al loft per prendere le ultime cose da portarsi dietro per l'ennesimo viaggio. Braeden stava lucidando le sue pistole in silenzio, sembrava sempre così concentrata durante quella specie di rito. Derek era sicuro della scelta fatta: Allontanarsi da quella città e da quel branco non suo l'avrebbe aiutato anche a capire e gestire meglio la trasformazione avvenuta solo poche ore prima. Era diventato un lupo completo perché su punto di morte, ora doveva mettere ordine nella propria testa ed esercitarsi per impadronirsi di quella tecnica. Stava salendo la scala a chiocciola per prendere le ultime cose nella sua stanza, quando l'allarme del loft cominciò a suonare avvisandoli che avevano visite. Quindi si avvicinò al portone in ferro e lo aprì, capendo subito chi era che stava per arrivare. Puzzava di irrequietezza, tensione e Adderall: Stiles.  

 

.                         ----- 

 

Stiles sapeva di essere entrato nella tana del lupo, ma di certo non si sarebbe aspettato di trovarlo già sulla porta spalancata. Quella sorpresa gli fermò il fiato in gola, per qualche secondo. 

“Oh, Sourwolf, sei ancora qui! Pensavo fossi partito di nuovo senza salutare. Cioè ero convinto che fossi partito direttamente dal Messico, perché sembrava un sorrisino di addio il tuo, ma a quanto pare sei qui. Mi sembra giusto, hai ancora tutte le tue cose qui, ovunque tu stia andando avrai bisogno di vestiti, mutan” 

“Stiles” 

“Scusa, stavo straparlando. Posso entrare?” 

Derek si spostò dal portone precedendolo in casa. Stiles non aveva messo in conto la presenza di Tomb Rider. 

“Stiles, cosa ci fai qui?” 

Derek sembrava spazientito, come sempre. 

“Volevo…chiederti una cosa?” 

“Devo rispondere io?” 

“Si, cioè no. Sono qui per dirti una cosa, non per chiedere” 

Le sopracciglia interrogative di Derek lo spinsero a parlare.  

“Possiamo parlare da soli? Preferirei che questa figura di merda restasse tra noi due almeno nel momento in cui avviene” 

Breaden per fortuna non si fece pregare, si allontanò uscendo dal loft e chiudendosi la porta alle spalle. 

“Adesso parli?” 

 

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Gli odori provenienti da Stiles, le sue mani che non stavano ferme un attimo, le sue guance arrossate lo stavano facendo uscire fuori di testa. Tutte quelle emozioni e movimenti gli stavano facendo saltare i nervi. O quel ragazzino parlava, o l'avrebbe ucciso.  

Dopo essersi passato per l'ennesima volta i palmi delle mani sui jeans, sembrò acquisire coraggio raddrizzando la schiena. 

“Ok. Bene. Innanzitutto volevo dirti che sei un grande pezzo di merda” 

“Cosa?!” 

“Ti pare quello il modo di buttarti in mezzo al nemico pur sapendo che sei esattamente un essere umano? Cavolo, se non sono morto in quel momento, credo di essere diventato immortale. Sei praticamente morto! Davanti ai miei occhi!” 

“Devo scusarmi per esserti morto davanti?” 

“Frena, non usare il sarcasmo con me. Volevo solo farti sapere che sei uno stronzo, tutto qui” 

“Beh, devo ringraziarti per aver fatto tanta strada per dirmelo?” 

“Ah ah ah! Non è finita qui. Allora, da dove comincio…” 

Derek continuava a stare di fronte al ragazzo a braccia conserte, aspettando. Lui aveva abbassato lo sguardo sulle proprie mani stringendole tra di loro, per poi alzare lo sguardo e puntarlo nel suo. Derek in quegli occhi vide solo determinazione.  

“…non so come arrivare al punto, quindi parto dal punto. Ti amo, Derek” 

 

.                       ----- 

 

Beh, almeno aveva pietrificato un lupo, meglio di niente. Però il discorso doveva essere completato, quindi Stiles si fece coraggio e…cominciò a ridere in modo isterico. 

“Eh eh eh. Strano, eh? Si, lo penso anch'io, ma che ci si può fare? Io non volevo innamorarmi di te, sai? Tutto quel tuo essere scontroso, senza senso dell'umorismo, sempre imbronciato. Sono stupito anch'io, credimi, ma è così. E so che quando uscirai dallo stato di shock riderai con me prendendomi in giro, ma sono abituato. E poi sai una cosa? Una piiiiccolissima parte di me spera che tu ora cominci a sorridere e che magari mi baci. Mi piacerebbe baciarti, mi piacerebbe fare l'amore con te. Che poi non so nemmeno come sarebbe farlo con un uomo, beh nemmeno con una donna, ma non vorrei saperlo. Cioè io vorrei solo sapere come sarebbe stare con te” 

“Stiles…” 

