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Autore: vereor cruz    15/09/2016    1 recensioni
Primo tentativo di Drarry su questo sito.
"Era pronto a dimostrare a chiunque che non aveva cattive intenzioni, che non intendeva comandare il mondo, che non intendeva assoggettare l'umanità come alcuni suoi predecessori avevano fatto, e che no, non gli interessava neppure essere adorato come nuova divinità new age.
Non che avesse niente in contrario all'adorazione."
Draco scopre di essere un 'tipo caliente'. Nel vero senso della parola.
Drarry, se continuo.
Genere: Angst, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Punti Critici: Quando Preferiresti Non Ricordare


 

Non essere geloso, si dice.

Non puoi essere geloso di qualcosa che non è nemmeno tuo.

Beh, no, adesso, questo non è vero: in effetti, ha passato gran parte della sua vita a desiderare quello che avevano gli altri, e a fare di tutto per impossessarsene. Un modello di scopa più veloce, un posto in squadra, le figurine dei giocatori di Quidditch più rare, un campione di Quidditch e partecipante al Torneo Tremaghi seduto accanto a lui, a scuola. Una ragazza con i capelli rossi, anche se non erano della tonalità giusta.

Mossa sbagliata quella. Primo, perché Daphne aveva capito molto, molto in fretta che l'interesse improvviso di Draco nei suoi confronti era stato più o meno concomitante con la relazione tra Harry Potter e Ginevra Weasley. Secondo, perché, dopo l'umana reazione di rabbia e la sberla che ne era conseguita, Daphne Greengrass gli aveva sorriso, in modo molto da signora, e gli aveva assicurato che sarebbero rimasti amici. Intimandogli di non riprovare a prenderla per il culo, quando il vero oggetto del suo desiderio non era il fatto di avere a sua volta una rossa al braccio, quanto piuttosto il moretto che stava al braccio dell'altra rossa.

Eh sì, Daphne ci era arrivata parecchio presto... e anche prima di lui.

"Daphne era la rossa con i capelli scuri, vero? La sorella della megafiga con i capelli neri"

Draco sospira, portando pollice ed indice sul ponte del naso.

Sei nei miei pensieri. Sai cosa sto pensando, ergo, sai benissimo che, sì, Daphne è la rossa con i capelli scuri, sorella della megafiga con i capelli neri. Gradiresti non ricordarmi che nel mio subconscio questi sono i termini con cui ripenso alle mie amiche?

"Woah, amiche? Daphne ancora ancora, anche se, eh, è bello sapere che è questo che fai tu con le tue amiche, ma... l'altra non mi sembrava tanto un'amica. Piuttosto... una 'scopamica'".

Grazie. Davvero, sul serio, non è affatto imbarazzante come conversazione.

"Prego, non c'è di che. In realtà volevo solo entrare in argomento, per poterti fare notare che la tua amica Daphne aveva ragionissima. Sua sorella megafiga, Astoria... Astoria, vero? Sì, hai ragione, in effetti non ho bisogno di chiederti conferma, lo so che è Astoria. Comunque, dicevo... Assomiglia un tantino tanto, e sospettosamente, a Potter... non trovi?"

Oh, no. Non anche tu, non su questa storia. Non voglio sentire altre storie su come in realtà mi sia sempre piaciuto Potter e sia il mio inconfessato, anche a me stesso, amore segreto, concupito per anni. Ti prego, risparmiami.

"Capo, lungi da me il volerti mettere in imbarazzo. Davvero. Voglio dire, quando mai l'ho fatto. ...ok, questa era poco credibile. Però ammetti che Astoria e Lis sono molto, ma molto, simili. Del tipo..."

Lis pare la versione più figa di Astoria. Lo so, non c'è bisogno che me lo fai notare.

Draco sospira di nuovo, spazientito, sempre con gli occhi chiusi e la mano sulla fronte. In momenti come questo, sarebbe proprio comodo avere un'entità fisicamente presente, da guardare, e possibilmente da guardare male, per sfogare parte della frustrazione che prova.

Vorresti, di grazia, smettere di ricordarmi che la ragazza di cui mi devo momentaneamente occupare, e che devo proteggere, aiutare, tenere al sicuro da un gruppo di maniaci che le sono saltati addosso nei più svariati modi che il termine può significare, è una gran figa, e probabilmente è la cosa più sessualmente arrapante che mi sia mai capitata di fronte? Grazie. Mi aiuterebbe davvero tantissimo.

Il Fuoco si agita, nervoso, a disagio, per un solo istante, e Draco non fa in tempo a capire con esattezza quale delle due sensazioni emotivamente provasse l'entità soprannaturale.

