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Autore: Moonlight22    13/09/2016    1 recensioni
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
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(Dal capitolo 23)
-Ma cosa le è successo? Non mi dite che Black ha ucciso anche lei!- disse Madama Rosmerta, scandalizzata.
-Non intenzionalmente.- raccontò Caramell. –Lei non faceva parte dei suoi piani. Lei non doveva morire. Black era innamorato di Mary McDonald e questa è una certezza. Quando il Ministero arrivò a prendere Black c’ero anch’io, anche se allora ero solo il viceministro al Dipartimento delle Catastrofi Magiche. Non mi dimenticherò mai della scena. C’era un cratere enorme al centro della strada. Corpi dappertutto. Babbani che urlavano. Black era lì…era sul corpo di Mary McDonald e piangeva come nessuno l’aveva mai visto piangere. Farfugliava e gridava il nome della ragazza. Era una vista pietosa. E lì vicino c’erano i resti di Minus…un dito e vestiti macchiati di sangue.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 43
 
Tutto grazie al pus di Bubotubero
 



Tutte le settimane seguenti le passarono cercando disperatamente di trovare un modo per permettere a Harry di passare la Seconda Prova sano e salvo e senza doverci rinunciare – e di conseguenza fare una pessima figura. Ma l’impresa pareva impossibile. 
La sera prima della seconda prova, lei, Harry, Ron e Hermione erano seduti in biblioteca mentre fuori il sole tramontava, sfogliando febbrilmente pagine e pagine di incantesimi, nascosti l'uno all'altro da enormi pile di libri.
«Non credo che ci riusciremo.» disse Ron a un tratto con voce inespressiva dall'altro capo del tavolo. «Non c'è niente. Niente. Quello che ci va più vicino è quella roba per prosciugare pozzanghere e stagni, quell'Incantesimo Essiccante, ma non è nemmeno vagamente così potente da svuotare il lago.» 
«Eppure dev'esserci qualcosa.» borbottò Hermione, avvicinandosi una candela. Aveva gli occhi così stanchi che stava china sui minuscoli caratteri di Antichi Stregamenti e Incanti Obliati col naso a due centimetri dalla pagina. «Non possono aver preparato una prova infattibile.»
«E invece sì.» disse Ron. «Harry, domani vai giù al lago, va bene, ci ficchi dentro la testa, urli a quelle sirene di restituirti quello che ti hanno rubato e sta' un po' a vedere se lo ributtano fuori. E' il meglio che tu possa fare, amico.» 
«Ma non può andare così! Sarebbe un peccato dopo che ha superato quello Spinato così brillantemente …» disse Carol, continuando a sfogliare il tomo di Trasfigurazione che aveva tra le mani.
«Un modo c'è!» disse Hermione contrariata. «Ci deve essere!»
Aveva l'aria di prendere la mancanza di informazioni utili in biblioteca come un affronto personale; la biblioteca non l'aveva mai tradita prima. Ma infondo non sapevano da dove iniziare e molte soluzioni che avevano preso in considerazione erano infattibili poiché le conoscenze magiche di Harry non erano ancora elevate come quelle di Fleur, Cedric e Krum. 
«Lo so che cosa dovevo fare.» disse Harry, giacendo a faccia in giù su Trucchi Sfiziosi per Tipi Scherzosi. «Avrei dovuto imparare a diventare un Animagus come Sirius.» 
«Sì, così potevi trasformarti in un pesce rosso quando ti andava!» disse Ron. 
«O in una rana.» disse Harry sbadigliando. Era sfinito. 
«Mio padre ci ha messo anni per diventare Animagus, Harry! Almeno tre anni credo … e si è trattato comunque di un prodigio visto che è una delle magie più complesse che esistano, quasi impossibile da fare per dei ragazzi della loro età.»
«E dovresti iscriverti al registro.» aggiunse Hermione.
«Stavo solo scherzando.» disse stancamente Harry. «Lo so che non ho uno straccio di possibilità di trasformarmi in una rana di qui a domani mattina...» 
«Oh, questo non serve.» disse Hermione, chiudendo con un colpo secco Curiosi Dilemmi Magici e Loro Soluzioni. «Chi mai vorrebbe farsi crescere il naso a riccioli?» 
«A me non dispiacerebbe.» disse la voce di Fred. «Sarebbe un bell'argomento di conversazione, no?» 
Alzarono lo sguardo. Fred e George erano appena spuntati da dietro una scaffalatura. 
«Che cosa ci fate voi due qui?» chiese Ron. 
«Vi stavamo cercando.» spiegò George. «Non te, Ron, eravamo in cerca di queste due signorine.» e additò Carol e Hermione. «La McGranitt vuole vedervi.» 
Hermione parve sorpresa mentre Carol impallidì. Agguantò l’amica per le spalle, scuotendola: «Cosa facciamo, Hermione? Vorrà sicuramente rimproverarmi per l’ultimo disastro a Trasfigurazione … cosa faccio? Non intendevo farlo scoppiare, solo …»
«Non credo sia quello, Carol.» intervenne Fred mentre Hermione si liberava in fretta della presa dell’amica.
«Ah no?» esclamò lei, gli occhi luccicanti e pieni di nuova speranza.
«No … mi è sembrata un po' triste, però.» ammise lui. 
«Dobbiamo accompagnarvi giù nel suo ufficio.» disse George. 
«L’ufficio?» Carol si alzò di scatto dalla sedia, portandosi le mani sulla bocca, sconvolta.
«Cerca di stare calma, Carol.» sospirò Hermione, sollevando gli occhi.
Le due scambiarono uno sguardo con Ron e Harry.
«Ci rivediamo in sala comune.» disse Hermione. «Portate tutti i libri che riuscite, ok?»
«Va bene.» dissero i due inquieti.
«Ci vediamo.» disse Carol, lanciando uno sguardo intenso a Harry che la fissava nervoso. Sarebbe andato tutto bene … gli sarebbe stata accanto anche in quella situazione.
«Fred, George» disse, quando uscirono dalla Biblioteca per dirigersi verso l’ufficio della professoressa. «Non vi ha detto proprio nulla riguardo ciò che deve dirci?»
«Non una parola.» disse George. «Quando glielo abbiamo chiesto ci ha detto di non ficcare il naso in cose che non ci riguardano, quindi non abbiamo insistito.»
«Sembrava proprio seria e abbattuta, però.» disse Fred.
Carol e Hermione si scambiarono un’occhiata sempre più confusa. Cosa poteva essere di così grave?
Si fermarono davanti alla spessa porta in legno e lì i due gemelli le salutarono, dicendo loro «Buona fortuna».
Bussarono alla porta e ricevettero la risposta della professoressa che le invitò ad entrare.
«Ah, Granger, McDonald, siete arrivate.» disse. «Prego.»
Tutta la stanza della McGranitt aveva un mobilio vecchio stile e negli scaffali erano ordinati antichi tomi e oggetti magici di vario genere. C’erano inoltre in un angolo alcune gabbie con all’interno uccelli colorati che probabilmente sarebbero stati usati in qualche lezione. Ma Carol fu sorpresa non dagli strani pennuti ma dalla presenza di niente meno ché Albus Silente in persona, il quale affiancava l’esile figura della McGranitt in piedi accanto alla cattedra. Non erano sole. Anche Cho Chang e una bambina dai capelli argentei che Carol non aveva mai visto erano lì.
«Buona sera, signorine.» le salutò il Preside con un cenno del capo al quale loro risposero incerte.
«Cosa … cosa sta succedendo, professori?» domandò Hermione, guardando poi Cho e la bambina, strette nelle spalle e nervose quanto loro. Cho gli rivolse un debole sorriso al quale Carol non rispose.
Silente sorrise loro: «Nulla di cui preoccuparsi, assolutamente, quindi mettete pure via quelle espressioni spaventate. Come ovviamente sapete domani si terrà la Seconda Prova. Questa prova si svolgerà negli abissi del Lago Nero e vuole che i Campioni Tremaghi si sfidino per recuperare il più rapidamente possibile un qualcosa a loro molto caro.»
«Sì, sappiamo qualcosa al riguardo.» disse Carol. «Ma noi cosa centriamo in tutto ciò?»
Silente non parve affatto sorpreso del fatto che Carol e Hermione sapessero più o meno di cosa trattasse la prova, e forse era persino sollevato: «Voi quattro siete state scelte per essere proprio quei ‘tesori’ che verranno recuperati dai Campioni partecipanti.»
Carol e Hermione sgranarono gli occhi per poi impallidire. Cho trattenne invece il respiro.
«Ma come …?» fece Hermione. «Credevo che si trattasse di oggetti, professoressa …»
«Ebbene no.» smentì la McGranitt, prendendo per la prima volta parola. Non sembrava molto entusiasta del fatto che degli studenti venissero calati nel Lago … «Si è ritenuto che il pensiero di salvare le persone a loro care avrebbe incoraggiato di più i Campioni.»
«Ma … » mormorò Cho, con voce sottile, «Come facciamo a restare sotto il Lago per tutto quel tempo? Non sarà … pericoloso
«Assolutamente, ragazze.» prese parola Silente, sollevando una mano. «Sarete sotto un Incantesimo, sarà come se stesse dormendo e non vi accadrà assolutamente nulla di male laggiù. Vi risveglierete non appena ritornerete a pelo d’acqua, quando i vostri Campioni vi avranno liberate.»
Per quanto le parole di Silente fossero pacate e rassicuranti, Carol continuava comunque a sentire un vago terrore: davvero non avrebbe avvertito nulla? E se ad esempio fosse stata aggredita dalla Piovra Gigante o da qualche altra Creatura acquatica?
«La signorina Gabrielle Delacour sarà l’ostaggio di sua sorella.» disse Silente facendo un piccolo inchino a Gabrielle che se ne stava in silenzio, un po’ spaventata.
Quindi era la sorellina di Fleur! Come aveva fatto a non accorgersene prima? In effetti, erano davvero molto simili … quasi due gocce d’acqua avrebbe osato dire.
«La signorina Chang del signor Diggory, la signorina Granger del signor Krum mentre la signorina McDonald sarà l’ostaggio del signor Potter.»
Carol sentì le guance colorirsi. Non aveva affatto pensato a quale Campione fosse stata destinata. Non era un pensiero che l’era passato davanti vista la tensione accumulata, e visto che era troppo impegnata ad ascoltare se lì in fondo al Lago fosse sicuro o meno. Però, adesso sapeva. Probabilmente in quel momento doveva avere la faccia più felice e sgargiante del mondo. E all’improvviso, la paura del Lago Nero si spense piano piano sostituita dalla scoperta di essere diventata, per quella Prova, ‘il tesoro più caro a Harry Potter’.
 