“No, lasciami finire, ok? Poi puoi parlare. Se qualcuno mi chiedesse quando è successa questa tragedia, non saprei rispondere. Magari quella volta in piscina con il kanima? O quando ho saputo che hai salvato Cora? O ancora quando…quando Boyd, beh hai capito, no? Oppure potrebbe essere una delle tante volte che hai minacciato di aprirmi la gola, non lo so. So solo che quando ti ho visto agonizzare, steso per terra, ho pensato Porca puttana, ora muore e non gli ho detto che lo amo. E non l'avevo ammesso nemmeno a me stesso, divertente, eh? Non volevo piangere, ma è stato davvero brutto” 

 

.                           ---- 

 

Derek rimase ancora immobile. Nessuno gli aveva mai detto cose del genere, nessuno gli aveva mai dichiarato il suo amore contornato da insulti poco velati. Stiles aveva tenuto lo sguardo fisso nel suo per tutto il tempo, le mani strette a pugni contro i fianchi, le nocche sbiancate. Aveva ormai finito di parlare, le lacrime che scendevano lente sul suo viso, ma non sapeva cosa rispondergli. Quel ragazzino negli ultimi tempi stava cominciando ad essergli simpatico, lo sopportava per qualche secondo in più e l'aveva riconosciuto come parte integrante del branco, Branco non più suo. Era forte, coraggioso ai limiti dell'idiozia e intelligente, ma amore? No, non lo amava. Anzi, averlo tutti i giorni tra i piedi a volte gli dava anche fastidio. Nonostante lo tollerasse di più, c'erano giorni in cui la sua iperattività era insopportabile: Parlava senza sosta, camminava senza fermarsi un attimo ed emanava sempre troppi odori di emozioni contemporaneamente. No, non gli piaceva in quel senso.  

“Derek? Ora puoi parlare” 

Derek si passò le mani sul viso prima di parlare. Gli dispiaceva davvero. 

“Mi dispiace, Stiles, ma-“ 

“Ok, non continuare. Sono abituato ai rifiuti, si, ma a questo non credo di essere pronto. Ok, non ti piaccio, va bene. Cioè non va bene, ma mi passerà. Starai via molto?” 

Derek decise di assecondare il volere del ragazzo di cambiare discorso, nonostante le lacrime avessero iniziato a scorrere più copiose. 

“Non credo di tornare più qui” 

 

.                       ------- 

 

E quello fu il colpo definitivo per Stiles.  

“Oh, ok. Beh, credo di dover andare. Buon viaggio, allora e…scusa per questa scena patetica” 

Con la vista annebbiata per fortuna Stiles pensò che fosse una fortuna riuscire ancora a vedere la strada per uscire da quella casa. 

“Stiles?” 

Bloccato. Immobile. Ancora di spalle. 

“Mh?” 

“Abbi cura di te” 

“Mh, si. Anche tu” 

 

Fine Flashback. 

 

 

Derek rimase in piedi, nel giardino, anche quando la figura in lontananza di Stiles mise in moto la sua Jeep e andò via. Continuava a non capire cosa fosse successo, come fossero finiti con il litigare. Non aveva mai visto il ragazzo urlare contro qualcuno, non gli aveva mai visto tanta rabbia negli occhi e il pensiero che ne fosse stata lui la causa, gli fece contorcere poco piacevolmente lo stomaco.  

Dopo qualche minuto i suoi due beta e sua sorella lo raggiunsero, tutti e tre con i volti tesi, le labbra una linea sottile. Se non avevano sentito la prima parte della conversazione, Derek era sicuro che l'ultima fosse arrivata forte e chiara fino alla villa. La prima a parlare fu, ovviamente, Raven. 

"Sei un cazzone, lo sai, vero? Sei fortunato che quel ragazzo è così confuso e cieco che non ha capito nulla di quello che hai detto. Ti pare il modo di provocare una persona? Di attaccarla?" 

Derek, quasi come un bambino sgridato, abbassò il capo, aspettando la seconda ramanzina. Cora non si fece attendere. 

"Ti capisco, Der, davvero. Abbiamo parlato di questa cosa più volte e ti ho sempre capito, ma ora ci riesco meno. Se non vuoi agire e parlargli chiaramente, allora evita certe scenate. Non ti fanno bene e non fanno bene nemmeno a Stiles. Ricordi il discorso di Lydia? Ti disse che lui è stato male cinque anni fa, non parlava. Vuoi sconvolgerlo ancora così tanto da ferirlo di nuovo? È vero, non sappiamo se quel periodo buio sia stato totalmente a causa del tuo rifiuto, ne dubito, ma un po' di sicuro si. Non ricordargli quei momenti se poi gli devi urlare contro" 

Derek guardò sua sorella, sapeva di avere un'espressione sul viso ai limiti della sofferenza, infatti lei gli si avvicinò e gli diede un leggero bacio su una tempia, alzandosi sulle punte dei piedi. Derek sentì distintamente Raven ringhiare un "Non deve essere compatito, ma preso a randellate nei denti", prima che anche Thomas cominciasse a parlare. 

"Capo, io credo tu debba semplicemente dirgli che lo ami e poi accettare le conseguenze. Al massimo sarai rifiutato come hai fatto tu in passato con lui. Digli che dopo essere partito ti sei reso conto che le sue chiacchiere non erano poi tanto fastidiose, ma che ti mancavano. Magari digli pure che il tuo lupo agisce da solo quando è nei paraggi, questa cosa credo possa colpirlo molto. Se ti rifiuta, ci siamo noi, no?" 

