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Autore: Padfoot_92    11/09/2016    1 recensioni
E se la battaglia di Hogwarts non fosse finita come tutti conosciamo?
E se Harry avesse avuto una sorella gemella?
E se Elizabeth Potter avesse seguito Harry anche nella morte, ma fosse finita in un posto completamente diverso?
Dal capitolo 1:
"Chiusi gli occhi di scatto accogliendo quasi con sollievo la definitività della morte e la possibilità di potermi ricongiungere con i miei cari, ma la sensazione di pace che stavo aspettando non arrivò.
Aprii gli occhi dopo pochi istanti al suono di alcune urla e rimasi a bocca aperta per quello che vidi. Ero ancora nella stessa stanza, ma tuttavia era completamente diversa. I muri erano ancora in piedi e non c'era nessun segno delle finestre sfondate dai giganti o della presenza di Voldermort. La Sala Grande era come la ricordavo nelle mie memorie più felici: gremita di studenti che banchettavano la cui attenzione in questo caso non era rivolta al cibo, ma a me. "
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Dopo l'incontro con Silente avevo passato tutta la notte a progettare che cosa fare. Gli Horcrux al momento erano quattro: la coppa, il diario, l'anello ed il diadema, ma a differenza di quest'ultimo erano tutti difficili da recuperare e, molto più importante, alcuni potevano non trovarsi nello stesso posto in cui io, Harry, Hermione e Ron li avevamo ritrovati.

Mi alzai dal letto e presi la borsetta di perline. Svuotandola, non potei fare a meno di ringraziare mentalmente la mia migliore amica per la sua previdenza quando afferrai due zanne di basilisco. Notai con rammarico che sia la spada di Grifondoro che il mantello di mio padre erano spariti forse, pensai, essendo oggetti magici non ne potevano esisterne due esatte copie allo stesso tempo.

Solamente una volta che iniziò ad albeggiare decisi di rimettere tutto a posto con un colpo di bacchetta ed andare a dormire.

La mattina seguente, come era prevedibile, ero uno straccio e mi sorpresi a dormire fino alle 10.Dopo una rapida doccia fredda, che ebbe l'effetto di risvegliarmi definitivamente, ed essermi cambiata, uscii per dirigermi verso il recinto dei Thestral ringraziando il destino che fosse sabato: non sarei resistita a lezione.

Rimasi lì la restante parte della mattina fino a quando, spinta dalla fame, decisi di affrontarele mie paure, tornare al castello ed entrare in Sala Grande. La stanza era gremita di gente e non appena entrai due persone, Remus e Lily, mi sorrisero alzando la mano in segno di saluto. Mi avvicinai amia madre, la quale mi sorpresi di trovare da sola senza le sue amiche. Pochi istanti dopo i quattro Malandrini si spostarono sedendosi accanto a noi.

"Guarda, guarda chi si favedere." disse Sirius con fare provocante.

Ignorai il suo commento ed ilfatto che si fosse seduto accanto a me mettendomi un braccio in vita, ma non potei fare a meno di spostarlo malamente. Dalla mia visita a Malfoy Manor non riuscivo a farmi toccare quasi da nessuno, ma scacciai via il pensiero.

"Non toccarmi per favore."dissi tesa e forse in un modo poco gentile.

Sirius sembrò rimanerci male e subito il senso di colpa si presentò, ma cercai di ignorarlo.

"Dove sei stata questa mattina?" domandò la rossa.

"Ero in giro per igiardini ad esplorare." spiegai addentando un toast.

"Tesoro se vuoi un tour di Hogwarts posso provvedere io." propose il migliore amico di mio padre.

"Vuole vedere il castello, non tutti i posti in cui hai scopato, Black." ribatté acida Lily scatenando le risatine di Peter, il quale non aveva ancora emesso suono.

Guardai male il ragazzo e non appena posò gli occhi su di me spostai lo sguardo: avrei dovuto trovare un modo per levarlo di torno prima che facesse più danni diquelli che aveva già combinato, ma il fatto che stesse sempre congli altri Malandrini rendeva la cosa un problema.

"Evans, in quanto mia futura cognata mi sento insultato." rispose falsamente arrabbiato Sirius.

"Ti accompagnerei io, madevo andare alla festa di Lumacorno." sospirò Lily ignorando volutamente il commento di Sirius.

"Non c'è problema" dissi alzandomi prima che qualcuno potesse fermarmi "intanto devo fare un po' di cose."

Scappai, rubando un po' di cibo, prima che qualcuno potesse emettere suono. Stare con loro era troppo difficile e doloroso, troppi ricordi affollavano la mia mente,troppe preoccupazioni e troppi dubbi. Se non fossi riuscita a distruggere tutti gli horcrux? Se invece peggiorassi la situazione portando loro ad una morte prematura e Voldemort alla vittoria?

Mi chiusi in camera mia indecisa sul da farsi, disfacendo nuovamente la borsetta di perline di Hermione e controllando se ci fosse qualcosa che mi era sfuggito,ma ad eccezione di ciò che avevo trovato la mattina non c'era nulla.

