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Autore: JennaHerondale    14/09/2016    2 recensioni
Le istruzioni erano semplici: sedurre e distruggere Harry Styles. Non hanno mai pensato alla possibilità che Louis potesse innamorarsi davvero. Quindi, naturalmente, è esattamente quello che ha fatto.
________
“Sai qualcosa su di lui?” chiede Louis dopo un attimo.
[…]
“È un bravo ragazzo, il nostro Harry Styles. Reputazione pulita. Non vuole frequentare nessuno – è concentrato sui suoi studi e basta.”
Oh, oh, oh. La situazione si fa molto, molto,
molto più interessante.
“Questo è il motivo per cui è migliore di te,” Louis sorride, e il ghigno scivola via dal viso di Liam.
“Rovinalo, Louis,” dice Liam dopo un attimo, e tutta la delicatezza è evaporata dalla stanza. “Distruggilo in qualsiasi modo tu voglia. Ti sto dando carta bianca.”
“Perché?”
“Perché non mi hai mai deluso.”

________
[Louis/Harry] [Zayn/Niall] [201k] [LeRelazioniPericolose!AU] [HighSchool!AU]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IX


Once Upon A Dream---Lana del Rey

 
“Perfetto.”
Louis inarca le sopracciglia. “Perfetto? Sembro un fottuto cameriere.”
Gli occhi castani di Liam si intrecciano con quelli di Louis nel riflesso dell’enorme specchio della sua camera, lanciando uno sguardo intenso nella sua direzione. Abbassa piano il mento, quasi sfiorando la linea sicura della spalla di Louis – completamente avvolta in un eccellente tessuto su misura che prude, cazzo – e accarezza con le labbra la pelle liscia sotto il suo lobo. Mani decise premono sui suoi fianchi, le dita che stringono forte e lasciano scappare un sospiro dalle labbra di Louis. Liam non distoglie mai lo sguardo.
“Sembri pulito,” lo corregge in un sussurro, ma il fastidio nel suo sguardo è presto spazzato via dal desiderio. “Sei scopabile da far schifo. È impossibile che tu possa fallire.”
Louis deglutisce alla sua immagine riflessa, osservando la sua giacca, la bianca camicia attillata, i suoi stretti pantaloni neri (che ha preso in prestito da Zayn perché il guardaroba di Louis consiste in quasi praticamente niente, a causa della mancanza di un armadio o, sapete, di una casa) prima di riportare gli occhi su Liam. Impone ai suoi lineamenti di rilassarsi, a se stesso di sorridere, spavaldo, mentre Liam lo osserva con gli occhi socchiusi e i pugni serrati.
“Lo so,” risponde pacato, praticamente un borbottio nell’aria, ma suona più graffiato di quanto intendesse, le parole ruvide nella sua gola. “È impossibile.”
Tuttavia, vedete, oggi è particolarmente importante che Louis appaia al meglio.
Perché Niall Horan sta arrivando.
La piccola rosa irlandese è giunta in città più tardi del previsto. Ovviamente, ha mandato a puttane i grandi piani di Liam che prevedevano che Louis si scopasse il ragazzino sul letto di sua madre, ma. Dettagli. Ha decisamente rappresentato un problema, comunque. Perché Horan sta arrivando oggi, oggi, e si dà il caso che oggi sia anche il giorno del famosissimo Gala di Beneficienza Payne-Malik.
Il che, come se non bastasse, si è ora anche trasformato in un fottuto ballo in maschera – grazie, Liam.
Vedete, si è quasi cagato sotto quando ha scoperto i rinnovati piani di Alice di Horan di posticipare l’arrivo di suo figlio (“Probabilmente sospetta le mie intenzioni nei confronti di suo figlio, o qualcosa del genere,” Liam aveva sputato, il volto rosso, lanciando una pallina di gomma contro il muro con notevole intensità mentre Zayn e Louis lo osservavano con le sopracciglia inarcate. “Probabilmente pensa che io-” Si era interrotto, furioso. Louis aveva alzato gli occhi al cielo e Zayn sembrava preoccupato. “Mi sta sabotando, cazzo. Sempre! Odio quella vacca di merda!” E poi aveva pestato i piedi sul pavimento lucido, facendo tremare un paio di penne sulla scrivania lì accanto, e Louis aveva soppresso l’impulso di colpirlo in testa con un oggetto contundente). Quindi, in uno sprazzo di ‘genialità’, Liam aveva proposto questa cosa delle maschere ai suoi genitori.
“È geniale,” aveva detto a Louis mentre gli passava una canna sul balcone quella notte, gli occhi bagnati di fumo e luce blu. Aveva inspirato bruscamente, le labbra rosse e velenose, sogghignando. “In questo modo, puoi scoparteli entrambi nello stesso momento e sputtanarli alla grande. Allora forse potremo davvero divertirci.” Il fumo gli era uscito dalla bocca ad ogni parola. “Horan e il piccolo Styles. Scopati Horan nella macchina di sua madre, o qualcosa di simile. Ne sarà entusiasta. E puoi fare il cazzo che vuoi con Styles, hai carta bianca.” Aveva fatto un altro tiro. “Ancora meglio, dopo potrai negare tutto se verrai immischiato. Avrai una fottuta maschera addosso! Non potranno saperne un cazzo!” Aveva riso, come se avesse detto qualcosa di incredibilmente ingegnoso.
Louis si era limitato a fumare la sua sigaretta, lo sguardo fisso sulla fredda città, una mano ficcata nella tasca della sua giacca. Aveva strizzato gli occhi per il vento freddo, per il fumo. Per le stupide fottute frasi di Liam.
“Capiranno che sono io. Harry saprà che sono io,” è tutto quel che aveva detto, le parole a risuonare nella notte. Le ciocche più lunghe dei suoi capelli erano spettinate dal vento.
Liam aveva semplicemente alzato le spalle, imperturbabile. “Okay, allora non parlare con lui. Fai quel che devi e basta. Non potrà dimostrarlo, no?”
Louis aveva serrato i denti.
“Saprà che sono io,” aveva ripetuto con fermezza, ma Liam sembrava un gatto che aveva ottenuto l’ultima ciotola di latte rimasta nel mondo. “Inoltre,” aveva continuato, a voce più alta, prima che Liam potesse interromperlo. “Non verrà. Harry? Non verrà. Non gli piacciono queste cazzate sociali. Non gli interessano le feste, o quel che è, come a tutti voi.” Allora aveva deglutito, rivivendo nella sua mente immagini di poco prima, quel giorno stesso – di Harry che si allontanava educatamente da un piccolo gruppo di persone che volevano chiacchierare con lui, probabilmente per chiedergli di unirsi alle attività extra scolastiche, da bravi ragazzi innocenti quali erano…
Aveva poi pensato al modo in cui Harry aveva gentilmente rifiutato, passando loro affianco con gli occhi puntati su dove Louis lo stava aspettando, poggiato contro un albero come un malandato barbone mentre si fumava una sigaretta, le cuffiette ficcate nelle sudicie orecchie, grattandosi le cosce con mani impazienti. Una garanzia.
Harry sceglieva sempre lui, quei giorni. Sceglieva sempre ciecamente Louis.
Louis doveva mettere da parte quel pensiero.
C’era stata solo una pausa momentanea.
“Be’, allora è facile,” La voce di Liam, divertita e sicura di sé, aveva vibrato. Louis aveva alzato lo sguardo su di lui, aveva visto le sue spalle rilassate e la sua costosa maglia e i capelli appena tagliati. “Dovrai dargli solo un motivo per venire, no?” e aveva sorriso.
Le parole erano state intrise di abbastanza allusioni da bloccarsi nella gola di Louis. Per poco non ci si era strozzato.
Ma si era limitato a fare un altro tiro e non aveva più aperto bocca per il resto della notte mentre Liam parlava e parlava e parlava – di grandi progetti, di se stesso, del suo proficuo futuro in quella cazzo di università che aveva dato inizio a tutto…
Ugh.
Ad ogni modo. Tornando al presente.
“Vuoi seriamente che mi fotta Horan e Styles oggi?” Louis domanda dopo attimi di silenzio, riempiti solo dalle occhiate lascive di Liam sul suo corpo allo specchio. Sta cominciando ad irritarlo irrazionalmente e non sa il perché. Di solito ama quando Liam gli ronza attorno, quando lo desidera da troglodita mucchietto d’ossa quale è. Ugh. “Entrambi? Alla stessa cazzo di festa?
La sua bocca si arriccia mentre Liam gli annusa il collo e quasi fa le fusa, annuendo e rilasciando finalmente la sua presa ferrea dal fianco di Louis. Da qualche parte, un vago desiderio si fa strada dentro di lui, qualcosa di lieve e contorto che sente presente ma irraggiungibile.
Vuole Liam. Lo desidera. È scopabile. Ha i soldi che gli escono dal culo. Louis potrebbe cavalcare le code di quel frac – letteralmente e metaforicamente – e questo gli darebbe qualcosa nella sua vita. Liam è la scelta giusta. Lo è. Ed è la ragione principale per cui Louis ha deciso di fare tutte queste stronzate – lui vuole Liam. L’ha sempre voluto, fin da quando gliel’ha succhiato in quel vicolo, tanto tempo fa. (Che romantico.)
Il fatto è che ha sempre saputo qual è il suo posto con lui. Non deve fingere gentilezza o educazione. Nessuna puttanata romantica. Sono entrambi incasinati ed egoisti e arrabbiati ed edonistici e primitivi e non gli importa usare le altre persone per raggiungere i loro scopi. Funziona con Liam. È facile con Liam. È la versione vincente di Louis. E se mai si uniranno – tipo, mettersi ‘insieme’ o quant’altro, quando Liam finalmente si arrenderà a Louis… sarà una vita meravigliosa. Di sicuro.
Louis è stato attratto da Liam per la semplicità del loro rapporto. Per il fatto che sa che Liam lo vuole. Sa cosa prova per lui. Cosa pensa su di lui. Cosa Liam si aspetta da lui.
È così completamente l’opposto di Harry. Louis non sa mai che cazzo Harry stia pensando o come si senta. Non sa mai cosa Harry farà o dirà. Louis non sa assolutamente nulla di lui e si sente fuori dal suo fottuto habitat naturale e non è neanche sicuro che Harry lo voglia. Pensa di sì. Probabilmente sì. Il modo in cui la sua pelle si scalda e il modo in cui i suoi occhi non si allontanano mai… Il modo in cui a malapena tocca un libro quando è con Louis adesso, limitandosi ad appoggiare il mento sulla mano e ridere alle battute di Louis e ascoltare le sue storie e prenderlo in giro con quella sua morbida e bassa voce…
Louis probabilmente dovrebbe rendere partecipe Liam dei suoi progressi. Sta distraendo Harry. Dovrebbe dirglielo. Dovrebbe anche probabilmente dirgli che hanno iniziato a messaggiare. Un po’. Forse tanto, dipende dagli standard. Ma Liam non ha detto nulla su un presunto peggioramento dei voti di Harry a scuola, quindi.
Quindi perché informarlo? Chiaramente non è un problema.
Sbatte le palpebre, uscendo dal suo stato confusionale mentre Liam si allontana, sogghignando con aria di vittoria. Cazzo, deve darsi un contegno. Osserva il riflesso della sua schiena dallo specchio.
E poi il suo telefono vibra contro la sua coscia.
Gli occorre una ferrea concentrazione per ignorarlo.
“Se c’è qualcuno che può farlo, Tommo, quello sei tu,” Liam dice, e Louis dimentica momentaneamente di cosa stessero parlando. “Tu e quella tua bocca.” Liam incrocia il suo sguardo e piega le labbra, per poi tornare a frugare nella sua pila di vestiti. Deve scegliere il suo completo per il gran giorno. Deve mostrare al giovane Horan chi comanda.
Louis contrae le labbra, le dita che sfiorano il cellulare attraverso il tessuto dei pantaloni aderenti, osservando le linee del corpo di Liam mentre ordina le camicie. Si sente nervoso e trasandato. Questi vestiti sono della taglia sbagliata ed estranei e troppo stretti per lui. È stufo di essere la bambolina di Liam.
Strattona il colletto della sua camicia e chiude di scatto la cintura dei pantaloni.
“Sai, ho sentito che Alice Horan aveva intenzione di organizzare una festa stasera. Per presentare suo figlio.” Liam continua, ignaro della crisi interiore di Louis, rompendo il silenzio e apparendo decisamente furibondo mentre getta per aria camicia dopo camicia con una mano, sbottonandosi i jeans con l’altra. “Stasera! Ti rendi conto? La stessa cazzo di notte del Gala annuale dei miei genitori? Annuale, Tommo – cioè, la facciamo tutti gli anni.”
Ma non mi dire, Sherlock.
Louis lo osserva dallo specchio, le labbra contratte. Si sente teso. Stranamente teso. Quando ha intenzione di arrivare questo ragazzino? Merda.
Vuole controllare il cellulare.
Ma non con Liam presente.
“Stupida vacca di merda,” Liam impreca sottovoce, bevendo un abbondante sorso di qualcosa che brilla d’oro quando avvicina il bicchiere alle sue labbra. (Dove diamine se l’è procurato?) L’intera faccenda in qualche modo sembra molto sinistra – qualcosa in cui Liam è sorprendentemente bravo. Louis non ha paura di lui – come potrebbe aver paura di un bambino? – ma non è così stupido. Liam potrebbe anche essere un completo idiota, ma… ha potere e un’indole vendicativa. Una combinazione letale. “Non sarebbe una cattiva idea se mettessi su un vero e proprio spettacolo stasera, sai,” sogghigna, lanciando un’occhiata a Louis, appoggiando il bicchiere.
Louis inarca un sopracciglio. “Vuoi davvero che rovini la festa che la tua famiglia sta organizzando?”
“Gala di Beneficenza,” lo corregge Liam.
“Dettagli,” Louis sospira, alzando gli occhi al cielo. “Tutta questa roba in maschera non è stata organizzata in mio onore per aver fatto passi avanti con Harry?” è un commento secco, carico di sarcasmo e occhi socchiusi.
“Due piccioni con una fava,” Liam sorride, imperturbabile.
