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Autore: kuutamo    09/09/2016    0 recensioni
A volte non sappiamo chi siamo finchè non incontriamo la persona che ci farà conoscere noi stessi.
Dimitri è un giovane scettico, Elva è una chiromante, o almeno è quello che dice di essere.
Tra la città di Helsinki e altre mete nordiche si svolge il loro cammino, una strada tortuosa ed imprevedibile. E forse nemmeno la sapienza antica riuscirà a preparare i due protagonisti per quello che li attende.
Questa storia è un esperimento personale, basato effettivamente su studi quindi aspettatevi d'incontrare alcuni temi in libri prima o poi, soprattutto se siete appassionati di miti e leggende.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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2. Torn Apart

 

Elva si era messa a sedere sulla stessa poltrona sulla quale solo il giorno prima aveva letto la mano a quello stesso fastidioso ragazzo che adesso stava in piedi davanti a lei. Pretendeva delle risposte che non era sicura volesse davvero sentire, insomma chi almeno con un po' di sale in zucca vorrebbe essere a conoscenza di quel genere di cose? 

Teneva le braccia incrociate sul petto, non abbassava mai lo sguardo: mossa chiara e saggia, se non fosse per il fatto che lui stesse facendo la medesima, snervante cosa.

" Dimmi a che cosa ti serve una sacca piena di sale e pezzi di legno. Dimmi che ti servono per costruire una staccionata e che sei una specie di wicca, perché sei una di quelle stramboidi che se ne vanno in giro con i cappelli a punta anche se non è halloween, non è vero? "

Era più forte di lei, provocare le persone la divertiva:

" Vuoi dire una di quelle che si spalmano un rossetto scuro e pretendono di essere tutte delle piccole Venerdì? È questo quello che vuoi credere, non è vero? " gli fece il verso.

" Per la miseria! Non ho mai incontrato qualcuno di tanto ostinato ma al contempo ipocrita. Confondi ogni mio tentativo di capire qualcosa ma al contempo non solo non neghi ciò che affermo ma addirittura alimenti i miei sospetti o in qualunque modo tu voglia chiamarli " 

" Cos'è che vuoi sentirti dire, che sono una strega o un'ancella del signore oscuro? - si alzò in piedi accarezzando il velluto del tessuto sul tavolo e intanto gli si avvicinava. C'era qualcosa di estremamente invitante ma al tempo stesso naturale nelle sue lente movenze e il ragazzo parve notarlo per un attimo - Ebbene sì lo sono, ogni sabato sera anziché andare al cinema con gli amici faccio una seduta spiritica alle sette, poi mi reco al cimitero più vicino e la tavola ouija mi consiglia quale cadavere dissotterrare. Ma sai, a volte gli spiriti hanno voglia di giocare più del dovuto e capita che debba dare fuoco a due, tre corpi in più del previsto. Quando torno a casa faccio un bel bagno nel sangue caldo di qualche povero animale malcapitato e mi addormento felice dopo un altro perfetto giorno da streghetta malefica. "

Gli occhi di lui non riuscirono a non guizzare da una parte all'altra della stanza mentre ascoltava il delirio di quell'individuo singolare. Si chiese molte volte se ci fosse qualcosa di vero, e probabilmente c'era, secondo le sue sensazioni. La ragazza pensò che tutta quella storiella non si allontanava poi molto dalla realtà. Ok, solo un pochino.

Sbuffò.

" Ora per favore vai fuori di qui e non rimetterci più piede. Tu e la tua amica. Andate da qualcun'altro per le vostre uscite condite di paranormale "

" Voglio solo sapere che cos'hai visto ieri "

" Non ho visto niente. Solo che ti porti dietro una gran sfiga e sinceramente non me ne serve altra. Ho già la mia buona dose, quindi grazie... "

 

" Che cosa hai visto? " scandì bene le parole, ora era lui ad essersi avvicinato ma il suo passo non era alquanto fluido come quello di lei, anzi, quel rapido spostamento conteneva in sé qualcosa di animalesco e primordiale. Elva ridusse gli occhi a due sottili fessure. Non sarebbe stato di certo un ragazzino arrabbiato a spaventarla.

" Ho visto un fulmine che squarciava il cielo. Ecco tutto. "

Distolse lo sguardo per un attimo da quegli occhi di giada incorniciati di nero. 

" Io.. Io devo capire cosa mi sta succedendo.. " lei lo fermò.

" No, tu devi andartene. Vai in un'altra città, studia in Europa, prenditi un anno sabbatico, quello che ti pare. Devi fare spazio nella tua mente prima di poter ricominciare nella tua vita. "

Ascoltò le sue parole, il primo vero consiglio che gli avesse realmente dato da quando si erano incontrati.

" La mia vita è qui " disse debolmente rassegnato. 

" Devi andare " sibilò. Il suo tono non ammetteva alternative.

Allora Dimitri prese in mano la giacca e si diresse verso la porta. Proprio quando stava per lasciare il locale si voltò un'ultima volta indietro.

" Grazie, per quello che vale "

" Beh, prego " disse alzando una mano. Poi aggiunse:

" ..Mi dispiace non poterti aiutare più di così"

Dimitri le fece un cenno nel quale si leggeva un lieve apprezzamento ma anche una profonda e amara delusione, e se ne andò.



