Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _MartyK_    16/09/2016    2 recensioni
Min Yoongi è stanco della sua vita monotona e frenetica e una notte, assieme a tutti i Bangtan Boys, fugge dal dormitorio scorrazzando per le vie di Seoul, imbrattando muri con la vernice e procurando danni ad alcune auto parcheggiate. Per scampare al carcere, è costretto a fare un mese di 'volontariato'.
Isabel lavora come cuoca in un ristorante molto vicino al fallimento. Come si incroceranno le loro vite?
Dal capitolo 1:
- Sei in arresto per atti di vandalismo- lo prese per il polso e lo sbattè contro l'auto della polizia, allacciandogli le manette.
- Che?!- Jungkook era così sbalordito che non si trattenne dall'esclamare qualcosa di insensato, come era solito fare.
- Ma noi siamo Idol! Non possiamo permetterci di fare carcere!- a lui si unì Hoseok, il labbro inferiore che tremolava.
[...]
- Min Yoongi, ho un messaggino per te!-
Il ragazzo era tranquillo, con le braccia conserte e un sorriso strafottente a dipingere la sua sfacciataggine. Sicuramente si sarebbe complimentato con lui per aver infondato fiducia nei cuori dei poliziotti... in qualche modo.
- Lavorerai come garzone in un ristorante per un mese intero-
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un anno. Era passato un anno da quando Isabel non vide più Yoongi.
La loro si era trasformata in una relazione a distanza e, malgrado si volessero bene, non ha funzionato per molto.
Il ragazzo le inviava qualche messaggio ogni morte di papa, peggio ancora se si trattava di telefonate o videochiamate su Skype.
Aveva promesso di esserci per San Valentino, così da passarlo insieme e così non fu. Per farsi perdonare quel giorno le regalò un orso peluche gigante, un mazzo di rose rosse e un bigliettino con su scritto una tenera dedica.
Doveva esserci anche per il suo compleanno, e invece niente.
Altro imprevisto: un mini scandalo per colpa di Jimin che aveva spudoratamente flirtato con una fan durante un meet&greet.
Alla fine era andato tutto per il verso giusto, ma non il compleanno di Isabel, che lo passò con i suoi due amici e i genitori.
Si dice che il tempo curi le ferite, e forse è successa la stessa cosa con loro.
Le chiamate e i messaggi diminuirono, la voce di Yoongi era sempre stanca per via dei vari fusi orari in cui si imbatteva, viaggiando da una parte all'altra del globo.
Pian piano cominciarono a mancarsi di meno, fino ad arrivare al giorno in cui, tutti e due, si dimenticarono delle rispettive esistenze.




Sotto consiglio di Myung Jae, Isabel era andata al loro concerto, acquistando i migliori biglietti che potessero esserci in circolazione. Si era beccata spintoni, urla isteriche, gomitate, aveva quasi rischiato di perdere un occhio perchè una ragazza che stava dietro aveva allungato la mano, cogliendola di sorpresa.
Aveva rischiato tutto pur di vederlo, pur di cogliere un suo segnale. Ma questo segnale non arrivò.
Suga cantava e ballava per i fatti suoi, volgeva lo sguardo alla platea, ma era come se non lo facesse sul serio.
E quandò sembrò incrociare i suoi occhi, beh non fece nulla. Come se non l'avesse mai conosciuta.
Fu allora che si disse 'Carpe diem, la vita va avanti'.