“Non verrà,” Louis dice dopo un attimo, una volta che Liam ha scelto la sua camicia. È nera, con piccoli graziosi bottoni neri. È un po’ sgualcita. Probabilmente se la farà stirare dalla governante.
“Verrà,” Liam risponde immediatamente, infilandosi un paio di pantaloni neri. Gli occhi sono focalizzati sul problema attuale, valutando il vestito alla luce. L’orologio d’argento al suo polso appare enorme.
Senza pensarci, la mano di Louis sfiora nuovamente la sua coscia. Inarca un sopracciglio prima di incrociare le braccia al petto, costringendo il corpo in una posizione di esasperata indifferenza. Perché Harry probabilmente non verrà. Non ne hanno più parlato da quella notte al negozio di musica, e sinceramente… Louis non vuole che venga. Più o meno. Forse? Cazzo, non lo sa nemmeno lui.
“Sul serio, Liam,” sospira, spegnendo il cervello, “Non credo che-”
“Oh, verrà,” Liam garantisce, e il suo sorriso appare così offensivamente bello che Louis vorrebbe scavare la sua pelle con le unghie. “Verrà violentemente, ne sono certo. Per te.” Appoggia i vestiti scelti sul letto mentre dà spettacolo leccandosi le labbra, muovendo oscenamente le sopracciglia, ed è una situazione così naturale tra loro che non dovrebbe mandare segni di rovente fastidio attraverso la spina dorsale di Louis, ma. È solo… sgradevole e inquietante, cazzo.
Lui non… non…
Liam non dovrebbe parlare di Harry in quel modo. Non è giusto nei suoi confronti. È innocuo.
“Lo sai, Liam,” dice Louis, e il suo tono è molto cauto, quasi come se stesse parlando ad un socio d’affari o a un bambino capriccioso (stessa cosa, davvero). Fa una pausa, lasciando che l’aria tra loro si calmi un po’, osservando un solitario ammasso di polvere sul pavimento. “Forse Harry non è poi così tanto pericoloso come lo dipingi tu.” Di sbieco, vede Liam gelarsi. “Forse è… non lo so. Forse dovremmo gettare la spugna con lui. Dimenticarcelo. È un bravo ragazzo, sai? Non è nei suoi progetti ‘de-tronizzarti’ a scuola, o quel che è. Credimi. È solo-”
“Non è questione di ‘de-tronizzare’, porca puttana,” Liam dice all’improvviso, tagliente, voltandosi per fissare Louis. Indossa solo i pantaloni e i calzini – nient’altro. Lo sta distraendo. Tutta quella pelle bianca che Louis desidera, che Louis probabilmente riuscirà ad avere.
Per qualche ragione, il pensiero lo lascia indifferente. “La questione è che lui potrebbe fottere il mio posto” – infilza ripetutamente il pollice nel petto mentre parla, come un bambino viziato – “all’unica cazzo di università per cui mi sto preparando da tutta la cazzo di vita. La questione è che lui si porterà via il mio futuro. I miei genitori mi hanno preparato per questo da quando sono nato, porca puttana!”
“Sì, ma-”
“Hai paura, Louis?” La domanda suona inaspettatamente pesante, e la testa di Louis quasi esplode quando si gira per guardarlo. Gli occhi di Liam sono freddi. Di ghiaccio. Forse appena spaventati. “Hai paura che questa possa essere la conquista che non riuscirai ad ottenere? Che fallirai per la prima volta?”
C’è qualcosa riguardo al modo in cui dice ‘fallire’ che manda un’ondata di rovente irritazione attraverso Louis, gli occhi che si socchiudono immediatamente. Liam si avvicina, gli occhi infuocati. Sicurezza, potere, e tutte quelle stronzate. Sta osservando Louis con attenzione, osservando il modo in cui le parole lo travolgono. “Non riesci a conquistarlo. Non ce la fai. Non è forse così?”
Sfida, sfida, sfida.
Si fa sempre più vicino, soffiando un caldo respiro contro le guance di Louis. “Non riesci a conquistare me,” sussurra.
Louis digrigna i denti, serrando i pugni. Non incrocia lo sguardo di Liam, principalmente perché non può. Perché potrebbe davvero prendere a pugni il coglione, con le sue viscide parole e l’asfissiante colonia di merda che costa più di quanto potrebbe mai valere.
“Stai diventando più debole, Tomlinson?”
“No,” sputa immediatamente, più duro di quanto volesse. “No, cazzo. Ce la farò, okay? Sarà mio. Anche il giovane Horan. Entrambi. Dammi solo una notte e saranno entrambi miei.”
Il sorriso di Liam è abbastanza da incendiare il sangue di Louis. È un sorriso conosciuto, un sorriso vincente, un sorriso che racconta la storia di un ragazzo che ottiene sempre quel cazzo che vuole. Louis lo odia, lo odia da morire in questo momento, ma la sua bocca è serrata, e si limita a fissare il pavimento più intensamente che può, mentre Liam gli passa affianco, strisciando una mano senza calli - che non ha mai visto un giorno di lavoro - contro il suo fianco.
“Ottimo,” è tutto quello che dice, e lascia la stanza, lascia Louis in piedi al centro di essa senza più nulla.
 
**
 
Niall Horan arriva appena prima di pranzo, mentre Liam si sta ancora sistemando i capelli, il tè è ancora da fare, e Louis si sta trascinando con discrezione nel corridoio, scuotendo la testa mentre osserva un selfie di Harry. Indossa un paio di guanti da giardinaggio, tenendo una paletta con una mano, mostrando il pollice in su con l’altra.
Stupido fottuto ragazzino. Sta davvero facendo giardinaggio. Giardinaggio. Guanti verdi decorati e tutto il resto. Ha le guance arrossate che sembrano di terracotta, i ricci come radici aggrovigliate, le labbra come fiori di campo.
Louis sorride senza volerlo.
Scrive una risposta prima ancora di realizzarlo, scuotendo la testa perché ovviamente Harry gli sta mandando selfie da giardiniere. Ovviamente.
Non sono poi così sorpreso dal fatto che tu abbia un giardino. Vecchio ottantasettenne.
Invia il messaggio proprio nel momento in cui sente la porta dell’ascensore aprirsi, prima di sentire l’educato benvenuto della governante e una bassa e melodiosa voce maschile. All’incirca nello stesso momento, Liam sporge la testa dal bagno, voltandosi verso Louis – che mette via velocemente il cellulare – e agita il pollice nella direzione delle voci, sorpreso e pieno di gel. Louis riesce a sentire la colonia da qui.
“Penso che sia qui,” Liam sussurra in maniera ridicolmente alta, gli occhi spalancati. “Cazzo, è in anticipo!” Osserva Louis a bocca aperta, senza sapere cosa fare.
Oh, Liam.
Louis si ritrova a ridere, allentando le spalle, le mani nelle tasche. Ha ancora in mente il ridicolo selfie di Harry, che l’ha lasciato di buon umore, nonostante la situazione attuale. “Già, così ho sentito.”
Liam sbatte le palpebre prima di accigliarsi. “Merda. Aspetta un attimo.” E la sua testa sparisce e Louis riceve un altro messaggio.
Dovevo venire qui prima del primo gelo!!! Manco tanto ai miei fiori!! Quasi quanto loro mancano a me :))) x
Che stupido piccolo messaggio.
Non c’è davvero nessun motivo per cui lo smiley dovrebbe avere tre bocche.
Assolutamente nessun motivo.
Louis si rifiuta di sorridere, si rifiuta di avere lui stesso tre bocche, quindi manda invece un critico selfie in risposta perché oggi è uno schianto ed è indispensabile che Harry lo sappia - si è sbarbato e tutto il resto. Si è messo un paio di pantaloni nuovi. Ha lavato via la stanchezza dagli occhi - è come un Apollo dei giorni nostri. (è un vanitoso bastardo, cosa può dire?)
You’re so vain, you probably think this song is about you…
Harry probabilmente gliela canterebbe. No, gliela canterebbe di sicuro. Gliela canterebbe e farebbe quella cosa adorabile che sta facendo ultimamente - dove afferra il braccio di Louis, proprio sopra il polso, e rimane aggrappato, la mano in una stretta leggera. È stranamente affettuoso e disinvolto e Louis spesso si chiede se il ragazzo si renda conto di quello che sta facendo perché non batte mai ciglio o esita nei suoi movimenti, semplicemente lo afferra e lo tiene stretto e continua la loro conversazione prima di, eventualmente, lasciarlo andare e lasciare segni sul braccio di Louis.
È probabilmente un segno di intimità. Harry si sta affezionando.
Immediatamente, Louis spinge via quel pensiero, ricacciandolo lontano e cercando di non pensare alle conseguenze della dichiarazione, a tutto il peso e gli intricati colpi di scena che sono caricati nelle sillabe. Non può pensare a niente di tutto questo ora.
Con una salda boccata d’aria e sgombrando la mente, Louis alza la testa.
Ed è accolto da un paio di cose.
1. Il falso sorriso di Liam mentre esamina il nuovo ospite (ops, quando è successo?), le sue mani intrecciate un po’ troppo saldamente.
2. Un vassoio di tè bollente sul tavolo lì accanto.
3. Un piccolo e adorabile cosino biondo che indossa pantaloni color panna e una camicia azzurro pastello abbottonata fino al collo, che sembra sia appena uscito dal set dei Teletubbies – con un radioso e sorridente viso da bimbo e tutto il resto.
Bene, allora. Questo è Niall Horan.
Louis sbatte le palpebre, sorpreso. Non sa come si aspettasse che fosse il ragazzino - forse un rubicondo ortaggio irlandese? Qualcosa di un po’ più rosso e in carne? Sua zia è irlandese e Louis se la ricorda molto rossa e molto in carne. Decisamente non… come questo ragazzino.
“Be’, ciao,” Liam sorride con gentilezza, strizzando gli occhi castani. “Niall Horan? Finalmente ci incontriamo, amico. Ho sentito cose eccellenti su di te.” Stronzo bugiardo. Allunga la mano per stringerla, riuscendo con successo a trattenere una smorfia quando il piccolo Horan la afferra senza esitazione.
Ma Louis non può evitare di ridere sotto i baffi ai tentativi di gentilezza di Liam, indipendentemente da quanto falsi possano essere.
“Liam, giusto?” Horan domanda. La sua voce è intensa, proviene da qualche parte nella sua pancia. Sta già sorridendo, educato e adorabile. “Anche io ho sentito parlare di te. È carino qui! Grazie per avermi invitato!” Il suo atteggiamento è molto amichevole, anche se un po’ svampito. Un po’… allegro.
Allegro e irritante.
“Grazie per essere venuto,” Liam dice in tono mellifluo, prima di fare un passo indietro e muovendo la mano in direzione di Louis – che sta lì in piedi in maniera impacciata, grazie mille. Sorride, lasciando che il sorriso si formi lentamente sul suo viso, non appena incrocia lo sguardo di Niall. “Questo è Louis, un mio amico. Spero che non ti dispiaccia se si unisce a noi?”
La domanda è posta così delicatamente, con la giusta nota di suggestione, che Louis pensa veramente che magari Liam potrebbe cominciare ad usare i suoi talenti manipolatori per un bene superiore. Se qualcosa di simile esistesse, ecco.
E lì – c’è un malizioso luccichio nei suoi occhi e, sì, Horan sta guardando Louis con gli occhi vagamente sgranati, come se stesse vagando nel deserto per giorni e gli avessero appena messo davanti un bicchiere pieno d’acqua.
Questo ragazzino è decisamente attratto da Louis. Sarà decisamente una passeggiata.
Louis sta giusto per sbandierare la semplicità di questa conquista nella sua mente, quando improvvisamente il telefono vibra sulla sua coscia, mettendo a tacere i festeggiamenti e mandando una scossa lungo la spina dorsale.
Merda. Deve ignorarlo.
“Piacere di conoscerti,” sorride, addolcendo la voce e ignorando l’impulso di afferrare il telefono premuto pesantemente contro la sua coscia. Invece, adatta il volto in sensuale disponibilità – la sua espressione di fabbrica, per così dire. Horan si ammorbidisce immediatamente come burro fuso, il suo brillante ed elastico viso un misto di agitazione e piacere. “Scusa se sono di troppo qui,” Louis continua, sorridendo abbastanza da mostrare il bordo dei suoi denti. “Probabilmente non ti eri aspettato di dover avere a che fare con due idioti, eh?” Sorride facilmente, stringendo la liscia mano di Horan con fermezza ma delicatamente.
Horan lo sta ancora fissando, la bocca leggermente aperta, gli occhi blu che quasi cominciano a sporgere. Non proprio una creatura molto elegante. Ma è decisamente reattivo. Decisamente un libro aperto. E decisamente preso da Louis.
Bene. Perfetto.
Louis vuole ancora controllare il suo telefono, comunque.
Ma, cazzo, no. Ha bisogno di provarci con Horan. Ha bisogno di farlo. Questo, tutto questo gioco, è facile per lui, è sempre stato facile.
Quindi perché cazzo è improvvisamente così difficile?
In quegli attimi di silenzio, riempiti solo da Horan che afferra la mano di Louis (che alza un sopracciglio quando sembra che il ragazzino non abbia assolutamente intenzione di lasciarla andare, optando invece per un sorriso confuso), Liam comincia decisamente ad illuminarsi. È felice come una pasqua mentre congiunge le mani di fronte a sé, sostenendo tutta l’autorità complottistica di un cattivo dei film di James Bond. È solo un’enorme e scintillante ciotola del punch poggiata in mezzo alla stanza. Che indossa un orrendo orologio.
Poi improvvisamente Horan si ricompone, arrossendo un poco mentre emette un basso fischio, gli arti che tornano in vita mentre lascia la mano di Louis come se stesse bruciando.
“Cazzo,” impreca, poi immediatamente acquisisce una graziosa spruzzata di rosso in entrambe le guance e il sorriso scivola via, guardando i due ragazzi con grandi e dispiaciuti occhi. “Scusate!” Si impappina con una risata imbarazzata, la voce potente come un terremoto. Louis si sente in bilico dalla scossa, cercando di trattenere un sussulto. “Dannazione – ehm, scusate! Per l’imprecazione.” Diventa ancora più rosso, assomigliando ad un cerbiatto catturato dai fari mentre guarda Louis e Liam, quasi come se fosse incerto circa un’eventuale rimprovero per la sua totale mancanza di buone maniere.
