Junjou Romance
Capitolo 6
Aveva raccontato
tutto a Nowaki comportandosi come un bambino alle prese con il suo nuovo
giocattolo, non seppe spiegare a se stesso perché fosse tanto elettrizzato per
ciò che era successo all’università, ma di certo non si aspettava di trovarli la
mattina seguente ancora chiusi nello studio. Era arrivato abbastanza presto,
aveva deciso di riordinare quella valanga di libri che riempivano sempre il loro
studio, ma proprio mentre cercava di aprire la porta la trovò chiusa a chiave. I
brividi freddi gli percorsero la schiena, poteva esserci solo un motivo per cui
lo studio fosse chiuso e lui lo immaginava bene. Bussò più volte, ricevendo come
risposta rumori di spostamenti improvvisi e qualche lamento incomprensibile.
Dovette attendere un po’ prima che qualcuno aprisse, Hiroki era visibilmente
contrariato e con una gran voglia di gridare contro all’irresponsabile
professore, ma quando si trovò davanti il viso assonnato di Miyagi, l’unica cosa
che riuscì a fare fu sorridere. Miyagi aveva allacciato di fretta la camicia
scombinando tutti i bottoni, l’aveva lasciata trasbordante dai pantaloni
slacciati e al rovescio. Lo studio era completamente a soqquadro e dietro un
angolino intravide una testa castana nascondersi.
- Professore
faccio finta di niente solo perché sono stato io ad incoraggiarla…- entrò
chiudendo la porta, si avvicinò alla pila di libri che nascondevano Shinobu e lo
tirò fuori a forza. Si ritrovò davanti un viso completamente paonazzo
dall’imbarazzo. Lo aiutò a rivestirsi senza dire una parola, mentre anche Miyagi
si dava una sistemata alla bene e meglio.
- Se vai ora non
dovresti incontrare nessuno… copriti che fa freddo.- Lo fece uscire osservando
bene il corridoio e lo congedò di fretta seguendolo con gli occhi fino a che non
lo vide scendere le scale. Poi tornò a concentrarsi sul suo irresponsabile
mentore e incrociò le braccia sul petto guardandolo di traverso. – Professor
Miyagi…- Il moro si preparò a ricevere una bella ramanzina infondo se la
meritava, aveva fatto l’amore nel suo studio insieme ad un ragazzo molto più
piccolo di lui e per di più ancora minorenne, meritava davvero di essere
arrestato. – Crede che ci sia un posto dove posso sedermi che lei non ha toccato
ieri sera?- Lo disse guardandosi intorno e scuotendo la testa rammaricato. – Che
metto a fare in ordine, tanto dopo poco torna tutto peggio di
prima.-
La giornata
trascorse così, nessuno dei due fece riferimento all’inizio mattinata, infondo
Hiroki doveva un favore a Miyagi, era stato lui a riordinare la libreria la sera
della riappacificazione con Nowaki e non aveva chiesto nulla in cambio, quindi
Hiroki si comportò esattamente allo stesso modo. Andò alla sua solita lezione
incrociando Misaki per il corridoio. Gli chiese come stava andando il libro di
Akihiko e Misaki gli rispose che il grande scrittore era entrato in un altro
stadio oscuro e che erano notti che non dormiva
decentemente.