Derek sapeva che Thomas, insieme alle ragazze, aveva ragione, doveva prendere una decisione, ma non ci riusciva. Non voleva rischiare di sconvolgere di nuovo la vita di Stiles, forse non stava male, era solo cambiato e cresciuto come gli aveva urlato poco prima. Forse la decisione migliore era dimenticare tutto e tornare a casa. 

"Io non amo Stiles" 

"Porca puttana, Derek! Se spari un'altra colossale cazzata come questa, giuro che ti uccido e mi prendo il tuo titolo di Alpha e vado in giro a dire quanto tu fossi idiota!" 

O forse aveva ragione Raven. 

 

--------- 

 

Stiles continuò a guidare per almeno un'ora prima di riprendere a respirare quasi in modo normale. Non si era nemmeno reso conto di essersi fermato davanti casa McCall, ma Scott gli aveva già aperto la porta di casa e stava già sniffando l'aria cercando di analizzare le sue emozioni. Non fece nemmeno in tempo a spegnere il motore e a scendere dall'auto che fu stretto in un abbraccio spacca costole. 

"Sc-Scottie, muoio" 

"Puzzi di rabbia, di frustrazione e hai pianto. Parla o stringo così forte da ucciderti" 

Stiles appoggiò la testa sulla sua spalla e buttò fuori quattro parole insieme ad un sospiro. 

"Ho litigato con Derek" 

 

Scott aveva insistito per sapere ogni dettaglio, ogni frase e Stiles non gli aveva negato nulla. Aveva spiegato di come fosse andato lì con ottime intenzioni, solo per scusarsi, e di come ne fosse uscito sull'orlo di una crisi di nervi. Gli aveva detto di come non avesse capito il perché di quel comportamento da parte dell'Alpha e di come gli avesse urlato contro dicendogli di uscire dalla sua vita, praticamente. 

"Strano" aveva iniziato Scott, "strano che Derek si sia infuriato così. Cioè prima ti ha decisamente provocato per farti ammettere che tu volessi andare a letto con lui, poi ti ha accusato di essere cambiato, di nuovo. Non capisco" 

Stiles sbuffò una mezza risata.  

"non capisco nemmeno io. Cioè non è normale sparare cazzate da ubriachi? Magari pensavo al fatto che sarei andato a letto solo con Lyds per sempre e il mio cervello ha fatto strani collegamenti, no?" 

"Stiles..." 

"No, niente Stiles. Non voglio andare a letto con Derek, Scott. Sai che l'ho praticamente rimosso a forza dalla mia testa in quell'anno" 

Scott sembrò riflettere seriamente su qualcosa, poi parlò. 

"Io non sto mettendo assolutamente in dubbio il tuo amore per Lydia. State per sposarvi e vi amate, lo so. Voglio solo dire che, come hai detto, tu ti sei sforzato di dimenticare Derek e sappiamo entrambi quanto tu sia stato male durante quel periodo. Magari rivederlo ti ha fatto ritornare qualche ricordo, no?" 

"Ok, i ricordi, ma sono solo quello. Ricordi passati, Scott" 

"Io lo spero davvero. Così come spero che il tuo matrimonio vada bene, nonostante la sua presenza qui ti stia scombussolando. Gli hai detto di essere cambiato ed è vero, tante cose ti hanno fatto diventare diverso, quindi ha un po' ragione anche lui. Cerca di capirlo, torna e ti trova così. Non sa cosa è successo, e non parlo solo della tua delusione amorosa" 

"Lo so che ha ragione, forse per questo mi arrabbio, perché non ne ha diritto di dirmelo. Ormai siamo sconosciuti, io mica gli rinfaccio l'essere diventato un adulto e un Alpha premuroso? Certo che no, è libero di essere quello che vuole. Io non so cosa lo ha cambiato, così come lui non sa cosa ha cambiato me. E va benissimo così. Tra quindici giorni se ne andrà e staremo tutti bene" 

Stiles tirò un sospiro di sollievo, dopo aver parlato senza pausa, mentre Scott si sporse ad abbracciarlo di nuovo. Rimasero seduti ai piedi del letto ancora un po', poi Stiles decise che era ora di andare. 

"Glielo dirai? A Lydia intendo" 

"Non è successo nulla di importante, non voglio che si preoccupi perché mi sono innervosito e non voglio che si agiti. Lei non sta meglio di me, non si merita preoccupazioni inutili. La porterò a fare una passeggiata e stando con lei starò meglio" 

Scott sembrò pensarci su, ma poi gli diede una pacca sulla spalla accompagnandolo alla porta. 

"Ricorda solo che Lydia ti conosce quasi quanto me, quindi preparati a doverne parlare comunque. E non si arrabbierà, ti capirà, non hai fatto nulla di male"  

Stiles non rispose al suo migliore amico. Sapeva che aveva ragione, ma per ora era meglio non pensarci. Aveva voglia di vedere la sua ragazza, di passare una serata tranquilla e di dimenticare di nuovo. 

 

 

   
 
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