***

L’acqua schizzava ovunque.
Delle grida di giubilo le sfiorarono le orecchie per pochi istanti e poi il rumore dell’acqua prese di nuovo il sopravvento.
Mosse i piedi e le braccia per tornare a galla.
«Cosa …?»
Dov’era? Cos’era successo?
«Carol … stai bene?»
Una voce. La voce di Harry.
Si guardò attorno. Una bambina dai capelli argentei sguazzava accanto a lei, agitandosi. E c’era lui, bagnato fradicio, con l’espressione affaticata e preoccupata. Poco più in là c’erano dei volti familiari, in divise nere. E anche i Presidi, i giudici e gli studenti di Durmstrang e Beauxbatons.
Ad un tratto ricordò. Era stata condotta assieme a Hermione nello studio di Silente e lì egli gli aveva puntato contro la bacchetta, sussurrando un incantesimo. Dopodiché era stato il buio. In quel momento era nel Lago Nero …
«Harry … Harry, ce l’hai fatta! Mi hai salvato!» esclamò, sorridendogli, gli occhi accesi. «Ma … ma perché hai preso anche la sorellina di Fleur?»
«Fleur non si era fatta viva e non potevo lasciarla là giù.» disse Harry, nervosamente.
Carol lo fissò per degli istanti e poi sgranò gli occhi. Possibile che …?
«Harry, non avrai creduto che fossimo davvero in pericolo, vero?» domandò con voce morbida, come quando si spiega qualcosa a un bambino. «Silente non ci avrebbe mai lasciato laggiù. Se non ci avreste preso i Maridi ci avrebbero ricondotto in superfice.»
«Cosa …?»
L’espressione smarrita di Harry le fece capire che … sì, doveva aver perso un mucchio di tempo lì sotto per salvare anche gli altri ostaggi. Non sapeva neanche lei come reputarlo: stupido? Coraggioso? Ammirevole? O sciocco?
Gli rivolse uno sguardo di consolazione e poi accennò alla piccola Gabrielle: «Dai, diamole una mano. Non sembra sappia nuotare molto bene …»
Si avvicinò alla bambina, afferrandola e portandosi un suo braccio attorno al collo. Harry fece lo stesso dall’altro lato.
«Va tutto bene, tranquilla. » le disse, cercando di consolare quel visino perfetto contratto dalla paura.
Da lontano vide Silente e Ludo Bagman rivolgere loro grandi sorrisi mentre poco più in là Madama Chips assisteva Hermione, Krum, Cedric e Cho. Poco più lontano, assieme a Seamus, Neville e Dean c’era Ron che agitava le mani verso di loro, sorridente con il fratello Percy, venuto a fare da giudice al posto di Crouch, vicino. Nel frattempo Madame Maxime cercava di trattenere Fleur Delacour, che era pressoché isterica e lottava con le unghie e con i denti per tornare in acqua. 
«Gabrielle! Gabrielle! E' viva? E' ferita?» 
Quando finalmente i loro piedi toccarono terra, Fleur si liberò dalla presa di Madame Maxime e abbracciò la sorella. 
«Sono stati gli Avvinscini... mi agredivano... oh, Gabrielle, credevo... credevo...» 
«Venite qui, voi.» disse Madama Chips; afferrò Harry e Carol e li spinse verso Hermione e gli altri. La avvolse così stretta in una coperta che gli parve di trovarsi dentro una camicia di forza, e la costrinse a trangugiare una dose di pozione bollente.
Pochi secondi dopo, del vapore le fuoriuscì dalle orecchie e Carol si affrettò a coprirsi la testa con la coperta, imbarazzatissima.
«Harry, sei stato grande!» gridò Hermione. «Ce l'hai fatta, hai trovato il modo, da solo!» 
«Be'...» cominciò Harry. Carol notò come gli occhi di Harry saettarono su Karkaroff che lo stava osservando. Le parole di suo padre le ritornarono alla mente: possibile che fosse stato davvero lui a mettere il nome di Harry nel Calice? Ma se era davvero così pericoloso come aveva fatto a diventare Preside di una scuola e a essere invitato a Hogwarts da Silente? Però era anche vero che non aveva dato alcun segno di gioia e sollievo quando aveva visto lei, Harry e Gabrielle sbucare dal Lago sani e salvi.
«Sì, proprio così.» concluse Harry, alzando appena la voce. Dai suoi occhi, Carol capì che stava mentendo: qualcuno doveva averlo aiutato. E soprattutto voleva sapere quale stratagemma avesse usato alla fine. Un incantesimo, forse? 
«Tu ha scarabeo per la testa, Herr-Mioni.» disse Krum all’improvviso.  Pareva che Krum cercasse di attirare l'attenzione di Hermione, forse per ricordarle che l'aveva appena salvata dal lago, ma lei scacciò bruscamente lo scarabeo e disse: «Però hai superato il tempo massimo, Harry... Ci hai messo un secolo a trovarci?»
«No... vi ho trovati facilmente...»  Harry si sentiva sempre più stupido.
«Ha solo fatto il Grifondoro, come al solito …» disse Carol con un sorrisetto, facendo arrossire Harry.
«Sentite, non avete idea di come fosse laggiù …»
«Oh … c’è Ron!» esclamò però Carol, ignorando le lamentele di Harry, salutando l’amico con uno sventolio della mano. «Ti sei risparmiato la gita sotto il lago, eh, Mr Lentiggine?»
«Ho pensato che fosse giusto lasciare il divertimento a voi tre.» disse lui, scrollando le spalle. «Ho dato una mano a Percy e Madame Maxime per tranquillizzare la sorella di Fleur … era decisamente agitata, e pensare che è stata addormentata tutto il tempo.» dicendo ciò lanciò uno sguardo a Fleur, arrossendo in zona orecchie. Probabilmente la francese lo aveva ringraziato per l’aiuto a modo suo, con moine o qualche bacio sulle guance. Hermione lo guardò furibonda, gli occhi emananti saette, e Carol roteò gli occhi esasperata.
Silente nel frattempo era accovacciato accanto all'acqua, immerso in una fitta conversazione con quella che sembrava la leader del popolo delle sirene, una femmina dall'aria particolarmente selvaggia e feroce. Stava facendo lo stesso tipo di rumori stridenti che emettevano i tritoni sott'acqua; era chiaro che Silente sapeva parlare il Maride. Alla fine si rialzò, si rivolse ai colleghi giudici e disse: «Credo che sia necessario un consulto prima di assegnare i punteggi.» 
I giudici presero a confabulare. Madama Chips andò a recuperare Fleur e la sorellina. Fleur aveva parecchi tagli sul viso e sulle braccia, e la veste strappata, ma non gliene importava, e non voleva che Madama Chips glieli disinfettasse. 
«Pensi a Gabrielle.» le disse, e poi si rivolse a Harry. «Tu l’hai salvata. Anche se non era il tuo ostagio.» 
«Sì.» disse Harry a malincuore. Fleur si chinò, baciò Harry due volte su ciascuna guancia. Carol trattenne il fiato orripilata mentre vedeva la faccia di Harry abbrustolirsi. Sollevò l’indice probabilmente con la faccia più inferocita dell’Ungaro Spinato con cui se l’era vista Harry, per protestare, ma Fleur si girò anche verso di lei, trillando «E tu hai aiutato! Oh, merci, merci!» per poi piombarle addosso e abbracciarla con foga.
Carol rimase a bocca aperta, incapace di proferire parola, per poi darle un colpetto sulla schiena e dire: «Ehm … sì, be, non c’è di che …»
«Tu tonto jentile!» esclamò Fleur quasi in lacrime, dopodiché fluttuò via, verso la sorellina e Madama Chips.
Carol guardò sbalordita Hermione che le fece un cenno esasperato, le labbra arricciate dal disgusto.
In quel momento la voce prodigiosamente amplificata di Ludo Bagman risuonò altissima, facendoli sobbalzare tutti e riducendo al silenzio la folla nelle tribune. 
«Signore e signori, abbiamo preso una decisione. La Capitansirena Murcus ci ha raccontato che cosa è successo in fondo al lago, e di conseguenza abbiamo deciso di assegnare un punteggio su base cinquanta a ciascuno dei campioni, come segue...  La signorina Fleur Delacour, anche se ha dimostrato una padronanza eccellente dell'Incantesimo Testabolla, è stata aggredita dagli Avvincini mentre si avvicinava all'obiettivo, e non è riuscita a recuperare il suo ostaggio. Le assegniamo venticinque punti.»  Applausi dalle tribune. 
«Mi meritavo zero.» disse Fleur con voce roca, scuotendo la splendida chioma. 
«Il signor Cedric Diggory, che a sua volta ha fatto uso dell'Incantesimo Testabolla, è stato il primo a fare ritorno col suo ostaggio, anche se è riemerso un minuto oltre il tempo massimo di un'ora. Quindi conquista quarantasette punti.»
Fragorosi evviva dai Tassorosso in platea.
«Il signor Viktor Krum ha usato una forma incompleta di Trasfigurazione, che nondimeno si è rivelata efficace, ed è stato il secondo a tornare col suo ostaggio. Gli attribuiamo quaranta punti.»
Karkaroff applaudì molto forte, con aria decisamente altezzosa. 
«Il signor Harry Potter ha usato l'Algabranchia con grande efficacia.» continuò Bagman. Carol sgranò gli occhi stupita a quell’affermazione: Algabranchia? Cioè si era fatto spuntare pinne e branchie? Ma dove accidenti l’aveva trovata? «E' tornato per ultimo, e ben oltre il tempo massimo di un'ora. Tuttavia, la Capitansirena ci informa che il signor Potter è stato il primo a raggiungere gli ostaggi, e che il ritardo nel suo ritorno è stato causato dalla sua decisione di riportare indietro tutti gli ostaggi, e non solo il suo.» 
Sia Ron che Hermione rivolsero a Harry uno sguardo un po' esasperato, un po' compassionevole. Carol invece gli sorrise rassicurante e gli si fece più vicina, poggiandogli una mano sulla spalla, vedendo la tensione sul suo volto.  «Quasi tutti i giudici» - e qui Bagman scoccò a Karkaroff un'occhiata molto torva - «ritengono che ciò sia prova di tempra morale e meriti il punteggio pieno. Tuttavia... il punteggio del signor Potter è di quarantacinque punti.» 
Carol sgranò la bocca e poi scoppiò a ridere assieme a Ron e Hermione, applaudendo forte assieme a loro.
«Bravissimo, Harry!» gli disse, abbracciandolo forte. «Bravissimo!»
«E vai, Harry!» urlò Ron sopra il frastuono. «Allora non stavi facendo lo scemo: stavi dimostrando tempra morale!»
Anche Fleur batteva le mani con grande vigore, ma Krum non sembrava affatto contento. Cercò di nuovo di parlare con Hermione, ma lei era troppo occupata a festeggiare Harry per ascoltarlo. 
«La terza e ultima prova avrà luogo il ventiquattro giugno al tramonto.» riprese Bagman. «I campioni verranno informati su ciò che li attende con un mese esatto di anticipo. Grazie a tutti voi per il sostegno che avete dato loro.» 
Un ultimo scrosciante applauso e poi Madama Chips sospinse tutti coloro che erano stati sotto al Lago verso il castello, per fargli cambiare gli abiti fradici.
Carol affiancò Harry e gli bisbigliò, mentre procedevano nella vegetazione: «Adesso, però, me lo devi dire: come hai fatto a trovare l’Algabranchia?»
Harry le rivolse un sorriso molto malizioso: «Diciamo solo che dopo questo sarò così in debito con Dobby che dovrò regalargli un paio di calzini per ogni giorno dell’anno.»
 