Che poi, se non continua a trovare assurdo che un'entità come quella possa davvero provare emozioni....

“Te l'ho detto, ho imparato stando nei miei ospiti”

L'ho detto che sei una malattia.

“Non lo sono, e tu lo sai. E non cambiare discorso. Stai seriamente pensando quello che penso che pensi?”

-Sei nel mio cervello. Lo sai che cosa penso, no? Non ti diversi forse a dire che lo sai meglio di me?-

“Uh, genio, sei consapevole di averlo detto ad alta voce?”

-Sì, lo so. Sono stanco, e in quest'ala della villa non c'è nessuno. Lis è di sopra a prepararsi, mia madre è via. Nessuno rischierà di sentire cosa ti sto dicendo- continua, rivolto al camino, le fiamme che guizzano allegre: -e io non rischerò di fare la figura del pazzo che parla da solo-

Il Fuoco ridacchia.

“Basta che non la prendi come abitudine. Potrebbe rivelarsi scomoda” lo avverte.

Draco sospira, questa volta per stanchezza fisica ed emotiva, più che per esasperazione, e si siede di nuovo nella comoda, grande sedia di pelle dello studio.

Dicevi?

“Hai davvero paura che saresti in grado di stuprarla?”

Sono davvero così sicuro di non essere come quegli uomini che le hanno fatto del male?

“Sei davvero così sicuro di esserlo?” ribatte il Fuoco.

Draco, di nuovo ad occhi chiusi, la mano a sostenere la fronte, sospira.

Per l'ennesima volta. Ormai ha perso il conto.

Non lo so, ammette con un certo sconforto. Non lo so, davvero. Credo di no, ma... Prima della guerra, avrei detto di no, di sicuro. Ci sono cose a cui non mi abbasserei mai, mi sono sempre detto, poi, la guerra... E alcune di quelle cose le ho fatte, no? E non mi sono fatto troppi problemi, ad abbassarmi a quel livello, quando si trattava di sopravvivere.

“E' per questo che mi piaci, sai? Perché pensi a sopravvivere. Non ti interessa fare l'eroe. Gli eroi muoiono, prima o poi, e di solito maledettamente presto. Troppo presto, in genere, per portare a compimento il progetto che dovrebbero assolvere mentre sono in vita”

...Tu che progetti hai per me?

“Non ti sto usando. O forse ti sto solo usando per sopravvivere io stesso, non trovi?” concede il Fuoco, con un tono quasi dolce, oltre che paternalistico.

Draco apre gli occhi, fissa un punto imprecisato sul tappeto che copre il pavimento.

Davvero?

“Non posso esistere senza ospite” ammette il Fuoco, e poi emette un suono che dovrebbe sembrare una risata amara, solo abbozzata. Un suono che gli viene particolarmente bene, considerato quanto poco umana è l'entità che l'ha prodotto: “Sono un'entità soprannaturale con milioni, quasi miliardi di anni, eppure non so da quanti ho smesso di essere in grado di esistere senza ridurmi al livello di parassita. Sopravvivenza, vedi? Ci abbassiamo tutti a qualcosa, pur di sopravvivere”

Stai cercando di consolarmi?

“Forse. Forse so che non puoi essere consolato, e non ne hai bisogno. Non si tratta di errori che dovresti sentirti imputati. Hai semplicemente pensato a sopravvivere, e a fare sopravvivere la tua famiglia. Per quanto mi riguarda, hai già fatto più di quanto avrei fatto io”

Cioè, perché tu hai pensato sempre solo a te stesso?

“Perché io non ho mai avuto qualcuno di cui dovermi preoccupare”

Per la prima volta, Draco si ritrova a contemplare la solitudine che essere la creatura che gli parla dentro la testa comporti essere.

Ma poi il Fuoco fa l'equivalente di una risatina e di una scrollata di spalle, perché la conversazione è diventata troppo seria per lui, ed eccolo di nuovo in modalità Ti Prendo Per Il Culo Ogni Qualvolta Posso.

“Sei così complessato che non potresti mai alzare un dito su di lei. Oltretutto, ti piace da morire. Nessuno ti sta puntando una bacchetta alla gola, o alla gola di tua madre, dicendoti di torturare il prigioniero di turno. E credimi, non lo faresti neppure se, al posto di quelle dolci, morbide forme, ci fossero quelle molto più asciutte e spigolose del suo corpo da uomo. Questo te lo posso assicurare”

Draco alza gli occhi al cielo: Ci risiamo con la storia del'amore segreto.

“Draco, l'hai ammesso tu stesso, ti piaceva, anche quando era un uomo!”