Era passato un anno. Un anno intenso e pieno di cambiamenti.
Isabel non lavorava più al ristorante, con i soldi che aveva accumulato era riuscita ad aprirsi un proprio centro estetico dove esercitare la propria professione.
Non avendo assistenti, decise di assumere Myung Jae, data la loro amicizia. Si tenevano sempre in contatto con Yoo Jin, in quanto frequentava (strano a dirsi) la ex smorfiosetta.
Aveva anche traslocato, ora la sua casa era grande abbastanza da ospitare quattro o cinque persone.
Certo, ormai la cucina era diventata la sua seconda casa, e a dire il vero versò anche una piccola lacrimuccia quando annunciò di andarsene. Però pensava al futuro, non aveva la minima intenzione di dare uno sguardo al passato.
Per quanto riguarda la situazione sentimentale, era davvero una sfigata, non ci sapeva fare per niente con i ragazzi. Oppure erano loro senza una via di mezzo: o troppo timidi, o troppo spavaldi.
Un pomeriggio sentì Myung Jae parlare a gran voce in sala d'aspetto, la raggiunse e la vide scartabellare tra i fogli dell'agenda degli appuntamenti.

- Oh Bella- era questo il soprannome che le aveva dato. La mora fece un cenno del capo, come ad intimarle di continuare.

- Preparati, tra un po' arriva un tizio che ha ordinato depilazione completa delle gambe e massaggio alla schiena- borbottò, scrutando l'orario dell'appuntamento.
Isabel aggrottò le sopracciglia, non accadeva spesso che un ragazzo si facesse vivo per la ceretta.

- Va bene, allora io vado a prepararmi- annunciò. Fece per andarsene in bagno a lavarsi le mani, ma l'altra la bloccò per il braccio.

- Yah, mi raccomando! Questa potrebbe essere un'occasione importante- ammiccò.

- Ma che! Magari sarà pure gay- disse e ridacchiò.
Lasciò la presa e attraversò il corridoio, continuando a ridere per ciò che stava blaterando la sua amica riguardo al cliente.
Dieci minuti dopo si presentò un ragazzo in jeans, maglietta e mascherina. Borbottò piano un 'buonasera' ed entrò.
Myung Jae lo squadrò da capo a piedi e storse il naso, la mascherina che gli copriva praticamente tutta la faccia poteva anche risparmiarsela, pensò.
Nel frattempo Isabel irruppe in sala e disse al ragazzo che poteva seguirla.

- Ti aiuto?- domandò l'amica. La mora scosse la testa e sibilò un 'tranquilla'.
Insieme attraversarono il corridoio, stando in silenzio e ascoltando la musica di sottofondo. Entrarono in una stanza e si chiusero dentro.

- Quanto ci vorrà più o meno?- chiese quello. Isabel parve rifletterci un attimo.

- Uhm... penso due ore-
Il ragazzo ridacchiò, lasciandosi scappare un piccolo ghigno di soddisfazione.

- Non sai quante cose si possono fare in due ore- disse.
Isabel alzò un sopracciglio: l'aveva detto... maliziosamente o era lei che aveva il cervello completamente in fumo?
No, certo che no. Avrà avuto i suoi motivi, d'altronde nemmeno si conoscevano. Giusto?

- Okay. Tu intanto inizia a spogliarti, io vado un attimo di là- lo avvisò e sparì in un batter d'occhio. Si chiuse la porta dietro di sè e tirò un sospiro di sollievo.
Quel ragazzo era strambo, ma strambo forte. Si mise l'indice sul mento e mormorò qualcosa tra sè riguardo a ciò che doveva prendere per la ceretta e il massaggio. Ritornò in stanza con l'olio, la cera, le strisce e tutto il resto.
Sgranò gli occhi nel vedere che quello che aveva davanti non era altro che Yoongi. Min Yoongi.
Deglutì e si schiarì la voce.

- Tu che ci fai qua?- chiese improvvisamente seria. Il ragazzo abbozzò un mezzo sorriso.

- Sai che noi Idol dobbiamo curarci ogni tanto. Ho pensato che tu saresti stata la migliore- bofonchiò. - Per il massaggio, intendo- precisò poi.
Com'è che prima faceva il perverso e poi arrossiva per così poco?
Già, Min Yoongi era proprio strano.
E aveva cambiato colore di capelli, ora si era fatto biondo. E forse frequentava la palestra, perchè i muscoli e gli addominali erano lievemente accentuati rispetto all'anno prima. Nonostante tutto rimaneva bellissimo, proprio come lo aveva conosciuto.

