Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    12/09/2016    1 recensioni
Può un incontro improvviso cambiare radicalmente la tua vita? Sì, se accade tutto ciò che non ti aspettavi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Come accidenti ti è venuto in mente di invitare i ragazzi alla cena del mio compleanno? Doveva essere una cosa intima, solo tra noi tre, invece guarda in che cosa l’hai trasformata! Oddio, mi domando cosa penserà di me Ethienne, adesso!

Esclamò Cathy, usando un tono insolitamente aspro mentre in preda all’angoscia passeggiava su e giù sotto gli occhi delle sue compagne di stanza, che ora la osservavano basite.

- Penserà che invece di continuare a crogiolarti nelle tue assurde paure, tu abbia finalmente deciso di uscire allo scoperto. Sai, non ci vedo proprio nulla di male in questo.

Replicò Johanna con un sorriso tirato, scuotendo lentamente la testa e pensando che la reazione dell’amica fosse oltremodo esagerata. Insomma, in fondo voleva solo aiutarla a prendere un po’ di coraggio!

- Invece no, te lo dico io cosa penserà. Penserà che sono solo una sfacciata e si ritroverà a rimpiangere di avermi mai conosciuta!

Piagnucolò l’altra, e senza nemmeno degnarla di uno sguardo corse a chiudersi in bagno nella speranza che un bella doccia rigenerante l’avrebbe finalmente aiutata a distendere i nervi tesi. A quel punto Hèléne fece spallucce, raccogliendosi sulle ginocchia in cerca di una posizione più comoda prima di lanciare a Johanna un’occhiata curiosa ma densa di significati.

- Non badare a quello che dice, vedrai che le passerà.

Le sussurrò e la vide voltarsi lentamente verso di lei, sbuffando seccata.

- Lo spero, manca solo una settimana al suo compleanno, e se ha intenzione di affrontarlo con un simile stato d’animo…

- Vedi, Cathy è molto timida e non è abituata a certi gesti di intraprendenza, ma non ce l’ha con te. Non te la prendere.

La interruppe la ragazza, sperando così di chiarire una volta per tutte quel tremendo equivoco. Anche se il suo modo di fare a volte lasciava un po’ a desiderare, Johanna era comunque molto simpatica e non avrebbe voluto che si allontanasse da loro per colpa di una discussione così banale. Sperò non dovesse mai succedere, poiché la sua compagnia era davvero piacevole, Quella ragazza era un uragano di sorprese, e con le sue idee strampalate riusciva sempre a strapparle un sorriso anche quando sembrava impossibile.

- Non me la prendo mica, davvero, è solo che…l’ho fatto per farle un favore, sta tutto il giorno a sbavare dietro a quel ragazzo! Così ho pensato che fosse una buona idea invitarlo a cena per festeggiare insieme a noi il suo compleanno. Tutto qui.

Chiarì, convinta che fosse la cosa più naturale del mondo tentare un approccio con la persona per la quale si comincia a provare qualcosa, o almeno così funzionava dalle sue parti. Lei stessa non aveva mai aspettato che un ragazzo che le piaceva le rivolgesse la parola per primo, e poi, diamine, perché avrebbe dovuto? Non c’era nulla di più bello che godersi i propri sentimenti fino in fondo, e comunque era l’unico modo che conosceva per capire se sarebbe stata ricambiata oppure no. Già, forse però le cose a Parigi funzionavano in modo completamente diverso.  

- Beh, passi pure per Ethienne, ma quello che non capisco è perché tu abbia per forza voluto estendere l’invito anche agli altri due.

La voce di Hèléne tornò a insinuarsi tra i suoi pensieri, costringendola a concentrarsi sulle sue parole.

- Ma scusa, che male c’è? – replicò infatti -  Non ho potuto fare a meno di notare che il biondino...

-  Nicolas, si chiama Nicolas.

La fissò con un sorriso furbetto stampato sul volto. Come mai ricordava così bene il suo nome?

- Bene, Nicolas ti fa una corte spietata, così ho pensato di fare un favore anche a lui.

L’amica scosse la testa, divertita.

- Ah, sì? E Christian, invece, lo hai invitato per fare un favore a te stessa, non è vero?

Johanna sgranò gli occhi, drizzando di colpo le spalle.

- Che intendi dire con questo?

Chiese curiosa.

- Andiamo Johanna, credi forse che non abbia gli occhi? Ho visto benissimo come lo guardavi.

La giovane americana scoppiò in una sonora risata.

- E come lo guardavo?

