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Autore: Kicchan7    13/09/2016    2 recensioni
Spesso un amore nasce dalle piccole cose, dagli sguardi, da un pensiero o da una risata. In questa storia si vedrà come è nato l'amore tra Sirius ed Hermione, durante l'estate del quinto anno ad Hogwarts della ragazza.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Hermione Granger, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Erano passati 4 giorni dal sogno di Sirius, e Remus e Ginny erano più che mai impegnati a monitorare i comportamenti dei rispettivi migliori amici: mentre la giovane Weasley ridacchiava di nascosto ogni volta che vedeva Hermione arrossire per una parola o un gesto di Sirius, o semplicemente perché si accorgeva di fissarlo di nascosto durante la giornata, Remus iniziava a spazientirsi: di tanto in tanto Black diventava scontroso, poi allegro, irritante, e infine si chiudeva a chiave in camera, tenendo tutti alla larga.

All’ennesima porta sbattuta di Sirius, Remus si arrese: “Basta!” esclamò sospirando e sedendosi su una sedia del salone, mentre si massaggiava le tempie con la punta delle dita “Ci rinuncio. È inavvicinabile quest’uomo. Io non vado più a parlargli, se qualcun altro vuole farlo, prego!”.
Cadde un silenzio carico di imbarazzo, mentre i signori Weasley, Tonks, i gemelli, Ron, Bill, Ginny ed Hemione lo osservavano. NInfadora si avvicinò cautamente al lupo mannaro, e posandogli delicatamente una mano sulla spalla gli sussurrò: “Ti porto una tazza di tè, ti va?”
 Remus alzò di scatto lo sguardo sulla giovane strega, che ritrasse velocemente la sua mano, ma Lupin l’afferrò delicatamente per un polso: “Grazie Tonks, l’apprezzerei molto!”.La strega arrossì per l’imbarazzo di quel contatto inaspettato da parte sua e gli sorrise apertamente dirigendosi in cucina.

Intanto Ginny in un angolo della stanza continuava a tirare gomitate a Hermione. “Eddai, Herm, è il tuo momento! Vai a consolare il tuo caro Siriuccio! Chissà mai che ti ringrazi con un bel bacetto!” la canzonava la rossa.
 “Smettila di mettermi in imbarazzo! Non ci andrò!” rispose seccata la riccia.
“E perché no? Starete un po’ da soli, non ci vedo niente di male! Eddai, eddai eddaii…” “Oh, va bene, basta che te ne stai zitta!” cedette alla fine Hermione. Per tutta risposta Ginny le scoccò uno sguardo malizioso.

“Remus, ci penso io! Gli porto su una tazza di tè!” esclamò esitante Hermione. L’uomo alzò lo sguardo, la fissò per qualche secondo con uno sguardo indecifrabile, e infine annuendo mormorò:” Ho capito. Va bene, grazie Hermione..” la ragazza sorrise in risposta e si avviò in cucina.


Sirius era sdraiato a pancia in su sul letto a baldacchino, fissando senza vederle realmente le tende. Odiava stare in quella casa. Non ne poteva più. Solo il pensiero che il suo amato figlioccio sarebbe arrivato di lì a pochi giorni lo teneva ancora tra quelle quattro mura. Erano giorni che pensava di andarsene e ricominciare a vivere in latitanza: se non altro così provava ancora un brivido di avventura. Voleva allontanarsi da tutta quella gente, dalle teste di elfo appese, da Kreacher, dal ritratto urlante di sua madre e da quella puzza di prigionia che aleggiava tra le mura antiche di Grimmauld Place. Ma sapeva di non potere. Sapeva che i suoi erano solo capricci, ma voleva davvero respirare il profumo dell’aria fresca e sentire il calore sulla pelle.