- Distenditi- la mora indicò il lettino e lui fece come gli aveva detto. Cercò di non arrossire al pensiero di essere sola con un ragazzo in boxer.

- Non mi racconti nulla?- fece lui.
Isabel prese il bastoncino di legno e lo immerse nella cera calda, girandolo e rigirandolo per farlo raffreddare. Soffiò un po' e lo passò sulla gamba del ragazzo, che sussultò leggermente al contatto. Prese una striscia di carta e la poggiò lì dov'era la cera, massaggiando la zona.

- Non ho nulla da dirti- disse e tirò via la striscia, levando così i primi peli. Yoongi si morse il labbro inferiore per il dolore.
Non aveva mai fatto la ceretta, si era sempre rasato. Quella era l'unica occasione disponibile per incontrarla, ma non glielo disse.
Aspettò. Aspettò un segno divino dal cielo, un cenno, un sussulto, una qualsiasi cosa che gli facesse capire che non l'aveva gettato nell'oblio dei ricordi.

- Davvero? Ad esempio... non mi dici se hai un ragazzo?- chiese così, a bruciapelo.
Isabel gli mandò un'occhiataccia, passando un'altra volta la striscia sulla sua gamba. Massaggiò e la tirò.
Yoongi emise un gemito, tirandosi a sedere con i gomiti sul lettino. Gli aveva fatto male apposta, se n'era accorto.

- La mia vita non ti riguarda- borbottò gelida.

- Ah sì? Credi che sia venuto qui solo per questo?- il ragazzo indicò la cera e gli oli. Isabel sorrise amara.

- Suga, dovevi pensarci prima. Ormai è troppo tardi-
Passò la cera sulla sua coscia, fece per posare la striscia ma Yoongi la bloccò.

- Chiamami Yoongi, ti prego. Chiamami almeno per nome- la implorò.
La ragazza sospirò, lasciandosi sopraffare dai ricordi.
La prima volta che si incontrarono, la prima volta in cui le loro mani vennero a contatto. Cercò di non sorridere, quella era acqua passata.
Stettero zitti, Isabel non rispose alla sua richiesta. Non disse nè sì, nè no. Nulla.
Continuò a svolgere il suo lavoro e a fargli di tanto in tanto domande inerenti a quello.

- Fai anche l'inguine?- gli chiese. Il ragazzo parve arrossire leggermente. Chiuse le gambe in un gesto di difesa.

- Mai e poi mai, scherzi?-
Non voleva sbagliarsi, ma scorse un sorrisetto appena accennato sul viso della ragazza.

- Allora voltati che faccio dietro- lo avvisò. Yoongi si voltò e stette a pancia in giù.
Nel farlo strappò via un po' della carta che si trovava sul lettino, aveva le gambe appiccicose. Isabel sfiorò la sua pelle e gliele tolse di dosso, prima di ricominciare da capo.
La sua pelle era così morbida e candida che pareva fosse fatta di porcellana, a volte aveva paura persino ad avvicinarglisi, poteva rompersi.
Yoongi rabbrividì al tocco di lei, aveva una voglia irrefrenabile di dirle di non fermarsi, di continuare a toccarlo così come aveva fatto un secondo prima.
Perchè le sue mani su di lui gli mancavano terribilmente. Gli mancava come l'acqua.



D'un tratto notò che in radio stavano passando una canzone a lui familiare, non era k-pop e non era nemmeno coreano. Isabel non se n'era accorta.

- A-ascolta- esordì, sopprimendo un gemito. - La nostra canzone- continuò e sorrise. La ragazza si bloccò un attimo e stette lì immobile, ferma al suo posto.
Trattenne il fiato, non aveva il coraggio di respirare e fare rumore. Il suo cuore batteva così forte che credeva stesse risalendo fino in gola.
Non era possibile. No, non poteva ricordarsi di quella canzone. Non quando non si era fatto vivo per dodici mesi completi.
A quel punto fu naturale chiedersi se l'aveva dimenticata davvero o se aveva fatto finta.

