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Autore: LA dreamer    03/05/2009    5 recensioni
Ahsley e Alice due amiche da sempre, l'una lo specchio dell'altra, l'una la sicurezza dell'altra. E poi c'erano loro, i loro migliori amici, i loro fratelli, i loro amori, i compagni di una vita passata insieme.
New York era grande, era affollata, era piena di gente che andava e veniva, ma mai mi sarei aspettata, in tutto quel caos, di rivederlo.
Mi voltai verso destra come se qualcuno mi stesse chiamando, e dopo due anni rividi lo specchio della mia felicità. Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo e prima di voltarmi per scappare da lui, sussurrai il suo nome, un nome che mi era mancato, un nome su cui tante volte avevo fatto affidamento << Matt >>
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia alla mia Shadz protagonista insieme alla sottoscritta di questa storia.
LA dreamer: Ashley
Dominil: Alice

Enjoy it!

Sono due anni che non vedo ne tanto meno sento mio fratello.

Due anni.

730 giorni che mi sento persa, fallita e senza nessuna speranza.

730 giorni che quel sorriso così dolce, tenero e affettuoso non si scontra con la mia faccia.

Eppure me l’aveva promesso. Mi aveva promesso che mi avrebbe portato via da tutto questo schifo, da questa città che illude, ma non regala niente di buono e io avevo vissuto una vita intera con quella promessa che un giorno il mondo intero mi avrebbe conosciuta e io stessa avrei conosciuto in tutta la sua bellezza, ma quel giorno non arrivò mai, per lui si, ma non per me.

Io ero ancora qui, in America, intrappolata in strade colme di macchine impazzite, segregata in rumori assordanti e immagini di terrore.

Da quel giorno di Giugno avevo smesso di vivere per colpa sua. Mi ero totalmente creata un mondo a cui non appartenevo, stavo con una persona che dicevo di amare, ma che non amavo e mi crogiolavo nel mio piccolo inferno privato fatto di rimorsi, di rinfacci e di una vita che non avrei mai voluto.

Sognavo i grandi corridoi dei backstage, sognavo di vederlo cantare su un palco enorme con la folla impazzita sotto di lui che li acclamava e urlava parole di odio contro la vita come loro scrivevano nei loro testi.

Ma mio fratello aveva inseguito quel palco e quei corridoi da solo senza di me. Cantava le nostre canzoni su un palco senza me che lo guardavo fiera della persona che era diventata, vedeva posti nuovi che insieme avevamo sempre sognato e incontrava persone nuove pronte a scoprire la stupenda persona che era.

Aveva scelto di lasciarmi qui da sola, senza più proteggermi, senza più sapere come stessi e cosa facessi.

In tutto questo avevo perso il mio migliore amico, il mio primo vero amore e due amici/fratelli acquisiti che mi rendevano viva ogni giorno della mia vita.

Alice era l’unica persona di loro che mi era rimasta.

Io e Alice ci sentivamo tradite e allo stesso tempo ferite per promesse infrante e mai mantenute. Lei poteva capirmi, infondo suo fratello, nonché mio migliore amico, aveva tradito tutte quelle aspettative senza tornare indietro. Ma era risaputo: Zacky Vengeance non tornava mai indietro quando aveva preso una decisione, ma in quella decisione aveva tralasciato il suo unico punto di riferimento che d’ora in poi non ci sarebbe mai più stato.

Da quel giorno io e Alice ci eravamo promesse che gli Avenged Sevenfold non sarebbero mai più esistiti per entrambe. E così accadde.

Ogni volta che la radio lanciava le loro canzoni noi cambiavamo la stazione radiofonica, ogni volta che la tv mandava loro immagini cambiavamo canale, le foto di quei momenti passati insieme erano state chiuse in una scatola buttata infondo a un armadio vecchio e le case che ci avevano visti protagonisti di feste, serate passate a parlare, dell’amore dei nostri ex ragazzi le avevamo abbandonate poco dopo lasciandoci alle spalle la bella e soleggiata California, lasciandoci alle spalle gli scheletri di Huntington Beach, lasciando alle spalle una vita che non volevamo ricordare.

New York era diventata la nostra salvezza, almeno in parte, ma a New York si sentiva comunque la mancanza di casa e di qualcosa che in quel momento era troppo lontano per essere raggiunto.

Quei cinque ragazzi che avevano costruito il nostro passato ora erano solo un ricordo passato, ora erano solo un ricordo amaro.

E se avete voglia commentate!
Un bacione

LA dreamer xxx
  
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