***
 
Nei giorni successivi alla Seconda Prova, tutto l’entusiasmo di Carol per essere stata salvata da Harry si smorzò come un palloncino. Ovunque andasse la gente non faceva altro che punzecchiarla riguardo il fatto che si era rivelata essere ‘il tesoro più importante per Harry Potter’. La cosa all’inizio l’aveva lusingata e ammetteva che nel suo piccolo ancora continuava a renderla segretamente felice, ma il fatto che la questione fosse di dominio pubblico non le piaceva affatto. Non che significasse chissà cosa il fatto che fosse l'ostaggio di Harry: semplicemente era una sua amica e Silente sapeva anche che lei e Harry trascorrevano insieme il tempo durante l'estate essendo vicini e che condividevano un affetto profondo per Sirius. Tuttavia, Fred e George non la lasciavano un attimo in pace ogni volta che la incontravano e facevano battutine a Harry domandandogli a quando fossero le nozze. Era terribilmente imbarazzante.
«Se non la finite tutti e due, vi soffocherò col cuscino nel sonno e vi darò in pasto alla Piovra Gigante!» gli gridò dietro un giorno, per i corridoi, mentre i due si davano alla fuga ridendo come pazzi.
«Dai, Carol, stanno solo scherzando.» provò a consolarla Ron. «Lo sanno tutti che tu e Harry non potreste mai …» ma non finì la frase perché la McDonald si voltò verso di lui furibonda, i pugni serrati, ringhiando: «Ah, e così lo sanno tutti, eh?» per poi allontanarsi a grandi passi in una maldestra imitazione del Bigfoot. 
E così nessuno credeva davvero che lei e Harry potessero stare insieme?!
Come se non bastasse, in quel periodo anche Hermione riceveva la sua buona dose di prese in giro per via di Krum ed era tanto irritabile quanto Carol.
All'inizio di marzo il tempo divenne più asciutto, ma venti crudeli mordevano le mani e il viso degli studenti tutte le volte che uscivano nel parco. Ci furono ritardi nella consegna della posta perché i gufi continuavano a essere dirottati.
Nonostante ciò, Carol ricevette una piccola lettera da parte di un gufo particolarmente robusto. La lettera conteneva un messaggio breve e conciso da parte di suo padre:

Trovatevi allo steccato alla fine della strada che esce da Hogsmeade (dopo Mondomago) sabato pomeriggio alle due. Porta tutto il cibo che puoi, Carol. 
 
«Non sarà mica tornato a Hogsmeade.» disse Ron incredulo, quando Carol fece leggere loro il messaggio, nella sala d’Ingresso. 
«Parrebbe di sì, invece.» disse Hermione. 
«Non ci posso credere.» commentò Harry, nervoso. «Se lo prendono...»
«Sta tranquillo.» disse Carol, uscendo la bacchetta e incendiando la lettera che si disperse nell’aria in un cumulo di cenere. «Avrà trovato di certo un buon nascondiglio, e poi può trasformarsi in cane, è al sicuro.»
«E la zona non pullula più di Dissennatori.» aggiunse Ron. 
«Andremo all’incontro, ovviamente.» disse Carol, vivace. «Chissà cosa potrei portargli di buono …»
Scesero le scale che conducevano ai sotterranei, pronti per affrontare le ultime due ore di Pozioni della giornata.
Malfoy, Tiger e Goyle erano davanti alla classe insieme a Pansy Parkinson e alla sua banda di ragazze di Serpeverde. Guardavano qualcosa che Carol non riuscì a vedere e sghignazzavano con tutta l'anima. Il muso da carlino di Pansy spuntò eccitato da dietro la vasta schiena di Goyle mentre Harry, Ron, Carol e Hermione si avvicinavano. 
«Eccoli, eccoli!» disse con una risatina, e il manipolo di Serpeverde si disperse.
Pansy aveva in mano una rivista: Il Settimanale delle Streghe. La foto animata sulla copertina mostrava una strega ricciuta che esibiva un sorriso tutto denti e puntava la bacchetta contro una grossa torta di pan di Spagna. 
«Guardate un po' qui dentro, magari ci trovate qualcosa di interessante!» disse Pansy ad alta voce, e lanciò la rivista a Carol, che la prese al volo, guardandola in cagnesco.
«Che c’è, hai finalmente scoperto come farti sparire la lingua, Parkinson? Si tratterebbe di una vera benedizione, sai.» le disse con cattiveria.
«Io non farei così tanto la spavalda se fossi in te.» sghignazzò lei in risposta. Carol la guardò perplessa: di cosa mai poteva parlare quel giornale?
In quel momento la porta della cantina si aprì e Piton fece loro cenno di entrare. Carol, Hermione, Harry e Ron si diressero a un tavolo in fondo, come al solito. Quando Piton ebbe voltato loro le spalle per trascrivere alla lavagna gli ingredienti della pozione del giorno, Carol sfogliò rapida la rivista sotto il banco. Finalmente, nella sezione centrale, trovarono ciò che stavano cercando.
Una foto a colori di Harry apriva un breve servizio intitolato:
 
PROBLEMI DI CUORE A HOGWARTS
Le pene d’amore di Harry Potter e la nuova fiamma del Cercatore Bulgaro
 
Carol scambiò uno sguardo allibito con gli amici e poi iniziò la lettura:
 
E' un ragazzo fuori dal comune, forse, eppure è un ragazzo che vive tutti i consueti tormenti dell'adolescenza. Privato degli affetti fin dalla tragica fine dei suoi genitori, Harry Potter, quattordici anni, credeva di aver trovato conforto nella sua fidanzata ufficiale a Hogwarts, Carol McDonald, apparentemente figlia di una strega e un Babbano sfortunatamente deceduti. Certo non poteva immaginare che ben presto avrebbe dovuto subire un altro grande dolore in una vita già costellata di gravi perdite personali. Carol McDonald, infatti, una ragazza indubbiamente di bell’aspetto e che sa intelligentemente come sfruttarlo, parrebbe aver collezionato un trofeo dopo l’altro, essendo le sue scappatelle le più chiacchierate del castello.
‘Non so cosa ci trovi la gente in lei, sinceramente.’ dichiara Pansy Parkinson, una graziosa, vivace ragazza del quarto anno, ‘Ma è risaputo che sia uscita con ben quattro ragazzi diversi, due addirittura contemporaneamente. E’ andata al ballo con Terry Steeval, un Corvonero del nostro anno, quando era già da tempo fidanzata con Potter. E come se non bastasse sembrerebbe flirtare continuamente con Lee Jordan, un ragazzo della sua casa che ne combina una dopo l'altra a scuola. Io credo che abbia usato un Filtro d'Amore, è piuttosto sveglia. Sì, penso che ci sia riuscita così’.  I Filtri d'Amore naturalmente sono proibiti a Hogwarts, e senz'alcun dubbio Albus Silente vorrà indagare su queste accuse e molti di noi sperano anche che i poveri ragazzi caduti nei suoi intrighi vengano al più presto liberati dall’incanto e si rendano conto di con quale doppiogiochista abbiano avuto a ché fare. Nel frattempo, i sostenitori di Harry Potter devono augurarsi che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candidata più meritevole.
Ma se la rubrica d’amore sul nostro Campione Tre Maghi più giovane non vi è bastata, cari lettori, ho un’altra chicca in servo per voi riguardanti il Campione bulgaro, nonché Cercatore prodigio, Viktor Krum. Ebbene sì, perché anche il bon-bon Viktor Krum è riuscito a trovare l’amore in Hermione Granger, Babbana per nascita. 
Il Cercatore della Nazionale Bulgara ed eroe della scorsa Coppa del Mondo di Quidditch è palesemente innamorato cotto dell'ambiziosa e un po’ secchiona Granger – definita dai più bruttina e arrogante -, l'ha già invitata a fargli visita in Bulgaria durante le vacanze estive, e ripete: ‘Non ho mai provato niente di simile per nessun'altra’. 
Voi cosa ne dite? Sarà veramente amore? O anche Hermione Granger – intima amica di suddetta McDonald – si è lasciata prestare dalla compagna qualche stillo di Filtro d’Amore?
 