Sbarrò gli occhi. Aveva avuto un’idea geniale: sapeva di avere ancora da qualche parte nell’armadio un vecchio pensatoio appartenuto a suo nonno e ricevuto per il suo quindicesimo compleanno. Come aveva fatto a non pensarci prima? Bastava cercarlo, inserirci uno dei tanti ricordi delle estati trascorse con James e tuffarcisi dentro. Certo, non poteva interagire con persone o cose, ma la sensazione di calore,di fresco, gli odori e i suoni erano reali, sarebbe stato uguale.

Preso da un’eccitazione improvvisa di fronte alla voglia di risentire la voce del suo migliore amico e di rivedere dopo tanto il sole non sentì il debole bussare alla porta di camera sua. Hermione, dall’altro lato, aprì timidamente la porta, facendo capolino solo con la testa: “Ehm, Sirius è permesso?”
L’uomo sobbalzò, facendo cadere per terra alcuni vecchi libri di scuola che stava spostando dentro il suo armadio. “Hermione!” esclamò l’uomo raddrizzandosi e spostandosi i capelli da davanti agli occhi con un gesto elegante. “A cosa devo questa graditissima visita?” La ragazza rimase intimidita dal rapido cambiamento d’umore di Sirius, che manco mezz’ora prima aveva abbandonato tutti sbattendo qualsiasi porta parasse il suo passaggio. “Ehm, scusa, ho bussato ma temo non mi abbia sentito.. ho pensato di portarti una tazza di tè, mi sembravi un po’ beh, agitato prima..” concluse timidamente abbassando lo sguardo e fissandosi la punta dei piedi la ragazza.
 Sirius rimase disarmato di fronte alla tenerezza di quella scena: la testarda, orgogliosa Hermione Granger così timida e fragile in quel momento. Si avvicinò sorridendo alla ragazza, le aprì la porta, e facendole un mezzo inchino esclamò: “Prego! È un onore ricevere visite da gentildonne così belle!”
Hermione sorridendo per l’imbarazzo, entrò in camera, accostando la porta dietro di sé, e posò il vassoio sulla scrivania all’angolo della camera. “Siediti pure dove preferisci, Hermione!” disse con un sorriso Black, allargando le braccia e indicando l’intera stanza.
Gli occhi di Hermione si posarono sul suo letto, e arrossendo visibilmente scelse la sedia della scrivania, sicuramente meno imbarazzante. 
Sirius, fingendo di non notare il rossore della ragazza, si sedette vicino a lei, prendendo una delle tazze di tè che Hermione aveva portato, e vi intinse dentro un biscotto al limone. Rimasero in silenzio a sorseggiare la bevanda calda, finchè Black non ruppe quel silenzio: “ Non mi aspettavo venissi te.. Pensavo arrivasse un esasperato Remus a buttare giù la porta. Anche se penso di aver esaurito anche la sua pazienza ormai!” concluse lAanimagus con una risata cupa simile a un latrato. Hermione lo ascoltò rapita dal suono della sua voce, e rendendosi conto che non sarebbe stato carino riferirgli le parole di Remus, si limitò a scuotere leggermente le spalle e dire: “ Ma no, non essere sciocco! Ne ho approfittato visto che stavo salendo in stanza, tutto qui!”
Sirius la guardò negli occhi, poi scoppiò a ridere : “Sei la peggior bugiarda che io abbia mai visto!”
Hermione per tutta risposta iniziò a ridere anche lei: “Beh, solo in alcuni casi.. diciamo che so mantenere segrete le cose importanti!” disse ammiccando, e pentendosi subito dopo di aver pronunciato quelle parole.
Sirius si avvicinò di più a lei e le mormorò:” Tipo cosa?” La ragazza fissava gli occhi grigi del malandrino, così dannatamente vicini al suo viso, e cercando di non mostrarsi in imbarazzo, si alzò dalla sedia, con un gesto che sperò sembrasse casuale e si avvicinò alla finestra: “Le cose giuste Sirius. Pensieri, sentimenti.. non mi piace mettere tutto in mostra!” Sirius annuì silenziosamente, poi si alzò e si avviò di nuovo verso l’armadio.