Oh, quanto poco conosce la compagnia attuale.
“Non c’è problema, amico. Non siamo tua mamma,” Liam commenta in un sospiro, chiaramente incapace di resistere ad alzare gli occhi al cielo. Louis quasi gli infilza il gomito tra le costole per la maleducazione, ma Horan non sembra disturbato. Felice, quasi, i lineamenti e le spalle che si rilassano ancora di più.
Comunque, Louis offre un mezzo sorriso (è il meglio che possa fare, scusate) mentre poggia un’arrendevole mano sulla spalla di Horan che fa trasalire il ragazzo con un fremito del piccolo corpo, la sua pelle di nuovo arrossata, gli occhi che scattano sul volto di Louis. “So che ci siamo appena incontrati e tutto il resto, Horan, ma ti prometto che posso sopravvivere ad uno o due commenti volgari. O dieci. O qualsiasi numero, davvero. Non sono fragile, giuro.” Louis sorride mentre parla, strizzando obbligatoriamente un’ultima volta la spalla del ragazzo prima di allontanare la mano. Non si perde l’occhiata nostalgica negli occhi di Horan mentre la segue con lo sguardo dopo il contatto mancato, non si perde il modo in cui il suo corpo oscilla leggermente verso di lui.
Invece di lasciare che lo sguardo lo segua, però, invece di incrociarlo con il suo, Louis si ritrova a distogliere il proprio, una strana sensazione allo stomaco.
Si sente distratto. E a disagio. C’è qualcosa che non va.
Perché? Questo è l’elemento di Louis, questo è quello che sa fare meglio – non si è mai sentito più potente o a suo agio di quando può usare il suo fascino su un ricco e noioso ragazzino che normalmente lo guarderebbe dall’alto in basso. C’è qualcosa che crea dipendenza nell’avere il controllo quando sei quello con ‘meno’ potere in mano, e per Louis è la cosa migliore del mondo: ridurre l’’élite’ a un bavoso e patetico casino, che striscia ai suoi piedi.
Ma, merda. Sta osservando il viso dolce e sfacciato di Niall (sebbene un po’ irritante e forse svampito?) e vede questo ragazzino che aspetta pazientemente di essere inserito in questa nuova società in cui è stato trascinato, pensando che si stia facendo nuovi amici e…
E vede anche Harry.
Louis vede dove preferirebbe essere in questo momento. Vede un paio di guanti da giardinaggio e un cielo chiaro che sovrasta terriccio e gerani dissotterrati, il tutto accompagnato da risate discontinue che attenuano il dolore alle ossa di Louis.
Maledizione. Questo è un gioco, questo è tutto un gioco.
E in questo momento, il gioco è Niall Horan.
Concentrati Tommo, cazzo. Concentrati.
Torna in sé proprio nel momento in cui Liam si volta verso di lui, ogni centimetro del suo viso composto in quello del perfetto padrone di casa.
“Dovremmo far accomodare il nostro nuovo ospite, Louis? Parlargli della città? Conoscerci meglio?”
Niall si illumina alla frase prima che Louis possa rispondere. “Mi sembra un’ottima idea, amico! Devo ammettere che cominciavo già a sentirmi un po’ a disagio.” Ride, un fulmine di elettricità, e fa scivolare le mani nelle tasche dei suoi pantaloni stirati, facendo scattare nuovamente gli occhi su Louis. “Penso che mi piacerà questa città, comunque. È un bel cambiamento! Sembra divertente qui.” Ogni parola ha il suono di una gomma da masticare che scoppia.
Louis prova a sorridere con fascino, cerca di sbattere le ciglia nel modo che ha sempre funzionato prima. Ma lo sente storto. Probabilmente sembra che abbia un tic nervoso. “Già,” è tutto quello che riesce a dire, e Liam gli lancia un’occhiataccia. Merda. Si schiarisce la gola, rilassando nuovamente il viso. “Penso che ci divertiremo un sacco,” si corregge, lasciando la frase aperta alle possibilità.
Liam sembra appagato, facendo cenni d’assenso. Gli occhi di Horan si stanno allargando di nuovo, sembrando completamente entusiasti e scarlatti. 
“Figo!” ride, accaldato.
Liam è soddisfatto. “Figo,” conclude, in modo un po’ ironico, prima di lanciare un’occhiata verso l’altra stanza. “Allora,” dice all’improvviso, controllando il suo orologio senza perdere un secondo. I convenevoli possono andare a farsi fottere, praticamente. “Qualcuno vuole del tè?”
Con quello, li fa spostare verso il tavolo vicino, sedendosi su una delle poltrone ricamate in oro mentre Louis si siede sull’altra, lasciando il divano a Horan, gli occhi di entrambi che gli scavano dentro. Uomo vs. Natura.
Fortunatamente per loro, Horan è perlopiù ignaro dell’attenzione, perlopiù ignaro del modo in cui Louis continua ad agitare la gamba e toccare il contorno del suo telefono nella tasca. “Sì, sto morendo di fame,” dice allegramente il fagotto irlandese mentre si fa strada goffamente (la sua postura è terribile), le braccia lunghe e oscillanti. Si accomoda educatamente sul suddetto divano, prendendosi più spazio del necessario, afferrando già una tazza mentre comincia a versare innumerevoli zollette di zucchero nel prezioso liquido, sorridendo di tanto in tanto ai due ragazzi seduti di fronte a lui.
Louis trasalisce al sacrilegio, ogni zolletta di zucchero che tintinna contro la porcellana, mentre beve beatamente un sorso della propria amara bevanda. Bella scura. Bella semplice. Il modo in cui il tè dovrebbe essere, grazie. Prova a non lanciare sguardi torvi al ragazzino. 
“Vedo che non ti piace molto lo zucchero,” Louis commenta asciutto, il che fa sogghignare Liam e ridere Niall, forte abbastanza da scuotere montagne. Louis inarca un sopracciglio.
Non è come quando ride Harry – questo è solo… Abrasivo. La risata di Harry sa di calde bolle di sapone o cioccolata calda che sciaborda fuori da una tazza. La risata di Horan è come un vulcano in eruzione. Come Pompei.
Harry è cioccolata calda e Horan è Pompei.
Louis si trattiene dall’aggrottare la fronte, abbassando lo sguardo sul suo tè.
Ricomponiti, Tommo.
“È solo che odio il tè,” Horan spiega semplicemente con un sorriso spontaneo, incurante del ribrezzo di Louis mentre scarica un litro di latte nella sua tazza. Dio. Lecca il punto dove è gocciolato sulla sua mano, seduto con i gomiti sulle ginocchia. Nonostante il suo abbigliamento raffinato (chiaramente l’ha vestito sua madre) è un po’ grezzo, le braccia flosce e gli occhi un po’ ingenui e distratti. “Non mi piace proprio. Sa di puzzola. Non è fatto per me!”
“Il tè non sa di puzzola. L’erba sì,” Louis lo corregge, e Horan quasi sputa il suo tè. Louis esibisce un sorriso a trentadue denti mentre il ragazzo si pulisce la bocca con il dorso della mano, gli occhi fissi in quelli di Louis, di nuovo vagamente arrossito. Lentamente, rimuove la mano. Lentamente, si forma un sorriso.
Louis questa volta lo ricambia, appoggiandosi allo schienale della poltrona mentre incrocia le gambe, permettendo ai suoi arti di rilassarsi al massimo delle loro possibilità. Horan osserva l’intero processo, quasi distrattamente, come se non fosse totalmente consapevole di sé e della sua mandibola allentata. È così facile.
Eppure non sembra facile. Il che è davvero fottutamente problematico.
“Così pare. Ma è migliore,” Liam ride per un attimo, controllando nuovamente il suo orologio con occhi attenti. Sembra un po’ annoiato ora che le cose stanno ovviamente andando per il meglio, che è sempre un segno positivo. Il principe è felice.
“Ah sì?” Horan sbatte le palpebre, distogliendo finalmente il suo sguardo da Louis (che non può trattenersi dal ghignare) e osservando Liam, incuriosito. “Non ho mai fumato in vita mia.”
Louis soffia sul suo tè. Gli occhi di Niall tornano su di lui, gesto che fa solo allargare la smorfia di Louis. Vede il ragazzo deglutire, gli occhi fissi. “Be’, possiamo rimediare,” sorride pigramente. Ce l’ha in pugno. “Terremo quelle labbra occupate in un batter d’occhio.” Fa un occhiolino, rischiando quasi di far morire Horan soffocato.
Molto semplice da impressionare. Louis si domanda vagamente se sia mai stato con un ragazzo. Si domanda vagamente se vorrebbe essere il primo.
“Merda,” Horan impreca sottovoce quando finalmente smette di tossire, le mani un po’ nervose, che tirano il colletto della camicia. “Sapete come divertirvi, eh? Penso che mi piacerà stare qui!” Appare affettuoso e per nulla imbarazzato nonostante l’ovvia agitazione, mentre ride con vivacità, un fulmine di nervosa energia.
Liam addirittura scoppia a ridere, forte e immediato. “Non siamo per niente noiosi, te lo posso assicurare,” biascica, e la sua identità ritoccata si sbriciola appena, lasciando spazio solo al peso naturale dei suoi occhi e alle labbra arricciate.
Wow. Non sarebbe divertente se, per una strana svolta degli eventi, Liam non odiasse Niall? Louis può solo sperare. Così forse non dovrebbe continuare con tutte queste puttanate.
“Quindi, uh, voi stasera andate a quella cosa?” Horan domanda una volta che ha smesso di ridere, bevendo un altro enorme sorso del suo tè, gli occhi che ricadono di nuovo su Louis. “Sono arrivato solo ieri ma mamma ha insistito che io vada e incontri tutti. Era molto contenta che uscissi insieme a voi stasera, comunque – avreste dovuto vederla.” Fa un cenno per tutta la sala con le dita, comprendendo quel che lo circonda, prima di posare la sua tazza con un leggero fragore. Sta ancora sorridendo eccitato. Che caro. “Non voleva smetterla di blaterare su quanto mi sarei inserito bene qui!” Sorride prima di alzare la mano per poggiare il mento sul palmo. Le labbra sono rosse dal tè caldo. “Non avrei comunque avuto nessun altro con cui chiacchierare oltre voi, ragazzi. Mi sarei annoiato un sacco se aveste avuto altri cazzi – ehm, altre cose – da fare.”
Louis sorride, tracciando il bordo della sua tazza con l’indice, distrattamente. “Non ce ne frega davvero un cazzo se imprechi, Horan.”
“È più seccante quando non lo fai,” Liam aggiunge, un pochino sprezzante. Si sta decisamente lasciando andare, rivelando il vero Liam Payne. Huh. Bene.
“Grazie a dio,” Niall sospira, raddrizzandosi sul posto e lasciando cadere la mano. Intreccia le dita di entrambe le mani, sorridendo da un orecchio all’altro con occhi da personaggio della Disney. “Impreco come un fottuto marinaio e per quanto ci provi, non riesco a controllarmi. Mamma dice che è la mia peggiore abitudine, ma. Penso che sia una delle migliori.”
Liam sorride, compiaciuto.
“Be’, non ti preoccupare, Horan. Sei il benvenuto, qui,” Louis gli fa l’occhiolino, toccando ancora la sua tazza. “E, per tua fortuna, saremo lì stasera. Il che è davvero fantastico perché-”
È interrotto dal suo telefono che sta vibrando ancora una volta, mandando una scossa lungo tutta la coscia.
Probabilmente è di nuovo Harry.
Merda.
Probabilmente è un altro selfie. O una foto di fiori o qualcosa del genere. Probabilmente con una ridicola didascalia tipo ‘Ti presento la mia famiglia di fiori!!!!!’ o qualche cagata simile. Terribile. Proprio terribile.
All’improvviso silenzio di Louis, Liam si gira a guardarlo, curioso. Ma Louis scaccia via il pensiero, rimontando il suo sorriso e spingendo fiori e Harry Styles fuori dalla sua mente. “Scusate. Io… Ehm. Cosa stavo dicendo?”
“Che saremo al Gala dei miei genitori…?” Liam gli suggerisce, e il suo sopracciglio si solleva in modo interrogativo.
Horan li fissa come un cucciolo bisognoso di attenzioni. Molto biondo. Molto giovane.
“Ah, giusto. Sì.” Dio, vuole controllare il suo cellulare. Non vuole che Harry pensi che lo stia ignorando. Ma non può neanche dirgli davvero cosa sta facendo, quindi… Sticazzi. Ad ogni modo. “Uh. Tu ci vai?” Louis domanda, farfugliando solo un po’. Forse.
Liam potrebbe appena essersi messo le mani in faccia dalla disperazione. Non ne è sicuro.
A quello, Horan ride, estremamente divertito mentre scuote la testa. Molto allegro. “Sì, sono quasi costretto. Mamma, eccetera. Ricordi? Sono io che ho chiesto a te se saresti andato.”
“Ah, sì,” Louis annuisce, un pochino troppo distratto per fregargliene il cazzo. (Dopotutto, non è neanche sicuro se vedrà Harry a questo cazzo di Gala stasera quindi non vuole veramente che lui pensi che lo stia ignorando.) “Mamma. Giusto.” Balle. Di cos’è che stavano parlando? Sta lottando per tenere le redini e riesce a sentire gli occhi di Liam bruciargli addosso. “Bene. Allora… Come ti ho detto – non preoccuparti. Sarò lì e sarò un’ottima compagnia.” Il viso di Louis si apre in un altro ampio ghigno, che fortunatamente procura un altro sorriso compiaciuto da parte di Liam, e un altro affascinato rossore da parte di Horan. “Sarò sempre al tuo fianco, promesso.”
Questa non è decisamente una promessa.
Horan sorride, gli occhi che scattano da Louis a Liam. “Figo. Avrei proprio bisogno di compagnia,” si illumina, ma la sua pelle è ancora rossa e i suoi occhi continuano a fissarsi sul volto di Louis, il pugno sinistro stretto un po’ troppo forte contro la coscia.