- I go wherever you will go- lo sentì bofonchiare in un inglese impreciso e sgrammaticato, un po' impacciato e stonato.
Isabel deglutì a vuoto, le lacrime stavano minacciando di solcarle il viso e farle fare una pessima figura.
Sospirò pesantemente e scosse la testa, non doveva distrarla e ci tenne a precisarlo.
Una volta finita la ceretta, la mora si spalmò della crema idratante e la passò sulle gambe di Yoongi, massaggiandogliele e facendo su e giù. Il ragazzo dovette mordersi l'interno guancia, era dannatamente eccitante e no, non era il momento di pensare a cose del genere.

- Vuoi che ti depili le ascelle?- chiese lei, un po' imbarazzata. Prima di rispondere, Yoongi si chiese se fosse arrossita per il contatto.

- N-no, cioè, sono ancora un uomo. Se mi levi i peli anche da lì, di me non resterà nulla- piagnucolò fintamente, lasciandosi scappare un risolino sornione.
Isabel abbassò lo sguardo e sorrise.

- Allora stenditi a pancia in giù. Sai no, per il massaggio- borbottò incerta e andò a lavarsi le mani, per poi impregnarsele di olio.
Si mise addosso al ragazzo, sedendosi a cavalcioni vicino al suo sedere. Cercò di concentrarsi e di non pensare all'ambigua posizione in cui si trovava.
Strofinò le mani e sfiorò le sue spalle, dapprima un po' insicura, poi con più confidenza. Coi pollici massaggiò insistentemente vicino alla cervicale.

- Hai alcuni nervi accavallati- annunciò. Yoongi annuì chiudendo gli occhi.
Isabel passò poi alle spalle, scendendo giù, verso la schiena. Vide il ragazzo mordersi a sangue il labbro inferiore e le scappò una risata.

- Guarda che puoi sospirare e ansimare quanto ti pare, è normale in questo contesto-

- C-credevo risultasse come un film porno- balbettò lui. Isabel roteò gli occhi al cielo.
Massaggiò fino al fondoschiena, battendo lì dove i muscoli erano tesi. Risalì, percorrendo tutta la lunghezza della schiena e raggiungendo nuovamente le spalle.
Yoongi si lasciò scappare alcuni gemiti di piacere, arrossendo l'attimo dopo.

- Sei brava- sussurrò con voce roca. - Terribilmente brava- ansimò ancora una volta.
Il trattamento andò avanti fino a quando i muscoli non si sciolsero completamente. Isabel scese dal lettino e gli disse che poteva rivestirsi.
Nel mentre andò in bagno a sciacquarsi il viso e le mani. Non negò che gli ansimi e i complimenti stavano per mandarla all'altro mondo.
Quando ritornò, Yoongi era rimasto lì seduto come lo aveva lasciato. A petto nudo.

- Perchè non ti vesti?- fece lei, leggermente perplessa. Il ragazzo scrollò le spalle. Fece cenno col capo di andare davanti a lui.

- Mi sei mancata- disse, una volta che si ritrovò di fronte alla ragazza. Le prese le mani e gliele strinse forte. Abbassò lo sguardo.

- Non ti ho dimenticata...-
Isabel lo bloccò, facendo per dire qualcosa.

- Non c'è stato giorno o attimo in cui non abbia pensato a te, credimi. Mi sono sempre chiesto cosa facevi, se sentivi la mia stessa mancanza, se mi volevi vicino e... anche se mi avevi rimpiazzato con un altro- tirò un lungo sospiro. Isabel cercò di non piangere.

- Yoongi, ti credo. Però non funzionerà mai, dovresti saperlo meglio di me. Un rapporto si deve curare, si deve mantenere vivo- disse.

