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Autore: kiku77    09/09/2016    6 recensioni
Chi possiede la ricetta perfetta per crescere senza cadere, senza sbagliare?
Nessuno.
Non la conosce chi non sa bene cosa vuole, come Yukari.
Ma nemmeno chi sembra avere le idee chiare da sempre, come Genzo…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Attraversando il corridoio stretto e lungo dell’appartamento di Genzo, Tsubasa prova a ricordarsi l’ordine in cui sono poste alcune stampe fotografiche.
Una spiaggia, una donna bellissima, un cane, il fondo di un vicolo, la piazza di una città europea, un campo di fiori viola.
Arrivato alla fine, si ritrova in un ampio salotto, diviso da un mezzo muretto, da dove s’intravede la cucina modernissima e all’avanguardia in fatto di elettrodomestici ed utensili.
Genzo è comodamente seduto sul divano e sta sfogliando i giornali.
“Allora? Sei l’argomento del giorno, eh? Gran colpo.”
Lui posa il quotidiano, si alza, va al banco della cucina, mette su il tè.
“Oggi mi sento come se mi fossi tolto un peso enorme dallo stomaco.”
“Immagino” fa Ozora, strofinandosi il naso, sedendosi sul tappeto a gambe incrociate.
“Sanae? Come mai non è venuta?”
Tsubasa dà un’occhiata al titolo di una pagina, “ha accompagnato Yukari a casa sua, in periferia. Per un bel pezzo non potranno vedersi. Ho preferito lasciarle un po’ sole.”
“Partite stasera?”
Il capitano annuisce; “e tu?”
“Domani o domani l’altro. Non sono ancora sicuro. Loro mi aspettano entro la fine della settimana. Mi hanno già trovato casa, quindi non dovrò stare in albergo neanche una notte.”
“La Premier è un sogno che si realizza. Hai dovuto soffrire ma… ne è valsa la pena, non credi?”
Genzo prepara le tazze e avanza, porgendone una all’amico.
“Sì, direi di sì. Ti confesso che…”
“Che?”
“Sono anche un po’ teso. Mi sono sempre allenato, ma questi mesi di inattività sono… sono stati lunghi. Dovrò riabituarmi ai ritmi settimanali, alle partite, alla continuità. Alle tensioni, allo stress delle gare e alle critiche. Sono cose che mi mancano. Per quanto abbia cercato di lavorare, mi sento un po’ fuori dal giro.”
Il capitano beve un sorso, poi si solleva, va fino alla tv e sosta di fronte alla videoteca di Genzo.
“E’ del tutto normale. Ma sei talmente forte psicologicamente che supererai ogni step senza particolari problemi. Ne sono certo.”
Genzo si sente improvvisamente più tranquillo. Sa che Tsubasa non parla mai a sproposito e fuori luogo. Se deve togliersi un sassolino dalla scarpa lo fa, senza esitare. Sa bene che le parole appena pronunciate sono semplicemente il suo puro e vero pensiero.
Quello che Genzo non sospetta è il resto.
“Ci sono altri problemi, per caso?” domanda il capitano, dopo aver preso un dvd fra le mani.
Il portiere si alza e posa la sua tazza sul tavolo, senza averne bevuto neanche un sorso.
“No. Nessun problema, perché?”
“Ho avuto la sensazione di interrompere qualcosa quando sono venuto a chiamarti ieri sera… fuori.”
Genzo si lascia andare ad un’espressione sorpresa ma imperscrutabile.
“Non hai interrotto niente.”
“Bene,” replica secco il capitano, consapevole di doverci andare piano.
“Sì, infatti” ribatte Genzo, sedendosi nuovamente.
“Mi sembri nervoso.”
“No, perché? Non sono affatto nervoso.”
“Yukari mi sembrava molto, molto strana…”
“Ah sì?” domanda il portiere, alzandosi di scatto, tornando alla sua tazza di tè ormai tiepida.
“Sì. L’ha notato anche Sanae. Non vorrei che…” e si ferma. Prende un po’ di tempo.
“Dimmi, Tsubasa.”
“No, dico… non è che c’è stato qualcosa con te?”
“Con me?” ripete lui.
“Sì, con te.”
“No, niente. Sai come la penso al riguardo, no?”
“Già…” replica perplesso il capitano. Fa una pausa, finisce di bere, poi riprende, ”esiste solo il calcio.”
“Esatto. Adesso più che mai.”
“Guarda, sarò sincero: in questo momento è la cosa migliore per tutti e due: tu devi restare concentrato.”
Genzo si alza, come toccato nelle corde dell’animo, “io sono sempre concentrato, Ozora”.
“Certo, certo…”
C’è un brevissimo, lunghissimo momento di silenzio fra i due.
Poi il capitano riprende, “non fraintendermi: quello che volevo dire è che tu devi concentrarti sulla Premier e Yukari sui suoi studi. Non siete adatti a…”
“A cosa?”
“Hai capito, no?” domanda Ozora, strofinandosi la testa.
“No, Ozora. A fare cosa?”
“A stare insieme.”
Il portiere si mette a lavare la sua tazza. Il rubinetto è al massimo e il getto d’acqua spruzza da tutte le parti, ma nessuno dei due ci fa caso.