No, ho detto che me lo sarei scopato volentieri. È diverso.

“Fatico a vedere la differenza, ma, ehi, adoro quando ti nascondi dietro la semantica”

Draco sbuffa e sposta gli occhi sul soffitto affrescato.

Un soffitto bellissimo, ma, ehi, la quotidianità uccide la grandezza di qualsiasi cosa. È abbastanza difficile ricordarsi quanto pregiata sia la fattura di un quadro, di un affresco, di un tappeto, di un abito, di un giardino.... Se ce l'hai davanti agli occhi per tutta la vita.

Alla fine di questa piacevole discussione, nulla è cambiato, e la Granger sta comunque per arrivare.

“Vero, ma almeno abbiamo chiarito un punto importante”

Ah, sì? E quale?

Sentire il Fuoco sogghignare sfacciatamente provoca sempre in Draco una certa inquietudine, e a ragion veduta: “Abbiamo appurato che non faresti mai del male a Lis, e quindi posso ipersessualizzare la tua donna! O, per dirla senza paroloni, ribadire quanto è una gran figa!”

Oh, Merlino. Ma vuoi chiudere quella bocca?!

“Io non ho una bocca!” ribatte il Fuoco, chiaramente ridendo.

Il suono, per quanto confinato oltre le barriere fisiche del suo cervello, è piuttosto piacevole, e inquietantemente simile a quello che avrebbe la stessa risata di Draco. Di quando aveva quindi anni, più o meno.

Ma taci, brontola, rabbuiandosi in modo che no, non è affatto infantile.

"Oh, andiamo. Sto solo cercando di distrarti", protesta bonariamente il Fuoco.

Già, perché a breve la Granger arriverà, Draco sarà costretto a riceverla, presentarle Lis, accompagnarle in un salotto dove possono discutere, e levarsi di mezzo. Permettendo alla Granger di valutare Lis, e di capire se Draco la sta in qualche modo controllando.

Restare nascosto da qualche parte nella Villa e spiare la conversazione potrebbe non essere una buona idea. Avvallerebbe l'idea che la Granger si è fatta, i sospetti che ha secondo cui Draco sta cercando di manipolare la situazione in cui Potter, aka Lis, versa, a proprio vantaggio.

E non è vero.

A Draco serve che Hermione Granger non lo pensi. Aumenterebbe le speranze che Potter, una volta tornato uomo, lo odii meno.

Forse.

Quando l'elfa Trinxy compare alla porta e si prostra nel suo inchino usuale, il cuore di Draco saltella parecchio nel suo petto, così forte che ne sente l'eco. Annuisce alla creatura, ordinandogli bruscamente di fare accomodare lo sgradito ospite nel salotto azzurro, e sale le scale alla ricerca di Lis.

La trova in camera sua, vestito nero su quella maglietta a maniche lunghe verde scuro, un'abbinamento che le sta particolarmente bene, e che Draco è abbastanza sicuro le sia stato suggerito da sua madre.

Si sente un vigliacco, davvero. Accompagna Lis per le scale, ringraziandola silenziosamente di stare evitando l'argomento temuto, ossia quell'incontro, in favore di temi più stupidi: i giardini, Hogwarst, l'accostamento cromatico dei vestiti che ha scelto... Ad un certo punto Draco quasi trasecola quando si rende conto che Lis ha lodato i pantaloni che indossa lui.

Dicendo che gli stanno molto, molto bene.

Gli ha appena fatto un complimento?

Non fa in tempo ad arrossire, però. Lis apre la porta, oltre la quale aspetta la Granger, e si volta verso di lui, sussurrandogli che gli piacerebbe affrontare la ragazza da sola.

Draco deglutisce.

Vorrebbe dire di no.

Vorrebbe essere sicuro, anche solo per curiosità, di quello che le due donne si diranno.

Vorrebbe avere la prova che Lis lo difenderà, quando la Granger insinuerà che Draco la sta manovrando, e vorrebbe assicurarsi che Lis davvero apprezzi gli sforzi che Draco ha fatto per proteggerla, per aiutarla a tornare chi è sempre stata. Anzi. Stato.

Invece no.

Se Lis decide che può affrontare da sola questa persona, è ora di farsi da parte.

Lui, del resto, ha altri compiti da assolvere. Per esempio, tornare dai due auror incaricati di trovare Potter, che al momento sono sulle tracce della setta che si è accanita contro Colui Che Non Voleva Morire.