Da quella notte la giovane Elva sognò spesso quel ragazzo ficcanaso: i suoi sogni erano solitamente parziali e confusi ma ultimamente si facevano sempre più limpidi, vividi nel loro contenuto, spaventosi. 

Passarono tre mesi prima che i due s' incontrassero di nuovo: quel giorno la donna era nervosa più del solito e quando si vide arrivare il giovane alla porta del suo negozio ne comprese appieno il significato. 

Lo accolse uscendo da dietro il piccolo bancone andandogli incontro; il giovane era zuppo a causa dell'incessante pioggia che non aveva fatto altro che intensificarsi per tutto il pomeriggio. 

" Ciao " esordì lui mentre si liberava dal cappuccio della felpa.

" So perché sei qui " disse.

" Ma come, neanche ciao? Allora devo preoccuparmi sul serio.. " provò ad adottare un tono scherzoso ma quando colse la nota di preoccupazione sul volto della donna, tolse anch'egli la maschera e la lasciò parlare. 

" Ti ho sognato, ho sognato beh.. cose molto pericolose. Probabilmente avrai avuto anche tu almeno un sogn.. - smise di parlare non appena vide del sangue sui lobi del ragazzo. Sbarrò gli occhi - È già tardi " disse più a se stessa. Tutti i suoi presagi si erano avverati. In quel momento prese una decisione non facile, che forse altri al suo posto non avrebbero  fatto, ma lei contro ad ogni pregiudizio iniziale decise di aiutarlo. Non voleva che affrontasse tutto da solo, non era giusto. 

" Tardi? Tardi per cosa? No, tu devi ascoltarmi stavolta, io ho visto delle ombre, delle ombre che volevano lacerarmi, strapparmi via dalla mia stessa carne. Ho fatto lo stesso sogno più o meno tutte le notti ma mi ero imposto di non venire più qui dopo l'ultima volta, ma.. stanotte non ho praticamente chiuso occhio e quando sono crollato questo pomeriggio mi sono svegliato di colpo in preda ad un acuto dolore e mi sono accorto che perdevo sangue dalle orecchie e dal naso.. e ovviamente ho dato di matto, sto ancora dando di matto "

La ragazza lo guardava, ma era immersa nelle sue macchinazioni mentali. 

".. In un primo momento avevo pensato di andare in ospedale ma sapevo che sarebbe stato più utile venire qui. Infondo mi sento bene" 

" Non starai bene a lungo " si lasciò sfuggire mentre si mordeva il labbro.

" Cosa intendi dire? " ci fu un attimo di silenzio. Poi la donna si ricompose e si avvicinò al ragazzo prendendogli un braccio.

" Ora devi promettermi che farai esattamente ciò che ti dirò "

Dimitri la guardava a dir poco basito; era spaventato, non capiva nulla. Perciò lei lo scosse per avere quella risposta. 

" Si.. ok, ok "

" Le "ombre" che vedi, ciò che ti facevano nel sogno, ecco.. succederà se non seguirai le mie indicazioni.. In realtà succederà anche se le segui ma se non mi dai ascolto sarà molto peggio.Tu stai per diventare qualcun'altro, una persona diversa dal Dimitri che conosci, una persona con abilità eccezionali "

" Ma che stronz.. "

" Taci! Volevi il mio aiuto quando sei venuto qui la prima volta, bene, ora te lo sto offrendo ma devi smetterla e mettere da parte il tuo acido scetticismo. Devi assolutamente allontanarti dalla città. Devi compiere la tua trasformazione, è giunto il momento, e indovina un po' ? Sei anche un tantino in ritardo "

Il giovane continuava a non capire.

" Il sangue - gli fece cenno lei - i sogni premonitori, il sangue, le ombre.. sono tutti dei richiami, segnali che avresti dovuto cogliere, che avrebbero dovuto insegnarti a riconoscere.. Credo che tu debba spiegarmi molte cose riguardo alla tua famiglia e al posto in cui vieni, se ne sei a conoscenza ovviamente, e a questo punto ne dubito.. " mentre parlava, Elva stava gettando nel suo fedele borsone degli oggetti vari e dei viveri di prima necessità. 

" Che cosa c'entra la mia famiglia?? Cosa avrei dovuto sapere? E cosa diavolo stai facendo ora?! "

" Ti spiegherò ogni cosa, tu devi sapere chi sei. Ma non adesso. L'unica cosa importante da fare adesso è allontanarsi il più possibile da Helsinki e dalle persone. Ed io verrò con te "

" Cos'è, sono per caso una bomba ad orologeria pronta a esplodere sui civili? " scherzò amaro e sempre più fuori di sé mentre si preparava di nuovo ad affrontare la pioggia battente. 

" No, non siamo mica in un film. Ma hai bisogno di una foresta. " 

 

 

 

Note:

 

Sono abbastanza sicura che non freghi molto a nessuno, ma non ho aggiornato per un bel pezzo scoraggiata dalle visite che aveva avuto il primo capitolo della storia.

 

Ringrazio comunque chi legge e chi lascerà una recensione. 

 

-kuutamo 

  
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