«Che bel mucchio di porcherie.» commentò Hermione, gettando su una sedia vuota vicina il giornale, strappandolo dalle mani di Carol. «Non devi darle retta, Carol. Non una singola parola …» 
«Te l'avevo detto!» sibilò invece Ron. «E questa volta ha mirato a ben due bersagli. Te e Hermione. Era meglio non dar fastidio a Rita Skeeter! Ti ha fatto diventare una specie di... di donna scarlatta!» 
Hermione scoppiò a ridere. «Donna scarlatta?»
«E' così che le chiama mia madre.» borbottò Ron, le orecchie paonazze.
«Non ho mai avuto alcune relazione con Terry e Lee, siamo solo amici!» protestò Carol furente. «E non so nemmeno come si fa un Filtro d’Amore! Ma se crede che mi nasconderò per queste cose fa un buco nell’acqua, la vecchia Rita.» si voltò a guardare Pansy Parkinson e le sue amiche di Serpeverde rivolgendo loro un sorrisetto per poi passare l’indice sulla gola. Erano donne morte. Non sopportava l’idea che Rita Skeeter e la Parkinson avessero immischiato anche Terry e Lee che ben poco centravano con tutto.
«E' curioso, però.» disse Hermione dieci minuti dopo, il pestello sospeso a mezz'aria sopra una ciotola di scarabei. «Come faceva Rita Skeeter a sapere...?» 
«A sapere che cosa?» disse Ron in fretta. «Non avrete preparato veramente dei Filtri d'Amore, giusto?» 
«Non dire sciocchezze.» sbottò Hermione mentre Carol rideva, e riprese a pestare gli scarabei. «No, è solo... come faceva a sapere che Viktor mi ha chiesto di andarlo a trovare quest'estate?»  Nel dire ciò Hermione divenne effettivamente scarlatta, ed evitò di incrociare lo sguardo di Ron. 
«Cosa?» fece Ron, lasciando cadere il pestello con un tonfo sordo. 
«Me l'ha chiesto appena mi ha tirato fuori dal lago.» mormorò Hermione. «Dopo che si era liberato della testa di squalo. Madama Chips ha dato a tutti e due una coperta e poi lui mi ha allontanato dai giudici perché non sentissero, e ha detto che se quest'estate non facevo niente di speciale, magari mi andava di...» 
«E tu che cosa gli hai risposto?» chiese Ron, che aveva ripreso il pestello e ora lo batteva sul tavolo, a una ventina di centimetri dalla ciotola, perché aveva gli occhi fissi su Hermione. 
Carol si morse le labbra per non scoppiare a ridere proprio in quel momento. Vedere Ron esternare la sua gelosia era fin troppo divertente … perché di gelosia si trattava, no? Cos’altro poteva essere?
«E lui in effetti ha detto che non aveva mai provato niente di simile per nessun'altra.» riprese Hermione, arrossendo ancora di più e guardando male Carol quando la ragazza si lasciò andare a un versetto mieloso fatto apposta per provocarla, «ma come ha fatto Rita Skeeter a sentire? Non c'era... o invece c'era? Forse è vero che ha un Mantello dell'Invisibilità, forse è sgattaiolata nel parco per assistere alla seconda prova...» 
«E tu che cosa gli hai risposto?» ripeté Ron, picchiando il pestello così forte che lasciò il segno sul tavolo. 
«Be', ero troppo occupata a vedere se Carol e Harry stessero bene per...» 
«Per quanto affascinante possa essere la tua vita sociale, e certo lo è, signorina Granger» disse una voce gelida alle loro spalle, «devo chiederti di non discuterne durante le mie lezioni. Dieci punti in meno per Grifondoro.»  Piton si era avvicinato di soppiatto al loro tavolo mentre stavano parlando.
Ora tutta la classe li fissava; Malfoy colse l'occasione per accendere la spilla POTTER FA SCHIFO e farla lampeggiare in direzione di Harry. Probabilmente era ancora uno dei pochi che si ostinava ad indossarle benché la moda fosse finita ormai da un pezzo. 
«Ah, in più leggete sotto il banco?» aggiunse Piton, afferrando la copia del Settimanale delle Streghe. «Altri dieci punti in meno per Grifondoro... oh, ma naturalmente...» Gli occhietti neri di Piton scintillarono indugiando sull'articolo di Rita Skeeter. «Potter deve tenersi aggiornato con la rassegna stampa...»  Nella cantina echeggiarono le risate dei Serpeverde, e un sorriso sgradevole increspò la bocca sottile di Piton che cominciò a leggere l'articolo ad alta voce.  «Le pene d'amore di Harry Potter... caro, caro il nostro Potter, ora che cosa ti affligge? Un ragazzo fuori dal comune, forse...» 
Carol vide la faccia di Harry ardere. Piton faceva una pausa alla fine di ogni frase per consentire ai Serpeverde di farsi una bella risata. Letto da Piton, l'articolo suonava dieci volte più disgustoso. Desiderava quasi tirargli addosso tutta la bava di lumaca poggiata davanti a lei …
«Davvero commovente.» concluse Piton con un sorrisetto beffardo, arrotolando la rivista mentre i Serpeverde continuavano a sghignazzare. «Per quanto gli intrighi amorosi della signorina McDonald possano essere interessanti, credo che sia meglio separarvi, così potrete concentrarvi sulle vostre pozioni invece che sulla vostra complicata vita sentimentale. Weasley, tu resti qui. Signorina Granger, laggiù, vicino alla signorina Parkinson e tu McDonald vicino il signor Zabini, e vediamo se finalmente ti decidi a chiudere quella boccaccia. Potter... quel tavolo davanti alla mia cattedra. Muovetevi. Ora.» 
Carol lo squadrò malissimo e si avvicinò a Blaise Zabini, tutto concentrato sulla sua pozione, strascicando la propria borsa a tracolla a terra. Non aveva mai parlato granché con il Serpeverde, un ragazzo alto, di colore e con occhi obliqui, poiché egli era parecchio silenzioso a differenza di Malfoy e compagnia.
Osservò di soppiatto Harry a cui Piton si era avvicinato, sibilandogli da un palmo dal naso, e assottigliò lo sguardo.
«Pipistrello …» sibilò tra i denti.
A quel punto qualcuno bussò alla porta della cantina. 
«Avanti.» disse Piton.  La classe si voltò a guardare mentre la porta si apriva. Entrò il professor Karkaroff. Tutti lo osservarono mentre si avvicinava alla cattedra di Piton. Si attorcigliava il dito attorno al pizzetto, e sembrava agitato. 
«Dobbiamo parlare.» disse Karkaroff all'improvviso, raggiunto Piton. «Parlerò con te alla fine della lezione, Karkaroff...» borbottò Piton, ma Karkaroff lo interruppe. 
«Voglio parlarti ora che non puoi sfuggirmi, Severus. Tu mi eviti.» 
«Dopo la lezione.» sbottò Piton. 
Carol aggrottò le sopracciglia e riuscì a rivolgere uno sguardo perplesso verso Ron che sollevò le spalle, perplesso quanto lei.
Karkaroff sembrava decisamente preoccupato, e Piton era furioso.  Il Preside di Durmstrang rimase a incombere dietro la cattedra di Piton per quel che restava delle due ore. Sembrava intenzionato a impedire a Piton di sgattaiolare via alla fine della lezione. Quando la campana annunciò la fine della lezione, Carol si affrettò a uscire da quell’aula divenuta ormai asfissiante e aspettò Ron e Hermione fuori dalla classe. Harry era rimasto dentro.
«Ma cosa sta combinando?» borbottò Carol, cercando di sbirciare dentro l’aula. Restare solo con Karkaroff e Piton, tra l’altro decisamente astiosi in quel momento, non era l’idea più brillante del secolo. Poco dopo, Harry sfrecciò fuori dall’aula e sibilò prima che qualcuno dei tre potesse aprire bocca: «Karkaroff ha mostrato qualcosa a Piton …»
«Detta così, Harry …» sbuffò Carol mentre Ron si faceva una risata.
«Intendo dire, gli ha mostrato qualcosa che aveva sul braccio, e Piton sembrava davvero nervoso.» disse Harry. «E prima, durante la lezione, mi ha accusato di avergli rubato alcune cose dal suo ufficio … come l’Algabranchia e la Pelle di Girilacco …»
«Pensi che Dobby gliel’abbia rubata?» domandò Hermione, sorpresa.
«Be, non sarebbe la prima volta che fa qualcosa di stupido per aiutarmi, no?» disse Harry, riflettendo. «Piuttosto la pelle di Girilacco … e quella cosa che gli ha mostrato Karkaroff …»
«Sirius aveva detto di tenere d’occhio Karkaroff.» osservò Ron. «Forse è stato lui a rubare quella roba a Piton … e ora vuole minacciarlo in qualche modo … o magari sono complici.»
«No, non credo. Piton sembrava davvero arrabbiato con lui.»
Come se non bastasse la Terza Prova incombente, adesso ci si metteva pure Piton …
 