O chiedersi perché, effettivamente, si senta così in colpa, ogni volta che ripensa a quanto sia bella Lis, in quel corpo, in quel momento. Per quanto possa rivelarsi pericoloso per il suo ego ammetterlo, il Fuoco non ha tutti i torti, altrimenti detto: ha proprio ragione. Ammettere che le belle curve di Lis sono sexy non fa di lui un mostro propenso a stuprarla. Non fa di lui un uomo disposto a saltarle addosso, o meglio... non contro la sua volontà.

Eppure è sempre più in imbarazzo al pensiero di ammettere quello che comincia a provare per Lis. Non solo l'attrazione fisica, l'affetto. Quella sensazione di caldo, che nulla ha a che vedere con la piromania, che lo riscalda dentro ogni volta che Lis gli sorride.

Ma Lis in realtà è Potter, e Potter, anche se c'è sempre la possibilità che si dimostri riconoscente e non lo odi più, una volta che sarà stato fatto tornare uomo, Potter comunque ha la sua vita. La rossa a cui tornare. I Weasley.

Non Draco.

Deglutisce, sorride a Lis, e annuisce.

La porta si chiude.

Il cuore di Draco martella in modo quasi sinistro.

"Ehi, capo. Sarà il caso che ce ne andiamo dagli auror, no?" propone il Fuoco, troncando la serie di riflessioni deprimenti in cui Draco si è lanciato.

Draco annuisce, fissando il vuota tra sè e la porta chiusa.

Già, pensa. È proprio una maledettissima buona idea.


 


 

L'ufficio degli auror Bright e Denver è ordinato, eppure allo stesso tmpo straripa di fogli, pergamene, libri e rotoli di qualche strana forma di carta. Deve essere una specie di rappresentazione fisica del cozzare delle due personalità che lo abitano, riflette Draco, un angolo della bocca che fatica a non salire, divertito.

È un po' come quando lui, Blaise e Theo sedevano vicini in biblioteca per studiare: la parte di tavolo che spettava a Theo era chirurgicamente in ordine, tutto impilato al proprio posto, come se fosse lo stato naturale delle cose. Il tavolo dove stava Blaise era un'esplosione di oggetti continuamente spostati. La parte di Draco era altrettanto incasinata, considerato che ha sempre avuto la brutta abitudine di ricontrollare diecimila libri, ogni qualvolta avesse paura di dimenticare un pezzo di citazione importante.

Eppure, Theo, che apparentemente è un maniaco dell'ordine, non si è mai lamentato del disordine dei suoi due amici. Non gli ha mai dato fastidio. Draco è abbastanza sicuro che, più una persona tende a tenere tutto al proprio posto, più troverà fastidioso il disordine altrui, eppure, così come Theo non ha mai dato segni di fastidio vicino al casino di Blaise e Draco, l'auror Denver emerge perfettamente calmo, dietro una pila di lettere e libri accatastati disordinatamente sul tavolo del suo collega.

Perchè è ovvio che il tavolo di destra è quello di Denver, assolutamente in ordine, e quello di sinistra, con tutto alla rinfusa, è quello di Bright.

L'auror-taglialegna è seduto accanto alla finestra dell'ufficio, e ha in mano la bacchetta, che fa roteare indistintamente tra destra e sinistra. Denver, dietro la scrivania del collega, riesamina dei fogli che hanno l'aria consumata di chi è stato consultato parecchie volte.

Quando Draco emerge dal camino, e, senza dire una parola, si sposta verso l'angolo della stanza dove è seduto Denver, e si appoggia al tavolo pieno di scartoffie, Bright abbozza un sorriso.

-Lieto di rivederti, ragazzo. Qualcosa non va? Novità?-

-Signor Malfoy- fa eco l'auror Denver, in tono più compito e lanciando un'occhiataccia esasperata al collega: -ha delle novità?-

Draco è seriamente tentato di sorridere, ma si controlla ancora.

Per ora.

-No. Non particolarmente importanti. Lis è con la Granger, e mi ha chiesto di lasciarle sole. Ho pensato di venire a chiedere a voi. Avete fatto progressi? Scoperto qualcosa?-

L'auror Denver sospira e scuote il capo: -Purtroppo no. Stiamo cercando di risalire ad una serie di eventi che potrebbero confermare dove sia il secondo covo, ma...-

-Ma siamo ad un punto morto- conclude Bright, che poi ammicca: -Sapevo che tra te e Hermione non girasse buon sangue, ma non pensavo che avresti lasciato Lis da sola con lei. Mi sembravi abbastanza attaccato al nuovo corpo di Potter-

Oh, Circe. Ma se ne sono accorti davvero tutti, allora!

"Te lo avevo detto..."

Persino l'auror Denver sta facendo un sorrisetto.

Il che decisamente significa che la situazione è ad un passo dal degenerare.