Molto facile.
“Perfetto,” dice Louis, bevendo un altro sorso del suo tè, ma gli occhi non lasciano quelli di Horan, il cui pomo di Adamo si muove su e giù vistosamente.
Il collo di Harry è molto più bello quando deglutisce.
Maledizione, Tommo. Sta’ zitto.
Allontana i pensieri, concentrandosi invece sullo sguardo di Horan.
E improvvisamente un telefono squilla, forte e insopportabile e troncando il silenzio.
Per un breve millesimo di secondo, Louis si domanda se sia il suo telefono, se Harry lo stia chiamando perché non ha risposto a nessuno dei suoi messaggi ed è preoccupato. Ma poi guarda alla sua destra e vede Liam maneggiare con il suo iPhone 6 e improvvisamente il piano gli torna in mente, lo schema che hanno meticolosamente delineato in precedenza suona un campanello nella sua memoria: Liam riceve una telefonata e deve allontanarsi, permettendo così a Louis di avere del tempo da solo con Horan. È stato tutto pianificato.
Duh. Ovvio che Harry non ha intenzione di chiamarlo. Dio.
Inoltre, a Louis non piace neanche parlare al telefono. I messaggi vanno benissimo, grazie. Non c’è bisogno di brevi chiacchierate o prolungate e noiose conversazioni. Con i messaggi ha il controllo.
“Oh, merda. Devo rispondere,” Liam dice, fingendosi sorpreso mentre osserva il telefono con sopracciglia esageratamente inarcate. È un attore di merda. Louis è molto meglio. Guarda verso Horan con un’espressione di scuse, alzandosi già in piedi. “Dovrò assentarmi da casa per un po’. Ti dispiace se…?”
“Nessun problema, amico,” Horan lo congeda istantaneamente, come se fossero vecchi amici, agitando una mano e sorridendo mentre Louis scambia per un istante uno sguardo con Liam, che si sta già facendo strada verso l’uscita, atteggiandosi come un gallo. Fa un occhiolino prima di scomparire dalla vista, il telefono poggiato all’orecchio.
E rimasero in due.
C’è un momento di silenzio mentre stanno seduti lì, Horan a bocca aperta che osserva avidamente Louis in maniera esplicita. Sta comunque lottando per mantenere un contegno, il sorriso nervoso ed energico. Continua a leccarsi le labbra, gli occhi che scattano da Louis, al pavimento, a Louis, alle tende. Questo piccolo raggio di sole è quasi adorabile quanto ovviamente sessualmente frustrato, ma…
Ma ad essere onesti, a Louis non importa proprio un cazzo, anche se in realtà dovrebbe. È più concentrato sul fatto che Liam sia finalmente sparito e il suo telefono sia al momento di tre messaggi più pesante. 
Ma Horan…
Ma Harry…
Louis si morde l’interno del labbro, lanciando un sorriso incerto a Horan, che lo ricambia alla velocità della luce.
“Ciao,” dice, imbarazzato.
“Ciao,” risponde Horan.
Un altro momento di silenzio. Horan si gira i pollici, cominciando a esaminare il muro di fronte a sé con vivo interesse.
Ah, fanculo. Non gli dispiacerà.
“Scusa, devo solo controllare una cosa molto velocemente,” Louis si giustifica, tirando fuori il telefono ad una velocità davvero imbarazzante, non preoccupandosi neanche di guardare Horan in faccia per l’approvazione o per valutare la sua reazione. Lo sblocca frettolosamente e, già, sono tutti da parte di Harry.
Sembri molto elegante! Qual è l’occasione?
E poi il secondo messaggio: ‘I tuoi capelli assomigliano all’oceano :)
E poi il terzo: ‘Voglio imparare a fare surf x
Oceano? Surf? Eh? Come possono i suoi capelli assomigliare all’acqua? Perché Harry vuole fare surf? Vuole fare surf sui capelli di Louis? O stava solo facendo una vaga dichiarazione? Questa è una domanda legittima con Harry Styles.
Louis scuote la testa, digitando già una risposta.
Cosa vorrebbe dire? Ho delle alghe nelle orecchie? Inoltre, sono vestito per il Gala di stasera. Tu vieni ??
“Quindi, uhm, Louis, giusto?”
Louis sbatte le palpebre, sorpreso dal messaggio e dai puntini di sospensione che lo avvisano che Harry sta già rispondendo. Alza lo sguardo per trovare un paio di grandi occhi blu che lo stanno fissando in modo curioso, due sopracciglia inarcate.
Horan. Ah già. Giusto. 
“Ehm, sì,” Louis annuisce, bloccando il telefono e posandolo a faccia in giù sul tavolo. Non lo toccherà fino alla fine del suo incontro. Non lo farà. “Sono proprio io.”
Horan annuisce, sorridendo con entusiasmo come se fosse un fatto davvero interessante. Si china un po’ più avanti, i gomiti poggiati sulle ossute ginocchia. “È un… bel nome!”
Okay. Chiaramente questo ragazzino si sta impegnando a fare conversazione. Louis non può fare a meno di provare pena per lui. Quindi si schiarisce la voce, ammorbidendo il suo volto in un’espressione un po’ più gentile.
“Senza ombra di dubbio,” Louis sogghigna, recuperando ogni briciolo di concentrazione che ha e puntandola verso il ragazzo di fronte a sé. Ce la può fare. È eccellente in quel che fa. “Allora. Horan. Dimmi qualcosa di te. A parte il fatto che sei assolutamente adorabile, ovviamente.” Sorride graziosamente mentre Niall arrossisce da capo a piedi.
“Uhhh…”
“Sei felice di venire a vivere qui? In mezzo a tutto questo?”
Louis indica tutta la stanza con una mano, sinceramente divertito dal modo in cui gli occhi di Horan continuano a tornare sulle sue labbra, le mani che battono incessantemente sulle cosce. È così nervoso.
“Sì. Assolutamente,” sogghigna, ma deglutisce, ovviamente agitato mentre Louis decide di intensificare il suo gioco e di soppiatto si sposta dalla poltrona al divano, proprio accanto ad Horan, facendo toccare le cosce. Sono molto vicini. Indecentemente vicini, si potrebbe dire.
“Bene,” Louis quasi sospira nel piccolo spazio tra loro, la voce abbastanza rauca mentre lascia che le sue nocche sfiorino la gamba del ragazzo.
Le sue intenzioni sono chiare ora, almeno – lo sa dal modo in cui la pelle di Horan è passata da rossa (potrebbe avere o meno la rosacea) a completamente bianca, il perenne sorriso completamente cancellato dal suo volto e sostituito con un ovvia e curiosa anticipazione. Inoltre ora si sta aggrappando alle sue ginocchia disperatamente, le nocche bianche, e la sua schiena è dritta come l’asta di una bandiera.
Dio, questo ragazzino è tremendamente teso. Louis deve mordersi le labbra per trattenere le risate.
Nel retro della sua mente, da qualche parte, non può fare a meno di chiedersi se Harry stia ancora scrivendo. Il suo telefono non ha ancora vibrato con un nuovo messaggio.
Ma oh, insomma. Non importa. Una cosa alla volta.
“Allora, è la prima volta che incontri Liam?” Louis fa le fusa, dopo aver appurato che Horan ha perso l’uso della parola. Inserendo il pilota automatico, lascia che i suoi istinti prendano il sopravvento mentre si avvicina di pochi centimetri, sorridendo in maniera seducente nel sistemare il braccio sullo schienale del divano, le dita che sfiorano la spalla di Horan.
Horan si scalda al tocco, raggiante. “In realtà sì. È simpatico! Mia mamma ne parla sempre benissimo!”
Questo gela il sorriso di Louis e il gentile movimento delle dita.
“Tua mamma? Alice Horan?” domanda sorpreso, sbattendo le palpebre.
Horan annuisce, molto rapidamente, mordendosi il labbro.
Louis lo fissa. “Parla bene di Liam?”
Horan annuisce di nuovo, sorridendo, ancora incapace di distogliere completamente lo sguardo dalla bocca di Louis. “Sì,” ridacchia un po’ senza fiato, picchiettando ancora nervosamente con le dita. Ora ha cominciato anche a muovere una gamba. “Dice che è un’influenza positiva!”
Ma che cazzo, Liam? Ma porca puttana. Gliel'ha sempre descritta come una specie di Malefica - questa creatura malvagia, calcolatrice e demoniaca che complotta sempre intenzionalmente contro di lui e…
E ora scopre che lui le piace?
Sinceramente, ma che cazzo.
Louis sta per spronarlo a dire di più, aprendo già la bocca nonostante sia completamente insicuro su come affrontare l’argomento, ma poi il suo telefono vibra.
Un messaggio. Harry.
Senza pensarci due volte, toglie il braccio dallo schienale del divano, staccandosi dal lato di Horan mentre afferra il suo cellulare con impazienza.
Non lo so’ è tutto quel che dice.
Be’, insomma. Un tantino freddo.
Vagamente adirato, Louis risponde immediatamente, pigiando più brutalmente di quanto sia strettamente necessario.
Sì che lo sai. Devo aspettarmi di vedere il tuo bel faccino stasera o no, cucciolo?
“Allora, uh, tu vai a scuola con Liam, quindi?” Horan domanda, alternando lo sguardo tra Louis e il suo cellulare.
“Mh? Oh, ehm, sì…” Louis risponde lentamente, in un confuso movimento di dita mentre digita un secondo messaggio.
O, dovrei dire, dovrò aspettarmi di divertirmi davvero, stasera?
Per sicurezza, aggiunge una faccina che fa l’occhiolino. Ottimo lavoro, Tommo.
“Ah sì? Siete in classe insieme?” Horan domanda, allargando il sorriso una volta che Louis ha alzato lo sguardo su di lui.
Che… Di cosa sta parlando?
“Eh?” Louis domanda, un sopracciglio inarcato, stringendo ancora il telefono. Lo posa velocemente.
Il sorriso di Horan si riduce appena. “Non hai detto che vai a scuola con Liam? Ti stavo chiedendo se foste nella stessa classe.”
“Oh.” Louis arriccia il naso. “Oh! No, nah, amico. Non vado a scuola, scusami. Devo aver capito male la domanda.”
Buzzzzz, il suo telefono vibra ancora una volta. Lo afferra all’istante, ogni parola che Horan sta probabilmente dicendo diventa un silenzioso sbuffo d’aria.
:) HAHA’ (ovvio che Harry scriva ‘haha’ in maiuscolo – scrive esattamente come parla) ‘Non lo so… ho appena finito di fare giardinaggio! Sono tutto sporco di terra :(
Che stronzetto. Sta chiaramente evitando una risposta diretta.
Louis guarda lo schermo in cagnesco, vagamente consapevole che da qualche parte, un Horan sta parlando. È anche vagamente consapevole del lontano ding delle porte dell’ascensore che si aprono, ma è tutto molto, molto vago, le parole di Harry molto più forti intense e presenti.
Ha bisogno di parlare con Harry. Più che di questi cazzo di messaggi. Ha intenzione di venire stasera? Ha bisogno di saperlo.
Mh. Forse potrebbe chiamarlo.
“Louis?”
Con un sussulto, torna alla realtà, alzando la testa e quasi urtando il naso di Horan con il proprio. Il ragazzo sembra un po’ preoccupato e teso, la sua tenera espressione solo appena smorzata.
“Tutto bene, amico? Sembri un po’ distratto.” Fa un cenno al telefono tra le mani di Louis.
“Oh!” Louis ride, secco come una pergamena, provando improvvisamente un po’ di vergogna. È come se fosse stato beccato con le mani nella scatola dei biscotti o qualcosa del genere. Imbarazzante. “Colpa mia, Horan. Stavo solo cercando di mettermi in contatto con una persona e…” Sospira, ogni scusa che improvvisamente sembra meschina ed estenuante. “Sono solo uno stronzo,” ammette in maniera categorica.
Si aspetta quasi che lo molli lì, sinceramente.
Ma, con sua grande sorpresa, Horan in realtà sorride, tranquillo e comprensivo.
“Nah, è tutto okay. Non sono arrabbiato.” Scrolla le spalle, gli occhi che ancora si soffermano più da vicino su Louis, il sorriso ancora un po’ nervoso, ma è perlopiù rassegnato e tranquillo. Senza complicazioni. Grazie a dio. “E non c’è bisogno che continui a chiamarmi ‘Horan’, comunque. Niall va bene. Mi fai sembrare mio nonno.”
A quello, un vero mezzo sorriso tocca davvero le labbra di Louis, gli occhi che lanciano uno sguardo a Horan – Niall? “Va bene, Niall,” annuisce. “Mi sembra giusto. Grazie per essere, uh, paziente con me. Di solito non sono così tanto coglione.” È una bugia. Ma sorride comunque, e Niall ride.
“Tranquillo,” sogghigna, facendo una smorfia nel bere un altro sorso del suo tè. “Sarebbe meglio se avessi qualcos’altro da bere, però.” Appoggia la tazza con lieve disgusto, facendo sorridere Louis mentre afferra il suo telefono per controllare se c’è qualche nuovo messaggio – non c’è.
Basta. Ha bisogno di risposte. Ha intenzione di chiamarlo, appena ne ha l’occasione. Quando Liam tornerà…
Ma cazzo. Tra quanto sarà? Probabilmente troppo tempo. Probabilmente un’ora prima del gala, se Louis è fortunato.
No, deve parlare con Harry prima di allora.
Ma non può fisicamente chiamarlo ora. Non può. Non ha assolutamente intenzione di scaricare Niall dopo che Liam l’ha fatto con entrambi, anche se l’offerta è enormemente invitante e Niall è sorprendentemente comprensivo.
Sospira.
Sta già per arrendersi internamente, lanciando un triste sorriso a Niall (che continua a ricambiare lo sguardo, confuso), quando nota una figura alta, scura e socialmente impacciata dileguarsi intenzionalmente nel corridoio, la testa china.
Zayn!
Grazie a dio.