- Non so proprio
come aiutarlo, Aikawa-san mi ha detto che la scadenza è molto
vicina.-
- Vedrai che
riuscirà in tempo… Akihiko fa sempre così. Ma parliamo di te… stai studiando
adeguatamente per gli esami?-
- Mi sto
impegnando molto, anche se ho riscontrato qualche difficoltà a memorizzare
alcuni argomenti del suo programma sensei.- Hiroki lo guardò di sottecchi,
quella di Misaki sembrava davvero una velata richiesta di aiuto. Sorrise tra se,
fino a poco tempo fa non sarebbe riuscito neanche a parlare con il diavolo
Kamijo, nomina che Hiroki adorava. – Se hai problemi non devi far altro che
chiedere, sono pur sempre un tuo insegnante e devo occuparmi di queste cose. Non
aver paura di chiedere… di cosa hai bisogno di preciso.- Misaki gli elencò un
paio di argomenti che proprio non aveva capito, Hiroki gli prestò un paio di
appunti personali da consultare. Il ragazzo li sfogliò attentamente, la
scrittura di Kamijo era perfetta e molto elegante, doveva essere nato in una
buona famiglia. Lo aveva proprio giudicato male, forse era un po’ dispotico, ma
parlarci era molto piacevole. A fine lezione Misaki lo salutò con molta
gratitudine, e gli promise che si sarebbe impegnato ancora di più, di certo ora
non poteva deluderlo dopo che era stato tanto disponibile ad aiutarlo. I giorni
che stava vivendo erano veramente positivi, era sempre stato un ragazzo
ottimista, ma non credeva che tutto potesse svolgersi sempre per il meglio.
Rincasò presto
quel giorno, aveva lasciato il pranzo pronto ad Usagi-san, ma era certo che non
fosse stato capace di riscaldarlo e quindi decise di preparare una cena
sostanziosa per farlo sentire meglio. Arrivato sotto casa non potè fare a meno
di notare una grande auto lussuosa parcheggiata poco distante, non l’aveva mai
vista e non notarla era veramente difficile. Sperò con tutto se stesso che non
fosse stato un nuovo acquisto di Usagi-san o questa volta lo avrebbe veramente
ucciso. Entrò in casa rimanendo colpito dal forte odore di tabacco che permeava
la stanza.
- Sono a casa!
Usagi-san ma quante sigarette hai fumato oggi?- Si meravigliava di quanto
potesse essere sbadato, sarebbe bastato aprire una finestra ed evitare quella
cortina di fumo che sicuramente avrebbe trovato in salotto. Quando vi entrò però
non fu la cortina di fumo a lasciarlo stupito, a voltarsi verso di lui furono
due occhi chiari come il sole pungenti ed estremamente maliziosi che lo
fissavano. Due occhi che però non conosceva.
- Misaki…. Ben
tornato!- vide Usagi-san scendere dal piano superiore sormontato da una montagna
di libri che reggeva a malapena con le braccia.- Vieni, voglio presentarti una
persona.- Akihiko poggiò la montagna di fogli a terra e fece cenno al giovane di
avvicinarsi, allo stesso tempo lo sconosciuto si alzò dal divano porgendogli la
mano per stringerla in segno di saluto. – Misa, ti presento Yuki Eiri, è uno
scrittore, stiamo lavorando allo stesso progetto.-
- Benvenuto
Yuki-san, mi chiamo Takahashi Misaki.-
- Piacere di
conoscerti.- Anche la voce, come tutto di quell’uomo era estremamente
accattivante. Continuava a fissarlo come se non volesse lasciarlo andare, come
se stesse, soltanto con gli occhi, facendogli capire che erano completamente su
due livelli diversi. – Preparo subito del the.- Si staccò da quella morsa con
una scusa, la prima che gli era passata per la mente. Lui non conosceva molti
scrittore, se era un collega di Usagi-san doveva essere famoso tanto quanto lui,
ma l’aura che lo circondava era completamente diversa. Mentre versava l’acqua
nella teiera sentì le mani tremargli, lui lo stava osservando e lo sapeva bene.
Sentì Usagi-san richiamarlo all’attenzione delicatamente, si scusò e tornarono
al lavoro nuovamente. I due scrittori discussero per tutto il resto del
pomeriggio. Come era successo quando ad aiutarlo c’era Kamijo-sensei, Misaki non
si intromise mai e rimase in silenzio cercando di servirli nel modo migliore,
temendo che quello straniero dai capelli color dell’oro lo mangiasse al più
piccolo errore. Il biondo inforcò un paio di occhiali sottili ed eleganti, che
resero il suo viso ancora più sottile e iniziò a leggere dei fogli che Usami gli
passava. Lavorava attento e serio, lui e Usami riuscivano persino ad assumere le
stesse espressioni del viso e della postura, Misaki ne rimase quasi incantato.