Sperando di non stare arrossendo, e maledendo la sua carnagione così chiara che rende perfettamente ovvio quando arrossisce anche nel più lieve dei modi, cerca di tenersi incollata l'espressione compita in viso, e butta quell'etto e mezzo di sarcasmo nella voce che lo ha sempre salvato in tante situazioni: -Buffo, suonava quasi come se ci fosse stato un motivo per assistere all'incontro. Dicevamo, novità?-

Denver, stranamente, non lascia cadere il discorso: -Beh, è stato parecchio protettivo nei suoi confronti, fino ad adesso, Signor Malfoy. Dovrà ammettere che è un po' strano, che all'improvviso abbia lasciato da sola la sua protetta-

Draco sbuffa: -Non la chiami così. Non è una bambina, è perfettamente in grado di prendere le sue decisioni. Ha deciso lei stessa di vedere la Granger da sola, non vedo perché avrei dovuto oppormi-

-Specie quando vedere Hermione ti avrebbe dato così fastidio- l'auror Bright adesso sta apertamente sogghignando: -Ah, credo di capire a cosa si riferisse Harry!-

Le orecchie di Draco non sono mai state così attente.

-Scusi, che vuol dire?-

L'auror Denver si siede più comodamente nella sedia del collega: -Niente, Signor Malfoy. Assolutamente niente. Il mio collega ha solo il difetto di non sapere badare ai fatti propri- seconda ochiataccia a Bright.

-Oh, Kadmius, che c'è di male? Sto solo dicendo che capisco quello che Harry intendeva, quando diceva che tra il ragazzo qui- e indica Draco con il dorso della manona: -ed Hermione non è mai girato buon sangue-

Per un attimo, Draco si chiede quale sia il doppio fine che l'auror Bright sta perseguendo, facendo un commento del genere. Perchè è ovvio che ha un doppio fine, e che c'è un motivo se ha detto quello che ha detto.

Vuole fargli sapere che Potter parla di lui?

Tecnicamente Potter ha parlato della Granger.

... Potter parla di lui?

Beh, non è esattamente una cosa lusinghiera, quella che ha detto.

Invece che dilungarsi nella riflessione, Draco ammicca e sorride: -Aspettate di vedere Theodore e la Weasley, allora-commenta sornione.

Bright si rabbuia in fretta, alla sola menzione del nome di Theo.

Denver ridacchia: -Sì, ho la vaga sensazione che sentiremo presto lamentele da Ginny. Se c'è una cosa che abbiamo imparato tutti molto in fretta, qui al dipartimento, è a non contraddire mai Ginevra Weasley-

-Ah!- sbotta Bright, incrociando le braccia, bacchetta nel taschino della camicia: -magari riesce a mettere un po' di buon senso nel cervello di quel poco di buono. Per non parlare di un briciolo di cuore, ma quello probabilmente è un'impresa troppo ardua per chiunque-

-Auror Bright- comincia Draco con un sorriso candido: -si rende conto che oraè inevitabile che le chieda cosa diamine abbia contro Theodore Nott?-

L'auror sbuffa: -Certo, ma io posso sempre non risponderti-

-Vede Signor Malfoy- risponde più educatamente l'auror Denver: -Il mio collega ed io abbiamo già collaborato con il Signor Nott. Non fraintenda, ci è stato prezioso, anzi, preziosissimo. Non so quanti dei nostri sarebbero morti, senza le informazioni che ci ha passato, per non parlare della riuscita dell'operazione stessa. C'è un motivo se, dopo quell'esperienza, il Capo del Dipartimento degli Auror gli ha offerto una posizione. Tutttavia... bisogna ammettere che è abbastanza... disturbante, l'assoluta calma che ha dimostrato in una simile evenienza. Lo avrei quasi detto....-

-Spietato- conclude Bright per lui, con cipiglio cupo: -e una mancanza di cuore tale, in un ragazzo così giovane, è sempre molto sospetta. Sappiamo tutti a cosa si dava suo padre, suo nonno, e la sua famiglia, in genere. Non dovrebbe essere permesso, anche a lui, di proseguire un cammino destinato a farlo diventare un futuro assassino-

-Admontius, adesso stai esagerando. Theodore Nott ci ha aiutato, contro gli interessi del suo stesso padre. Ha salvato tua figlia, dopotutto, no? Dagli il beneficio del dubbio, almeno-

Draco ascolta senza perdere una parola.

Quando diavolo è successo...? Perchè non ne so niente? Come ho fatto a non accorgermene?