“Oi!” Louis lo chiama, cogliendo al volo l’occasione come una iena farebbe con la sua preda, alzandosi già dal divano con il telefono in mano.
Niall sbatte le palpebre sconcertato, chiaramente perplesso su cosa stia accadendo mentre comincia a ficcare biscotti di pastafrolla nella sua bocca, le briciole che gli cascano dalle labbra.
Zayn si blocca nel corridoio.
“Sì, tu,” Louis cinguetta, quasi saltandogli addosso.
Sembra un po’ stanco mentre si gira spaventato verso Louis, i capelli pettinati da un lato che quasi gli coprono l’occhio destro. Indossa una maglietta nera con tre triangoli colorati al centro, i suoi jeans neri strappati alle caviglie, e la sua postura gobba indica che è pronto per un pisolino. Dato che oggi è stato il suo primo giorno di lavoro al negozio di musica di Harry (sinceramente, non vede l’ora di sapere com’è andata da Harry, dato che Zayn è il narratore meno affidabile del pianeta) è alquanto giustificato. Questo è il primo lavoro di Zayn e il primo tentativo di indipendenza che desidera da una vita intera. Ma Zayn viene anche da una vita agiata ed è facile da spaventare, quindi può solo immaginare il suo attuale stato d’animo.
Sfortunatamente per lui, probabilmente sta per peggiorare.
“Ciao, Louis,” lo saluta stancamente, gli occhi che scattano nervosamente dove Niall sta seduto nell’altra stanza. Potrebbe sapere o meno cosa stia succedendo. Liam tende a tenere queste informazioni per sé, per via del forte disprezzo di Zayn per il gioco suo e di Louis.
“Posso rubarti un secondo, amico?”
“No,” Zayn dice immediatamente in modo categorico, e si sta già incamminando verso la sua stanza, quando Louis lo afferra per le spalle e comincia a spingerlo nella direzione opposta. “Cosa stai facendo??” domanda allarmato, ma Louis lo ignora, trascinandolo nel soggiorno, le mani premute saldamente sulle sue spalle, e facendolo sedere senza tante cerimonie sulla poltrona di fronte a Niall. Com’era prevedibile, Zayn si arrende facilmente, opponendo scarsa resistenza a causa dello stato confusionale della sua generale esistenza. Potrebbe essere anche fatto, a giudicare da come non abbia ancora battuto ciglio, gli occhi spalancati che fissano Niall con inespressività.
Niall si blocca nell’osservarlo, il boccone ancora in bocca, gli occhi altrettanto spalancati.
Louis li osserva, valutando le loro reazioni con la più piccola goccia di riluttanza sotto le scarpe. Forse non dovrebbe andarsene…?
Ma poi Niall deglutisce – il suono che risuona nell’aria tesa e silenziosa – e erutta in un vulcanico sorriso mentre alza una delle sue mani in un maldestro saluto. “Sono Niall!” si illumina, sembrando decisamente ammaliato.
Zayn sembra terrorizzato.
Se la caveranno.
“Bene, divertitevi voi due! Torno tra un attimo,” Louis dice con sicurezza mentre si avvia verso la cucina, soffocando una risata all’espressione da “salvami” di Zayn.
È in debito con lui. Gli comprerà un camion di ottima erba e piegherà tutti i suoi calzini, o qualcosa del genere.
Nel secondo in cui Louis mette piede in cucina, si appoggia al bancone e tira fuori il cellulare, componendo il numero di Harry più velocemente di quanto ammetterà mai più tardi. Lo preme sull’orecchio con impazienza, alzando gli occhi al cielo alla foto dei genitori di Liam sul frigo. Sono sulla spiaggia a bere Pina Colada e appaiono proprio arroganti come nella realtà. Ugh.
Squilla solo una volta prima che Harry risponda.
“Prontoooo?” risuona la sua voce profonda, allungando la parola in una domanda melodica.
Louis realizza che non ha mai sentito prima la voce di Harry al telefono. Suona calda e gracchiante come i vecchi dischi. Come i dischi che lui e Harry riproducono ogni giorno, cercando costantemente di avere la meglio l’uno sull’altro senza mai tenere i punti. (Louis sta vincendo, comunque.)
“Prontoooo,” Louis lo sfotte, con la voce più bassa possibile.
Sente lo sbuffo della risata di Harry. Sorride.
“Che cosa vuoi?” Harry domanda, ma sta ovviamente sogghignando – Louis ne è sicuro, anche attraverso il dannato telefono.
“Bene, bene, bene,” dice Louis. “A quanto pare il giardinaggio ti ha affilato la lingua! Stiamo leccando le spine dai roseti, cucciolo insolente?” domanda, trascinando la mano sulla superficie del bancone mentre un’indefinibile onda di tenerezza si spande nello stomaco.
Riesce a immaginarsi Harry che ricambia il sorriso, la testa china.
“Lo sanno tutti che mangiare i fiori fa diventare più belli,” arriva la calda risposta, intrisa di divertimento.
“Mh,” Louis concorda con un borbottio. “Sei quello che mangi,”
“Esattamente.”
Si schiarisce la gola. “Ehm, comunque. Allora, ragazzino. Hai intenzione di venire stasera?”
“Venire dove?” Harry chiede, in maniera falsamente innocente.
Ha. Ha.
Louis alza gli occhi al cielo. “Levati le rose dalla bocca. Sono serio – vieni?”
Segue un breve silenzio, in cui Louis riesce solo a sentire il proprio respiro.
“Non lo so…” Harry dice lentamente, alla fine. “Sembra un po’ troppo per me.” La sua voce è debole, attenuata dalla telefonata.
Louis preme le labbra in un broncio.
Una parte di lui non vuole che Harry venga, è vero. Principalmente a causa di un certo batuffolo di cotone irlandese. Non che Niall non sia un bravo ragazzo – lo è. A Louis piace più di quanto si aspettasse. È solo che… Non vuole dividere le sue attenzioni con Harry. Ed è sicuro al cento per cento che non vuole che Harry li veda insieme. Che si faccia un’idea sbagliata… O, meglio. Quella giusta.
Si imbroncia ancora di più.
Ma se Harry non viene… Be’. Non lo vedrà, allora. Non c’è molto altro da dire. Ma sembra essere un grande problema e Louis… Non gli piacciono queste stronzate, questo tipo di feste. Non gli piace stare lì impalato, annoiato, bevendo a più non posso per tenersi occupato in una stanza piena di androidi. Zayn di solito non si trattiene molto dato che detesta le situazioni sociali, specialmente quelle che coinvolgono gli anziani, e Liam è sempre impegnato a stare al centro dell’attenzione mentre i suoi genitori rimangono entrambi a guardare con lieve disprezzo e orgoglio. E poi finisce sempre con Liam che inizia a litigare con i suddetti genitori, poi si sbronza miseramente, lasciando che Louis si occupi di lui per la notte e lo metta a letto mentre impreca e vacilla e prova a far scivolare la mano tra le gambe di Louis, farfugliando aggressività contro sua mamma e suo papà e le loro opinioni prive d’amore per lui.
In breve, è sempre uno spettacolo di merda. E Louis per certi versi non riesce davvero a incolpare Liam dato che i suoi genitori sono davvero delle merde. Senza dubbio odiano Louis – Martha lo guarda sempre come se fosse un animale morto.
È tutto così orrendo e teso ed estenuante. Per niente divertente.
Ma se Harry venisse?
Louis pensa a terribili risate e larghe spalle e commenti davvero strambi, sempre avvolti da labbra rosse e grandi denti e… E in qualche modo la serata non sembra poi così spaventosa.
Sì. Vuole che Harry venga. Louis indosserà una maschera, porca puttana, che, ne è certo, non indosserà mai più in vita sua – sarà meglio che Harry venga, cazzo.
“Giusto,” Louis dice, dopo un attimo, cominciando a camminare per la cucina. “Allora. Non chiedo mai alle persone di fare delle cose per me. Non sono bravo a chiedere in generale, ad essere sincero.”
Harry sbuffa dall’altro capo del telefono. Louis lo ignora.
“Ma io, Louis Tomlinson, sto chiedendo a te, Harry Styles, di venire a questa festa stasera.” Fa una pausa, armeggiando con il risvolto della sua giacca. “E non solo perché mi annoierò a morte e avrò voglia, tipo, di divertirmi, o qualcosa di simile.” Deglutisce, cercando di mantenere il tono di voce casuale. “Ma perché ho voglia di vederti.”
Nel momento in cui le parole gli escono dalla bocca, sente il petto un po’ instabile. Forse ha esagerato. Forse non avrebbe dovuto dirlo.
Sembra che passino interi minuti di silenzio, Louis incapace di sentire persino il respiro di Harry dall’altro capo. Controlla se la linea è caduta – due volte – ma, no. Harry è ancora lì.
Sta già cominciando a sentire una bolla di panico formarsi quando improvvisamente si ritrova a parlare di nuovo, le parole che fuoriescono dalla sua bocca nervosamente perché in questi giorni è uno stronzo incapace. Dio.
“Più che altro, sono solo curioso di vedere come ti agghindi quando non hai la borsa addosso.” Lo dice di fretta, sperando di alleggerire un po’ la tensione. Anche se vorrebbe rannicchiarsi su se stesso e basta.
Ma Harry, sia lodato il cielo, scoppia a ridere bruscamente. Una singola fottuta esplosione di risate.
“Mi metto una tiara quando non ho la borsa,” replica, ridacchiando piano.
Una tiara.
Louis sbotta in una risata prima di premere un pugno contro le sue labbra per zittirsi, spingendo il telefono più vicino all’orecchio. “Appropriato,” commenta, rimuovendo la mano. “Dato che io sono il tuo suddito.”
E, ancora una volta, Harry rimane in silenzio.
Merda. Chiaramente, Louis ha interpretato tutto male. Fanculo.
Ma poi Harry alla fine parla.
“Ci penserò su, okay?” dice dolcemente.
Questo spinge un sassolino di frustrazione nella gola di Louis (perché deve essere così complicato??) ma acconsente, cedendo con un sospiro. “Sì, okay. Ho capito.” Borbotta. “Ma, uhm, ora devo andare. Magari ci vediamo stasera, va bene?”
Un’altra pausa.
“Sì. Magari.”
Louis si acciglia. “Giusto. Be’. Ciao, Harry.”
“Ciao, Louis.” È detto con un tono un po’ sconsolato ma Louis non si ferma ad analizzarlo, troppo frustrato e deluso (con Harry? Con se stesso? Con la vita?) per importargliene qualcosa, riattaccando rapidamente.
Invece, torna a passo lento verso il salotto, il telefono stretto nella sua mano, la testa china. È il momento di salvare Zayn.
Ha già un migliaio di scuse e giustificazioni sulla punta della lingua ed è in procinto di fornirle una per una con disinvoltura, quando improvvisamente…
Si blocca sui suoi passi.
Tutte le parole evaporano dalla sua bocca aperta.
Perché lì, proprio lì davanti, c’è Zayn. Seduto sul divano. Accanto a Niall Horan. E sta ridendo.
Proprio così – Zayn sta ridendo. Con un estraneo.
Louis li osserva a bocca spalancata.
Vedete, Zayn non è mai andato d’accordo con gli estranei. Diventa scostante e paranoico e si chiude in se stesso, cercando spesso qualsiasi scusa per allontanarsi. Eppure eccolo qui, apparendo solo leggermente nervoso mentre ridacchia sommessamente a qualche storia che Niall gli sta raccontando – il quale sembra sia in procinto di lanciare il sole nel cielo, completamente sicuro di sé e rinvigorito dal sorriso di Zayn che si lascia sfuggire verso il tappeto sotto i loro piedi. Le mani di Niall si muovono all’impazzata mentre racconta, la testa completamente girata verso Zayn, inglobandolo con i suoi occhi, lo sguardo lontano.
Quando Zayn alza la testa, i capelli di fronte agli occhi, sembra in ugual modo confuso e affascinato.
Be’. Questo è inaspettato.
“Oh, ma ciao,” Louis sorride, incapace di tenere il tono compiaciuto fuori dalla sua voce mentre incrocia le braccia al petto e si appoggia contro il muro. Non riesce a trattenersi dall’essere estremamente divertito da come i due ragazzi saltano e si voltano, la loro bolla duramente infranta.
Oh, questo è troppo divertente. Che fantastica, fantastica svolta degli eventi.
“Sembra che voi due andiate molto d’accordo,” sogghigna, guardando apertamente Zayn, che sta ora fissando in silenzio il profilo di Niall, attratto e curioso.
Dio. Se Louis non lo conoscesse bene… Direbbe che Zayn è totalmente cotto.
Oggi è un gran giorno. Zayn è innamorato e Louis ha ufficialmente una scusa per evitare di scoparsi Niall. Perché non esiste al mondo che ci provi con il ragazzo di fronte a Zayn – specialmente quando lo sta guardando in quel modo.
È un giorno meraviglioso.
“Sì! D’accordissimo!” Niall è raggiante, mentre ride e arrossisce. O sta ridacchiando? Buon dio.
Zayn si limita ad annuire, fissando ancora il profilo di Niall.
Louis si morde la guancia, terribilmente divertito. “Davvero adorabile. Bene, uh. Non fate caso a me. Andrò a imboscarmi nella stanza di Liam per un riposino. Mi fa un po’ male la testa. Sapete com’è.”
Potrebbe aver tranquillamente parlato in un’altra lingua, comunque, per tutta la considerazione che riceve in risposta, i ragazzi troppo impegnati a lanciarsi occhiate di sbieco a vicenda. Come alle elementari. Incredibile.
“Bella chiacchierata,” Louis dice in tono secco dopo il prolungato e indifferente silenzio.
Incosciamente, Niall si volta verso Zayn, il sorriso che prende tre quarti della sua faccia. Zayn farfuglia e distoglie lo sguardo, sbattendo rapidamente le palpebre prima che gli occhi si fissino sui suoi piedi e si solidifichino lì, il viso un po’ luminoso.
Bene, allora. Questo è quanto, Louis suppone.
Scuotendo la testa in totale e assoluto divertimento, si volta per lasciare la stanza.