Il pomeriggio volò
in poco tempo, Misaki aveva persino iniziato a cucinare per la sera e come era
buona educazione chiese all’ospite se aveva il piacere di rimanere, anche se in
cuor suo sperò he declinasse l’invito, si sentiva troppo a disagio con lui. Yuki
Eiri era davvero una persona enigmatica, accettò l’invito senza troppi
formalismi e con un sorriso sul viso.
- Mangiare ogni
tanto qualcosa di commestibile non può che farmi
bene.-
- Misaki è davvero
un bravo cuoco, sarei già morto se non fosse per lui.- Usagi-san aveva
prontamente risposto al posto di Misaki che era avvampato di colpo, si era reso
conto che il ragazzo era in imbarazzo e voleva provare a dargli manforte,
infondo Yuki Eiri era qualcuno che avrebbe potuto mettere in soggezione anche
uno come lui. Il cellulare di Yuki squillò all’improvviso, una suoneria
orecchiabile e movimentata che a Misaki sembrò familiare in qualche modo. Lo
seguì mentre si alzava e si nascondeva in un angolo per rispondere, il giovane
tese le orecchie, la sua curiosità era senza pari. Non sentì Yuki dire nulla, ma
lo intravide spostare il cellulare a qualche centimetro dall’orecchio come se
dall’altro capo gli stessero urlando contro.
- Finiscila di
gridare, sono impegnato.- una risposta fredda e secca, come se fosse altamente
infastidito. – Sono da un collega, resto a cena da lui per finire un lavoro, non
avevi le registrazioni?- Spostò ancora di più l’apparecchio tappandosi un
orecchio con l’altra mano e assumendo un’espressione davvero seccata e irritata.
– Piantala… tu hai il tuo lavoro da fare, sei una seccatura.- Si accese una
sigaretta, forse la telefonata sarebbe andata per le lunghe, magari era una
fidanzata in ansia per il ritardo, infondo era così un bell’uomo che era
impossibile che fosse single. – Smettila… va bene! … Usami Akihiko...- la telefonata sembrò
farsi più tranquilla perché Yuki fu in grado di riavvicinare il cellulare
all’orecchio, lo vide sorridere di nascosto, forse quella telefonata non era
tanto una seccatura come faceva intendere. – Si… fa come vuoi, ma cerca di non
starmi troppo tra i piedi.- Chiuse la telefonata e si scusò per il trambusto. –
Peggio di una donna isterica e gelosa.- Akihiko si limitò a sorridere a
quell’affermazione e tornarono al lavoro. Misaki non seppe proprio cosa pensare,
al telefono era come se Yuki si fosse trasformato, aveva perso la sua aura
terrificante ed era diventato simile ad Akihiko, ma l’illusione era durata solo
qualche secondo. – Sarebbe un disturbo se venisse a cena anche un’altra
persona?- Lo chiese rivolgendosi a Misaki, il ragazzo fece un cenno deciso con
la testa, si trattava sicuramente della stessa persona che lo aveva appena
chiamato e la curiosità di vedere come fosse la fidanzata di uno scrittore la
catturò subito.
- Certo, non ci
sono problemi. Mangiare in compagnia è decisamente meglio.- Sorrise anche ad
Akihiko, che aveva un’espressione non troppo stupita. Forse lui l’aveva già
incontrata.
- Proprio una
persona singolare.- disse ridendo tra se e rivolgendosi a Yuki. Lo scrittore
dagli occhi chiari si stava massaggiando la radice del naso seriamente
infastidito.