Mi sorpresi nel trovare l'album di fotografie mio e di Harry, che non avevo notato la mattina e nonpotei fare a meno di prenderlo e sfogliarne delicatamente le pagine assaporando i sorrisi di coloro che consideravo la mia famiglia. Avrei sopportato l'inferno pur di non vederli soffrire, non meritavano la fine che avevano avuto, la vita difficile e piena di preoccupazioni che io e mio fratello avevamo vissuto e se questo avrebbe significato morire per loro lo avrei fatto.

Rimasi rintanata in camera a cercare di formare un piano fino alla sera tardi e solo a mezzanotte decisi di scendere e di andare a fare un passo in cucina per prendere un panino. I miei piani tuttavia furono rovinati da una persona seduta sul divano che stava tranquillamente leggendo un libro.

"Cosa ci fai ancorasveglio?" domandai, speravo non ci fosse più nessuno, ma evidentemente era chiedere troppo.

Remus si alzò e mi mostrò illibro che posò sul bracciolo del divano e si avvicinò a me.

"Come mai scappi?"

"Avevo bisogno di prendere un po' d'aria." mentii.

"Non chiedevo dove stai andando, ma perché stai scappando da tutti. Ti ho detto che voglio esserti amico, ma tu non sembri della stessa idea."

Rimasi in silenzio senza sapere cosa rispondere, non potevo spiegargli che cosa mi affliggeva, nonavrei potuto fargli provare di nuovo così tanto dolore anche a costo di farmi odiare.

Remus sospirò e raccolse illibro dirigendosi verso le scale.

"Non so cosa ti siasuccesso prima di arrivare a scuola, non so chi sia Tom o le due persone in cui si è trasformato il molliccio, ma so che stare soli non aiuta e che avere amici su cui contare è utile. Più che dirti che sono qui se vuoi parlare non posso fare, non sei sola, anche Lily si preoccupa e a loro modo anche James e Sirius, non smettono ditoglierti gli occhi di dosso, persino Peter lo fa. Devi fidarti dinoi nonostante quello stupido scherzo." disse.

Ancora una volta non risposi,troppo colpita dalle sue parole. Remus sospirò ancora una volta deluso ed iniziò a salire i gradini diretto verso il suo dormitorio.

"È difficile." sussurrai con un tono di voce a mala pena udibile.

Il mio padrino sentì e si blocco voltandosi nuovamente verso di me.

"Posso aiutarti." mi propose, il suo sguardo era pieno di speranza ed un timido sorriso siera formato sulle sue labbra.

"Temo sia impossibile, ma ti ringrazio. Apprezzo molto ciò che stai facendo Remus, ma credo che sia meglio mi allontani da tutti, non so neanche perché continuoa stare in questa scuola." sussurrai riversando nelle parole la mia disperazione.

Remus ridiscese le scale avvicinandosi.

"Dammi un motivo valido per cui dovrei semplicemente ignorarti." replicò.

"Ho perso tutto Remus." replicai duramente "Non voglio che succeda di nuovo el'unico modo per far sì che questo accada è non avere niente."

"E allora che senso ha vivere?" domandò.

"Non ne ha nessuno. Non so nemmeno perché io sia ancora qua." ammisi abbassando losguardo e mordendomi l'interno della guancia per la mia avventatezza e stupidità, perché avevo dovuto dirglielo? Lui non era il mio Remus.

Mi sentii prendere per lespalle e scrollare, rialzai lo sguardo e vidi il volto di Remus contratto dalla delusione, paura e rabbia.

"Vale sempre la pena vivere." ribatté ripetendo le parole che anche Silente mi aveva detto.

Il mio giovane padrino mi abbracciò e non potei fare altro che ricambiare. Sciolsi l'abbraccio prima di iniziare a piangere, e dopo un leggero cenno del capo mi fiondai in camera nella speranza che la notte non portasse come al suo solito incubi.

Quando la mattina dopo scesi in Sala Comune, Remus era già lì ad aspettarmi insieme a mio padre, Sirius e Peter. Il mio padrino sorrise e mi domandò se fossi scesa a fare colazione con loro. Alla mia risposta affermativa James e Sirius iniziarono a festeggiare.

Non parlai molto a colazione ,impegnata a riempire il mio stomaco vuoto da troppe ore, mi limitai ad ascoltare i loro discorsi, evitando accuratamente di guardare Peter. Scostai lo sguardo verso Silente che mi donò un timido sorriso.

"Che cosa hai intenzione di fare oggi?" domandò James.

Mi morsi il labbro inferiore: la mia intenzione era quella di andare a recuperare il diadema di Corvonero, ma di certo non avrei potuto dirglielo.

"Non so ancora." risposi vagamente.

"Allora ti va se ti faccio compagnia questa mattina? Loro tre hanno punizione." propose Remus.

Annuii sconfitta, alzandomi da tavola e seguendo il ragazzo fuori diretto verso il lago nero.