L’ultima cosa che sente prima di chiudere la porta è Niall che si schiarisce la gola, imbarazzato, seguito da una falsa disinvoltura, “Quindi, sarai alla festa stasera?”
Louis si ferma giusto il tempo per sentire le balle di fieno rotolare.
E poi Zayn grugnisce un felice “Sì,”, facendo scuotere nuovamente la testa a Louis.
Wow. Troppo, troppo divertente.
Non vede l’ora che Liam lo scopra.
 
**
 
Louis al momento si trova esattamente al centro del Gala di Beneficenza Payne-Malik (indossando una maschera da lupo, per giunta) e ancora non sa se Harry Styles abbia intenzione di farsi vivo o meno.
Il che è… leggermente seccante.
Specialmente considerando il fatto che sta esaurendo la pazienza e l’alcool, la sua fiaschetta tristemente leggera con solo il delicato tintinnio delle poche gocce rimaste nel suo sacro interno. Triste, triste, triste. Terribile, addirittura. Fottutamente terribile.
È un ricevimento piacevole, comunque. Dal punto di vista di un colletto inamidato, almeno. È tenuta in una qualche… sala da ballo gigante in un qualche albergo che i Payne-Malik probabilmente possiedono – Louis non ne è davvero sicuro. Tutto quel che sa è che guadagnano un sacco di soldi, li spadroneggiano sulla gente e mantengono orgogliosamente il titolo dei più ricchi della zona. Sono anche genitori di prim’ordine. Fanno un sacco di cose meravigliose, come ignorare Zayn, prendersi superficialmente cura di Liam mentre non forniscono nessun tipo di conforto sentimentale o emozionale, e mantengono un record sensazionale per non abbracciare e non sorridere mai ai propri figli. Non sinceramente, in ogni caso. A loro piacciono anche le lunghe vacanze all’estero, i gala di beneficenza e qualsiasi cosa che non abbia nulla a che fare con Louis Tomlinson.
Fa una smorfia al pensiero, versando gli ultimi residui della sua fiaschetta in fondo alla gola. L’unico odio più forte di quello di Martha Payne per Louis Tomlinson è l’odio di Louis Tomlinson per Martha Payne. Quella fottuta vacca. Una presuntuosa e orribile vacca.
Ma comunque. Non deve pensare a lei. È da qualche parte in lontananza, ingraziandosi tutti gli ospiti nella sua maschera da pavone, reggendo il suo calice di champagne mentre lancia occhiate irritate in direzione di Zayn, principalmente per il fatto che stasera ha optato per una maschera fai da te. Che è, letteralmente, un piatto di carta ritagliato nella forma di un occhio, decorato con spennellate nere e verdi. Bisogna ammettere che non è la migliore creazione…
Ma non c’è bisogno di fare lo stronzo al riguardo, sinceramente.
È comunque una festa decente. Un sacco di bevande colorate (analcoliche, per qualche cazzo di ragione) e un sacco di corpi che indossano bellissimi vestiti e completi lavati a secco. Un sacco di chiacchiere e risate e selfie. Un sacco di luci soffuse e un sacco di paillette e un sacco di teli del colore dell’ambra, che coprono delicatamente le tende, avvolgono le sedie e penzolano dai tavoli del rinfresco. Tutto è autunnale e dorato e arancio scuro. È bello. È tutto bello. Louis deve ammetterlo.
Be’. Tutto tranne Liam, ecco.
“Sarà meglio che Styles venga, cazzo,” ringhia a intervalli, i suoi occhi un tempo compiaciuti che ora brillano con allarmanti lampi di impazienza.
Alzando palesemente gli occhi al cielo, Louis esamina la folla dalla loro postazione nell’angolo buio della larga stanza, le labbra che formano una linea sottile mentre osserva il turbine di glitter e piume, gli adulti che starnazzano, i ragazzi che ridacchiano, e tutti gli altri. C’è un sacco di colonia nell’aria. Ci sono un sacco di colletti che prudono. Non può dire se parteciperà nuovamente ad un ballo in maschera di sua spontanea volontà. Ha indossato la sua maschera per un totale di sette minuti prima di spostarla sulla sua testa. Quella cosa fa un cazzo di caldo. Ed è fastidiosa. E puzza di plastica bruciata.
“Ti avevo avvisato che sarebbe potuto non venire,” gli ricorda, cercando di mantenere un tono di voce indifferente, e probabilmente fallendo. È uno sforzo non suonare così irritato come è in realtà. “Mi ha detto un sacco di volte che non è il suo genere di cose.”
“Bene allora, qual è il suo genere di cose? Porca puttana, Tommo, il motivo per cui ho proposto questa stronzata ai miei genitori era prima di tutto per darti una fottuta mano in tutto questo.”
Louis inarca le sopracciglia, voltandosi verso un Liam Payne piuttosto furibondo. La sua maschera (che è solo un’oscenamente banale cosa nera in velluto che gli copre solo gli occhi e metà del naso) è un po’ storta, i capelli ingellati un po’ flosci, e la sua cravatta sembra che lo stia strozzando. Nel complesso, è un totale disastro.
“Non ho chiesto il tuo aiuto,” commenta freddamente, aggiustando la sua giacca. Gli sta troppo stretta, non è larga e comoda come la sua in jeans. Odia questo tipo di vestiti.
Liam gli lancia un’altra intensa occhiataccia. Il Principe delle Occhiatacce. “Ne avevi chiaramente bisogno.”
Louis stringe i denti.
Okay, quindi la serata è ovviamente tesa.
Principalmente per il fatto che Liam ha un umore di merda, il che è assolutamente accreditato alla sbalorditiva assenza di Harry Styles. Alias, la sbalorditiva assenza dell’aumento di autostima di Liam causato dal guardare qualcun altro essere usato come una fottuta bambola perché è un coglione insicuro con problemi emotivi.
Ad ogni modo.
Non è solo l’assenza di Harry che lo sta mandando nel pallone. C’è un altro minuscolo fattore in corso qui stasera che, Louis lo sa, sta facendo letteralmente impazzire Liam. Ed è proprio laggiù, nell’angolo opposto della stanza.
Proprio laggiù ci sono due persone, impacciatamente distanti, ma troppo vicine tra loro per non essere intenzionali. Stanno entrambi guardando ovunque tranne che nella direzione dell’altro, a meno che non riescano a lanciare occhiate furtive mentre l’altro non sta guardando. Uno indossa un occhio storto fatto di carta. L’altro indossa una maschera nera e glitterata con un naso allungato in modo comico che butta giù tutte le bevande dai vassoi dei camerieri. Proprio laggiù ci sono Zayn Malik e Niall Horan, e sono entrambi un imbarazzante casino del cazzo, chiaramente nello stadio iniziale di un qualche importante rituale d’accoppiamento.
Non è un segreto che Louis abbia annullato la missione di aprire Niall in due e pertanto distruggere il cuore della sua povera madre. Nel momento in cui Liam era tornato al loro appartamento e aveva trovato Niall a chiacchierare allegramente sul divano, la pelle luminosa, mentre Zayn lo osservava con il suo piccolo e brillante sorriso che in qualche modo allungava le sue ciglia e ammorbidiva i suoi zigomi fatti di diamanti, era evidente che ci fosse qualcosa di strano. Seriamente strano.
“Ma che cazzo?” era tutto quello che Liam aveva detto quando aveva trovato Louis nella sua stanza, gli occhi improvvisamente tonanti, e Louis non era riuscito a trattenersi dal sorridergli compiaciuto, mettendo su un allegro comportamento che era sicuro sarebbe penetrato sotto la pelle del gorilla.
“Tutto bene, Payno?” l’aveva approcciato.
Liam aveva fissato i suoi occhi fiammeggianti su Louis. “Tutto bene,” aveva detto in un ringhio soffocato, prima di andarsene arrabbiato verso il bagno, sembrando stranamente vicino ad essere emozionalmente distrutto. Era stato solo momentaneamente sconvolgente, sebbene avesse gelato il sorriso gongolante e divertito sul viso di Louis.
Ma ogni fragilità emozionale era sparita nel momento in cui Liam era tornato, asciugandosi i capelli con rapidi movimenti mentre accendeva tempestivamente la musica a un volume spacca-timpani, distruggendo qualsiasi possibilità di conversazione. Non l’aveva più menzionato, neanche quando Louis aveva provato a tirarglielo fuori, ore dopo.
Invece, aveva cominciato a fare lo stronzo. E ora Louis è bloccato con lui.
Una serata straordinaria, dopotutto.
“Si tratta di Niall, vero?” Louis chiede apertamente, sistemando la maschera. Gli sta incasinando i capelli. Ma si sta accuratamente rifiutando di pensarci.
Il viso di Liam si indurisce infinitesimamente. Un momento di tensione passa tra loro prima che finalmente risponda.
“Non sei riuscito a fare neanche una delle cazzo di cose che ti ho chiesto, vero?” ringhia sottovoce, buttando lo sguardo incandescente sulla folla, rifiutandosi di guardare Louis. Se dovesse intensificarlo ancora, darà del filo da torcere a Ciclope. Il Gala sarebbe rovinato, gli ospiti sarebbero morti.
Louis beve un intenso e inutile sorso dalla sua fiaschetta, desiderando più di qualsiasi cosa di avere l’abilità innata di trasformare l’aria in vino. Quello sarebbe bello. Renderebbe il mondo più bello.
Sospira, riavvitando il tappo e seguendo lo sguardo imbronciato di Liam verso i due piccoli pagliacci nell’angolo opposto. Niall si sta grattando la nuca e sta inclinando il collo in modo poco velato per guardare Zayn, mentre Zayn se sta in piedi, rigido, con le braccia molli lungo i fianchi, gli occhi che guizzano abbastanza palesemente verso Niall. È così imbarazzante che ha sorpassato la dolcezza ed è semplicemente penoso.
Nonostante questo, Louis trattiene una risata.
“Liam. Guarda come Zayn lo sta fissando. Coraggio, dai un’occhiata,” dice duramente, gesticolando verso di loro.
Immediatamente, Liam sibila, spingendo giù il braccio di Louis. “Non indicare,” lo rimprovera. “Non attirare l’attenzione su di loro!”
Louis alza gli occhi al cielo, incapace di fottersene qualcosa. “Agli ordini, capo. Ma guarda, okay? Chiudi il becco e guarda.”
Passa un brusco momento tra loro – riempito da Louis che fissa il proprio sguardo su Liam (che continua a non voler ricambiare) – prima che la mandibola di Liam finalmente scatti e posi lentamente gli occhi sulla coppia, osservandoli con attenzione. Zayn, in particolare.
Passano praticamente sette secondi (Niall ha appena provato a fare una battuta, sembra, perché Zayn ha, letteralmente, starnazzato una risata e ora sembra fin troppo a disagio e in imbarazzo, seppur un poco incoraggiato) prima che Liam distolga lo sguardo di scatto, la testardaggine sulla sua bocca.
“Okay, cosa dovrei vedere?” grugnisce, incrociando le braccia. Il principe è scontento.
“Liam,” dice Louis, gli occhi accusatori e il tono di rimprovero.
Liam guarda altrove in modo altezzoso, il naso per aria.
Li-am,” Louis ripete, più deciso, e questo fa sospirare l’altro ragazzo, che lascia cadere le braccia ai suoi fianchi.
“Sì, e allora?” domanda in modo annoiato, ovviamente fuori di testa. “Lo sai, tu eri quello che avrebbe dovuto prendersi cura di Horan. Tu eri quello a cui ho detto di farlo. Prima Styles, adesso Horan – che cazzo ti sta succedendo?”
Una piccola scintilla di autocoscienza attraversa lo stomaco di Louis prima che lui la spenga, inarcando un sopracciglio. “Non dare la colpa a me, Liam. Questa è tutta un’altra storia. Puoi guardare quei due, per favore? Guarda la faccia di Zayn. Guarda il modo in cui sta fissando quel ragazzino.” Liam sembra che abbia appena mangiato un limone. “Volevi davvero che lo distruggessi? Lo sai che Zayn odia il nostro gioco. Non ho intenzione di fargli un torto del genere. Posso anche essere un bastardo e uno spietato pezzo di merda, ma non mi metterei mai contro il nostro Zayn in questo modo. Non quando si è preso una cotta del genere per quel ragazzo.” Fa una pausa. “E non lo faresti neanche tu.”
Liam contrae le labbra, gli occhi che combattono qualche battaglia interna, mentre rimane in silenzio, lanciando qualche sporadica occhiata in direzione dei ragazzi.
“Almeno Zayn sa di Niall? Di quel che avevamo intenzione di fare con lui?” Louis domanda, grattandosi la nuca dove l’elastico della sua maschera gli sta tirando i capelli. Stupido affare di merda.
“Lo sai che non gli piace sentir parlare di queste cazzate,” Liam scatta, alzando gli occhi al cielo così esageratamente che quasi incita un’occhiataccia da parte di Louis.
“Ne sono al corrente, grazie,” scatta di rimando, altrettanto irritato. “Ma il modo in cui ti stai comportando-”
“Può avere di meglio che quel bastone da passeggio,” si fa scappare Liam, furioso, gli occhi che quasi prendono fuoco. Louis sbatte le palpebre. “Mio fratello non può mettersi con il figlio di quella vacca di Alice Horan! Non gli permetterò di tradirmi così!”
Wow, quindi è totalmente su tutte le furie. Ottimo.
“Quel ragazzino non è così male, cristo,” Louis borbotta, passandosi una mano frustrata sui capelli prima di realizzare, troppo tardi, che sono già probabilmente arruffati ad un livello mostruoso. Probabilmente ha un pessimo aspetto. Fanculo. Ficca con forza le mani nelle tasche. “Persino tu stavi cominciando ad intenerirti un po’ con lui, ammettilo.”
“No,” Liam brontola con tono petulante.
“Certo che sì. Stava cominciando a piacerti un po’, vero?”
“‘Piacere’ è molto diverso da ‘tollerare’, Louis. Inoltre, sono stato con lui per al massimo cinque minuti. Un tempo a malapena sufficiente per fregarmene qualcosa.”