- E’ peggio di una
donna isterica e gelosa… non so davvero come
comportarmi.-
- Non negare che
ti fa piacere Yuki… e poi è anche più discreto di quello che pensavi all’inizio,
quando ci fu quel trambusto con i giornalisti e tutto il resto.- Sembravano
molto in confidenza, Usagi-san di certo sapeva molte cose su di lui, anche se il
discorso aveva preso un piega che insospettì il giovane. Stavano parlando di una
qualche scandalo uscito sui giornali, lui non leggeva mai di quelle cose e
soprattutto non si era mai interessato ai libri prima di conoscere Usagi-san,
quindi non aveva la minima idea di cosa fosse
accaduto.
- A me sembra
sempre lo stesso idiota… continua a fare delle grandi stupidaggini e non fa che
infastidirmi… a volte vorrei scappare lontano e levarmelo di
torno.-
- Ma tanto
riuscirebbe a trovarti comunque, come un cagnolino fedele…. Non essere cattivo,
lo sai anche tu quanto tiene a te e alla vostra relazione, dovresti essere più
sincero con te stesso.- Yuki si spostò i capelli dal viso con un gesto elegante,
ma i ciuffi dorati gli ricaddero nella stessa posizione solo leggermente più
scompigliati, ma non meno belli. – Quanto tempo gli dai prima che
arrivi?-
- Diciamo… tre…
due… uno..- Yuki fece un gesto con il dito indicando la porta e
contemporaneamente il campanello suonò. – Visto… troppo prevedibile.- Akihiko
rise di gusto, Misaki non lo aveva mai visto tanto rilassato sul lavoro,
evidentemente Yuki era meno terrificante di quanto lui si era immaginato. Il
ragazzo corse ad aprire, pulendosi le mani con uno strofinaccio, che si portò
dietro fino all’ingresso. Alzò il ricevitore chiedendo chi fosse, nel frattempo
un’immagine si delineò sullo schermo, sembrava un ragazzo, era vestito con degli
abiti strani e molto appariscente, un zazzera di capelli rossi gli coprivano gli
occhi.
- Sto cercando
Yuki Eiri.-
- Si è qui, deve
salire all’ultimo piano.- Non fece in tempo ad aprire il portone che un rumore
fortissimo scosse il palazzo, come un razzo che saliva ad un velocità
impressionante. Misaki se lo ritrovò davanti dopo pochi secondi con il fiatone,
mentre si appoggiava alle ginocchia con le mani, leggermente piegato in avanti.
Yuki comparve dietro Misaki e sentì solo un leggero stupido, provenire da lui.
Il ragazzo alzò lo sguardo, due occhi grandi e lacrimosi lo sorpassarono per
poggiarsi sulla figura di Yuki. In pochi secondi fu come se il giovane eseguisse
una metamorfosi, si lanciò verso lo scrittore cinguettando il suo nome e
facendosi talmente piccolo da aggrapparsi al collo dell’altro che, al contrario,
non fece nulla.
- Mi sei
mancato!!!!!- allungò l’ultima lettera all’infinito, ma la cosa non turbò
affatto lo scrittore. Misaki impiegò molto a capire chi fosse quel ragazzo,
perché di un uomo si trattava. Non lo aveva mai visto in quel modo, ma solo su
un palco con il microfono in mano, circondato da un’aura irraggiungibile e dalle
note delle sue canzoni che gli danzavano intorno fondendosi con il suo
essere.
- Da quando non ci
si vede Shindou-kun!- Era giunto anche Usagi-san, lui non sembrava affatto
sorpreso, anzi ne era estremamente divertito. Misaki al contrario era rimasto
imbambolato alla porta senza riuscire a muoversi ne dire una parola. Lo aveva
davvero riconosciuto, Shindou Shuichi, vocalist di uno dei suoi gruppi
preferiti, i Bad Luck. Spalancò gli occhi, tanto da non riuscire più a
chiuderli, continuando a guardare quel ragazzo che, incurante di tutto, si
strusciava come un’anguilla al corpo di Yuki immobile. Akihiko li fece
rientrare, Misaki lo seguì senza parlare, alla fine Yuki si staccò il simbionte
di dosso, facendolo sedere sul divano a forza. Shuichi si sistemò senza
obiettare e salutò Akihiko con un semplice Yo, come se si conoscessero da chissà
quanto tempo, Yuki sbuffò, ma infondo sapeva di non poterci fare molto.