Hèléne incrociò le braccia al petto, alzando gli occhi al cielo.

- Come si guarda una fetta di torta al cioccolato! Lui ti piace, ammettilo.

La verità di quelle parole la colpì come uno schiaffo in pieno viso, costringendola a fare i conti con la realtà. Una realtà che in fondo non si sarebbe mai sognata di negare, anche se la situazione era più complicata di così. Lui era decisamente complicato.

- Ecco…a dire il vero non ho ancora deciso, ma adoro scoprire le persone e in lui c’è qualcosa che mi incuriosisce. Sono sicura che dietro a quella sua aria di sbruffone arrogante si nasconda molto di più.

Hèléne sospirò, sollevando le mani in segno di resa.

- Se lo dici tu.

Rispose, e avrebbe aggiunto dell’altro se Cathy, uscita improvvisamente dal bagno e avvolta da un candido asciugamano non le avesse nuovamente raggiunte, chinandosi sull’amica comune per stringerla in un forte abbraccio che la colse di sorpresa, lasciandola comunque piacevolmente colpita.

- Oh Johanna, mi dispiace di averti urlato contro. So che lo hai fatto per me. Scusami.

Disse dispiaciuta ma il suo largo sorriso dissipò ogni ombra tra loro, e non ci fu bisogno di altre parole. Il giorno successivo, dopo le lezioni e una breve e simpatica chiacchierata da Alfredo, i ragazzi invitarono le tre amiche a visitare il garage che avevano da poco preso in affitto. Avevano parlato loro della grande passione che li accomunava, quella della musica, e del sogno di formare un giorno una band che li avrebbe resi famosi. Senza rendersene conto Christian si era tanto infervorato sull’argomento che ora gli brillavano gli occhi, cosa che a Johanna, impegnata a seguire costantemente ogni suo movimento, non era certo sfuggita. Ma, all’invito esteso dai ragazzi parve reagire in modo del tutto inaspettato, rabbuiandosi all’istante e assumendo quell’espressione corrucciata che era ormai il suo carattere distintivo e che agli occhi altrui lo rendeva estremamente irritante.

- Scusate, ma…deve per forza venire anche lei?

Replicò senza mezzi termini, indicando l’americana che ora lo fissava sgomenta.

- E piantala di fare il maleducato – si affrettò a rispondere Nicolas, terribilmente imbarazzato per quelle sgradevoli parole – certo che viene anche lei, ovvio! Non vorrai mica che la piantiamo qui tutta sola, no? Una ragazza così carina, poi!

- Non vedo proprio per quale motivo debba venire insieme a noi, e il fatto che sia molto carina non è per niente una giustificazione…cioè, volevo dire…vi muovete, sì o no? Non voglio certo diventare vecchio aspettando che vi decidiate ad alzarvi da tavola!

Si riprese all’improvviso, tenendo lo sguardo basso per provare a non arrossire. Se solo avesse potuto cancellare le parole appena pronunciate…

Fu allora che Ethienne, rimettendosi in piedi lo colpì giocosamente sulla spalla, esclamando allegro: - Perdonate il suo innato talento nell’ essere scorbutico, voi non lo conoscete bene ma in fondo è molto meglio di quanto dimostri di essere.

- Già – gli fece eco Nicolas – molto in fondo. Così in fondo che non si vede per niente!

Tutti risero a quella battuta, tutti tranne il diretto interessato, che continuò a guardare in cagnesco l’amico finchè non lasciarono il locale…

 

 

7 novembre 1993

Ore 23.00

Ha detto che mi trova carina! Cioè, lo ha detto proprio. Non credo di averlo sognato…Oddio, è davvero possibile che lo abbia sognato? No, assolutamente no, ricordo ancora bene la sua espressione mentre cercava goffamente di rimangiarsi quelle parole. Oh, era così tenero quando abbassava lo sguardo per paura di incrociare il mio! Il guaio è che per tutto il tempo, in garage non mi ha praticamente considerata, e quando ho provato a usare la batteria sperando così di attirare la sua attenzione si è messo a urlare come un matto, e l’unico risultato che ho ottenuto è stato quello di farlo innervosire ancora di più. Ma cavolo, è così affascinante quando si arrabbia! Ecco, l’ho detto di nuovo. Mi sa tanto, mio caro diario, che a questo punto io sia assolutamente, irrimediabilmente cotta di lui. L’unico problema è che ho di fronte un osso duro, e riuscire a conquistarlo non sarà affatto un’impresa  semplice…

   
 
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