***

La mattina dopo i quattro amici uscirono dal castello a mezzogiorno. Un debole sole argenteo brillava sul parco. Il clima non era mai stato così mite dall'inizio dell'anno: il tempo di arrivare a Hogsmeade, e tutti e quattro avevano dovuto togliersi i mantelli. Il cibo che Sirius aveva chiesto loro di portare era nella borsa di Carol; avevano rubato una dozzina di cosce di pollo, una pagnotta grande e un fiasco di succo di zucca dalla tavola del pranzo. Entrarono da Stratchy & Sons, Abbigliamento per Maghi per comprare un regalo a Dobby, e si divertirono a scegliere i calzini più orrendi, compreso un paio con stelle d'oro e d'argento lampeggianti, e un altro che strillava forte quando diventava troppo puzzolente.
«Sono certa che gli piaceranno un sacco.» stava dicendo Carol, mentre uscivano dal negozio per imboccare la via principale. Fu a quel punto che, però, vide non troppo lontano un viso molto famigliare. Terry Steeval si trovava vicino la vetrina di Mondomago assieme ad Anthony, Lisa Turpin e Morag McDougal e la stava guardando; non appena si accorse che i loro sguardi si erano incrociati, però, le levò subito gli occhi di dosso, sussultando. In effetti gli doveva proprio delle scuse per quello stupido articolo scritto dalla Skeeter e anche a Lee … avrebbe dovuto parlare con tutti e due al più presto, e quale occasione era migliore per cominciare?
«Aspettate qui.» disse agli amici. «Devo andare a parlare con Terry.»
Hermione annuì subito, capendo le sue intenzioni, mentre Harry si imbronciò: «Dobbiamo andare da Sirius adesso, ci parlerai un’altra volta …»
«Non posso rimandare e poi arriveremo comunque in orario.» gli disse lei piccata per poi allontanarsi mentre Hermione tirava Harry per il braccio.
Si avvicinò al gruppetto di Corvonero, salutandoli con la mano: «Ciao, ragazzi.»
«Ehi, Carol!» le rispose subito Anthony. «Tutto okay?»
«Non c’è male. Michael non è con voi?» disse in tono leggermente stupito notando l’assenza del ragazzo che di solito girava sempre con loro.
«Ah, no, è uscito con Ginevra Weasley oggi.» le disse facendosi una risatina e anche Lisa ridacchiò.
«Cosa?!» esclamò Carol stupita. Da quando Ginny frequentava Michael Corner? E perché lei non ne sapeva niente?
«Non lo sapevi?» disse Anthony mentre Terry guardava Carol con tanto d’occhi cercando di capire perché tutto quell’interessamento nei confronti di Michael.
«No, non ne avevo idea.» ammise Carol. Appena vista Ginny le avrebbe parlato di quella faccenda. «Però, non è questo il motivo per cui mi sono avvicinata. Terry, ti posso parlare?»
Lui sussultò e poi annuì in fretta: «Certamente.»
«Fai presto, Terry.» intervenne Morag, mentre lei e gli altri due bronzo-blu si allontanavano un po’ per lasciarli da soli.
Ci furono alcuni brevi istanti di silenzio in cui nessuno dei due guardò l’altro negli occhi: Carol stava cercando le parole migliori per scusarsi.
«Senti, Terry» si decise alla fine a esordire, giocherellando con le dita, «immagino che tu abbia letto l’articolo di Rita Skeeter e … be … mi dispiace tantissimo ché tu sia stato infilato nella questione quando non centri assolutamente nulla. Io e lei abbiamo avuto un’incomprensione ai Tre Manici l’ultima volta e penso si sia voluta vendicare con una dei suoi articoli spazzatura.»
«Non credo a neanche una parola di quello che c’è scritto in quell’articolo.» la rassicurò subito lui. «E non devi preoccuparti di nulla. Ormai sappiamo un po’ tutti di ché pasta è fatta quella Skeeter.»
«Sei troppo gentile, Terry.» disse lei rivolgendogli un enorme sorriso. «Grazie.»
Lui arrossì imbarazzato, e si infilò le mani nelle tasche, giusto per non starsene fermo come uno stoccafisso: «Figurati. Solo … posso farti una domanda?»
«Certo.»
«Tu e Potter siete davvero … ecco …»
Stavolta fu Carol a farsi scarlatta e agitò in fretta le mani per aria: «No, no, certo che no … siamo solo … amici, sì.»
Quanto le faceva male dirlo?
«Oh.» Terry le rivolse un altro sorriso. «Capisco. In effetti era strano, aveva già insinuato qualcosa tra Harry e Hermione un po’ di tempo fa e adesso con te …»
«Manca di originalità, sì.» ridacchiò lei, divertita, capendo dove volesse andare a parare. «Ora devo andare, ci vediamo in giro.»
«Sì, ciao, allora.»
Si rivolsero un saluto con la mano mentre Carol gli si allontanava e lui la fissava allegramente, le gote colorite. La ragazza raggiunse in fretta il gruppetto di amici che si era riparato sotto la grondaia di un negozio di dolciumi. Ron fissava avido l’interno, mostrando alcune cose a Hermione, mentre Harry se ne stava in un angolo immusonito con le braccia incrociate.
«Fatto.» annunciò, come se avesse appena portato a compimento un’importante missione.
«Che cosa?» disse subito Harry. «Cosa gli hai detto?»
«Gli ho chiesto solo scusa per la storia dell’articolo.» disse lei facendo spallucce. «Niente di ché, allora, andiamo?»
Era l'una e mezza precisa quando risalirono la High Street, oltrepassarono Mondomago e si diressero verso il limitare del villaggio. Il viottolo tortuoso li portava verso l'aperta campagna attorno a Hogsmeade. Qui le case erano più rare, e avevano giardini più grandi; i tre avanzavano verso le pendici della montagna nella cui ombra si stendeva Hogsmeade. Poi svoltarono un angolo, e videro una staccionata alla fine del
viottolo. In attesa, le zampe davanti posate sul palo più alto, c'era un cane nero molto grosso dal pelo ispido, con alcuni giornali in bocca e l'aria molto familiare... 
«Papà!» cinguettò Carol, correndo ad abbracciarlo, avvolgendogli il collo peloso con le braccia.
«Ciao, Sirius.» salutò Harry.
Il cane nero annusò avidamente la borsa che pendeva dalla spalla di Carol, scodinzolò una volta, poi si voltò e prese a trotterellare per il terreno coperto di cespugli che s'inerpicava lungo le pendici rocciose.
Carol, Harry, Ron e Hermione scavalcarono la staccionata e lo seguirono.  Sirius li guidò in alto, dove il suolo era coperto di rocce e massi. Era facile per lui, a quattro zampe, ma i ragazzi ben presto furono senza fiato. Seguirono Sirius più in alto, sulla montagna vera e propria. Per quasi mezz'ora salirono lungo un sentiero ripido, tortuoso e sassoso, seguendo la coda sventolante di Sirius, sudando al sole.  Poi, alla fine, Sirius sparì dalla loro vista, e quando raggiunsero il luogo in cui era scomparso, videro una piccola apertura nella roccia. Vi s'insinuarono e si trovarono in una fresca caverna quasi completamente buia. Legato sul fondo, un capo della corda fissato attorno a una grossa roccia, c'era Fierobecco l'Ippogrifo.
«C’è anche Becco!» esclamò Carol felice come una Pasqua, non aspettandosi anche la presenza della Creatura.
Tutti e quattro gli fecero un profondo inchino, e dopo averli scrutati con aria arrogante per un attimo, l'animale piegò le ginocchia squamate, e permise a Hermione e Carol di avvicinarsi e di accarezzargli il collo piumato.
Dopodiché la McDonald voltò il capo per guardare suo padre, che aveva perso le sembianze del cane. Indossava la stessa veste grigia strappata di quando era fuggito da Azkaban. I suoi capelli neri erano più lunghi di quando era apparso nel fuoco, ed erano di nuovo arruffati e in disordine. Era molto magro. 
«Pollo!» esclamò con voce roca dopo essersi sfilato di bocca i vecchi numeri della Gazzetta del Profeta e averli gettati a terra. 
«Certo, papà.» disse Carol, aprendo la borsa e porgendogli il fagotto col cibo. «Tutto tuo.»
«Grazie, piccola.» disse Sirius. Afferrò una coscia, si sedette sul pavimento della grotta e addentò un grosso pezzo di carne. «Finora ho mangiato soprattutto topi. Non posso rubare troppo cibo a Hogsmeade; attirerei l'attenzione.» Fece un gran sorriso a Harry e Carol. Ma se Harry lo ricambiò riluttante, Carol non se la sentì proprio e lo guardò sconvolta.
«Come topi, papà?! Non puoi dire sul serio … dovresti nutrirti meglio, come facevi quando sei fuggito …»
«Non preoccuparti per me, fingo di essere un adorabile randagio e alcune volte mi danno del cibo più … commestibile, ecco.»  Rise ancora, ma vedendo il volto preoccupato di Harry e Carol, disse, più serio: «Voglio essere sul posto, ragazzi. La tua ultima lettera, Harry ... be', diciamo che le cose si fanno più sospette. Rubo il giornale tutte le volte che qualcuno lo butta via, e a quanto pare non sono il solo a essere in pensiero.»  Accennò alle copie ingiallite della Gazzetta del Profeta sparse per terra. Ron le prese e le aprì. 
Harry, invece, continuò a fissare Sirius. «E se ti prendono? E se ti vedono?»
«Voi tre e Silente siete gli unici qui attorno a sapere che sono un Animagus.» rispose Sirius, alzando le spalle, senza smettere di divorare la coscia di pollo. 
«Ron…» sussurrò Carol all’amico, facendosi passare gli articoli. Il primo titolava MISTERIOSA MALATTIA DI BARTEMIUS CROUCH, il secondo STREGA DEL MINISTERO ANCORA DISPERSA - IL MINISTERO DELLA MAGIA INDAGA.  L'articolo su Crouch era a dir poco inquietante. Le balzarono all'occhio alcune frasi: non compare in pubblico da novembre... la sua casa sembra deserta... no comment dall'Ospedale di San Mungo per Malattie Magiche... Il Ministero si rifiuta di confermare le voci di una grave malattia... 
«A sentir loro è come se fosse moribondo.» disse Harry lentamente, che stava leggendo da sopra la spalla la sua spalla.
«Peggio …» sussurrò Carol. «E’ come se fosse già morto ma qualcuno lo vuole nascondere a tutti i costi.»
«Ma non può essere tanto malato se è riuscito a venire fin quassù...» disse Harry, che aveva visto Crouch sulla Mappa del Malandrino quella notte nel Bagno dei Prefetti. E la Mappa non mentiva mai.
«Mio fratello è l'assistente personale del signor Crouch.» disse Ron a Sirius. «Dice che Crouch soffre di stress da superlavoro.» 
«Però sembrava davvero malato l'ultima volta che l'ho visto da vicino.» ribatté Harry, continuando a leggere l'articolo. «La sera che dal Calice è venuto fuori il mio nome...» 
«Ha quel che si meritava per aver licenziato Winky, no?» disse Hermione freddamente. Accarezzava Fierobecco, impegnato a sgranocchiare le ossa di pollo avanzate da Sirius. «Scommetto che adesso gli dispiace... scommetto che sente la differenza adesso che lei non è là a prendersi cura di lui.»
Ron le scoccò un'occhiata cupa. 
«Hermione ha la fissa degli elfi domestici.» borbottò a Sirius. 
Sirius, però, parve interessato. «Crouch ha licenziato il suo elfo domestico?» 
«Sì, alla Coppa del Mondo di Quidditch.» disse Harry, e si lanciò nel resoconto della comparsa del Marchio Nero, e del ritrovamento di Winky con la sua bacchetta stretta in mano, e dell'ira di Crouch.  Quando Harry ebbe finito, Sirius era di nuovo in piedi e aveva cominciato a misurare la caverna a grandi passi.
«Fammi capire bene.» disse dopo un po', brandendo un'altra coscia di pollo. «Avete visto l'elfa per la prima volta in Tribuna d'Onore. Stava tenendo il posto per Crouch, giusto?»
«Giusto.» risposero in coro loro quattro.
«Ma Crouch non si è fatto vedere alla partita?» 
«No.» rispose Harry. «Ha detto che aveva da fare, credo.» 
Sirius misurò la caverna passo dopo passo, in silenzio. Poi disse: «Harry, hai controllato se avevi la bacchetta in tasca dopo essere sceso dalla Tribuna d'Onore?» 
«Ehm...» Harry si sforzò di riflettere. «No.» disse alla fine. «Non ne ho avuto bisogno finché non siamo stati nella foresta. E allora ho messo la mano in tasca, e c'era solo l'Omniocolo.» Fissò Sirius, in attesa. «Vuoi dire che chi ha evocato il Marchio mi ha rubato la bacchetta in Tribuna d'Onore?» 