Usagi-san richiamò Misaki ancora imbambolato e procedette con le dovute
presentazioni tra i due ragazzi. – Avanti Misaki non essere così
timido.-
- Bhè magari l’ho
lasciato un po’ frastornato… sono piombato in casa come una
furia.-
- Meno male che ti
rendi conto di quanto sei stupido.-
- Cattivo!!!!-
Yuki era molto freddo con il ragazzo, ma Shuichi sembrava esserci abituato. I
due ragazzi si salutarono con molta educazione e Misaki iniziò a rilassarsi,
riuscendo a formulare una frase dopo tanto.
- No, non mi
aspettavo di ricevere a casa persone tanto famose, se Usagi-san me lo avesse
detto prima, mi sarei preparato a dovere anche con la
cena.-
- Oh no… è colpa
mia mi sono autoinvitato, ma non vedo Yuki da tre giorni e non sono riuscito a
resistere, mi dispiace.- L’imbarazzo iniziale era superato, ma Misaki faticava a
capire cosa potesse unire Shuichi e Yuki, ricordò le parole di Usagi riguardo ad
uno scandalo e non gli ci volle molto per capire, infondo era palese, anche se
solo da parte del giovane cantante. Lui non si era mai interessato ai gossip e
in quel periodo non conosceva i Bad Luck, non era di certo il tipo di ragazzo
che seguiva le mode del momento, li aveva scoperti relativamente da poco.
- Noi ragazzi
lavoreremo per un altro po’…. Misaki chiamaci quando è
pronto.-
- Certo Usagi-san
buon lavoro.- Per lasciare i ragazzi da soli, Usami e Yuki salirono al piano di
sopra e si chiusero per un po’ nello studio. Misaki era emozionato, Shuichi al
contrario completamente a suo agio. Decise che doveva iniziare in qualche modo
una conversazione decente con lui, gli chiese la prima cosa che gli passò per la
mente. – Preferisci qualcosa di particolare da mangiare Shindou-san?- era una
richiesta stupida, ma pur sempre un inizio.
- Oh… per me
nessun problema, sono sicuro che sarà tutto ottimo Misaki.- Era gentile, Misaki
non se lo aspettava, lo aveva visto solo durante i concerti e gli era sembrata
una persona completamente diversa. – Ah… ma non chiamarmi Shindou… Shuichi va
più che bene, infondo ti ho chiamato solo con il tuo nome, spero non ti dia
fastidio, ma abbiamo la stessa età più o meno.-
- Ma certo non c’è
nessun problema… sai, mi piacciono molto le tue
canzoni.-
- Ti ringrazio, mi
fa sempre piacere incontrare un fan… spero che la mia scenata di prima non ti
abbia infastidito… è che ormai è una cosa di dominio pubblico e non ci faccio
più caso e poi se mi conosci, non è una cosa nuova.- Si riferiva sicuramente al
comportamento con Yuki, Usagi-san lo sapeva e a lui non dava fastidio. Certo per
Misaki era ancora tutto molto strano, da quando viveva con Usami, le relazioni
tra due uomini erano diventate una quotidianità e non si stupiva più come poteva
esserlo prima.
- A dir la verità
non lo sapevo, ma di certo non è una cosa che mi da fastidio perché…- si chiese
se fosse normale parlare di quelle cose con una persona appena conosciuta, ma
Shuichi non lo aveva nascosto e neanche se ne vergognava, perché avrebbe dovuto
farlo anche lui. Infondo i sentimenti che provava erano veri. - … perché anche
io e Usagi-san… insomma…- diventò rosso come il pomodoro che stava tagliuzzando.
Shuichi afferrò subito e sorrise, come ad indicargli che aveva capito ogni cosa
e non serviva altro.