“Evidentemente no,” Louis lo sfotte, e Liam finalmente sposta il suo sguardo da Ciclope su di lui, il che lo fa sbottare a ridere. “Dai, Payno. Non rovinarti la serata perché Fratello Carissimo si è innamorato. Penso che siano teneri.”
Liam è lungi dall’essere contento alle parole, nessuna traccia di umorismo nei suoi lineamenti. “Sì, ti piacerebbe.”
Louis sospira, arrendendosi e lasciando scemare il sorriso. Capisce quando è una battaglia persa. Non è stupido. Pazienza.
Torna nell’ombra, appoggiandosi contro il muro, mentre Liam continua a lanciare occhiatacce verso Zayn e Niall, che stanno ancora brancolando l’uno attorno all’altro. Dato che è la ‘serata introduttiva’ di Niall, sua mamma continua a raggiungerlo per presentarlo a vari sorridenti individui e cercare di trascinarlo nella mischia, troppo per la triste inclinazione della bocca di Zayn. Ad ogni modo, Niall non cede mai, optando sempre per rimanere da solo così può, apparentemente, respirare l’aria di Zayn piuttosto che socializzare. E, vedendo come il ragazzo sembri possedere abbastanza capacità relazionali per iniziare una sua attività, Louis lo considera come un gesto piuttosto dolce.
Specialmente quando il barista chiama Niall per nome, facendogli un cenno mentre gli porge una bottiglia senza etichetta con un occhiolino. Louis si aspetta di tutto, tranne che il ragazzino alla fine smetta di tentare di fare conversazione con Zayn (che appare già con il cuore spezzato mentre guarda i due interagire con occhi affranti, distruggendo nervosamente un tovagliolino di carta); ma poi Niall si volta di nuovo verso Zayn, un sorriso sicuro di sé e determinato che dipinge il suo volto entusiasta e serafico mentre piomba su di lui, scambiando poche parole e un’alzata di spalle, e guidandolo poi con orgoglio con una mano che sfiora a malapena la sua schiena. Zayn sembra imbarazzato, nervoso e felice. Niall sembra fiero, sicuro di sé e arrossato. Sono l’uno l’opposto dell’altro, davvero. Louis non riesce a trattenersi dall’essere meravigliato mentre li osserva.
Da una parte c’è Zayn, questo ragazzo misterioso e introverso che passa il suo tempo seduto sui tappeti fissando tutte le dimensioni che non sono ancora state scoperte, mettendo in discussione la vita e l’esistenza degli alieni. Non parla a meno che non sia costretto, non socializza anche quando deve, e impallidisce al pensiero di una prolungata conversazione e del contatto visivo.
Dall’altra parte c’è Niall Horan che è, potenzialmente, un raggio di sole caduto, che mostra tutti i suoi denti quando sorride, che sembra completamente a suo agio in situazioni che qualsiasi persona normale troverebbe infinitamente imbarazzanti. È esuberante e apparentemente ingenuo e sincero e felice, le sue emozioni sono scritte sul suo volto e scorrono facilmente dalle sue sfrontate labbra, e il ragazzino è semplicemente radioso, davvero. Allegro e facile da leggere e reattivo ed estroverso e aperto al mondo in modi che parti di Louis non possono trattenersi dal deridere.
Ed eccoli qui, legati insieme chissà come mentre Niall presenta il barista a Zayn, senza mai lasciare il lato di quest’ultimo ora che finalmente ha ottenuto il permesso di essere lì. Zayn appare più che d’accordo con l’idea, anche se un po’ stanco di tutte le chiassose risate e chiacchiere attorno a lui. Ma comunque. Non è mai stato così socievole in anni. Cazzo, probabilmente l’ultima volta è stato quando ha conosciuto Louis. E questo… questo è un grande evento.
Louis lancia un’occhiata a Liam e pensa che, forse, quello sguardo nei suoi occhi conferma che sta pensando la stessa cosa. Non l’ammetterebbe mai, comunque.
È divertente come gli opposti si attraggano, vero?
Harry è l’opposto di Louis? Non che siano attratti l’uno dall’altro, o cose del genere – non è così – ma, comunque. Lo sono? Harry è decisamente Niall e Louis è Zayn. Harry è quello radioso con la pelle calda e gli occhi sinceri e larghe mani a cui non dispiace aggrapparsi a Louis. D’altra parte, è anche quello tranquillo, quello che si morde le labbra prima di dar voce ai suoi pensieri, quello che si tiene tutto dentro e, a volte, lontano da Louis. È quello profondo e sentimentale e bellissimo, quello che si lascia guidare dal tocco di Louis.
“Lo sai,” Louis dice lentamente, un po’ distratto mentre continuano a osservarli da lontano. Si chiede se Harry verrà. “Un’altra buona cosa riguardo a questo piccolo inaspettato sviluppo” – Liam si irrigidisce – “è che mi darà più tempo per concentrarmi su Harry. Il nostro progetto principale.” Non gli piace il modo in cui suonano le parole, ma allontana il fastidio perché non ci può fare nulla.
“Se solo si facesse vedere, cazzo,” Liam borbotta, agitato, ma Louis posa una mano sul suo braccio, cogliendo di sorpresa Liam mentre incrocia il suo sguardo.
“Anche se non verrà. Potrò concentrarmi meglio su di lui. È una bella gatta da pelare, quello.” Deglutisce, sentendo un allarmante fastidio che non riesce ad identificare. Sentiva solo il bisogno di dire questa cosa – a Liam, al mondo, a se stesso. Suona e sembra sconnesso e irregolare ma aveva il bisogno di dirlo e Louis non sa perché o cosa o come o quando o… dio. Louis non lo sa. “Ma alla fine ce la farò. Non fallirò, Liam. Ce la farò. E avrò te.”
In qualche modo, inspiegabilmente, quella è la frase che allenta la tensione dalle spalle di Liam.
Si fissano per infiniti attimi, la mano di Louis sul braccio di Liam e gli occhi di Liam che scavano da qualche parte dentro quelli di Louis, e gli ospiti si muovono e chiacchierano attorno a loro, ignari, e il cuore di Louis batte così forte che Louis vuole che si fermi.
“Promettimelo,” Liam dice lentamente, ma i suoi occhi sono indecifrabili e la sua voce è a malapena udibile.
Louis sente le viscere che si attorcigliano quando risponde, la voce distante, “Te lo prometto.”
E Liam sorride, forse genuinamente, avvicinandosi di un passo, un lampo accecante di luce o potere o speranza nei suoi occhi di ghiaccio. Ma poi.
Ma poi l’incantesimo o la maledizione o quel che è, è spezzata, perché improvvisamente gli occhi di Liam sorpassano quelli di Louis, agganciandosi da qualche parte oltre le sue spalle, e questo lascia a Louis giusto il tempo di deglutire, respirando attraverso rivoli d’ansia, prima di seguire il suo sguardo.
“Che cazzo è quello?” Liam scoppia a ridere, ogni tensione svanita, puntando il dito nella direzione del suo divertimento. “Guarda cosa s’è messo quel ragazzino.” Ride di nuovo, forte e tagliente, al settimo cielo dalla felicità.
 Incuriosito, Louis prova a trovare la fonte, strizzando gli occhi nella penombra, incerto su cosa aspettarsi.
Il che, davvero, è quel che gli avrebbe dovuto far capire che si trattasse di Harry. Perché è proprio lì, cazzo.
È qui. È venuto. Quello è assolutamente Harry Styles, maschera o meno, e Liam sta ridendo con fin troppo entusiasmo alla sua vista, ignaro, ma Louis sente come se qualcuno lo stesse trascinando sottoterra.
Perché ovviamente, cazzo, il ragazzino è diverso da chiunque altro, lì in piedi tra loro come un fottuto faro di luce eterea. Ovviamente, cazzo. In mezzo a un mare di nero e grigio e carbone, in mezzo a un mare di ordinario e banale, lì cammina il ragazzo che indossa questa appariscente maschera inondata di glitter dorati e arancioni, con linee rosa sulle estremità delle ali.
Perché, sì, sta indossando una maschera a forma di farfalla. Questa luccicante, punteggiata di giallo, maestosa maschera di una farfalla. E benché non sia certamente fuori posto in questo mare di animali e insetti e folletti, è certamente unica nel suo genere. È certamente la più bella.
“Oh,” è quel che Louis si trova a rispondere alle risate di Liam.
“Che cazzo si è messo addosso quel ragazzino?”
E, be’. Harry indossa una camicia rosa. Una semplice e ordinaria camicia, adatta per l’occasione. È meravigliosa su di lui, è perfetta sulle sue spalle e sulle braccia e sul magro busto. Ma è rosa ed è così differente e per questo Liam ride. Indossa pantaloni chiari, scarpe chiare – tutto in notevole contrasto con il nero che lo circonda, e Liam ride e Louis no.
Harry.
“Perché stai ridendo?” domanda bruscamente, voltandosi verso Liam con una scarica di estremo fastidio che sembra non riuscire ad ignorare.
Liam sembra sorpreso. “Eh?” domanda, la risata che si affievolisce appena.
“Perché cazzo stai ridendo?” ripete, e la durezza dei suoi occhi – o forse il modo in cui continuano a scattare su Harry, solo per guardarlo, solo per vedere il ragazzo – fanno schiarire appena gli occhi di Liam, una scintilla di comprensione che cala in profondità.
“Oh,” dice dopo un attimo, il sorriso che rapidamente si fa più furbo. “Oh, quello è il piccolo Styles, vero?”
Louis deglutisce.
Liam sorride. “L’hai riconosciuto davvero velocemente. È sempre così ridicolo?”
Sì, Louis vorrebbe dire, ma non in presenza di Liam.
“Vaffanculo, Liam,” dice invece, irritato, e il sorriso di Liam vacilla.
“Eh? Perché stai-”
“Devo bere qualcosa,” Louis dice, accaldato e infastidito e perfettamente cosciente del fatto che Harry sia nella sua stessa stanza mentre oltrepassa uno sconcertato Liam, facendosi strada verso la zuppiera del punch delle dimensioni di una fontana nell’altro lato della stanza.
Povero ragazzo. Povero, dolce e adorabile Harry.
Louis resiste alla tentazione di avvicinarsi immediatamente a lui, solo per salutarlo. Gli piace Harry, gli piace parlare con lui. Si diverte in sua compagnia. Che pensiero strano.
Si versa un bicchiere di elettrico e super zuccherato punch di merda, sorseggiandolo perché è nervoso da morire e non sa cosa fare con le minuscole scariche di energia che gli stanno praticamente friggendo il cervello. Prova a canticchiare una canzone ma finisce per canticchiarne diverse, tutte mescolate insieme e incompatibili, senza neanche sapere da dove provengano. Non riesce a pensare alle proprie parole e, ora, non riesce neanche a pensare a quelle degli altri.
Beve un altro esagerato sorso, il tutto continuando a fissare Harry.
Il ragazzo, la farfalla, sta scivolando attraverso la stanza, fluttuando ai margini, guardando oltre le persone e badando solo a se stesso, la maschera che nasconde completamente il suo viso. Ma Louis sa che è lui, ovvio che è Harry. Ci sono quei suoi morbidi ricci mossi che appaiono indisciplinati e dolcemente arruffati. C’è quella curva nella sua schiena e quel passo sgraziato dei suoi piedi. Le sue mani che ogni tanto sbattono forte contro le cosce, che ogni tanto stringe tra loro in maniera imbarazzata perché non sa cosa fare con loro. C’è Harry con i suoi adorabili, adorabili vestiti e le scarpe lucide e… ed è venuto.
È venuto perché Louis gliel’ha chiesto.
Louis può solo guardare, incantato. Guarda come Harry osserva le persone, chinando la testa e salutando tutti quelli che gli stanno sicuramente facendo i complimenti o divertite osservazioni. Incredibilmente, sembra che non gliene freghi un cazzo che le persone lo stiano guardando. Che le persone lo stiano indicando. Sembra lusingato dalla gentilezza e incurante delle cattiverie ed è… è inaspettato.
Perché Louis ha sempre avuto questa piccola e tenera idea riguardante Harry nella sua testa – che tiene in una scatola nascosta, principalmente perché non gli piace sapere che è lì. Ma in quella scatola c’è un dolce, ingenuo e delicato ragazzo che ha bisogno di essere protetto dal mondo. Un ragazzo che è sensibile e delicato e spaventato e riempito di cose preziose che rischiano di essere rovinate. Louis ritiene che Harry sia questa creatura docile e gentile che trema alla luce forte e ai venti improvvisi e Louis pensa che abbia bisogno di essere trattato con fragilità, ma…
Ma, nonostante per certi versi questo possa essere vero, è una marea di cazzate.
Harry, questo Harry, quello che si muove attraverso la stanza indossando sfacciatamente glitter rosa, risaltando sfacciatamente tra i mondani, vivendo mentre gli altri esistono e basta, è tutto tranne che fragile e timido e docile. È tutto tranne che una piccola creatura bisognosa di protezione che le parti senza risposta di Louis davano per scontato che avesse bisogno.
Cazzo, Harry è probabilmente quello che ha bisogno di proteggere Louis.
Il pensiero giace acido nel suo stomaco, mandando forti segnali d’allarme verso il cervello di Louis.
Cazzo. Odia il modo in cui suona nella sua testa. Odia assolutamente il modo in cui… Lo odia e basta. Cazzo.
Sta quasi per avere un lieve attacco di panico, quando improvvisamente percepisce una solida e calda presenza dietro di lui. La sente, pesante e opprimente. Liam.
“Va’ da lui,” sono le parole sussurrate al suo orecchio. Il respiro di Liam, la voce di Liam, morbida e fluida e affilata con determinazione. Le parole dovrebbero essere di seta. Sembrano invece di fango.
Ma Louis conosce il suo ruolo in tutto questo, sa che ha accettato di farlo anche se ora tutto sembra un po’ incasinato, quindi si limita a deglutire e annuisce. Annuisce senza guardare Liam neanche una volta.
Okay. Okay, ce la può fare. Può farla finita stasera, può liberarsi di Harry e può liberare Harry della sua presenza prima che tutto diventi troppo… intenso tra loro. Può semplicemente finire questa cazzata stanotte e può sopravvivere a questo. Potrà avere Liam e potrà ottenere tutto quel che vuole.
