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Autore: Unissons    08/09/2016    9 recensioni
[Suicide squad]
Dal capitolo 9:
"Oh no, non voglio ucciderti" disse, mentre mi infilava in bocca la cintura [...]
"Voglio solo farti male" [..]
"Molto, molto male"
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Sweet agony

 

 

Presi il coraggio a due mani e la strappai.

Sapevo che il gesto appena eseguito avrebbe dato molto fastidio all’uomo che, forse, mi stava aspettando nell’altra stanza, ma l’idea di avere addosso qualcosa di suo, usata parecchio per quel che sembrava, mi allettava.

Chissà in che circostanze aveva utilizzato quella maglia con le maniche rosse e il resto del busto bianco. Non la immaginavo minimamente adatta a lui. Forse risaliva ad un periodo in cui ancora l’amore della mia vita non era così.

Sempre che un periodo del genere sia mai esistito.

Sogghignai. Già, perché io non potevo sapere nulla della sua vita precedente a quella nota a tutti i cittadini di Gotham. Solo un tentativo e avrei fatto la fine del dottor Kin.

Zuccherino, tu non sei più una psichiatra. Fallo. Hai tentato il suicidio per lui, ne vale la pena.

Chiusi gli occhi, beandomi della sua voce rimbombante nella mia testa e mentre mi allungavo verso uno dei cassettoni presenti nella cabina armadio, decisi che lo avrei fatto. Gli avrei chiesto della sua vita precedente, a costo di essere uccisa. Perché ormai, lui era la mia vita.

Tirai fuori da quel cassetto un paio di boxer metà blu e metà Rossi.

Tipico.

Erano leggermente grandi, ma perfetti per l’occasione.

Mi avvicinai allo specchio dandomi un’aggiustata ai capelli, che avevo lasciato cadere sulle spalle nei loro boccoli originali, rinunciando alla mia acconciatura liscia abituale. Infondo, mi sarei dovuta abituare a loro per così come piacevano a Puddin. Li voleva con le punte colorate? Ebbene, quello sarebbe stato il mio colore fisso.

Indossai tutto il vestiario che avevo scelto e uscii dalle grandi ante, scorgendo il Joker ancora fermo davanti al camino, sorseggiando quella bibita viola dal calice di vino. Immaginai il sapore delle sue labbra bagnate da quel liquido non identificato da me. Mi leccai le mie e poi le toccai, sentendole ancora gonfie per l’attacco di prima, e sospirai, sperando che se mi fossi avvicinata, avrei ricevuto un altro trattamento de genere. Questa volta,però, sapevo che qualcosa di diverso mi aspettava. Mi stavo spingendo li dove nessuno aveva osato andare.

Saltellando, mi avvicinai alla pelliccia su cui era poggiato il mio uomo e quando alzò gli occhi su di me, mi si scaldò il sangue. Sorrisi, mentre anche lui ricambiò il mio sorriso, per poi accucciarmi per terra accanto a lui. Il suo sguardo mi corse addosso, fermandosi dapprima ai suoi boxer e poi congelandosi alla maglietta. Una sensazione sgradevole si fece spazio  in me, ma cercai di mascherarla. Non sapevo cosa fosse cambiato in pochissimi secondi. Prima mi era sembrato perfino felice del fatto che avessi indossato un paio di suoi boxer e poi, guardando la mia maglietta si era arrestato. Cosa significava per lui questa maglia? Cercai di non essere gelosa, ma fu veramente difficile non iniziare a porre domanda.

Dopo qualche istante, vidi di nuovo il suo sguardo mutare e alzò una mano.

Dimenticando tutto ciò che mi era passato per la mente, sorrisi e mi avvicinai a lui, cascando nella sua trappola.

Una sua mano fu sulla mia gola, tenendomi ancorata a terra, mentre con tutto il resto del corpo mi si era seduto sopra. Il respiro si fece irregolare, specialmente per la sua mano forte che bloccava la mia giugulare. Aprii la bocca, senza provare paura. Un misto di eccitazione e reverenza si fecero spazio in me. Mi fidavo dell’uomo che avevo davanti e sapevo che il suo modo di fare era dettato da un mio gesto sbagliato. Qualcosa doveva avergli ricordato il suo passato e apprezzai che tutto fosse avvenuto così in fretta, in modo tale da non dover nemmeno porre la mia domanda a parole.

La mano che dapprima bloccava la giugulare, tentò di scendere piano verso la maglietta, che avevo adempito a rendere personalmente mia, prima, con uno strappo che l’aveva resa corta al di sopra dell’ombelico. Passò lungo il mio braccio e poi su, di nuovo verso il seno, questa volta senza stringermi più la gola. Il suo sguardo era famelico mentre mi osservava come se fossi una creatura fantastica.