- Posso darti una
mano in qualche modo?- In quel momento, quasi lo avesse predetto o sentito in
qualche modo, Yuki si affacciò dallo studio.
- Per carità, se
non vuoi finire in ospedale non fargli toccare nulla di quello che dovrà essere
cucinato.- Richiuse la porta, senza dar peso agli occhi pieni di lacrime che la
sua frase avevano creato in Shuichi, il ragazzo assunse un aspetto infantile ed
estremamente tenero. Misaki rise di gusto, anche se non aveva visto nessuna
reazione in Yuki, aveva capito che comunque qualcosa li univa, sembrava
conoscerlo molto bene.
- Yuki è così
freddo con me quando lavora.-
- Anche Usagi-san
a volte si isola quando deve terminare un lavoro, credo che sia una specie di
deformazione professionale.- Risero di gusto, non era difficile comunicare con
Shuichi, al contrario si trovavano perfettamente in sintonia. Mangiarono tutti
insieme tranquillamente, l’atmosfera era rilassata e ilare. Shuichi continuava a
fare battute divertenti e Misaki si sentì estremamente fortunato ad averlo
incontrato, certo era tutto per merito di Usagi-san e avrebbe dovuto trovare
presto un modo per ringraziarlo. Dopo cena i due scrittori tornarono a chiudersi
nello studio e i due ragazzi rimasero nuovamente da soli, fu allora che Shuichi
gli propose di uscire.
- Infondo ne
avranno per molto, noi potremo farci un giro da qualche parte… ho lavorato
talmente tanto all’ultimo singolo che ho bisogno di distrarmi un po’…- Uscire
con una persona famosa sarebbe potuto essere un problema, Misaki dovette
ragionarci parecchio su prima di decidere qualcosa. Alla fine acconsentì,
avrebbero passeggiato un po’ e si sarebbero fermati a bere qualcosa, stranamente
anche Akihiko fu d’accordo. Yuki non si dimostrò per niente
interessato.
Uscirono subito,
Shuichi si era chiuso dentro ad un impermeabile scuro, cercando di non farsi
notare troppo, ma forse l’impressione che dava era completamente il contrario di
quella sperata. Era una persona estremamente divertente e solare, Misaki non si
era mai confrontato con persone simili, ma si trovava molto a suo agio. Le
strade non erano molto affollate, cosa decisamente positiva per il cantante. Si
fermarono in un parco continuando a scherzare e a rilassarsi come se fossero
amici da tanto tempo. Poi decisero di prendere qualcosa da bere, avrebbero
dovuto fare attenzione a dove andavano, ma Shuichi aveva imparato a muoversi
senza farsi vedere. Si fermarono in un posto strano, c’era un solo carretto di
ramen e sakè, in quella che sembrava una strada completamente abbandonata.
Shuichi conosceva bene il proprietario e lo salutò calorosamente ordinando da
mangiare e bere, Misaki rifiutò qualsiasi cosa fosse
alcolica.
- Vengo sempre qui
con Hiro, tutte le volte che voglio rilassarmi… è un posto isolato ed è
difficile che qualcuno venga a disturbare.- Misaki non afferrò subito chi fosse
questo Hiro, fino a che non gi tornò il nome del chitarrista della band, Hiroshi
Takano e sorrise senza chiedere altro. Rimasero un po’ lì, Shuichi beveva sakè
quasi fosse acqua, ma ai primi cenni di cedimento Misaki gli ordinò di
smettere.