Dopo qualche secondo in cui l’uomo buttò all’aria un sacco di libri e vestiti esclamò: “Eccolo qua! Trovato!!” “Che cosa?” chiese curiosa Hermione voltandosi ad osservarlo.
Sirius per tutta risposta si avvicinò alla porta, la chiuse dietro di sé e guardando la ragazza negli occhi sussurrò: “Sai mantenere un segreto Granger?”
Hermione osservò curiosa il malandrino, e gli vide un brillio negli occhi mai visto, probabilmente lo stesso che aveva ogni volta che a scuola si preparava a compiere una malefatta. La stava coinvolgendo in qualcosa, se lo sentiva, lo sentiva dall’aria elettrica intorno a lei, dal mormorio concitato di Sirius, dai battiti accelerati del suo cuore: non era tipa da combinare casini, ma questa volta voleva farne parte, voleva uscire dalla monotonia della vita di Grimmauld Place, ma soprattutto, anche se si vergognava ad ammetterlo, voleva avere un segreto con Sirius, un qualcosa che li unisse, e il fatto che la proposta arrivasse proprio dall’uomo, la rendeva ancora più felice.
“Ovviamente Black” rispose quindi la ragazza ammiccando e reggendo il gioco. “Di che si tratta?”
“Di questo, bimba!” disse, sollevando teatralmente uno straccio e mostrando cosa nascondeva sotto di esso.
 “Lo so cos’è!” rispose alzando la voce la ragazza. “è un pensatoio!” “Ssh!” la zittì Sirius, posando una mano sulla sua bocca. “Non urlare, vuoi che ci sentano tutti?” Hermione scosse la testa, arrossendo per il contatto ravvicinato con l’uomo. Sirius si allontanò, iniziando a parlare: “Me lo regalò mio nonno per il mio quindicesimo compleanno, poco prima che morisse. Vedi Hermione, io vorrei uscire da queste quattro mura, vorrei scappare, sentire di nuovo il calore del sole sulla pelle, il profumo dell’aria, il rumore del mondo che ci circonda.. Ma non posso, nessuno di noi può. E ti osservo Hermione, vedo come anche te guardi sempre fuori dalla finestra, lo so che è la stessa cosa che vuoi tu…”
 Hermione lo guardò sorpresa: la osservava davvero? Com’è che nessuno dei suoi migliori amici se ne era accorto e lui, la persona che meno pensava si accorgesse di lei, l’aveva capito?
Sirius continuò:” E così ho avuto un’idea. Se metterò un mio ricordo nel pensatoio potremmo goderci un po’ di libertà! Certo, non possiamo interagire con chi vive nel mio ricordo, ma goderci i luoghi si! Cosa ne pensi?”
Hermione lo fissò a lungo. L’idea era allettante, non c’erano dubbi, gli sarebbe piaciuto da morire sdraiarsi su un prato, ma aveva anche paura: significava condividere con lui i suoi ricordi, e per quanto fosse una cosa intima, la spaventava a morte: avrebbe visto Sirius e James giocare insieme? Oppure sarebbero finiti in posti dove Sirius portava le sue ragazze, e avrebbe dovuto fare i conti con loro e sentirsi piccola come non mai e inadeguata?
Sirius la guardava preoccupato e le disse avvicinandosi: “Hermione? Va tutto bene? Cosa stai pensando?” “Oh, niente Sirius. Ok, facciamolo!!” “Grande!!” esclamò il malandrino illuminandosi di nuovo.

L’uomo avvicinò la punta della bacchetta alla sua tempia, e ne estrasse dei fili argentei, che depositò nel pensatoio dove iniziarono a vorticare velocemente. Hermione guardò la scena con il batticuore e un nodo in gola. “Sei pronta Granger?” chiese con un sorriso Sirius. “Certo!” esclamò la giovane strega poco convinta, e avvicinò il viso alla superficie del pensatoio “nessuna ragazza, nessuna ragazza, nessuna ragazza ti prego..”