«E' probabile.» rispose Sirius. 
«Winky non ha rubato la bacchetta!» disse Hermione con voce acuta.  «L'elfa non era la sola in Tribuna.» disse Sirius, la fronte aggrottata, mentre continuava a camminare avanti e indietro. «Chi
c'era seduto dietro di voi?» 
«Un sacco di gente.» rispose Harry. «Dei ministri bulgari... Cornelius Caramell... i Malfoy...» 
«I Malfoy!» esclamò Ron all'improvviso, così forte che la sua voce rimbombò nella caverna, e Fierobecco scrollò la testa, innervosito. «Ci scommetto che è stato Lucius Malfoy!»
«Non penso che Malfoy rischierebbe il suo buon nome al Ministero solo per fare comparire il Marchio di un mago che per quanto ne sa è caduto da secoli.» osservò Carol, che non faticava a capire più di tanto in ché modo lavorasse la mente dei Malfoy. Bastava guardare Draco …
«Carol ha ragione.» disse Sirius, riflettendo. «Non farebbero mai nulla per nulla. C’era qualcun altro?»
«Nessuno.» rispose Harry. 
«Sì, qualcuno c'era, Ludo Bagman.» gli ricordò Hermione.
«Non so nulla di Bagman, a parte che è stato Battitore delle Vespe di Wimbourne.» disse Sirius senza fermarsi. «Che tipo è?»
«E' a posto.» rispose Harry. «Continua a offrirmi il suo aiuto per il Torneo Tremaghi.» 
«Davvero?» fece Sirius, ancor più accigliato. «E come mai?» 
«Dice che mi si è affezionato.» disse Harry. 
«Ti ha parlato a malapena, Harry!» esclamò Carol, stizzita, mentre Fierobecco scalciava lontano un ossicino di pollo. «A me lui sembra più che sospetto.»
«L'abbiamo visto nella foresta appena prima della comparsa del Marchio Nero.» aggiunse Hermione.
«Sì, ma non è rimasto nella foresta, no?» rispose Ron. «Quando gli abbiamo detto degli scontri, è andato al campeggio.» 
«Come fai a dirlo?» ribatté Hermione. «Come fai a sapere dove andava quando si è Smaterializzato?» 
«Andiamo» disse Ron incredulo, «vorresti dire che sospetti che sia stato Ludo Bagman a evocare il Marchio Nero?» 
«E' più facile che sia stato lui che non Winky.» replicò Hermione ostinata.  «Mi trovo d’accordo con Hermione. Winky era davvero disperata quando l’hanno accusata, e molto confusa … inoltre è assurdo che possano pensare che un’elfa sappia un incantesimo tanto malefico! E anche se fosse … mi verrebbe da chiedermi chi glielo ha insegnato. Di certo, a rigor di logica, i padroni eppure nessuno ha mosso un’indagine contro Crouch.»  «Sappiamo entrambi bene quanto è cieco il Ministero, Carol.» disse Sirius amaramente. «Quando è apparso il Marchio Nero e l'elfa è stata trovata con la bacchetta di Harry, che cosa ha fatto Crouch?» 
«E' andato a guardare tra i cespugli» disse Harry, «ma non c'era nessuno.» 
«Ma certo» borbottò Sirius andando avanti e indietro, «ma certo, avrebbe accusato chiunque tranne la sua elfa... e poi l'ha licenziata?»
«Sì» si accalorò Hermione, «l'ha licenziata, solo perché non era rimasta nella sua tenda a farsi calpestare...» 
«Hermione, vuoi darci un taglio con quell'elfa?» disse Ron. 
Ma Sirius scosse la testa e disse: «Ha capito Crouch meglio di te, Ron. Se vuoi sapere com'è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari.»  Si passò una mano sul viso ispido per la barba non fatta, riflettendo. «Tutte queste assenze di Barty Crouch... si preoccupa che la sua elfa domestica gli tenga un posto alla Coppa del Mondo di Quidditch ma non si cura di andarci. Lavora sodo per ripristinare il Torneo Tremaghi, e poi smette di venire anche qui... non è da Crouch. Se è mai rimasto assente dal lavoro per malattia prima d'ora, mi mangio Fierobecco.»
«Allora lo conosci?» chiese Harry. 
Sirius si rabbuiò. «Oh, conosco benissimo Crouch.» disse piano. «E' stato lui a dare l'ordine che mi spedissero ad Azkaban... senza processo.»
«Che cosa?!» esclamò Carol, indignata.
Era stato quell’uomo che aveva mandato in prigione suo padre senza possibilità di parlare? Era lui il motivo per cui non aveva potuto avere un padre?
«Stai scherzando!» aggiunse Harry. 
«No.» disse Sirius, staccando un altro grosso morso dal pollo. «Crouch era il Capo delle Forze dell'Ordine Magiche, non lo sapevate?»
Harry, Ron e Hermione scossero la testa. Carol si limitò a restare in silenzio, carezzando piano Fierobecco, ancora sconvolta da quanto aveva appreso. 
«Lo davano come prossimo Ministro della Magia.» spiegò Sirius. «E' un gran mago, Barty Crouch, un mago molto potente... e assetato di potere. Oh, non un sostenitore di Voldemort, questo mai.» proseguì, cogliendo lo sguardo di Harry. «No, Barty Crouch è sempre stato esplicitamente contro il Lato Oscuro. Ma allora tante persone che erano contro il Lato Oscuro... be', non potete capire... siete troppo giovani...» 
«E' quello che ha detto mio padre alla Coppa del Mondo.» disse Ron, con una traccia d'irritazione nella voce. «Mettici alla prova, no?»
«Ti abbiamo salvato la pelle, papà.» aggiunse Carol, con voce saccente. «Direi che siamo abbastanza in gamba da capire.»
Un sorriso illuminò il viso magro di Sirius. «E va bene, vi metterò alla prova...» poi ammonì giocosamente Carol con l’indice «Ma non iniziare a fare la piccola ribelle, tu. Non ne hai il diritto con tuo padre.»  Ripercorse la caverna avanti e indietro, e poi cominciò: «Immaginate che ora Voldemort sia potente. Voi non sapete chi sono i suoi sostenitori, non sapete chi lavora per lui e chi no; sapete che è in grado di controllare le persone in modo da costringerle a fare cose orribili senza riuscire a fermarsi. Avete paura per voi, la vostra famiglia, e i vostri amici. Ogni settimana, nuove notizie di altre morti, altre sparizioni, altre torture... il Ministero della Magia nel caos, non sanno cosa fare, cercano di tenere tutto nascosto ai Babbani, ma nel frattempo muoiono anche dei Babbani. Terrore ovunque... panico... confusione... era così allora.  Be', tempi come quelli fanno tirar fuori il meglio a certe persone, e il peggio ad altre. I principi di Crouch potevano anche essere sani all'inizio; non saprei. Fece una rapida carriera al Ministero, e prese a impartire misure molto severe contro i sostenitori di Voldemort. Gli Auror furono investiti di nuovi poteri: il potere di uccidere invece di catturare, per esempio. E io non fui l'unico a essere consegnato ai Dissennatori senza processo. Crouch combatteva la violenza con la violenza, e autorizzava l'uso delle Maledizioni Senza Perdono contro i sospetti. Oserei dire che divenne spietato e crudele quanto molti del Lato Oscuro. Aveva i suoi sostenitori, badate: moltissima gente era convinta che stesse affrontando le cose nella maniera giusta, e c'erano un sacco di maghi e streghe che premevano perché diventasse Ministro della Magia. Quando Voldemort scomparve, parve che fosse solo questione di tempo prima che Crouch ottenesse la massima carica. Ma poi accadde una vera disgrazia...» Sirius fece un sorriso cupo. «Il figlio di Crouch fu sorpreso con un gruppo di Mangiamorte che erano riusciti a farsi rilasciare da Azkaban. A quanto pareva volevano trovare Voldemort e innalzarlo di nuovo al potere.»
«Hanno preso il figlio di Crouch?» disse Hermione senza fiato mentre Carol ascoltava a bocca aperta, senza fiato. 
«Già.» fece Sirius. Poi lanciò l'osso di pollo a Fierobecco, si chinò a prendere la pagnotta e la spezzò in due. «Un bel colpo per il vecchio Barty, direi. Avrebbe dovuto passare un po' più di tempo a casa con la sua famiglia, no? Doveva uscire presto dall'ufficio una volta ogni tanto... imparare a conoscere suo figlio.»  Prese a divorare grossi pezzi di pane.  «Suo figlio era davvero un Mangiamorte?» chiese Harry. 
«Non ne ho idea.» rispose Sirius, ingollando altro pane. «Ero anch'io ad Azkaban quando lo portarono. Queste sono quasi tutte cose che ho scoperto dopo essere uscito. Quando fu arrestato, il ragazzo era senza dubbio in un gruppo di Mangiamorte: ma può darsi che si fosse trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, come quell'elfa domestica.»  «Crouch ha cercato di tirar fuori suo figlio?» sussurrò Hermione. 
Sirius sbottò in una risata molto simile a un latrato. «Crouch tirar fuori suo figlio? Pensavo che l'avessi capito, Hermione. Qualunque cosa minacciasse di macchiare la sua reputazione doveva sparire, aveva consacrato tutta la vita a un solo progetto, diventare Ministro della Magia. L'hai visto licenziare una devota elfa domestica perché lo legava ancora una volta al Marchio Nero... non ti basta per capire che tipo è? L'affetto paterno di Crouch è arrivato solo al punto di concedere al figlio un processo, e comunque, per lui non è stato altro che un pretesto per dimostrare quanto detestava il ragazzo... poi l'ha spedito dritto ad Azkaban. Non poteva avere più di diciannove anni. L'hanno rinchiuso in una cella vicina alla mia. Già la sera invocava sua madre. Dopo qualche giorno si è calmato, però... si calmavano tutti, alla fine... tranne quando urlavano nel sonno...» 
«Tu credi che fosse innocente?» disse Carol, seria. «Insomma, è stato ritrovato con un gruppo di Mangiamorte …»
«Poteva essere benissimo sotto Imperio, da quello che ne sappiamo.» osservò Sirius, pensandoci su. «Ma ovviamente non lo conoscevo, non posso averne la certezza. Potrebbe essere stato immischiato in qualcosa, un po’ come me … non ha resistito molto ad Azkaban. E' morto un anno dopo esserci entrato.» 
«E' morto?» ripeterono Harry e Carol. 
«Non è stato l'unico.» disse Sirius con amarezza. «Là dentro impazziscono quasi tutti, e molti alla fine smettono di mangiare. Perdono la voglia di vivere. Si capiva sempre quando qualcuno stava per morire, perché i Dissennatori lo sentivano, diventavano eccitati. Quel ragazzo aveva già un'aria malata quando è arrivato. Visto che Crouch era un membro importante del Ministero, a lui e sua moglie fu concessa una visita in punto di morte. E' stata l'ultima volta che ho visto Barty Crouch: è passato davanti alla mia cella sorreggendo sua moglie. E' morta anche lei, a quanto pare, poco dopo. Di dolore. Si è consumata come il ragazzo. Crouch non è mai venuto a prendere il corpo di suo figlio. I Dissennatori l'hanno seppellito fuori dalla fortezza, li ho visti io.»  Sirius mise da parte il pane che aveva appena portato alla bocca, prese il fiasco di succo di zucca e lo svuotò.
Carol era pallida per il terrore e si rese conto solo dopo di essersi aggrappata al braccio di Harry. Anche a suo padre sarebbe potuta capitare una fine tanto orrenda.
«Morto il ragazzo, tutti hanno cominciato a sentirsi più comprensivi verso di lui e a chiedersi com'era possibile che un ragazzo simpatico di buona famiglia si fosse rovinato così. Hanno concluso che suo padre non gli aveva mai voluto veramente bene. Così Cornelius Caramell si è preso il posto migliore, Crouch è stato messo da parte ed è finito all'Ufficio della Cooperazione Magica Internazionale.»
Cadde un lungo silenzio. Carol guardò con occhi assenti suo padre mentre terminava il suo cibo, pensando freneticamente. E così era quella la storia del signor Crouch … per quanto inizialmente l’uomo le fosse sembrato un po’ noioso non avrebbe mai creduto che sarebbe potuto essere un tale ambizioso e cieco. E soprattutto che avesse condannato suo padre. A quella realizzazione sentì un odio bruciante invaderle lo stomaco e una nausea così forte che avrebbe quasi potuto vomitare sui resti di pollo di suo padre.
«Moody sostiene che Crouch è ossessionato dall'idea di catturare Maghi Oscuri.» disse Harry a Sirius. 