Bright scuote la testa: -Lasciamo perdere-

-Un 'ottima idea- commenta Denver, sospirando: -Torniamo a noi, Signor Malfoy. Forse è un bene averla qui. Non riusciamo a risalire al secondo punto di ritrovo della setta. Sarebbe disposto a servirsi del Fuoco per aiutarci?-

Draco aggrotta la fronte: -Lo sapete già, certo, ma,.. davvero siete così tanto ai ferri corti? Non funziona nient'altro?-

Se non ci fosse lui, con la piromania, a risolvere il caso, come diamine farebbero?

La cosa è inquietante.

La cosa è inquietante, e forse non è solo legata alla pigrizia che pare avere preso tutti, da quando si sono resi conto che c'è un piromane disposto a fare, con un dspendio energetico davvero ridicolo, quello che loro farebbero in mesi. Indagini, per esempio.

La cosa è inquietante perché, si chiede, e se qualcuno, tra quelli della setta che si è accanito contro Potter, avesse saputo benissimo fin dall'inizio che gli auror si sarebbero rivolti a Draco?

Se stessero contando sul fatto stesso che Draco si serva della piromania?

Con tutto il tempo che ha passato in biblioteca a cercare informazioni sulla propria anomalia, Draco si è imbattuto più volte in casi di sette di folli religioni basate proprio sul culto di anomalie magiche come la sua. Alcune di esse praticanti sacrifici umani. Tutto gli torna alla memoria con estrema facilità, adesso che ci pensa.

Anche il particolare stesso di avere arrostito Ben Wilkinson...

-Sappiamo che non è una passeggiata per te, ragazzo- commenta Bright: -ma sì, siamo davvero ai ferri corti. Per le indagini normali ci vorrebbero settimane, e non le abbiamo, temo. Senza contare che siamo senza due dei nostri migliori agenti-

Draco si acciglia di nuovo: -...Non le abbiamo?- cita: -Perché tutta questa fretta? Voglio dire, Potter ormai è nelle nostre mani, è al sicuro, che altro motivo abbiamo di correre?-

Denver fissa Bright con insistenza, e Bright scrolla le spalle: -Kadmius, hai chiesto tu al ragazzo di collaborare. Io dico di dirgli tutto. Non ha senso coinvolgerlo solo per una cosae non per un'altra-

Ma allora hanno scoperto qualcosa!

-In effetti, Signor Malfoy- si arrende l'auror Denver: -abbiamo delle novità. Sappiamo con precisione quasi assoluta contro chi ci stiamo muovendo. Sappiamo che si tratta di una setta, e abbastanza pericolosa-

-Chi sono e cosa vogliono?- chiede Draco, con curiosità celata a stento.

-Si fanno chiamare 'I Puri'- risponde Bright: -non so se hai sentito parlare di loro. Sono una setta religiosa che crede che il sangue magico, quando cade in quantità come può succedere durante una guerra magica, abbia proprietà salvifiche. Adorano una qualche entità di cui non abbiamo capito esattamente il nome, le fattezze o le capacità, o nemmeno la natura, che a quanto pare trarrebbe giovamento dal sangue magico. Per questo in quella chiesa abbiamo trovato tutti quegli strumenti di tortura: per compensare l'assenza di guerre, vengono fatti sacrifici a questa entità. Maghi o streghe, vengono uccisi e sacrificati in suo onore. Quando ci sono guerre, come quella che si è conclusa di recente, vanno in brodo di giuggiole-

-La setta aspetta la venuta di un messia, il cui arrivo testimonierebbe l'inizio di una nuova era- spiega ulteriormente Denver, l'espressione illeggibile, e Draco ha proprio un gran brutto presentimento: - La comparsa di questo messia significa per loro che è giunto il momento di... beh..-

-Impossessarsi del mondo, in parole povere- conclude Bright con una smorfia.

'Impossessarsi del mondo'.

'Impossessarsi del mondo'.

"Lo vogliono proprio tutti, questo mondo, eh?"

E' un eufemismo. Tu lo sai. Tu sai chi sono, non è vero?

La preoccupazione che è improvvisamente salita in Draco gli si legge in faccia, ne è abbastanza sicuro. Il Fuoco sente la sua agitazione e non prova a nascondergli niente.

"Già", ammette.

Draco ricorda bene la scena: lui, in biblioteca, al quarto anno. Un tema di Storia della Magia sulle dinamiche interne alle famiglie aristocratiche di maghi e babbani durante il sedicesimo secolo. Un libro consunto, nella Sezione Proibita, che cade a terra mentre lui sta sfogliando un vecchio libro polveroso, alla ricerca di una conferma di una parentela.

Una pagina che si apre da sola.