Qui, però, quella più incantata ero io. Osservavo il mio Puddin come se fosse uno di quegli animali selvatici, che basta poco e ti sbranano. Questa volta sarei voluta davvero essere sbranata. Avrei aspettato per l’eternità un suo dolce attacco.

Poco dopo, il suo sguardo si sollevò dal mio corpo e si guardò in giro, alla ricerca di qualcosa.

Io mi morsi il labbro e aspettai, in divinazione.

Quando il suo sorriso inquietante si allargò sul viso, capì che ciò che stava cercando, era stato individuato. Senza nemmeno alzarsi da me, prese in mano il bicchiere da cui prima stava bevendo quella sostanza viola. Me l’avvicinò alla bocca e sussurrò:”Bevi”

Senza esitare, aprii la bocca e il liquido freddo scese giù per la mia gola.

Succo d’uva.

Deglutii e mi leccai le labbra in segno di apprezzamento. Sul bicchiere ancora si sentiva il calore delle sue labbra poggiate e un fremito mi attraversò il corpo.

I suoi occhi ardevano e i miei muscoli crepitavano dalla voglia di toccarlo. Non volevo rovinare il momento, decisi di trattenermi.

Il bicchiere ormai vuoto, venne sbattuto contro il pavimento, in modo tale che la parte superiore di esso si rompesse, dando vita ad un’arma micidiale. Guardai quella e poi Puddin e mi chiesi cosa avesse in mente. “Dove hai trovato questa maglia?” chiese, iniziando a passare l’oggetto contundente sul mio viso. Al suo passaggio, la mia pelle iniziò ad aprirsi e da li, il sangue iniziò a sgorgare in piccoli rivoli.

Sospirai per il bruciore e sorrisi in segno di apprezzamento, socchiudendo leggermente gli occhi, per non perdere totalmente il contatto visivo con lui. Finalmente mi stava attaccando ancora e mai avrei rinunciato a tutta questa dolcezza da parte sua.

“Era in fondo al tuo armadio, a terra, poggiata in un angolino” risposi sussurrando, chiudendo le mani e ficcando le unghie nei palmi. La voglia di toccarlo, infilare le mani nei suoi capelli, era ad un punto estremo. Sapevo che, alle prossime parole che sarebbero uscite dalla mia bocca, avrei sospirato di piacere.

“E questo non ti ha fatto pensare che io non volessi che nessuno la vedesse?”

Il percorso del bicchiere continuò, scendendo verso il collo. Qui il Joker premette più forte, proprio dove l’arteria racchiudeva la mia vita. Chiusi gli occhi e aspettai di sentire il liquido fuoriuscirvi e con lei, sentire la mia aura mischiarsi per sempre a quella del Joker. Nulla arrivò. Così riaprii gli occhi e a pochi centimetri dal viso mi ritrovai lui con un carico di vendetta e segreti mai raccontati.

“Rispondi!” urlò e le punte aguzze del bicchiere furono infilate nella carne del mio braccio con crudeltà. All’istante la mia bocca si spalancò in un urlo silenzioso. Il suo polso ruotò, ficcando più schegge e spine aguzze nel mio braccio.

Destra, sinistra.

Dai miei occhi fuoriuscirono delle lacrime.

Non vidi più l’uomo che avevo davanti, ma sorrisi, prendendo dei respiri enormi. Se avesse continuato così, sarei stata sua in un modo umanamente impossibile.

“Volevo qualcosa di tuo” sussurrai, continuando a guardarlo fisso negli occhi, regalandogli sensazioni che probabilmente non si aspettava e questa volta muovendo il braccio che non stava subendo la bellissima tortura, liberamente. Quello arrivò alla mano libera del Joker, che fu portata sopra i miei capelli.

Nei miei occhi nacque una preghiera, una supplica, una scongiura.

Tirali. Forte.

 

 

 

 

Angolo autrice.

Rieccomi, e questa volta più in anticipo degli latri giorni. Devo dirvi la verità, già mi stavo disperando vedendo le poche recensioni. Credevo che non vi stesse più piacendo la mia storia o cose del genere, ed invece ecco che me ne spuntano sette. Quindi ora sono contenta.

Come detto ad alcune di voi, la storia si prolungherà ancora per molto, sperando di riuscire a portarla avanti, perciò per molto tempo, non vi abbandonerò, nonostante tutto. Spero di riuscire a pubblicare il capitolo domani, perché avrò parecchio da fare. Però non è giusto da parte mia portarvi via la mia storia (manie di grandezza), perciò starò ben attenta.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, spero che per questo mi lasciate una recensione.

Un bacio, Unissons.

   
 
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