«Sì, ho sentito dire che è diventata un po' una mania.» annuì Sirius. «Secondo me crede ancora che se riesce a catturare un altro Mangiamorte tornerà popolare come una volta.»
«Ed è venuto quassù di nascosto per frugare nell'ufficio di Piton!» disse Ron trionfante, guardando Hermione. 
«Sì, ed è una cosa che non ha senso.» disse Sirius. 
«Sì, invece!» esclamò Ron vivacemente.
Ma Sirius scosse la testa. «Senti, se Crouch vuole indagare su Piton, perché non è venuto a fare il giudice al Torneo? Sarebbe stata la scusa ideale per far visita regolarmente a Hogwarts e tenerlo d'occhio.» 
«E’ vero, Ron. E poi sappiamo benissimo che Moody vede Maghi Oscuri ovunque.» gli fece notare Carol, con una punta di fastidio nella voce.
«Ma è stato un Auror, Carol. Avrà i suoi motivi.» disse Ron, cocciuto.
Sirius intervenne, guardando stupito la figlia: «Carol, te l’ho già detto, non devi prendertela così con Malocchio. E’ un grande amico fidato di Silente, ed ha sempre fatto del suo meglio per combattere la Magia Oscura.»
La ragazza si limitò a fissarlo, senza replicare. Di solito si fidava ciecamente dell’opinione di suo padre ma in quel caso non riusciva a esserne del tutto convinta, seppur le sue rassicurazioni la riuscissero ad ammorbidire. Moody la inquietava terribilmente, stargli vicino la innervosiva e non riusciva a non stare all’erta durante le sue lezioni. E la cosa che più la disturbava era il non capirne il motivo. Certo, lo detestava dalla lezione sulle Maledizioni e riteneva i suoi metodi di istruzione pazzoidi ma comunque lui si era scusato con lei, sarebbe dovuta essere una parentesi chiusa come lo era per altri … come Neville.  
«Quindi, Sirius, sei convinto che Piton potrebbe avere in mente qualcosa?» gli chiese Harry, ma Hermione s'intromise. «Sentite, non m'importa di quello che dite, Silente si fida di Piton...» 
«Oh, andiamo, Hermione» la interruppe Ron impaziente, «lo so che Silente è fantastico e tutto, ma questo non vuol dire che un Mago Oscuro davvero abile non riuscirebbe a ingannarlo...» 
«E allora perché Piton ha salvato la vita a Harry il primo anno, eh? Perché non l'ha lasciato morire?»
«E poi, Voldemort stesso teme Silente. Perché non dovrebbe farlo un Mangiamorte da quattro soldi?» osservò Carol.
«Tu che cosa ne dici, Sirius?» disse forte Harry, e Ron, Carol e Hermione smisero di rimbeccarsi per stare a sentire. 
«Io credo che abbiano ragione tutti e due.» rispose Sirius, guardandoli pensieroso. «Da quando ho scoperto che Piton insegnava qui, mi sono chiesto come mai Silente gli ha offerto un lavoro. Piton è sempre stato attratto dalle Arti Oscure, a scuola era celebre per questo. Era un tipo viscido, untuoso, coi capelli appiccicaticci.» aggiunse Sirius, e Harry e Ron si scambiarono un sorrisetto. «Quando è arrivato a scuola, conosceva più incantesimi di metà degli allievi del settimo anno e faceva parte di una banda di Serpeverde che sono  diventati quasi tutti Mangiamorte.»  Sirius alzò le mani e prese a elencare i nomi. «Rosier e Wilkes: furono entrambi uccisi dagli Auror l'anno prima della caduta di Voldemort. I Lestrange, marito e moglie: si trovano ad Azkaban. Avery, quel verme, col suo amico Mulciber, ho sentito dire che è riuscito a togliersi dai guai sostenendo che aveva agito sotto la Maledizione Imperius, è ancora in libertà. Ma per quel che ne so, Piton non è mai nemmeno stato accusato di essere un Mangiamorte. Non che questo conti molto. Molti di loro non furono mai catturati. E Piton è certo abbastanza abile e astuto da tenersi fuori dai guai.» 
«Piton conosce molto bene Karkaroff, ma vuole che non si sappia.» disse Ron. 
«Sì, dovevi vedere la faccia che ha fatto quando Karkaroff è venuto a Pozioni ieri!» aggiunse Harry in fretta. «Karkaroff voleva parlare con lui, sostiene che Piton lo sta evitando. Sembrava proprio preoccupato. Ha fatto vedere a Piton qualcosa che aveva sul braccio, ma non sono riuscito a vedere cos'era.» 
«Ha fatto vedere a Piton qualcosa che aveva sul braccio?» chiese Sirius, decisamente perplesso. Si passò distrattamente le dita tra i capelli sporchi, poi alzò di nuovo le spalle. «Be', non ho idea di che cosa sia... ma se Karkaroff è davvero preoccupato, e vuole sapere qualcosa da Piton...»  Sirius fissò la parete della caverna, poi fece un sorriso amaro. «C'è ancora il fatto che Silente si fida di Piton, e io so che Silente si fida là dove molte altre persone non lo farebbero, ma non ce lo vedo a permettere che Piton faccia l'insegnante a Hogwarts se avesse mai lavorato per Voldemort.»
«Esatto.» disse Carol, trionfante, lanciando un’occhiata compiaciuta a Ron, lieta che suo padre fosse dalla parte sua e di Hermione. «Esatto. Quindi Ron, caro, piantala con questa storia. Anche a me sta antipatico Piton ma non per questo lo accuso di Magia Oscura, e ne avrei tutti i motivi.»
Ron le lanciò un’occhiataccia ed esclamò, ostinato: «Perché Moody e Crouch sono così decisi a entrare nell'ufficio di Piton, allora?»
«Be'» rispose Sirius lentamente, «non escludo che Malocchio abbia perquisito gli uffici di ogni singolo insegnante quando è arrivato a Hogwarts. Non so se esiste qualcuno di cui si fida, e con le cose che ha visto non mi sorprende. Ma c'è da dire una cosa a favore di Moody, che non ha mai ucciso se poteva evitarlo. Ha sempre consegnato prigionieri vivi, per quanto era possibile. Era duro, ma non è mai sceso al livello dei Mangiamorte. Crouch, però... è di un'altra pasta... sarà davvero malato? E se sì, perché ha fatto la fatica di trascinarsi fino all'ufficio di Piton? E se no... che cos'ha in mente? Che cosa faceva mentre avrebbe dovuto prendere parte al Torneo come giudice?» 
Sirius tacque, senza smettere di fissare la parete della caverna. Fierobecco frugava nel terreno roccioso, in cerca di ossa che gli fossero sfuggite. 
Alla fine Sirius alzò gli occhi verso Ron. «Hai detto che tuo fratello è l'assistente personale di Crouch? Non potresti chiedergli se ha visto Crouch di recente?» 
«Posso provarci.» rispose Ron dubbioso. «Meglio non fargli capire che sospetto che Crouch stia combinando qualcosa di losco, però. Percy adora Crouch.»
«E già che ci sei potresti cercare di scoprire se hanno qualche indizio su Bertha Jorkins.» aggiunse Sirius, indicando un'altra copia della Gazzetta del Profeta. 
«Bagman mi ha detto che non ne hanno.» rispose Harry. 
«La fa tanto lunga sulla pessima memoria di Bertha. Be', può essere cambiata da quando la conoscevo io, ma quella Bertha non era affatto smemorata, semmai il contrario. Era un po' ottusa, ma aveva un'ottima memoria per i pettegolezzi. Cosa che la metteva spesso nei guai, non sapeva mai quando tenere la bocca chiusa.»  Sirius emise un gran sospiro e si strofinò gli occhi pesti. «Ad ogni modo, Carol, cos’è questa storia di te, Harry, e due ragazzi di nome Lee Jordan e Terry Steeval?» aggiunse, con espressione divertita.
Carol sollevò le sopracciglia: «Hai letto il Settimanale delle Streghe?»
«Non è da me, lo ammetto. Ma l’ho trovato in un cassonetto e c’era la foto tua e di Harry …» spiegò lui, poggiando il braccio penzoloni sul ginocchio. «Hai fatto arrabbiare Rita Skeeter?»
«Se lo è meritato … hai letto l’articolo su Hagrid?» si infiammò subito lei.
«Io le avevo detto di non farlo.» aggiunse subito Ron.
Sirius ridacchiò: «Non ti sto dicendo che tu non abbia fatto bene, anzi. Evita solo di metterti in troppi guai, Carol.»
«Da che pulpito la predica.» scherzò lei con aria maliziosa.
«La questione dell’articolo sparirà ovviamente.» la rassicurò lui. «Ma ci potrebbero essere delle ripercussioni …»
«Sì, i Serpeverde a scuola chiacchierano tanto ma poco me ne importa.» disse Carol, sollevando le spalle. «Ha preso di mira tutti, ormai … Harry, Hagrid, Hermione
«Sì, la storia del Filtro d’Amore, ho letto. Cose assurde.» rise Sirius, lanciando un’occhiata anche a Hermione che si limitò a scuotere il capo per mostrare la propria incredulità. «Da ragazzo mi piaceva vantarmi del fatto che tua madre stesse progettando di farmene bere uno. Mary detestava quando mi comportavo in quel modo.» un’ombra cupa gli attraversò la piega del sorriso, ma fu solo un secondo, poi riprese: «No, quello di cui volevo sapere è Terry Steeval. Non è quello con cui sei andata al Ballo?»
«Sì.» la precedette Harry, beccandosi un’occhiataccia da parte dell'interpellata.
«Devo andare a mordere le chiappe a qualcuno, per caso, principessa?» disse Sirius, sporgendosi leggermente. «Non è che ha messo in giro strane voci?»
«No, assolutamente!» protestò lei. «E’ un bravo ragazzo.»
«E Lee Jordan?»
«Un amico. Dovresti farti un po’ di affari tuoi, sai?» lo rimbeccò Carol, a braccia incrociate.
«Non è colpa mia se mi preoccupo per mia figlia.» ribatté lui, alquanto divertito. Dopodiché scrutò l’orologio di Hermione e disse: «E' meglio che torniate a scuola.»
Carol e Harry fecero due identiche facce deluse.
Hermione intervenne: «Sirius ha ragione. Sono le tre e mezza.»
«Prima di andare ascoltatemi bene. Non voglio che voi tre scappiate via da scuola per venire a trovarmi, capito? Mandatemi dei messaggi e basta. Voglio ancora sapere se succede qualcosa di strano. Ma non dovete uscire da Hogwarts senza permesso, sarebbe l'occasione ideale se qualcuno vi volesse aggredire.» 
«Finora nessuno ha cercato di aggredirmi, a parte un drago e un paio di Avvincini.» disse Harry. 
Ma Sirius lo guardò severamente. «Non m'importa... Tirerò un sospiro di sollievo quando questo Torneo sarà finito, e cioè non prima di giugno. E non dimenticate: se parlate di me tra di voi, chiamatemi Tartufo, d'accordo?»
Carol annuì al posto di Harry che era rimasto in religioso silenzio.
«Verrò con voi fino all'inizio del villaggio così vedo se riesco a scroccare un altro giornale.» 
Si trasformò di nuovo nell'enorme cane nero prima che uscissero dalla caverna, e i quattro amici ridiscesero lungo il fianco della montagna con lui, attraversarono la landa cosparsa di massi e raggiunsero lo steccato. Qui Sirius permise loro di accarezzargli la testa a turno - Carol indugiò in un abbraccio più lungo salutandolo e gli sussurrò all'orecchio un «Ci vediamo presto» - prima di voltarsi e dirigersi di corsa verso il limitare del villaggio. 
Harry, Carol, Ron e Hermione riattraversarono Hogsmeade e puntarono verso Hogwarts. 
«Chissà se Percy sa tutte queste cose di Crouch.» disse Ron mentre risalivano il viale che conduceva al castello. «Ma forse non gl'importa... probabilmente non farebbe che aumentare la sua ammirazione per Crouch. Percy adora le regole. Direbbe solo che Crouch si è rifiutato di violarle per suo figlio.» 
«Percy non darebbe mai nessuno della sua famiglia in pasto ai Dissennatori.» disse Hermione in tono serio. 
«Non lo so.» rispose Ron. «Se si convincesse che siamo d'intralcio alla sua carriera... Percy è proprio ambizioso, sai...»
«Piuttosto non avevo idea che Crouch avesse ordinato l’incarcerazione di mio padre senza processo.» disse Carol. «Sono contenta di averlo saputo, almeno so da chi diffidare.»
«Crouch era strano anche prima di saperlo, comunque.» disse Ron. «Per piacere a Percy, poi …»
Risalirono i gradini di pietra ed entrarono nell'Ingresso, dove gli aromi squisiti della cena aleggiarono verso di loro dalla Sala Grande. 
«Povero vecchio Tartufo.» disse Ron, ansante. «Deve proprio volervi bene, Harry, Carol ... pensate un po', dover vivere di topi.»
E Carol non credette di essersi mai sentita più in colpa come in quel momento, quando si accomodò davanti a tutto quel ben di Dio. Alla fine si ridusse a toccare pochissimo cibo per tutta la cena.
 