- Scusami… -
Shuichi abbassò gli occhi verso le mani che reggevano un bicchiere stavolta
pieno solo d’acqua fresca. Sembrava essersi depresso tutto d’improvviso, Misaki
non potè non interessarsene. - … è che un po’ ho provato invidia nei tuoi
confronti… Usami-san sembra davvero gentile.- A Misaki non servivano altre
parole, anche lui aveva notato l’abisso che c’era tra i comportamenti di
Usagi-san e Yuki, il modo in cui venivano trattati e come si atteggiavano l’uno
verso l’altro.- Yuki non è una persona cattiva, ma è spesso fredda e
indifferente nei miei confronti…. Anche se ne abbiamo superate tante
insieme…-
- Non conosco
Yuki-san quindi magari le mie parole potrebbero sembrarti come frasi di comodo,
ma… credo che sia solo più riservato… prima ho notato che anche se ti tratta in
modo freddo, si vede chiaramente che ti conosce bene e ti vuole vicino o non ti
avrebbe fatto venire stasera.- Misaki aveva la completa attenzione di Shuichi,
quasi pendesse dalle sue labbra. – Anche tra me e Usagi-san non va sempre tutto
bene… ad esempio io mi sento molto inferiore rispetto a lui… sono ancora uno
studente e non so neanche cosa voglio fare nella vita, mentre lui è uno
scrittore famosissimo e molto popolare.-
- Non dire queste
cose, quando ho conosciuto Yuki ero uno sbandato che non riusciva neanche a
prendere una sufficienza al liceo… volevo solo suonare e cantare, non avevo un
contratto ne una garanzia e mi comportavo da stupido, forse più di
ora.-
- Ma sapevi cosa
volevi e hai lottato per averlo, questo è
lodevole!-
- Parli come se tu non avessi dovuto lottare per ciò che desideri… se mi hai detto che tra te e Usami non è sempre andata bene significa che hai lottato per averlo sempre vicino a te.- Era vero, aveva lottato contro il padre di Usami, che continuava a denigrarlo, aveva lottato contro se stesso per ammettere che era innamorato realmente. Sorrise, Shuichi lo capiva bene e lui ricambiava quella strana e improvvisa empatia, sembravano esattamente sullo stesso piano emotivo. – Allora facciamo così…- proruppe Shuichi afferrando entrambe le mani di Misaki e avvicinandosi al suo viso pericolosamente. – Da ora siamo amici e confidenti… ci aiuteremo nella conquista degli scrittori che amiamo e per raggiungere i nostri sogni. Siamo alleati!- Risero di gusto, sembrava una completa stupidaggine, ma riusciva a farli stare decisamente meglio… quello era l’inizio di una bella amicizia, ma non sapevano che quello era anche l’inizio per un grande disastro
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Ed occoci qui! So che avrei dovuto postare stamattina, ma non ho proprio avuto la possibilità di mettermi al pc....
E finalmente è uscita fuori la coppia crossover e sono proprio loro Yuki Eiri e Shidou Shuichi di Gravitation!! per chi non conosce la loro storia ecco un piccolo riassunto:
Shindo Shuichi è un ragazzo di 19 anni con la grande passione per la musica e insieme al suo amico d'infanzia Hiroshi ha formato una band: i Bad Luck. Una sera, in pieno ad una crisi artistica, Shuichi incontra lo scrittore Yuki Eiri il quale giocherà un ruolo fondamentale nella sua vita sia a livello musicale che a livello sentimentale. E' grazie a Yuki che i Bad Luck diventano famosi. Ma la fama attira gelosie e in mezzo a tanti problemi si aggiunge l'oscuro passato di Yuki e il suo difficile carattere...
Personaggi Principali:
Shuuichi Shindou, front-man
dei Bad Luck.
E' un adolescente determinato e caparbio, sa quello che vuole e
non c'e' niente che non farebbe per salvare la persona che ama. Fa del suo
meglio per rallegrare l'ambiente in cui si trova; spesso si dimostra
piuttosto ottuso. E' innamorato perso di Yuki.
-Yuki Eiri, famoso e affascinante
scrittore di romanzi dal passato drammatico.
Durante la sua adolescenza era
una persona molto dolce e amabile, ma e' successo qualcosa che l'ha cambiato
completamente. Adesso e' super-acido soprattutto quando si tratta punzecchiare
Shuuichi (che in realta' dovrebbe interpretare l'atteggiamento come una strana
forma di affetto^.^).
Spero proprio che la mia improvvista sia stata di vostro gradimento...
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