Atterrarono in un prato morbido, vicino ad un laghetto circondato da papaveri e girasoli. Il calore del sole li avvolse, mentre intorno a loro il ronzare pigro di api e lo svolazzare di farfalle riempì il silenzio lasciato dalle sudicie pareti di Grimmauld Place.
Sirius si guardò intorno esterrefatto e felice per la prima volta dopo tanti anni: era un’idea geniale. Sembrava così reale, e teoricamente nessuno, nemmeno Silente poteva riprenderlo, dopotutto non era mica scappato realmente. Si voltò verso Hermione, che si stava guardando intorno sorpresa, e che si avvicinava alla sponda del lago: la vide chinarsi e immergere la punta delle dita nell’acqua; la ragazza si voltò con un gran sorriso verso di lui e gridò: “E’ davvero reale! La percepisco davvero! È incredibile!” e iniziò a ridere di gusto: quella bella giornata di tanti anni fa che non apparteneva a lei le stava scaldando il cuore come non mai.
“Oh, eccomi là!” esclamò Sirius sghignazzando. Hermione si voltò di scatto, e sentì di nuovo il battitto accelerare e la paura circondarla. “nessuna ragazza, nessuna ragzza, nessuna ragazza, ti prego!” si ritrovò di nuovo a pensare.
Lo vide: un giovane Sirius Black con un accenno di pizzetto, lunghi capelli boccolosi neri come l’ebano fino alle spalle, un fisico asciutto ma con braccia muscolose, e due occhi grigi magnetici. In realtà non lo trovava particolarmente diverso da ora, era solo meno trasandato, e i segni di Azkaban ( tatuaggi compresi) non avevano ancora sfiorato la sua bellezza. Hermione si guardò intorno, alla ricerca di un’altra presenza nel ricordo, finchè non la vide, e il cuore le salì in gola: quello era Harry!
 Si voltò verso Sirius, con la bocca spalancata e lui, capendo cosa si stesse chiedendo iniziò a ridere di gusto: “Ve lo avevamo detto o no, che Harry è identico a suo padre? Hermione, ti presento James Potter!” La ragazza era senza parole: guardava quel ragazzo identico al suo migliore amico, tranne per gli occhi: James aveva degli intensi occhi marroni, al contrario di Harry, che aveva ereditato quelli verdi della madre.
Osservò i due giovani malandrini rincorrersi nel prato: Sirius sventolava un foglio di pergamena, e dopo essersi arrampicato su un albero iniziò a leggerlo, cantinelando il suo amico: “Mia bellissima Evans, come stai? Qui parla Potter! Ti scrivo perché posso immaginare come sia noiosa la tua vita senza me che ti illumino le giornate! Lo so lo so, ti sto donando un sorriso in questo momento, capita spesso! Come stai Lily? Tua sorella sta provando a convincere i tuoi che sei da cacciare da casa anche quest’anno? Mio dio Prongs, vuoi davvero inviarle una cosa del genere? Sei patetico amico!” esclamò ridendo e spostandosi quel tanto che bastava per permettere al suo amico di raggiungerlo seduto sul ramo dell’albero: “Certo che no!” esclamò James, ma Hermione non riuscì a sentire cosa stesse rispondendo perché Sirius, la versione adulta di fianco a lei le chiese: “ Allora, cosa ne pensi?”
Hermione arrossì, presa alla sprovvista da quella domanda, e balbettando rispose: “Oh, beh, penso che tu fossi molto attraente da giovane! Cioè non che tu non lo sia anche adesso eh! No cioè, non volevo dire che ti trovo attraente, cioè o meglio..” Sirius guardò la ragazza imbarazzata e iniziò a ridere di cuore: “Ahahah, Hermione, ti ringrazio, ma non parlavo di me, ti chiedevo cosa ne pensassi di questo posto!” La ragazza arrossì se possibile ancora di più, per il malinteso che aveva creato, e voltandosi dandogli le spalle rispose:” Oh, beh, si, è molto bello!”
Sirius per tutta risposta le diede un buffetto sulla guancia e si sedette sul prato, e le fece cenno di raggiungerlo. La giovane strega si sedette vicino a lui, a gambe incrociate, si tolse la felpa rosa che iniziava a tenerle troppo caldo, rimanendo in canottiera gialla, e reclinò la testa all’indietro, permettendo al sole così di scaldarle il viso. Sirius la osservò, e il cuore iniziò a battere sempre più velocemente: scosse la testa, pensando che fosse dovuto solo al fatto che era felice di ritrovarsi a contatto con la natura, e si sdraiò sull’erba.