- Proprio come... proprio come il Tamagochi, il videogioco intendo. Se non curi quei mostriciattoli poi muoiono e perdi la partita, ricordi?- continuò, facendo riferimento al gameboy giapponese anni novanta. Yoongi ridacchiò amaro.

- Quindi non mi ami più?- domandò. Isabel a quella domanda credette di perdere anni di vita.

- C-cosa? Yoongi, tu non puoi chiedermi...-

- Rispondimi, ti prego. Mi ami ancora o no?-
Il suo sguardo era fermo, gli occhi luccicavano e la bocca era serrata. La stretta alle mani era più decisa.
Il labbro di Isabel tremolava, segno che di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere. E così fu.
Neanche se ne accorse, una lacrima solcava silenziosamente il suo viso. Prima che il ragazzo potesse accorgersene, provò a scacciarsela. Con scarsi risultati, però.

- Lasciala scorrere- mormorò lui, poggiando la fronte contro la sua. - Lasciala scorrere lì, falle fare il suo corso- continuò.
Isabel chiuse gli occhi, le lacrime scesero copiose.

- Ti amo, certo che ti amo. Come puoi chiedermi una cosa simile? Ti amo che non so come fartelo capire, e tu sei un idiota a credere che ti abbia dimenticato- singhiozzò. Yoongi l'abbracciò, anche la sua guancia venne rigata da una lacrima.

- Ci stiamo facendo del male- fece lei. Il ragazzo scosse la testa, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

- Se ci stiamo davvero facendo del male, allora sono felice di farmelo- ammise fermo.
Stettero abbracciati per svariati minuti, Isabel gli allacciò le braccia al collo, facendosi più vicina a lui. Inalò il profumo della sua pelle, sapeva di cera e olio e le venne da sorridere.

- Sai, ti ho vista al concerto- ridacchiò lui. Isabel si scostò improvvisamente e sgranò gli occhi.

- Mi hai vista e non hai fatto nulla?- quasi urlò.

- E cosa avrei dovuto fare, smettere di cantare e urlare 'hey Isabel, ti amo da morire' nel bel mezzo di una canzone?- continuò a ridere.
La mora si finse offesa e gli tirò una spintarella alla spalla, sussurrando flebilmente pabo.

- Potevi almeno guardarmi, farmi un cenno. Qualsiasi cosa che mi avrebbe fatto capire che sapevi della mia esistenza in mezzo a quel caos- borbottò con una smorfia. Yoongi le regalò uno dei suoi enormi sorrisi e passò due dita sulla sua guancia, accarezzandogliela.

- Sei bellissima-

- Più bella delle Wonder Girls?- chiese lei con fare altezzoso. Il ragazzo scosse la testa affranto.

- Più bella di tutte loro messe insieme-

- Oh, allora sono davvero bella- sorrise lei, più per far piacere a lui che per altro.
Si avvicinò al suo viso e socchiuse gli occhi, umettandosi le labbra e unendole a quelle del ragazzo in un casto bacio.
E per quanto potesse essere un misero tocco di labbra, quel bacio fu più passionale di tutti, il più emozionante. Era racchiusa un'intera storia in quel contatto.
C'era magia nei loro morsi, mistero nei loro occhi, amore nelle profondità più nascoste dei loro corpi.



***
annyeong! Questa storia finisce qua, sto parlando seriamente stavolta ;) riguardo al Tamagochi, boh, mi sembrava abbastanza azzeccato (anche se non ricordo se era degli anni 80 o 90 ma vabbè) e uhm... se vi starete chiedendo tipo "che fine hanno fatto il capo e il ristorante?" o "ma continueranno a stare insieme, faranno attenzione alla loro storia o si lasceranno un'altra volta?" beh vi dico che manco io lo so LOL. Nel senso che ho messo un po' di missing moments in modo che alcune cose restassero in sospeso. Immaginatevi quello che volete,io, da inguaribile romantica quale sono, penso proprio che staranno insieme ;) detto questo, ringrazio TUTTI per aver seguito questa storia. baciiiiii _MartyK_ <3
   
 
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