Le sue mani che si stringono con forza alla copertina del libro di genealogie.

Le pagine che si sfogliano da sole, fino al punto dove il libro parla della setta dei Puri.

Adoratori di Colui Che Purifica.

Il Fuoco.

Draco deglutisce, una mano in fronte e una sul fianco.

Se dimostra debolezza di fronte agli auror, in questo momento non gli importa.

Adesso ha capito.

Adesso ha capito, adesso ha senso, adesso si spiega la fretta degli auror e l'assoluta necessità di fermare quei pazzi prima che cerchino di mettere in atto il loro stupido, famigerato, pericoloso sacrificio finale.

Il messia... la venuta di un messia coinciderà con l'inizio di una nuova era. In questa nuova era loro saliranno al potere, e il loro dio verrà adorato e rispettato, e tutti si inchineranno a lui. Non era così, non era così il passo che ha riletto per giorni e giorni?

Quanto a lungo gli è rimasto inchiodato nel cervello, il pensiero che, in un presente così diverso rispetto al tempo in cui la setta è nata, ancora qualcuno pensasse, sperasse, di potere conquistare il mondo servendosi di un'entità soprannaturale e governare in suo nome?

Quando la piromania è esplosa, il ricordo è stato sepolto.

Aveva altro a cui pensare: restare vivo, non farsi sbattere ad Azkaban, non finire in un laboratorio a morire sotto una sequenza ininterrotta di esperimenti.

Adesso, con la sicurezza di non stare rischiando il collo, si rende conto che avrebbe dovuto mettere tutti i pezzi al loro posto un po' prima, e forse, già che c'era, non rendere così pubblico il suo dono.

Non fare sapere a tutti che è un piromane.

Non fare sapere ai Puri che c'è un piromane in giro.

Non fare sapere ai Puri che il loro messia...

-Signor Malfoy- la voce dell'auror Denver è calma, alle sue spalle.

"Ti stai facendo venire un attacco di panico, Draco. Va tutto bene"

Hai una gran faccia tosta, sai? pensa Draco, la rabbia che gli fa sbiancare le nocche chiuse a pugno.

È per colpa tua che è successo tutto quanto. Se non fosse stato per te, io non sarei un mostro, Potter non sarebbe una donna adesso, quell'auror non sarebbe morto, e non ci sarebbe una banda di pazzi che pensa che sono il loro maledetto messia!

-Ragazzo, perché non ti siedi?- suggerisce l'auror Bright.

Draco si rende conto che lo guardano entrambi con espressione preoccupata.

Alle sue spalle, il fuoco nel camino crepita, divampa, si agita con veemenza, salendo in fiammate di quasi un metro e poi riabbassandosi sui carboni ardenti.

Draco fissa le fiamme, sbattendo gli occhi.

Sei stato tu?

"No, sei stato tu"

...Io?

"Ti sei arrabbiato", spiega con calma il Fuoco: "non è stata una mossa saggia, farlo davanti ad un camino acceso. Se ti fossi arrabbiato di più, avresti potuto provocare un incendio. Non è la prima volta che succede che uno dei miei ospiti si arrabbia davanti ad una fonte di fuoco, e fa una strage senza rendersene conto"

Oh, fantastico. Sono davvero un mostro.

"Draco..."

Ma Draco non sta ad ascoltare il rimprovero che l'entità che occupa la sua testa gli muove. Agita una mano con aria stizzita, richiude gli occhi, li riapre. Respira e cerca di riprendersi, la calma che, lentamente, riscende su di lui.

-Stai bene?- chiede Bright.

Draco annuisce.

-Vuole un po' d'acqua? Qualcosa di più forte?- offre Denver.

Draco scuote la testa: -No, grazie, sto bene. Scusate. Non so... non so bene cosa mi è preso-

Non gli piace ammetterlo, ma è la verità.

Bright agita la bacchetta e gli ficca in mano un bicchiere d'acqua, nonostante Draco abbia rifiutato. Beve, e l'acqua, insapore, inodore, incolore, è piacevole.

-Non per insistere, ma... tu sai di chi si sta parlando, non è vero?- chiede Bright.

Draco fa una mezza risatina amara: -A quanto pare. Non pensavo... mi ero completamente dimenticato della loro esistenza. Avrei dovuto pensarci prima-

-Signor Malfoy, quindi sa che il messia...-

-Sono io?- Draco sorride con un certo sforzo, e il sorriso amaro lo fa sembrare molto più vecchio dei suoi vent'anni scarsi: -già. Hanno avuto una guerra, adesso hanno anche il loro messia. Ben Wilkinson è uno dei sei sacrifici che devono fare, e Potter...- aggrotta la fronte: -ma perchè lasciarlo vivo?-

-In uno dei testi che abbiamo trovato, si parla di sei sacrifici e un cambiamento- spiega Bright, braccia incrociate: -Se Ben è la prima vittima, probabilmente Harry è il 'cambiamento'-

-Cioè, cambiargli sesso... beh, è un bel cambiamnto, in effetti- rflette Draco a mezza voce.