Rimasero lì sdraiati a prendere il sole per un sacco di tempo; nessuno dei due aveva voglia di tornare a Grimmauld Place, e sembrava che manco i protagonisti del ricordo volessero tornare a casa: James e Sirius si erano ora spostati vicino alla sponda del lago, a pochi passi da loro due, che ascoltavano divertiti i loro racconti.
“Avevate tutti ragione” disse ridendo Hermione “James non faceva altro che parlare di Quidditch e di Lily!” Sirius si mise a ridere ancora più forte: “Assolutamente! Due palle infinite! E non potevo manco andarmene qui perché ero ospite a casa sua! Vedi quella collina? La casa bianca a metà? Ecco, quella era la casa dei Potter! Venivo qui a trascorrere l’estate, soprattutto dopo che scappai di casa a 15 anni!”
Hermione lo osservò attenta, e dopo poco gli si avvicinò, e posando dolcemente una mano su quella dell’uomo gli disse:” Ti manca molto, vero?”
 Sirius rimase sorpreso da questo gesto così intimo, la fissò negli occhi e capì che poteva esprimere davvero i suoi sentimenti, che con lei sarebbero rimasti al sicuro: “Si, mi manca molto. Ma sapere che lui è ancora qui nei miei ricordi, mi dà forza. Lo sento sempre vicino a me!”
Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime a quelle parole, e una lacrima scivolò sulla sua guancia; Sirius la raccolse coi polpastrelli delle dita e poi alzandosi le disse sorridendo:” Dai, è ora di tornare! Immagino che abbiano iniziato a notare la nostra assenza!” e detto questo le tese una mano per aiutarla ad alzarsi.
 Lei l’afferrò e dopo essersi messa in piedi si avvicinò all’uomo e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia:” Grazie Sirius per il bel pomeriggio!”
L’uomo la guardò stupito e le sorrise: “Grazie a te di avermi fatto compagnia Hermione. Quando vuoi possiamo tornare! Se ti va potresti mostrarmi te qualche posto!” e detto questo riapparirono nella camera di Sirius, giusto un secondo prima che la porta di aprisse di scatto e comparisse sulla soglia un Remus Lupin sempre più arrabbiato: “Sirius! Hermione! Si può sapere dove diavolo eravate finiti? Non vi trovavo più!”
La giovane strega e Black si guardarono complici e iniziarono a ridere, ed Hermione, passando di fianco a Remus rispose ammiccando: “E’ un segreto!” e lasciò la stanza, dove il lupo mannaro guardava interrogativo il suo amico piegato in due dal ridere.
“Hermione Granger sei proprio una ragazza interessante!” pensò l’Animagus, e la seguì giù per le scale, ignorando le urla di Lupin dietro di sé.

 

Buongiornoooo!
Lo so, sono in ritardo! Ma che ci crediate o no, sta finendo l’estate, ed è arrivato il momento di studiare per gli esami!
Due parole sul capitolo: ok, forse può sembrare un po’ irreale, ma che fosse leggermente OOC lo si sapeva. Inoltre non sono sicura del discorso sul pensatoio, ma penso che con un po’ di fantasia possiate accettarla!
Rigrazio nuovamente Drachen per aver recensito lo scorso capitolo, grazie tesoro, ci vedremo presto! <3
E tutte le persone che l’hanno letta, aggiunta a preferiti,seguiti, ricordata etc!
Al prossimo capitolo
Baci Chia

  
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