Ce la può fare.
Louis comincia a camminare, emergendo dall’ombra mentre si abbassa la maschera, nascondendo il suo volto. Non c’è tempo per pensare. Non più.
Cammina verso la zona illuminata della stanza, unendosi alla confusione della folla mentre le fioche lampade catturano i glitter neri della maschera da lupo che indossa, mandando un poliedro scuro intorno a lui. Harry probabilmente non capirà neanche che è lui. Considerando specialmente il fatto che Louis sta indossando un fottuto completo e i suoi tatuaggi sono coperti e i suoi capelli sono acconciati diversamente dal solito; niente di specifico, niente di visibile che permetta di identificare il suo cadavere. È solo un altro corpo tra la folla.
Si limita quindi a camminare, avanzando attraverso le coppie che ballano e i demoni e i folletti e i pavoni e le volpi e i mostri con i loro lustrini e fiocchi e cocktail, e scivola tra tutti loro mentre comincia a seguire Harry.
All’inizio è lento. Solo lenti, tranquilli passi, che inseguono un ignaro ragazzo.
Ma non vuole davvero che Harry sia ignaro. Vuole che Harry lo veda. Non c’è neanche bisogno che sappia che è Louis, cazzo, vuole solo che Harry lo guardi.
Si ferma, sentendo le costole tirare e spingere, prima di cominciare a muoversi nella direzione opposta. Lentamente, mentre Harry gira intorno alla stanza in un verso, Louis gira nell’altro, rimanendo sempre esattamente di fronte a lui, gli occhi fissi. Tuttavia, Harry non si accorge di niente, continuando a sfiorare gentilmente spalle e gomiti, i suoi ricci attorcigliati nei fiocchi che legano la sua maschera, fuoriuscendo dalle sue piccole orecchie.
La musica cambia, da qualche parte nei paraggi.
Vagamente, questo ricorda a Louis che è esattamente come tutto è cominciato. Vero? Di nuovo in quella biblioteca, il primo giorno in cui si sono incontrati, quando Louis si era nascosto tra i libri e le pagine e la polvere, e Harry stava semplicemente seduto lì, inconsapevole e tranquillo e dolce. Louis gli aveva girato attorno anche allora. L’aveva osservato e gli aveva girato attorno prima di intrappolarlo, alla fine. Be’. Più o meno. Delle volte gli sembra che sia avvenuto il contrario.
Ma il pensiero rimane acido nella sua bocca, facendolo sentire nauseato, facendolo sentire ripugnante, quindi lo mette da parte, smette di pensare, limitandosi a guardare la morbida e glitterata farfalla con ricci, braccia e gambe. Un lupo attratto da una farfalla. Curioso.
Non ci vuole molto prima che Harry lo noti.
All’inizio è discreto. Solo piccoli scatti della testa, che di tanto in tanto lanciano occhiate in direzione di Louis, più curioso che altro.
E poi le occhiate cominciano a durare un po’ di più.
È perfettamente consapevole della presenza di Louis ora, consapevole del lupo, ma che sappia o meno chi ci sia dietro la maschera è un mistero. Forse conosce i comportamenti di Louis così come Louis conosce i suoi? In ogni caso, Harry non sembra irritato perché comincia a rallentare il passo, i suoi piedi cominciano a trascinarsi intenzionalmente contro il lucido pavimento in marmo, e in breve tempo, sono gli occhi di Harry che non lasciano mai quelli di Louis.
Camminano sempre più lentamente, girando l’uno attorno all’altro per tutta la stanza, occhi mascherati inchiodati ad occhi mascherati.
In qualche modo, nel tranquillo rifugio del travestimento, Louis si sente rinvigorito. In qualche modo, in mezzo all’anonimato si sente inspiegabilmente giusto, si sente incredibile. È come se non fosse Louis, non fosse Louis Tomlinson con il peso che affonda ogni lettera e si aggrappa ad ogni sillaba. È come se potesse, momentaneamente, avere una storia diversa. Una storia in cui Harry Styles è importante, in cui può essere importante, il faro di luce nel buio. Una storia dove può rispondere alle parti senza risposta di se stesso.
Si ferma, la pelle accaldata e formicolante, come se minuscoli battiti di ali gli stessero sfiorando la carne. Ali di farfalla.
Anche Harry, dall’altra parte della stanza, si ferma.
Il cuore di Louis batte incessantemente nelle sue orecchie. Merda. Lontanamente, è consapevole della presenza di Liam, i suoi occhi da qualche parte nella stanza. Ma spinge via il pensiero.
E poi Harry comincia a camminare verso di lui, ogni passo lento, diretto e prudente. Quella camminata pendente.
Ogni vena di Louis sta prendendo fuoco. Non ne è sicuro, comunque, e non gliene frega un cazzo.
Harry compie altri passi in avanti. Altri passi, altri passi, altri passi.
Non dicono niente quando Harry lo raggiunge, incontrandosi nel centro dell’affollata pista da ballo come il fottuto West Side Story. ‘I Bet That You Look Good on the Dancefloor’ degli Arctic Monkeys si insinua nel retro della mente annebbiata di Louis. È decisamente appropriato. Le punte delle scarpe di Harry toccano le punte di quelle di Louis.
Attorno a loro, sembrano tutti molto ferrati nei passi, ballando come se fossero usciti da Labyrinth (il film preferito di Louis quando era bambino) e, huh. Louis è probabilmente David Bowie. Harry è probabilmente Sarah. No, è sicuramente Sarah. Una Sarah molto più bella. Louis rapirebbe il fratellino di Harry solo per intrappolarlo nel suo mondo? Solo per attirarlo lì e tenerlo tra tutte quelle cose spaventose?
Forse. Probabilmente. Sì.
Il problema è, comunque, che Louis non sa ballare. Di sicuro non il ballo da sala, cristo. Quindi, davvero, questo dovrebbe essere un ottimo motivo per lui per, sapete, non sollevare la mano in un tacito invito per Harry. O è una supplica? Ma lo fa comunque, forse perché non è Louis Tomlinson in questo momento, e Harry capisce, e Harry risponde immediatamente, la sua mano che scivola facilmente in quella di Louis, l’altra che si posa immediatamente sulla sua spalla.
Il suo corpo si allinea perfettamente con quello di Louis.
Louis riesce a vedere i suoi occhi ora. Sono verde scuro con pagliuzze ambrate e qualche frammento verde acqua. Sopra di loro, riesce a vedere le ciglia lunghe e delicate di Harry che, in quel momento, Louis può ammettere di voler contare, e vorrebbe sentirle muoversi contro la sua guancia. Riesce a vedere la pelle chiara e delicata sotto gli occhi di Harry e può sognare un universo dove può premere le sue dita contro la carne, spazzando via ogni ricordo che non si adatti a questo momento, spingendo le sue cellule contro quelle di Harry.
Delicatamente, fermamente, stringe la calda mano di Harry nella propria. Sente le dita del ragazzo stringere le proprie e, per un attimo, il suo battito diventa irregolare, prima di tornare alla normalità. Preme la sua mano più a fondo nella linea del fianco di Harry mentre lo conduce per la stanza in un lento, etereo valzer che sta improvvisando sul posto perché pensare è semplicemente qualcosa che non riesce a fare al momento.
Funziona, comunque. In qualche modo, funziona e Harry segue ogni movimento di Louis, ogni comando, e nessuno dei due parla mentre i loro palmi premono l’uno contro l’altro.
Danzano (danzano) in silenzio e se qualcuno avesse detto a Louis che questo è quel che avrebbe fatto un anno fa, gli avrebbe sputato in faccia. Ma ora sembra tutto avere lentamente un senso mentre granelli di glitter cadono dalla maschera di Harry sulla giacca di Louis e sembra come se fossero nascosti l’uno dall’altro e dal mondo e in qualche modo è tutto molto più semplice.
E poi improvvisamente Harry si ferma, portandoli entrambi ad una delicata sosta, gli occhi che scattano su tutta la maschera di Louis, prima di trovare nuovamente il suo sguardo. Rimane immobile, portando gentilmente Louis a fare lo stesso senza mai lasciare la presa sulla sua mano, e Louis vorrebbe quasi parlare, vorrebbe quasi fargli delle domande mentre comincia a sfilare la sua mano – ma Harry non glielo permette.
Invece, merda, invece, Harry si stringe di più a lui. Il dolce e ardente ragazzo con le gambe lunghe e quella ridicola maschera e i ricci e la risata che è riuscita a cucirsi dentro la pelle di Louis, si stringe di più a lui e mantiene una mano decisa sul fianco di Louis mentre lo attira verso di sé.
Le funzioni cellulari di Louis si interrompono.
Si sente separato, sente come se stesse solo guardando Harry che lo stringe ancora di più, chinando la testa mentre gli occhi scivolano sulle labbra di Louis, nel bel mezzo della fottuta stanza.
Che cosa sta facendo? Harry sta davvero per… Harry ha davvero intenzione di baciarlo?
Se Louis in questo momento non fosse così sotto shock e totalmente fottuto, penserebbe probabilmente che questo è il momento più da favola, romantico e pittoresco della sua non-romantica vita.
Così com’è, tuttavia, non riesce a riprendersi dalla consapevolezza che questo sta, in effetti, accadendo davvero, e che sono attualmente circondati da persone, da caos, e un certo paio d’occhi nella stanza che sa che li sta guardando.
Lo sa che Liam li sta fissando, sorridendo, leccandosi le labbra nell’attesa perché intravede l’inizio della fine. Perché questo è dove è cominciato e questo è dove finisce – con Harry che avvicina sempre più la sua bocca, premendo le dita sui vestiti di Louis e apparendo così delicato mentre le sue ciglia fremono. Questo è dove l’intero gioco comincia a distruggere e Louis sente quegli occhi su di loro e non vuole, cazzo, non vuole distruggerlo. Neanche per il cazzo.
Non vuole che Liam li veda.
Non vuole niente di tutto questo.
Doveva essere uno scherzo. Doveva essere un gioco che una coppia di ragazzini viziati e stronzi insensibili aveva creato, e non sarebbe mai dovuto essere qualcosa di veramente serio. Doveva essere una soluzione così che Liam potesse andare in quella università del cazzo. E basta. Questo è tutto quello che sarebbe dovuto essere e nonostante questo Louis si sente come se qualcuno gli stesse strappando le viscere nel guardare gli occhi di Harry chiudersi e non sembra più un gioco perché non è divertente neanche per il cazzo.
È travolgente. È troppo. E non vuole che Liam lo veda.
“Merda,” Louis soffia piano, così piano che dubita che Harry l’abbia sentito, e lo spinge via. Improvvisamente e brutalmente, spinge via Harry.
Ovviamente, un’onda di stupita sofferenza passa negli occhi ora spalancati di Harry, il che. Merda. Questo non è divertente.
Louis non parla, non vuole farlo, ma non può neanche semplicemente girarsi e andarsene mentre gli occhi di Harry sono così feriti. Non può e non vuole, non quando si scontra così aspramente con l’aggraziata curva delle sue palpebre. Allora d’impulso allunga le mani, stringendo quelle di Harry e avvolgendole nelle proprie, sudate e tremanti, prima di chinare la testa. Mi dispiace, vorrebbe dire. Vorrebbe dirlo senza parlare. Mi dispiace di essere me. Quindi invece preme le nocche di Harry contro le sue disgustose e immobili labbra senza pensarci due volte. Non ora è quel che vuole imprimere sulla sua pelle, e non è sicuro se Harry abbia ricevuto il messaggio o meno, ma quando alza lo sguardo, gli occhi sono meno feriti, più calmi, e c’è un frammento di calore che ha cominciato a farsi strada.
Louis lo prende come un sì.
Sorride anche se Harry non può vederlo e preme un altro bacio sul dorso della mano del ragazzo mentre affretta un impacciato inchino, il sangue che scorre ancora troppo velocemente, il bisogno di andarsene che comincia a sommergerlo.
Allora stacca le labbra, cominciando a indietreggiare e lasciando ricadere le mani di Harry solo all’ultimo secondo, rifiutandosi di permettere allo sguardo del ragazzo di tenerlo lì più a lungo di quanto voglia.
Sta soffocando. Ha bisogno di aria. Ha bisogno di andarsene.
È proprio quando sta per aprire la porta, l’aria fresca in vista, che percepisce, prima di sentirla, una voce sibilare nel suo orecchio.
“Che cazzo stai facendo?”
Ma Louis non si volta, non gliene può fregare un cazzo di Liam in questo momento, quindi si limita a strattonare la presa sul suo braccio, la voce nelle sue orecchie, gli occhi dolci che vede ancora nella sua testa.
E se ne va.










Allora. Questo è il mio capitolo preferito. In assoluto (non che i successivi siano da meno, ma insomma... qui c'è la svolta!). Qualcuna di voi mi avrà già vista/letta sclerare sulla farfalla da circa una settimana, ma... è che... non mi dò pace.
Qui si percepisce chiaramente la frattura interna di Louis, che ormai è partito per la tangente. Ha la testa così in subbuglio che mi verrebbe voglia di strapparlo via dalle pagine e consolarlo e abbracciarlo per sempre.
Non ho molto da dire, vorrei che questa volta a parlare siate voi, vorrei che mi diceste cosa ne pensate della storia, della traduzione, di Harry, di Louis, di Liam, di Zayn. E che dire del piccolo Niall? E' un raggio di sole così splendente che mi viene da piangere solo a ripensarci.
Grazie a Faby per gli scleri e a Giadina per il betaggio, as always.
La mia super beta mi ha ricordato - perché io sono torda e mi dimentico di scrivere le cose - che la sua reazione al capitolo è stata esattamente questa:
"Ho finito di leggere
Voglio strapparmi tutti i capelli
Uno ad uno
Cristo dio
Quando camminano x la stanza
Il ballo
Il bacio sulle nocche
Il bacio mancato
Ho il cervello a puttane
"
Vi ritrovate nella descrizione? x'D
Ah, e grazie a Fede e Sole che mi minacciano sempre per pubblicare in anticipo. Siete le mie fangirl preferite. <3
All the love,

Giulia
  
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