“Figurati. Nel caso volessi trovarmi una ragazza, ne cercherei una di tutt’altra portata.”
Non fa in tempo a finire la frase, che già si è pentito di averla detta.
“Sì, infatti” ribadisce il capitano per dargli corda, e lasciare che si apra un po’.
“Oddio”, riprende Genzo, chiudendo l’acqua, “non vorrei essermi espresso male. A volte le mie frasi suonano snob anche se nell’intenzione c’è tutt’altro.”
Tsubasa si siede per terra.
Ora la conversazione sta prendendo esattamente la piega che voleva lui, e non vuole assolutamente rompere l’incanto.
“Spiegati pure. M’interessa il tuo punto di vista” aggiunge con tono distaccato, per sembrare più credibile.
Genzo a questo punto ha abboccato come il più ingenuo fra i pesci.
Asciuga la sua tazza, rimette a posto il dvd che Ozora ha lasciato accanto alla tv, e si siede sul divano, tornando alle riviste.
“Non vorrei darti l’impressione di considerare Yukari non all’altezza.”
“Guarda che se è ciò che pensi, puoi dirlo tranquillamente.”
“Non lo penso” dice lui, subito; “non lo penso affatto” ribadisce con forza. Fa una pausa, poi riprende: “è carina.”
“Sì… sì. E’ una bella ragazza”, il capitano continua a tenere la tensione bassa.
“In quanto a carattere, inizialmente pensavo fosse piuttosto debole. Invece… invece mi sono dovuto ricredere.”
“Sta cercando la sua strada. I momenti di debolezza ci possono stare. Poi…”
Il portiere posa la rivista, si siede per terra di fronte al suo capitano.
“Poi?”
“Poi magari capita un imprevisto e… si fa presto a crollare.”
“Un imprevisto?”
“Sì” fa Tsubasa, annuendo più e più volte.
“Che tipo di imprevisto?”
Tsubasa si alza e si stira. Fa capire che è tempo per lui di andare. Si affaccia al lungo, bellissimo corridoio dell’appartamento di Genzo.
“Un imprevisto come te, per esempio.”
Genzo ricalca esattamente le stesse mosse dell’amico. Pende dalle sue labbra.
“Io non sono un imprevisto.”
“Se lo dici tu…”
Tsubasa infila le scarpe. Se ne sta andando.
“In bocca al lupo per tutto.”
Il portiere, cercando di riconnettersi al presente, lo guarda con convinzione e annuisce.
“Crepi. In bocca al lupo anche a te.”
Il capitano apre la porta e fa per andarsene.
“Tsubasa…”
“Sì?”
“Devo… devo dirti una cosa.”
Il capitano fa un passo verso l’interno, “dimmi.”
“Sono stato a casa di Yukari un paio di giorni, prima di tornare ad Amburgo ed affrontare la società, recidere il contratto, l’anno scorso. Mi sono nascosto da lei.”
Il capitano ascolta, senza commentare. Aspetta altre parole.
“… volevo seminare i giornalisti. Mi sentivo braccato. E soprattutto, mi sentivo stanco. Lei mi ha ospitato. Non ci siamo mai visti. Io ho sempre dormito, mentre lei aveva lezione all’università, capisci?”
Ozora continua a non parlare.
“Non è successo niente. Assolutamente niente” dice ancora Genzo, come a giustificarsi.
Ed è in questo momento, in questo preciso momento che Tsubasa inizia a scuotere la testa.
“Ti sbagli, Wakabayashi.”
Il portiere abbassa gli occhi, in attesa.
 “E’ successo qualcosa. E’ cambiato tutto.”
Il capitano, dopo aver parlato, riprende la sua strada.
Oltre la porta, oltre l’appartamento di Genzo dà un’ultima occhiata.
Non c’è altro da dire.
Entrambi lo sanno e non hanno bisogno di spiegarselo.
Si dividono, senza salutarsi, lasciando che la porta si richiuda muovendo un alito di vento.

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Ciao a tutti^^
Vorrei ringraziare nuovamente miki87 per aver ripubblicato la sua recensione al capitolo 23 e grazie mille anche maryladyb e marychan82 per le loro recensioni che purtroppo sono scomparse e ad oggi non sono visibili.
Purtroppo sono riuscita a leggerle solo una volta, quindi non sono in grado di dare una risposta articolata ai commenti.
Ci tenevo però a ringraziarvi pubblicamente.

Per quanto riguarda questo capitolo, beh… diciamo che secondo me i tempi erano maturi per un confronto un po’ più profondo tra Genzo e Tsubasa.
Il capitano, se pur a grandi linee, ha colto il disagio di Yukari e forse anche qualcosa di diverso nel portiere, tant’è vero che poi, in maniera strategica, riesce a farsi dire parecchio…
A questo punto mi verrebbe da dire che è tutto nelle mani di Genzo…

Grazie mille a tutte le persone che leggono, seguono e commentano questa storia^^

A presto^^
kiku

 

   
 
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