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Autore: Oliver Twain    10/09/2016    1 recensioni
Di tutte le passioni e di tutti i nostri appetiti, l’amore del potere è quello di natura più imperiosa ed egoistica, poiché l’orgoglio di un solo uomo esige la sottomissione della moltitudine. (Edward Gibbon)
Il potere non sazia, Hermione Granger lo sa. La vita nel Dipartimento della Regolazione della Legge Magica le sembra soffocante e tediosa. Quello che ancora non sa è che l'uomo avido di potere trova nel potere la sua rovina.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 1
 
« Il potere logora chi non ce l’ha ».
 Giulio Andreotti
 

La gelida notte era calata minacciosa su Diagon Alley, fiocchi di neve argentata si adagiavano pigri e copiosi sulle strade fredde e mal illuminate. Una donna di mezza età aveva trovato riparo sotto un piccolo tetto spiovente, le mani intorpidite dal freddo frugavano l’interno del lungo mantello nero. Ci volle qualche secondo prima che trovasse quello che cercava, un malconcio biglietto da visita. Sul retro era stato scarabocchiato un indirizzo, la scritta recitava:

THE DUKE’S CLUB.
Diagon Alley, 1377

 
La donna consultò l’alto palazzo di mattoni che aveva di fronte, una scalinata in marmo conduceva al portone principale. Dovette stringere fermamente il corrimano di legno per evitare di scivolare pesantemente sui gradini ghiacciati. Non fu necessario aspettare molto prima che un omone venisse ad aprire, ostruendo con la sua stazza il varco che portava all’interno del locale.

« Mi dispiace signorina, ma questo è un club per soli uomini », disse l’uomo con voce roca e gutturale. I suoi occhi curiosi analizzarono rapidamente la figura che si ergeva alla porta avvolta in un lungo mantello scuro. I pochi capelli che non erano stati raccolti diligentemente all’interno del pesante berretto, erano coperti da un sottile strato di neve.

« Devo vedere una persona », una lieve nota di nervosismo tradiva la sua apparente calma.

« La prego di allontanarsi, non può entrare », rispose l’uomo con espressione accigliata. La mano destra scostò leggermente l’abito nero, lasciando intravedere una lunga bacchetta nella tasca interna del soprabito.

« Capisco », rispose la donna. Fece un piccolo passo indietro.

Una luce verde illuminò la facciata degli edifici più prossimi al locale. L’uomo rimase paralizzato, la mano serrata alla sua bacchetta. Gli occhi parevano l’unica parte ancora viva dell’enorme corpo freddo e immobile.

« Signora Granger, immagino che abbia rivalutato la mia offerta », la voce metallica e piatta proveniva dall’interno del salotto illuminato.
« Se non le dispiace », sussurrò la maga mentre strisciava sotto l’imponente braccio del portinaio, i cui occhi impotenti la fissarono pieni di odio.

Le pareti erano di un intenso marrone scuro, adornate con orribili teste imbalsamate di elfi domestici, i lunghi peli grigi che uscivano dalle orecchie verdi e appuntite. La donna pensò al giorno della morte di Dobby, sentendo la bocca dello stomaco stringersi dolorosamente. L’odore di fumo e alcol era pungente. La sala conteneva una quindicina di poltrone in pelle pregiata, la metà era occupata da uomini in vesti eleganti, che la fissavano sbigottiti.

Hermione si avviò in direzione del camino, dove erano state disposte due comodi sofà color pistacchio, uno di fronte all’altro, separati da un piccolo tavolino circolare. L’uomo dai corti capelli grigi fu liquidato con un gesto della mano dal mago che gli sedeva davanti. Raccolse il suo mantello adagiato sopra lo schienale e si diresse verso il centro della sala, evitando lo sguardo della strega che si sedette al suo posto.

« Sarebbe gentile se liberasse Harold, fa molto freddo sta notte », l’uomo continuava a fissare il crepitio del fuoco. La mano della donna si mosse lesta, si sentirono dei respiri affannati, una porta sbattere e dei passi pesanti. Le labbra del mago alla porta avevano assunto un colore violaceo a causa del gelo invernale.
« Harold, la signora è con me. Può restare ».
« Ma signore, c’è un regolamento… », la voce gli venne a mancare quando Malfoy gli rivolse uno sguardo severo. Si allontanò tornando sui suoi passi, prima di prendere posto vicino al bancone.
« Mi scusi per l’inconveniente », l’attenzione dell’uomo era tornata sul camino di mattoni. « Harold è un uomo così privo di tatto ». Hermione sentì lo sgabello di legno gemere sotto il peso del portinaio.
« Ho bisogno di soldi », la maga pensò che andare dritti al punto fosse la soluzione migliore per evitare di prolungare quella tortura. La donna si iniziò ad innervosire all’ostentata indifferenza del mago.
« Una campagna per diventare Primo Ministro è molto costosa », concordò la voce innaturalmente pacata. Gli occhi dei due maghi si incrociarono per la prima volta. « La mia offerta rimane la stessa ».

 Le guance della donna si arrossarono lievemente. Il pollice sfregò nervosamente la fede al dito mentre si protraeva leggermente in avanti per poter sussurrare senza essere sentita da tutti i membri del Duke’s Club. Il locale era piombato nel silenzio più assoluto.
« Non intendo fare sesso con lei. Sono una donna sposata e tutto questo è disgustoso ». La rabbia era percepibile nelle parole della maga. Trasse un respiro profondo e poi aggiunse: « ho delle proposte interessanti che le potrebbero piacere. In qualità di Primo Ministro potrò abbassare la tassazione sui più facoltosi, potrò… », ma l’uomo non la stava ascoltando.
« Lei ama suo marito? ». La donna rimase spiazzata da quella domanda così diretta. «Come mi aspettavo… signora Granger, quanto ci tiene veramente a diventare Primo Ministro? È una carica importante, bisogna accettare dei compromessi ». L’uomo si esibì in un sorriso forzato, « non me ne frega un cazzo delle sue proposte, la mia offerta rimane la stessa. E la prossima volta non sarà così generosa ».

La donna non rispose, raccolse i documenti che aveva adagiato sul tavolo verniciato e se li ripose in tasca prima di abbandonare l’edificio e tuffarsi nella notte nera. Inconsapevole di cosa le sue ambizioni l’avrebbero costretta a fare.
 

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Ciao ragazzi e ragazze! Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito. Lasciatemi una breve recensione qui sotto, e sentitevi liberi di suggerirmi riguardo a qualsiasi cosa. :D
 

 
   
 
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