Theo gli aveva detto di avere una mezza idea su chi è coinvolto.

Theo sa della setta?

Theo ha davvero collaborato con una setta che adora e aspetta un messia, che guarda caso è lui?

Draco scuote la testa, sospirando di frustrazione: -Assurdo-

-Vede, il fatto è che le ultime pergamene che abbiamo trovato, e che stiamo cercando di decifrare, sono coperte da un incantesimo. Non riusciamo ad infrangerlo, quindi non possiamo leggerle, ma siamo abbastanza convinti che sia indicato il secondo luogo di ritrovo- spiega Denver.

Bright indica con l'indice alcune delle pergamene: -Quelli sono appunti sulle parti che siamo riusciti a decifrare-

Theo li ha aiutati.

Theo li ha aiutati ad inventare degli incantesimi.

...quali?

Draco aggrotta la fronte: -Le pergamene che ancora non avete letto, dove sono?-

-In mano ai nostri esperti- risponde Denver: - ma non stanno avendo molta fortuna. Sembra che si tratti di un tipo di incantesimo di protezione piuttosto complesso, e inusuale-

Theo.

Deve essere stato questo.

Draco riflette.

Non può esporre Theo, dicendo agli auror...

-Sono abbastanza sicuro che Theodore potrebbe aiutarvi-

-Assolutamente no- dichiara con forza Bright, espressione truce: -non intendo permettere a quel mostro di avvicinarsi a materiale così oscuro. Neanche per sogno-

Se ho ragione a pensare quello che penso, ormai non ha molto senso non permetterglielo, pensa Draco con lugubre amarezza.

Perchè diamine il suo migliore amico deve occuparsi di magia nera?!

Non poteva essere come Blaise, e pensare a cose più superficiali, ma sicure, che non comportano il rischiare la pelle o la galera?

-Signor Malfoy, deve capire che quel materiale è molto, molto pericoloso. Non si tratta solo di riserve personali contro il Signor Nott...-

-Avete chiesto il suo aiuto, o mi sbaglio?- ribatte Draco.

-Sì, per trovare informazioni- risponde Bright: -e dopo averci assicurato che ci avrebbe aiutati, è sparito. Come sempre-

-Sono passati meno di due giorni, Admontius- ribatte Denver.

-Ciò non toglie che avrebbe dovuto scoprire qualcosa, Kadmius, e invece quello che abbiamo scoperto lo dobbiamo a quelle pergamene. Se Lilian non le avesse trovate...-

-Sono abbastanza sicuro che Lilian non le ha trovate per caso, Admontius- ribatte sarcastico Denver.

Draco alza un sopracciglio.

Se ha capito bene, allora è molto probabile che Denver abbia ragione. Sarebbe tipico di Theo mettere in mano all'interessato tutto il materiale che gli può essere utile, ma farlo restando completamente nell'ombra.

-Ciò non toglie che no, non può avere accesso a quelle pergamene- ribadisce con vigore Bright: -è già tanto se gli permetto di collaborare con Ginny nella ricerca dell'incantesimo che devono avere fatto ad Harry-

Denver sospira: -Non ti do torto- ammette.

Draco non obbietta.

L'aria che tira non è delle più favorevoli per Theodore, ed è meglio non mettere i due auror al corrente di troppi dettagli. Draco è sicuro che Theo potrebbe risalire al contenuto delle pergamene non decifrate, anche senza gli originali sotto mano.

Perciò annuisce, lascia perdere, e si offre di chiedere al Fuoco tutto quello che può sapere sui Puri.

Gli auror ringraziano, e lo lasciano tornare a Villa Malfoy.

Dove Lis sta ancora parlando con la Granger.

Bene, pensa Draco: così ho giusto il tempo di fare due parole con Theo.

Eccomi!

Nuovo capitolo, pare ho fortuna con l'editor stavolta. Date un'occhiata anche al cipotolo precedente, ho risistemato l'impaginatura. Sto postando senza avere ancora riletto, come sempre. Con calma, adesso mi rimetto e correggo le varie cose che non tornano. Se vedete qualcosa, fatemelo notare! Grazie! Scusate se la storia è lenta, ma non temete, la finirò! Ormai non manca più molto alla fine!

VQA

   
 
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