Sorprendentemente la mattinata fu piacevole. Parlammo del più e del meno, e nonostante la discussione della sera prima Remus non mi forzò mai a rivelare ciò che mi affliggeva, cosa di cui ero profondamente grata. Il mio padrino mi fece conoscere una giovane versione di Hagrid, uguale a come ricordavo, che si stava occupando di un piccolo ippogrifo che che mi ricordò Fierobecco.

"Sai perché mi sono arrabbiata così tanto per la storia del molliccio?" chiesi a Remus mentre stavamo rientrando la castello per pranzo.

"Perché?"

"C'è una guerra là fuori Remus, e non è come nei libri: i buoni non vincono sempre, non c'è il per sempre felici e contenti e qui... questo posto... sembra che a nessuno importi cosa stia succedendo là fuori. Si comportano quasitutti come dei ragazzini."

"Noi siamo ragazzini. Non dico che bisogna fregarsene, ma ci sono gli adulti, gli auror fermeranno ciò che sta iniziando."

"E se così non fosse? Segli auror fallissero e toccasse a noi? I mangiamorte non si fermeranno solo perché siamo dei ragazzini. Bisogna prepararsi finché si è in tempo."

"Perché mi stai parlandodi questo?"

"La situazione fuori è più brutta di quello che pensi e non è detto che Hogwarts resti per sempre un posto sicuro, potrebbero esserci dei mangiamorte all'interno, anche tra persone che non sospetteresti mai."

Remus rimase in silenzio continuando a camminare verso il castello riflettendo sulle mie parole.

Non toccammo più l'argomento e dopo aver pranzato con gli altri, mentii dicendo che ero stanca e che dovevo riposare, in realtà mi diressi verso la Stanza delle Necessità. Durante il tragitto mi maledii più volte, avevo di nuovo parlato troppo con Remus quella mattina, ma non potevo farne a meno, dovevo avvisarli in qualche modo, prepararli finché c'era ancora tempo, soprattutto nel caso in cui io fallissi.

Entrare nella Stanza in cui il diadema era nascosto fu strano perché era tale e quale a quella della mia epoca, eccezion fatta per pochi oggetti in meno. Vagai per qualche minuto, raccogliendo qualche oggetto come quaderni vuoti openne d'oca che potevano tornarmi utili per i miei studi. Mi diressi poi alla ricerca dell'armadio svanitore che Malfoy aveva utilizzatoal nostro sesto anno per far entrare i mangiamorte. Faticai un po' a trovarlo, visto che era ricoperto da diversi strati di tende e dietro ad una enorme pila di sedie. Al mobile mancavano le ante e anche le pareti interne non erano messe bene. Ci sarebbero voluti diversi mesi ed una buona dose di olio di gomito prima di poterlo rimettere in sesto, tuttavia decisi di disfarmene il prima possibile, per evitare brutte sorprese. Estrassi la bacchetta dalla tasca del mantello e mormorai l'incantesimo Reducto; ciò che rimase furono solamente delle schegge di legno sparse per la stanza.

Mi spazzolai i vestiti, ricoperti da un sottile strato di polvere mista a segatura e tirai fuori la borsetta di perline di Hermione estraendo da essa una delle zanne di basilisco.

Trovare il busto con il diadema fu semplice visto che fortunatamente si trovava nello stesso punto incui Harry lo aveva trovato la prima volta. Prima di eliminare l'horcrux decisi di fare una copia identica del diadema e lo sostituii, posando poi l'originale su un tavolino traballante lì a fianco.

Non senza esitazione caricai il braccio e pugnalai il pezzo di anima di Voldemort.

Dal diadema uscì un fiotto di sostanza nera, simile al sangue, e improvvisamente si scatenò unforte vento che mi spinse lontana facendomi scontrare contro una libreria e perdere i sensi.

Mi svegliai quelle che penso fossero diverse ore più tardi con un tremendo mal di testa. Lentamente e facendo attenzione a non farmi ancora più male mi alzaie mi avvicinai al diadema. Con somma gioia vidi che era spezzato a metà ed era immerso in una pozza dello stesso liquido nero che avevo visto prima di svenire. Sulle mie labbra si formò un mezzo sorriso esenza attendere ulteriore tempo lo raccolsi e lo avvolsi in uno straccio infilandolo dentro la borsetta, della zanna di basilisco, però, nessuna traccia.

Scesi in Sala Grande, diversi minuti più tardi, con un peso in meno sulle spalle e sebbene la testa mi dolesse ancora non potevo non essere sollevata. Il lavoro dafare era ancora molto, ma almeno, mi consolai, una parte dell'anima di Voldemort era morta. Con questi pensieri mi sedetti sorridente nell'unico posto vuoto accanto a Sirius ed iniziai a servirmi da mangiare.

"Buonasera." mi disse.

Risposi al suo saluto sorridendo di cuore e per la prima volta lo vidi imbarazzarsi, ma non ci diedi importanza.

"Ti senti meglio?" domandò James addentando una coscia di pollo.

"Si." risposi sinceramente e stupida che quello che stavo dicendo fosse vero "Sto meglio."

 

   
 
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