***
 
Alcuni giorni dopo, durante la colazione, quando arrivarono i gufi postini, Hermione guardò in su, con l'aria di aspettare qualcosa. 
«Mi sono appena abbonata alla Gazzetta del Profeta. Sono stufa di venire a sapere tutto dai Serpeverde.» spiegò a Carol quando la ragazza le chiese cosa stesse aspettando.
«E’ un’ottima idea, Hermione.» annuì l’amica, servendosi di un toast con marmellata.
Tuttavia un gufo grigio che planava verso di lei attirò la sua attenzione e lo guardò stupita. Non attendeva posta, a meno che non fosse stato suo padre a inviarle qualche novità … 
«Pensate sia mio padre?» chiese speranzosa agli amici. Ma le parole le morirono in gola quando al gufo grigio seguirono quattro barbagianni, un gufo bruno e un allocco. 
«Sirius non ti scriverebbe così tante lettere, direi …» disse Harry.
«A meno che non ti sta tenendo sotto controllo per la storia di Terry Steeval.» sghignazzò Ron, beccandosi un’occhiataccia da tutti e tre gli amici e zittendosi.
Carol sfilò la lettera dal gufo grigio, la aprì e cominciò a leggerla. Non era scritta a mano ma composta da pezzi ritagliati dalla Gazzetta del Profeta:
 
Sei una ragazza orribile. Harry Potter si merita di meglio. Smettila di giocare col cuore delle persone.
 
Carol boccheggiò, oltraggiata ed esclamò: «Sono fuori di testa!»
«Che cosa? Cosa c’è scritto?» si allarmò Harry, strappandole la lettera dalle mani per leggere.
«Sono tutte uguali …» borbottò Carol, aprendo una lettera dopo l’altra, gli occhi sgranati. Non pensava che per uno stupido articolo tutto il mondo magico le si rivoltasse contro. «Quei ragazzi non si meritano di essere imbrogliati da una come te … tu e la tua amica siete pazze a produrre Filtri d’Amore … Meriti di finire bollita in gelatina di rana...»
«Ma chi si credono di essere?» esclamò Hermione furibonda, accartocciando la prima lettera che Carol aveva aperto. «Gliela faremo vedere a quella Skeeter! Se crede di averla vinta, si sbaglia di grosso, non glielo perdono questo.» e accennò al caos di piume e lettere sul loro quadrato di tavolo.
«Hermione, non serve a niente arrabbiars … AHIO!» strillò all’improvviso Carol. Aveva aperto l'ultima busta, e un liquido di un verde giallastro con un intenso odore di benzina le schizzò sulle mani, che cominciarono a coprirsi di grosse bolle gialle.
«Pus di Bubotubero puro!» gridò Ron, raccogliendo con circospezione la busta per annusarla.
«Oh, Merlino!» farfugliò, cercando di ripulirsi di quella roba senza successo. Le dita le facevano così male che temette le cascassero da un momento all’altro. Sentì gli occhi offuscarsi di lacrime per il dolore e si alzò di scatto, esclamando: «Vado … vado in Infermeria!»
«Oh, Carol!» mormorò Hermione sconvolta e quasi in lacrime, non sapeva dire se di rabbia o di dolore.
«Ti accompagno io, vieni.» disse subito Harry, aiutandola a schizzare fuori dalla Sala Grande mentre sentivano la voce di Ron dire a una sconvolta Hermione: «L’avevo avvertita di non dare fastidio a Rita Skeeter …»
Nella Sala d'Ingresso incrociarono Pansy Parkinson con alcune ragazze. La serpeverde, notando l'espressione dolorante e gli occhi arrossati della ragazza esclamò a voce alta e stridula: «Qualche problema, McDonald? Come mai quella faccia?»
Carol strizzò gli occhi per la rabbia. con tutto quel dolore non riusciva a pensare a qualcosa di abbastanza cattivo da dirle.
«Levati di mezzo, Parkinson.» le disse solo Harry arrabbiato, coprendo Carol col suo corpo per evitare che Pansy potesse vedere i dani provocati dal pus di Bubotubero e superando le Serpeverde che fissarono i due sbalorditi.
Carol lo guardò, grata: « G-grazie.»

«Lasciale perdere. Siamo quasi arrivati.»
«Non … non c’era bisogno che mi accompagnassi …» mormorò poi arrossendo. «Perderai Erbologia …»
«Come se importasse qualcosa.» disse Harry. «Sirius mi ha detto di tenerti d’occhio, no?»
«No, sono io quella che dovrebbe tenerti d’occhio.» obiettò lei, con aria saccente.
«Ma non sono io quello che ha le mani piene di pus di Bubotubero adesso.» ribatté lui, rivolgendole un sorrisetto che la fece arrossire di nuovo.
Arrivarono in fretta nell’Infermeria praticamente deserta. Madama Chips venne loro incontro con aria affannata e fece subito sedere Carol su un lettino, ordinandole di non muoversi da lì.
«Pus di Bubotubero … e che altro? Farò un bel discorsetto a Gazza, dovrebbe controllare meglio quello che viene recapitato per posta!» sbottava infuriata, andando avanti e indietro per la stanza, solcandola a grandi passi. Alla fine spruzzò un liquido colorato sulle ferite di Carol. La ragazza sentì inizialmente un forte dolore che andò via via affievolendosi. «Signor Potter, è stato molto cavalleresco da parte sua portarla qui, ma non ha lezione in questo momento?»
«Be … la lezione è iniziata da un po’ ormai …» tentò Harry, grattandosi la nuca.
Carol lo guardò un attimo, in silenzio, e poi disse verso Madama Chips: «Per favore, può restare un po’ qui con me?»
Madama Chips esitò, spostando lo sguardo sui due e poi sospirò: «Va bene, ma non voglio sentire chiasso. Fai riposare quelle mani, signorina McDonald, tornerò fra poco a bendartele.» e uscì dalla stanza, portando con sé i prodotti per disinfettare le bolle.
«Non è un bel vedere, vero?» disse a Harry scherzosamente, accennando alle mani ricoperte di bolle che si stavano pian piano rimpicciolendo.
«Nulla di irreparabile.» le disse lui, sedendosi accanto a lei. «Però inizio a farmi un’idea del perché Ron ti ha detto di non metterti contro Rita Skeeter.»
«Come se mi importasse qualcosa.» sbuffò la McDonald. «Mi preoccupavo di più per Terry e Lee, poverini … ma con Terry mi sono scusata e qualche giorno fa ho chiarito anche con Lee.»
Era stato facile parlare con lui, senza neanche un filo di imbarazzo. Le aveva sorriso dicendole che lo immaginava si trattasse di una cavolata e le aveva domandato a quando fosse il prossimo scherzo visto che si era molto divertito durante la bravata a Piton. Aveva anche aggiunto che nessuno lo aveva preso in giro per la storia, tranne Fred e George, ovviamente.
«E’ stato molto comprensivo.» aggiunse. «E poi se ho le mani ridotte così è colpa tua, Potter. Le tue fan sono pazze!» scherzò, giocosamente.   
«Fino a poco tempo fa mi odiavano tutti, e adesso scopro di avere dei fan.» disse lui, scuotendo il capo.
«Nessuno potrebbe mai odiarti davvero, Harry. Sei troppo buono.» mormorò lei dolcemente guardandolo negli occhi verdi e sentendo il cuore battere forte.
Anche lui parve un po’ imbarazzato: «La tua opinione non è oggettiva, Carol.»
«La mia opinione è quella che conta. La mia e quella delle persone che ti vogliono bene.» disse lei con fervore. «E io so benissimo chi sei. Il mio migliore amico. E la persona che sento mi riesca a capire di più …»
Così seduti vicini, Carol poteva avvertire la sua spalla contro quella di Harry eppure in quel momento la sensazione non la mise a disagio, anzi le fece provare un meraviglioso senso di pace.
«Per me è lo stesso.» disse Harry, sorridendole. «Credo sia per questo che abbiano preso te per la prova nel Lago. Ti conosco da quando siamo bambini e sei sempre con me, anche dai Dursley, e abbiamo un passato simile.»
«Sì.» Carol non sentiva quasi più il dolore alle mani per la felicità. «E sei qui con me mentre ho dei guanti di bolle al posto delle mani.»
«La solidarietà in questi casi non è mai troppa, con tutte le volte che mi sono rotto io giocando a Quidditch.» ridacchiò lui.
Anche Carol rise e poi istintivamente gli stampò un piccolo bacio sulla guancia, mentre le gote le si coloravano leggermente. Harry la guardò un po’ stupito.
Ma nessuno dei due disse nulla e poco dopo le loro labbra si schiusero in due identici sorrisi.
 

 
Ed era tutto grazie al pus di Bubotubero …
 
Angolino di Moonlight22
Et volià!
Dopo questo capitolo posso ufficialmente affermare che siamo a – 2 capitoli dalla fine del quarto anno. E io sono felicia *W* Questo capitolo è abbastanza lungo e succedono un bel po’ di cose, tra cui l’articolo che snobba Hermione e Carol – dannata Skeeter, t’ammazzo – poi l’incontro con Sirius che ovviamente non potevo riassumere o eliminare perché era una parte importante in cui finalmente Carol lo poteva rivedere dopo un anno di sole lettere, e poi la scenetta di Harry e Carol in infermeria che è troppo tenera! ** L’ho voluta inserire soprattutto per far vedere come il loro rapporto stia diventando molto molto forte, anche come soli amici i due si completano a vicenda. Ed è una cosa che ritornerà molto spesso.
Detto ciò, grazie mille a tutti voi che seguite/recensite/preferite/ricordate e tutto xD i rigraziamenti veri e propri ho deciso di metterli nell’ultimo capitolo del calice di Fuoco <3
Visto che adesso inizierà la scuola non so l'andamento della storia come procederà sinceramente. Cercherò almeno di terminare il quarto anno, questo di certo, e nel caso in cui i capitoli dovessero venire in maniera molto più lenta continuerò anche a dedicarmi alla revisione del secondo e terzo anno.
Detto ciò, a presto!
*Nox!*

 
 
  
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